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Anna Muzio

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Coralis chiude il 2018 con nuove aperture

Due nuovi negozi al dettaglio, un cash&carry e una pompa di benzina come servizio aggiuntivo ai propri clienti negli ultimi due mesi del 2018: Coralis chiude l’anno in bellezza con una curiosità. È l’unico attore della distribuzione italiana a vantare negozi di uno dei suoi consorziati in territorio inglese.

Eccoli le new entry nel dettaglio. Il 29 ottobre il Consorziato Lombardi Cash&Carry, realtà importante nello scenario economico pugliese, ha aperto a Capurso in provincia di Bari una nuova struttura di 4.000 metri quadri che ospita prodotti che vanno dal grocery al fresco e al surgelato, dal dolciario al beverage fino ad arrivare a tutte le referenze no-food. “Per noi è stato un passo importante quello di allargare e approfondire in maniera così decisa l’assortimento – dice Michele Lombardi, quarta generazione della famiglia a portare avanti una bella storia imprenditoriale -. Nel mondo della distribuzione nasciamo come specialisti del dolciario e solo dopo l’entrata nel Consorzio Coralis, nel 2012, abbiamo cominciato ad aumentare le referenze dei nostri assortimenti fino ad arrivare a oggi offrendo ai nostri clienti un’esperienza di acquisto a 360°”.

Il 15 novembre il Parco Commerciale Magnone ha aperto la sua prima pompa di benzina di fronte al supermercato piemontese: un servizio in più per la sua fidelizzata clientela. “Un servizio e un’opportunità per aumentare la pedonabilità dell’area e una bella sfida che la mia famiglia ed io abbiamo deciso di raccogliere – spiega Pierpaolo Magnone -. Il tempo è diventato il bene più prezioso e concentrare più necessità nello stesso luogo è un notevole risparmio di tempo che i nostri clienti stanno apprezzando”.

Il 20 novembre, Prezzemolo&Vitale, che vanta già sei punti vendita attivi a Palermo e due a Londra, ne ha aperto un settimo nel capoluogo siculo. Come da concept dell’insegna, lo spazio di 600 metri quadri dà risalto ai piccoli produttori e alle eccellenze locali. “Spesso scopriamo il frutto del lavoro di piccole aziende – dice Giusi Vitale – e desideriamo così tanto i loro prodotti che li aiutiamo burocraticamente per poterli inserire tra i banconi dei nostri locali e farli conoscere ai nostri clienti”. Tra i servizi è disponibile l’App per la spesa online con consegna a domicilio. Ma è possibile anche fare la spesa via WhatsApp, per telefono o per email e ritirarla in negozio. Infine, è disponibile un servizio che spedisce in sole 24 ore i prodotti in assortimento in tutta Italia.

Infine, il 26 novembre Mercati di Città La Prima, realtà ben consolidata nel territorio foggiano, ha aperto a Lucera il suo nono punto vendita di 500 metri quadri. Anche qui, i prodotti del territorio, alcuni dei quali impreziositi e resi riconoscibili dal bollino di Etichètto, la clear label pensata e creata dal Consorzio Coralis, insieme a un reparto gastronomia particolarmente ricco e curato sono i punti di forza di questo punto vendita che presenta un layout funzionale e con un’estetica davvero apprezzabile. “Quest’ultima apertura fa parte di un progetto di sviluppo che stiamo portando avanti da qualche anno. Per noi sviluppo significa occupazione per i giovani del nostro territorio, sostegno ad aziende locali, in linea con il nostro motto, Orgogliosi della nostra terra, che producono eccellenze che diversamente farebbero fatica a entrare nei circuiti della distribuzione organizzata, educazione alimentare e, naturalmente, business” commenta Luigi Giannatempo, patron de I mercati di Città La Prima.

“Sono davvero felice ed orgogliosa del lavoro che i nostri soci stanno facendo: tutte queste nuove aperture sono un segno di grande dinamicità e testimoniano l’impegno, la volontà di questi imprenditori e il loro legame con il proprio territorio, proprio in linea con lo spirito del nostro consorzio” commenta Eleonora Graffione, Presidente di Coralis.

