CLOSE
Home Authors Posts by Anna Muzio

Anna Muzio

Anna Muzio
2122 POSTS 0 COMMENTS

Marlia, riapre il superstore Esselunga rinnovato

Più grande, più ecologico, con tre nuovi reparti: dopo un restyling durato 11 mesi ha riaperto oggi il centro commerciale Esselunga di Marlia nel comune di Capannori (LU), nato nel 1991 e quindi uno dei primi format di centro commerciale integrato dell’insegna milanese, e uno dei più grandi in Toscana. Il nuovo Superstore presenta 3620 mq di area di vendita con parcheggio di oltre 570 posti auto, di cui 300 al coperto.

All’insegna del fresco e dei prodotti di qualità i nuovi reparti: la pescheria con personale dedicato che offre pesce fresco (mai decongelato) già pulito, l’enoteca con sommelier che dispone di 600 etichette italiane ed estere, champagne, spumanti, vini da meditazione e biologici, e il forno di Esselunga con panettieri specializzati, formati dalla “scuola dei mestieri” interna, che sfornano a ciclo continuo 18 varietà di pane fresco nell’arco della giornata. Nel nuovo superstore Esselunga sono impegnati 120 dipendenti, dei quali 30 assunti ex-novo e avviati al lavoro attraverso il programma di selezione e formazione interna.

Oltre ai tre nuovi, lo store dispone di tutti i reparti tradizionali del marchio Esselunga: la frutta e verdura sfusa e confezionata con un’offerta di oltre 450 prodotti, la macelleria, la gastronomia; il reparto latticini. Ovunque sono valorizzate le produzioni regionali, con tutti i prodotti sugli scaffali e sui banchi segnalati da apposite etichette raffiguranti la regione Toscana.

Il centro accoglie un Bar Atlantic, presente in 71 negozi della catena, due novità quali la lavanderia e il parrucchiere, un negozio di oreficeria e uno di calzature.

Svolta verde continua

Come nelle ultime realizzazioni di Esselunga, grande attenzione è posta al tema del risparmio energetico. Tante le soluzioni che hanno permesso di risparmiare circa 30 tonnellate di petrolio equivalente (TEP) all’anno e di ridurre la quantità di anidride carbonica immessa in atmosfera di circa 100 tonnellate/anno.

Tra queste, impianti a pompa di calore ad alta efficienza, ventilatori delle unità di trattamento dell’aria equipaggiati con motori a velocità variabile per la climatizzazione ambientale, un campo fotovoltaico capace di produrre energia elettrica dal sole in ragione di quasi 100.000 KWh/anno e pannelli termici solari per la produzione dell’acqua calda sanitaria, il sistema computerizzato di supervisione che provvede alla gestione ottimale delle risorse energetiche al fine di aumentare l’efficienza complessiva degli impianti, tra cui la gestione oraria di tutti gli impianti di illuminazione che tiene conto sia del contributo della luce naturale sia del grado di affollamento del negozio, l’uso di tubi fluorescenti di ultima generazione e tecnologia LED. Green anche il sistema del freddo alimentare con elevata efficienza termica degli impianti frigoriferi che utilizzano come fluido frigorigeno la CO2, gas rispettoso della fascia di ozono presente negli strati alti dell’atmosfera terrestre notoriamente insidiata dalle possibili fughe dei più comuni gas frigorigeni di tipo florurato.

Tante le promozioni proposte all’apertura. Forse per questo, forse per la curiosità sulla nuova apertura, la stampa locale ha già segnalato nel giorno dell’inaugurazione “lunghe code e sosta caos”.

Il superstore di Marlia è uno dei 29 pdv in Toscana, e segue le aperture Esselunga 2014 di Calco (Lc), Aprilia (Lt), Milano Porta Vittoria, Novara, Prato, Parma, Saronno (Va) e Firenze Galluzzo.

Auchan, energia dal sole

Auchan ha installato due nuovi impianti fotovoltaici sulla copertura degli ipermercati di Cuneo e Palermo, per una potenza, rispettivamente, pari a 199,66 kWp e 199,92 kWp. Per il progetto e la realizzazione la catena francese si è affidata ha Enerray, controllata di Seci Energia (Gruppo Industriale Maccaferri). L’intervento è stato commissionato e curato da Helexia, società di produzione di energia ed efficientamento energetico e partner di Auchan riguardo ai temi energetici.

