Cambio al vertice in Ikea Italia: Alpaslan Deliloglu, 51 anni, nato in Turchia, subentra come Ceo e Cso Manager (Chief Sustainability Officer) ad Asunta Enrile, che ricopre il ruolo di Deputy Chief Digital Officer in Ingka Group. Al nuovo Ceo spetta il compito di rafforzare la crescita del brand, presente in Italia da 36 anni con quasi 8.000 co-workers, 22 punti vendita tradizionali, 20 Plan & Order Point nei centri città e il Centro di Distribuzione di Piacenza. Dopo gli studi in relazioni internazionali, politica ed economia all’Università di Kirikkale (Turchia), Deliloglu è entrato in Ikea nel 2004 come Sales Manager nel negozio di Istanbul, per poi diventare Commercial Manager per la Turchia. Nel 2014, si è trasferito in Svizzera per ricoprire prima l’incarico di Deputy Ceo e dal 2019 quello di Ceo & Cso di Ikea Austria, consolidando l’approccio omnichannel e facendo crescere la notorietà del brand che, in poco tempo, è diventato il primo retailer di arredamento per la casa a Vienna.
“Ho appena festeggiato i miei primi 20 anni in Ikea – Alpaslan Deliloglu, Ceo & Cso Manager di Ikea Italia – e sono entusiasta d’iniziare oggi una nuova avventura in un Paese che tradizionalmente attribuisce un grande valore alla casa come luogo dove le persone vivono i momenti più importanti della loro vita. Con il mio lavoro, desidero contribuire a rendere ancora più accessibile e rilevante la presenza di Ikea in Italia, impegnandomi a sostenere la mission del brand, quella di rendere migliore la vita in casa della maggioranza delle persone rispettando i limiti del nostro pianeta”.
instore
Alpaslan Deliloglu è il nuovo Ceo di Ikea Italia
La Coop di Avigliana si rinnova e diventa superstore
Nuova vita per la galleria commerciale Le Torri di Avigliana (TO), di proprietà di Nova Coop. I primi lavori hanno riguardato il punto vendita Coop, che nel 2025 compie trent’anni, riaperto con spazi completamente rinnovati negli ambienti, negli arredi e nell’identità visiva per accogliere il format superstore, migliorando l’efficienza complessiva del negozio. La riqualificazione è partita dalla riprogettazione dell’immagine esterna dell’edificio, con la tinteggiatura dei lati che affacciano sugli ingressi di via Cavalieri di Vittorio Veneto e di corso Laghi, seguendo un nuovo concept cromatico che accompagna l’introduzione di un nuovo logo per Le Torri, già visibile sull’ingresso principale e su tutta la segnaletica stradale. Anche il parcheggio superiore è stato coinvolto nella prima fase, con il rinnovo completo del manto di pavimentazione. Nei prossimi mesi i lavori proseguiranno all’interno: le attuali scale mobili verranno sostituite con un ascensore panoramico e sarà rifatta la pavimentazione. L’investimento complessivo di Nova Coop, comprensivo dei lavori di ristrutturazione del punto vendita e della galleria commerciale, è pari a 3,8 milioni di euro.
L’adozione di un nuovo format per il negozio Coop di Avigliana, a superficie destinata alla vendita invariata di circa 1.850 metri quadri, ha consentito di aumentare la profondità dell’offerta commerciale con l’introduzione di circa 800 referenze aggiuntive, tra novità di prodotto e di formato, grazie a una migliore suddivisione degli spazi merceologici. Di queste nuove referenze, il 75% appartiene alla categoria dei freschi e freschissimi. Vengono introdotte anche le aree “Il buono del Piemonte”, con eccellenze gastronomiche della regione realizzate dai produttori locali che collaborano con Nova Coop. A livello di servizio, a destra dell’ingresso si trova la postazione Novapoint dedicata a soci e clienti per richieste d’informazione, sottoscrizione e assistenza legate a prestito sociale, contratti di luce, gas e telefonia. I banchi assistiti sono stati riorganizzati in un’unica linea integrata comprendente Panetteria, Gastronomia – con ampliamento dell’assortimento rosticceria e banco caldo – e Macelleria, mentre la Pescheria mantiene la sua posizione precedente e sperimenta un nuovo fabbricatore del ghiaccio dal basso integrato nel banco, introdotto per la prima volta nella rete di vendita in occasione di questa ristrutturazione. Inoltre, ad Avigliana Nova Coop ha assunto la gestione diretta della Panetteria, iniziando a proporre il pane di produzione propria, realizzato con lievito madre e preparato presso l’ipermercato di Beinasco.
