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Carmela Ignaccolo

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San Valentino: alla ricerca del regalo perfetto. L’indagine idealo

San Valentino: quali sono i regali più gettonati? Cosa sceglieranno gli italia?

Una risposta l’ha cercata  idealo, che ha voluto indagare l’interesse online degli uomini e delle donne nelle giornate precedenti alla fatidica data per scoprire chi regala di più e cosa si regala.

Quello che le donne cercano

Secondo i dati, il regalo più cercato online per San Valentino dal ‘gentil’ sesso sono i Regolacapelli & Barba (+202,7%).

Ai primi posti della classifica dei regali scelti da Lei per San Valentino troviamo anche i Profumi da uomo, cresciuti prima della festa degli innamorati del +150,7%, i rasoi elettrici (+58,2%), i Prodotti per la cura del corpo (+53,2%) e i Prodotti per la cura della pelle (+35,1%).

La scelta di Lui

Secondo l’indagine, il regalo più cercato online per San Valentino dagli uomini sono le Fotocamere compatte (+118,2%), seguono poi i Profumi per donna (+115,2%), i Profumi Unisex (+107,9%) e i Rasoi elettrici (+83,7%).

L’intraprendenza femminile

E che dire dei sex toys, per cui si è già registarto un bomm durante il lockdown +110,0%?

Secondo i dati del portale, le donne sono le più intraprendenti quando si parla di eros e, con molta probabilità, a San Valentino regaleranno un Sex Toy: l’interesse femminile online verso questi articoli, è infatti aumentato del +193,4% nei giorni precedenti alla festa.

È più contenuto, invece, l’interesse maschile verso i Sex Toys come regalo per San Valentino con un aumento online del +81,7%.

La cucina: un ever green

Mangiare e cucinare sono da sempre due grandi passioni per noi Italiani e nei mesi di lockdown il tempo per fare pratica non è mancato.

Così, sia uomini che donne, per il prossimo San Valentino molto probabilmente regaleranno al proprio partner un elettrodomestico da cucina. Le ricerche online sul portale idealo, infatti, mostrano nei giorni precedenti alla festa degli innamorati, un aumento dell’interesse verso i Robot da cucina sia da parte di “Lei” (+33,3%) che da parte di “Lui” (+53,7%).

Spopolano anche le macchine per il caffè, altra passione tutta italiana: sia gli uomini che le donne la regaleranno al proprio partner. Le ricerche online sul portale idealo, infatti, mostrano nei giorni precedenti alla festa degli innamorati, un aumento dell’interesse da parte di “Lui” del +44,5% verso le Macchine per il caffè espresso e del +40,1% verso le Macchine per il caffè a cialde e un aumento di interesse da parte di “Lei” del +51,9% per le Macchine per il caffè a cialde e del +18,8% per le Macchine per il caffè espresso.

Per ogni regalo, il suo momento

Non tutto va comprato nello stesso momento: ci sono regali da acquistare approfittando delle promo o in saldo e regali da comprare last minute. Vediamo nel dettaglio.

Tra i prodotti che conviene acquistare online a gennaio, con i Saldi, troviamo i Regolacapelli e Barba, i Robot da cucina, le Fotocamere compatte e le Macchine per il caffè espresso.

Si possono invece comprare “sotto data” per San Valentino le Macchine per il caffè a cialde, i Profumi Unisex, i Profumi per Donna e i Rasoi elettrici.

“San Valentino è considerata da molti una ricorrenza romantica, un giorno importante per celebrare l’amore – ha dichiarato Filippo Dattola, Country Manager di idealo per l’Italia – In effetti, online si trovano molte offerte nelle settimane precedenti a San Valentino: si tratta di un’opportunità di risparmio non solo per chi vuole festeggiare al meglio la ricorrenza con il proprio partner, ma anche per chi semplicemente vuole trovare le migliori offerte grazie alla comparazione prezzi”.

 

Modalità della ricerca

idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto e i prezzi medi sul proprio portale italiano: le ricerche del periodo 1-13 febbraio 2020 sono state messe a confronto con quelle del periodo 1-31 gennaio 2020 in modo da identificare i possibili regali di San Valentino. Categorie oggetto di studio: Body care, Capsule & cialde, Ciondoli, Cuffie, Fotocamere compatte, Intimo donna, Intimo uomo, Macchine da caffè a capsule, Macchine per il caffè espresso, Make up, Orologi da polso, Piastre per capelli, Profumi donna, Profumi unisex, Profumi uomo, Rasoi elettrici, Regolacapelli & barba, Robot da cucina, Sex Toys & protezione, Skin care, Smartwatch, Sneakers, Spumante, prosecco & champagne, Stivali donna, Stivali uomo, Zaini.

 

Prugne della California: il 40% del mercato mondiale delle prugne disidratate

Il California Prune Board, consorzio che riunisce 800 coltivatori e 28 confezionatori di Prugne della California, rinnova per il secondo anno la partecipazione a Gulfood 2021, la più grande fiera dedicata al mercato alimentare, che si svolgerà dal 21 al 25 febbraio 2021 presso il World Trade Center a Dubai.

