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Anziano a chi? Alla scoperta dei target senior

L’Italia è un paese in crisi demografica. Non solo la popolazione totale dal 2015 è calata di quasi 2 milioni di abitanti (-3,0%) ma è anche complessivamente invecchiata, facendo registrare una contemporanea crescita in doppia cifra nella fascia d’età 55-64 (+20,7%) e degli over 65 (+10,3%). I target più maturi sono però anche quelli che sostengono la spesa dei beni di largo consumo: le famiglie con il responsabile d’acquisto di età superiore a 55 anni sono il 51% del totale, con i baby boomer e i più anziani che fanno registrare negli ultimi tre anni trend di spesa (rispettivamente +23,8% e +19,5%) superiori alla media nazionale (+18,8%). Occorre comprendere in profondità le esigenze di questi consumatori destinati a una crescente rilevanza: secondo le previsioni nel 2050, l’Italia perderà altri 4,3 milioni di abitanti (-7,3%) vedendo tuttavia aumentare il numero di over 65 (+4,6 milioni). Le famiglie, a loro volta, saranno sempre di più (+2,6%) ma frammentate e poco numerose (le persone sole saranno 770 mila, pari al 41,1% totale delle famiglie).
Questi dati impongono una riflessione a distribuzione e industria per intercettare le opportunità di business presenti e future, come è stato spiegato in un webinar dedicato alla Longevity Economy realizzato da YouGov. Ma quanto è profonda la conoscenza degli acquirenti senior da parte degli operatori? Lo shopper panel di quasi 17.000 famiglie rappresentative della totalità delle famiglie italiane (26 milioni) di YouGov Shopper consente un monitoraggio continuo delle abitudini e dei comportamenti d’acquisto, oltre a raccogliere informazioni relative all’utilizzo dei media. Le evidenze emerse fotografano, infatti, comportamenti che definiscono una tipologia di acquirente molto lontana dagli stereotipi.

CAMBIANO LE ABITUDINI E LA SPESA
Tra gli shopper si riducono sempre più le barriere tra fasce di età: gli over 55 sono più inclini a socializzare (il 77% dei rispondenti dichiara di stare volentieri tra la gente contro il 70% della fascia 18-54 anni), ama fare attività all’aria aperta quasi quanto i giovani (35% vs. 40%) e perfino l’utilizzo giornaliero di internet (68%) e dei social media (62%) è in forte crescita.
Non a caso i dati di YouGov rilevano come si è accentuata la tendenza a carrelli più leggeri e spese più frequenti, con 233 viaggi all’anno (la media nazionale è 203,7) e scontrini medi di 20 euro (21,69) per 11 pezzi acquistati (12,2). Addio quindi all’abitudine delle grandi scorte: la spesa è diventata un rito quotidiano che risponde a ritmi urbani e digitali.
Tra i canali i punti vendita tradizionali e il cosiddetto libero servizio piccolo overperformano, a testimonianza di come gli over 65 prediligano la prossimità. Non a caso tra i format più frequentati spiccano Conad City, Carrefour Express e Ipercoop. Sopra la media anche la penetrazione della spesa online, scelta dal 48,9% degli shopper over 65 (46,3% la percentuale sul totale nazionale).
Per quanto riguarda i consumi, i senior trainano segmenti come il biologico o i prodotti funzionali: la comodità e la salute diventano investimenti in benessere e qualità della vita, senza rinunciare a uno sguardo curioso verso le novità proposte (come dimostra l’apprezzamento per il cibo etnico manifestato dal 39,5% delle famiglie).
Il Beauty Care Tracking, questionario settimanale auto-compilato dai panelisti di YouGov, evidenzia come anche nel settore della bellezza il segmento over 55 valga già 4,8 miliardi. La spesa del target senior è maggiore rispetto al resto della popolazione, indirizzandosi soprattutto verso creme idratanti e anti-age, i segmenti più penetrati (rispettivamente 29,9% e 27,4%).

