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Parmigiano Reggiano: 2024 da record, con 3,2 miliardi di euro al consumo

Giro d’affari al consumo ai massimi storici per il Parmigiano Reggiano: il 2024 si è chiuso con 3,2 miliardi di euro contro i 3,05 miliardi del 2023 e un aumento del 4,9%. Risultati positivi per le vendite totali a volume (+9,2%), sostenute da un andamento positivo del mercato italiano (+5,2%) e, soprattutto, dell’export (+13,7%). In crescita anche le quotazioni all’origine: per il 12 mesi la media annuale si è attestata a 11,0 €/kg, segnando un +9% rispetto ai 10,13 €/kg del 2023; per il 24 mesi, l’aumento è stato del +5%, passando dagli 11,90 €/kg dello scorso anno ai 12,5 €/kg del 2024. La produzione è risultata stabile rispetto al 2023: 4,079 milioni di forme vs 4,014 milioni nel 2023 (+1,62%). Tra le provincie della zona di origine, prima per produzione è Parma (1.362.226 forme vs 1.350.415, +0,87%), seguita da Reggio Emilia (1.217.128 forme vs 1.217.380, -0,02%), Modena (877.874 forme vs 860.971, +1,96), Mantova (507.631 forme vs 476.361, +6,56) e Bologna (114.389 forme vs 109.173, +4,77%).
La quota Italia si attesta al 51,3% (osservatorio Sell-In Nielsen). Per quanto riguarda i canali distributivi, la Gdo rimane il primo (65%), seguita dall’industria (18%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti. Il canale Horeca rimane fanalino di coda, e quindi con un enorme potenziale di sviluppo, attestandosi al 7% del totale. Il restante 10% è distribuito negli altri canali di vendita. Le vendite dirette dei caseifici (che si concentrano per oltre l’85% in Italia, pari a circa 9.000 tonnellate) rappresentano il 5,5% delle vendite totali e hanno registrato un forte aumento (+13,0%).
Per il Consorzio, se c’è una certezza che il 2024 ha consolidato è che il futuro del Parmigiano Reggiano è sui mercati internazionali: la quota export rappresenta oggi quasi la metà del totale, il 48,7% (pari a 72.440 t.), con una crescita del +13,7%. Risultati particolarmente positivi sui cinque mercati principali: USA (+13,4%), Francia (+9,1%), Germania (+13,3%), Regno Unito (+17,8%) e Canada (+24,5%). Note positive anche per il Giappone (+6,1%), primo mercato in Asia, e Australia (+28,2%). Con 28,4 milioni di euro investiti per azioni di marketing e comunicazione, Parmigiano Reggiano ha confermato il percorso avviato da alcuni anni per diventare un vero brand iconico globale, pronto ad affrontare gli ostacoli posti da mercati estremamente vasti, ricchi di prodotti d’imitazione e caratterizzati da una marcata confusione al momento dell’acquisto. Il Consorzio sottolinea di lavorare assiduamente per valorizzare la distintività della Dop, fornendo al consumatore più informazioni sulle sue caratteristiche: la stagionatura, la provenienza, il processo produttivo e il gusto, tutti particolari che offrono l’opportunità di differenziarsi dai concorrenti.
Nel prossimo futuro, dovremo sempre più investire sulla crescita nei mercati esteri – dichiara Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano – che rappresentano il futuro della nostra Dop, con una quota export che ha raggiunto quasi la metà del totale, il 48,7%. È obbligatorio creare nuovi spazi nei mercati internazionali e sarà necessario guidare le precondizioni affinché ciò si possa avverare. È evidente come in questo scenario, gli USA, ovvero il nostro primo mercato estero, svolgano un ruolo fondamentale. L’aumento dei dazi sul Parmigiano Reggiano è una notizia che di certo non ci ha rallegrato, ma il nostro è un prodotto premium e l’aumento del prezzo non porta automaticamente a una riduzione dei consumi. Lavoreremo per cercare con la via negoziale di fare capire per quale motivo non ha senso applicare dazi a un prodotto come il nostro che non è in reale concorrenza con i parmesan americani. Con gli USA occorre intavolare un ragionamento sul fatto che non si hanno vantaggi nell’intraprendere una guerra commerciale, né da un lato né dall’altro. Questo dialogo non va condotto bilateralmente dai singoli Paesi, ma dall’Unione Europea. Stiamo attraversando un momento di grande cambiamento, caratterizzato da uno scenario di incertezze legato ai conflitti in essere, da nuovi limiti imposti al libero commercio e da una nuova sensibilità del consumatore che cerca in ciò che mangia quei valori che il nostro prodotto incarna e che deve fare emergere per diventare sempre più una marca globale: non un semplice formaggio, ma uno stile di vita, un’icona del saper fare italiano”.