Per Confesercenti SWG 6,3 milioni a caccia di acquisti nell’ultimo weekend prenatalizio

Saranno 6,3 milioni gli italiani a caccia di acquisti nell’ultimo weekend prenatalizio. Obiettivo: acquistare gli ultimi doni e la gastronomia tra oggi, domani e lunedì. Lo stabilisce un’indagine Confesercenti-SWG sui consumi di Natale. Che fa anche i conti in tasca ai connazionali: per la cena della Vigilia e il Pranzo di Natale la spesa sarà di 112 euro a famiglia, in leggera crescita (+0,2%) sullo scorso anno, mentre si spenderanno 285 euro a testa per i doni.

 

A tavola vince la tradizione

Sul fronte cena della Vigilia e il Pranzo di Natale la tradizione  è sacra e gli italiani – nonostante le incertezze – non tagliano il budget: quest’anno, per imbandire la tavola, spenderanno complessivamente 2,8 miliardi di euro, lo 0,2% in più del 2017, per una media di 112 euro a famiglia, il dato più alto dal 2007. E a trainare, per una volta, è il Centro: qui la media è di 119 euro, oltre il 13% in più delle regioni del Nord Est (105 euro), che registra la spesa più bassa.

Dall’indagine, l’aspetto enogastronomico si delinea come la tradizione natalizia più rispettata e forse anche più gradita dagli italiani, che sia a casa, in vacanza o al ristorante. Anche il vecchio adagio “Natale con i tuoi”, infatti, quest’anno sembra essere un po’ più vero: a festeggiare tra le mura domestiche con amici e parenti quest’anno sarà l’80%, contro il 78% dello scorso anno. Stabili gli italiani che celebrano al ristorante al 6%, mentre diminuiscono di poco coloro che passano le feste in vacanza, che dall’11% del 2017 passano al 10% di questo Natale. Di questi, tre su quattro trascorreranno la vigilia e il pranzo in una meta italiana, mentre gli altri taglieranno il panettone all’estero, principalmente in Europa.

Chi rimane a casa e opta per un pranzo cucinato in famiglia, invece, cerca soprattutto la qualità e le specialità enogastronomiche locali nei negozi alimentari specializzati. Due italiani su tre (il 67%) si orienteranno, nella scelta del menu di Natale, verso la tradizione: pesce e crostacei per la Vigilia, carni e primi della tradizione per il pranzo del 25 dicembre, con brodi, fritti e dolci tipici – panettoni e pandori su tutti, meglio ancora se artigianali – come dettano le consuetudini della festa, anche e soprattutto nella dimensione locale. Ma si affermano anche i piatti vegani, che compariranno sul 13% delle tavole, e quelli bio o a km zero, scelti dal 7%.

 

Crisi libri? Non a Natale, sono il regalo più gettonato

Tra i doni, i più gettonati sono i libri (segnalati dal 41% degli intervistati), capi d’abbigliamento (38%), regali gastronomici (33%), vini (20%), accessori moda, giochi o videogiochi e prodotti tecnologici, tutti e tre al 19%. Più distanti nella classifica dei doni più acquistati l’arredamento/cose per la casa (indicati dal 14%), gli elettrodomestici (11%), seguiti da calzature (8%) e viaggi (4%).

Molto diversa, invece, la classifica dei regali che gli italiani vorrebbero trovare sotto il proprio albero. In cima alle preferenze, a grande distanza, ci sono i buoni acquisto, da spendere come e quando si vuole nei negozi di propria scelta e desiderati dal 20% degli intervistati. Seguono i libri (16%), i prodotti tecnologici e i regali enogastronomici (entrambi al 15%), poi capi d’abbigliamento (13%), profumi o cosmetici (8%), smartbox o simili (5%), arredamento/cose per la casa (4%) e infine gioielli e giochi (entrambi al 2% delle preferenze).

Una curiosità: quest’anno gli italiani preferiscono il panettone, scelto in esclusiva dal 36%. Il 33% sceglierà invece il pandoro, mentre il 26% entrambi.

Un supermercato robotizzato Carrefour aprirà a breve alla stazione di Bruxelles

Un supermercato automatizzato, in cui fare la spesa cliccando su grandi schermi, pagando e aspettando che dei robot la preparino e a imbustino in totale autonomia, senza l’intervento umano: aprirà tra pochi giorni, e comunque all’inizio del 2019, a due passi dalla Gare Centrale, la stazione di Bruxelles. In questo punto vendita che è un Carrefour Express sarà anche possibile ritirare la spesa ordinata precedentemente online, e funzionerà quindi da punto di raccolta per gli ordini online conservati in locker appositi.