BRAND STORICI E SERVIZI DEDICATI
Quali sono i marchi più apprezzati? Tra i top 50 del largo consumo Barilla, De Cecco e Ace registrano una penetrazione sopra media, brand storici che possono contare su una solida reputazione di tradizione e funzionalità. Ma dai dati YouGov emerge anche la crescente tendenza del mercato a soddisfare gli shopper senior proponendo servizi e promozioni dedicati, oltre a referenze orientate alla salute e al benessere come le linee arricchite o i prodotti “better for you”.
In un Paese che invecchia rapidamente, i dati di YouGov ci dicono che i consumatori senior sono protagonisti crescenti della scena economica italiana – dichiara Marco Pellizzoni, Commercial Director di YouGov Shopper – rappresentando un driver strategico di sviluppo del business. Comprenderne a fondo i comportamenti e i bisogni significa non solo rispondere a un’evoluzione demografica, ma anche intercettare e valorizzare un segmento che oggi guida la crescita del largo consumo”.

Made in Italy, gli stranieri lo trovano sui social media

Il presente e il futuro del Made in Italy passano dai social, diventati il principale canale utilizzato dai consumatori stranieri per scoprire le eccellenze tricolori. A rivelarlo è “Made in Italy in the Social Media Age – Insights: Powered by Pulse Advertising”, studio internazionale condotto da Pulse Advertising in collaborazione con Eumetra su oltre 2.500 consumatori in cinque mercati chiave (Regno Unito, Germania, Francia, USA, Cina). Il 56% dei cinesi, il 44% degli americani, il 38% dei tedeschi, il 37% degli inglesi e il 35% dei francesi dipendono dai social come principale fonte per trovare prodotti e contenuti Made in Italy.
I dati mostrano una leadership inequivocabile in tutti i mercati analizzati – dichiara Paola Nannelli, Chief Sales Officer di Pulse Advertising (nella foto a sinistra) –. Anche nei mercati dove i media tradizionali restano forti, i social media occupano stabilmente la posizione n.1. Non è una tendenza: è la nuova realtà alla base del comportamento dei consumatori quando cercano prodotti Made in Italy”.
Il potenziale economico emerge ancora meglio da un’altra considerazione contenuta nella ricerca: la discovery social sembra essere direttamente correlata alla disponibilità a pagare prezzi premium, dichiarata dal 61% degli intervistati in Cina, dal 40% negli USA e dal 25-35% in Europa.

GIOVANI E INFLUENCER
La necessità di presidiare le piattaforme social è ancora più evidente con riguardo ai giovani, perché il 64,4% della fascia 15-25 anni utilizza Instagram ogni giorno, mentre addirittura il 70,9% fa la stessa cosa con Tik Tok. “I brand che ritardano la riallocazione dei budget rischiano di perdere i futuri acquirenti premium – avverte Alberto Stracuzzi, Direttore Ricerche di Mercato di Eumetra –. I dati generazionali mostrano lo schema dei prossimi dieci anni di consumo nel settore del lusso Made in Italy. Investire per primi crea vantaggi competitivi impossibili da replicare in seguito”.
Altro elemento fondamentale è il passaggio dalla creazione amatoriale a quella professionale, che apre nuove opportunità di partnership. Anche in questo caso i numeri sono inequivocabili: a creare contenuti è solo il 23% degli intervistati in Francia, mentre il 77% consuma contenuti professionali. La quota è ancora più bassa in altri Paesi: 15% in Germania, 18% negli USA, 12% in UK, 9% in Cina. Questa professionalizzazione si traduce in vantaggi strategici per i brand che collaborano con creator affermati e riconosciuti invece di puntare solo sulla reach organica.

