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fabrizio.gomarasca

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Confagricoltura celebra insieme pizza e agroalimentare buono

Nel sistema agroalimentare si sta facendo largo, sempre più, un’idea di filiera che superi gli steccati che spesso hanno contrapposto il mondo agricolo da quello industriale di trasformazione. Non c’è dubbio che Expo e, bisogna darne atto, l’attività del ministero delle Politiche agricole guidato da Maurizio Martina, hanno fornito un bel contributo a far prendere atto agli operatori che i muri e gli steccati dovevano essere abbattuti. Gli esempi di un dialogo aperto tra tutti gli operatori della filiera agroalimentare – distribuzione compresa – sono stati numerosi in questi ultimi mesi: prove di dialogo ci sono state per esempio a Marca Bologna e a Fruit Innovation. La stessa GS1 Italy|Indicod Ecr aveva pubblicato già l’anno scorso uno studio in collaborazione con Ref Ricerche sulla “filiera del mangiare”.

Confagricoltura pizzaioliL’ultimo esempio di questa apertura si è avuto ieri, primo settembre, all’incontro organizzato da Confagricoltura dedicato alla Pizza e ai suoi ingredienti, simbolo del made in Italy agroaoalimentare più conosciuto al mondo. Momento clou è stata la degustazione delle pizze realizzate da dieci tra i più famosi pizzaioli al mondo (nella foto a sinistra), nel parco della Casa Atellani che ospita la Vigna di Leonardo, nell’ambito delle iniziative per Expo.

Quattro aziende hanno rappresentato i principali ingredienti della pizza (Granarolo per la mozzarella, Colavita per l’olio extravergine, Cirio per il pomodoro e Agugiaro e Figna per la farina). Tutti prodotti che entrano di diritto nelle eccellenze agroalimentari italiane e che esprimono anche numeri di rilievo.

Lattiero-caseario: 32 mila allevamenti bovini, 2.500 bufalini, 11 milioni di tonnellate di latte vaccino, 155 mila tonnellate di mozzarella vaccina e 38,8 mila tonnellate di quella bufalina. A rappresentare la filiera Granarolo, la prima aziende dal comparto e una delle più grandi aziende alimentari italiane, che della qualità e della giusta remunerazione ai produttori, oltre che del controllo di filiera, ha fatto il suo punto distintivo.

Il pomodoro, rappresentato da Cirio (Gruppo Coltiva) alle soglie dei 160 anni: prodotto in 461 mila tonnellate, il pomodoro con 4,9 milioni di tonnellate trasformate rappresenta il 55% della produzione europea e oltre il 12% di quella mondiale.

Infine la farina (Agugiaro e Figna): la produzione nazionale media di grano tenero è di 2.99.000 tonnellate e vale 550 milioni di euro. Per ottenere la farina operano nel nostro Paese 230 molini che hanno un fatturato di 2,5 miliardi di euro. 5 miliardi è invece quello delle 1200 aziende di prodotti da forno.

Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi
Il presidente di Confagricoltura Mario Guidi

In questo clima di “agroalimentare buono”, suggellata dalle parole del presidente di Confagricoltura a sottolineare “le eccellenze alimentari fatte anche da piccole realtà agricole”, sono rimasti in disparte gli altri temi, quelli che agitano chi fa agricoltura, trasforma i prodotti agricoli e li vende: un settore agricolo che sta, nonostante le eccellenze, soccombendo nel contesto globale, l’importazione di prodotti il tema della qualità e della remunerazione degli agricoltori e degli allevatori, la sostenibilità delle imprese, il caporalato e le truffe alimentari. Temi che pesano come macigni su tutta la filiera e che mettono di fronte ciascun operatore alle proprie responsabilità. Non sarà facile uscirne, ma forse proprio chi è impegnato in prima linea nel fare “agroalimentare buono” darà le risposte, unendo gli sforzi. Da soli e in ordine sparso non si arriva da nessuna parte.