È stato poi introdotto un sistema di segnaletica e comunicazione digitale che agevola il cliente a completare la spesa in minor tempo, offrendo maggiori informazioni sui prodotti e servizi disponibili. Anche la barriera casse è stata ridisegnata posizionando le casse Fast Lane e Salvatempo in corrispondenza della conclusione dei percorsi di spesa. La riqualificazione degli spazi è stata l’occasione per migliorare le prestazioni energetiche del punto vendita sostituendo tutti i banchi frigo con modelli a più alta efficienza mentre, per quanto riguarda gli arredi dismessi, si è cercato di procedere in un’ottica di economia circolare, favorendo il riuso di una parte delle attrezzature in altri negozi.
“Ad Avigliana abbiamo realizzato un’importante operazione di ristrutturazione del nostro punto vendita – spiega Fabio Lischetti, Direttore Vendite di Nova Coop – per rispondere ai nuovi bisogni dei consumatori: fare la spesa in modo più semplice e frequente, offrire una maggiore profondità nell’assortimento alimentare unita a un importante presidio del non alimentare per fornire soluzioni adatte a qualsiasi stile di vita e di consumo, accompagnare il cliente nell’esperienza di acquisto ponendo attenzione al bisogno informativo e alla componente di servizio. Il negozio ora si presenta completamente rinnovato, con una formula che siamo convinti potrà soddisfare ancora di più le aspettative quotidiane della nostra clientela”.
Per Ernesto Dalle Rive, Presidente di Nova Coop, “L’intervento che stiamo realizzando sulla galleria commerciale Le Torri avviene in concomitanza con importanti lavori di riqualificazione che stanno interessando la zona adiacente al nostro storico insediamento e testimonia la volontà della Cooperativa di rinnovare il lungo rapporto che la lega alla città dei laghi. In un momento in cui, su qualsiasi territorio, la competizione commerciale tra vecchi e nuovi concorrenti si fa sempre più serrata, il nostro negozio può contare su di una comunità di circa 10 mila soci e su di una fitta rete di relazioni con gli stakeholder territoriali attivate attraverso le nostre continue iniziative che toccano l’educazione alla salute, al consumo consapevole, la povertà alimentare e altri temi d’interesse generale. È questa la specificità che continueremo a garantire in un negozio rinnovato – conclude Dalle Rive – assieme ad un’offerta commerciale che rispecchia i nostri valori, per assicurare a tutti i clienti cibo buono, sicuro, rispettoso dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori al giusto prezzo”.
Logistica, il largo consumo a caccia di efficienza
Cinque anni per la supply del largo consumo equivalgono a un secolo. Soprattutto nel periodo post-Covid, durante il quale la filiera del mass market ha subito profonde trasformazioni e si è mossa in un contesto sempre più sfidante, complesso e imprevedibile. A delinearne l’evoluzione e misurarne gli effetti, come già avvenuto nel 2019 e prima ancora nel 2010, è la nuova edizione della ricerca “Mappatura ed evoluzione dei flussi logistici nella filiera del largo consumo”, realizzata da GS1 Italy in ambito ECR Italia, con la collaborazione di un gruppo di ricerca congiunto del Politecnico di Milano e della LIUC Università Cattaneo e il coinvolgimento di 45 aziende del settore (12 distributori, 30 produttori e 3 operatori logistici). I risultati della ricerca, raccolti nell’omonimo Bluebook, fotografa la logistica della filiera del largo consumo italiano, che si stima conti un volume complessivo di 4,6 miliardi di colli in transito all’anno.
“A distanza di cinque anni dalla precedente edizione – afferma Bruno Aceto, Ceo di GS1 Italy – e in uno scenario completamente mutato rispetto al 2019, abbiamo sentito la necessità di tornare a svolgere quest’approfondita analisi in quanto strumento essenziale per comprendere l’evoluzione della logistica, misurarne le criticità e individuare nuove opportunità. Questa mappatura è importante perché rappresenta il punto di partenza per delineare le direzioni di lavoro della filiera, intraprese anche attraverso le iniziative collaborative espresse dai tavoli di lavoro di ECR Italia, dove le principali aziende di industria e distribuzione e gli operatori logistici collaborano per innovare i processi e per migliorare l’efficienza di filiera produttore-distributore-consumatore”.