ROTTA SULLA CINA
L’opportunità più convincente e immediata per i brand Made in Italy, secondo gli autori dello studio, è la Cina. Una valutazione legata alle dimensioni di quel mercato, dove il total trade vale 66 miliardi euro (+30% rispetto al 2022), il cross-border e-commerce cresce del 20% annuo, il live-shopping market è arrivato a 4,5 miliardi dollari nel 2024, con proiezioni a 24 miliardi entro il 2030.
Tra i vantaggi nel comportamento dei consumatori in Cina, la ricerca elenca il fatto che il 56% si fida delle raccomandazioni degli influencer (contro il 24% negli USA e il 15-20% in Europa); il 58% scopre il Made in Italy tramite i creator che segue; il 61% è disposto a pagare un premium price per prodotti italiani autentici.
L’Italia ha comunque un patrimonio in termine di immagine non trascurabile nei mercati analizzati, visto che un terzo dei consumatori negli USA (38%) e in Cina (32%) associa l’Italia esclusivamente al segmento del lusso, con il Regno Unito in linea con questa percezione premium (29%). Tra i marchi più citati emergono gerarchie chiare e anche sorprese: Armani e Ferrari restano ambasciatori globali del lusso italiano, mentre Barilla conquista una posizione di rilievo, soprattutto in Cina. Altri brand menzionati frequentemente sono Gucci, Dolce & Gabbana, Prada e Versace.

LE AZIONI DA METTERE IN CAMPO
Ma come dovrebbero muoversi le aziende e in particolare i Chief Marketing Officer per sfruttare i social in ottica export? La ricerca suggerisce una serie di azioni immediate. La prima è riallocare almeno il 35% dei budget dedicati alla discovery verso le piattaforme social, in linea con i comportamenti dei consumatori, destinando oltre il 55% ai mercati in cui la scoperta via social supera il 45%. I tassi di discovery sui social vanno poi verificati mensilmente per ottimizzare gli investimenti. Un secondo spazio di intervento è quello delle partnership con i creator: in Cina la priorità è collaborare con i mega-influencer sfruttando il vantaggio di fiducia del 56%, mentre nei Paesi occidentali bisogna costruire reti di creator professionali man mano che i mercati maturano.
Il terzo punto riguarda i consumatori di domani: è necessario dare priorità a TikTok e Instagram per intercettare i futuri acquirenti del lusso; adeguare i budget ai pattern di utilizzo quotidiano dei diversi social, con l’obiettivo di costruire strategie social-first, aggiudicandosi un vantaggio strategico sui concorrenti che restano legati ai canali tradizionali. La quarta e ultima azione suggerita consiste nel focalizzare le campagne premium sui mercati con alta discovery social, valorizzando il concetto di Made in Italy.
In sintesi, i brand tradizionali italiani dovrebbero trasformare i social media da centro di costo a driver di profitto. “Il Made in Italy rappresenta un patrimonio di valore straordinario a livello globale – conclude Claudio Burchi, Managing Director di Pulse Advertising Italia (nella foto in alto) – ma per sbloccarne il pieno potenziale di profitto serve un investimento immediato nei social media. Ritardare significa competere per i consumatori di ieri con i canali di ieri”.

Non solo tech per il Black Friday 2025

Come si preparano gli italiani al Black Friday? La giornata degli acquisti all’insegna degli sconti è ancora lontana – quest’anno cade il 28 novembre – ma qualche anticipazione la fornisce un’indagine condotta dall’Osservatorio Shopping DoveConviene. Il primo dato interessante è legato alla percezione della ricorrenza, una volta considerata un’ottima occasione per aggiudicarsi a buon prezzo il proprio prodotto tech preferito, mentre oggi il 69% degli italiani ammette di sfruttare il Black Friday per comprare vari prodotti di uso quotidiano o che, spesso, non sono indispensabili nell’immediato. Ma non solo: più del 70% sfrutterà questo periodo per anticipare l’acquisto dei regali di Natale.