Nutella in edizione limitata, per un buongiorno italiano

Un’edizione limitata della crema spalmabile più famosa d’Italia (e non solo) per valorizzare le bellezze del nostro Paese, avvolte dalla luce dell’alba. Nutella Buongiorno è un’iniziativa nata dalla collaborazione tra Ferrero ed Enit, società controllata dal Ministero del Turismo e che si occupa della promozione dell’offerta turistica italiana. Si tratta, in pratica, di una collezione composta da 21 vasetti, ciascuno dedicato a una regione italiana. Il conteggio totale arriva a 21 perché nel caso del Trentino-Alto Adige sono stati realizzati due vasetti, uno per ciascuna delle due aree autonome.
Le immagini raffigurano paesaggi noti e angoli inaspettati, invitando il consumatore a compiere un viaggio sensoriale e culturale lungo tutta la Penisola. Ogni vasetto si distingue per un design che cattura le sfumature dell’alba, mentre sul retro un QR code consente di accedere a una landing page dedicata, con informazioni e curiosità per approfondire la conoscenza delle località italiane protagoniste della campagna. A completare l’esperienza, ogni confezione suggerisce l’abbinamento perfetto con un pane tipico regionale, per esaltare il piacere della colazione e celebrare un buongiorno tutto italiano. Nutella Buongiorno è in commercio da questo mese di aprile, in formato da 750 g (con un prezzo al pubblico consigliato di 6,49 euro) e da 950 g (con un prezzo al pubblico consigliato di 7,49 euro).
Ecco di seguito l’elenco dei luoghi rappresentati dai vasetti: 
1) Abruzzo: Costa dei Trabocchi
2) Alto Adige: Alpe di Siusi
3) Basilicata: Castelmezzano
4) Calabria: Capo Colonna
5) Campania: Castello Aragonese d’Ischia
6) Emilia-Romagna: Lido di Spina
7) Friuli-Venezia Giulia: Lago Inferiore di Fusine
8) Lazio: Tempio di Giove Anxur di Terracina
9) Liguria: Riomaggiore
10) Lombardia: Varenna
11) Marche: Urbino
12) Molise: Termoli
13) Piemonte: Risaie di Novara
14) Puglia: Punta Palascìa
15) Sardegna: Tavolara
16) Sicilia: Ragusa
17) Toscana: San Gusmè
18) Trentino: Lago San Pellegrino
19) Umbria: Piani di Castelluccio
20) Valle d’Aosta: Parco Nazionale Gran Paradiso
21) Veneto: Cinque Torri