La producibilità complessiva dei due impianti fotovoltaici, in autoconsumo, è di 532.468 kWh all’anno, per un intervento di installazione che consta di 1.567 moduli fotovoltaici su una superficie di circa 14.000 mq. L’investimento consentirà ai due ipermercati una riduzione sia delle emissioni di anidride carbonica (per oltre 270 tonnellate l’anno), sia dei costi elettrici.

Consegne a domicilio problematiche per uno su 5, piace il clik and collect

Si fa presto a dire e-commerce: per quanto comoda ed economica sia, questa modalità d’acquisto ha un tallone d’Achille: la consegna a domicilio. Che ha causato problemi a un europeo su cinque l’anno scorso secondo una ricerca di JDA. Ritardi o mancata consegna sono i reclami più frequenti, con variazioni a seconde del Paese considerato. Quasi la metà degli acquirenti svedesi (47%) ad esempio ha registrato ritardi delle consegne. Il Regno Unito ha invece il non invidiabile primato delle consegne non effettuate, come dichiara oltre un quarto (28%) degli intervistati.

Forse per questo cresce la voglia di clik and collect e di drive, ovvero l’ordinazione online ritirata in negozio o direttamente caricata in auto. Quasi un britannico su due l’ha già sperimentata (48%) negli ultimi 12 mesi. Ma questo tipo di modalità cresce anche in Francia (31%), Svezia (28%) e Germania (19%). Costo e praticità sono i motivi alla base della scelta alternativa all’e-commerce “puro”. Certo è che lo shopping online (inclusi consegna a domicilio e/o “Click and Collect”) continuerà ad acquisire popolarità; oltre due terzi (67%) dei consumatori europei hanno affermato che tra cinque anni gran parte dei loro acquisti saranno online.

Pago purché arrivi subito

Che le consegne siano un punto cruciale di ogni vendita online lo dimostra anche il fatto che oltre un terzo (37%) degli intervistati è disposto a pagare un sovrapprezzo per ottenere la consegna il giorno stesso. E sono proprio i generi alimentari la merce per cui la consegna veloce risulta più interessante e per cui vale la pena spendere qualcosa di più: la richiedono il 63% dei tedeschi, il 48% degli svedesi e il 40% dei britannici, mentre i francesi sono maggiormente disposti a pagare un sovrapprezzo per la consegna veloce di apparecchiature elettriche ed entertainment (33%).

I resi restano la principale fonte di insoddisfazione per oltre la metà dei consumatori (53%) scontenti dal dover pagare le spese di spedizione e imballaggio per restituire gli articoli. Altre frustrazioni riguardano il disagio di restituire gli articoli tramite posta o di dover attendere un corriere (35%) e l’impossibilità di restituire gli articoli presso il punto vendita (21%), che anche in questo caso di pone come cardine fondamentale di ogni strategia multicanale.

L’Italia? Per ora guarda e sperimenta…

I risultati si basano sui dati combinati dei Customer Pulse Reports 2014 di JDA, che hanno coinvolto 8.177 consumatori tra i 16 e i 54 anni in Regno Unito, Francia, Germania e Svezia. Non è compresa dunque l’Italia, che in effetti resta ancora parecchio indietro specie in alcuni settori come la Gdo per quanto riguarda l’e-commerce.

“Sulla base della nostra esperienza, i retailer italiani guardano con interesse all’approccio omnichannel che, rispetto a UK, è senza dubbio ancora in fase di maturazione. Operare in modalità omnichannel rende ancora più rilevante  porre attenzione al delicato equilibrio tra servizio e marginalità. Come evidenziato dalla nostra ricerca in alcuni Paesi europei, anche  in Italia ci aspettiamo che i modelli ibridi  di acquisto on line e  ritiro  dell’ordine in un luogo fisico – negozio, dark store, drive –  prenderanno sempre più piede. Questo scenario impone ai retailer il ripensamento dei processi di supply chain in chiave strategica per guidare l’innovazione dei servizi alla clientela, bilanciando con successo l’eccellenza operativa  e la redditività” commenta Stefano Scandelli, Vice President Sales South Europe di JDA.

Anna Muzio

Apre Annex, La Rinascente versione teen-ager

Uno spazio pensato per le teen-ager, con i marchi più amati e una focacceria annessa ha aperto in via Santa Radegonda, presso la storica sede della Rinascente di piazza Duomo a Milano. Si chiama Annex, appunto, a sottolineare la continuità con la “casa madre”, e si sviluppa su due piani: il piano terra dedicato al make-up e il primo piano alla moda con la proposta di scarpe e sneakers, lingerie e accessori (dalle borse agli zaini, dagli orologi ai bijoux agli occhiali) senza dimenticare gli immancabili techno gadget e ancora i cosmetici. A febbraio 2015 aprirà poi un secondo piano dedicato alle collezioni fashion e agli accessori.

annex2L’area food, situata al piano terra e affidata a Manuelina Focacceria di Recco, offre street food alla ligure: oltre alla tipica focaccia col formaggio, la focaccia pizzata, la focaccia all’olio “del mattino” e la tradizionale torta Pasqualina. Il tutto accompagnato da un’ampia selezione di proposte dolci e da un servizio di bar e caffetteria.

