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Al via la nuova edizione del concorso San Benedetto My Secret

Promo che vince non si cambia. Acqua Minerale San Benedetto annuncia una nuova edizione del concorso “San Benedetto My Secret 2025”. A partire dal 17 marzo fino al 29 agosto 2025, acquistando una confezione da 6 bottiglie di Acqua Minerale San Benedetto – nei gusti Frizzante e Leggermente Frizzante da 1,5 litri, oppure Naturale Ecogreen da 1,5 e 2 litri – si potrà partecipare all’estrazione dei premi. Quest’anno, inoltre, comprando anche una bottiglia di San Benedetto Aquavitamin, a scelta tra i 5 gusti disponibili, si avranno ulteriori possibilità di vincita. Oltre che sui siti aziendali e sulle confezioni delle referenze coinvolte, il concorso verrà veicolato sulla pagina Instagram e Facebook San Benedetto.

Per partecipare, i consumatori dovranno collegarsi al sito promozionale www.sanbenedettomysecret.it – accessibile anche tramite www.sanbenedetto.it – e seguire le istruzioni presenti nella sezione dedicata all’iniziativa, inserendo i dati indicati sul documento di acquisto. Attraverso la formula “Instant Win”, ogni confezione di Acqua Minerale San Benedetto dà la possibilità di aggiudicarsi 30 Tablet Samsung Galaxy Tab A9 + Wifi 11’’ 64GB e 12 week-end per 4 persone a Gardaland Resort, in occasione del 50° anniversario del parco divertimenti. Inoltre, con l’aggiunta di una bottiglia di Aquavitamin, sarà possibile vincere anche uno dei 7 Televisori Samsung Crystal UHD 50” 4K. Infine, a coloro che avranno giocato almeno 5 scontrini, San Benedetto offre la possibilità di vincere, attraverso l’estrazione finale, un’autovettura Suzuki Swift Hybrid 1.2 Top 4WD nella colorazione blu metallizzato con tetto nero.

Caffitaly sponsor ufficiale di Stramilano 2025

Anche Caffitaly corre alla Stramilano 2025, come sponsor ufficiale e fornitore esclusivo di caffè dell’evento. Dal 15 al 23 marzo, nel Centro Stramilano in Piazza Duomo, i partecipanti alla manifestazione podistica e i visitatori potranno scoprire le miscele e i prodotti dell’azienda all’interno di un esclusivo Pop-Up Store. Un modo per far conoscere e apprezzare la gamma multibeverage, che spazia dai caffè alle bevande calde, ma anche il Caffitaly System, sistema brevettato che integra capsule e macchine. “Stramilano è un appuntamento imperdibile per la città e siamo entusiasti di farne parte con il nostro Pop-Up Store in Piazza Duomo – afferma Marta Colombo, Direttrice Marketing di Caffitaly –. Milano rappresenta una città strategica per Caffitaly, non solo per il suo ruolo centrale nel panorama italiano, ma anche perché ospita i nostri negozi monomarca, punti di riferimento per gli amanti del caffè di qualità. Nel nostro Pop-Up Store offriremo un’esperienza immersiva, permettendo a sportivi, appassionati e cittadini di scoprire la qualità della nostra offerta multibeverage”.

Acquisizione Auchan: indagato Francesco Pugliese, Conad è parte lesa

Corruzione tra privati e autoriciclaggio: sono queste le ipotesi di reato sui cui indaga la Procura di Repubblica di Bologna nell’ambito dell’acquisizione dei punti vendita italiani di Auchan da parte di Conad. Il Consorzio risulta parte offesa nel procedimento che vede coinvolte nove persone, tra cui Francesco Pugliese (nella foto in alto), ex Amministratore Delegato di Conad, e Mauro Bosio, ex Direttore Finanziario del gruppo distributivo. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per oltre 36 milioni di euro. L’indagine è partita da un esposto presentato presso la locale Procura della Repubblica da due cooperative socie di Conad.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, Pugliese e Bosio avrebbero costituito – con la complicità di propri familiari e con l’interposizione di una fiduciaria – una società di consulenza con sede a Milano, per poi ottenere oltre 3 milioni di euro da società di trasporto e di deposito in occasione della sottoscrizione di contratti e altri 11,3 milioni di euro da Raffaele Mincione, partner finanziario di Conad nell’acquisizione della rete italiana di Auchan. I pagamenti sarebbero stati formalmente giustificati da fittizie prestazioni di consulenza.