RIDISEGNO DEI NETWORK E CENTRALIZZAZIONE, ANCHE NEI FRESCHI
La prima evidenza che emerge dalla mappatura realizzata da ECR Italia è la forte accelerazione del ridisegno dei network logistico-distributivi avvenuta nel periodo post-Covid-19 e dettata dalla necessità di tutti gli attori di raggiungere una maggiore efficienza. I fornitori hanno arretrato gli stock nei magazzini di fabbrica e centrali e ridotto la rete distributiva dei depositi di secondo livello, in termini sia di numero di depositi periferici sia di transit point. Anche la distribuzione moderna ha rivisto il suo assetto logistico, composto da Centri Distributivi (Ce.Di.) primari e secondari, per rendere la rete più flessibile e ottenere più ridondanza e resilienza. Il tasso di centralizzazione dei flussi logistici ai Ce.Di. è cresciuto e, diversamente dalla precedente rilevazione, questo è avvenuto anche nel comparto del fresco, arrivato a un tasso del 91%, e quindi ormai prossimo al 92% dei prodotti secchi.
LE SOLUZIONI PER OTTIMIZZARE I PROCESSI
L’aumento dei costi del trasporto e il rischio di carenza di materiali, di capacità produttiva e di servizi logistici hanno avuto un forte impatto sui processi di interfaccia tra fornitori e Gdo, determinando una crescente ricerca di ottimizzazione e di recupero di efficienza, in particolare nel processo “order-to-delivery”. Tra i diversi fronti di intervento, la ricerca ECR Italia ha individuato l’aumento della dimensione media degli ordini (+14% in dieci anni), e quindi la crescita di +3% dell’incidenza delle unità di carico (UdC) intere in ingresso ai Ce.Di., arrivata al 79% nel secco. E ancora l’incremento di UdC intere con pallettizzazione ottimale (altezza tra i 120 e i 125 cm) per migliorare la saturazione volumetrica nei trasporti, e la riduzione di -2% del numero medio di referenze gestite. Significativo è stato anche l’impatto organizzativo del livellamento temporale dei flussi di merce in ingresso ai Ce.Di. sia su base settimanale che mensile e dell’estensione delle finestre di consegna anche nelle ore pomeridiane.
CRESCITA DELL’OUTSOURCING LOGISTICO E RICADUTE SUL SERVIZIO
Nel periodo post-Covid tra le aziende di produzione si è assistito al maggior ricorso all’outsourcing logistico strategico per alleggerire la gestione e generare economie di scala. Ma l’autonomia crescente dei fornitori di servizi logistici nella definizione degli instradamenti e nella gestione operativa dei processi può ridurre il controllo sui flussi fisici e sulle prestazioni di servizio fornite alla Gdo. Le asimmetrie nella visibilità della supply chain da parte dei fornitori generano distorsioni nella misurazione del livello di servizio offerto e ricevuto. Inoltre, la scarsa visibilità sulla domanda e l’incertezza degli ultimi anni hanno generato un alto livello di stock nella rete, dettato anche dalla frammentazione della rete distributiva e dall’aumento dei punti di evasione degli ordini, che incide in modo negativo sulla freschezza dei prodotti (soprattutto di quelli più deperibili).
AUMENTANO DIGITALIZZAZIONE E SOSTENIBILITÀ
L’evoluzione della supply chain nel largo consumo va nella direzione di una crescente (ma lenta) digitalizzazione, favorita dalla progressiva rimozione di alcuni ostacoli di natura non tecnologica che l’avevano rallentata. È in crescita la diffusione degli standard come la trasmissione degli ordini in EDI (Electronic Data Interchange), passata dal 34% al 50%, ma resta ancora molto da fare per migliorare l’integrazione tra i sistemi informativi di fornitori e Gdo e per garantire una maggiore visibilità nei flussi logistici. Analogo lo scenario nell’altra grande direttrice evolutiva, la sostenibilità. L’analisi presente in “Mappatura ed evoluzione dei flussi logistici nella filiera del largo consumo” ha rilevato un maggior numero e una più ampia intensità di iniziative finalizzate a ridurre l’impatto ambientale della supply chain, attuate nell’ambito degli imballaggi, dei magazzini e, soprattutto, dei trasporti, e spesso connesse a progetti di efficienza logistica, come, ad esempio, la revisione degli imballaggi per aumentare il rendimento volumetrico e massimizzare la saturazione dei mezzi di trasporto.
