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Granarolo sostenibile, arrivano bottiglie del latte con tethered cap

Nell’ottica del miglioramento continuo della ricerca e sviluppo sul packaging, nell’ultimo anno Granarolo ha lavorato per intervenire sulle bottiglie del latte alto pastorizzato in PET al fine di ridurre la grammatura del collo della preforma e del tappo che è stato ancorato alla bottiglia per evitare dispersioni nell’ambiente.

Il nuovo tappo del latte Granarolo punta all’obiettivo di riduzione del peso degli imballaggi primari e secondari, infatti ha un meno 30% di plastica rispetto al suo predecessore, rimane agganciato alla bottiglia e non va disperso nell’ambiente, rendendo più facile la raccolta e il riciclo. Contestualmente alla novità relativa al tappo, il peso delle bottiglie nei vari formati prodotti è stato ridotto mediamente del 13% rispetto alle bottiglie commercializzate nel corso del 2021.

“Il tappo tethered cap, che prevede l’ancoraggio del tappo alla bottiglia nell’ottica di ridurre al massimo la dispersione di plastica, è stato inserito in bottiglie monomateriale in PET ed è stato studiato in esclusiva per Granarolo, prima fra le aziende dairy ad anticipare la direttiva europea”, ha dichiarato Filippo Marchi, Direttore Generale del Gruppo Granarolo. “Lo scorso anno è stato avviato un grande lavoro anche sui nostri yogurt a marchio Yomo”, continua Marchi. “66 milioni di vasetti/anno sono stati convertiti da plastica a carta e a regime, quando la conversione di tutte le linee sarà ultimata, saranno 185 milioni di vasetti/anno”.


In merito alle bottiglie di latte in PET saranno prodotte 7,3 milioni di confezioni di latte al mese, cioè oltre 85 milioni di confezioni/anno con il nuovo tappo (-30% di plastica) e una preforma alleggerita (-13% di plastica). Per quanto attiene le referenze si tratta di tutte le bottiglie del latte pastorizzato a temperatura elevata Granarolo in tutti i formati (1 l, 500 ml, 1,5 l), delle bottigliette di Kefir 500 ml, del latte per l’infanzia Latte Crescita 3 e Granarolo Bimbi 500 ml. Con questo effetto combinato di riduzioni Granarolo prevede di risparmiare oltre 355.000 kg di plastica in un anno: si tratta di 537 ton di CO2 eq pari all’illuminazione annua di un paese di 7.760 abitanti.

Packaging nel largo consumo, italiani sempre più attenti a sostenibilità

Pochi giorni fa, a Marca 2023, è stato presentato l’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo curato da Nomisma. Al centro del focus – condotto su un campione rappresentativo di oltre 1.000 responsabili di acquisto tra i 18 e i 65 anni – una riflessione sul ruolo che il packaging sostenibile ricopre nei modelli d’acquisto alimentare degli italiani in uno scenario caratterizzato da scenari inflattivi e da una congiuntura economica non favorevole.

Per recuperare gli effetti dell’inflazione sul budget familiare l’88% degli italiani sta adottando strategie di risparmio che vanno dal ridurre gli sprechi (nel 58% dei casi), all’acquisto di prodotti e servizi in offerta o promozione (51%) fino alla rinuncia all’acquisto di prodotti/servizi superflui (45%).

In questo scenario non semplice, la sostenibilità continua a rivestire per gli italiani un ruolo importante. Per il 35% dei rispondenti, questa, unita all’attenzione all’ambiente rappresenta un fattore determinante per le scelte future, mentre il 57% dichiara di tenerne conto. Nello specifico, quello energetico e idrico è l’ambito in cui l’80% delle famiglie presta più attenzione, seguito dall’acquisto di prodotti alimentari e bevande (77%), e mobilità e spostamenti (56%). Per gli italiani sostenibilità significa anche fare scelte di acquisto che prendono in considerazione le caratteristiche del packaging, veicolo di valori e informazioni diventato sempre più importante per il 92% degli intervistati.