Sempre secondo l’articolo pubblicato il negozio non eliminerà però il personale che sarà lo stesso di un supermercato simile, ma sarà impegnato in altre funzioni come ricaricare la merce e coprire il turno esteso che sarà 24 ore al giorno sette giorni su sette. Il negozio non prevede invece cassiere. Non si tratterebbe di una superette ma di un assortimento ampio che spazia dal secco ai freschi ai surgelati.

Un pilota, più che un test, a cui l’insegna francese crede e che potrebbe aprire in varie location “adatte” come ha spiegato un portavoce di Carrefouril, Baptiste van Outryve, al quotidiano DeTijd: “Ci sono tante persone che lavorano come in un classico Carrefour Express, ma lavorano tutto il giorno e la notte. Ad esempio, cuociono il pane e riempiono le scorte. Pensiamo di poter aprire questo tipo di negozi in luoghi con molto potenziale, ma poco spazio. Come i quartieri affollati in una città o in una stazione”.

Come ricorda il quotidiano le piccole superfici stanno aprendo anche con altre insegne in Belgio: dall’altra parte della stazione centrale di Bruxelles, la concorrente Delhaize ha aperto un nuovo tipo di negozio di quartiere a ottobre con un assotimento limitato e dove vengono preparati pasti preconfezionati. Il negozio è anche un punto di raccolta per l’e-commerce di Delhaize.

 

UTP, un regalo di Natale alle aziende alimentari secondo Eurocommerce

È un regalo alle aziende alimentari che penelizza retailer ma anche consumatori finali, senza garantire benefici agli agricoltori, l’esito dei negoziati del trilogo (Parlamento, Consiglio e Commissione europea) sulle UTP (le Unfair Trading Practices, le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare), secondo EuroCommerce.
La direttiva imporrà nuovi oneri amministrativi e incertezza giuridica sui dettaglianti, secondo l’associazione, spostando gli equilibri di potere a favore dei produttori di generi alimentari. Parlando oggi, il direttore generale di EuroCommerce Christian Verschueren ha messo in guardia dalle conseguenze di queste azioni per la catena di approvvigionamento e per i consumatori:
 
Gli emendamenti concordati dovrebbero proteggere i deboli dai forti. Questo è francamente falso. Inclina ulteriormente il mercato a favore di marchi nazionali che hanno già un potere considerevole. In paesi come Irlanda, Belgio e Svezia, il limite massimo di 350 milioni ora concordato copre quasi tutti i produttori. Ciò significa che tutti i rivenditori, compresi i piccoli negozi, subiranno più pressioni da parte dei produttori che saranno in grado di imporre prezzi più elevati. Questi emendamenti superano la valutazione d’impatto della Commissione sul danno che sarebber derivato dall’estensione del campo di applicazione al di là degli agricoltori e dei piccoli fornitori. Ignorano anche interamente le preoccupazioni espresse dal BEUC [l’organizzazione di consumatori europea, ndr] a nome dei consumatori”.
“Avremo bisogno di studiare da vicino il testo finale, ma l’aggiunta di 8 ulteriori divieti – che portano il totale a 16 – è un intervento senza precedenti nel libero mercato. Fornisce ulteriore potere ai produttori e nessun diritto a rivenditori o grossisti. Questa è una strana interpretazione di equità”.
“Questa doveva essere una direttiva per proteggere gli agricoltori. Tutte le modifiche al testo hanno più a che fare con i negoziati tra produttori di generi alimentari e rivenditori. Cosa c’entra questo con gli agricoltori? Come garantirà loro prezzi più equi per ciò che producono? “

Lo spot natalizio di Conad firmato da Gabriele Salvatores entra in una casa italiana

Cambia un po’ rotta Conad con il suo annuncio per il Natale 2018: esce il punto vendita con i suoi protagonisti, gli affiliati Conad, ed entra una tipica famiglia italiana dei nostri tempi, con una storia che parla di lavoro e di attaccamento alla propria terra e alle tradizioni, sapori e prodotti del territorio.

C’è un senso di amarezza legato all’imminenza del Natale, alla necessità di partire con una destinazione lontana, dove la vita sarà comunque diversa. Ma se la valigia è “piccola” per contenere il meglio della cultura gastronomica locale, Conad è il tramite per ritrovare anche lontano da casa l’affetto dei propri cari e il sapore delle buone abitudini.

