Google Glass: non tutti possono permetterseli, costano più di 1000 euro e sono al momento uno sfizio (con qualche pendenza per violazione di privacy), ma che i “wearable”, i dispositivi indossabili e connessi, si diffonderanno esponenzialmente nei prossimi anni è un fatto.
Anche se per il momento Google ha sospeso il progetto Glass Explorer così come lo conosciamo, ha già messo al lavoro il team di progettazione guidato questa volta da Tony Fadall, ex di Apple e progettista dell’iPod, perché l’azienda di Mountain View non ha alcuna intenzione di abbandonare il progetto.
E dunque Tesco, la principale insegna inglese, fa un’operazione di immagine più che di sostanza, certo, ma che promette di far parlare. La spesa online tramite Google Glass: ancora più tecnologica, che utilizza il dispositivo vocale di Google (“ok Glass, start shopping”) e la scansione del codice a barre per assemblare liste della spesa, ottenere informazioni nutrizionali e spedire l’ordine, che sarà consegnato più tardi a casa. Il software è stato sviluppato dal team interno di ingegneri e informatici dei Tesco Labs. Il video mostra il funzionamento dell’App.
Un CouponSite creato ad hoc per la distribuzione di buoni sconto digitali stampabili: con questa iniziativa Valfrutta, marchio leader del gruppo Conserve Italia, apre l’anno aggiungendo alla sua strategia comunicativa un nuovo e importante elemento finalizzato a valorizzare la relazione con il consumatore e a fidelizzarlo. Per questa campagna si affida a Kiwari che ha elaborato una strategia multi canale che entra a far parte del marketing mix del 2015. L’iniziativa sarà infatti sostenuta da attività speciali su Facebook mediante un’app dedicata e dalla presenza degli eCoupon Valfrutta sul Coupon Network di Sconty.it.
Quattro le linee protagoniste della campagna, con oltre 25 referenze: Valfrutta Vegetali, Frutta Sciroppata, Succhi di Frutta e Conserve di Pomodoro.
“Abbiamo inserito l’eCouponing all’interno del marketing mix studiato per i nostri prodotti – afferma Stefania Costa, Marketing Manager Vegetali e Fresco di Conserve Italia – con l’obiettivo di rendere sempre più accessibile la qualità, il gusto e la naturalità dei prodotti Valfrutta. Abbiamo scelto la piattaforma di Kiwari in quanto ben consapevoli della crescita esponenziale del fenomeno del couponing e delle opportunità offerte dalle tecnologie mobili. Grazie a questo servizio, infatti, abbiamo la possibilità di lanciare campagne promozionali dirette ai consumatori e di valutarne in tempo reale le performance”.
La campagna cross-canale è resa possibile grazie a BuonMercato, la piattaforma di eCouponing di Kiwari, finalizzata ad instaurare un circuito virtuoso che amplifichi il traffico sui diversi media aziendali. “Il progetto Valfrutta – commenta Marco Rivosecchi, Presidente Kiwari – conferma ancora una volta la leadership di BuonMercato nell’erogazione di buoni sconto da stampare su tutti i canali attualmente disponibili e frequentati dai consumatori”.
Si è tornato a parlare di monopolio sul mercato dei farmaci, Complice il Ddl al vaglio del Governo che potrebbe concedere anche alle parafarmacie e ai corner della Gdo la vendita di farmaci di fascia C: o l’intera classe dei farmaci non rimborsabili anche con obbligo di ricetta, oppure soltanto i farmaci generici di classe C, con modifiche alle modalità di immissione in commercio degli equivalenti, al momento piuttosto laboriosa.