Bergader Italia, Antje Müller De Leo nominata Amministratrice Delegata

Il suo intento è far crescere l’azienda, mettendo al centro le persone e l’innovazione, e Antje Müller De Leo – nominata Amministratrice Delegata di Bergader Italia lo scorso mese di marzo – ha le idee chiare su come riuscirci. Di origine tedesca, Müller De Leo da anni vive e lavora in Italia, dove ha costruito la sua carriera tra esperienze internazionali e una profonda conoscenza del mercato locale. La sua storia all’interno di Bergader inizia nel 2015 con un incarico temporaneo di sei mesi come Product Manager per l’Italia. Da quel momento il suo ruolo si è evoluto rapidamente: dal marketing alla gestione dei servizi interni, fino alla responsabilità del marketing internazionale e, infine, alla guida dell’azienda a livello internazionale. “Il futuro di Bergader si basa su tre pilastri fondamentali: strategia, persone e innovazione – afferma Antje Müller De Leo, Amministratrice Delegata di Bergader Italia –. La crescita commerciale arriva solo se fai crescere le persone. Il mio obiettivo è costruire un team forte, fornendo strumenti e competenze per avere una visione d’insieme dell’azienda. Non si tratta solo di numeri, ma di creare un ambiente in cui le persone possano svilupparsi e diventare protagoniste del futuro”.
Nel suo mandato triennale, Müller De Leo ha delineato tre direttrici strategiche per Bergader. La prima è la stabilità, costruendo una strategia di lungo termine capace di affrontare crisi e mutamenti di mercato. Il secondo obiettivo è la crescita delle persone, per formare leader consapevoli e autonomi: “Dobbiamo rendere capaci le persone che verranno dopo di noi” sostiene Müller De Leo. Infine, l’essere sempre attenti osservatori della contemporaneità, ma con la consapevolezza di chi ha le proprie radici nella tradizione: “Nel 2027 il nostro Blue Cheese compie 100 anni – continua Müller De Leo –. Il mio obiettivo è valorizzare questa storia senza renderla un peso, parlando ai giovani consumatori e rendendo il nostro prodotto rilevante per il futuro”. Un approccio che, secondo quanto dichiarato dall’azienda, è stato accolto con interesse dalla distribuzione: “All’inizio pensavo che i retailer italiani ci avrebbero snobbati perché siamo più piccoli rispetto ai grandi player – conclude Müller De Leo – ma ho trovato un mercato pronto al dialogo e aperto alla qualità”.

Anche il petfood è sempre più free from, rich-in e tricolore

Cibi ricchi di proteine e vitamine oppure privi di coloranti e glutine, e a ridotto contenuto di zuccheri e calorie. E sempre più connotati come “italiani”: il menu di cani e gatti somiglia sempre più a quello dei loro proprietari perché rispecchia le tendenze dominanti nel mondo del food. A individuare e misurare questo trend è l’analisi contenuta nell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che dedica un approfondimento ai principali fenomeni in atto nel petfood nel canale supermercati e ipermercati: free from, rich-in e italianità. L’Osservatorio Immagino di GS1 Italy ha individuato 1.917 prodotti destinati all’alimentazione di cani e gatti che indicano in etichetta l’assenza di un componente, tra ingredienti, additivi e nutrienti: quest’ampio paniere “free from” accomuna oltre la metà dei prodotti petfood a scaffale e ha sfiorato i 645 milioni di euro di sell-out, in crescita annua di +6,8% a fronte di un calo di -1,7% dei volumi venduti. A dominare è il mondo della nutrizione gatto, che sviluppa il 63% del fatturato free from. I claim più importanti sono “senza coloranti” e “sugar free”, mentre il più dinamico per crescita del giro d’affari è “grain free/low grain” (+18,7%). E anche il gluten free sta conquistando spazio nel menu di cani e gatti: sono 172 i prodotti presentati come “senza glutine” e superano i 25 milioni di euro di vendite, in crescita annua di +10,1% grazie soprattutto al contributo della componente di domanda.
Numerica simile per i prodotti petfood del mondo rich-in, ossia quelli accomunati dall’avere in etichetta almeno un’indicazione sulla presenza di una sostanza benefica. L’Osservatorio Immagino di GS1 Italy ne ha contati 1.913: hanno superato i 557 milioni di euro di sell-out, in crescita annua di +4,9% contro un calo di -3,2% a volume. I claim più rappresentativi sono “vitamine” e “proteine”, ma le crescite maggiori a valore riguardano “prebiotici” (+19,6%), “ricco in/ricco di” (+16,9%) e “ingredienti naturali” (+15,6%). Terzo fenomeno rilevato dall’Osservatorio nel petfood è l’affermazione dell’italianità dei prodotti, richiamata sulle etichette di 523 referenze destinate alla nutrizione di cani e gatti. Un paniere che vale quasi 105 milioni di euro e che in un anno è cresciuto di +10,2% a valore e di +3,5% a volume, grazie soprattutto ai prodotti rivolti ai cani. La bandiera italiana è l’immagine più usata, seguita dal claim “prodotto in Italia/made in Italy”, entrambi in crescita annua sia a valore che a volume. Il top per aumento del giro d’affari è il claim “100% italiano” (+13,6%). La sedicesima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy e lo speciale “Dieci anni del Servizio Immagino” sono scaricabili gratuitamente dal sito osservatorioimmagino.it.