In tale contesto, il green packaging definisce sempre di più le scelte di acquisto food tanto che negli ultimi 12 mesi il 65% delle famiglie italiane ha inserito nel proprio carrello un prodotto perché aveva una confezione più sostenibile rispetto a quella di altre marche. Al contempo, il 19% ha smesso di acquistare un prodotto perché il packaging non era considerato sostenibile.

Un prodotto senza overpacking (58%), interamente riciclabile (56%), con ridotte quantità di plastica (47%) contiene le tre caratteristiche di sostenibilità più ricercate nel food packaging. Considerando i materiali maggiormente impiegati nel packaging, il cartone per bevande risulta essere maggiormente percepito come sostenibile nelle bevande (59%). Quando si tratta di prodotti confezionati è invece il vetro il materiale ritenuto più green (67%), seguito dal cartone per bevande.

Anche l’etichetta riveste un ruolo importante nei confronti di un consumatore che nel tempo è diventato sempre più esigente e attento. Le informazioni presenti in etichetta che influenzano maggiormente le scelte di acquisto alimentari sono l’origine delle materie prime, nel 54% dei casi, le modalità di riciclo della confezione (48%), i metodi di produzione del prodotto (40%), l’impatto ambientale della confezione (38%), la catena di fornitura e filiera (36%).

1 italiano su 5, però, non è soddisfatto delle informazioni a disposizione per valutare la sostenibilità di prodotti alimentari e bevande e del packaging alimentare. In particolare, il 76% degli italiani vorrebbe trovare in etichetta immagini o punteggi che indichino il livello di sostenibilità dei prodotti alimentari e delle loro confezioni.

“Il 67% degli italiani è convinto che, anche se ci sarà un rientro dell’inflazione, i prezzi non torneranno ai normali livelli degli ultimi anni con conseguenze dirette sul carrello della spesa. Malgrado un’erosione del potere di acquisto e il ricorso a inevitabili strategie di risparmio, sta crescendo in modo significativo la sensibilità degli italiani verso l’acquisto di prodotti caratterizzati da un packaging che non solo deve presentare caratteristiche di sostenibilità, ma che dovrebbe anche essere un veicolo per trasmettere valori e informazioni utili a supportare la decisione di acquisto” – commenta Silvia Zucconi, responsabile market intelligence & business information di Nomisma.

E-commerce, previsti fino a 1,8 miliardi di euro di resi durante le festività

Una rilevazione condotta da DS Smith, società che opera nel settore degli imballaggi sostenibili, ha mostrato come, a causa delle forti accelerazioni a cui sono sottoposti i pacchi provenienti da operatori del commercio elettronico, il Natale potrebbe portare a un conto di 1,8 miliardi di euro di resi docuti al danneggiamento degli articoli. Per aiutare a comprendere le condizioni che i pacchi devono sopportare per raggiungere i consumatori in perfette condizioni, DS Smith sta sperimentando gli “accelerometri”, che tracciano la velocità di un pacco durante il suo viaggio e forniscono dati che possono spiegare i danni subiti.

La ricerca di DS Smith ha dimostrato che un tipico pacco online è sottoposto a forze G che raggiungono anche i 50G, un valore pari a 50 volte quello della forza di gravità. Si tratta di un livello quasi quattro volte superiore a quello che causerebbe la perdita di coscienza di un astronauta esperto (11G) e di un’accelerazione 10 volte superiore a quella che si prova sulle montagne russe (5G). I dettagli dell’esperimento arrivano mentre il 53% degli acquirenti online dichiara di aver ricevuto articoli pesantemente danneggiati e il 72% ammette di essersi lamentato per aver ricevuto merce danneggiata già quest’anno, per un totale di 33 milioni di consegne danneggiate.