Sul tema è intervenuto Alberto Moretti, direttore dei canali distributivi di Conad, che, intervistato dal sito online “Farmacista 33” ha denunciato “La persistenza di anacronistiche barriere che non porta benefici ai cittadini e non consente al Paese di innovare e migliorare la propria efficienza”. A proposito dell’andamento dei corner, quelli Conad sono “in costante crescita, tanto che nei piani di sviluppo per l’anno in corso ne prevediamo altri 20 oltre le 82 in attività nei nostri punti di vendita e centri commerciali. Contiamo, dunque, di superare quota 100 a fine 2015”. Denunciando “l’apertura irrilevante” del governo Monti (che aveva allargato la vendita a galenici e farmaci veterinari) “tanto marginale che neppure le farmacie tradizionali erano interessate più di tanto”, ha ribadito come “Conad sia per una ‘vera’ liberalizzazione del mercato dei farmaci, come è accaduto in Europa, che riguardi anche la fascia C, quella di prodotti con obbligo di prescrizione medica non rimborsabile. È tale comparto che può fare la reale differenza per il cittadino, tenendo conto che tale spesa costituisce il 16,7% della spesa farmaceutica totale, ovvero 4,3 miliardi di euro”.
Vedremo come si svilupperà la vicenda. Sul tema del resto nello stesso Governo sembrano esserci posizioni contrastanti. Se il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi ha dichiarato che le parafarmacie sarebbero state al centro di misure pro-concorrenza, il sottosegretario Simona Vicari ha detto a “Farmacista33” che al momento sarebbe inopportuno intervenire sulle farmacie.
È Aldo Pettorino il nuovo Presidente Nazionale SISA. Già Vicepresidente SISA e Consigliere CdA Nazionale, nonché Presidente Cedi SISA Centro Sud, Pettorino succede a Sergio Cassingena, alla presidenza del Gruppo ininterrottamente per 30 anni, che lascia l’incarico per motivi personali, rimanendo comunque Consigliere. Pettorino, imprenditore e manager di lungo corso in SISA, rappresenta la naturale continuazione del percorso tracciato dall’insegna bolognese. “Voglio sottolineare la mia personale disponibilità, il mio impegno, il mio fattivo lavoro per continuare in un percorso di rinnovamento e di confronto con tutti gli attori della filiera, convinto che la mia sarà una sfida dura ma nella quale mi impegnerò, con il contributo di tutti, per trovare le migliori opportunità di dialogo e di strutturazione operativa anche a favore dei singoli Centri Distributivi SISA” dichiara il neo Presidente SISA Aldo Pettorino.
Il Cda SISA mantiene intatta quindi la propria composizione che vede Consiglieri Maria Cristina Amadeo, Sergio Cassingena, Alfio Morfino, Luigi Paglia e Elpidio Politico, con il Presidente Aldo Pettorino e il Vicepresidente Vito Petitto.
Sisa ha recentemente siglato accordi con Auchan –Sma per i contratti nazionali e con Crai per un accordo di sinergia operativa.
A Marca presentati i nuovi prodotti Mdd
A Marca 2015 l’insegna bolognese ha presentato le novità di prodotto delle sue tre linee a marchio. Sono, per il marchio SISA: la Tisana rilassante, una preziosa miscela di erbe come passiflora, camomilla e lavanda, per facilitare il benessere e conciliare il buon sonno; i Fagiolini Cannellini in vaso vetro; la Ricotta monoporzione con il 100% latte italiano; il Burro a ridotto contenuto di colesterolo; la Pizza sottile ai 4 formaggi, surgelata e il Collutorio verde.
Per la linea Gusto&Passione: i Girasoli mozzarella, pomodoro e basilico, pasta fresca all’uovo ripiena; il Carpaccio di salmone norvegese, non affumicato, lavorato fresco in Italia e le Burratina, prodotto caseario con 100% latte italiano.
Per la linea Primo: le Chips aromatizzate al pepe nero e limone di Sicilia; i Biscotti farciti con crema di nocciole, il Rasoio trilama da barba con testina snodabile e banda lubrificante.
Created to promote good practices along the agrifood supply chain, Supply Chain Initiative celebrates its first year of operations with the presentation of its first annual report. A stock take of the situation and an incentive to continue with the actions and welcome new members.
The industry associations and companies participating in SCI sign a commitment to implement correct practices vis-a-vis all players in the agrifood supply chain, from farmers to end distributors. 14 months from its launch, 164 groups representing 860 companies have signed such commitments, including the big retail chains Lidl, Sisa, Carrefour and Auchan, as well as the multinationals Ferrero, Coca Cola, Nestle and Unilever.
Registered companies are invited to participate in an annual survey to verify that the commitments have been fulfilled. The first survey has revealed that 18 thousand employees have been trained, and among these nearly four out of ten used the SCI e-learning. Participant satisfaction of is high at 73%.