Nel mirino ci sarebbero in particolare la cessione di immobili commerciali di Auchan a fondi immobiliari gesti da Mincione e quella – al prezzo simbolico di 1 euro e sempre a favore dell’immobiliarista – di una quota consistente della società “veicolo” utilizzata per rilevare la sub-holding italiana del retailer francese. La Gdf di Bologna aggiunge che “L’analisi dei flussi finanziari collegati a detti pagamenti corruttivi ha consentito di ricostruire come gli stessi siano stati impiegati, in larga parte, in attività di investimento effettuate con modalità tali da ostacolare la ricostruzione della provenienza delittuosa delle somme, e in parte in spese significative per attività ludiche, tra le quali, la sistematica partecipazione alla nota manifestazione automobilistica ‘Mille Miglia’ con un’autovettura storica acquistata proprio utilizzando i profitti illeciti”.

Con una nota, Conad comunica che “appresa la notizia del procedimento aperto dalla Procura di Bologna, conferma di essere parte lesa in relazione all’operato di ex dirigenti e amministratori. La contestazione riguarda esclusivamente le condotte personali che sarebbero state messe in atto a danno del Consorzio Nazionale Conad, il quale ribadisce la massima fiducia nell’operato della Magistratura”.

Avena: il parco acquirenti si amplia, con Mdd e discount in vetta alle preferenze

La presenza nel carrello di avena e di cereali a base di avena si conferma per gli italiani un trend di lungo periodo, con una crescita costante dovuta all’aumento del parco acquirenti che negli ultimi tre anni ha guadagnato circa 600.000 famiglie. Un effetto della maggiore attenzione degli italiani verso la propria salute e benessere, che ha un impatto rilevante sulla loro alimentazione e su una maggiore domanda di cibi nutrienti e sani (con scelte anche non “tradizionali”). Il 72% degli italiani, infatti, considera prodotti con probiotici o alimenti che aiutano a proteggere l’organismo come ottimali per la conduzione di uno stile di vita salutare. All’interno di tale scenario si inserisce l’avena, i prodotti a base di avena (quali ad esempio il latte d’avena, la farina, le barrette e gli snack) e le ricette da essa derivate (come il porridge o il muesli), le cui proprietà nutrizionali la rendono un vero e proprio “superfood” non solo per gli appassionati di sport, visto che essendo ricca di carboidrati complessi fornisce un rilascio costante di energia, ma anche perché favorisce il processo digestivo e aiuta a mantenere stabili i livelli di colesterolo e di zucchero nel sangue. Quest’ultimo risulta essere un particolare molto rilevante per il 42% degli italiani che considera i cibi con un alto contenuto di zucchero (quali bevande zuccherate ed energy drinks) deleteri per la propria salute, quindi da evitare.

Tuttavia, nonostante la produzione totale di avena in Italia continui a diminuire (passando da 2,3 milioni di quintali nel 2023 a 2,1 milioni nel 2024), l’ultima analisi condotta da YouGov, gruppo globale di ricerca e analisi dei dati, ha rilevato come il segmento “avena” venga scelto dal 13% delle famiglie intervistate, con una frequenza di 2,4 atti d’acquisto. L’indagine evidenzia, infatti, che a differenza del totale del settore cereali da colazione, il comparto “avena” continui a crescere, con circa 3,3 milioni di famiglie che nel 2024 hanno acquistato questi prodotti (rispetto ai 3,0 milioni nel 2023 e i 2,6 milioni nel 2022) facendo registrare un fisiologico calo dell’acquisto medio (1,33 kg nel 2024 rispetto a 1,49 del 2023). All’interno del settore, è stato rilevato come i cereali tradizionali e l’avena abbiano guadagnato volumi dagli altri segmenti, specialmente da Granola, Muesli e dai cereali per bambini.