Con più di 40.000 acri di frutteti coltivati con Prugne della California nelle valli californiane di Sacramento e San Joaquin, le Prugne della California rappresentano il 40% del mercato mondiale delle prugne disidratate. Con uno stand dedicato nel padiglione americano all’interno del World Trade Center di Dubai, il California Prune Board potrà raccontare la qualità distintiva, i benefici nutrizionali delle Prugne della California.

“Siamo felici di tornare a Gulfood in questo 2021. Nonostante le difficoltà dettate dal periodo che stiamo attraversando, nel corso dell’ultimo anno abbiamo lavorato costantemente sui mercati di tutto il mondo. Le Prugne della California sono infatti apprezzate a livello globale, un frutto perfettamente in linea con la tendenza che vede i consumatori sempre più attenti alla qualità del cibo e alle sue caratteristiche nutrizionali. Gulfood rappresenta per noi una grande momento di scambio e di relazione fuori dall’Europa,” afferma Ester Ritson-Elliott, Director of International Marketing and Communications, California Prune Board.

All’interno delle attività di promozione a livello globale, il California Prune Board rinnova per il 2021 un’attività integrata di marketing e comunicazione anche in Italia, dove è stata rinnovata anche la partnership con il maître chocolatier Stefano Collomb, perfetto interprete del raffinato abbinamento del cioccolato con le Prugne della California. Inoltre, i marchi e i rivenditori hanno l’opportunità di utilizzare gratuitamente il logo delle Prugne della California per la comunicazione sulle loro confezioni e siti web, al fine di aiutare gli acquirenti a scegliere prugne di qualità premium.

“L’Italia si conferma un mercato chiave per il Consorzio delle Prugne della California. Gli italiani consumano oltre 1.000 tonnellate di Prugne della California ogni anno[1], le esportazioni verso l’Italia sono inoltre in crescita nell’ultimo anno del +2% in valore, da agosto a novembre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente[2]. Un dato molto incoraggiante che ci ha incentivato a programmare più occasioni di attività di sampling prodotto per i consumatori italiani nel 2021, in modo da allargare il nostro target di potenziali consumatori e proseguire nell’aumento del volume di vendita delle Prugne della California in Italia,” conclude Ritson-Elliott.

[1] Esportazioni annuali dagli USA all’Italia. Fonte: USDA FAS

[2] Fonte: FAS export value, August – November 2020, vs same period Prior Year

Parmigiano, fonte di selenio: gli studi lo dimostrano

Nell’ambito di una convenzione di ricerca stipulata tra il Dipartimento di Farmacia dell’Università di Napoli Federico II e il Consorzio del formaggio Parmigiano Reggiano dal titolo: “VALORIZZAZIONE DEL FORMAGGIO PARMIGIANO REGGIANO IN CHIAVE SALUTISTICA”, è stato dimostrato che le lunghe stagionature del prodotto (a partire dai 40 mesi) rendono il Parmigiano Reggiano fonte di selenio. La Prof.ssa Maria Daglia, responsabile scientifico dello studio e professore ordinario di Chimica degli Alimenti, ci spiega di più: “Nella ricerca sono stati analizzati campioni di Parmigiano Reggiano di diverse stagionature e stagionalità di produzione. I risultati dello studio ci permettono di dire che una porzione da 30 g di Parmigiano Reggiano stagionato 40 mesi apporta una quantità significativa di selenio pari in media al 19,5% del valore nutritivo di riferimento del selenio (assunzioni di riferimento per un adulto 8400kJ / 2000kcal). Il selenio è un micronutriente che contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario, alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo, alla normale funzione tiroidea e al mantenimento di unghie e capelli normali, indicazioni salutistiche consentite ai sensi del Reg. UE n. 432/2012.”

Non solo selenio

Ma non basta: il Parmigiano Reggiano, alimento del tutto privo di conservanti ha un elevato contenuto proteico con oltre 30 g di proteine ad alto valore biologico per 100 g di prodotto. Contiene vitamine e sali minerali ed è ricco di calcio e fosforo, elementi preziosi per il mantenimento di ossa e denti normali. Inoltre, ha il grande vantaggio di essere pressoché privo di zuccheri: in particolare è naturalmente privo di lattosio, può quindi essere consumato da persone intolleranti a questo zucchero del latte. Anche l’apporto lipidico del Parmigiano Reggiano, per quanto non trascurabile dal punto di vista quantitativo, ha però molti vantaggi dal punto di vista nutrizionale. Il Parmigiano Reggiano contiene infatti acidi grassi saturi a corta e media catena, molto digeribili, e fosfolipidi a cui la letteratura scientifica attribuisce effetti benefici.