The General Manager of EuroCommerce, Christian Verschuere, commented: “We believe that voluntary compliance is the right way. SCI ensures that good practices filter down from Brussels to company management and to sellers and buyers. It is a system that offers a cost-effective, rapid and less antagonistic mechanism to promote good practices as the basis for commercial relations and company progress”.
What is meant by “good practices” is explained in the document just published. Among these, we find transparency of every part of the contract, including any penalties, which presupposes that they are written and agreed between the parties in advance, the provision of important information to the other party and the use of terms and conditions in contracts which facilitate activities and contain fair clauses.
Nata per promuovere le buone pratiche lungo la filiera della distribuzione agroalimentare, Supply Chain Initiative festeggia il primo anno di attività con la presentazione del primo rapporto annuale. Un punto della situazione e uno sprone a continuare nelle azioni e accogliere nuovi membri.
Le associazioni di settore e le aziende che aderiscono al Sci sottoscrivono un impegno ad attuare pratiche corrette verso tutti gli attori della catena di distribuzione agroalimentare, dagli agricoltori ai distributori finali. A 14 mesi dal lancio, i gruppi che hanno sottoscritto tali impegni sono 164 in rappresentanza di 860 aziende tra cui per la Gdo Lidl, Sisa, Carrefour, Auchan, e tra le multinazionali Ferrero, Coca Cola, Nestlè e Unilever.
Le aziende registrate sono invitate a partecipare a un’indagine annuale per verificare che gli impegni presi siano stati mantenuti. La prima indagine ha rivelato che sono stati formati 18mila dipendenti, e tra questi quasi quattro su dieci hanno utilizzato l’e-learning di SCI. La soddisfazione dei partecipanti è alta, al 73%.
Il direttore generale di EuroCommerce Christian Verschuere ha commentato: “Siamo convinti che l’adempimento volontario sia la via giusta. Il SCI fa sì che le buone pratiche ricadano da Bruxelles al management delle aziende e giù, ai venditori e agli acquirenti. È un sistema che offre un meccanismo redditizio, veloce e meno antagonistico per promuovere le buone pratiche come base per le relazioni commerciali e la progressione dell’impresa”.
Cosa si intenda per “buone pratiche” è spiegato nel documento appena pubblicato. Tra queste, troviamo la trasparenza di ogni parte del contratto, comprese le eventuali sanzioni, che presuppone siano scritte e concordate tra le parti in anticipo, la fornitura di informazioni rilevanti all’altra parte, l’uso di termini e condizioni generali nei contratti che facilitino l’attività e contengano clausole giuste.
Un negozio senza confezioni, dove tutto – dai saponi ai detersivi, dai cereali alle farine alla frutta e verdura – è venduto sfuso. Prodotti biologici o naturali, poca scelta ma completa. È questo il supermercato sostenibile del 2015?
Ha fatto molto parlare sui media l’apertura a Berlino, nel quartiere ex punk ora hipster di Kreuzberg, di Original Unverpackt, un pdv a zero confezioni. Non è solo una questione di risparmiare imballaggi usa e getta, ma anche un modo per limitare lo spreco alimentare, perché si compra solo la quantità di cui si ha bisogno. E per spendere meno, specie per alcuni prodotti tipo le spezie o i cereali biologici in cui il packaging incide molto sul prezzo finale.
E in Italia? Per una volta siamo arrivati prima. Negozio Leggero è un franchising nato a Torino lanciato da Ecologos, società di giovani ricercatori specializzati in tematiche ambientali, e conta oggi 10 pdv. Qui tutto è a peso, tè, vino, uova e pasticceria, distribuiti direttamente o tramite erogatore, i pannolini sono lavabili e i cosmetici naturali. Valori sostenibili che sono comunicati anche tramite corsi ad hoc (da come preparare cosmetici a casa con ingredienti naturali a come fare il pane). Ma esistono anche piccole realtà come Biosballo di Sesto San Giovanni.
Il contenitoresi porta da casa: la tara è registrata su un’etichetta con un codice a barre. Foto Original Unverpackt/ Katharina Massmann.