ANCHE IL FOOD NELLA LISTA DELLA SPESA

Tra le categorie che saranno più ambite dai consumatori per il Black Friday 2025, spiccano l’abbigliamento (59%), seguito dagli elettrodomestici (46%) e dai beni alimentari (42%). Di questi segmenti, i prodotti più ricercati sono latte, caffè, olio extravergine di oliva, asciugatrice e lavatrice. Chiudono la graduatoria i prodotti tech e beauty, entrambi al 23%: smartphone, smart tv, tinte per capelli, rasoi e asciugacapelli.

Il negozio fisico rimarrà il canale di acquisto privilegiato per il 37% degli italiani. Il 41% invece alternerà online e offline, mentre solo il 13% sceglierà esclusivamente di fare acquisti in rete.

TRA PROMOZIONI E PIANIFICAZIONE DEGLI ACQUISTI

Per quanto riguarda il budget, infine, dall’indagine emerge che il 52% degli italiani non ha stabilito un importo preciso e si orienterà in base alle promozioni disponibili. Tuttavia, la pianificazione degli acquisti rimarrà un fattore importante per oltre 1 consumatore su 3 (36%), che utilizzerà le piattaforme online per navigare tra le offerte presenti (58%), confrontare agilmente i prezzi (32%) e reperire tutte le informazioni sui prodotti (23%).

Il Black Friday è ormai una ricorrenza di shopping immancabile per gli italiani – commenta Marco Durante, Global VP Sales & Marketing di Shopfully – che oggi scelgono questo periodo per aggiudicarsi le offerte delle categorie di prodotto più disparate e lo fanno in maniera sempre più omnicanale. Se, infatti, da un lato, una buona fetta di consumatori pianifica gli acquisti online, dall’altro il negozio fisico rimane il punto di riferimento privilegiato per concludere l’acquisto. È in questo equilibrio tra digitale e in-store che brand e retailer dei più disparati settori merceologici devono giocare strategicamente, costruendo percorsi d’acquisto integrati capaci di rafforzare la relazione con i consumatori in una fase dell’anno ad altissimo valore”.

Conserve Italia amplia l’offerta nel vending

Conserve Italia rilancia sul consumo on the go, aggiungendo una buona dose di un ingrediente che può davvero fare la differenza: il servizio. Leader dei succhi di frutta nel canale vending, con due brik su tre appartenenti ai propri marchi nei distributori automatici, l’azienda nel 2025 ha investito in innovazione di prodotto per le marche Yoga, Valfrutta e Derby Blue, con nuove ricette e formati, restyling di packaging e soluzioni attente alla sostenibilità.

YOGA SI RIFÀ IL LOOK
Il marchio Yoga, punto di riferimento nel mondo dei succhi, è il grande protagonista delle novità lanciate quest’anno. Se il cuore dell’offerta resta il brik da 200 ml, formato storico presente sul canale vending con una gamma articolata (senza zuccheri aggiunti, 100% frutta, Optimum), non mancano le innovazioni studiate in base al concetto del “prodotto giusto al posto giusto”. La più importante è il rinnovamento complessivo sul fronte del packaging, che ha toccato sia le gamme dei succhi di frutta che quelle del thè freddo, all’interno di un percorso volto a creare un’identità visiva del marchio sempre più uniforme.
In quest’ottica si inserisce il restyling completo della linea Pet 250 ml, con la nuova “shape” delle bottiglie in linea con quella dei formati da 200 ml in vetro e del Pet 500 ml e 1 litro. Tra le novità si annoverano il formato 500 ml in Pet 50% da plastica riciclata sia per Yoga Zero (disponibile in 4 gusti: Ace, Arancia mix, Multifrutti, Frutti Rossi) che per Yoga Yotea (disponibile in 3 gusti: Limone, Pesca e Thè verde) e il passaggio da brik 250 ml a brik 300 ml per due referenze: Arancia Spremuta 100% e Yoga AQ.
Quest’ultima novità interessa anche la presenza nei distributori automatici dei marchi Valfrutta e Derby Blue: Valfrutta vede il debutto del formato brik 250 ml con il succo Pesca Bio; Derby Blue punta invece su una gamma completamente rinnovata nel formato 300 ml, disponibile nei gusti Arancia Rossa, Ace e Multifrutti senza zuccheri aggiunti, pensata per il consumo on the go e con poche calorie.
Sul fronte delle ricette, si registra l’arrivo di Yoga Fruit Pro 250 ml, succo di frutta proteico (20 g di proteine per singolo prodotto) disponibile nella confezione cheerpack (gusti Ace e Ananas) ideato per chi pratica sport ed è attento al proprio benessere, con il quale il marchio storico di Conserve Italia ha fatto il suo ingresso in un nuovo segmento di mercato.