 Questione di quantità

Le sostanze nutritive, le proteine, la naturale assenza di lattosio, rendono il Parmigiano Reggiano un prezioso alleato per una dieta sana e naturale. Detto ciò, come tutti i formaggi, va mangiato evitando eccessi. Come condimento nella misura di circa 10 g di grattugiato può tranquillamente essere mangiato anche tutti i giorni. Come antipasto o fine pasto, o come spuntino post esercizio negli sportivi, nella misura di 20-30 g unito a circa 40 gr di pane o simili, può essere consumato due volte la settimana. In alternativa se ne possono consumare come secondo piatto una volta la settimana circa 50 g. Questa razione equivale a circa 100 g di carne sul piano dell’apporto proteico ma con un minor apporto di colesterolo. Nel complesso un consumo di 100-150 g la settimana è consigliato per una dieta bilanciata.

wagamama apre il suo 5° ristorante italiano a Serravalle

wagamama arriva nel cuore del Serravalle Designer Outlet con l’apertura del quinto ristorante in Italia. Dalla piazza del lusso dell’outlet prende forma un elegante dehor che estende i suoi 150 mq fino all’interno del ristorante dove ci sono150 posti disponibili, oltre ai 116 esterni, per una superficie totale di circa 450 mq. Nel locale lavorano 25 giovani tutti neoassunti.

Cristian Biasoni, AD di C&P sottolinea che “nonostante le difficoltà di questo periodo storico, siamo lieti di constatare che il format wagamama continua a raccogliere l’entusiasmo dei clienti e siamo certi che appassionerà anche quelli dello storico outlet di Serravalle, uno dei più importanti in Italia. Il nostro impegno è quello di portare un’offerta variegata e di qualità a chi, durante i propri acquisti nei Centri Commerciali, Shopping Mall, centri cittadini, Outlet, Retail Park, vuole ritagliarsi una pausa di gusto. E sicuramente l’asian food segue un trend ormai consolidato che wagamama, con la sua forte identità, non può che incrementare”.

La cucina a vista, elemento tipico di wagamama, si fonde con finiture naturali e materiche per donare alla vista il comfort di un’ambientazione calda e avvolgente. Ad accogliere i clienti, un menù gustoso, sano e bilanciato, preparato con elementi sempre freschi e di alta qualità. Tra le tipiche specialità, i deliziosi ramen e il tradizionale donburi (riso cotto al vapore e saltato in padella con pollo, manzo o gamberetti e verdure miste), il teppanyaki (noodles saltati alla piastra con carne, pesce o verdure), ma anche i menù vegetariani e vegani, per una proposta che parla al palato di tutti.

Il locale di Serravalle, inoltre, è pronto a servire i clienti anche con lo speciale “Good morning wagamama”. Le porte del ristorante si aprono infatti alle 9.00 del mattino con un menù colazione che propone brioches, caffetteria, centrifughe, te caldi, cornetti vegani, ma anche una specialità dal profumo orientale, i dorayaki – dolce tipico giapponese – con marmellata e crema al cioccolato.

Per accedere direttamente e comodamente dal proprio smartphone a tutti i servizi riservati agli amanti della cucina pan-asiatica, c’è la nuova App wagamama con cui è anche possibile prenotare il proprio tavolo e pagare il conto finale con un semplice click, senza tempi di attesa all’ingresso e alle casse del locale, oltre ad accumulare sconti dedicati.

Tra gli altri strumenti messi a disposizione dall’applicazione, l’ordinazione take-away, un servizio che l’insegna accompagna con un packaging eco-sostenibile, confezioni speciali nel pieno rispetto dell’ambiente. La nuova App wagamama permette di accedere anche allo speciale programma fedeltà che, come una sorta di videogioco a tre livelli – Ninja, Samurai e Sensei – assegna un numero di punti proporzionale a spesa e ingressi: un modo in più per ringraziare i suoi clienti con sconti dedicati.

 

 

 

Panasonic: evoluzione tech nel retail e nella logistica

Panasonic, che occupa l’ottava posizione a livello globale per i brevetti AI, sta trasferendo decenni di know-how e tecnologie in ambito industriale nello sviluppo di robot destinati a usi domestici o ad applicazioni in ospedali, magazzini, punti vendita e attività agricole. Focus particolare in due ambiti applicativi: logistica e retail. L’elemento comune è una tolleranza pressoché nulla per le inefficienze, ad esempio in caso di spedizioni andate perse o errori di prezzatura, e la difficoltà sempre maggiore di disporre di personale adeguatamente formato, a causa dell’invecchiamento della società. Panasonic offre supporto rispetto a queste esigenze con singoli prodotti o soluzioni complete, parte dell’approccio di innovazione aziendale denominato Gemba Process. Si tratta di un progetto che affonda le radici nell’esperienza nel campo della produzione, nel know-how in materia di sensori e nelle alleanze strategiche dell’azienda, con partnership che coinvolgono aziende del calibro di IBM in Giappone e Blueyonder a livello globale (di cui attualmente Panasonic detiene il 20% delle quote).

Esaminiamo insieme tre  case history emblematiche di questo approccio del Gruppo.