Nella scelta dei fornitori, l’analisi di YouGov ha rivelato che gli italiani preferiscano rivolgersi in prima battuta al marchio del distributore (2,2 milioni di famiglie, in decisa crescita), mentre l’unico player “branded” scelto (Fiorentini) si sta gradualmente avvicinando al mezzo milione di famiglie (484.000). Per ciò che concerne i canali di acquisto, il discount è risultato il principale con quasi 2 milioni di famiglie acquirenti e un acquisto medio di 1,3 Kg, seguito dai supermercati (1,2 milioni) e dagli ipermercati. I dati relativi alla geolocalizzazione e al profilo degli acquirenti vedono un indice di acquisto sopra media nel Nord Italia, soprattutto nel Nord Est, e al contrario un Centro-Sud sotto media. A livello sociodemografico il core target (con indici sopra media sia di penetrazione che di acquisto) è costituito da famiglie con responsabile acquisti di età media e adulta (tra i 35 e i 64 anni) e senza bambini; target interessante e potenziale è quello dei nuclei più giovani (con RA sotto i 34 anni) che mostrano una penetrazione sopra media, ma un livello di acquisto medio migliorabile.

La crescita dell’avena, all’interno di un mercato in flessione, cioè i cereali da prima colazione, può anche inserirsi in un contesto di crescita dei prodotti ad alto contenuto proteico che, partiti praticamente da zero pochi anni fa, raggiungono oggi quasi il 60% delle famiglie italiane – commenta Paola Bonassoli, Multinational Client Cluster Lead di YouGov –. I consumatori di questi prodotti, similmente ai consumatori di avena, sono giovani (soprattutto maschi) alla ricerca di prodotti che aiutino la performance sportiva e anche donne di età media-adulta maggiormente interessate al controllo della linea. Di contro, diversi prodotti specifici per i bambini, come i cereali Kids, sono in sofferenza seguendo il ben noto (e tragico) trend negativo delle nascite nel nostro Paese”.

Dazi sul food: chi rischia di più in una guerra commerciale con gli Usa

È allarme rosso per l’agroalimentare italiano. La guerra commerciale, che potrebbe aprirsi con l’entrata in vigore il 2 aprile dei dazi voluti dal Presidente degli Usa Donald Trump, mette in pericolo l’export di tanti prodotti tricolori. A fare l’elenco dei più esposti è un’analisi di Cia-Agricoltori Italiani, realizzata sulla base dei dati di Nomisma e dell’Ufficio studi confederale. Qualche nome? Chianti e Amarone, Barbera, Friulano e Ribolla, Pecorino Romano, Prosecco e persino sidro di mele, mentre Sardegna e Toscana sono le regioni che potenzialmente potrebbero patire i danni maggiori. “Serve un’azione diplomatica forte per trovare una soluzione e non compromettere i traguardi raggiunti finora – dichiara Cristiano Fini, Presidente nazionale di Cia –. L’export agroalimentare negli Usa è cresciuto del 158% in dieci anni e oggi gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di riferimento mondiale per cibo e vino Made in Italy, con 7,8 miliardi di euro messi a segno nel 2024. L’Italia può e deve essere capofila in Europa nell’apertura di un negoziato con Trump, visto che abbiamo anche più da perdere. Gli Usa, infatti, valgono quasi il 12% di tutto il nostro export agroalimentare globale, mettendoci in testa alla classifica dei Paesi Ue, molto prima di Germania (2,5%), Spagna (4,7%) e Francia (6,7%)”.