CONFEZIONI RISPETTOSE DELL’AMBIENTE
Conserve Italia definisce prioritario il tema della sostenibilità e nel corso del 2025 ha lavorato all’evoluzione dei packaging. L’obiettivo è ridurre progressivamente l’impatto ambientale, rispondendo alle richieste delle aziende del vending e dei consumatori finali, sempre più attenti a prodotti naturali e a pack ecosostenibili. “Il canale vending rappresenta per noi un presidio strategico che ci consente di far arrivare i nostri marchi storici a un pubblico molto ampio, con soluzioni innovative e sostenibili – sottolinea Gabriele Angeli, Direttore Marketing Horeca di Conserve Italia –. Le novità del 2025, guidate da Yoga ma arricchite anche dalle proposte Valfrutta e Derby Blue, vanno proprio in questa direzione: più gusti, più occasioni di consumo e un’attenzione costante all’ambiente”.

Osservatorio Immagino, la spesa sostenibile vale 45 miliardi di euro

Si potrebbe dire che è una delle “lingue” più utilizzate a scaffale. Sono infatti oltre 83 su 100 i prodotti venduti nei supermercati e ipermercati di tutta Italia che “parlano” di sostenibilità, riportando sulle loro etichette le informazioni relative alle iniziative avviate dalle aziende produttrici in ambito ambientale, sociale o del benessere animale. È questo lo scenario delineato nella diciassettesima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che, in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, propone una lettura ampia e scientifica di peso, diffusione e valore della comunicazione green in etichetta. Nel 2024, tra super e ipermercati, l’aggregato di prodotti “sostenibili” ha incassato quasi 45 miliardi di euro, con una crescita annua di +2,1%, spinta principalmente dall’aumento dei prezzi (+3,4%) e dalla componente di offerta (+1,9%), ma con volumi in calo di -1,2% rispetto al 2023.

ETICHETTE A DIFESA DEL PIANETA
È la sostenibilità ambientale la tematica più comunicata dalle aziende attraverso le etichette dei prodotti. L’Osservatorio Immagino ha individuato questo tipo di informazioni su 120.797 referenze che nel 2024 hanno sfiorato i 44,8 miliardi di euro di incassi nel canale super e ipermercati. Tra le informazioni presenti on-pack, le più diffuse sono i suggerimenti pratici per aiutare i consumatori ad adottare comportamenti virtuosi (ad esempio nella raccolta differenziata o nella corretta conservazione dei prodotti), seguiti dalle indicazioni sull’impegno per la riciclabilità del packaging, da quelle per la maggior sostenibilità delle modalità di produzione e di approvvigionamento lungo la filiera, dalle certificazioni di sostenibilità, dai claim generici (come “green”) e dai calcoli relativi all’impatto dei prodotti lungo l’interi ciclo di vita (LCA).