HalfPrice sceglie Merlata Bloom Milano per il suo esordio in Italia

Andrà in scena al mall Merlata Bloom Milano il debutto italiano di HalfPrice, catena fondata in Polonia nel 2021 e attualmente presente con oltre 150 negozi in 14 Paesi. La data annunciata è il 9 maggio, quando aprirà i battenti il nuovo store da oltre 5.000 metri quadrati, situato al primo piano dell’area Ovest, sotto la cupola di vetro della struttura. HalfPrice propone abbigliamento, calzature, accessori e prodotti per la casa e per gli animali domestici, presentando migliaia di marchi internazionali a prezzi accessibili “Introdurre HalfPrice a Merlata Bloom Milano – dichiara Anand Remtolla, Chief Commercial Officer di Nhood Services Italy, società di soluzioni immobiliari specializzata nel commercial real estate e nella rigenerazione urbana – è una decisione strategica che riflette la nostra ambizione per questo asset: affermare Merlata come una destinazione iconica per lo shopping nella città di Milano e punto di riferimento per lo stile di vita milanese. Vogliamo che Merlata Bloom Milano sia sinonimo di esperienze uniche, dove shopping, moda, intrattenimento e ristorazione si uniscono per creare un’unica straordinaria esperienza all-in-one per i nostri visitatori”.

La catena HalfPrice fa parte del Gruppo CCC, rivenditore omnichannel tra i principali leader in Europa nel settore delle calzature e dell’abbigliamento. Il Gruppo CCC gestisce le sue attività di vendita al dettaglio attraverso diverse insegne come: CCC, HalfPrice, eobuwie.pl, MODIVO, worldbox e Boardriders. “In HalfPrice, abbiamo trovato la ricetta per un’esperienza di shopping eccezionale: marchi amati a prezzi imbattibili – afferma Malwina Winter, Chief Operating Officer di HalfPrice –. Con oltre 200 categorie di prodotti in offerta, sono sicura che tutti troveranno qualcosa di speciale nel nostro nuovo negozio a Merlata Bloom Milano, qualcosa che metta in risalto il loro stile e personalità unici”.
Merlata Bloom Milano si trova nel quadrante nord ovest di Milano, si estende su 70.000 mq e accoglie 210 spazi commerciali, tra cui 43 innovativi concept F&B, un superstore Esselunga, Decathlon con il nuovo polo d’uffici e un cinema multisala di ultima generazione Notorius.