Coloro che hanno ricevuto un articolo danneggiato hanno dichiarato che in media l’articolo è costato 56,10 euro, per un valore potenziale di 1,8 miliardi di euro di merci danneggiate inviate ogni anno. I consumatori sono meno tolleranti nei confronti dei pacchi danneggiati e l’aumento del costo della vita spinge sempre più persone a restituire articoli di valore inferiore. Secondo la ricerca, gli italiani hanno dichiarato che il valore medio di un articolo che decidono di restituire se danneggiato è di 21,70 euro. Ad aggravare il problema per le aziende, e mentre un numero crescente di marchi prende in considerazione l’idea di far pagare il reso, il 56% degli acquirenti dichiara di aspettarsi il reso gratuito e il 39% la consegna gratuita.

“Sebbene faccia chiaramente parte della vita di tutti i giorni, l’e-commerce è ancora una forma di acquisto relativamente nuova e, grazie alla nostra ricerca, abbiamo scoperto che le condizioni a cui sono esposti i pacchi sono volatili. I pacchi devono essere pronti a viaggiare a velocità sorprendenti e questo significa che le aziende devono essere pronte a proteggere i prodotti durante il viaggio” ha commentato Stefano Rossi, CEO di DS Smith Packaging. “I nostri team di innovazione e progettazione verificano la velocità con cui i pacchi viaggiano e il loro impatto, e utilizzano queste informazioni per elaborare diversi progetti. Utilizziamo i principi del design circolare non solo per ridurre i danni, ma anche la quantità di materiale utilizzato, in modo che i pacchi proteggano il loro contenuto e siano il più possibile sostenibili. Vogliamo nuove idee, quindi cercheremo dei partner che collaborino con noi in questo senso”.

Luxury box in edizione limitata per Urbani Tartufi

Urbani Tartufi ha realizzato una luxury box in edizione limitata per celebrare l’anniversario dei suoi 170 anni di storia: un kit speciale, dallo stile sofisticato e il packaging esclusivo, che propone una linea speciale di prodotti ideali per ogni piatto gourmet.

Per questo importante anniversario, Urbani Tartufi ha selezionato tre prodotti riadattati dalle sapienti ed esperte mani dei suoi chef del tartufo, per portare nelle tavole le antiche ricette della memoria di casa Urbani, l’autenticità dei sapori e la tradizione del tartufo più rinomato: le due pregiate salse tartufate e l’Olio Extra Vergine di Oliva al tartufo in un kit limited edition che custodisce la massima qualità ed il gusto unico dei prodotti firmati Urbani Tartufi.

L’Anniversary Box 170 è composta di prodotti esclusivamente Made in Italy, con tartufi selezionati a mano e di alta qualità.

SALSA DI TARTUFI BIANCHI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA
La crema di tartufi bianchi d’Alba è stata realizzata nel rispetto delle migliori tradizioni del Piemonte. Il tartufo bianco è il più prezioso e il suo profumo è davvero intrigante.
Questa crema, adatta per ogni tipo di pietanza, dagli antipasti, ai primi, ai secondi bolliti o sulla griglia, ne esalta il pregio in modo incredibile.

SALSA DI TARTUFI NERI DA AGRICOLTURA BIOLOGICA
La salsa di tartufi neri è l’esatta riproduzione della ricetta più antica nel mondo del tartufo nero, fatta di solo tartufo pregiato e Olio Extra Vergine. Creata con i migliori tartufi neri invernali, la Salsa di Tartufi Neri, con il suo profumo deciso ed il suo sapore intenso, renderà ogni vostro piatto unico e prelibato, anche il più semplice uovo ad occhio di bue.

OLIO EXTRA VERGINE D’OLIVA AL TARTUFO NERO INVERNALE
Quest’Olio Extra Vergine d’Oliva è il migliore del territorio umbro, con olive raccolte a mano a cui è stato aggiunto il tartufo nero invernale, il più pregiato. È adatto per qualsiasi piatto, laddove si voglia provare l’autentico gusto del tartufo nella sua versione più elevata.

Packaging biodegradabile, la scelta green di Sacar nel fai da te

Blister e mini-sacchetti compostabili, in grado di degradarsi e dunque ridurre l’impatto ambientale. È la scelta di Sacar, azienda attiva nell’allestimento di spazi espositivi per minuterie metalliche, componentistica di ferramenta e coordinati d’arredamento, dedicati a centri self-service per bricolage e fai da te. L’iniziativa, presentata come una novità nel comparto “do it yourself” (DIY), prevede che tutti i contenitori della minuteria metallica e di altre categorie merceologiche saranno d’ora in poi realizzati in PLA (acido polilattico), una bioplastica ottenuta dalla trasformazione degli zuccheri presenti nel mais e in altri materiali naturali, non derivati dal petrolio.

