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Le Conserve della Nonna rinnova la sua immagine

Nuova veste grafica per Le Conserve della Nonna, marchio del Gruppo Fini. L’obiettivo è ottenere maggiore riconoscibilità a scaffale e comunicare con immediatezza la propria identità. L’idea di base è stata tradurre in segni, colori e materiali i valori a cui il brand di Ravarino (MO) si richiama. Ed ecco quindi illustrazioni acquarellate che rimandano alla manualità e alla cura tipiche della lavorazione artigianale, lasciando ben visibile il prodotto all’interno del vasetto; denominazione chiara e leggibile, per offrire al consumatore un’esperienza di acquisto semplice e intuitiva; una texture di fondo effetto materico che evoca il calore della tradizione e delle preparazioni domestiche. I claim evidenziano i plus di ogni referenza, dalla selezione degli ingredienti alla filiera corta.
La nuova immagine sarà adottata progressivamente su tutte le linee di prodotto. Ogni nostro vasetto racconta una storia di semplicità, attenzione e rispetto per il consumatore – afferma Lorenza Baretti, Brand Manager di Le Conserve della Nonna –. Abbiamo voluto che questa storia fosse visibile già a prima vista, sugli scaffali, grazie a una grafica che trasmetta in modo diretto la nostra identità”.
Il Gruppo Fini, società di proprietà di Holding Carisma, è una storica realtà produttiva dell’alimentare. Dal 1912 ad oggi l’originaria salumeria-gastronomia di Modena si è trasformata in un pastificio che conta oltre 100 dipendenti ed esporta i suoi prodotti in 30 Paesi nel mondo. Fini è un marchio di pasta fresca, mentre Le Conserve della Nonna propone una gamma di passate, sughi, condimenti e confetture.

Just Play, dall’esperienza di acquisto alla community

Trasformare il punto vendita in un luogo che andasse oltre l’esperienza d’acquisto, diventando punto di riferimento per i giovani appassionati di streetwear e street culture. È questo l’obiettivo che Just Play, catena di negozi specializzata in abbigliamento streetwear, ha assegnato allo studio di architettura Abcplus di Verona. Il nuovo concept è stato introdotto nel punto vendita presso il centro commerciale Adigeo, sempre a Verona, e progressivamente verrà esteso a tutta la catena. “Abbiamo voluto creare uno spazio che fosse l’estensione naturale del mondo del gioco e dello sport – spiega Valentina Dallari, Architetto dello studio Abcplus che ha seguito sul campo il restyling –, un ambiente dinamico e visivamente potente, in cui linee architettoniche e grafiche dialogano tra loro per stimolare energia, movimento e partecipazione”.
Il risultato è un linguaggio architettonico dal forte impatto: l’ingresso, con il portale luminoso e i loghi, introduce subito all’universo Just Play, mentre all’interno colori, scritte murali e strutture metalliche richiamano i campi da gioco. L’uso del bianco come base cromatica amplifica la luminosità e valorizza i prodotti, messi in risalto da inserti rossi, gialli e verdi che evocano l’energia dell’ambiente sportivo.

IL NEGOZIO COME HUB DI AGGREGAZIONE
Il negozio è stato pensato come un percorso esperienziale – aggiunge Dallari – in cui il cliente non è solo spettatore, ma protagonista: dalle aree sneakers alle zone dedicate agli accessori, tutto è progettato per favorire la condivisione, l’interazione e il senso di community”.
Con questo approccio, Just Play intende unire l’esperienza fisica dello store a quella digitale dell’e-commerce, creando un modello fluido. Il negozio inteso non solo come luogo di acquisto, ma di ritrovo, pronto ad ospitare eventi speciali e iniziative per la community, fino a diventare un hub di aggregazione per i giovani.
A completamento di questa visione, 3A – proprietaria di Just Play – sta realizzando presso la propria sede di Cavaion Veronese un grande centro sportivo, il Just Play Campus, esteso su 7.000 metri quadri, con campi da gioco e aree di aggregazione. Una struttura dedicata esclusivamente agli under 18, ad accesso gratuito, a disposizione per ragazzi, scuole, comunità e dipendenti, per vivere in prima persona i valori del marchio.