Despar Nord: 2,78 miliardi di fatturato e 17 aperture nel 2024

Fatturato, investimenti, rete di vendita e marchio privato: il 2024 di Despar Nord – Aspiag Service va in archivio con tutti i principali indicatori in positivo, a riprova delle ambizioni di sviluppo della concessionaria dei marchi Despar, Eurospar e Interspar in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna e Lombardia. L’esercizio si è chiuso con un fatturato al pubblico di 2,784 miliardi di euro, salito del 2,7% rispetto ai 12 mesi precedenti. La spinta è arrivata dagli investimenti, aumentati del 12% in confronto al 2023, per un valore complessivo di 76 milioni di euro. Cinque i nuovi negozi a gestione diretta tra Veneto (Castelfranco Veneto-TV) ed Emilia-Romagna (San Giorgio di Piano – BO, Guastalla – RE, Castelnuovo Rangone – MO, Spilamberto – MO), a cui si aggiungono 12 supermercati affiliati inaugurati nelle province di Trieste, Gorizia, Ferrara, Udine, Forlì-Cesena, Venezia, Padova, Trento, Milano e Ravenna. Questo ha portato la rete commerciale di Despar Nord a contare 550 punti vendita complessivi, di cui 247 diretti e 303 in affiliazione. A sostenere il trend positivo dei ricavi hanno contribuito anche 18 ristrutturazioni (di cui 11 dirette e 7 affiliate), distribuite tra Veneto (5), Friuli-Venezia Giulia (6), Emilia-Romagna (3) e Trentino-Alto Adige (4). Allo sviluppo sul territorio ha corrisposto anche un incremento dei livelli occupazionali che ha consentito l’ingresso di 465 nuovi collaboratori portando il totale a 9.750, di cui il 62% è rappresentato da donne, con l’89% dei contratti è a tempo indeterminato.

VOLA LA LINEA CONVENIENZA S-BUDGET
Nel 2024 il prodotto a marchio ha rappresentato il 33% dell’intero fatturato dei punti vendita diretti, un dato in crescita di oltre il 2% rispetto ai valori espressi nel 2023. Oggi l’Mdd comprende 6.755 referenze a marchio Despar. Particolarmente significativo l’apporto di S-Budget: la linea convenienza è arrivata a quota 750 prodotti alimentari e non, ma soprattutto è cresciuta del 35,2% in termini di fatturato, consentendo un risparmio medio che Despar Nord quantifica nel 30% sul carrello della spesa. Grande spazio sugli scaffali anche per i prodotti delle filiere corte locali con 3.000 referenze provenienti da più di 400 produttori locali raccolti nel brand “Sapori del Territorio”, e ai micro-localismi con oltre 150 micro-produttori coinvolti in tutte le regioni per circa 1.000 referenze.

LOTTA ALLO SPRECO ALIMENTARE
Nell’ambito della strategia di Corporate Social Responsibility, quasi 480.000 euro sono stati destinati nel 2024 a supporto di centinaia di iniziative in tutte le regioni di riferimento come donazioni e sponsorizzazioni sportive e culturali. Inoltre, grazie alla consolidata collaborazione con Last Minute Market e Fondazione Banco Alimentare, nei punti vendita a gestione diretta di Despar Nord sono state raccolte 1.139 tonnellate di prodotti alimentari rimasti invenduti, che hanno consentito la preparazione di circa 2,5 milioni di pasti destinati a coloro che si trovano in situazioni di maggiore necessità.
Prosegue il nostro percorso di evoluzione su tutti i territori regionali nei quali siamo presenti – commenta Christof Rissbacher, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Despar Nord – così come quello di efficientamento e di miglioramento continuo dei nostri modelli organizzativi, per competere al meglio rispetto ai cambiamenti costanti del settore della grande distribuzione. Crescono ancora gli investimenti, con l’obiettivo di rafforzare e qualificare ulteriormente la nostra offerta e i nostri servizi. A conferma di questo impegno, continua a crescere anche il nostro modello di affiliazione, che rappresenta uno strumento concreto di sostegno all’imprenditoria locale, valorizzando le energie del territorio e promuovendo un’economia diffusa. Guardiamo al 2025 con fiducia, con l’obiettivo di continuare ad investire con convinzione nei territori, nello sviluppo della rete e nel servizio alla comunità”.