Per noi, l’attenzione all’ambiente non è una scelta dettata dalle esigenze di questi ultimi tempi – afferma Marco D’Adda, Responsabile Commerciale e Ricerca&Sviluppo Sacar –. Fin dalla sua fondazione, oltre 50 anni fa, Sacar ha sempre considerato prioritaria la sostenibilità in tutti gli aspetti della sua attività: dall’impatto ambientale al risparmio di energia, dal packaging alla commercializzazione. Un percorso che oggi ci vede introdurre le confezioni dei nostri prodotti in materiale totalmente biodegradabile”.

I blister presentano sia la vaschetta sia il top realizzati in PLA e accoppiati senza utilizzo di colle, ma solo grazie al calore. Per la colorazione delle confezioni, inoltre, sono utilizzati pigmenti naturali. A pieno regime, Sacar produrrà oltre mille pack all’ora, volume che potrà essere regolato in base al fabbisogno settimanale e all’andamento degli ordini. L’azienda sta ottenendo il riconoscimento della Certificazione OK Compost Industrial grazie al TŰV, uno tra i più autorevoli enti europei in tema di sicurezza, qualità e ambiente.

Già 15 anni fa i nostri pack erano realizzati in PET – spiega Umberto D’Adda, titolare Sacar – e oggi, abbiamo fatto un ulteriore importante passo avanti, utilizzando il PLA. Siamo pionieri su questo fronte: sappiamo che alcune scelte aziendali finalizzate alla sostenibilità comportano investimenti più elevati, ma siamo altrettanto convinti che sia la strada più giusta da intraprendere”.

Una strategia adottata anche nella sede di Meda (MB), inaugurata nel 2010 ed estesa su oltre 5.000 metri quadrati, che è stata interamente concepita in funzione del minore impatto ambientale possibile, grazie a massima valorizzazione della luce e del calore, sistema di raffrescamento e riscaldamento a pavimento, impiego di lampadine LED, pannelli solari e altri accorgimenti green.

IdentiPack, nasce l’osservatorio sull’etichettatura ambientale del packaging

Nasce IdentiPack, il primo Osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale del packaging, frutto della collaborazione fra CONAI, il Consorzio Nazionale Imballaggi che in Italia è garante del raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo, e GS1 Italy, una delle organizzazioni non profit GS1 attive in 116 Paesi nel mondo che promuovono l’utilizzo degli standard GS1, i più utilizzati al mondo per la comunicazione tra imprese.

IdentiPack monitorerà in modo costante la presenza di informazioni ambientali sulle etichette degli imballaggi immessi al consumo in Italia e ogni sei mesi restituirà un’analisi dettagliata dei prodotti in commercio, fotografando la situazione relativa a quelli disponibili a scaffale e poi realmente acquistati dal consumatore, segmentandoli in base ai reparti di appartenenza.

Utilizzando lo standard GS1 GTIN del codice a barre GS1 per identificare i prodotti, il lavoro di analisi dell’Osservatorio incrocia le informazioni ambientali riportate sulle etichette dei packaging di largo consumo, digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy (in questa prima edizione, ben 128mila), con le elaborazioni NielsenIQ sul venduto negli ipermercati e nei supermercati italiani (retail measurement service).

Sarà così possibile avere dati aggiornati su quanti prodotti presentano in etichetta le informazioni ambientali che saranno obbligatorie dal prossimo gennaio – identificazione del materiale di composizione dell’imballaggio e indicazioni per la raccolta differenziata – e quanti riportano informazioni aggiuntive, come i marchi volontari legati alle caratteristiche di sostenibilità del packaging, i suggerimenti su come fare una raccolta differenziata di qualità, o sistemi digitali come QR code e il GS1 Digital Link per rinviare a pagine web che riportano le informazioni ambientali presenti sulla confezione.