Oltre all’ingresso da via Santa Radegonda 10, si può accedere allo store dal primo piano del main building della Rinascente di piazza Duomo.

L’obiettivo, dichiarato, è di diventare un punto di riferimento per la moda giovane in città e una tappa obbligata per chiunque voglia scoprire novità e brand cult del mondo young e non solo.

Un Black Friday nero per i retailer americani. O no?

Un Walmart straripante all'apertura del Black Friday 2014. Foto: Walmart.

Il Black Friday, ultimo venerdì di novembre, apre tradizionalmente il weekend in cui i consumatori, accortisi che il Natale è alle porte, si precipitano in negozio per fare acquisti, anche perché nei Paesi anglosassoni è il giorno delle promozioni strabilianti, una sorta di giorno di saldo insomma. Proverbiali sono le file ai cancelli prima dell’apertura e gli assalti alle casse. Ma come è andata quest’anno? NRF, l’associazione che riunisce i retailer americani, stila da 11 anni un report che quest’anno segnala una caduta del 5,2% di traffico nei negozi “fisici” rispetto al 2013: 133,7 milioni di shoppers contro i 141,1 dell’anno scorso. In calo anche la spesa media, 380,95 USD, il -6,4% sul 2013.  Nonostante ciò l’associazione prevede un aumento delle vendite nella stagione festiva del 4,2%. Vediamo perché.

Cambiano le abitudini

La crisi degli ultimi anni ha cambiato molte carte in tavola, nelle abitudini dei consumatori ma anche nelle contromisure prese dai retailer. Ad esempio, molti attribuiscono la caduta delle vendite al fatto che molte catene (da Walmart a Toys “R” Us) hanno anticipato le promozioni quest’anno, e hanno anche tenuto aperto nel giorno del Ringraziamento, tradizionalmente “sacro”. Inoltre, sempre secondo NFR, l’economia in ripresa e il calo del prezzo della benzina ha dato un po’ di respiro ai consumatori, che hanno potuto permettersi di stare a casa ed evitare code e affollamenti record per risparmiare qualche dollaro. Anche perché ormai per esperienza sanno, recessione docet e vendite online pure, che la promozione di oggi difficilmente è “oggi o mai più”, e che nelle prossime settimane ne compariranno di nuove. Insomma il Black Friday, istituito una quindicina d’anni fa,  potrebbe avere già imboccato il viale del tramonto.

Il mobile regna, in e offline

Per contro, le vendite online sarebbero cresciute lo stesso giorno del 20,6%, grazie agli acquisti da smartphone (un terzo del totale, era il 20% l’anno scorso) e all’email marketing, secondo Custora. Allo stesso tempo sempre secondo NFR ben il 40% dei possessori di smartphone hanno utilizzato questo mezzo per decidere cosa acquistare in negozio in questo weekend cruciale, che segue la festa del Ringraziamento.

Anna Muzio

Infografica: online e off line il consumatore vuole risparmiare… tempo

Qual è il bene più prezioso? Probabilmente il tempo. Si parla tanto di shopping experience ma in realtà, con l’avvicinarsi delle feste e strade, centri commerciali e punti vendita sempre più affollati, fare la spesa o lo shopping è stressante, e nessuno ha voglia di perdere tempo. Ecco allora che le strategie attuate da retailer e Gdo sono sempre più richieste e apprezzate, dal self-check out (le casse fai da te) al self-scanning. E poi c’è il grande tema dei pagamenti via smartphone che, anche quelli, qualche secondo lo fanno risparmiare. Tutti accorgimenti che in periodi particolarmente frenetici possono fare la differenza nella scelta del negozio dove entrare.

