Google Glass: not everyone can afford it, it costs more than 1000 euros and is currently a whim (with a tendency for breach of privacy), but that “wearables”, wearable and connected devices, will spread exponentially in the coming years is a fact. And so Tesco, the main British brand, is doing an operation of image rather than substance, certainly, but which promises to be talked about. Shopping online with Google Glass: even more technology, which uses the Google voice device (“OK Glass, start shopping”) and the scanning of barcodes to put together shopping lists, obtain nutritional information and ship the order, which will later be delivered to the home. The software was developed by the team of engineers and computer experts at Tesco Labs. The video shows how the App works.
Anna Muzio
2015 anno della ripresa? Italiani sfiduciati secondo Nielsen
Per Confindustria sarà questo finalmente l’”anno spartiacque”, che vedrà l’uscita dalla lunga recessione iniziata nel 2008. Ma i consumatori italiani, come la vedono? Nera, anzi nerissima secondo il rapporto Nielsen sulla Consumer Confidence aggiornato al quarto trimestre del 2014.
A livello globale l’anno passato si è chiuso in negativo, con un calo di due punti sul trimestre precedente, anche se rispetto allo stesso periodo del 2013 la fiducia dei consumatori è salita di due punti, e dopo due anni di crescita. Le differenze sono molto marcate da regione a regione. Se gli USA, avvantaggiati dalla ripresa dell’occupazione, registrano un indice sopra la media di 106 l’Europa è fanalino di coda con un indice di 76, ma il Paese con il tasso di fiducia più basso al mondo è proprio l’Italia, che registra un mero 45.
Vecchio Continente sfiduciato, vecchia Italia ancor di più
La fiducia in Europa è calata in 20 mercati su 32, e solo la Danimarca ha un punteggio positivo (>100) anche se la Germania si avvicina con 98 punti, e solo in Svizzera e Germania oltre la metà degli intervistati sono ottimisti (49% e 56%). Italia e Francia calano di due punti ma è proprio l’Italia il fanalino di coda del continente (con un indice pari all’anno scorso), mentre cresce la fiducia in Irlanda, trainata da tassi di disoccupazioni in calo e dalla crescita del Pil.
“Se nei mercati emergenti si registra un consolidamento della capacità di acquisto della classe emergente, nelle economie consolidate, come quella italiana, questa ha subito un deciso indebolimento, da cui deriva la difficoltà della ripresa dei consumi – ha dichiarato Giovanni Fantasia, amministratore delegato Nielsen Italia -. A questo fattore si aggiungono gli elementi di criticità provenienti dalla congiuntura internazionale (Ucraina e Medio Oriente). Tale scenario spiega i motivi alla base del mancato incremento dell’indice di fiducia registrato da Nielsen nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non da ultimo, inoltre, si riscontra un crescente divario tra la posizione economica dei giovani e quella delle fasce più mature, considerato l’alto tasso di disoccupazione che si registra tra i primi”.
Il 96% degli italiani ritiene che l’Italia si trovi ancora in fase recessiva: il dato più alto rispetto ai principali Paesi dell’Ue. La preoccupazione maggiore per la quasi totalità del campione riguarda le proprie condizioni lavorative, e il 60% degli italiani pensa che la crisi proseguirà per i prossimi 12 mesi, valore tornato ai livelli del primo trimestre del 2014, dopo la fase positiva registrata nel secondo trimestre. Di conseguenza gli acquisti non sono certo in cima alla lista, specie se voluttuari. Solo il 13% si considera pronto a fare acquisti di qualsiasi genere. Una volta sostenute le spese strettamente necessarie (alimentari, cura casa, bollette, tasse, ecc.), il 39% ritiene giusto destinare ciò che rimane a forme di risparmio. Il 26% lo riserva per i vestiti, il 25% per viaggi e vacanze, il 20% per l’intrattenimento fuori casa (ristoranti e cinema). Solo il 13% si dice propenso a spendere per beni tecnologici e, in misura uguale, a immettere denaro per spese dedicate alla casa.