COLLABORAZIONE, AVANTI TUTTA
La fotografia scattata da ECR Italia evidenzia la “riscoperta” della centralità della collaborazione fra produttori e distributori. Circa la metà delle oltre 40 aziende coinvolte nella ricerca afferma di aver implementato progetti condivisi con l’obiettivo di migliorare in primis l’efficacia del processo “order-to-delivery”, ad esempio attraverso la riduzione dei ritardi di consegna, della congestione presso i Ce.Di, dei respinti e delle attese allo scarico. La collaborazione procede sempre per gradi e sono fondamentali le “early initiatives” per testare la capacità delle aziende a collaborare e per sistemare i “basic building blocks” del processo logistico. “La capacità di collaborare resta determinante per affrontare le sfide future della logistica nel largo consumo – prosegue Bruno Aceto (nella foto a sinistra) –. Per le aziende di questa filiera sarà sempre più importante stabilire relazioni di fiducia attraverso le quali sviluppare progetti condivisi di collaborazione per rimuovere le inefficienze, superare le criticità e promuovere un sapere condiviso così da costruire una supply chain più efficiente, resiliente e sostenibile. E in ECR Italia l’innovazione dei processi di filiera si realizza proprio grazie alla collaborazione, che permette di individuare soluzioni comuni a beneficio di tutto il sistema”. Tra gli strumenti a disposizione delle aziende impegnate in questo contesto c’è anche la formazione dell’Academy di GS1 Italy, con una vasta gamma di corsi ad hoc per ottimizzare la logistica e il Percorso certificato di Supply chain collaboration per la filiera del largo consumo, la cui seconda edizione partirà il prossimo maggio: si tratta di un percorso innovativo, che coniuga le competenze teoriche del Politecnico di Milano con i casi reali estrapolati da progetti collaborativi realizzati in ambito ECR Italia, per aiutare aziende di produzione e distribuzione e operatori della logistica a capire come ottimizzare i processi interni e di interfaccia attraverso la collaborazione e l’innovazione di filiera.
Mdd Crai all’esordio in Est Europa con il partner Cortelazzi
Proporre la propria marca privata a operatori attivi all’estero e interessati a una selezione di prodotti Made in Italy è un obiettivo comune a vari retailer, perseguito con modalità e risultati diversi. Ora è la volta di Crai, che ha stipulato un accordo per esportare le sue linee Cuore dell’Isola, La Rosa dei gusti, Crai e Piaceri Italiani in Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Il partner è Cortelazzi, società che da oltre 30 anni distribuisce prodotti alimentari italiani in Est Europa e che più di recente ha aperto due supermercati, uno a Praga e uno a Bratislava. Crai considera la collaborazione un’opportunità strategica, anche perché sarà accompagnata da un articolato piano di comunicazione e marketing volto a far conoscere al pubblico locale il valore autentico della gastronomia italiana. I prodotti a marchio Crai saranno protagonisti nelle principali città coinvolte attraverso billboard, campagne outdoor mirate, spot radiofonici, distribuzione capillare di volantini e un’intensa attività di comunicazione digitale. Già previsti, inoltre, dei temporary shop a Praga e Bratislava per il periodo natalizio. Spazi di visibilità saranno ovviamente realizzati nei punti vendita di Cortelazzi, mentre alcune referenze entreranno a far parte del programma fedeltà dei due supermercati, incentivando il pubblico a provare e apprezzare la nuova gamma.
“La partnership con Cortelazzi, realtà d’eccellenza nella distribuzione internazionale di prodotti italiani, rappresenta un passo naturale nella strategia di espansione del nostro gruppo – dichiara Giangiacomo Ibba, Amministratore Delegato di Crai –. Abbiamo trovato un partner che condivide i nostri valori di qualità, autenticità e amore per il territorio, con la stessa passione nel promuovere la cultura gastronomica italiana. Grazie a questa collaborazione, portiamo i sapori autentici e l’eccellenza della nostra marca privata a nuovi mercati, rafforzando il legame con consumatori che già apprezzano la tradizione e l’arte della buona tavola italiana”.