Visual Sort Assist (VSA)

L’aumento del numero delle spedizioni determina a sua volta sia un aumento del tempo necessario per le procedure di smistamento manuale, sia del numero di potenziali errori di smistamento da parte degli operatori. Per dare una risposta pragmatica a queste criticità è stato pensato il  sistema  Visual Sort Assist da utilizzare in  strutture  in  cui  i lavoratori prelevano, spostano o rimuovono articoli, come i  magazzini di produzione e retail e i centri di smistamento e distribuzione. Il sistema combina tecnologie di rilevamento e di proiezione per accelerare il processo di smistamento degli articoli. Attraverso la semi-automazione del controllo degli articoli e dell’instradamento, gli utenti sono in grado di migliorare in modo radicale le operazioni di smistamento, ottimizzando l’intero processo, dalla ricezione dei beni alla prenotazione. I rapidi controlli visivi dei pacchetti con un lettore di codici a barre riducono i tempi dello smistamento e aumentano la capacità produttiva di ciascuna struttura.  Sui   pacchi viene proiettato un codice cromatico o un numero (ovviamente semplice da personalizzare in base ai requisiti specifici del cliente). Una telecamera con riconoscimento degli oggetti – basata sulla tecnologia  sviluppata per la serie GH di fotocamere Lumix di Panasonic – rileva i pacchi e controlla il proiettore, o una serie di proiettori. Gli operatori vedono immediatamente le informazioni proiettate sui pacchi e li smistano di conseguenza. Il sistema Visual Sort Assist completo include la tecnologia del nastro trasportatore, un tunnel di scansione, una connessione ERP e il software di monitoraggio.

Dispositivo indossabile motorizzato

Sviluppato dalla spin-off di Panasonic ATOUN  il dispositivo indossabile motorizzato ATOUN MODEL Y è un robot di nuova generazione lanciato nel 2018. Il suo predecessore, “MODEL A”, è stato introdotto per la prima volta sul mercato nel 2015 ed è in uso  in cantieri, centri logistici, industrie e aziende agricole per alleviare il carico sui fianchi e sulla schiena dei lavoratori quando si piegano per sollevare oggetti pesanti. Model Y è nato per ridurre il carico e la fatica dello staff durante i giochi olimpici di Tokyo, agevolando per esempio il trasporto di pesanti contenitori di bevande o rifiuti o il carico dei bagagli degli atleti sui bus.

Quando l’utente sta sollevando oggetti pesanti, i sensori angolari rilevano il movimento della parte bassa della schiena e i potenti motori del dispositivo riducono la sollecitazione a livello lombare. I risultati dei test confermano l’effetto, con una riduzione del 40% dello stress a carico del muscolo quadrato dei lombi e del 10% a livello della costola più lunga.

Retail: etichette elettroniche a scaffale

Le etichette elettroniche a scaffale di nuova generazione offrono una piena integrazione con i sistemi di gestione del magazzino dei retailer. Inoltre, usandole in combinazione con dei sistemi di telecamere, i retailer possono implementare processi centralizzati per la gestione delle merci esaurite, andando a combinare più punti vendita in un unico sistema. Panasonic distribuisce etichette elettroniche a scaffale dello spessore di 4,74 mm in 14 diverse dimensioni, da 1,6” a 12,2”, con fino a 4 diversi colori di visualizzazione. Gli schermi possono resistere a temperature fino a -20 ° e sono antipolvere. Tutti i dispositivi  sono  connessi attraverso reti  2,4 GHz e SubONE. In base ai requisiti specifici, possono essere forniti con tecnologia Active NFC per essere usati con capacità Flash o con protezione easylock contro il furto delle etichette stesse. Un’altra caratteristica chiave consiste nella possibilità di supervisionare più punti vendita attraverso una singola interfaccia. Alcuni  clienti utilizzano inoltre una funzione chiamata Optipick, che riduce il tempo necessario per la preparazione degli ordini Click & Collect, grazie alla luce LED sulle etichette che mostra l’articolo successivo da prendere. Mediante la visualizzazione di luci LED lampeggianti sulle etichette elettroniche a scaffale, tutti i prodotti parte di uno stesso ordine possono essere associati a un singolo colore assegnato a un dipendente, creando una mappa del negozio per ottimizzare e guidare il prelievo degli articoli, interfacciandosi con le piattaforme ERP, POS e e-commerce.

 

Chi si fida della catena alimetare? La ricerca internazionale

Gli effetti della pandemia da COVID-19, non hanno significamente modificato il livello di fiducia nella catena di approvvigionamento alimentare. Vi è apprezzamento per la sua capacità interrotta di fornire il cibo. Altri soggetti, invece, interpretano le scene di panico da acquisto e accumulo di scorte alimentari come una mancanza di fiducia nella sua abilità a mantenere adeguati livelli di fornitura. Ecco alcune delle evidenze emerse dal del progetto di ricerca internazionale EIT Food: Increasing consumer trust and support for the food supply chain and for food companies, e resi noti dall’équipe italiana, coordinata della prof.ssa Anna Miglietta del Dipartimento di Psicologia, con la collaborazione del Dipartimento di Filosofia (referente Prof.ssa Tiziana Andina).

In linea generale, consumatori dei 6 paesi affermano di avere maggior fiducia negli agricoltori/allevatori soprattutto piccoli produttori, locali e indipendenti. Per la ristorazione, il maggior grado di fiducia è dato alle attività di piccole dimensioni e locali.

Tra le principali azioni che vorrebbero veder implementate, per aumentare il loro grado di fiducia, i consumatori segnalano: la necessità di allevamenti di animali secondo elevati standard di benessere; l’equità dei prezzi; l’etichettatura e tracciabilità dei prodotti e la tutela dell’ambiente.