I PRODOTTI AGROALIMENTARI PIÙ ESPOSTI SUL MERCATO AMERICANO
Guardando ai prodotti Made in Italy che trovano negli Stati Uniti il principale sbocco, in termini di incidenza percentuale sulle vendite oltrefrontiera, al primo posto si colloca il sidro, una nicchia di eccellenza che destina il 72% del suo export al mercato americano (per un valore di circa 109 milioni di euro nel 2024), seguito dal Pecorino Romano (prodotto al 90% in Sardegna), il cui export negli Usa vale il 57% di quello complessivo (quasi 151 milioni di euro). Due produzioni molto ricercate dall’industria a stelle e strisce, con “l’Apple Cider” tra le bevande più popolari tra i millenial e il nostro formaggio di pecora utilizzato soprattutto per insaporire le patatine in busta. Ma con i dazi al 25%, avverte Cia, il florido settore americano di chips e snack (2,5 miliardi) potrebbe sostituire il Pecorino nostrano con altri prodotti caseari più convenienti. L’arrivo di nuove tariffe rischia dunque di tagliare di netto il loro mercato, con quote difficilmente rimpiazzabili in altre aree geografiche.
Discorso a parte sul vino italiano, per il quale gli Usa sono la prima piazza mondiale con circa 1,9 miliardi di euro fatturati nel 2024, ma con “esposizioni” più forti di altre a seconda delle bottiglie. Secondo l’analisi di Cia, a dipendere maggiormente dagli Stati Uniti per il proprio export sono infatti i vini bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, con una quota del 48% e un valore esportato di 138 milioni di euro nel 2024; i vini rossi toscani Dop (40%, 290 milioni), i vini rossi piemontesi Dop (31%, 121 milioni) e il Prosecco Dop (27%, 491 milioni). Grandi numeri che i dazi possono scombinare, fa notare Cia, lasciando strada libera ai competitor di aggredire una fetta di mercato molto appetibile: dal Malbec argentino, allo Shiraz australiano, fino al Merlot cileno. Anche per l’olio d’oliva italiano gli Stati Uniti hanno un peso significativo, pari al 32% del proprio export (937 milioni di euro nel 2024), ma meno sostituibile nella spesa degli americani, e così a scendere per i liquori (26%, 143 milioni). Meno esposti al mercato Usa risultano invece Parmigiano Reggiano e Grana Padano, per una quota che pesa per il 17% del valore dell’export congiunto di questi due formaggi (253 milioni), così come pasta e prodotti da forno (13%, 1,1 miliardi).

DANNI MAGGIORI PER LE REGIONI DEL CENTRO-SUD
Se dai singoli prodotti o categorie di prodotti si passa all’export agroalimentare delle regioni, si scopre dai dati Cia che quella più esposta ai nuovi dazi risulta essere la Sardegna (dove si produce oltre il 90% del Pecorino Romano Dop) il cui export agroalimentare finisce per il 49% negli Stati Uniti (e, giocoforza, ci finisce anche il 74% dell’export dei prodotti lattiero-caseari isolani). Al secondo posto per maggior “esposizione” negli Usa figura la Toscana (28% del proprio export agroalimentare, con l’olio in pole position con il 42% e i vini con il 33% delle relative esportazioni). Ma negli Stati Uniti finisce anche il 58% dell’export di olio del Lazio, così come il 28% delle esportazioni di pasta e prodotti da forno abruzzesi e il 26% di quelle di vini campani. Insomma, considerando le diverse aree del Belpaese, sono le esportazioni agroalimentari del Centro e Sud Italia a “rischiare” di più con l’applicazione dei dazi di Trump, anche alla luce di relazioni consolidatesi negli anni con questo importante mercato spesso grazie alla domanda generata dalle comunità di italiani residenti negli Stati Uniti.