USA in ripresa, Asia e Africa bene, Sud America in difficoltà
Nel resto del mondo le cose vanno meglio, la fiducia aumenta lentamente ma aumenta comunque in più della metà dei Paesi (39 su 60).
11 mercati hanno registrato aumenti di fiducia di due cifre sul 2013 tra questi gli USA (+12) e i Regno Unito (+10) ma anche Romania (+15), India (+14), Egitto (+14) Irlanda (+13) e Bulgaria (+13).
Anche se nel 2013 sono scesi tutti gli indicatori di fiducia dalle prospettive di lavoro (-3), finanze personali (-1) e intenzioni di spesa (-1), tutti questi indicatori sono in crescita sul 2013, tanto che il 49% degli intervistati ritiene che nei prossimi mesi le prospettive di lavoro saranno positive (erano il 47% nel 2013) mentre le intenzioni di spesa sono cresciute dal 38 al 40%.
L’area del mondo che ha registrato i miglioramenti più marcati è il Nord America, dove le aspettative nel mondo del lavoro sono aumentate di ben 12 punti al 50%, lo stato delle finanze personali è sopra di 6 punti e le intenzione di spesa di 12 punti.
Incrementi significativi si sono registrati anche in Africa e Medio Oriente mentre l’America del Sud è l’unica regione che ha arretrato in tutti e tre gli indicatori sull’anno precedente.
“Alcune regioni del mondo non sono ancora fuori dal tunnel, ad esempio l’Eurozona, mentre altre, come la Cina e alcuni Paesi sudamericani, probabilmente stanno entrando un periodo di crescita minore nel 2015” si legge nel rapporto.
Il Nielsen consumer confidence index misura la percezione delle prospettive di lavoro locali, sulle finanze personali e sulle intenzioni di spesa immediate. I livelli di fiducia del consumatore superiori o inferiori a una base di 100 indica gradi di ottimismo o pessimismo. Il Nielsen Global Survey of Consumer Confidence and Spending Intentions, nato nel 2005, misura la fiducia del consumatore le preoccupazioni e le intenzioni di spesa di oltre 30mila intervistati tramite web in 60 Paesi.
A Shangai per pagare basta metterci la faccia
Quello dei pagamenti veloci è un tema sempre più dibattuto, e il 2015 potrebbe essere l’anno dell’esplosione della tecnologia contactless via smartphone, già adottata da alcune insegne di casa nostra. Ma a Shangai una catena si è spinta decisamente oltre, e consente di effettuare la transazione tramite un software di riconoscimento facciale.
Secondo il “China Daily” nei punti vendita della catena 100% Genuine Imported Food Chain si può pagare semplicemente mostrando la faccia e le mani a un programma di riconoscimento facciale, che utilizza la posizione della rete capillari unica e distintiva in ogni individuo, registrata in precedenza tramite uno scanner a infrarossi. Una sorta di impronta facciale insomma.
“I sistemi di pagamento attuali richiedono che i clienti paghino in contanti o tramite carta di credito, oppure online: tutti sistemi che implicano qualche problema di sicurezza” ha detto al “China Daily” Chen Haibo, managing director dei negozi 100% Genuine Imported Foods, società che importa in Cina prodotti alimentari da Europa, USA, Australia e Nuova Zelanda e che ha come obiettivo un fatturato annuo di 2 miliardi di USD. Lo raggiungerà con questa trovata?
Il Consorzio Franciacorta sponsor di Expo Milano
Si brinderà con gli spumanti della Franciacorta nei sei mesi di Expo Milano: il Consorzio Franciacorta è infatti Official Sparkling Wine, sponsorship ottenuta tramite gara aggiudicatosi a fine 2014. Gli spumanti Franciacorta saranno dunque protagonisti di ogni evento dell’esposizione, ufficiale e non. Sarà infatti realizzata una serie di attività ed eventi, a Milano ma anche in Franciacorta, per far conoscere ai visitatori il vino e il territorio e incentivare il turismo in una terra ricca di storia, tradizioni ed eccellenze enogastronomiche.