Nello specifico dei risultati emersi in Italia a partire da un questionario on-line sottoposto a 369 consumatori, 7 focus group con i consumatori, 1 workshop con 14 rappresentanti del mondo aziendale, accademico e giornalistico, 5 interviste con rappresentanti del mondo industriale, si rileva che i consumatori dichiarano di riporre maggiore fiducia, a fronte dell’incertezza e dei rischi derivanti dal virus, nei grandi rivenditori di prodotti di marca. Prevale, quindi, il consumo dei prodotti confezionati o anche surgelati, a discapito di quelli freschi.

Vi è una forte fiducia negli enti regolatori e di consulenza della filiera agro-alimentare ma si guarda con sospetto ai mass media, in particolare per le pubblicità che coinvolgono dei chef rinomati nonostante che il cooking entertainment guadagni sempre più spazio nelle piattaforme televisive e nel web.

Si crede che le aziende agro-alimentari facciano poco per garantire una reale trasparenza dei prodotti che commercializzano. Vi è una grande attenzione a due aspetti della responsabilità sociale delle aziende: il benessere degli animali coinvolti nella filiera agro-alimentare; lo smaltimento dei rifiuti (sia in fase di produzione che a seguito del consumo). Infine, sia tra le aziende sia tra i consumatori italiani prevale la percezione degli agricoltori come i soggetti più vulnerabili della filiera agroalimentare.

 

Il progetto

Increasing consumer trust and support for the food supply chain and for food companies, è un progetto triennale di ricerca internazionale EIT Food, parte della Consumer Trust Grand Challenge.

L’università di Torino partecipa al Consorzio del progetto guidato dall’Università di Reading, Regno Unito, e composto da 16 partner del mondo accademico (Universidad Autonoma de Madrid, Università di Helsinki, Queen’s University Belfast, Università di Varsavia e VTT), industriale (tra cui AZTI, CSIC, DouxMatok, Grupo AN, PepsiCo, Sodexo, Strauss Group, Technion) e organizzazioni non-profit come l’EUFIC.

L’indagine ha coinvolto 2.363 persone, tra consumatori e attori della catena alimentare, nei 6 paesi coinvolti dal progetto: Finlandia, Israele, Italia, Polonia, Spagna, UK.

Beni durevoli in calo dell’11,4%. L’analisi Findomestic

 

Nel 2020, annus horribilis, i consumi si rivelano ondivaghi e riservano delle sorprese: la spesa per i veicoli, infatti, si riduce del 15,7%, ma cresce il valore di segmenti chiave legati alla trasformazione tecnologica della casa come l’Information Technology (+23,5%) e i piccoli elettrodomestici (+9,5%). Secondo quanto emerge dalla 27esima edizione dell’Osservatorio Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia, gli acquisti di beni durevoli scendono nel 2020 a 61,3 miliardi di euro con una contrazione dell’11,4% rispetto al 2019, in linea con il trend dei consumi tout court. I cali più pesanti si registrano in Lombardia (-12,7%), Veneto (-12,4%) e Marche (-12%).

«Si interrompe così la dinamica positiva che durava da sei anni consecutivi – commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic -. L’andamento dei consumi riflette i cambiamenti radicali innescati dall’emergenza sanitaria. L’esplosione dello smart working e della didattica digitale integrata ha restituito centralità alla dimensione familiare, orientando il lifestyle verso la funzionalità, la sicurezza e il comfort degli ambienti domestici. Lo spiegano chiaramente due dati: il +30% dei congelatori e il +37% dei wine cabinet. La casa diventa, al contempo, un rifugio e uno spazio sempre più votato al benessere».

Andamento regionale

I beni durevoli (veicoli, mobili, elettrodomestici e hi-tech, ecc.) monitorati da Findomestic, società di credito al consumo del Gruppo BNP Paribas, pesano per il 6,3% sui consumi totali, un valore sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno (6,4%). Nei primi due trimestri dell’anno i durevoli hanno subito un calo rispettivamente del 20,8% e del 31,1%, per arrivare poi al rimbalzo del 13% nel periodo compreso fra luglio e settembre. Con una spesa complessiva di 12,3 miliardi di euro, la Lombardia rimane la regione con la maggiore incidenza in valore assoluto (7,5%) sui consumi dei durevoli, davanti al Lazio con 5,9 miliardi (3,6%) e al Veneto con 5,8 miliardi (3,5%). Il territorio lombardo, tuttavia, è anche quello che patisce il calo percentuale più consistente (-12,7%), seguito dal Veneto (-12,4%) e dalle Marche (-12%). La contrazione si rivela, invece, meno marcata in Molise (-7,9%), Friuli Venezia Giulia (-8,4%), Puglia e Trentino Alto Adige (-8,7% per entrambe).

Il mercato dei veicoli

Il comparto (auto nuova, usata e due ruote) – di fatto azzerato durante il lockdown – riesce a scongiurare il tracollo grazie agli ecoincentivi statali, che hanno determinato una ripresa significativa del settore a partire soprattutto dal mese di agosto, anche se la decelerazione delle perdite era già cominciata a giugno: il 2020, secondo l’Osservatorio Findomestic, si chiuderà a quota 33,5 miliardi. Naturalmente in basa alla tipologia di veicolo, il panorama cambia. Partiamo dall’usato: per le famiglie italiane le auto usate, pur in flessione del 13%, continuano a rappresentare la voce di spesa più consistente con 17 miliardi di euro totali. Le compravendite stimate per la fine dell’anno saranno 2.494.500, il 13,6% in meno rispetto al 2019. La Lombardia guida la classifica con quasi 370.000 passaggi di proprietà nonostante il calo più marcato in Italia (-16%). Seguono il Lazio con circa 250.000 (-13,8%) e la Campania con poco meno di 244.000 auto usate vendute (-11,8%). L’unica regione con un tasso di decremento ad una sola cifra è la Sicilia (-9,2%).

