Pasta bandiera italiana: solo il 2% l’ha eliminata per seguire una dieta iperproteica

Carbophobia? No, grazie, siamo italiani. Sembra proprio che gli attacchi ai carboidrati quali principali responsabili di obesità e diabete perpetrati delle varie diete iperproteiche, dalla zona alla Dukan alla funambolica “zona mediterranea”, non stia “attecchendo” più di tanto nel nostro Paese, nonostante la grande esposizione mediatica. Lo rivela una ricerca Doxa (1000 casi rappresentativi della popolazione italiana) commissionata da AIDEPI  ̶  Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane  ̶  dal titolo “Diete low-carb: cosa ne pensano gli italiani”, che per la prima volta ha cercato di fare chiarezza sul reale impatto delle diete iperproteiche nel nostro Paese. Le quali demonizzano l’uso della pasta e trovano da anni terreno fertile specie in aeree come il Nord America. Da noi però si suona un’altra musica, come è giusto che sia nel Paese della pasta: solo il 5% degli italiani ne ha sentito parlare, al di là del clamore mediatico e nonostante queste diete abbiano come testimonial personaggi famosi del mondo dello spettacolo, e soltanto il 2% dei nostri connazionali ha dichiarato di averne seguita una. Molto bassa (18%) è anche la percentuale di chi si dimostra interessato a seguirla in futuro, per lo più uomini che vivono in piccoli paesi del Centro e del Sud Italia. Di coloro poi che hanno sperimentato una delle tre diete low-carb più famose (nell’ordine: Zona, Dukan e Paleolitica), 1 su 3 si è dichiarato insoddisfatto, la metà perché non riusciva a fare a meno di pane e pasta e il resto perché non otteneva i risultati sperati. La dieta ideale resta, per il 72% degli italiani, quella Mediterranea, basata sui carboidrati di pane e pasta. La dieta iperproteica è considerata valida solo dall’11% del campione, mentre il 17% afferma di preferire quella vegetariana o addirittura veganaSe queste diete non fanno breccia in Italia è perché il 70% della popolazione le considera “un controsenso nel Paese della Dieta Mediterranea”, tanto che il 57% è convinto che non le seguirà mai.  Per il 53% degli italiani, infatti, è impossibile rinunciare alla pasta e al pane (45%). Alla pasta non sanno dire di “no” soprattutto gli uomini under 24, nativi dei piccoli centri del Mezzogiorno e delle isole. Per il 90% degli italiani la pasta non solo è buona, ma fa anche bene alla salute.

Riccardo Felicetti, Paolo Barilla e Massimo Menna (Garofalo) alla presentazione della ricerca.
Riccardo Felicetti, Paolo Barilla e Massimo Menna (Garofalo) alla presentazione della ricerca.

“La pasta è una summa di ‘Buona Italia’ – afferma Paolo Barilla, Presidente di AIDEPI -; ha tutte le caratteristiche nutrizionali per affrontare la vita di oggi, è uno dei prodotti più sostenibili, e fornisce tra le calorie più economicamente accessibilI (circa 15 centesimi per porzione). Inoltre è un asset economico fondamentale per il nostro Paese. Oltre ad essere il piatto preferito dalla stragrande maggioranza degli italiani, è sempre più amata anche all’estero, compresi gli Stati Uniti. Alcuni dati dovrebbero far riflettere: in Italia mangiamo in media circa 25 chili di pasta all’anno, tre volte più degli americani. Eppure il tasso di obesità tra gli adulti d’oltreoceano è intorno al 30%, tre volte quello italiano. Non è quindi la pasta a far ingrassare”.Carbophobia_INFOGRAFICA

La principale accusa rivolta ai carboidrati da tutte le diete a base proteica è di provocare picchi glicemici responsabili di una risposta sempre meno efficace all’insulina, favorendo malattie come diabete e obesità. In realtà i carboidrati complessi della pasta, a lento assorbimento, provocano un più graduale innalzamento della glicemia e contribuiscono a creare una sensazione di sazietà. L’indicazione della cottura al dente (imprescindibile per la nostra cucina) è fondamentale, visto che la cottura prolungata, attraverso una maggiore liberazione dell’amido, rende più rapida la digestione e più alto il picco glicemico postprandiale. Il controllo glicemico è anche favorito da un’alimentazione ad alto contenuto di carboidrati e fibre: frutta, legumi, avena, alimenti a base di cereali integrali, crusca di frumento e verdure andrebbero dunque usate come sugo per ottenere un piatto equilibrato.