Fa anche questo parte dell’economia circolare, ovvero quella in grado di rigenerarsi, dove i materiali sono o biodegradabili o recuperati e reimmessi nel ciclo produttivo. Una tendenza che promette negli anni a venire di assumere sempre più importanza. Il tema dello spreco, alimentare in particolare, è cruciale e la riduzione di rifiuti non biodegradabili anche. Ogni anno in Italia si buttano 108 Kg di cibo a testa, e un totale di 504 Kg di rifiuti. Quanta di questa quota appartiene al packaging, spesso ridondante e di materiale non riutilizzabile (nonostante la raccolta differenziata, pensiamo ai tanti “materiali accoppiati” in genere non riciclabili).
Già da tempo alcuni supermercati hanno iniziato a proporre detersivi o cereali “a peso”, ma l’impressione è che si tratti più di un piccolo ghetto per darsi una verniciatura green, un po’ abbandonato a se stesso. Eppure il cliente del 2015 sembra almeno in parte pronto ad abbracciare le tematiche della sostenibilità, specie se incoraggiato da un reale vantaggio di prezzo che andrebbe forse meglio evidenziato.
Movimenti nel packaging
Cambiano le abitudini, aumentano i canali ma il vecchio packaging “funziona” ancora”? In realtà, no. I consumatori richiedono più informazioni, nutrizionali e sulla provenienza degli alimenti (anche se poi le leggi Ue le tolgono), ma anche storie da trasmettere. Non sempre riportabili direttamente sulla confezione evidentemente, ma magari tramite Qr code.
Non solo: i nuovi canali, e-commerce in primis, richiedono scritte più grandi e chiare, visibili anche nelle miniature dei siti. Poche informazioni utili e immagini che richiamino il prodotto: è tutto ciò che “serve” mettere sul fronte della confezione (che sul web è presentata con poche eccezioni in modo bidimensionale).
Infine, c’è il packaging biodegradabile o addirittura commestibile. Whole Foods negli USA vende già dei gelati di yogurt avvolti nella buccia della frutta anziché nel classico bicchierino (ancora confezionati, ma l’idea è di iniziare a venderli sfusi, come le caramelle), e ci sono involucri sferici e biodegradabili per l’acqua e bicchieri a base di gelatina che, dopo avere bevuto il caffè o la bibita, si possono mangiare. Insomma, tecnologia e sostenibilità vanno a braccetto, e il futuro del retail alimentare dovrà passare anche da qui.
Come sarà lo store del futuro? Lo vedremo a SHOP2015: The Future Now, dal 3 al 6 maggio a Fiera Milano Rho all’interno di Tuttofood. Quattro giornate di dimostrazioni, workshop, casi di successo per anticipare e capire cosa vogliono i consumatori del terzo millennio, come evolve il commercio e cosa di più avanzato offre il mercato “chi c’è, ci sarà”. Ne discutono e si confrontano i leader della distribuzione, i fornitori di prodotti e soluzioni, gli stakeholder del comparto.
A maggio prossimo il mondo del food sarà tutto a Milano: apre il primo maggio la grande Esposizione Universale e due giorni dopo Tuttofood, ed è proprio in un’area dedicata che verrà realizzato il simulatore del negozio del futuro. “Un vero laboratorio di idee e soluzioni per il commercio di oggi e di domani” secondo Oddone Sangiorgi, presidente del Consorzio FIA e organizzatore di SHOP 2015.
Un pdv del futuro, ma realistico
SHOP2015 non è una nuova fiera, è una unità dimostrativa, un laboratorio di idee e soluzioni, un prototipo. Promossa da Comufficio e dalle associazioni del commercio, ha come obiettivo la creazione di un “punto vendita realistico” che sia all’altezza dei cambiamenti che il nuovo millennio sta imponendo alla distribuzione commerciale. Al fine di ottimizzare l’interazione fra i comportamenti dei consumatori, verrà realizzato un layout del punto vendita “ideale”, avvalendosi di avanzate tecnologie per l’inserimento di nuove aree di attività, l’immissione di prodotti e servizi e l’organizzazione degli spazi, oltreché dell’assortimento merceologico.