“Questa partnership è un importante momento nella storia della nostra azienda – commenta Ernando Cortelazzi, Presidente Max Food – Cortelazzi –. I prodotti a marchio Crai rappresentano perfettamente quell’essenza di ricerca, tradizione ed eccellenza italiana che da decenni siamo impegnati a promuovere in Est Europa. Grazie a questa collaborazione il Gruppo Cortelazzi sarà, sempre di più, un punto di riferimento per il settore alimentare italiano in Est Europa”.
Acquisizione in Bulgaria per Cereal Docks, internalizzata la lavorazione dei semi di girasole
Si chiama Prista Commerce, ha un fatturato di circa 10 milioni di euro – realizzato con una ventina di dipendenti – e si occupa della trasformazione di semi di girasole: ecco in estrema sintesi il profilo della società bulgara acquisita da Cereal Docks. L’operazione consente al gruppo di Camisano Vicentino (VI), guidato dalla famiglia Fanin, di compiere un passo importante nello sviluppo del Piano industriale 2025 – 2027 che punta ad ampliare la presenza nel segmento degli ingredienti per l’industria food, sfruttando le competenze per nuove opportunità di crescita sui mercati internazionali, sia tramite sviluppo industriale sia attraverso acquisizioni mirate. Fondata nel 2011, Prista Commerce opera nello stabilimento di Ruse, città localizzata nella Pianura del Danubio, ed è specializzata nella lavorazione di semi di girasole decorticati per la produzione di farine proteiche, utilizzabili in numerose applicazioni alimentari e di semi di girasole sgusciati per snack proteici e topping per insalate e dessert.
L’ingresso di Prista Commerce nel perimetro del gruppo permetterà di internalizzare tutti i processi produttivi nell’ambito del portfolio prodotti HeliaPro, la nuova farina proteica derivata da semi di girasole recentemente presentata al mercato, caratterizzata da un elevato contenuto proteico (50%), assenza di allergeni comuni e versatilità d’uso in diverse applicazioni alimentari. Ideale per prodotti plant-based, gluten-free e clean label, HeliaPro può essere utilizzata nella produzione di pane, pasta, snack, barrette proteiche, burger vegetali, salse e creme spalmabili. “Sono certo che questa nuova acquisizione contribuirà positivamente all’evoluzione del gruppo – afferma Giacomo Fanin, Business Director di Cereal Docks Group – ampliando la gamma e rafforzando la nostra posizione come fornitori di ingredienti per l’industria alimentare. L’operazione ci avvicina ulteriormente all’obiettivo di garantire ai nostri clienti il presidio completo della filiera, dal seme all’ingrediente, con un approccio integrato che unisce qualità, sicurezza e innovazione”.
Parma Food Valley, un “marchio” da 11 miliardi di euro di fatturato
Tra i 5 prodotti gastronomici che meglio rappresentano il nostro Paese nel mondo, il 27% degli italiani cita spontaneamente una filiera della Parma Food Valley, all’interno di un territorio conosciuto dal 43% degli intervistati. E in generale, più del 50% riconosce il valore di eccellenza dei prodotti di quest’area. Sono alcuni degli spunti emersi da una ricerca Ipsos su Parma Food Valley, il territorio rappresentato da Fondazione Parma Creative City of Gastronomy Unesco che racchiude 6 tra le più importanti filiere dell’agroalimentare italiano: Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, pasta (Barilla), pomodoro (Mutti e Rodolfi), latte (Parmalat) e le alici (Delicius, Rizzoli e Zarotti). La Fondazione è stata costituita nel 2017, a seguito della nomina di Parma a Città Creativa Unesco per la Gastronomia, avvenuta nel dicembre 2015. E oltre alle filiere, è affiancata dai partner istituzionali come il Comune di Parma, la Camera di Commercio dell’Emilia, l’Unione Parmense degli Industriali, l’Università di Parma e Fiere di Parma, con il coordinamento di Parma Alimentare. L’ente di ricerca ha condotto uno studio sulla conoscenza e l’apprezzamento del marchio Parma Food Valley in Italia. Sono state 1.246 le interviste realizzate su una popolazione dai 18 ai 74 anni ben suddivisa per occupazione (il 58% lavora) e stato di famiglia (il 55% si dichiara convivente, il restante 45% o vive da solo o con famigliari/amici), mentre per quanto riguarda il tasso di istruzione il 22% ha raggiunto la laurea. In chiusura, il 48% degli intervistati è stato intercettato nel Nord, il 18 al Centro e il restante 34% tra Sud e isole.