Secondo Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta “Expo Milano 2015 è una vetrina internazionale, oltre che nazionale, per il nostro prodotto che proprio negli ultimi anni sta raccogliendo importanti successi commerciali e di critica oltre frontiera”.
“L’obiettivo di Expo Milano 2015 è di presentare e valorizzare le eccellenze italiane e sicuramente il Franciacorta rappresenta un prodotto di alto livello qualitativo che sta ottenendo da tempo un grande successo in tutto il mondo – ha dichiarato Giuseppe Sala, Ad di Expo 2015 S.p.A. e Commissario unico per Expo Milano 2015, annunciano la partnership -. Avere al nostro fianco il Consorzio Franciacorta non può che dare ulteriore lustro all’Esposizione Universale, regalando ai milioni di visitatori che per sei mesi visiteranno gli spazi espositivi, l’ennesima dimostrazione del notevole valore e del prestigio dell’enogastronomia italiana”.
Tra le prime attività di Franciacorta legate al grande evento espositivo c’è il sostegno alla mostra “Il Cibo nell’Arte” curata da Davide Dotti, in programma a Palazzo Martinengo a Brescia dal 24 gennaio al 14 giugno 2015, che sottolinea il forte legame esistente tra cibo, vino e arti figurative. Inoltre durante Expo 2015 saranno confermate le collaborazioni già in essere con partner che affiancano da anni Franciacorta, come AIS – Associazione Italiana Sommelier, Alitalia, Camera Nazionale della Moda e Slow Food.
Il 2014 si è concluso con segno positivo per il Consorzio, che ha registrato un +10% rispetto al 2013. Franciacorta ha venduto 15.475.977 bottiglie, di cui 1.428.993 all’estero. Ad oggi il mercato estero rappresenta il 9,2% ed è cresciuto del 12,8 % rispetto al 2013, l’Italia cresce nel 2014 del 9,7%. Inoltre si registra anche un leggero aumento del prezzo medio di vendita.
Il prossimo World Retail Congress a settembre a Roma
Il World Retail Congress 2015, che nei suoi otto anni di vita ha visto la presenza di 6mila business leader riuniti per discutere le sfide e l’evoluzione del retail mondiale, si terrà a Roma dall’8 al 10 settembre.
“Abbiamo già ricevuto un grande supporto dall’industria del retail italiana e pensiamo che il Congresso sarà una grande vetrina per la crème del retail e del design italiano. Il congresso si tiene in un momento cruciale per i retailer di tutto il mondo che stanno cercando di rimodellare il loro business per adattarsi all’era digitale” ha detto Ian McGarrigle, Chairman del World Retail Congress.
Tra i relatori presenti ci sono esperti e personaggi di spicco del retail, tra questi Georges Plassat, CEO di Carrefour, Angela Ahrendts, ex CEO di Burberry, Motoya Okada, Presidente di Aeon e Burt Tanksy, Chairman di Neiman Marcus.
Fitto il programma degli eventi ma non mancheranno panel, presentazioni interattive, discussioni e meeting sul futuro del retail, mentre la sezione Future retail challenge vedrà squadre di studenti di tutto il mondo competere per creare un nuovo concept di retail. Si svilupperà lungo una giornata il Retail Study Tour, che offrirà uno sguardo approfondito e ricco di spunti sui negozi e le destinazioni per il commercio più iconici della Capitale.
e-Commerce, dove vai? 11 direzioni per il 2015
È ormai chiaro come tra vendite online e instore ci sia una continua contaminazione, quindi quello dell’e-commerce è un canale da seguire con grande attenzione: quali sono le evoluzioni future, le aree di sviluppo e le punte più avanzate ce lo spiega la società di consulenza 2xMedia, che nel suo blog evidenzia 11 tendenze da tenere sott’occhio nei prossimi tempi. Eccole.