Parteciperanno le aziende che producono e distribuiscono sistemi, tecnologie, arredi e attrezzature per il commercio, di beni di generale e largo consumo, alimentari e non alimentari. Queste ultime avranno modo di esporre i propri prodotti sugli scaffali come se si trovassero realmente in un punto di vendita innovativo sia per le soluzioni tecnologiche, sia per i criteri e le modalità espositive.
Intanto è già attiva la biglietteria online di Tuttofood, dove è possibile acquistare i biglietti d’ingresso con risparmi fino al 50% (fino al 28 febbraio).
Cosa e come si mangerà nel 2015? Un elenco delle 20 tendenze più importanti nel settore dell’alimentazione è stato pubblicato dall’“Arabian Gazette” in occasione della fiera Gulfood 2015, che si terrà al Dubai World Trade Centre (DWTC) dall’8 al 12 febbraio, nodo mondiale dei commerci di prodotti alimentari verso le economie emergenti. Usciamo (letteralmente) dal nostro orticello e andiamo a vedere cosa succede sul mercato globale e sui mercati arabi d’alta gamma, che possono interessare anche la nostra, richiestissima industria alimentare. Molti di questi trend stanno già suscitando l’interesse dei target più ricettive anche alle nostre latitudini. Eccoli.
Senza glutine – aumentano gli esami per scoprire l’intolleranza al glutine, e di conseguenza le diagnosi. I prodotti gluten free confezionati o le alternative (cereali come quinoa o amaranto) si stanno diffondendo su tutti i mercati.
Etichette trasparenti – sempre più consumatori non si accontentano di vaghi proclami di naturalità di un prodotto: pretendono etichette chiare e comprensibili, con informazioni nutrizionali e sulla provenienza. Non sempre le leggi (Ue ad esempio) sostengono questo desiderio. Le App per smartphone invece sì. Da quelle per la salute a quelle che calcolano calorie e aspetti nutrizionali di un prodotto, scansionando il bar code.
Veganesimo e crudismo – due filosofie alimentari che continueranno a influenzare i menu dei ristoranti (e gli scaffali dei supermercati con la proposta di freschi e prodotti vegan friendly)
Grassi e carboidrati “buoni” – grassi insaturi e trans addio, olio d’oliva e acidi grassi omega 3 entrano sempre più nella dieta di chi ha a cuore la salute. Nella lista nera anche carboidrati semplici (raffinati) e dolcificanti artificiali. Tra gli emergenti c’è lo zucchero di cocco.
Cibo fermentato – i benefici per la salute degli alimenti fermentati, ricchi di batteri vivi, decreteranno il crescente successo di yogurt, kefir, verdure fermentate come kimchi e crauti. Sul fronte bevande ci sono i tè fermentati come il kombucha
Proteine alternative – ok, si mangiano da sempre eppure nel tentativo di trovare fonti alternative alle proteine della carne gli insetti sono davvero pronti per la diffusione globale? Ne parlano, tra gli altri, “Forbes” e il “Daily Mail”. Intanto molti optano per più abbordabili alghe, siero di latte, legumi e l’intramontabile soia.
Affumicature – le affumicature a caldo o a freddo con vari tipi di legni migra dalla carne ad altri alimenti: burro, formaggio, verdure, cocktail e anche sale, zucchero e paprika
Amazon.com
Alchimia di spezie – la diffusione di cucine da tutto il mondo e il desiderio di limitare l’apporto di sale (causa ipertensione) ha aperto la strada all’uso di spezie e mix per dare sapore e gusto ai piatti. Spezie vecchie e nuove: cumino, zafferano, cardamomo, ma anche harissa, sommacco, zaatar, pepe di Aleppo e pepe di Marsh.
somacco
Semi e frutta secca – come ingrediente in cucina o in snack e barrette, o sotto forma di farina come alternativa al grano o per creare formaggi vegetali (quello con farina di mandorle ad esempio), la frutta secca è protagonista perché ricca di minerali, vitamine, proteine e acidi grassi omega 3.