Parmalat apre a Napoli un flagship store di Latte Berna

Latte Berna compie 75 anni e si fa un regalo speciale: un flagship store, Spazio Berna, pensato per rafforzare il legame con i consumatori e celebrare la sua identità. E trattandosi del marchio storico campano di Parmalat, a sua volta parte di Lactalis Italia, la scelta non poteva non cadere su Napoli, dove domenica 16 marzo – in Via Bernini 47, nel cuore del Vomero – si terrà l’inaugurazione che avrà come ospite d’onore Serena Rossi, attrice, cantante e conduttrice napoletana. Da segnalare anche il laboratorio di Latte Art con la barista Carmela Maresca, che mostrerà l’arte di decorare il caffè con il latte. L’obiettivo di Parmalat è far conoscere la storia di Berna, farne apprezzare il processo produttivo e soprattutto i prodotti, con degustazioni speciali. A seguire – per tutti i giovedì, venerdì, sabato e domenica fino al 15 giugno – Spazio Berna intende attirare l’attenzione dei consumatori locali con una serie di appuntamenti. Il primo, sabato 22 marzo, è dedicato alla visual art insieme a Zeus40, visual artist partenopeo che svelerà un’opera celebrativa dedicata al legame tra Latte Berna e la città di Napoli. Nelle settimane successive seguiranno incontri con talenti napoletani dello sport, dello spettacolo, dell’arte, della cucina e della pasticceria, workshop e altre iniziative. Gli eventi prevedono la prenotazione attraverso QR code e la sezione dedicata su latteberna.it.

Spazio Berna nasce con la volontà di creare un ponte autentico tra il brand e la comunità – dichiara Maurizio Bassani, Direttore Generale di Parmalat – rafforzando il senso di appartenenza e di identità che lega da sempre Latte Berna a Napoli. Vogliamo che questo luogo diventi un punto di riferimento per chi ama la tradizione, la qualità e il valore del nostro latte, un simbolo della quotidianità delle famiglie napoletane”.

Oleificio Zucchi diventa Società Benefit

Un nuovo importante traguardo, per un’azienda con 215 anni di tradizione: Oleificio Zucchi ha ottenuto il riconoscimento giuridico come Società Benefit. Uno status che conferma la volontà del gruppo cremonese di coniugare crescita economica e benessere sociale. Le Società Benefit rappresentano un modello di impresa che integra la finalità del profitto con l’impegno a generare un impatto positivo su persone, comunità e ambiente. Questo modello giuridico, regolato dalla legge, richiede che l’impresa operi in maniera responsabile, sostenibile e trasparente, perseguendo scopi di benessere collettivo e fornendo una rendicontazione annuale sui risultati ottenuti. Ad oggi più di 3.000 realtà italiane sono impegnate nel promuovere questo nuovo paradigma imprenditoriale basato sulla consapevolezza e sulla sostenibilità.

Oleificio Zucchi sottolinea come proprio la sostenibilità sia un valore fondante della sua attività, che ha portato a risultati significativi. Ad esempio, nel 2017 l’azienda ha introdotto la Certificazione di Sostenibilità per la filiera dell’Olio Extra Vergine di Oliva, primo disciplinare di settore che garantisce tracciabilità e responsabilità lungo tutta la filiera; nel 2024 ha conseguito il riconoscimento Made Green in Italy, attestazione ufficiale del Ministero dell’Ambiente per la misurazione e riduzione dell’impronta ambientale per l’Olio Extra Vergine d’Oliva 100% Italiano Sostenibile Zucchi. Tutte le azioni e gli investimenti di Oleificio Zucchi per la sostenibilità ambientale, l’innovazione e la responsabilità sociale sono documentati nel Bilancio di Sostenibilità, uno strumento che l’azienda redige dal 2005, quando fu tra i pionieri della rendicontazione nel settore. Attraverso questo documento, l’azienda monitora con trasparenza il proprio percorso di miglioramento, che comprende anche iniziative a supporto della comunità locale, rafforzando il legame con il tessuto sociale e promuovendo pratiche di crescita condivisa. “Diventare una Società Benefit è una naturale evoluzione del nostro impegno – afferma Alessia Zucchi, Amministratore Delegato di Oleificio Zucchi –. Per noi la sostenibilità non è un concetto astratto, ma un progetto concreto che guida ogni nostra scelta. Vogliamo continuare a generare valore non solo per il nostro business, ma anche per le persone che lavorano con noi, per le comunità in cui operiamo e per l’ambiente che ci circonda. Questo riconoscimento rafforza la nostra missione e ci sprona a fare sempre meglio”.