PRODUZIONE ED EXPORT IN CIFRE
La ricerca è stata effettuata su un’area di grande rilievo dal punto di vista economico. Nel 2023 (ultimo dato complessivo disponibile) le 6 filiere hanno sommato un fatturato al consumo di oltre 11 miliardi di euro. Le due Dop – 3,05 miliardi di euro per il Parmigiano Reggiano; 1,7 miliardi per il Prosciutto di Parma – e Barilla (4,9 miliardi di euro) rappresentano la fetta maggiore, seguiti dal pomodoro (quasi 800 milioni di euro), latte (720 milioni) e le alici (135 milioni) in un settore di cui Parma è leader e che attraverso le tre aziende rappresenta più del 70% delle acciughe consumate in Italia. Sul fatturato complessivo, circa 5 miliardi di euro (il 44%) derivano dalle esportazioni. Secondo i dati pubblicati da Upi (Unione Parmense degli Industriali), basati sui report Istat dei valori alla produzione, quello ducale rappresenta il 5% dell’intero export alimentare italiano, cifra che sale al 32% se riparametrata sull’Emilia-Romagna. E in una situazione geopolitica minacciata dai dazi, è possibile analizzare anche i Paesi più importanti. Se Francia e Germania sono ai primi due posti, nell’ultimo anno sono stati proprio gli Stati Uniti a registrare la maggior crescita sull’export con un +21,7% rispetto al 2023, seguiti dal Canada (+21,1%), Spagna (+19,1%) e Regno Unito (+15%). Più in generale, dal 2015 l’export della Parma Food Valley è sempre cresciuto, arrivando in 10 anni a sfiorare il +100%. Mentre per quanto riguarda le importazioni, gli Usa non compaiono nei primi 20 posti di una classifica guidata dalla Spagna. Infine, dal punto di vista occupazionale l’agroalimentare parmense può vantare 1.052 aziende sfiorando i 15.000 addetti.
QUALITÀ E GUSTO I DRIVER D’ACQUISTO
Tra gli oltre 1.200 intervistati, il 63% mette al primo posto la qualità e il 52% il gusto come aspetti più rilevanti nel guidare gli acquisti. Ma nella ricerca emergono anche punti di miglioramento. E tra questi c’è il focus principale di Fondazione Parma Creative City of Gastronomy Unesco, ovvero promuovere la conoscenza di Parma Food Valley. Pur avendo prodotti unici in tutto il mondo, più della metà degli intervistati non conosceva il brand. “La ricerca Ipsos offre degli spunti interessanti per valorizzare ancora di più Parma Food Valley – afferma Massimo Spigaroli, Presidente Fondazione Parma Creative City of Gastronomy Unesco –. In un momento simile, caratterizzato anche a livello internazionale da una conflittualità politica ed economica, è ancora più importante sottolineare l’importanza di un ente che invece è stata capace di fare sistema. Attraverso questa occasione lavoreremo ancora di più per far conoscere l’eccellenza dei nostri prodotti, in una valorizzazione in grado di far crescere consorzi, aziende e territorio”.
Triangolini Valfrutta, nuova collezione dedicata ai parchi nazionali italiani
È ancora tempo di novità per I Triangolini Valfrutta, i succhi di frutta per bambini che, dopo il decimo compleanno celebrato nei mesi scorsi, ora lanciano sul mercato una nuova collezione dal titolo “Amici dei Parchi Nazionali”. Sono 12 gli animali presenti nella nuova collezione, descritti insieme ad altrettanti Parchi Nazionali. Ogni multiconfezione è infatti caratterizzata dalla rappresentazione di quattro animali che è possibile trovare sia sul facing che sull’aletta laterale, nella quale è presente anche la descrizione di ogni parco naturale all’interno del quale vivono, consentendo così al piccolo consumatore un’occasione di scoperta delle eccellenze del nostro Paese. In questo modo, gli animali raffigurati non rappresentano dei meri elementi decorativi, bensì diventano i veri e propri protagonisti di un racconto che ne svela gli habitat naturali. I giovani consumatori possono quindi esplorare la biodiversità italiana, localizzare geograficamente i parchi nazionali associando a ciascun animale una caratteristica distintiva, vivendo un’esperienza di consumo ancora più coinvolgente ed educativa.