Tavolette Novi per un autunno con meno zuccheri

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita – per non dire ogni anno – ha salutato l’estate con la ferma decisione di mettersi a dieta. Buoni propositi destinati troppo spesso a restare tali. A chi vuole affrontare l’autunno consumando qualche caloria in meno, ma non è disposto a rinunciare al gusto, Novi propone le sue Tavolette -30% di zuccheri, nelle due ricette classiche Latte e Fondente.
Prodotti per i quali non vengono utilizzati edulcoranti artificiali, bensì inulina, una fibra vegetale prebiotica estratta dalla radice di cicoria, che – sottolinea Novi – non solo riduce l’apporto di zuccheri rispetto alle ricette classiche latte e fondente, ma è in grado di supportare il microbiota intestinale e il sistema immunitario, mantenendo intatto il gusto autentico del cioccolato.
Le Tavolette Novi -30% di zuccheri Latte e Fondente sono disponibili in Gdo nel formato da 100 g a un prezzo consigliato di 2,95 euro. Novi è un marchio del Gruppo Elah Dufour, fondato nel 1982 dall’imprenditore Flavio Repetto e guidato oggi, nel capitale e nella conduzione operativa, da Guido Repetto, Presidente e Amministratore Delegato. Al gruppo appartengono anche i marchi Elah, con i suoi preparati per dolci (creme da tavola, budini e torte) e le caramelle toffè, e Dufour, con le caramelle geleè Big Frut e le classiche Goccia Menta e Selz Soda.

Cambio organizzativo e nuove nomine in Lavazza Group

Giro di poltrone in Lavazza Group, che annuncia un cambio organizzativo e l’ingresso di nuove figure a diretto riporto del Ceo Antonio Baravalle. La mossa si pone tre obiettivi. Il primo è lo sviluppo dei brand, per valorizzarne identità ed heritage, rafforzandone posizionamento e presenza sui mercati. Il secondo riguarda l’innovazione dell’esperienza di prodotto, attraverso la ricerca di soluzioni e servizi che rispondano alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti a qualità e sostenibilità. Il terzo è la trasformazione digitale di processi e servizi aziendali e la data governance, per rendere l’organizzazione più agile e reattiva all’evoluzione tecnologica.

Carlo Colpo

E proprio con riguardo a quest’ultimo aspetto, assume valore l’ingresso di Paola Francesca Scarpa (nella foto in alto), nominata Chief Digital Transformation Officer. La nuova Funzione Digital Transformation ha la missione di guidare la trasformazione digitale dell’intero gruppo, dai processi ai prodotti e servizi, con un focus sull’adozione di tecnologie avanzate come l’AI. Scarpa è laureata in Ingegneria presso il Politecnico di Milano, ha iniziato la sua carriera in consulenza per poi entrare in Vodafone e successivamente in Google dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità e da ultimo quello di Managing Director Client Solutions, Data & Insights. Negli ultimi tre anni è stata Managing Director & Partner in Boston Consulting Group, dove ha coordinato progetti di digital transformation con particolare focus su strategie data-driven, AI e GenAI.

Pietro Mazzà

PASSAGGIO DEL TESTIMONE NEL MARKETING
Carlo Colpo è il nuovo Chief Marketing Officer. Subentra a Sergio Cravero, che rimane come consulente strategico del Ceo Baravalle. Nel Gruppo Lavazza dal 2016, Colpo ha ricoperto i ruoli di Marketing Communication Director e Brand Home Director. Il nuovo perimetro organizzativo della Funzione Marketing include Brand Home, Brand Away from Home, Marketing Communication, Retailing, Training Center e Business Intelligence & Consumer Insight con il compito di definire e sviluppare la strategia di posizionamento dei brand a livello globale. Pietro Mazzà è stato nominato Chief Innovation, Sustainability & Institutional Relations Officer, e guida la Funzione Innovation, Sustainability & Institutional Relations.

Massimo Pepe

Questa area ha l’obiettivo di accelerare lo sviluppo prodotto, l’innovazione e la sostenibilità, oltre a gestire le relazioni istituzionali e la reputazione aziendale. Mazzà, in azienda dal 2015, è stato in precedenza Regional Director France & Benelux e General Manager di Lavazza France e di Carte Noire. Questa funzione è ora affidata a Massimo Pepe, dapprima Regional Director UK & Nordics.