Meno scontato è pensare come anche l’e-commerce sia soggetto alle stesse regole, come dimostra l’infografica qui sotto frutto di una ricerca Dynatrace su 2000 consumatori americani circa la perfomance dei siti Internet. Nove navigatori su dieci si aspettano che la “tenuta” dei siti non sia influenzata nei periodi di grande traffico, il 61% si è lamentato di avere avuto una esperienza negativa navigando sul sito di un retailer e il 75% di questi sono andati direttamente a un sito concorrente. Insomma, la conclusione è questa: il cliente è sempre meno paziente (addirittura il 46% se ne va se un sito o un’app non si carica entro 3 secondi), e il retailer farà bene e tenerne conto, on e offline.

dynatrace

Debutta a Verona a maggio Fruit Gourmet Expo, la fiera dell’ortofrutta

Una nuova fiera internazionale dedicata all’ortofrutta, vista in chiave di eccellenza alimentare del nostro Paese: padrone di casa è Verona Fiere che dal 5 al 7 maggio 2015 metterà in scena Fruit Gourmet Expo, progetto b2b che farà dialogare tra loro produzione, distribuzione e ristorazione e rappresenterà tutta la filiera, dal prodotto ai macchinari.

Fruit Gourmet Expo, che ha ricevuto il patrocinio del Ministero delle politiche agricole e forestali e sta chiudendo accordi di collaborazione con importanti istituzioni dedicate al settore ortofrutticolo come Fruitimprese Veneto e Ortofrutta Italia, e con quelle dell’Ho.Re.Ca come FIPE-Federazione italiana pubblici esercizi e Federalberghi, è organizzata direttamente da Veronafiere – ente fieristico con oltre 10 fiere dedicate al settore in portafoglio tra le quali Vinitaly, Fieragricola, Sol&Agrifood – e NCX Drahorad, azienda italiana che da più di trent’anni si occupa di sviluppo commerciale e marketing dell’agroalimentare, in particolare nel settore ortofrutticolo.

“Nell’anno che ci vede protagonisti di Expo 2015 con la realizzazione e il coordinamento del Padiglione del Vino Italiano VINO A Taste of Italy, realizzato in concerto col Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e Padiglione Italia, abbiamo valutato di proporre al mercato una iniziativa fortemente innovativa e originale, un format che sappia valorizzare in chiave gourmet la frutta e la verdura di qualità e creare un punto d’incontro internazionale tra la produzione ortofrutticola d’eccellenza e la cucina d’autore. In sintesi, ripensare l’ortofrutta nell’ottica di una maggiore valorizzazione delle produzioni, con l’obiettivo di aumentare le conoscenze del consumatore finale e, quindi, creare maggiori e migliori occasioni di consumo e di business” spiega Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere.
Fruit Gourmet Expo conterà sulla consolidata attività di internazionalizzazione che Veronafiere mette in atto sulle manifestazioni in portafoglio dedicate al settore agroalimentare, costituita da una rete di oltre 20 delegati internazionali, buyer provenienti da oltre 60 nazioni in tutto il mondo e tre società che presidiano i mercati mondiali strategici.
La manifestazione sarà suddivisa tra un’area b2b, per facilitare l’incontro domanda-offerta soprattutto per le aziende medio-piccole che hanno maggiore bisogno di sostegno e promozione nell’approccio al mercato e all’export, un’area expo, spazio espositivo dedicato ai produttori nazionali ed internazionali di ortofrutta,  una di contenuto con workshop formativi, educational e workshop, un’area gourmet, denominata Fruit Lab, riservata agli show cooking dove i top brand diventano protagonisti grazie agli chef più noti, e una sezione dedicata all’innovazione tecnologica e ai macchinari al servizio dell’intera filiera.

Sul fronte della comunicazione estremamente attivo sarà il blog della manifestazione, che ospiterà contributo da esperti del calibro di Pietro Leemann, chef e patron del ristorante Joia di Milano a Simone Salvini, Executive Chef di Organic Academy, Accademia di Alta Cucina Vegetariana, Giancarlo Minguzzi, Presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna e Alessandro Zani, Direttore Generale di Granfrutta Zani.

Gli shop Nivea, da temporary a permanent per una nuova shopping experience

Da temporary a permanent: visto il successo del tour tour itinerante che in questi anni ha portato i temporary store Nivea in giro per l’Italia, l’azienda dell’iconica crema nella latta blu ha deciso di passare a dei pdv permanenti, e ne inaugura due : all’interno del The Style Outlets di Castel Guelfo di Bologna e de La Reggia Designer Outlet di Marcianise (Na).

Nivea Permanent Shop by Adverteam_BovindoMultimedialità, multisensorialità e materiali “caldi” che fanno sentire a casa, come i pavimenti in legno, sono le linee guida del progetto, che vede il suo punto focale nel suggestivo bovindo multimediale, che funge da area relax ed educational. Uno spazio in cui soffermarsi, in grado di trasformare lo shopping in experience, e che stupirà la clientela. L’ambiente in generale è poi caratterizzato da linee pulite ed essenziali, in cui ricorre la classica forma tonda del logo Nivea, sprigiona tutto il calore di una casa vissuta, accogliente, densa di ricordi e curiosità.