«Un passo avanti nel monitorare la risposta delle aziende italiane all’obbligo di etichettatura ambientale» commenta il presidente CONAI Luca Ruini. «Ci permetterà di capire come le imprese si stanno muovendo e di scoprire se alcuni settori faticano ad adeguarsi al nuovo obbligo, oltre che di studiare come il fenomeno dell’etichettatura volontaria prende forma e in quali settori. Potremo inoltre monitorare quella che sembra essere una vera nuova frontiera, l’etichetta digitale: scoprire quanto e come viene utilizzata sarà utile sia per l’industria degli imballaggi sia per la filiera del riciclo».

«Dal codice a barre ai QR code e al GS1 Digital Link: il linguaggio comune e globale abilitato dagli standard GS1 è in una evoluzione continua che viaggia di pari passo con quella del mondo del largo consumo, dove la transizione digitale sta profondamente trasformando anche i driver e i comportamenti d’acquisto. Al centro di questa evoluzione: i dati, che ci raccontano di consumatori sempre più consapevoli, attenti alla sostenibilità e alla ricerca di informazioni su cui fondare le proprie scelte di consumo» spiega Bruno Aceto, CEO di GS1 Italy. «Con IdentiPack, che và ad affiancarsi all’Osservatorio Immagino e all’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, proseguiamo nella missione di favorire la conoscenza del mercato, offrendo alle aziende e al sistema strumenti di analisi, informazioni e stimoli utili per orientare le scelte strategiche verso una maggiore sostenibilità. Serve un linguaggio comune, quello degli standard GS1 e delle soluzioni GS1 Italy, che consenta di condividere le informazioni legate alla sostenibilità dei prodotti e dei processi da parte delle aziende lungo tutta la filiera, fino al consumatore finale, con il quale aprire un canale di comunicazione sempre più efficace e trasparente perché possa compiere scelte consapevoli e sostenibili».

I primi dati
Secondo il primo report di IdentiPack, nel 2021 sul mercato italiano i prodotti che riportano informazioni ambientali relative al pack sono aumentati rispetto all’anno precedente, in anticipo quindi rispetto all’entrata in vigore dell’obbligo stabilito dalle norme europee e italiane. Le cifre sono incoraggianti, soprattutto quelle relative alle informazioni ambientali che, a partire dal 2023, in Italia saranno obbligatorie.

Su 17.300 etichette a scaffale è già presente la codifica identificativa del materiale usato, ai sensi della decisione 129/97/CE. Corrispondono al 13,5% del totale delle referenze a scaffale nel grocery (+3,2 p.ti % rispetto al 2020) e al 25,1% del totale dei prodotti venduti (+1,8 p.ti % rispetto al 2020). Su 46.156 referenze compaiono già le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Parliamo del 36,0% di tutti i prodotti grocery a scaffale monitorati nel 2021 (+2,2 p.ti % rispetto al 2020) e del 55,5% di quelli effettivamente venduti (+0,9 p.ti % rispetto al 2020).

Senza contare che oggi le etichette di 4.268 prodotti hanno almeno un’indicazione che consente di visionare digitalmente le informazioni ambientali sul contenuto o sul packaging del prodotto. Un paniere che include il 3,3% delle referenze a scaffale e di quelle vendute complessivamente. È un numero che è cresciuto di 0,3 punti percentuali se confrontato con quello del 2020.

Fra i settori merceologici analizzati, quello del freddo si posiziona sul primo gradino del podio per la comunicazione delle informazioni ambientali dei packaging: gelati e surgelati si aggiudicano la leadership per incidenza di prodotti che riportano in etichetta la codifica identificativa del materiale oltre alle indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Ma brillano anche per la presenza di certificazioni relative alla compostabilità del packaging e di suggerimenti per migliorare la raccolta differenziata a casa.

Bene anche la drogheria alimentare, un comparto in cui quattro prodotti su dieci indicano il materiale di cui è composto l’imballaggio e il modo corretto di differenziarlo. All’home care, invece, la palma per l’uso di canali digitali che forniscono informazioni aggiuntive: un reparto pionieristico nel mettere a disposizione del consumatore QR code e link digitali, diffusi sui suoi imballaggi molto più che nel resto del grocery.

Si può scaricare il primo report di IdentiPack cliccando su osservatorioidentipack.it

Melinda e Novamont ancora insieme nel nome della sostenibilità

In occasione di Fruit Attraction, tra le fiere più importanti al mondo per il comparto dell’ortofrutta che si tiene in questi giorni a Madrid, Melinda e Novamont hanno presentato la loro collaborazione finalizzata alla realizzazione di packaging sempre più ecofriendly.

Consapevole di come la riduzione dell’impatto degli imballaggi, l’economia circolare e la bioeconomia siano asset sempre più centrali e strategici, qualche anno fa Melinda ha avviato una collaborazione con Novamont. Il primo frutto di questa partnership è stato un film in bioplastica che insieme a vassoio, bollini ed etichette ha reso totalmente compostabile il vassoio 4 frutti della linea Melinda BIO.

Ora le due aziende stanno sperimentando un nuovo sacco in Mater-Bi dotato di buona trasparenza e ottima resistenza, compostabile in conformità alla norma internazionale EN 13432, che risponde alla logica della seconda vita dei prodotti: infatti, potrà essere riciclato con la raccolta della frazione organica dei rifiuti per essere trasformato in compost, ossia concime per il terreno, dopo il trattamento in appositi impianti industriali. Nell’ottica del learning by doing, Melinda e Novamont hanno avviato anche un progetto di ricerca sull’utilizzo degli scarti della lavorazione della mela della filiera Melinda per l’estrazione di zuccheri di seconda generazione che, nelle intenzioni delle due aziende, saranno utilizzati per il processo produttivo della bioplastica stessa.

“Siamo onorati e orgogliosi di poter collaborare con un’altra azienda italiana che condivide i nostri stessi valori e fornisce soluzioni per il packaging che sono coerenti con il nostro impegno per la sostenibilità e la bioeconomia. Insieme abbiamo già raggiunto risultati importanti e guardiamo al futuro con obiettivi ancora più ambiziosi”, dichiara Paolo Gerevini, Direttore Generale Consorzio Melinda. “La sostenibilità fa parte del DNA di Melinda, che da sempre e ogni giorno mette in campo azioni concrete e tangibili a difesa dell’ambiente. Intendiamo impegnarci per continuare a sviluppare soluzioni innovative per una frutticoltura moderna e sempre più ecofriendly”.

“Con il marchio Mater-Bi Novamont produce e commercializza un’ampia famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili secondo lo standard EN 13432 ottenute grazie a tecnologie proprietarie nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni, usate in tanti ambiti della vita quotidiana” spiega Rosa Puig Moré Marketing Manager di Novamont Iberia. “Sottrarre gli imballaggi alimentari alla discarica e all’incenerimento avviandoli al compostaggio, consente di ridurre le emissioni dirette di CO2 e di dare un formidabile contributo alla rigenerazione dei suoli. Il compost è, infatti, un ammendante in grado di apportare al terreno elevati benefici agronomici quali l’incremento della sostanza organica del suolo. Siamo contenti di poter lavorare a questo progetto insieme a Melinda, certi di proseguire una collaborazione proficua a favore dell’ambiente”.

Croissant BuonEssere alla ciliegia, la novità firmata Bauli

In Italia si stima che oltre il 50% della popolazione adulta non sia in grado di digerire (e quindi di utilizzare come nutriente per il proprio organismo) il lattosio, zucchero presente nel latte dei mammiferi e assimilabile da chiunque solo dalla nascita fino al raggiungimento del sesto anno di età al massimo. Per soddisfare le esigenze delle persone intolleranti a questo macronutriente o semplicemente di quelle che preferiscono escluderlo dalla propria dieta, Bauli presenta una dolce novità: i Croissant BuonEssere Senza Lattosio alla Ciliegia.