1: Consumatori indifferenti al canale richiedono un marketing multicanale.
Sono sempre meno i consumatori fedeli a un solo canale, sempre più vogliono potersi muovere senza intoppi da uno all’altro attraverso i vari dispositivi in loro possesso. Controllano i prezzi nel punto vendita, provano un articolo e poi magari lo ordinano a casa dal Pc. Non importa il canale per loro ma la marca o l’insegna, che deve assicurare una customer experience a 360 gradi se vuole avere successo.
2: Grandi telefoni, più traffico e più vendite finalizzate.
Ha iniziato Samsung, che resta leader di mercato, poi è arrivato l’iPhone6: i telefoni hanno schermi sempre più grandi e sono sempre meno “telefoni” tanto da essere soprannominati “phablets”, perché con funzioni e potenza aumentata assomigliamo sempre più ai tablet. E sono usati in modo diverso: ad esempio con uno smartphone extralarge si acquista di più (115,86 USD in media nell’ultimo quadrimestre 2014 contro 121,30 USD tramite tablet e solo 100,27 con smartphone “tradizionali”).
3: Beacon e iBeacon parlano ai telefoni.
Il marketing micro-localizzato si diffonde grazie alla tecnologa Beacon (iBeacon per Apple), che tramite Bluetooth consente di inviare messaggi a un’app dello smartphone in un raggio d’azione molto limitato. Ciò significa che i retailer possono “colpire” il cliente con un messaggio esattamente nel punto desiderato, davanti allo scaffale. Ciò apre la porta anche all’interno del punto vendita a tecniche ormai standard nell’e-commerce, come il cross selling (potrebbe anche piacerti…) e l’up-selling. La prossima frontiera è il pagamento tramite iBeacon, on-spot, e la possibilità di cercare un articolo ed essere guidati nel punto vendita fino al luogo dov’è posizionato. Sono tecnologie già disponibili che nel corso del 2015 si diffonderanno sempre più.
4: Retargeting: come costruirsi un’Audience profilata.
Il Retargeted display advertising è esploso nel 2014. Con il retargeting è possibile recuperare il traffico perduto, mostrando annunci pertinenti a chi ha già visitato un sito per rafforzare la brand awareness di un prodotto, recuperare le conversioni interrotte e raggiungere un target già profilato. Tramite Google Analytics è ora possibile creare liste di remarketing e condividerle con le altre piattaforme per la pubblicità di Google: AdWords, AdMob e DoubleClick Campaign Manager. Google Analytics sta anche supportando una lista di remarketing per siti di e-Commerce che vogliono “ridirezionare” pubblicità di prodotti specifici ai visitatori che hanno già visto quel prodotto nel punto vendita. Tali liste (Lookalike Audiences di Facebook e Smart Lists di Google), grazie a macchine che analizzano sempre più a fondo i Big Data, selezioneranno target sempre più precisi e quindi con un grande valore per i brand.
5: Seguire il cliente in tutti i suoi dispositivi.
Sarà sempre più importante. Il cliente dovrebbe essere identificato da una username o id non dal dispositivo con il quale si connette, altrimenti c’è il rischio che non venga riconosciuto come cliente unico ogni volta che cambia mezzo di collegamento, e questo non fa che inquinare i dati. L’analisi dei dati ha poi rilevato come i diversi dispositivi siano usati in diversi momenti della giornata e luoghi, ad esempio il mobile la sera a letto, il tablet in cucina ecc.
6: L’Email vive ancora, su schermi più piccoli.