ATTENZIONE AL SOCIALE ANCORA POCO PRESENTE
La seconda dimensione rilevata dall’Osservatorio Immagino, ma ancora poco presente, è quella della sostenibilità sociale: accomuna il 9,1% delle referenze e ha sfiorato i 6,6 miliardi di euro di incassi nel 2024 (+2,2% annuo, ma -0,4% a volume). A livello competitivo le private label e i fornitori top 20 sono cresciuti solo a valore mentre i follower sono avanzati anche a volume.
Infine, il benessere animale è segnalato solamente sul 2,1% dei prodotti venduti in supermercati e ipermercati. Queste 2.988 referenze hanno incassato 1,5 miliardi di euro, con un lieve aumento annuo a valore (+1,0%) a fronte di un netto calo dei volumi (-5,5%). Tra i competitor la performance a valore ha premiato le private label, che però hanno accusato anche un maggior calo a volume, così come i top 20.

A San Benedetto la concessione delle acque di Popoli Terme

Intesa tra la Regione Abruzzo e Gran Guizza, società del Gruppo San Benedetto. L’accordo prevede l’affidamento trentennale della concessione delle acque minerali Sant’Angelo “Fonte Primavera”, situate nel Comune di Popoli Terme, in provincia di Pescara. Il gruppo veneto lo definisce un importante risultato che testimonia la collaborazione tra istituzioni e impresa. Secondo l’azienda, infatti, l’affidamento consentirà di dare continuità e ulteriore impulso allo sviluppo del sito produttivo Gran Guizza di Popoli Terme, generando ricadute positive per il territorio sia in termini occupazionali che economici.
Un giorno importante per lo sviluppo di Gran Guizza nel territorio abruzzese, che consente al Gruppo San Benedetto di programmare futuri investimenti a Popoli – ribadisce Frédéric Barut, Direttore Generale Gruppo Acqua Minerale San Benedetto (a sinistra nella foto in alto), che ha siglato l’intesa –. Ringrazio la Regione Abruzzo per tutto il supporto nella definizione del complesso procedimento che ha portato alla firma”.
Per la Regione e gli enti locali hanno partecipato Lorenzo Sospiri, Presidente del Consiglio Regionale dell’Abruzzo, Dario Ciamponi, Dirigente del Servizio Politica Energetica e Risorse del Territorio Regione Abruzzo, Dino Santoro, Sindaco del Comune di Popoli Terme, e Giovanni Cantore, Responsabile Ufficio Risorse Estrattive Regione Abruzzo. “La firma odierna del contratto di concessione per l’affidamento delle acque minerali di Sant’Angelo nella città di Popoli Terme per 30 anni alla Gran Guizza significa investimenti salvaguardati, posti di lavoro tutelati e garantiti e l’avvio di un piano di sviluppo che ricadrà e riguarderà direttamente Popoli e le aree interne della Val Pescara – commenta Lorenzo Sospiri, Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo (a destra nella foto in alto) –. Significa aver assicurato stabilità ai nostri territori, alle maestranze, all’economia stessa di una vasta area restituendo ossigeno, fiducia e forza al mondo della produzione locale, alle micro e piccole imprese che rappresentano la storia e il futuro della nostra regione”.
Oltre a quello di Popoli Terme, il Gruppo San Benedetto ha altri sei stabilimenti in Italia e precisamente a Scorzè (VE), Pocenia (UD), Donato (BI), Nepi (VT), Viggianello (PZ) e Atella (PZ). Sono invece quattro i siti produttivi internazionali: due in Spagna, uno in Polonia e uno in Ungheria.