Il gusto ricco e inimitabile della soffice e delicata sfoglia lievitata naturalmente per 20 ore con lievito madre incontra le uova fresche provenienti da galline allevate a terra e alcuni semplici ingredienti. Il risultato? Un “piccolo scrigno” di dolcezza perfetto per la prima colazione (ma non solo!), esaltato dalla farcitura di ciliegie 100% italiane e selezionate, in grado di sprigionare tutto il sapore autentico della frutta.

L’idea perfetta per tutti coloro che non vogliono rinunciare ai dolci piaceri della colazione o di una pausa gustosa. Ma bontà e benessere non sono solo sinonimo di gusto e qualità degli ingredienti, vogliono dire molto di più! Nell’anno che segna il centenario di Bauli, il packaging dell’intera la gamma Croissant (i Classici e BuonEssere) è stato completamente rinnovato all’insegna della sostenibilità: la riduzione delle dimensioni della vaschetta ha infatti avuto un impatto notevole in termini di riduzione dei materiali consumati e di efficientamento logistico. Grazie a questa modifica, ogni anno verranno risparmiati 200 mila kg di carta e 50 mila kg di plastica , oltre ad una riduzione di oltre 1.400 automezzi in circolazione.

Riciclabilità del packaging, l’indagine dell’Osservatorio Immagino

L’indicazione sulla riciclabilità dei packaging è sempre più presente sulle confezioni dei prodotti di largo consumo venduti in Italia. Compare, infatti, sul 35,9% dei 128.111 prodotti rilevati in quest’edizione dell’Osservatorio Immagino e risulta cresciuta di quasi cinque punti percentuali rispetto alla fotografia relativa al 2020. Dunque, oggi oltre un prodotto su tre venduto in supermercati e ipermercati comunica esplicitamente al consumatore come gestire le confezioni dopo l’uso o il consumo. Ma la percentuale di prodotti di largo consumo venduti in packaging riciclabili è di fatto maggiore visto che in molti casi (tipicamente per le confezioni in vetro) non viene comunicata sulle etichette.

Tornando a quei 46 mila prodotti che spiegano sulle confezioni come riciclarle, nel corso del 2021 è aumentata la percentuale di quelli in cui la confezione è totalmente o largamente riciclabile (84,4% della numerica) ed è diminuita quella dei prodotti con packaging non valorizzabili tramite la raccolta differenziata (4,2%), a conferma dell’impegno delle aziende del largo consumo sul fronte della sostenibilità degli imballi.

L’analisi per aree merceologiche conferma che in tutti i reparti è cresciuta l’incidenza delle referenze che indicano come riciclare le confezioni. Al primo posto c’è ancora una volta il freddo: non solo è il comparto in cui viene maggiormente comunicata la riciclabilità del prodotto (60,2% dei prodotti) ma anche quello in cui quest’indicazione è maggiormente cresciuta (+9,9 punti percentuali in un anno). Al secondo posto si conferma l’ortofrutta, con il 48,3% dei prodotti su cui è indicato come conferire il packaging, rispetto al 46,4% del 2020. Spiccano, inoltre, le crescite della numerica nella drogheria alimentare e nel fresco, nel cura casa e nelle carni.

Bevande (principalmente a causa del vetro), petcare e cura persona restano le aree merceologiche con le minori percentuali di prodotti “parlanti” in tema di gestione dei packaging. Affinando ulteriormente l’analisi, i comparti merceologici che presentano minori comunicazioni di riciclabilità risultano le bevande alcoliche (come vino, birre, champagne/spumante, liquori e aperitivi) e i prodotti del cura persona (come profumeria, cosmetica, deodoranti, prodotti per la depilazione, per la rasatura e per la cura dei capelli, insieme a prodotti per l’igiene orale e per corpo, mani e piedi). Il comparto con la maggior quota di prodotti che danno indicazioni sulla riciclabilità è la pasta, seguito prima dai cibi per l’infanzia e poi dalla gastronomia vegetale sostitutiva, dal pane e dai suoi sostitutivi, dai surgelati, dal riso, dai prodotti da forno e dai cereali.