Giangiacomo Ibba è il nuovo Presidente della supercentrale Forum

Passaggio di consegne in Forum, la supercentrale di cui fanno parte Crai Secom, Despar Servizi, C3, D.IT – Distribuzione Italiana e Consorzio Drug Italia: Giangiacomo Ibba, Amministratore delegato di Crai Secom è stato nominato Presidente all’unanimità. Succede a Pippo Cannillo, Amministratore Delegato di Maiora, che ricopriva l’incarico dalla nascita di Forum, nel novembre 2020. Quinta supercentrale a livello nazionale, Forum è accreditata di una quota di mercato pari al 7,7% (fonte: Circana) e detiene il primo posto nel canale superette con una quota del 21,5%, a testimonianza della sua forza nella distribuzione di prossimità. “È per me un onore assumere la guida di Forum in una fase così cruciale per l’evoluzione del nostro settore – dichiara Giangiacomo Ibba, Amministratore Delegato di Crai Secom e Presidente di Forum –. Credo profondamente nella forza delle sinergie e nella capacità di questa centrale di interpretare i cambiamenti del mercato con coraggio e coerenza. Insieme ai partner continueremo a promuovere un modello di prossimità evoluta, sempre più attento alle comunità e ai nuovi stili di consumo”.

In questi anni abbiamo lavorato per consolidare una centrale capace di valorizzare le identità delle imprese associate – afferma Pippo Cannillo, Amministratore Delegato di Maiora e Presidente uscente di Forum – e allo stesso tempo sviluppare strategie condivise. Lascio la presidenza con orgoglio, certo che Giangiacomo Ibba saprà proseguire con determinazione nel percorso di crescita e innovazione che Forum ha intrapreso”. L’assemblea dei soci di Forum ha nominato, inoltre, il nuovo Consiglio di Amministrazione, che resterà in carica per il prossimo quadriennio, così composto: Stefano Battistelli (al quale è stata affidata anche la carica di Vice-Presidente) e Gianni Regina in rappresentanza di Consorzio Drug Italia; Oreste Santini e Giuseppe Sammaritano in rappresentanza di D.IT – Distribuzione Italiana; Giuliano Baccichetto e Chiara Celesia espressione di C3; Pippo Cannillo e Marco Sgarioto che rappresentano Despar Servizi; Giangiacomo Ibba e Gianfranco Scola in quota Crai Secom, oltre ad Enrico Fattori che, insieme alla carica di Consigliere mantiene anche quella di Direttore Generale.

Drugstore: aumentano gli acquisti, ma a 7 italiani su 10 non piacciono le confezioni di plastica

I drugstore, ovvero le catene di negozi di articoli per la casa, cura della persona, oltre a farmaci da banco, integratori e alimentari secchi (es. tisane), sono sempre più presenti nelle città e nelle abitudini d’acquisto degli italiani: il 68,9% delle famiglie li frequenta regolarmente per prodotti di igiene, casa e alimentari. Tuttavia, emerge anche un dato in dissonanza: più di 7 italiani su 10 (74%) si dice infastidito dall’eccesso di plastica nei packaging, mentre i consumatori più attenti all’ambiente – gli eco-attivi, pari al 23% delle famiglie– restano ancora poco coinvolti da questo canale. È quanto emerge dalla nuova ricerca “Il canale Drugstore dal punto di vista dello shopper”, realizzata da YouGov CP Italy, leader nelle ricerche sul largo consumo, su un panel di 15.000 famiglie rappresentative dell’intera popolazione italiana (26 milioni di nuclei familiari).
Gli eco-attivi sono consumatori consapevoli, attenti all’impatto ambientale delle loro scelte e pronti a premiare i brand (e i negozi) più sostenibili. Eppure, oggi generano solo il 21% del valore nel canale drugstore: un gap che rappresenta un’enorme opportunità di crescita per le insegne. “L’irritazione per l’uso eccessivo di plastica non è un dettaglio – sottolinea Marco Pellizzoni, Commercial Director Consumer Panel di YouGov –, è un indicatore di comportamento pronto a tradursi in scelta d’acquisto”. Il messaggio è chiaro: ridurre il packaging in plastica e comunicare con efficacia l’impegno ambientale può fare la differenza per intercettare un pubblico esigente. Non solo: anche la Gen Z, pur con un potere d’acquisto limitato, mostra crescente interesse per i temi della sostenibilità, rendendo il posizionamento green ancora più strategico. In un contesto competitivo e in rapido cambiamento, secondo YouGov, la sostenibilità non è più un plus, ma una leva chiave per rendere i drugstore più attrattivi, moderni e rilevanti.