Emanuele Pellegrino


Emanuele Pellegrino
, in Lavazza da oltre sei anni come Group Commercial Strategy, Business Development and International Key Accounts Director, diventa a sua volta Regional Director UK & Nordics.
Da ultimo, Mario Cerutti, già Chief Institutional Relations & Sustainability Officer, prosegue la collaborazione dedicandosi alla Fondazione Lavazza in qualità di Segretario Generale.

Licensing e collezionabili spingono il mercato del giocattolo

Bilancio positivo per il mercato del giocattolo nei primi sei mesi del 2025: secondo i dati di Circana, in Italia la crescita si è attestata su un +6,8% durante il primo semestre dell’anno. A fare da traino al settore sono i Games & Puzzle, che rappresentano il 18% del fatturato complessivo, seguiti da Building Sets, Action Figures e Plush. Le ultime due categorie registrano un crescente successo grazie al fenomeno del collezionismo, che risulta essere un hobby sempre più in voga: i collezionabili hanno infatti guadagnato un +45%, andando a rappresentare il 15% del fatturato totale. A catalizzare l’interesse sono stati in particolare Manga e Anime, che negli ultimi anni hanno catturato l’attenzione della Gen Z, e il mondo dello sport, soprattutto grazie ai prodotti Formula 1.
L’analisi del primo semestre del mercato italiano del giocattolo – diffusa in occasione della 16° edizione del Press Day, evento organizzato da Assogiocattoli in collaborazione con Circana e NIQ – fotografa anche le ottime performance del segmento del licensing, che nel 2025 ha fatto registrare nuovi record superando il 30% del giro d’affari complessivo. I prodotti su licenza nel 2025 stanno crescendo tre volte più velocemente di quelli senza licenza. In testa alla classifica spiccano i prodotti legati alla Formula 1, seguiti dalle licenze di Lilo & Stitch e Minecraft, legati a lanci cinematografici, e infine, a chiudere, i sempreverdi Pokémon. Secondo le stime di Licensing International, il mercato dei prodotti su licenza nel mondo frutta ben 356 miliardi di dollari.

Cia delusa dalla nuova Pac: “Risorse tagliate del 22%”

Almeno 31 miliardi di euro: è questa la cifra che spetterà all’Italia nell’ambito della Politica agricola comune 2028-2034. Quarto beneficiario della Pac, il nostro Paese è preceduto da Francia (50,9 miliardi), Spagna (37,2 miliardi) e Germania (33,1 miliardi). L’annuncio è arrivato dalla Commissione europea, ma è stato accolto con delusione da Cia-Agricoltori Italiani, che quantifica in circa 9 miliardi di euro la perdita rispetto al valore attuale. “Un taglio del 22% delle risorse della Pac è inaccettabile – afferma senza mezzi termini Cristiano Fini, Presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani – e rischia di mettere in ginocchio l’agricoltura italiana, che ha invece bisogno di una politica agricola adeguata a garantire sicurezza alimentare e vitalità nelle aree rurali. La scelta di forte ridimensionamento da parte della Commissione Ue andrà, infatti, a colpire il nostro settore in un periodo storico cruciale per l’impatto del climate change, delle turbolenze geopolitiche e della guerra commerciale in atto con gli Usa. Invece di una riduzione, avremmo avuto bisogno di risorse ancora maggiori”.
Cia esprime preoccupazione rilevando che la Pac di ieri valeva 378 miliardi, mentre quella futura potrà contare su circa 294 miliardi, nonostante l’aumento del bilancio Ue da 1.210 a quasi 2.000 miliardi. Il peso della politica agricola comune scenderà, dunque, dal 31% al 15% delle risorse complessive, perdendo – secondo la Confederazione – ogni ambizione in termini sia politici che finanziari.
Continueremo a dare battaglia – conclude Fini – con l’auspicio che il Consiglio dei ministri europei e l’Europarlamento, che si è già recentemente espresso per un bilancio più ampio e autonomo per la Pac, si associno al nostro dissenso. L’obiettivo è quello di far cambiare totalmente rotta alla Commissione, che finisce in questo modo di frammentare e indebolire una delle politiche fondanti dell’Ue”.