Ma qual è il livello di riciclabilità delle confezioni dei prodotti di largo consumo che la comunicano, guardando all’interno delle specifiche aree merceologiche? In ortofrutta, cura casa, bevande e carni oltre il 90% dei prodotti ha un packaging totalmente o largamente riciclabile; questa quota scende intorno all’80% in drogheria, fresco, freddo e cura persona, e si abbassa attorno al 75% per il petcare. Sempre limitandosi alle confezioni su cui viene comunicata la riciclabilità delle confezioni, tra i comparti merceologici svettano le commodity del cura casa, con il 100% delle referenze che possono essere totalmente o largamente riciclabili.

Altri comparti del cura casa (come la detergenza bucato e la detergenza stoviglie) così come alcuni segmenti delle bevande (come acqua minerale, bevande piatte e bevande gassate) sono vicini al 99% delle referenze. Valori più bassi riguardano i condimenti freschi (33,6% dei prodotti con confezioni totalmente o largamente riciclabili), i prodotti da ricorrenza (34,3%) e quelli per la cura dell’infanzia (45,0%).

Nuovo packaging per lo stracchino dei Fratelli Castellan

La nuova confezione dello stracchino artigianale Fratelli Castellan è il primo passo di un rinnovato rapporto del caseificio non solo con i suoi consumatori ma con l’intera filiera agricola, produttiva e distributiva. Nel Caseificio di Ponte di Piave prende il via una nuova Vision, un nuovo progetto imprenditoriale che punta a rafforzare il patrimonio di valori a partire dalla promozione di una corretta alimentazione e di un sano stile di vita e a rinvigorire l’attenzione al territorio e alla sostenibilità ambientale e sociale.

Lo stracchino artigianale del Caseificio Fratelli Castellan è il prodotto di punta dell’impresa, lavorato con latte fresco rigorosamente italiano, proveniente dalle stalle del Triveneto, seguendo la ricetta tradizionale che conferisce il caratteristico sapore del latte, la dolce morbidezza e un gusto avvolgente.

Il nuovo packaging creato da Chiani Design Boutique preserva la bontà e il profumo dello stracchino custodito nella vaschetta. La nuova confezione esalta l’esperienza e l’eccellenza alimentare italiana. Una bandiera reinterpretata con gli alimenti tipici della nostra cucina: insalata e pomodorini con l’ampia fascia centrale bianca che rimanda alla meravigliosa materia prima, il latte del territorio. È un pack che assicura la massima visibilità sul banco del fresco con la morbida rassicurazione di essere profumato, sano e gustoso.

Il Caseificio Fratelli Castellan prosegue l’esperienza della storica “Latteria turnaria” di Ponte di Piave del 1919, cioè di una di quelle latterie che già alla fine dell’Ottocento si erano diffuse nell’attuale Triveneto e che puntavano a lavorare il latte degli allevatori soci della latteria. In piena autonomia l’allevatore decideva poi se ritirare i formaggi e venderli in proprio o lasciarli vendere allo spaccio della latteria. Una pratica di “cooperativismo di comunità”, che riuniva le competenze di filiera, con gli allevatori, i maestri casari e i venditori, con il valore della comunità e del territorio. Così nacque la Latteria turnaria di Ponte di Piave di cui il Caseificio Fratelli Castellan ha ereditato la sede che oggi rappresenta un moderno stabilimento di produzione in cui si valorizza la lavorazione artigianale dei formaggi freschi attraverso esperti casari e sotto il costante monitoraggio del laboratorio di qualità.

Tra i formaggi oltre allo stracchino artigianale il Caseificio seguendo le ricette tradizionali produce la delicata Robiola artigianale, la soffice ricotta e il primo formaggio fresco a pasta molle in Italia a ricevere la Denominazione di Origine Protetta, la Casatella Trevigiana DOP prodotta con il latte delle stalle certificate della provincia di Treviso. Il Caseificio Fratelli Castellan è uno dei soci promotori del Consorzio per la tutela del formaggio Casatella Trevigiana Dop.

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