Anche nel 2015 ci sarà spazio per il marketing e le promozioni via E-mail. L’invenzione di Ray Tomlinson però sopravvive sopratutto grazie ai piccoli schermi degli smartphone, dove anzi il controllo della posta elettronica sarebbe l’attività più utilizzata. Come conseguenza, le e-mail delle aziende dovranno essere capaci di “saltar fuori” da piccoli schermi, con messaggi evidenti, grandi, semplici e accattivanti, tanto da convincere un distrattissimo cliente ad aprirle.
7: I Marketplaces emergenti: Alibaba, Jet.com e Rakuten
Il 2015 sarà l’anno dei grandi siti di intermediazione per la vendita. Oltre ai soliti Amazon e e-Bay, a livello globale emergono il cinese Alibaba che ha veduto 8 miliardi di USD di azioni, Rakuten, il numero uno dei marketplace giapponesi, e lo shopping club Jet.com nato con un approccio discount che potrebbe arrivare a minacciare il trono di Amazon. Le opportunità per le aziende di vendere online senza preoccuparsi di gestire un sito e-commerce spingerà ancora più in alto questo tipo di iniziative.
8: Direct to Consumer (D2C) commerce: dal produttore al consumatore, senza intermediazioni.
Le supply chain verticali saranno sempre più diffuse nel panorama dell’e-commerce del 2015. L’idea è quella di eliminare gli intermediari per arrivare direttamente al consumatore. I prodotti vanno dal produttore al cliente finale senza passare per un magazzino o un negozio, e i prezzi scendono. È una dinamica destinata a diffondersi, anche avvalendosi dei marketplace in espansione.
9: Se l’ e-Commerce indiano è grande, quello cinese è ancora più grande
L’e-commerce indiano ha incassato nel 2014 3,5 miliardi di USD e nel 2015 potrebbe raggiungere secondo Gartner i 6 miliardi di USD. In Cina si sta lavorando sul sistema delle infrastrutture per le spedizioni con un investimento di 16 miliardi di USD: ma per un mercato che nel 2014 avrebbe fatturato 340 miliardi di USD ne vale proprio la pena. Numeri impressionanti se si considera che solo la metà della popolazione ha al momento accesso a Internet.
10: I dispositivi indossabili collegheranno l’e-Commerce e il mondo fisico?
Dopo aver fatto un po’ di anticamera negli anni scorsi i dispositivi e la tecnologia Wearable dovrebbe quest’anno decollare. Già lo stanno facendo i dispositivi per il fitness. Secondo Gartner però quest’anno la metà dei consumatori che pensavano di comprare un wristband, finiranno per acquistare uno smartwatch. Per l’e-commerce significa che i potenziali clienti saranno costantemente e senza soluzione di continuità online, quindi le aziende avranno ancora più accesso al consumatore, e potranno interagire con chi si avvicina fisicamente al punto vendita.
11: BitCoin ed e-Commerce
I BitCoin sembrano aver raggiunto la maturità. Sono sempre più i commercianti online che accettano questa valuta puramente virtuale. Purse.io è solo una delle numerose start-up nate recentemente nel settore, e consente di fare acquisti su Amazon.com con i bitcoin.
I vantaggi del loro uso sono vari per l’e-commerce perché, essendo una valuta digitale e non digitalizzata, è esente dai problemi di sicurezza delle carte di credito, che oltretutto richiedono commissioni pari al 2-3%. Il problema è che al momento è una valuta instabile, ma si sta assestando man mano che cresce la sua adozione da parte dei retailer più importanti. In attesa che li accetti Amazon (direttamente)…
Purse Promo Video from PurseIO on Vimeo.
Anna Muzio
Più vino nel mondo, ma in Italia si beve sempre di meno: calo del 5% entro il 2018
Un miliardo di bottiglie di vino in più in cinque anni: le prevede uno studio di Vinexpo, la fiera internazionale del vino di Bordeaux (quest’anno dal 14 al 18 giugno) e IWSR che analizza il mercato del vino mondiale dal 2008 al 2018, anno in cui il consumo mondiale salirà a 32,78 miliardi di bottiglie contro una media di 31,7 miliardi nel periodo 2009-2013.