Despar dedica una campagna nazionale alla linea S-Budget

Prende il via lunedì 22 settembre la nuova campagna di comunicazione di Despar dedicata a S-Budget, la linea convenienza dell’insegna, recentemente arrivata nei punti vendita Despar, Eurospar e Interspar di tutta Italia. Si tratta della prima campagna su scala nazionale per questa specifica marca del distributore, un progetto che valorizza una best practice presente da anni nei negozi di Despar Nord in Veneto, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia, diventata poi comune a tutta la rete. Il Consorzio Despar Italia e i suoi soci hanno infatti esteso S-Budget a tutte le 17 regioni italiane in cui l’insegna è presente. Il portafoglio di prodotti conta oltre 250 referenze per la spesa quotidiana tra alimentari e non alimentari – pasta, surgelati, latticini, salumi, prodotti per la casa e la persona – che, secondo quanto riferito dal Consorzio, garantiscono un risparmio medio fino al 30% sul carrello della spesa.
La campagna, on air per tre settimane dal 22 settembre al 12 ottobre, prevede una pianificazione, gestita dall’agenzia media Initiative, geotargetizzata sui principali canali digitali, coinvolgendo le Tv connesse, la piattaforma Spotify con audio no skip e banner targetizzati, le home page di numerose testate nazionali e locali online e siti selezionati con diversi formati digitali, tra cui skin e banner. A questo si affianca un’attività di sponsorizzazione su social media, in particolare Facebook e Instagram.

PROTAGONISTA È IL BORSELLINO ANIMATO
Con il claim “Più S-Budget, più risparmi”, la campagna, ideata dall’agenzia creativa AD 010, intende raccontare i tratti distintivi – risparmio, qualità, ampiezza dell’assortimento – costruendo riconoscibilità e fiducia intorno ai prodotti, rafforzando la brand awareness e il ruolo strategico che la linea ricopre nell’offerta Despar per rispondere alle esigenze di più fasce di clientela. Elemento distintivo della creatività è l’icona del borsellino animato, presente in tutti i materiali della campagna. Un portamonete che vuole rappresentare visivamente la filosofia di accessibilità e convenienza alla base di S-Budget.
È la prima volta che portiamo in comunicazione S-Budget a livello nazionale – dichiara Ombretta Putzu, Responsabile Marketing e Comunicazione di Despar Italia – e lo facciamo unendo le forze di tutti i soci del Consorzio in un progetto condiviso che rende ancora più forte ed efficace la comunicazione dei valori e delle peculiarità di questa nuova proposta. L’estensione della linea S-Budget a tutto il network Despar e questa campagna adv sono il risultato concreto di una sinergia costruita a partire da un’esperienza di successo, che oggi diventa un’opportunità per i nostri clienti che vogliamo raccontare con un messaggio forte e coerente per tutto il territorio nazionale”.
Despar Italia è la società consortile, con sede a Bologna, che riunisce sotto il marchio Despar se aziende della distribuzione alimentare e i loro negozianti affiliati. Le sei aziende associate sono: Despar Nord Ovest – Gruppo 3A, Despar Nord – Aspiag Service, Despar Centro Sud – Maiora, Despar Sardegna – SCS, Despar Sicilia – Ergon, Despar Messina – Fiorino. Despar conta in totale 1.323 punti vendita, per un fatturato al pubblico 2024 pari a 4,5 miliardi di euro.