Il fast shopping di PowaTag arriva anche nella valigeria di lusso di Orobianco

Anche Orobianco abbraccia l’instant shopping di PowaTag nel suo monomarca di Milano e lo declina nel lusso. PowaTag è infatti una soluzione pensata per la multicanalità (adottata da oltre 1200 che supera il divario tra esperienza online e offline, perchè trasforma ogni singolo materiale di comunicazione in un punto vendita virtuale, attraverso una serie di punti di ingaggio tra cui QR code, Audio Tag, beacon Bluetooth, NFC e social media. Grazie a questa tecnologia, i clienti di Orobianco possono sperimentare il primo viaggio multicanale nella valigeria d’alta gamma TecknoMonster, punta di diamante del nel punto vendita monomarca di Milano.

https://youtu.be/632KV1mSZq0

«Il concetto di fast shopping si sposa perfettamente con la filosofia del nostro brand. Siamo pertanto orgogliosi di essere la prima luxury boutique in Italia ad adottare PowaTag, grazie alla quale velocizzeremo e semplificheremo il processo di acquisto», ha dichiarato Giacomo Valentini presidente di Orobianco Group.

Dopo aver scaricato l’app dall’Apple Store o, dal Google Play ed effettuata la registrazione in appena un minuto, ai clienti basterà inquadrare con uno smartphone il QR code riportato sul cartellino, per acquistare in maniera instantanea, semplice e sicura i prodotti Orobianco direttamente con lo smarphone.

«Siamo entusiasti – afferma il General Manager Italia di Powa Technologies, Germano Marano – di aiutare Orobianco ad essere il primo marchio di lusso italiano ad abbracciare quest’unione senza precedenti tra commercio offline e online».

Dirk promotes itself with a floating supermarket

Take advantage of an event in Amsterdam that attracts hundreds of sailing and other boats and thousands of people to promote its supermarkets: that is what the Dutch retailer Dirk van den Broek did during Sail 2015 last 19 to 23 August. The idea, borrowed from the river markets of the East, was to create a “floating (and self-propelled) supermarket”, with each boat containing a single product (water, bananas, snacks) that was offered to the spectators on boats or along the banks of the canals in the centre of Amsterdam. Success (at least from the media point of view) assured.

The Dutch retailer is not new to “smart” promotions: last May, in the aisles of a store in the Dutch city, it set up a discotheque (at night) where visitors could dance and at the same time buy biscuits, drinks or whatever.

Dirk van den Broek during Sail 2015 last 19-23 August, set up a (mobile) “floating supermarket” on the canals of the Dutch city.

Carrefour focuses on online and non-food, acquiring the Rue du Commerce website

Carrefour France, which has announced that it is in “exclusive negotiations” with Altarea Cogedim for the acquisition of 100% of Rue du Commerce, is expanding its multi-channel strategy. The website www.rueducommerce.fr, specialising in consumer electronics, has 5 million individual visitors per month and a turnover of 317 million Euros in 2014, and would also allow the French retailer to “reinforce its presence in e-commerce and non-food, thanks to the support of skills complementary to its own “as stated in a press release.

Non-food currently accounts for 20% of Carrefour sales. The intention is to strengthen the sector by developing the website which hosts third party manufacturing companies and receives a percentage of the sales.

The acquisition, subject to the approval of the anti-trust authority and after consultation with the unions, should take place at the beginning of 2016.

Divisions by gender, is it time to put an end to it? Target thinks so

Foto dal blog "Let Toys Be Toys".

Dividing items by gender, male or female, may make sense for some products, such as underwear or certain personal care products. But when considering toys or clothes, especially for children, but not only, or perhaps also snacks and fitness products, does it still make sense? Probably not, indeed there are an increasing number of associations, such as the British PinkStinks, which are fighting to free toys, for example, from rigid gender divisions: dolls for girls, construction toys for boys.

The issue is much debated in Anglo-Saxon countries, so much so that some retailers are “making amends”. We have already talked about Selfridges which has dedicated a floor to Agender, fashion “without gender”, and now Target, an American chain that sells a bit of everything, including clothing, toys, food and grocery, has announced that it has decided to remove, where possible, all references to gender.

As declared in a statement “We would never want our customers or their families to feel frustrated or limited by the way we present our goods. In recent years, some customers had complained about certain signs that offered product suggestions based on gender. In some cases, such as clothing where there are differences in size and wearability, this makes sense. Customers have always told us that when they buy something, especially if it is not for themselves, suggestions based on age, sex and brand help find things more easily. But we know that needs and preferences change and, as observed by some customers in certain departments such as Toys, Household Goods and Entertainment, dividing products by gender is usually not necessary. At the moment, our staff is working in stores to identify areas where we can gradually remove signs based on gender. For example, in children’s sheets there will no longer be signs that refer to boys or girls, as in the toys area, where will remove the use of colours such as pink or blue behind the shelves. These changes will be evident in the coming months”.