Fusione di sapori – per stimolare un consumatore esigente ed annoiato, i produttori provano accostamenti inediti di sapori. Dall’ormai classico (da noi) peperoncino e cioccolato e cannella e arancio, a wasabi e cioccolato, sale marino e caramello, fragole e fave, ostriche e kiwi…
Matcha – è il tè verde giapponese, noto da secoli, che si presenta come una polvere finissima. È ricco di antiossidanti e betacarotene, dunque il uso uscirà dal ghetto del gelato verde da ristorante giapponese per diventare, caldo o freddo, il re delle bevande utili per la salute, anche in bevande già pronte in lattina, gassate o a base di latte
Acqua di … – le bevande gassate e zuccherate, tra le principali cause dell’obesità specie infantile, sono da tempo sotto il fuoco di fila incrociato di medici e nutrizionisti. Il mondo è in cerca di alternative salutari. Dopo l’acqua di cocco, invaderanno il mercato le acque di acero, cactus e anguria, ricche in sali minerali e vitamine e povere di zuccheri e calorie.
La consistenza fa il gusto – fragrante, morbido, polposo in combinazioni variabili all’interno dello stesso prodotto: anche così si conquista il consumatore del 2015 (e oltre)
La rivoluzione del packaging – aumentano le richieste: garantita sicurezza e igiene, i nuovi packaging devono essere anche sostenibili, riciclabili, contenere tutte le informazioni richieste sul contenuto, trasmettere la storia del prodotto, garantire nuove funzioni e creare nuove esperienze
Cibi pronti – L’urbanizzazione e l’aumento della forza lavoro porterà anche nelle economie emergenti a una richiesta di cibi preparati e confezionati, mancando il tempo di cucinare a casa
Alimenti di origine animale da fonti sostenibili – i ristoranti top di gamma dei Paesi del Golfo stanno già andando incontro ai desideri di una clientela internazionale.
Halal – già copre un quinto del commercio alimentare mondiale, e nel 2018 dovrebbe valere 1600 miliardi di dollari. Non solo carne, ma anche scatolame e latticini possono essere halal.
Ingredienti locali, chilometro zero – dalla carne ai frutti di mare alla frutta, dove è possibile si coltiverà localmente.
Salute e biologico – Con l’aumento del benessere aumenteranno anche le malattie del benessere, e quindi la richiesta di cibo sani, naturali, senza additivi: un settore che entro il 2018 varrà nelle economie emergenti 1,5 miliardi di USD.
Più carne. Difficile da sottoscrivere, con tutti gli allarmi di medici e nutrizionisti, ma la domanda di cibo ad alto contenuto proteico come carne e latticini aumenterà nelle economie emergenti, e anche la richiesta di carne halal macellata secondo i dettami della legge islamica.
Una leggera crescita della produzione che però nasconde “movimenti interni” tra le tipologie, frutto di una attenta politica di valorizzazione del prodotto: sono i risultati 2014 di Asiago DOP. La leggera crescita nelle produzioni totali infatti è passata dalle 1.620.136 forme del 2013 alle 1.626.146 forme del 2014, con un aumento del +0,37%. C’è però stata una sorta di staffetta tra le due principali tipologie di formaggio, che ha visto la riduzione del 3,15% della produzione di Asiago DOP Fresco e l’aumento del 22,79% rispetto al 2013 della produzione di Asiago DOP Stagionato, passato da 219.813 a 269.912 forme.
“I risultati complessivi raggiunti – afferma il Presidente del Consorzio, Roberto Gasparini – permettono di chiudere il 2014 secondo gli obiettivi prefissati garantendo stabilità delle produzioni e dei prezzi. Un obiettivo che il lavoro e le scelte di tutti i soci hanno reso possibile in questo primo anno di applicazione del piano di crescita programmata.”
È andata bene poi la tipologia Asiago DOP Prodotto della Montagna, prima DOP italiana insignita nel 2006 dalla Comunità Europea con tale menzione, realizzata interamente al di sopra dei 600 metri, con solo latte di montagna, che ha aumentato la sua produzione del 38,42% fino a 51.621 le forme. Un risultato coerente con la strategia di valorizzazione che da tempo il Consorzio di Tutela persegue per questo formaggio.
Nel 2015 il Consorzio impegnato in azioni per promuovere anche l’export, che nei primi nove mesi del 2014 ha registrato un + 3,8% di vendite.
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