La nuova collezione, proposta in cluster da 8 o da 12 pezzi, è riconfermata nei classici gusti de I Triangolini Valfrutta: Pera Italiana, Pesca Italiana e Albicocca Italiana. Sarà disponibile nei punti vendita della Gdo a partire dalle prossime settimane, fino al ritorno a scuola di settembre 2025. “Valfrutta, che ha da poco ricevuto il riconoscimento di Marchio Storico italiano, accompagna il consumatore attraverso un sistema di valori in sintonia con la propria identità, supportandolo nel suo percorso di consumo alimentare e di vita – dichiara Francesco Emiliani, Product Marketing Manager Triangolini Valfrutta –. I Triangolini si rivolgono ad un pubblico molto giovane, in particolare al target bambino, per questo il sistema valoriale che proponiamo è attentamente calibrato sul loro percorso di crescita, in questo caso fatto di scoperta e di apprendimento continuo”.
Pasta Garofalo lancia un concorso e va in gol con il Napoli
Cosa sognano tutti i tifosi di calcio? Vedere la squadra del cuore segnare e avere la possibilità di incontrare i propri beniamini. Il Pastificio Garofalo dà modo di realizzare questi due sogni mediante un contest, ma solo ai tifosi della squadra azzurra per antonomasia, il Napoli. GarofaGOOOL! è un’iniziativa social che mette in palio un Meet & Greet con i campioni del Napoli e una visita al centro di allenamento di Castel Volturno, un’occasione unica per vivere da vicino l’emozione del mondo azzurro. Official Partner della Società Sportiva Calcio Napoli dal 2010, anche quest’anno il Pastificio Garofalo celebra la passione azzurra con un’attività che accende l’entusiasmo di chi esulta a ogni gol della propria squadra del cuore.
Per partecipare a GarofaGOOOL! basta seguire il profilo Instagram @pastagarofaloit e commentare i post dedicati al contest con la keyword “garofagoool” per ricevere in DM un messaggio con le indicazioni per aderire al concorso e un video con i sei tra i più bei gol del Napoli delle ultime stagioni. L’ultimo passaggio è quello decisivo: votare il proprio gol preferito e incrociare le dita, sperando di essere tra i 20 fortunati vincitori che avranno l’opportunità di incontrare i loro campioni preferiti e visitare il centro di allenamento della squadra, vivendo un momento esclusivo.
Guendalina Bombassei nominata Hr Director di Paglieri
È Guendalina Bombassei la nuova Hr Director di Paglieri, azienda piemontese attiva nel mercato dei prodotti per la cura del corpo con marchi come Felce Azzurra, Cléo, Labrosan, SapoNello, del bucato e della casa con brand quali Felce Azzurra il Bianco, Mon Amour e Aria di Casa. Laureata in Scienze Politiche e specializzata in Diritto ed Economia, Bombassei ha maturato un’esperienza consolidata in HR, Talent Management e Change Management, ricoprendo ruoli di grande responsabilità in aziende di rilievo e sviluppando competenze manageriali nell’ambito delle risorse umane. Il suo obiettivo in Paglieri è favorire una cultura aziendale aperta all’innovazione e focalizzata sullo sviluppo e sulla valorizzazione delle competenze interne. “L’ingresso di Guendalina Bombassei rappresenta un passo strategico per il futuro della nostra azienda – dichiara Debora Paglieri, che con Fabio Rossello e Lodovico Paglieri ricopre il ruolo di Amministratore Delegato di Paglieri –. La sua consolidata esperienza e il suo approccio alla gestione del capitale umano ci aiuteranno a sviluppare una cultura aziendale sempre più orientata alla valorizzazione e alla crescita delle persone, vero cuore pulsante di Paglieri”.
“Ho deciso di entrare in Paglieri per accompagnare una realtà storica italiana in un percorso di evoluzione e crescita – afferma Guendalina Bombassei –. Credo fortemente nell’importanza di un’attività di HR strategica, capace di valorizzare il talento interno, integrare nuove tecnologie, senza perdere il valore delle relazioni umane e formare le persone affinché affrontino il cambiamento con resilienza e competenza. Lavorerò per assicurare che questo processo avvenga in modo sostenibile, inclusivo e nel rispetto della Future Vision del gruppo”.