Anicav chiede una cabina di regia per la filiera del pomodoro. Impegno contro il caporalato

«È indispensabile istituire una cabina di regia che definisca le linee di politica nazionale per rendere più efficiente la filiera, com’è stato fatto per la pasta, visto il ruolo strategico che il comparto pomodoricolo riveste nel Sistema Italia»

Questa la richiesta espressa dal presidente di Anicav, Antonio Ferraioli, al ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, in una lettera che fa seguito all’incontro istituzionale dello scorso 17 marzo, in cui si era immaginato di istituire un tavolo tecnico specifico sul Pomodoro da Industria, sul modello della Cabina di Regia sulla Pasta promossa dallo stesso Ministero.

Secondo l’Anicav – Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, «c’è bisogno di interventi organici, per questo riteniamo necessario l’avvio di politiche industriali a sostegno della filiera, da troppo tempo assenti, per far fronte ai problemi strutturali del comparto».

«Accanto all’azione meritevole messa in atto dai due Distretti Produttivi (OI Pomodoro da Industria del Nord e Polo Distrettuale del Pomodoro da Industria del Centro Sud) è necessaria una regia nazionale che dia univocità all’azione programmatica –ha dichiarato Ferraioli – poiché i singoli soggetti della filiera non possono muoversi autonomamente, soprattutto in un momento in cui è forte il coinvolgimento del settore sul versante etico e di tutela dei lavoratori».

Antonio Ferraioli ha ribadito poi l’impegno di Anicav contro il lavoro irregolare e il caporalato. «Oltre alla sottoscrizione, insieme all’AIIPA e alle OOSS nazionali di categoria, del Protocollo per la promozione della responsabilità sociale e territoriale nella filiera del conserviero-pomodoro, abbiamo chiesto un concreto e fattivo impegno della Rete del lavoro agricolo di qualità ̶ operativa da oggi ̶ che potrebbe rappresentare un primo importante strumento per combattere il lavoro illegale».

Proprio ieri al termine del vertice sul caporalato tenuto al Mipaaf, Martina ha riferito che l’intenzione è di fornire anche assistenza legale ai braccianti che denunciano fenomeni di caporalato, trovando risorse dedicate. L’impegno assunto dal governo contro il caporalato è dunque di dare mandato alla Cabina di regia della Rete del lavoro agricolo  di qualità di redigere un piano di azione organico nel giro di due settimane. Martina ha messo in evidenza la novità del metodo: «Passare dall’individuazione di alcuni temi a una vera e propria strategia complessiva, adattando il metodo di controllo, passo dopo passo, agli effetti delle misure adottate». Il fenomeno del caporalato, ha fatto notare Martina, è molto «delicato e con radici antiche” e per questo serve un piano di azione ragionato, per “non fermarsi all’emergenza, ma rendere strutturale l’azione di contrasto: siamo impegnati a superare in modo definitivo situazioni di illegalità che arrivano da lontano».

L’Anicav ha inviato anche una lettera al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, con la quale ha chiesto alla Regione di voler assumere il ruolo di capofila delle Regioni del Distretto del pomodoro da industria del Centro Sud, nella promozione di politiche specifiche a sostegno del settore, che abbiano come obiettivo la difesa e il rilancio dell’intera filiera in termini di riqualificazione e modernizzazione, per incoraggiare una nuova e moderna cultura d’impresa.

«La Campania –ha ricordato il direttore di Anicav Giovanni De Angelis- costituisce il maggiore bacino di produzione di pomodoro trasformato, sia per numero di aziende di trasformazione che per fatturato – pari a circa 1,5 miliardi di euro, su un fatturato nazionale di 3 miliardi – ed è da sempre leader nei derivati del pomodoro destinati al retail, primo fra tutti il pomodoro pelato, che rappresenta una produzione di pregio delle nostre aziende».

Altroconsumo: Emisfero, Iper ed Eurospin dove la Gdo è più conveniente

È Emisfero del Gruppo Unicomm dei fratelli Cestaro (associato Selex) l’insegna più economica secondo la consueta indagine di Altroconsumo riguardante la convenienza nella Gdo. Indagine che conferma il divario tra Nord e Sud. La spesa più conveniente, su più di un milione di prezzi analizzati in 885 punti vendita di 68 città italiane, si fa in Toscana, dove si spende, per acquistare prodotti di marca, 6039 euro all’anno, contro i 6.636 euro della Valle d’Aosta, la regione più cara, di fronte a una media italiana di 6350 euro. Seguono il Veneto, il Piemonte, la Puglia, l’Umbria e la Liguria, quest’ultima che ha perso il primato di “regione più cara della media”. Male le regioni come Lazio, Sicilia, Sardegna ed Emilia Romagna, ma anche Marche, Molise, Basilicata e Abruzzo.
Questo nella media generale.