Per le auto nuove acquistate da privati la contrazione della spesa si attesta al 19,3% per un valore complessivo di 14,8 miliardi di euro, in calo di 3,5 miliardi rispetto al 2019. In base alle proiezioni, a fine anno le famiglie italiane avranno immatricolato 862 mila vetture (-21,3%) all’interno di un mercato, che includendo la domanda aziendale, chiuderà il 2020 con 1.336.355 pezzi venduti (-30,7%). A livello regionale, con oltre 227.000 immatricolazioni la Lombardia si conferma il primo mercato, seguita da Trentino Alto Adige con 192.000 auto vendute e il Lazio con 132.600. Le flessioni più elevate riguardano il Trentino (-35,5%), Sardegna e Valle d’Aosta (entrambe a -34,4%). Più contenuto il decremento per Liguria (-24,5%) e Toscana (-25,7%).

Il rilancio del mercato dell’auto nel post-lockdown si tinge di verde: la crescita delle vetture ad alimentazione alternativa – GPL, metano, ibride ed elettriche – si attesta all’8,9% dopo i primi 9 mesi dell’anno. È green una vettura su quattro tra quelle di nuova immatricolazione, con una conseguente erosione delle quote di mercato sia dei veicoli a benzina (40% delle vendite, in calo del 39,4% sul 2019) che di quelli diesel (35% del totale, con un passivo del 44,1%). Nel segmento della mobilità sostenibile, le auto a motorizzazione elettrica sono protagoniste di un vero e proprio boom con una crescita del 73% sull’immatricolato; perdono appeal, al contrario, i veicoli alimentati a Gpl (-39,9%) e, in parte, anche quelli a metano (-12,4%).

Il segmento dei motoveicoli risente in misura relativa dello scenario di crisi: il ridimensionamento del fatturato si ferma all’8,3%, per un valore complessivo di 1,6 miliardi. Le vendite di due ruote hanno fatto registrare un incremento particolarmente sensibile in estate e in particolare a giugno (+35,4%) e agosto (+41,4%): un effetto della revisione dei paradigmi della mobilità in tempi di emergenza pandemica, che comporta una crescente preferenza per gli spostamenti senza mezzi pubblici. La Lombardia, che con 44.795 pezzi venduti vale quasi il 20% del mercato, registra una flessione minima (-1,5%) a differenza del Trentino Alto Adige dove il calo in volumi raggiunge il 36,8%. Le regioni meridionali, favorite dal clima, registrano, invece, vendite in aumento con incrementi consistenti in Puglia (+13,1%) e Calabria (+14,8%).

Il settore casa

I due grandi comparti del settore casa evidenziano andamenti divergenti: alla dinamica negativa dei mobili (-10,6%) fa da contraltare la perfetta stabilità della tecnologia consumer (-0,1%), come rileva l’Osservatorio Findomestic.

L’arredamento aveva iniziato il 2020 con il piede giusto: il +2% di gennaio e il +2,9% di febbraio sono stati annullati dalle gravissime perdite innescate dal lockdown primaverile, con il -53,4% di marzo e addirittura il -85,5% di aprile. La risalita è lenta e faticosa, ma la tendenza pare ormai avviata in maniera definitiva sui binari della ripresa: il mercato raggiungerà i 13,6 miliardi alla fine dell’anno. L’analisi regionale restituisce la misura precisa del cospicuo contributo al comparto da parte della Lombardia: 2,71 miliardi, in decrescita dell’11%. Nettamente distaccate le regioni al secondo e terzo posto, ovvero il Lazio con 1,31 miliardi (-9,8%) e il Veneto con 1,25 miliardi (-10,9%). Le perdite percentuali più consistenti si registrano in Sardegna (-13%), Basilicata (-12,8%) e Calabria (-12,6%). Il canale online con una crescita del 32% arriva a pesare il 13% all’interno di un mercato in cui le famiglie italiane, da tradizione, continuano a preferire i punti vendita fisici.