Molino Spadoni si conferma partner di Bake Off Italia

Poker di Molino Spadoni a Bake Off Italia – Dolci in forno. Per il quarto anno consecutivo le farine e miscele dell’azienda di Coccolia (RA) sono a disposizione dei pasticcieri dilettanti che si danno battaglia nel cooking show prodotto da Banijay Italia e in programma dal 5 settembre su Real Time e in streaming su discovery+.
La selezione di referenze comprende la Gran Mugnaio antigrumi “00”, nei due formati da 1 kg e 5 kg, che rappresenta la base adatta per tutte le ricette, la Gran Mugnaio antigrumi “0” biologica e la Gran Mugnaio “00” specifica per dolci e da grano italiano. I concorrenti hanno a disposizione anche la Farina d’America “0” Manitoba, che con la sua forza si presta a impasti che necessitano di lievitazioni medio lunghe, e le Farine di Grano Tenero macinate a pietra, nelle due versioni tipo “1” e Integrale, anch’esse ottenute da grano italiano.
A condurre la 13esima edizione di Bake Off Italia – Dolci in forno è la comica e attrice Brenda Lodigiani, mentre i giudici del programma sono Ernst Knam, Damiano Carrara e Tommaso Foglia, ai quali si affianca il Maestro Igino Massari, superospite fisso della prova tecnica.
La scelta di legarci nuovamente a Bake Off Italia – sottolinea Leonardo Spadoni, Amministratore Delegato di Molino Spadoni – dimostra quanto l’azienda creda in questo programma tv e in operazioni che ci permettono di raggiungere il grande pubblico e, nello specifico, lo strategico target degli appassionati di food e pasticceria, consumatori consapevoli dell’importanza degli ingredienti per conseguire ottimi risultati”.

Il family office della famiglia Colruyt diventa socio di Euro Company

Si chiama Korys, è belga e rimanda a un nome importante del retail internazionale. Ecco in breve l’identikit del nuovo socio di minoranza di Euro Company, azienda italiana attiva nella produzione di frutta secca ed essiccata. Nel comunicare la notizia, Euro Company non specifica la quota azionaria oggetto dell’accordo né il controvalore, limitandosi a precisare che la partnership è finalizzata a consolidare l’espansione internazionale.
Korys è il family office della famiglia Colruyt, alla guida del principale gruppo retail belga, e realizza investimenti a lungo termine con l’obiettivo di creare valore sostenibile nei settori Consumo Consapevole, Healthy Living e Transizione Energetica. Dispone di un team di 30 professionisti con sede in Belgio e in India e negli ultimi 20 anni ha costruito un portafoglio di oltre 4 miliardi di euro in investimenti. Oltre a più di 20 partecipazioni dirette (tra cui Colruyt Group e Virya Energy), gestisce anche fondi di private equity e investimenti in strumenti quotati.

OLTRE LA FRUTTA SECCA
Euro Company è stata fondata nel 1979 dalla famiglia Zani a Godo di Russi (RA) e ha chiuso l’esercizio 2024/25 con un fatturato superiore ai 161 milioni di euro, grazie a un portafoglio di oltre 1.800 referenze che spazia dalla frutta secca ed essiccata tradizionale alle creme spalmabili 100%, fino alle alternative vegetali a base di frutta secca fermentata. In quanto Società Benefit e certificata B Corp, integra la responsabilità sociale e ambientale in tutte le sue attività, dalla selezione delle materie prime alla cura delle persone e all’impegno verso la comunità.
Questa collaborazione rappresenta un’opportunità straordinaria per rafforzare la nostra crescita internazionale, mantenendo saldi i nostri valori e la nostra identità aziendale afferma Maurizio Castagnoli, Direttore Generale di Euro Company – con la convinzione che le imprese possano guidare un cambiamento positivo globale. Korys condivide la nostra visione e il nostro impegno verso le persone, il pianeta e l’ambiente”.
L’approccio trasparente e sostenibile di Euro Company è perfettamente allineato con i nostri principi – commentano Dries Crevits e Katti Van Oosterwijck del team Korys –. Il settore della frutta secca ed essiccata è in continua crescita ed Euro Company è ben posizionata per rispondere alla domanda dei consumatori, con prodotti etici e ad impatto positivo”.