Basko, restyling nel segno del format Bistrot

Nuova immagine per il supermercato Basko di via Barchetta, a Genova Bolzaneto. Il punto vendita, aperto dal Gruppo Sogegross nel 2016, era nato da un importante progetto di riqualificazione dell’area che un tempo ospitava lo storico bowling di Bolzaneto, che nel passato recente viveva una situazione di degrado e di abbandono. Questo ulteriore intervento di ammodernamento e investimento sottolinea l’impegno dell’insegna a essere attivamente presente sul territorio, realizzando servizi e opportunità in linea con le necessità della comunità, e rispondendo a una proposta già molto apprezzata nel quartiere, che ha reso necessario l’ampliamento. Per Basko – sottolinea il retailer genovese – il punto vendita non è solo un luogo per la spesa, ma anche un centro di aggregazione. Il format Bistrot, presente in nove supermercati della rete Basko, contribuisce a questa visione, proponendo un’offerta di piatti realizzati con ingredienti freschi in un ambiente aperto sia ai clienti del supermercato che all’intera collettività.
I nostri Bistrot, diventati un autentico punto di riferimento all’interno dei supermercati Basko, continuano a riscuotere un grande successo – afferma Giovanni D’Alessandro, Direttore Canale Basko –. Negli ultimi tre anni, abbiamo visto una crescita notevole dei punti vendita che li accolgono, segno dell’apprezzamento della comunità sia per la qualità della proposta gastronomica che per questi spazi di incontro e socializzazione”.

STESSA FORMULA, PIÙ POSTI A SEDERE
Il Bistrot di via Barchetta – aperto da lunedì al sabato a partire dalle ore 12 – si sposta al primo piano dell’edificio, incrementando i posti a sedere da 90 a 150. Il Bistrot, pur mantenendo invariata la formula, è stato rinnovato negli spazi e nell’immagine, creando un ambiente più accogliente e funzionale. Inoltre, sono state aggiunte una doppia cassa e nuove assunzioni per ottimizzare la gestione e facilitare il flusso durante le ore di maggiore affluenza. Il nuovo ambiente propone allestimenti contemporanei e spazi più raccolti, organizzati in piccole isole. È previsto anche un laboratorio per la produzione di pasticceria fresca, che sarà disponibile sia per degustazione nel Bistrot che per l’acquisto. “Il nostro Bistrot – conclude D’Alessandro – è il luogo ideale per trascorrere momenti piacevoli a qualsiasi ora del giorno. Dalla colazione all’aperitivo, offriamo un’esperienza culinaria completa. Una novità importante è l’estensione del servizio delivery, che oltre a coprire la sede Sogegross ora include anche altre realtà della zona, con possibilità di convenzioni e listini personalizzati. Inoltre, il Bistrot si presenta come uno spazio polifunzionale perfetto per cene aziendali, ma anche per eventi, degustazioni e serate a tema che stiamo organizzando come Basko. Sosteniamo inoltre lo sport dilettantistico locale, offrendo convenzioni speciali alle squadre per i loro pranzi domenicali. Tutto questo rende il nuovo Bistrot di Bolzaneto un vivace punto di ritrovo per la comunità e il quartiere, contribuendo ad arricchire l’offerta gastronomica locale”. Il nuovo ingresso al primo piano, rimasto inutilizzato dall’apertura del punto vendita nel 2016, faciliterà l’accesso al Bistrot, mentre il bar rimarrà al piano terra, all’ingresso del supermercato.