I trend del vino in Gdo, aspettando i dazi di Donald Trump
Il peggio sul mercato interno sembra essere alle spalle, ma i dazi minacciati da Donald Trump e la perdurante debolezza a volume suggeriscono cautela. Il vino in Gdo è reduce da anni di grande sofferenza, a causa degli effetti a lungo termine degli aumenti dei costi di produzione e dei loro riflessi sugli scaffali. Tuttavia, a partire dal 2023, il mercato pur mantenendo il segno meno, ha cominciato a dare cenni di miglioramento e nel 2025 potrebbe proseguire nella stessa direzione, grazie in parte al raffreddamento dei prezzi – da non intendere come riduzione – e al conseguente scenario di maggiore stabilità. È questa, in sintesi, la visione della società di ricerche Circana, che ha diffuso in anteprima alcuni dati dello studio “Circana per Vinitaly” che verrà presentato nella sua interezza in una tavola rotonda in programma a Verona lunedì 7 aprile.
La Gdo resta il canale di vendita più importante per il settore, con 753 milioni di litri di vino e spumante commercializzati nel 2024, chiuso con un -1,3% a volume sull’anno precedente (fatta eccezione per lo spumante che sembra aver intrapreso un percorso diverso), in parte compensato da un +2,2% a valore. Andamento positivo per i vini in bottiglia a denominazione d’origine che registrano un +0,7%, confermata anche da altre categorie di vini che nel 2024 hanno registrato buoni risultati, in parte inaspettati.
I BEST PERFORMER A VOLUME E A VALORE
Nel 2024, crescono significativamente a volume, rispetto all’anno precedente, il siciliano Inzolia, con il +12,9%, il Primitivo di Puglia (+11,8%), quasi al pari del Vermentino (Sardegna, Toscana, Liguria) con il +11,7%, seguito dalla friulana Ribolla (+11,3%). La classifica dei vini “emergenti”, cioè quelli col maggior tasso di crescita rispetto all’anno precedente, elaborata invece a valore, mostra il Vermentino al primo posto con +13,5%, seguito dal Primitivo di Puglia con il +12,6%, dal trentino Lagrein che cresce dell’11,5% e dal Pinot Nero con il +9,8%.
Il costo medio per il vino a denominazione d’origine in bottiglia (Doc, Docg, Igt) è di 5,57 euro al litro, con un aumento medio del 2% sull’anno precedente, decisamente più contenuto rispetto al dato 2023, che aveva registrato aumenti superiori al 6%.
I PIÙ VENDUTI IN GRANDE DISTRIBUZIONE
In generale, gli italiani nei supermercati preferiscono i rosati ai bianchi, i bianchi ai rossi e i vini fermi a quelli frizzanti. Al primo posto il Prosecco (Veneto e Friuli V.G.) con quasi 50 milioni di litri venduti (+4,7% rispetto all’anno precedente), seguito dal Chianti (Toscana) con oltre 16 milioni di litri e dal Lambrusco (Emilia-Romagna, Lombardia) con oltre 15 milioni di litri, che però performano peggio dell’anno scorso (-2,9% e -4%). Da notare le buone performance del Vermentino (Sardegna, Toscana, Liguria), al sesto posto in classifica, che cresce dell’11,7% con oltre 11 milioni e 600mila litri venduti, della Ribolla (Friuli-Venezia Giulia), all’ottavo posto con quasi 8 milioni e 700mila litri venduti (+11,3%) e del Primitivo di Puglia, all’undicesimo posto con 7 milioni e 350mila litri (+11,8%).
“Il 2024 ha visto migliorare il dato (pur sempre negativo) del vino. La frenata dovuta ai prezzi sembra alle spalle, in uno scenario che però non lascia del tutto spazio all’ottimismo e a previsioni di crescita sostenuta della categoria – dichiara Virgilio Romano, Business Insight Director di Circana –. Nel 2024, le scelte degli shopper si sono indirizzate verso un minor acquisto e verso brand/tipologie con un prezzo più basso per la salvaguardia del proprio budget di spesa, eppure segnali positivi ci sono e su quelli bisogna continuare a lavorare. Sarà necessario sfruttare questo attuale equilibrio, anche se ancora precario, per fare le scelte intelligenti e lungimiranti e trovare le strategie più efficaci per contrastare una situazione inalterata dal punto di vista dell’offerta e in calo dal punto di vista della domanda, avendo come faro il consumatore”.