“Lidl vale davvero”, nuovo claim per non parlare solo di prezzo

I retailer lo sanno bene: parlare solo di prezzo non basta. Al consumatore bisogna comunicare valori che vanno oltre il risparmio, nonostante questo resti fondamentale, in particolare in una fase di forte erosione del potere d’acquisto. Questa strategia emerge con chiarezza nella campagna branding lanciata da Lidl contemporaneamente in tutti i 31 Paesi europei in cui l’insegna è presente. E il compito è affidato al nuovo claim, che non a caso recita “Lidl vale davvero” e viene definito una promessa, più che un messaggio pubblicitario. Una promessa che Lidl dichiara di rivolgere ai clienti, impegnandosi per rendere accessibili prodotti di qualità; ai collaboratori, investendo nel loro futuro professionale; all’ambiente, riducendo il più possibile la sua impronta ecologica; ai partner commerciali, costruendo partnership a lungo termine basate sulla fiducia, per crescere insieme e garantire una catena del valore sostenibile.
Oggi le persone non si aspettano solo prodotti di elevata qualità dai brand – spiega Gianfranco Marc Brunetti, Amministratore Delegato Area Cliente/Customer Lidl Italia – ma si aspettano anche che agiscano in maniera responsabile dal punto vista sociale e ambientale. Con questa campagna vogliamo stringere un legame profondo con un pubblico sempre più ampio di persone, mostrando come Lidl offra a tutti ciò che vale davvero, andando oltre l’ottimo rapporto qualità-prezzo. Rimaniamo fedeli al nostro DNA di discount, guidati da una visione ancora più ampia”.

IL MEDIA MIX DELLA CAMPAGNA
La campagna, on air dal 21 settembre a fine ottobre, è pianificata con una strategia media integrata su tutti i canali. Lo spot racconta di come ciò che vale nella vita dipenda dalle nostre scelte, ambizioni e traguardi e Lidl vuole essere al fianco di tutti per raggiungere i propri obiettivi. La pianificazione televisiva prevede il lancio nel formato da 60″ sulle principali emittenti TV, seguito dalle versioni da 30″ e 20″. Il media mix, inoltre, comprende anche una forte presenza online su YouTube e sulle principali piattaforme streaming. Parallelamente, la campagna vivrà sui social media con post e reel dedicati.

Le Conserve della Nonna rinnova la sua immagine

Nuova veste grafica per Le Conserve della Nonna, marchio del Gruppo Fini. L’obiettivo è ottenere maggiore riconoscibilità a scaffale e comunicare con immediatezza la propria identità. L’idea di base è stata tradurre in segni, colori e materiali i valori a cui il brand di Ravarino (MO) si richiama. Ed ecco quindi illustrazioni acquarellate che rimandano alla manualità e alla cura tipiche della lavorazione artigianale, lasciando ben visibile il prodotto all’interno del vasetto; denominazione chiara e leggibile, per offrire al consumatore un’esperienza di acquisto semplice e intuitiva; una texture di fondo effetto materico che evoca il calore della tradizione e delle preparazioni domestiche. I claim evidenziano i plus di ogni referenza, dalla selezione degli ingredienti alla filiera corta.
La nuova immagine sarà adottata progressivamente su tutte le linee di prodotto. Ogni nostro vasetto racconta una storia di semplicità, attenzione e rispetto per il consumatore – afferma Lorenza Baretti, Brand Manager di Le Conserve della Nonna –. Abbiamo voluto che questa storia fosse visibile già a prima vista, sugli scaffali, grazie a una grafica che trasmetta in modo diretto la nostra identità”.
Il Gruppo Fini, società di proprietà di Holding Carisma, è una storica realtà produttiva dell’alimentare. Dal 1912 ad oggi l’originaria salumeria-gastronomia di Modena si è trasformata in un pastificio che conta oltre 100 dipendenti ed esporta i suoi prodotti in 30 Paesi nel mondo. Fini è un marchio di pasta fresca, mentre Le Conserve della Nonna propone una gamma di passate, sughi, condimenti e confetture.

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