ORTOFRUTTA E SURGELATI CONQUISTANO SPAZIO
Quanto al punto vendita, si espande di 200 metri quadri, offrendo una nuova esperienza di acquisto. I banchi serviti, come pescheria, macelleria e gastronomia, rimangono invariati per assortimento, servizio e spazio. L’area dedicata all’ortofrutta è stata raddoppiata, aumentando notevolmente la superficie disponibile. All’interno del supermercato è stato inoltre ampliato il reparto surgelati per offrire una maggiore varietà di prodotti in linea con i trend del momento. Anche la sezione grocery è stata completamente rivista nel layout, con la creazione di una cantina che dà ampio spazio ai prodotti locali, valorizzando le eccellenze del territorio. Ulteriore novità è nel reparto panificati dove alla modalità self-service – già presente – è stato aggiunto il banco servito, per offrire ai clienti una scelta ancora più ampia grazie a prodotti provenienti dal laboratorio Basko di Via Bernardini. Infine, anche l’area casse è stata ampliata e ridefinita nell’ottica di garantire un’ancora migliore fruibilità e velocità del servizio.
Nata nel 1987, l’insegna Basko (supermercati e superstore) rappresenta il core business del Gruppo Sogegross, sia per fatturato – oltre 414 milioni di euro nel 2024 – che per la propria filosofia di attenzione al cliente e personalizzazione del servizio in ottica multicanale.  La rete Basko comprende 55 supermercati e superstore, con superfici tra i 500 e i 3.000 metri quadri, prevalentemente dislocati in Liguria e con una presenza in crescita nel Basso Piemonte e nelle altre regioni del Nord-ovest.  Con oltre 260 punti vendita e circa 3.000 addetti, il Gruppo Sogegross è tra i primi dieci operatori privati italiani della grande distribuzione organizzata, con una presenza in vari canali distributivi: cash&carry (marchio GrosMarket), supermercati e superstore (marchio Basko), soft discount (marchio Ekom), supermercati e superette in franchising (marchio Doro), e-commerce (www.basko.it e grosmarket.it).

Fattorie Garofalo festeggia la Pasqua con il Caciobuovo

Le festività pasquali si confermano terreno fertile per la creatività gastronomica e, accanto alle classiche uova di cioccolato, ogni anno spuntano proposte sempre più ricercate e fuori dagli schemi. Tra le novità della Pasqua 2025 c’è il CacioBUovo, un uovo salato realizzato con caciocavallo prodotto esclusivamente con latte di bufala, con all’interno una sorpresa decisamente originale: un cuore di salame di bufalo. Firmato da Fattorie Garofalo, il CacioBUovo è disponibile in esclusiva sul sito Bufala.shop e nei 14 punti vendita dell’azienda, presenti principalmente in aeroporti e stazioni ferroviarie.
Il latte di bufala, noto per la sua ricchezza organolettica, conferisce al CacioBUovo note burrose e leggermente dolci che si sposano con la sapidità e la struttura decisa del salame di bufalo. Il prodotto è da consumare fresco o sciolto su una bruschetta e richiama il cosiddetto “caciocavallo dell’emigrante”, nato agli inizi del Novecento dalla tradizione e dall’ingegno degli italiani diretti negli Stati Uniti, che nascondevano i salumi all’interno dei caciocavalli per aggirare i divieti doganali. Fattorie Garofalo è il più grande allevatore di capi bufalini di razza mediterranea italiana con oltre 12 mila capi, primo produttore di latte di bufala e Mozzarella di Bufala Campana Dop, con circa 10.000 tonnellate annue di formaggi di bufala esportate in oltre 40 paesi.

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