Se i mercati emergenti la fanno da padrone, con la classe media africana ad esempio che promette di incrementare esponenzialmente i consumi, i tradizionali Paesi produttori (e consumatori) europei arretrano. Italia in primis, dove entro il 2018 si berranno 3,1 litri di vino in meno pro-capite all’anno (-5,1%), mentre i francesi abbasseranno consumi di 2,3 litri (-2,8%), pur restando i due maggiori Paesi consumatori al mondo con 45 litri annui a testa.
Altra musica invece sui mercati internazionali, dove gli Stati Uniti, primo mercato al mondo, aumenteranno ancora il consumo di vino (+11,3% tra il 2014 e il 2018 secondo lo studio), così come la Cina (+24,8%). Ma le importazioni verso il gigante asiatico, previste in crescita di due cifre (+31,3%) non aumenteranno di pari passo con i consumi, che si avvantaggeranno anche dell’incremento della produzione locale.
Perfino sul mercato europeo potremmo venire surclassati da insospettabili vicini quanto a consumo di bottiglie: nel 2018 saranno 3,3 miliardi le bottiglie consumate in Germania (+1%, con circa 36 litri pro-capite all’anno) contro 3,28 miliardi in Italia, mentre nel Regno Unito, che ha vissuto un declino dei consumi dal 2009, è previsto un incremento del 5,5% nei prossimi quattro anni, “tirato” dai consumi di vini frizzanti, rosé e bianchi, che entro il 2018 sorpasseranno i rossi nelle grazie dei britannici.
Torna a febbraio Biofach, “la” fiera del biologico
Andrà in scena dall’11 al 14 febbraio a Nuremberg, in Germania, Biofach e Vivaness 2015: Food for Thought, le fiere del biologico e della cosmesi naturale che riuniranno circa 2.200 espositori (200 dei quali al Salone Internazionale della Cosmesi Naturale) e circa 42.000 visitatori professionali attesi.
All’interno della manifestazione si svolgerà un imponente convegno sul biologico che, tramite quasi 100 conferenze e gruppi di discussione, coivolgerà più di 6.500 partecipanti. In discussione, argomenti che muovono il comparto e danno forma al futuro del mercato globale e del movimento biologico, influenzando altresì la politica, partendo dal tema chiave di quest’anno “Organic 3.0 – buone condizioni quadro per più bio”. Il congresso si articolerà in sette forum, con il debutto del Forum della scienza e del Forum della politica. Agricoltura sostenibile, alimentazione free from, e tendenze del bio del futuro saranno tra i “temi caldi” trattati. Tutte le conferenze sono aperte e gratuite per i partecipanti di Biofach e Vivaness.
Come si posiziona la cosmesi naturale a fronte dell’andamento dinamico del mercato? Come può svilupparsi ulteriormente il settore? Quali temi muovono gli attori del mercato? A queste domande risponderà il Forum VIVANESS, il congresso del Salone Internazionale della Cosmesi Naturale con sette manifestazioni. Nella giornata del 12 febbraio, dedicata ai mercati internazionali, si terrà la manifestazione “Italia, il mercato si muove ancora!”.
Per programmare la visita al salone e al congresso espositori, consultare la sezione Highlights & Congress sui siti di Biofach e di Vivaness.
Illy Caffè con Explora a Expo promuove turismo e Made in Italy
Una partnership per promuovere, insieme, le destinazioni di Expo2015: è il senso dell’accordo siglato tra Illy Caffè, partner della manifestazione e curatore del Cluster Caffè, ed Explora, il tourism board dell’esposizione.
L’accordo vede i due partner uniti nella promozione del territorio (per Destinazioni Expo si intendono quella nella quale si prevede che i turisti possano soggiornare e vivere delle esperienze turistiche e che comprendono ad esempio Milano, la Lombardia, il Piemonte e città del gusto come Parma e Bologna) a livello internazionale tramite una serie di azioni congiunte. Fra queste, spiccano le cooperazioni durante le sales mission, le attività di promozione e i media trip organizzati da Explora.