Lidl, prezzi bloccati da un anno su 1.200 prodotti

Spaghetti, fusilli, biscotti, farina, baguette, prosciutto cotto…l’elenco completo sarebbe troppo lungo, perché in totale sono 1.200 i prodotti al centro dell’operazione “Inflazione Zero”, condotta da Lidl. Un’iniziativa di sicuro impatto, anche perché il problema del caro-vita pesa eccome sui bilanci delle famiglie italiane. Non a caso, nel comunicare di aver proseguito in questa sua attività promozionale, Lidl cita le stime preliminari dell’Istat relative allo scorso mese di agosto. L’indice nazionale dei prezzi al consumo scende all’1,6%, principalmente per effetto della flessione dei prezzi dei beni energetici; peccato, però, che l’indice dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona mostri una dinamica in accelerazione (da +3,2% a +3,5%). Lo stesso accade per l’indice dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto, che dal +2,3% passa al +2,4%.
Insomma, quando riempiono il carrello della spesa gli italiani sono costretti a fare ancora i conti con l’inflazione. Ed ecco perché la catena discount tedesca, che conta 780 punti vendita su tutto il territorio nazionale, rivendica il suo impegno a difesa del potere d’acquisto, tradotto con “Inflazione Zero” in un paniere base proposto a prezzo bloccato da un anno. NielsenIQ ha certificato, infatti, che nel periodo dal 1.08.2024 al 31.07.2025 il prezzo di vendita di oltre 1.200 prodotti non ha mai superato il prezzo di inizio monitoraggio. Il dato va letto tenendo conto che l’offerta a scaffale di Lidl si compone di oltre 3.500 referenze e dunque l’operazione riguarda una quota rilevante dell’assortimento.

Trend positivo per il plant-based: lo acquista il 60% delle famiglie

I carrelli degli italiani sono sempre più verdi per la continua crescita dell’acquisto di prodotti plant-based, che nel 2024 ha coinvolto più di 15 milioni di famiglie, raggiungendo una penetrazione assoluta del 59,3%. Questi gli ultimi dati raccolti da YouGov Shopper, operatore attivo nel mercato delle ricerche sul mondo del largo consumo, che ha rilevato l’aumento del consumo plant-based nell’anno appena trascorso confermando la solidità di una tendenza che non accenna ad arrestarsi. Tutti gli indicatori monitorati durante il 2024 confermano il consolidamento del settore: la penetrazione assoluta accelera la sua crescita (+2,2 punti percentuali), mentre la frequenza di acquisto segna un significativo +9,6% che influenza l’acquisto medio (+1,8%). L’unico dato in controtendenza è quello relativo all’acquisto medio per atto (-7,1%), con un calo che conferma anche in questo settore le nuove abitudini delle famiglie italiane che fanno la spesa sempre più spesso, ma in quantità sempre più ridotte.
Qual è il profilo socio-demografico delle famiglie che scelgono prodotti plant-based? Analizzando ad esempio la gastronomia vegetale (fresca o surgelata), i dati evidenziano una prevalenza di acquirenti nel Nord Italia, appartenenti a classi socio-economiche medio-alte, di età superiore ai 45 anni e senza figli. Oltre il 60% delle famiglie che scelgono il plant-based è infatti composto da nuclei monocomponente o con massimo due componenti.

L’IDENTIKIT DI VEGETARIANI E VEGANI
Tra i fattori che spiegano la continua crescita dell’acquisto di prodotti plant-based emerge, secondo la ricerca firmata da YouGov, il progressivo affermarsi della dieta vegetariana e di quella vegana in Italia. Sono complessivamente quasi 3 milioni, infatti, coloro che si dichiarano vegetariani (3,7% della popolazione, pari a 2,1 milioni di persone) o vegani (1,5% del totale, 855.000 persone).
Per la maggioranza di coloro che adottano questi regimi dietetici – in prevalenza donne (55%) e residenti nel settentrione (52%) – lo stimolo è la volontà di avere un certo stile di vita (32%). Particolarmente rilevante risulta essere anche la salute personale che motiva il 31% degli acquirenti a scegliere prodotti vegani e vegetariani. L’etica si intreccia dunque alla cura personale, delineando un’attenzione al benessere collettivo e individuale, che guida le scelte alimentari di questi consumatori. Guardando alle loro attitudini emerge infatti che vegetariani e vegani sono più ambientalisti rispetto alla popolazione italiana maggiorenne complessiva (34% vs. 12%) e prediligono marchi e aziende che esprimono un impegno concreto nelle cause sociali e ambientali. Inoltre, sono più attenti della media nazionale alle etichette degli alimenti e alle liste di ingredienti (31% vs. 20%) e maggiormente pet-friendly (nel 47% dei casi possiedono due o più animali domestici, a fronte di una media nazionale che si attesta al 30%).