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Fonte: Altroconsumo

 

Analizzando il tipo di spesa, Altroconsumo suddivide in tre categorie: spesa di prodotti di marca, spesa per prodotti a marchio del distributore, spesa economica (discount, essenzialmente)

È proprio nella spesa di prodotti di marca che Emisfero ha ottenuto la palma del più economico, seguito dagli ipermercti Galassi e da Famila Superstore. Quello che emerge dalla lettura della tabella è che la differenza di prezzo tra le prime dieci insegne è nell’ordine del 4% e tra la prima e l’ultima insegna della classifica vi è un divario del 13%. Ma le modalità di acquisto tra promozioni e composizione del carrello, fedeltà al punto vendita sono talmente varie, come hanno insegnato questi ultimi anni, che difficilmente un acquirente acquita solo prodotti di marca o solo prodotti a marchio del distributore. Resta però il fatto che l’indagine di Altroconsumo resta un indicatore importante.

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Fonte: Repubblica, da Altroconsumo

“Se si passa dall’insegna più cara in città a quella più economica – segnaa Altroconsumo – in una stessa città, si possono risparmiare in media 590 euro all’anno, ma nelle città in cui la concorrenza è alta si può arrivare persino a un risparmio di 1.100 euro. Parliamo in questo caso di Pordenone, Torino, Cuneo o Napoli, mentre molto scarse sono queste opportunità a Reggio Calabria e Caserta”.

Se si acquistano prodotti a marchio del distributore, con un risparmio che può arrivare fino a 1.800 euro all’anno, l’insegna più conveniente è Iper, dove il risparmio può arrivare al 43% per l’acquisto degli stessi prodotti di marca. Anche U2 si posiziona s questo indice di risparmio (la proprietà è sempre di Iper), ma ha un numero minore di referenze. Del resto sottolinea altroconsumo è difficile fare una spese composta solo di prodotti a marchio del distributore.

Infine, tra i distount, Eurospin è l’insegna che guida la speciale classifica seguito da LD Market, D-Più Discount, Penny Market, Lidl, Md Discount, In’s Mercato, Prix Quality. Se non si bada al brand il risparmio può arrivare al 51% sui prodotti di marca: in soldoni, 3100 euro, che arrivano a 3500 ad Aosta e Trieste, dove i punti vendita sono i più cari in assoluto.

Istat: commercio al dettaglio in lenta crescita. Bene il food, male gli iper.

L’Istat ha reso noto i dati del commercio al dettaglio di giugno. Un mese che, rispetto a maggio, regista un lieve calo delle vendite al dettaglio (-0,3%). Tuttavia il confronto tra trimestri pende a favore del periodo aprile-giugno su quello precedente (+0,4%) e rispetto a giugno 2014 si registra una variazione positiva sia per il valore delle vendite delle imprese della grande distribuzione (+1,5%) sia per quello delle imprese operanti su piccole superfici (+1,7%).

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«Sono indicazioni – commenta il presidente di Federdistribuzione Giovanni coboldi Gigli – da prendere sicuramente con cautela, ma a fronte di tassi inflattivi sostanzialmente fermi (ad agosto ancora +0,2%) l’auspicio è che questo segnale rappresenti un primo passo di un percorso di crescita che possa irrobustirsi nel tempo, anche grazie alle condizioni economiche internazionali che permangono positive: basso prezzo delle materie prime, quantitative easing, cambio euro/dollaro favorevole.

Occorre ora sostenere questi segnali di ripresa – prosegue il presidente di Federdistribuzione – anche per contrastare le preoccupazioni che provengono dai mercati finanziari esteri (crisi greca e cinese) che potrebbero gettare nuova incertezza sulle famiglie frenandone ancora i consumi. È indispensabile dunque attuare il piano annunciato di riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese, completare il programma di riforme e avviare un serio e strutturato progetto di sviluppo del Mezzogiorno».

Con riferimento al primo semestre del 2015, cresce dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2014.

Nella grande distribuzione il valore delle vendite aumenta, in termini tendenziali, del 2,3% per i prodotti alimentari e dello 0,4% per quelli non alimentari. Nelle imprese operanti su piccole superfici, le vendite registrano una variazione positiva sia per i prodotti alimentari (+2,4%) sia per quelli non alimentari (+1,6%).