Nell’ampio paniere della tecnologia consumer, le performance dei mercati risultano particolarmente variegate. L’impennata dell’information technology (+23,5%) alimenta un giro d’affari complessivo da 2,4 miliardi di euro: si tratta dell’unico segmento con bilanci positivi in tutti i singoli mesi del 2020, con un picco di crescita del 47,8% a maggio. Tra i prodotti di maggior successo figurano le webcam (+60,3%), i pc portatili (+53,1%) e anche i tablet (+20,7%): un chiaro esito della svolta smart del lavoro e dell’istruzione. Dei 2,4 miliardi spesi dagli italiani in I.T., 480 milioni sono concentrati in Lombardia (+30%), 248 in Veneto (+20,9%) e altrettanti in Emilia Romagna (+22,1%). La regione che fa segnare la crescita maggiore è la Liguria con +32,1% (74 milioni totali), mentre nel Lazio l’espansione del mercato si ferma al 17,9% (a quota 202 milioni). Ai numeri dell’I.T. contribuisce lo sviluppo dell’e-commerce, che incide sugli acquisti con una quota del 26,5% segnando un’accelerazione del 53% rispetto allo scorso anno. Nel comparto tech, anche l’andamento dei piccoli elettrodomestici è decisamente favorevole: con un bilancio in aumento del 9,5% il segmento tocca un valore di 1,7 miliardi di euro. La variazione positiva è maturata soprattutto tra maggio e giugno (rispettivamente +36,5% e +36,7%) grazie in particolare alle vendite di tagliacapelli (+60,6%) e robot da cucina (+28,2%), riflesso delle nuove esigenze sviluppate durante il lockdown scattato a marzo. Anche per i piccoli elettrodomestici è in forte crescita l’apporto degli acquisti tramite l’e-commerce: +53,9% in valore e incidenza al 34,8%.

È in sofferenza, invece, il mercato dei grandi elettrodomestici, che scivolano a 3 miliardi complessivi con una contrazione del 5,5%, nonostante lo sprint di prodotti come i congelatori (+30,1%) e le wine cabinet (+36,7%). Negativa è anche la performance della telefonia, che perde il 6,9% arretrando a 5,3 miliardi complessivi, nonostante il boom degli acquisti sul web: +61,9% per un’incidenza del 14%. Pesa, in particolare, il calo degli smartphone (-6,9%), che non è compensato dal notevole incremento delle cuffie (+47,7%) e dei dispositivi wearables (+8,7). Le regioni dove la frenata è più brusca sono l’Umbria (-10,4%), le Marche (-9,1%), il Lazio e la Toscana (entrambe a -9%). La Lombardia guida il giro d’affari del segmento telefonia con una spesa di 1,03 miliardi, in flessione del 6,5%. Più contenuto è il calo dell’elettronica di consumo, che perde il 3,1% in valore attestandosi a 1,8 miliardi di euro: segnano il passo i televisori (-2,8%) e aumentano le casse (+3,6%), mentre tornano in ascesa i droni (+54%). Per i prodotti di elettronica diventano sempre più rilevanti gli acquisti online, con una progressione annua del 41,1% e un peso del 21% sul totale dei consumi del segmento.

La scalata dell’e-commerce

Oggi oltre la metà degli italiani – per la precisione il 56% – preferisce comprare su Internet anziché in negozio. È la prima volta che i canali digitali scavalcano quelli fisici nelle intenzioni d’acquisto. Tendenza che, seppur condizionata da variabili contingenti come le chiusure delle attività o le limitazioni alla mobilità, si è andata via via consolidando anche con l’allentamento delle restrizioni tant’è che oggi il 44% dichiara di acquistare di più su web rispetto all’era pre-Covid. Da marzo ad oggi, sono tanti gli italiani che hanno acquistato online prodotti mai acquistati precedentemente sul web: il 22% ha fatto per la prima volta la spesa alimentare, l’11% ha acquistato piccoli elettrodomestici, il 10% ha ordinato telefoni, libri, cosmetici e articoli per il fai-da-te e l’8% ha comprato giocattoli e prodotti informatici. Ad aver beneficiato di più del contributo dell’online è proprio il mercato della tecnologia consumer dove l’incremento della spesa sul web (+46%) è riuscito a compensare nei primi 9 mesi dell’anno la riduzione dei consumi sul canale fisico (-8%) permettendo all’intero comparto di chiudere sui livelli del 2019 (-0,1%).

Il credito al consumo

Come certificano i dati Assofin, il mercato registra dopo i primi 10 mesi dell’anno una flessione delle erogazioni del 22,2%: un inevitabile contraccolpo della caduta dei consumi determinata dalla crisi pandemica. Findomestic mostra, alla fine di ottobre, un andamento leggermente migliore rispetto alla media: -20,6%. «Il 2020 era partito con uno slancio positivo – spiega il direttore generale di Findomestic, Gilles Zeitoun -. Nei primi due mesi dell’anno, infatti, si era rilevata una crescita rispetto al 2019. L’effetto lockdown ha frenato la domanda, innescando un calo che, a livello di mercato, ha raggiunto il 65,7% ad aprile. La ripresa è stata difficoltosa, ma Findomestic si è dimostrata in grado di rispondere alle esigenze del pubblico mettendo a punto una strategia imperniata su reattività, adattabilità e concretezza, nel quadro di quella responsabilità che da sempre rappresenta la stella polare delle azioni della nostra società: proprio per questo abbiamo accolto circa 60 mila richieste di sospensione rimborsi e abbiamo proposto ai nostri clienti nuovi prodotti in grado di garantire maggiore flessibilità nella gestione dei rimborsi e completa accessibilità anche attraverso i canali digitali».

Nike Barcellona: un nuovo store su tre piani nel cuore della città

Debutto in grande spolvero a Barcellona per la Nike, che apre in una delle vie principali della città, al 17 di Paseo de Gracia.