Conad celebra le eccellenze italiane

Prosegue il viaggio narrativo di Conad con il terzo capitolo della campagna di comunicazione 2025 “Ma vai da Conad!”. Dopo aver interpretato il tema della convenienza e l’ecosistema dei servizi digitali, l’insegna sposta il racconto su quello che viene definito come uno dei suoi pilastri distintivi: il gusto della tradizione e la qualità delle sue eccellenze gastronomiche. Il nuovo spot, on air sulle principali emittenti TV lineari, connesse e con pianificazione digital e social, dà voce ai buongustai, a coloro che non rinunciano alla qualità nemmeno nei momenti più semplici della quotidianità. Il protagonista è un lavoratore che, durante la pausa pranzo, sceglie di non accontentarsi: vuole sapori autentici, prodotti genuini e cerca il gusto della tradizione italiana. La risposta? Sempre la stessa: “Ma vai da Conad!”, dove – sottolinea una nota dell’insegna – ogni giorno è possibile trovare il più grande assortimento di eccellenze gastronomiche, selezionate per soddisfare anche i palati più esigenti.

“Questo terzo soggetto rappresenta un’evoluzione significativa nella narrazione del brand: Conad non è solo un punto vendita, ma un vero e proprio alleato nella vita di tutti i giorni, capace di semplificare le scelte dei consumatori e di garantire sempre il massimo valore – dichiara Giuseppe Zuliani, Direttore Customer Marketing e Comunicazione di Conad –. Con questa campagna vogliamo ribadire il nostro impegno nel valorizzare le eccellenze gastronomiche, rendendole accessibili a tutti. È una comunicazione che parla in modo empatico e diretto, e riflette il nostro desiderio di essere vicini ai consumatori, offrendo soluzioni concrete e immediate ai bisogni quotidiani, senza scendere a compromessi sulla qualità”.

Lo spot è il terzo soggetto della campagna istituzionale “Ma vai da Conad!”, che intende segnare una forte evoluzione nel racconto e nella valorizzazione dell’insegna, mostrando come la soluzione ad alcuni problemi quotidiani sia più semplice di quanto sembri: basta semplicemente recarsi in un negozio fisico o virtuale Conad. Con questa campagna, Conad afferma di voler consolidare il suo posizionamento in quattro aree strategiche: convenienza, benessere, gusto ed ecosistema di servizi digitali, per essere un punto di riferimento per chi cerca qualità, innovazione e un’esperienza d’acquisto sempre più personalizzata.

Export formaggi in Giappone: nel 2024 +14% a volume e +11% a valore

Cresce l’export dei formaggi italiani in Giappone: nel 2024 le nostre produzioni casearie mettono a segno un +14% a volume e un + 11% a valore, a fronte di 12.700 tonnellate esportate nel 2024 – di cui il 40% è Dop – per un valore di 106,9 milioni di euro. Complessivamente l’export dei formaggi Dop e Igp nel Paese del Sol Levante totalizza 53,4 milioni di euro. A fare da traino sono Grana Padano Dop e Parmigiano Reggiano Dop, che insieme registrano un +12% a volume (quasi 2.000 tonnellate esportate per oltre 22 milioni di euro), e i grattugiati con un +87% (1.400 tonnellate esportate). Ma anche Mozzarella di Bufala Campana Dop e Gorgonzola Dop, rispettivamente con 800 e 510 tonnellate.

Lo fa sapere Afidop, Associazione Formaggi Italiani Dop e Igp, in occasione della 50° edizione di Foodex Japan 2025, la più importante manifestazione fieristica agroalimentare in Giappone, in programma a Tokyo dall’11 al 14 marzo 2025. Per l’occasione l’associazione partecipa con i suoi formaggi Asiago Dop, Gorgonzola Dop, Grana Padano Dop, Pecorino Romano Dop e Piave Dop alla serata “The Italian aperitivo”, organizzata il 13 marzo presso l’ambasciata italiana da ICE e Fiere di Parma. All’evento parteciperanno, tra gli altri, il presidente Afidop, Antonio Auricchio, e l’ambasciatore italiano in Giappone, Gianluigi Benedetti.