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Con riferimento alla tipologia di esercizio della grande distribuzione, a giugno 2015 si registra un aumento dell’1,4% per le vendite degli esercizi non specializzati e del 2,4% per quelle degli esercizi specializzati. Tra i primi, aumentano dell’1,5% le vendite degli esercizi a prevalenza alimentare e dello 0,7% quelle degli esercizi a prevalenza non alimentare.

Schermata 2015-08-31 alle 10.41.22In particolare, per quanto riguarda gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, aumentano le vendite di supermercati e discount (rispettivamente +2,3% e +4,5%), mentre diminuiscono quelle degli ipermercati (-1,2%).

 

In autunno il Retail Tour Virtuale di Kiki Lab

Tendenze e casi di innovazione e successo da New York, Cannes, Stoccolma, Nuova Delhi, Parigi, Barcellona e testimonianze del retail italiano anche quest’anno, tra ottobre e novembre, al centro del Retail Tour Virtuale di Kiki Lab.

In un pomeriggio di lavori Fabrizio Valente, fondatore di Kiki Lab, guiderà i partecipanti attraverso le tendenze del settore, presentando con dati e immagini le aree Retail visitate dal team Kiki Lab nell’ultimo anno: catene e indipendenti; mass-market, discount, lusso; alimentare e non alimentare; servizi e ristorazione rapida; salute e tempo libero.

Due gli appuntamenti: il 28 ottobre a Brescia e il 12 novembre a Milano. I convegni saranno arricchiti da testimonianze aziendali: già confermati per Milano speech di Autogrill e Decathlon e per Brescia di Calze Ileana, Parliamo di thé e Italmark-Gruppo Odolini.

Per informazioni e iscrizioni: 030.221681 – kiki@kikilab.it

Fabrizio Valente è anche presente al World Retail Congress di Roma (8-10 settembre), dove modererà una delle sessioni parallele dedicate all’innovazione nel retail presentando e discutendo con i protagonisti due casi significativi: l’italiana Mr Fleming, catena di farmacie innovative e l’olandese Bilder & De Clercq, lo store che risponde alla domanda “che cosa preparo per cena?”, fornendo la risposta con cgli esatti ingredienti per comporre il piatto che si è scelto di fare.

In questo video alcune testimonianze di retailer Italiani protagonisti al World retail Congress di Roma

Pedon e OrtoRomi insieme per una pausa pranzo all’insegna del benessere

La nuova referenza con Bulgur e Quinoa, tre tipi di insalata e olive Kalamata, proposta da Pedon e OrtoRomi nella linea Pausa Pranzo in Forma si inserisce nella tendenza che vede in crescita l’attenzione al benessere nel piatto e i consumi di piatti pronti e veloci e di cereali.

Secondo le più recenti analisi di Nielsen, infatti, si registra un nuovo approccio agli alimenti, caratterizzato da una sempre maggiore attenzione agli aspetti salutistici dei cibi, nella consapevolezza che una giusta alimentazione sia lo strumento più adeguato per prevenire e gestire disfunzioni fisiche come l’eccesso di colesterolo, l’ipertensione, il diabete e l’obesità.

Su versante dei numeri, invece, i cereali secchi stanno vivendo una stagione felice. Nei primi cinque mesi di quest’anno Nielsen registra una crescita del 23% a volume e del 34% a valore sullo stesso periodo del 2014. A parte il grano, sono tutti i cereali a beneficiare della crescita. In particolare la Quinoa, “un cereale altamente proteico e completamente privo di glutine, che quadruplica quasi le sue vendite, attestandosi su oltre 400 tonnellate e sviluppando 4,4 milioni di euro di giro d’affari, con un prezzo medio di 10,94€/Kg”, spiega Nielsen

Infine, la fase positiva che stanno attraversando i comparti dei prodotti pronti d mangiare e facili e veloci (secondo la classificazione data da Nielsen ai sei panieri del largo consumo) che nel primo semestre di quest’anno hanno segnato una crescita di poco più del 2% i primi e di più del 3% i secondi (a volume e a valore).

La nuova referenza è il primo episodio di co-branding tra Pedon, big player per la lavorazione, il confezionamento e la distribuzione di cereali, legumi e semi, e OrtoRomi, impresa con quasi vent’anni anni di storia nel settore ortofrutticolo della IV gamma

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