Per la prossima iniziativa, il 24 gennaio Explora porterà a Milano il BGTW (British Guild of Travel Writers), la principale associazione professionale di giornalisti e scrittori di viaggio del Regno Unito, con un viaggio stampa che farà scoprire a 80 membri dell’associazione le bellezze del territorio. Illy caffè sarà presente per far assaggiare ai giornalisti, blogger e prescriptor del mercato britannico una tipica “bandiera” dell’italianità: l’espresso.
“L’iniziativa è la prima di una lunga serie e dimostra la forte intesa fra le due parti”, commenta il Direttore di Explora Josep Ejarque – il caffè è uno dei principali elementi del Made in Italy ed è un atout che va valorizzato e promosso come parte integrante del turismo”.
“La partnership con Explora rappresenta un esempio concreto del nostro impegno nel promuovere le eccellenze del nostro Paese”, commenta Roberto Morelli, Business Development Executive Director di illycaffè e direttore del Cluster del Caffè in Expo. “Expo rappresenterà una basilare opportunità di rilancio dell’economia italiana, anche grazie all’iniezione di fiducia che comporterà. Ma sarà anche e soprattutto una straordinaria opportunità di promozione turistica, legando il nostro patrimonio artistico e ambientale alla creatività, alla cultura d’impresa e del ‘saper fare’ che il sistema delle aziende italiane è in grado di esprimere, e che rappresenterà un variegato motivo di attrazione aggiuntiva per i turisti, soprattutto asiatici e americani”.
Il Pomodorino Bottega di Sicilia conquista il mercato USA
Puntare su qualità e innovazione di prodotto paga, anche su un prodotto tipicamente italiano ma estremamente esposto all’Italian Sounding, ovvero alla contraffazione o quanto mano alla esposizione di prodotti che richiamano al Made in Italy (nel packaging ad esempio) senza esserlo. Sull’export in un mercato importante come gli Stati Uniti sta puntando molto il Gruppo Libretti, che ha recentemente consolidati la sua posizione siglando un accordo commerciale con la catena della grande distribuzione americana H.E.B. che ha sede a San Antonio (Texas). I prodotti oggetto dell’accordo sono la salsa di pomodorino ciliegino, la passata di datterino, il pomodorino “semydry” e la “caponata” siciliana. Già presente in numerose catene della GDO internazionale, Gruppo Libretti dispone già negli USA di due piattaforme distributive, a New York e a Houston. Il nuovo accordo pone le basi per il rafforzamento del processo di internazionalizzazione del Gruppo che fa leva sullo spin off Bottega di Sicilia, l’azienda nata per nel 2011 per valorizzare i prodotti conservieri del Gruppo Libretti, già impegnato nel settore dell’ortofrutta fresca e fondato nel 1930 a Vittoria (RG).
“Gli investimenti in innovazione – commenta il Presidente, Giuseppe Libretti – ci hanno permesso di formulare nuovi prodotti in linea con le aspettative dei mercati. Stiamo crescendo anche all’estero grazie alla diversificazione di prodotto e l’idea di arrivare ai mercati oltreoceano attraverso le conserve ortofrutticole made in Italy ci ha consentito di trovare nuovi spazi commerciali e di consolidare i risultati già raggiunti in ambito internazionale, raggiungendo una quota export del 20% sul fatturato totale”.
Il Gruppo Libretti ha chiuso il 2014 con una crescita del fatturato del 10% (nel 2013 l’aumento del fatturato del Gruppo era stato del +20%). L’azienda, con 360 dipendenti e due stabilimenti produce ogni anno 40 milioni di Kg di ortofrutta fresca a marchio Libretti e 6 milioni di pezzi di conserve a marchio Bottega di Sicilia.