Cambio della guardia anch alla regia affidata, dopo Pupi Avati, a un altro grande del cinema italiano: Gabriele Salvatores.

Lo spot andrà in onda su tutte le reti televisive in formato 30” e 45” a partire dal 20 dicembre 2018. Con un investimento in comunicazione salito dai 38 milioni del 2018 ai 40 milioni del 2019 e una strategia che si focalizzerà sulla multicanalità.

Natale su Instagram, ecco la Top 10 dei cibi

Il Natale 2.0 passa, ça va sans dire, per i social, dove cene e menu vengono coscienziosamente postati, dalla cucina alla tavola allestita: la Top 10 dunque dei cibi più postati ci dà uno sguardo su cosa si mangerà nella Penisola il 25 dicembre di quest’anno. Ha stilato una vera e propria classifica classificando gli hashtag delle più popolari prelibatezze natalizie su Instagram Espresso Communication per Vitavigor, storico marchio dei grissini di Milano.

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Ci sono anche i grandi esclusi dalla Top 10 come il bollito e l’arrosto, che hanno fatto registrare 44.413 e 42.880 hashtag. Anche il capitone, tipico piatto della tradizione natalizia partenopea, sembra essere uscito dalle “grazie digitali” degli italiani, ottenendo “solo” 37.794 post dedicati. A seguire troviamo i mandarini con 28.379 condivisioni, e il cotechino, con 17.816 post. Le seadas, uno dei dolci più caratteristici della Sardegna, si assestano sulle 17.548 condivisioni, mentre gli affettati – forse per considerazioni salutistiche ma anche perché obiettivamente poco fotogenici – fanno registrare un calo di popolarità sulle tavole natalizie con sole 16.364 menzioni. A chiudere la classifica ci pensano i datteri, l’abbacchio e il cappone, rispettivamente con 12.027, 8.328 e 4.765 hashtag.

SUN chiude il 2018 a quota 3,6% e 2,92 miliardi di euro di fatturato

Il 2018 va in archivio con risultati particolarmente positivi per il Consorzio SUN – Supermercati Uniti Nazionali: la centrale di acquisto con sede a Milano composta da aziende familiari italiane avanza in fatturato e quota di mercato.

“Il consorzio SUN ha raggiunto, nel corso del 2018 il 3,6% della quota di mercato italiano contro il 3,4% dello scorso anno con una proiezione per il 2019 che dovrebbe arrivare a sfiorare il 4% attestatandosi al 3,8% – ha spiegato il presidente Marco Odolini – e nel contempo la previsione di fatturato per il 2018 ha raggiunto i 2,92 miliardi di euro contro i 2,84 miliardi dello scorso anno. Anche il 2019 sarà all’insegna della crescita. Infatti, la previsione per il fatturato del 2019 è quella di superare i tre miliardi ovvero 3,06 miliardi”

Risultati resi possibili grazie alle performance delle aziende che fanno parte dell’ente: Italmark di Brescia, Gruppo Gabrielli di Ascoli Piceno, Cadoro di Venezia, Gros Gruppo Romano Supermercati di Roma e Alfi (Gulliver) di Alessandria.

“Anche nel 2018 la quota di mercato nazionale del 3,6% non permette una chiara lettura di quanto sia rilevante la presenza sui rispettivi mercati di riferimento delle aziende che fanno parte del Consorzio SUN. A tal proposito è interessante rilevare come Cedigros nella propria area di riferimento ha una quota di mercato pari al 21,5%, il Gruppo Gabrielli del 15,8%, Italmark del 13,1%, Alfi del 7,2% e Cadoro del 5,5%. L’analisi riferita ai gruppi distributivi fa emergere la quota del 3,6% del Consorzio SUN negli iper+super e del 5,1% nei supermercati” ha spiegato il direttore generale del consorzio SUN Stefano Rango.

 

76 milioni di euro di investimenti per i 2019

Lo sviluppo del SUN sarà supportato da un importante piano di investimenti. È previsto un importante programma per nuove aperture o per la ristrutturazione della rete commerciale esistente. Le singole realtà aziendali che caratterizzano la compagine sociale del SUN, nel corso del 2019, hanno deciso di investire complessivamente 76 milioni di euro.

Lo sviluppo della rete distributiva è testimoniata dall’incremento dei punti vendita passati dai 574 punti vendita del 2017 ai 610 previsti entro la fine del 2019.

A caratterizzare la crescita del Consorzio SUN ha influito anche l’evoluzione della marca del distributore Consilia. Il fatturato della private label Consilia ha raggiunto i 132,4 milioni di euro nel 2017 e si prevede la quota di 146,8 milioni per il 2018 e di 158 milioni per il 2019, in crescita, ovviamente anche il numero delle referenze che passeranno dalle oltre 2.000 del 2017 alle 2.200 del 2019.

“L’evoluzione del SUN – Supermercati Uniti Nazionali sta avvenendo nel pieno rispetto delle decisioni assunte dal consiglio di amministrazione – ha detto il presidente Marco Odolini – e le strategie adottate si stanno rivelando particolarmente efficaci anche in una fase congiunturale caratterizzata da un’andamento dei consumi altalenante. Le nostre strategie, comunque, hanno trovato un riscontro estremamente positivo tra i clienti che acquistano i prodotti della nostra marca del distributore Consilia e con l’ampliamento costante della gamma garantiamo una shopping experience molto interessante in quanto riesce a coniugare al meglio le componente prezzo con la qualità”.

Il direttore generale del Consorzio SUN Stefano Rango ha aggiunto: “La centralità del negozio fisico per la distribuzione dei nostri prodotti si traduce in un considerevole aumento occupazionale. Basti pensare ad esempio che sulla base delle previsioni relative agli investimenti per il potenziamento della struttura distributiva delle aziende che fanno parte del Consorzio SUN gli addetti saranno, secondo le nostre previsioni, 10.500 alla fine del 2019. un numero considerevole se confrontato a quello della fine del 2011 quanto erano complessivamente 4.636”.

Wardrobing no grazie, la tecnologia Checkpoint System dice stop

È un costo secco, una perdita e un danno per l’ambiente, insomma è una vera piaga per il retailer il wardrobing, una pratica sempre più diffusa che vede gli acquirenti online acquistare un capo, indossarlo e poi restituirlo.

I resi totali nel settore retail hanno raggiunto i 642,6 miliardi di dollari l’anno, valore che colloca il fenomeno al 21° posto tra i principali ranking economici mondiali. Mentre molti sono da attribuire alla qualità del prodotto, alla taglia sbagliata o semplicemente ad un ripensamento del consumatore, esiste una tendenza crescente, quella del “wardrobing”.

Una soluzione viene da Checkpoint Systems, con il lancio europeo della nuova generazione di soluzioni R-Turn Tag sviluppata proprio per consentire ai retailer di ridurre il numero di resi fraudolenti.

Il wardrobing è assai praticato da una particolare categoria di acquirenti, gli acquirenti compulsivi, spesso caratterizzati da un basso potere d’acquisto ma che sono soliti andare alla ricerca di un cambio di look anche ogni settimana. Due terzi (64,5%) dei retailer ha dichiarato di essersi imbattuto in clienti che hanno utilizzato il prodotto solo una volta per poi restituirlo e chiederne il rimborso, con “wardrober” seriali che restituiscono anche 20 prodotti all’anno. Questa cifra aumenta quanto più il cliente è certo che il negozio non rifiuterà la merce. Per esplorare le abitudini dei “wardrober” e il loro impatto sull’industria del Retail un giornale spagnolo El Español ha intervistato una “wardrober” di 29 anni, che ha spiegato la sua dipendenza: “Quando devo partecipare a un evento importante, come una conferenza, desidero un outfit diverso per ogni giorno. Compro quindi cose che poi so già che darò indietro, le voglio solo indossare una volta, è come avere a disposizione un’intera collezione ogni stagione”.

Proprio come i taccheggiatori, molti “wardrober” condividono tra loro informazioni su come e dove è più facile praticare wardrobing, aggravando il problema per i retailer. E per ogni articolo acquistato online o in negozio con l’unico scopo di poterlo restituire in un secondo momento aumenta anche il rischio per il negoziante di esaurire le scorte a magazzino. I prodotti acquistati online e poi restituiti in negozio creano, tra l’altro, un problema di logistica.

 

Come contrastare il wardrobing

È importante che i retailer si avvalgano di una rigida politica di restituzione, che però non allontani i clienti. Proprio per questo motivo Checkpoint Systems ha sviluppato R-Turn Tag: si tratta di una semplice etichetta, che può essere personalizzata con il marchio del retailer, da applicare agli articoli in negozio. L’etichetta rimane applicata fino al momento in cui il cliente non indossa la merce, rimuovendola quindi una volta giunto a casa. Il meccanismo di chiusura di cui è composta si rompe manualmente con poche semplici torsioni, senza doversi avvalere di utensili aggiuntivi.

“I retailer sono stati vittime di resi fraudolenti per molti anni e solo ultimamente le aziende stanno realizzando a quanto ammonti il costo reale di tale fenomeno – spiega Irene Fernandez, Product Management Europea di Checkpoint Systems -. È importante ovviamente che i retailer non smettano di accettare resi, poiché dopotutto la maggior parte di questi vengono effettuati proprio perché un articolo ha un difetto o è della taglia sbagliata.  Altrettanto fondamentale però è introdurre nuove pratiche che limitino la possibilità per gli utenti disonesti di acquistare un prodotto, indossarlo e poi restituirlo. R-Turn Tag è la risposta tecnologica più evoluta a questa criticità e sta già consentendo ai retailer europei di fare passi da gigante nell’affrontare il fenomeno del wardrobing”.

Natale 2018: cresce l’appeal dei piccoli negozi per 8,5 milioni di italiani

Vince il vicinato e anche i piccoli negozi tornano a crescere, per la prima volta dall’ormai lontano 2007: quest’anno saranno circa 8,5 milioni gli italiani che cercheranno qui il regalo da mettere sotto l’albero, quasi 2 milioni di persone in più rispetto al 2017.

Lo dice un sondaggio sulle intenzioni d’acquisto delle festività invernali 2018 condotto da SWG per Confesercenti. Parallelamente, cala il peso delle grandi strutture commerciali mentre si stabilizzano web e mercatini.

Il survey somministrato ai consumatori segnala una forte crescita della percentuale interessata ad acquistare nei negozi, che passa dal 16 al 21%, il valore più alto dal 2017. I piccoli negozi sono inoltre l’unico canale di distribuzione commerciale a registrare un aumento delle preferenze. Risultano infatti più o meno stabili mercatini e bancarelle – scelti questo Natale dall’11% degli intervistati contro il 12% dello scorso anno – mentre cala l’appeal delle grandi strutture commerciali (da 35 a 32%) e dà segnali di stabilizzazione anche il web, con una quota di preferenze che dal 34% si assesta al 33% dopo un decennio di crescita sostenuta (nel 2007 la percentuale di segnalazioni dell’e-Commerce era del 7%).

“L’aumento di italiani intenzionati ad acquistare nei negozi di vicinato è una conferma della validità del modello commerciale dei piccoli esercizi, elemento sostenibile e inserito nella realtà sociale ed economica dei territori: chi compra in un negozio fa vivere la propria città – spiega Patrizia De Luise, Presidente di Confesercenti -. Un modello che torna a guadagnare consensi tra i consumatori proprio grazie alla sua flessibilità e all’integrazione con il tessuto urbano. E che è in grado di integrarsi allo stesso modo con il web e sintonizzarsi sulle nuove sensibilità dei consumatori. Ora l’auspicio è che le intenzioni di acquisto si tramutino in acquisti reali delle famiglie, su cui grava più incertezza rispetto allo scorso anno”.

Le preferenze rilevate dal sondaggio sono anche un segnale di speranza per le imprese del commercio, che cercano l’inversione di tendenza dopo un 2018 difficile: nei primi dieci mesi dell’anno le vendite delle attività di minori dimensioni si sono contratte del 2%, con un calo di circa 1 miliardo di euro sul 2017. E la frenata del 2018 arriva dopo una fase non brillante. Negli ultimi quattro anni, infatti, i piccoli esercizi hanno perso 1,6 miliardi di euro di vendite. La quota di mercato dei piccoli esercizi è diminuita di 1,5 punti percentuali, passando dal 27,8 al 26,3%. E il settore ha perso circa 65mila posti di lavoro, occupati da piccoli imprenditori. Le chiusure di attività commerciali ha portato il numero di esercizi per abitante a scendere a 12,2, un calo dell’1,6% in quattro anni. Il numero di negozi sfitti è aumentato di 50mila unità, arrivando alla soglia dei 650mila esercizi.

Ad aiutare la ripresa dei negozi, oltre alla migliore disposizione dei consumatori, potrebbe essere proprio il web. Confesercenti ha appena lanciato “La bottega nel futuro”, in collaborazione con Google Italia per accelerare la diffusione e l’uso dell’innovazione nel commercio Retail fisico italiano. L’obiettivo è far dialogare meglio le due Reti, il web e la rete dei negozi: 20mila imprese del commercio saranno iscritte tramite la collaborazione di Confesercenti a Google My Business, servizio che contribuirà alla visibilità online dei negozi tradizionali, segnalandone la posizione sulle mappe digitali come Google Maps e facendoli interfacciare anche con gli assistenti intelligenti come il Google Assistant. Anche i tradizionali negozi di vicinato fisici, infatti, possono usare il web per crescere: secondo le stime dell’ufficio Economico Confesercenti, con la corretta formazione e utilizzando efficacemente gli strumenti digitali, la rete retail fisica dei piccoli negozi può recuperare 1,5 miliardi di euro di vendite in tre anni.

A Natale boom del web, tra elettronica e abbigliamento bimbi i regali più ricercati

Meglio esere previdenti nella corsa ai regali di Natale, ma l’ideale è farlo seduti sul divano di casa: e dalla “febbre da Black Friday” ai regali di Natale il passo èstato breve secondo l’indagine di Trovaprezzi.it, il comparatore di prezzi online leader in Italia. Che mostra un’Italia già attiva a metò novembre nella ricerca dei doni, in una caccia all’oggetto desiderato e al prezzo piùconveniente che continua a crescere fino alla metàdi dicembre e che vede ormai il web come un canale irrinunciabile per gli acquisti natalizi.

Analizzando le intenzioni di acquisto degli utenti di Trovaprezzi.it nelle ultime quattro settimane, si individuano chiaramente le 10 categorie che hanno fatto registrare un incremento piùsignificativo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È tra queste che gli italiani si stanno concentrando nella scelta dei regali di Natale, con sul podio cuffie e microfoni, abbigliamento per bambino e smartwatch.

Nella categoria cuffie e microfoni quasi la metàdelle ricerche (44,8%) si concentra sugli Apple AirPods che staccano decisamente gli altri prodotti. Al secondo posto troviamo infatti le Samsung Gear IconX con solo il 3,2% delle intenzioni d’acquisto. A seguire altri prodotti di brand come Beats, Bose e Marshall.
 Il prodotto più ricercato nella categoria smartphone èstato il Samsung Galaxy S9, in seconda posizione il nuovo Huawei P20 Lite. Al terzo posto troviamo un altro dispositivo Samsung, mentre il primo cellulare di casa Apple, l’iPhone X, è “solo” in quarta posizione.

Nella categoria TV Samsung èindiscutibilmente il marchio piùricercato: ben 7 tra i 10 televisori sono infatti i modelli con monitor di ultima generazione dell’azienda sudcoreana.

Nel mondo delle console la Nintendo Switch èil prodotto di maggior interesse su cui si concentra il 19,9% delle intenzioni d’acquisto degli utenti Trovaprezzi.it. A seguire tutte le versioni della PS4 (slim, pro, e con le diverse capacitàdi memoria) fanno del brand Sony l’indiscusso capolista con il 64,3% delle ricerche totali della categoria.

Lo stesso discorso puòessere fatto anche per il brand Nike nella categoria sneakers: primo posto conquistato grazie ai suoi modelli Air Max 97, Air Force 1, Air Force 1 07 ed Air Max 90, che occupano 4 posizioni tra le prime 10 della classifica di categoria.

A livello di brand, i tre marchi che totalizzano piùricerche sono, nell’ordine, Samsung, Huawei e Apple.

Giàl’anno scorso tra novembre e dicembre oltre 12 milioni di italiani hanno scandagliato le migliaia di offerte su Trovaprezzi.it alla ricerca di idee, spunti e risparmio. Il tutto per un totale di ben 45 milioni di ricerche.
Il Codacons prevede che quest’anno ci saràun aumento del 2,5% rispetto al 2017 per gli acquisti natalizi: complessivamente si sfioreranno i 5 miliardi di euro.

 

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