Il 2024 è stato un anno più che positivo: gli aumenti innescati dal deprezzamento dello Yen nei confronti delle valute straniere nel 2023 non hanno intaccato l’affezione dei giapponesi nei confronti dei nostri formaggi Dop – dichiara Antonio Auricchio, Presidente di Afidop –. Merito della nostra varietà di stili, consistenze e gusto dei nostri prodotti, ma anche della loro versatilità in cucina e del fascino del Made in Italy, da sempre sinonimo di saperi antichi, e di una filiera che offre garanzie di qualità e autenticità. Benché il formaggio non sia parte integrante della cultura giapponese, grazie ai 5.000 ristoranti italiani a Tokyo e a piatti occidentali che spopolano nel Paese come la cacio e pepe, le nostre produzioni casearie stanno vivendo una crescita significativa in Giappone. Il consumo di formaggio è più che raddoppiato dal 1990 ad oggi superando le 300.000 tonnellate, con un trend crescente sui formaggi freschi. Per il futuro vediamo ampi margini di crescita”.

Crai stipula con il Ministero dell’Interno un patto contro le infiltrazioni criminali

Prevenire i rischi di infiltrazioni criminali nel settore della grande distribuzione e garantire un contesto di legalità e sicurezza per favorire la libertà d’impresa e un sano sviluppo del mercato. È questo l’obiettivo del Protocollo Quadro di Legalità siglato oggi tra il Ministero dell’Interno e Crai Secom Società Benefit. Sulla base dell’intesa Crai, che è presente in oltre 800 Comuni in tutta Italia con una rete di circa 1.500 punti vendita, e i suoi centri di distribuzione si impegnano ad adottare regole per la scelta responsabile dei fornitori, inserire specifiche clausole nei contratti di convenzionamento e prevedere la risoluzione dei vincoli contrattuali in caso di violazioni. Gli stessi centri vigileranno sul rispetto di tali clausole e adotteranno misure per garantire la trasparenza nei rapporti contrattuali, la regolarità contributiva e la tracciabilità dei flussi finanziari. Sono previste inoltre attività divulgative e formative per diffondere la cultura della legalità tra i dipendenti. Il Viminale promuoverà, attraverso la rete delle prefetture, l’adesione al protocollo da parte dei centri per garantire il rispetto dei principi di legalità e di libertà d’impresa. A tal fine l’accordo rappresenta un modello base per la stipula di intese operative a livello locale, adattate alle specificità di ciascun territorio. Saranno inoltre promosse, in collaborazione con le Forze dell’ordine, iniziative per analizzare i fenomeni criminali che interessano la grande distribuzione. L’accordo è stato sottoscritto dal prefetto Carmen Perrotta, Capo Dipartimento per l’Amministrazione Generale, per le Politiche del Personale dell’Amministrazione civile e per le Risorse Strumentali e Finanziarie, e da Giangiacomo Ibba, Amministratore Delegato di Crai. Verrà realizzato, infine, un monitoraggio costante per verificare l’attuazione del protocollo – la cui durata è di tre anni – e valutare eventuali aggiornamenti per rafforzarne l’efficacia.

Per noi di Crai la firma di questo Patto di Legalità è molto più di un semplice atto formale – dichiara Giangiacomo Ibba, Amministratore Delegato di Crai –. È un impegno concreto che abbiamo voluto fortemente per creare una tutela per tutto il nostro mondo, a partire dai clienti e le oltre 20.000 persone che ogni giorno, con passione e dedizione, animano la nostra grande famiglia. Un passo importante, che ci rende orgogliosi di essere il primo gruppo della grande distribuzione organizzata a compierlo, perché la trasparenza e la correttezza sono valori che ci guidano da sempre”.

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