Sviluppato su tre piani e con una superficie di circa 2.000 metri quadrati, lo store sarà il punto d’incontro fra lo sport e il digitale, trasformandosi in un hub reattivo, nutrito dalla città stessa, che permetterà ai Member Nike e ai consumatori di Barcellona di tenersi sempre in movimento.

Ispirato anche dai quattro petali del Flor de Barcelona – uno dei più famosi simboli della tradizione cittadina che raffigura un fiore stilizzato – Nike Barcelona punta a servire gli abitanti della città mantenendo il focus su 4 azioni fondamentali: connettere, imparare, creare e migliorare. Così il prodotto, i servizi, le esperienze e il design stesso dello store saranno a misura delle necessità quotidiane di ogni atleta e degli eventi sportivi che daranno vita di tanto in tanto alla città.

Nike Barcelona incarna fortemente anche lo spirito della campagna “Move to Zero” del brand.

Il pavimento del negozio è stato costruito con un totale di oltre 80.000 kg di materiali riciclati, che equivale a circa 188.000 palloni da calcio. Con questo impegno, insieme al programma di riciclo “Reuse-a-shoe” e alla collaborazione con alcune organizzazioni locali, Nike Barcellona è un esempio di quanto Nike stia contribuendo a proteggere il pianeta e a creare un futuro migliore per lo sport.

Nike Barcelona è stato aperto in partnership con Percassi, già franchisee di Nike in Italia dal 2000, e ora anche uno dei partner in Spagna.

 

Autogrill 1958, un’icona del passato ritorna al futuro

Dopo un importante intervento di ricostruzione conservativa riapre lungo l’Autostrada dei Laghi A8, a pochi chilometri da Milano, l’Autogrill di Villoresi Ovest, costruito nel 1958 su progetto di Angelo Bianchetti e simbolo del rilancio economico e industriale del Paese. La realizzazione del nuovo Villoresi Ovest, con i lavori di cantiere avviati a febbraio 2020 e terminati entro l’anno nonostante le difficoltà del lockdown, è stata condotta nel pieno rispetto del design originale dell’edificio, con una leggera rivisitazione estetica e l’utilizzo di materiali in linea con i più moderni standard edilizi. Il preciso obiettivo di Autogrill è stato quello di rendere Villoresi Ovest un’icona contemporanea, per comunicare con forza il legame del Gruppo con la tradizione e al contempo mostrare il meglio delle capacità in termini di servizio, innovazione e sostenibilità.

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Per rilanciare una location strategica e dal grande valore storico per il marchio, Autogrill ha creato il nuovo concept “1958”, un omaggio alla data di apertura del ristorante. “1958” a Villoresi Ovest è pensato come un unicum nell’ambito dei brand del Gruppo, un locale in grado di raccogliere il meglio dell’esperienza di ristorazione attualmente presente sulla rete in termini di qualità del servizio e di varietà dell’offerta.

Legge di Bilancio: si propone il credito d’imposta a rilancio dell’horeca

Si apre uno spiraglio per il settore Horeca: sono infatti stati presentati gli emendamenti finalizzati a introdurre un credito d’imposta sull’acquisto di beni strumentali per le imprese dei settori della ristorazione e dell’alloggio beneficiarie dei contributi erogati grazie al c.d. “Decreto Ristori”. L’iniziativa condivisa da rappresentanti di tutto l’arco parlamentare, sia di maggioranza che di opposizione, dimostra la diffusa sensibilità in merito alla necessità di interventi per un settore così fortemente penalizzato.

Le proposte hnaoo trovato accoglienza fovorevole anche da parte di Anima Confindustria e EFCEM Italia che rappresentano la filiera delle tecnologie e delle attrezzature per la ristorazione e l’ospitalità. L’auspicio delle due associazioni è che gli emendamenti possano aprire un dibattito in Commissione e essere approvati al fine di portare un sostegno concreto non solo alle imprese della ristorazione e dell’alloggio ma anche ai produttori di tecnologie rivolte al mondo Horeca.

Le misure restrittive necessarie per il contenimento della pandemia COVID-19 hanno infatti avuto un grosso impatto non solo sul fuori casa, ma anche su tutta la filiera che lavora a contatto con queste attività, tra cui produttori di frigoriferi, forni, lavatrici, lavastoviglie, macchine da caffè, pentole e posateria, affettatrici e addolcitori. “Ringraziamo gli Onorevoli Terzoni, Lacarra, De Menech, Fiorini, Squeri e Caretta per l’attenzione che hanno mostrato verso la difficile situazione in cui si trova la filiera Horeca presentando questa proposta che riteniamo di fondamentale importanza per permettere al settore di sopravvivere all’emergenza COVID-19” – afferma Marco Nocivelli, Presidente Anima.

“I settori che forniscono tecnologie e attrezzature alla filieraHo.Re.Ca.nel periodo pandemico hanno registrato una perdita di fatturato tra il 30% e il 40% senza essere ricompresitra quellibeneficiari dei ristori erogati dal Governo. Ritardare un intervento a tutela di questi comparti potrebbe mettere a serio repentaglio una rete di produttori che dà lavoro a 30.000 persone e produce 8,5 miliardi di fatturato per il Paese”- conclude Andrea Rossi, Presidente EFCEM Italia.

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