BENE LE BEVANDE VEGETALI E GLI HAMBURGER
Analizzando nel dettaglio la penetrazione assoluta dei segmenti, emerge che nel 2024 più di un italiano su 3 ha acquistato bevande vegetali (39,3%) e gastronomia vegetale (38%) mentre quasi uno su cinque (19,8%) compra prodotti sostitutivi dei latticini. Guardando alla variazione della penetrazione tra il 2023 e il 2024, si osserva un miglioramento complessivo che coinvolge tutte le categorie: gastronomia vegetale (+2,7 punti percentuali), bevande vegetali (+1,9pp), alternative ai latticini (+1,6pp), salumi vegetali (+1,4pp). Prendendo in considerazione i singoli prodotti, inoltre, si osserva che l’aumento più significativo riguarda il numero di consumatori che acquistano gli hamburger (+3,5pp), il finger food (+2,1pp), e i condimenti (+ 2pp).
Il perseguimento di uno stile di vita sano e responsabile sta spingendo sempre più famiglie italiane a modificare le proprie abitudini alimentari – commenta Paola Corbellini, National Clients Cluster Lead di YouGov – incrementando il consumo di prodotti plant-based. Secondo i nostri dati, infatti, tale tendenza è in costante crescita e segna un’espansione che coinvolge un numero sempre maggiore di italiani, in particolare quelli residenti nel Nord (47,5% del totale), appartenenti a classi socio-economiche medio-alte (51,1%), con età superiore ai 45 anni (73,9%) e senza figli (78,4%). A questo target, si affianca anche quello dei vegani e vegetariani, che contribuiscono in modo determinante alla diffusione del plant-based nel nostro Paese”.

Pinalli lancia la sua prima private label

È un segno dei tempi e dell’evoluzione (senza confini) del retail. La private label – o marca del distributore, come preferiscono chiamarla le insegne – è da tempo una leva strategica, non solo in termini economici, ma anche di immagine. Un’ulteriore conferma arriva dal mondo della bellezza e da Pinalli, player attivo proprio in quel comparto, che ha lanciato sua prima private label. La linea – già disponibile nei 92 store e attraverso l’e-commerce ufficiale dell’azienda – viene presentata come una scelta strategica che arricchisce e completa l’esperienza d’acquisto, rafforzando la riconoscibilità dell’insegna nel panorama beauty nazionale.
Con la nascita della private label compiamo un passo decisivo – dichiara Raffaele Rossetti, Presidente e Amministratore Delegato di Pinalli –. Vogliamo esprimere in modo chiaro la nostra identità, dare vita a una proposta esclusiva per i nostri canali, arricchire l’esperienza dei clienti con strumenti capaci di rendere la routine di bellezza più completa e, al tempo stesso, intercettare e interpretare i trend più attuali. È una scelta che segna l’evoluzione del nostro ruolo: da semplice distributore a brand che crea valore, ispira e sorprende”.
La private label di Pinalli prende vita attraverso diverse linee: Make-uppy introduce pennelli e spugnette; Skincredible arricchisce la routine skincare con accessori come patch e pad; Hairmazing è dedicata allo styling dei capelli, con elastici, mollette e pettini; BeautyTool offre strumenti di precisione come pinzette e limette. A chiudere la collezione, le pochette, in vari colori e formati. Si tratta tuttavia di solo il primo passo di un percorso più ampio, che vedrà progressivamente l’ingresso di nuove categorie e lo sviluppo di ulteriori progetti a marchio Pinalli, a cominciare dal lancio di due mascara in questi giorni.

IL RITORNO IN TV
È emblematico che, contestualmente al debutto della private label, l’insegna annunci un’altra iniziativa focalizzata anch’essa sull’identità d’insegna: il ritorno on air con la campagna Tv nazionale “Pinalli sei meraviglia”, firmata da Serviceplan sotto la direzione creativa di Igor Borghi. La campagna, trasmessa sulle principali emittenti nazionali e sulle piattaforme digitali, mira a rafforzare il nuovo posizionamento del brand e amplificarne la riconoscibilità su tutti i touchpoint.
Nata nel 1984 a Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, Pinalli ha chiuso il 2024 con un fatturato di 170 milioni di euro. Da febbraio del 2023 una quota di maggioranza della società è detenuta da H.I.G. Capital, uno dei principali fondi di investimento internazionali, che ha investito in partnership con la famiglia Pinalli e con l’attuale management.

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