L’agenzia milanese Adverteam ha firmato l’intero progetto, dall’ideazione agli allestimenti, dando vita a dei veri e propri concept store modulari, in cui i protagonisti indiscussi sono gli storici valori del brand. “Visibility, memorability e talkability sono le tre key words che ci hanno guidato nella realizzazione di questo progetto – sintetizza Alberto Damiani di Adverteam -. “’Visibility’, perché i Nivea shop vogliono distinguersi, rompendo la tradizionale monotonia degli outlet; ‘memorability’, perché chi entra deve poter vivere una shopping experience emozionale che va ben oltre il semplice acquisto di un prodotto; ‘talkability’, perché chi esce da questi negozi deve avere voglia di raccontarlo agli altri, innescando un processo di virilizzazione”.
Una luogo insomma che sa suscitare emozioni e richiama i valori che da generazioni rendono il brand di Beiersdorf unico e inimitabile, pop e lifestyle al tempo stesso.

Con l’etichetta elettronica ogni prodotto è connesso

Come rendere un negozio realmente multicanale? Con l’Electronic Shelf Labeling (ESL), che consente nella sua evoluzione più recente e grazie alla tecnologia NFC (ora disponibile su quasi tutti i telefoni, iPhone 6 incluso) e il Product Positioning System (PPS) di geo-localizzare gli oggetti all’interno del negozio. Ogni oggetto.

Il video di Ses mostra le potenzialità per l’utente finale: faccio la spesa a casa, arrivo in negozio e mi trovo un percorso già consigliato con evidenziata la posizione degli articoli che voglio acquistare, ottengo degli alert per i prodotti a rischio per le mie intolleranze, se ho tempo tocco l’etichetta e mi guardo un video o ascolto i suggerimenti per acquistare prodotti correlati (senza dovermi affannare ad andarli a cercare poi in giro per il negozio), pago ed esco dopo aver fatto una spesa veloce ed efficiente.

Le potenzialità sono se possibile ancora più ricche per il back office. Si possono infatti utilizzare schermi per mostrare ai clienti prezzi e informazioni sulle promozioni con un sistema sincronizzato con il back office del negozio e con le casse e gestibile anche attraverso un’applicazione mobile. A porte chiuse poi, si può “switchare” la modalità di visualizzazione delle etichette e utilizzare il posizionamento per rifornire gli scaffali con precisione e velocità e fare un inventario.

Et voilà, le magasin est connecté.

Sperlari usa lo storytelling per lanciare il cioccolato

Uno dei filoni più attivi del momento per quanto riguarda marketing e comunicazione è l’esigenza di raccontare la storia, di un prodotto o di un marchio. Lo richiede il consumatore, che può venire preso nel vortice dei ricordi nel caso di brand “storici” che consumava da bambino (in questo senso il food è terreno fertile), ed è una caratteristica distintiva dell’azienda, che sullo scaffale vuole ottenere visibilità e differenziarsi dalla concorrenza e, mentre racconta il prodotto, costruisce l’immaginario di marca.

Proprio attorno a questo concetto ruota la comunicazione di Sperlari, marchio storico dell’industria dolciaria italiana, per promuovere la nuova offerta di prodotti di cioccolato articolata in barretta, pralina e snack.

“Lo studio si è sviluppato lungo due direttrici: da una parte ci siamo concentrati sull’evoluzione dei linguaggi di categoria; dall’altra abbiamo ripercorso la storia della comunicazione di Sperlari dagli anni ’50 ad oggi. L’obiettivo era riuscire a valorizzare un’essenza di marca già esistente, assolutamente autentica e fortemente caratterizzata, ma in qualche modo assopita e soprattutto non adeguatamente rappresentata” spiega Roger Botti, Direttore Creativo del progetto per RobilantAssociati.

Il risultato è un “cioccolato da favola” che ridà voce al bambino in ciascuno di noi, riportandoci in un mondo di fantasia. Dal punto di vista del design, il pay-off “C’era una volta il cioccolato” diventa parte integrante del marchio; intorno ad esso il pack si anima di filastrocche, giochi, colori e illustrazioni fiabesche che, mentre definiscono i gusti e le specifiche di prodotto, organizzano chiaramente l’offerta esaltandone la varietà. Al contempo alimentano l’immaginario di marca con uno stile originale, dirompente e inconfondibile.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare