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Oasi e Tigre contro il caro scuola: prenoti i libri online e ottieni un buono spesa

Contro il caro scuola si segnala un interessante esempio di integrazione online offline in alcuni punti vendita Oasi e Tigre del Gruppo Gabrielli, unita auna promozione intelligente. I possessori di carta Unika possono ordinare i libri di testo online fino al 4 ottobre (per le scuole medie inferiori, superiori e università), ritirarli nel punto vendita prescelto e ottenere un buono sconto sulla spesa pari al 20% del costo sostenuto.

È una risposta a sostegno delle famiglie che a settembre hannop un appuntamento oneroso: per ogni figlio a scuola infatti, si spenderanno mediamente 514 euro per il corredo scolastico (+1,5 %rispetto al 2014) mentre, per la prima volta, spese stabili per libri e dizionari, con una stima prevista intorno ai 531 euro e 70 centesimi secondo quanto diramato da Federconsumatori.

Copia di barbara_Gabrielli_0574“Siamo vicini alle famiglie attraverso questa operazione contro il caro scuola – ha detto Barbara Gabrielli vicepresidente del Gruppo (nella foto) – per tutelare il loro potere d’acquisto e offrire nel contempo un servizio utile e di facile utilizzo.”

Collegandosi ai siti di Oasi o Tigre   si accede alla piattaforma di prenotazione e una volta effettuata la registrazione, seguendo la procedura si potrà concludere l’iter di ordinazione e preferenza del punto di vendita Oasi o Tigre presso il quale effettuare il ritiro, il tutto supportato dalla possibilità di ricevere un allert via mail o sms secondo le proprie preferenze.

Tanti i vantaggi a disposizione di chi usufruirà del servizio: primo fra tutti la possibilità di utilizzare il buono ricevuto entro 60 giorni nello stesso punto di vendita di emissione fatta eccezione per gli articoli già in promozione e le referenze specificate nel regolamento.

Nuovo layout, green e tecnologico: riapre il Superstore Conad a Pistoia

I tre soci. Da sinistra: Massimiliano Merildi, Mauro Matteini e Daniele Melani

Conad SuperstoreDopo un mese di chiusura per i lavori di ristrutturazione riapre domani il Superstore Conad in viale Adua a Pistoia, da ventisei anni punto di riferimento per la spesa quotidiana dei cittadini, all’insegna dell’efficienza energetica. con dotazioni tecnologiche avanzate e rivisto nel layout. La ristrutturazione ha interessato l’intero perimetro del punto di vendita, comportando la realizzazione, nella zona ingresso, di un nuovo spazio pizzeria al taglio e da asporto e la ristrutturazione di tutti i reparti freschi, dalla panetteria all’ortofrutta, dai latticini alla gastronomia e alla pescheria. Completamente nuovo anche il bar, ora posizionato all’ingresso.

Il nuovo punto di vendita di Viale Adua è stato ristrutturato ponendo massima attenzione all’innovazione e ai servizi. È dotato di tecnologie innovative e sostenibili – centrali frigorifere e nuovi banchi refrigerati ad alta efficienza, lampade a led per il sistema di illuminazione, tecnologie automatizzate per il sistema di climatizzazione e la catena del freddo, sistema di metering per il monitoraggio e la gestione dei consumi 24 ore su 24 – nell’ottica di ottimizzare l’efficienza energetica e ridurre di circa il 40 per cento il consumo di energia rispetto a una struttura equivalente realizzata con tecnologie tradizionali.

Grande attenzione ed enfasi sono state dedicate a tutto l’assortimento fresco e freschissimo, alla valorizzazione dei prodotti del territorio e alla cantina, con etichette di vera eccellenza e grande assortimento di vini toscani. Rivista completamente anche tutta l’ambientazione e la comunicazione, nonché l’impiantistica, i reparti di lavorazione e le attrezzature.

Ancora una novità con Spesa al volo e le nuove casse Self Conad (4 sulle 14 complessive), che permettono di ridurre i tempi di attesa del cliente possessore di Carta Insieme Conad.

Con queste innovazioni i clienti possono fare la spesa in autonomia, con riservatezza e velocità. All’interno del punto vendita sono presenti anche due nuovissimi totem touch screen Digital Conad da cui il cliente può ordinare prodotti tecnologici e non, ampliando così l’offerta di qualità e servizio del negozio. Il Digital Conad vuol aprire la strada a

una nuova relazione con il cliente per garantire un assortimento il più ampio possibile, consentendogli di consultare, scegliere e pianificare la consegna in modo semplice e veloce.

Soddisfazione arriva dai tre soci Mauro Matteini, Daniele Melani e Massimiliano Merildi, proprietari di altri punti vendita in città e pronti per inaugurane un altro nuovo in Corso Gramsci: “Il nuovo superstore è funzionale, realizzato con la massima attenzione all’innovazione e al risparmio in campo energetico, moderno, con tanti servizi e tanta convenienza per soddisfare le esigenze di spesa dei cittadini”

I finalisti del World Retail Awards 2015

Come ogni anno a compendio del World Retail Congress (Roma, 8-10 settembre) saranno assegnati i prestigiosi World Retail Awards, suddivisi in cinque categoriee nel superpremio Retailer of the Year.

Solo due gli italiani presenti: Yoox Group nella categoria eCommerce retailer of the Year e Coop con ‘Chiedilo alla Coop’ nella categoria Retail Advertising Campaign. Le altre categorie sono: Young Retail Entrepreneur of the Year, Retail transformation and reinvention relativo progetti di reingegnerizzazione e riorganizzazione dell’attività in chiave di crescita sostenibile, e Store Design. Le liste di selezionati per le altre due categorie – Retail Transformation of the Year e Retailer of the Year – saranno rivelate a breve.

Ian McGarrigle, Presidente del World Retail Congress, dichiara: “Siamo molto contenti di vedere così tanti partecipanti in ogni categoria. Ancora una volta il calibro dei finalisti è davvero eccezionale con una rappresentanza variegata del mondo del retail. Sarà difficile stabilire il vincitore finale di ogni categoria; noi siamo comunque molto grati nei confronti di tutti quelli che hanno partecipato.”

Nella categoria Store Design sono sei i finalisti, tutti molto rappresentativi di linee di tendenza nel retail, dal food al lusso, dal gioco allo sport e all’auto. Questi ultimi due (Rockar e Rose Biketown) sono un esempio notevole di multicanalità e di integrazione tra canali online e of line. In particolare Rockar prefigura una possibile rivoluzione nel modo di vendere le auto.

Store Design of the Year

– Rose Biketown, Monaco by Blocher & Blocher
– Markthal, Rotterdam by MVRDV and Designers Winy Maas
– Hamleys World, Mosca by Fitch
– Galeria Melissa, Londra. Architetti: IDL e Melissa’s Muti Randolph
– Mad Cooperativet, Copenhagen by the Inhouse Concept design team e Cada Design
– Rockar, Bluewater, UK

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Questi gli altri finalisti

Young Retail Entrepreneur of the Year
Sponsorizzato da MasterCard
– Kunal Bahl, co-fondatore, Snapdeal Nitin Passi, fondatore, Missguided.com
– John Winning, AD, the Winning Group
-Bahman Nedaei, Zahir Dehnadi, co-fondatori, Navabi
– Gökhan Meriçliler, fondatore, Poi

Retail Advertising Campaign of the Year
– M&S per “Every Milestone”. RKCR/Y&R
– Coop Italia per “Chiedilo alla Coop”. Y&R Italia
– Intel per “Get In The Mix with NE YO”. Arc Worldwide, Chicago
– Continente per “Going to Continente Makes it Worth Your While”. By Fuel
– Watsons Taiwan per “Have a cozy and lazy life with Gudetama”. By Dentsu Taiwan
– M&S Food per “Adventures”. RKCR/Y&R

eCommerce Retailer of the Year
Sponsorizzato da JDA
-Jumia, Nigeria
– Matchesfashion.com, UK
– Michael Hill Jewellery, Australia
– Yoox Group, Italia
– Appliancesonline, Australia
– JD.com, Cina
– Mudo, Turchia

Tesco distribuisce il surplus di cibo dei punti vendita con una app

Per la distribuzione di eccedenze di cibo alle associazioni caritatevoli, Tesco sta utilizzando un sistema innovativo. Attraverso la App FareShare Food Cloud, ogni store manager avvisa le associazioni collegate (Fare Share nel Regno Unito e l’impresa sociale Food Cloud in Irlanda) della disponibilità di surplus di cibo ogni giorno. L’organizzazione conferma il ritiro, lo raccoglie direttamente nel punto vendita e lo trasforma in pasti per chi ne ha bisogno. Fare Share non distribuisce il cibo direttamente alle persone bisognose, ma collabora con oltre 1900 progetti locali (ostelli per anziani, donne, rifugiati) che si occupano di fornire cibo alle persone beneficiarie.

Attualmente Tesco ha in corso questo progetto in Irlanda e lo sta testando in un punto vendita di Londra e in altri dieci a Liverpool, Belfast e Glasgow.

 

Target consumatori: non solo millennials, anche i senior sono una risorsa per il retail

Che la popolazione italiana invecchi progressivamente è fuor di dubbio, ma solo ora sembra che si guardi alla popolazione senior da parte delle imprese e della distribuzione con un certo interesse, superando lo schema classico dei prodotti specifici e considerandoli come target. Infatti secondo Gfk Eurisko la popolazione tra i 55 e i 74 anni (17 milioni di individui, destinati a diventare 30 milioni tra 30 anni) non è tutta uguale. All’interno di questo target vi è un segmento (il 14% del totale) per il quale sono rilevanti i tratti psicografici, la cultura e una buona disponibilità di reddito.

A confermare l’interesse per i senior giungono i risultati della ricerca “Alimentazione e benessere: quali possibili convergenze?” realizzata dal Gruppo Gabrielli, d’intesa con Life Trend Lab, centro di ricerca nato dalla collaborazione tra l’Azienda e L.I.V.E. – spin off dell’Università Politecnica delle Marche.

In generale, si ricava dalla ricerca, tengono i profili dei consumatori ancorati ad un consumo tradizionale, ma contemporaneamente emerge la nicchia di coloro che sono portatori di nuove visioni e sensibilità. Proprio come i consumatori senior, cresciuti numericamente anche grazie ad una migliore qualità della vita e buone relazioni sociali, e che diventano un fenomeno da studiare da un punto di vista delle abitudini di consumo.

Questa indicazione porta a parlare di un approccio “senior specific” che sembra mettere in difficoltà le aziende nell’adozione di una logica di proposte e soluzioni innovative piuttosto che adattive. Una conseguenza del superamento del concetto stereotipato di persona anziana che va rivisto sulla base di come effettivamente i senior si vedono e si sentono.

Segmentare questo nuovo target appare però più difficile a causa delle incidenze economiche, sociali e di salute che intervengono e che rendono eccessivamente numerose le categorie entro le quali racchiudere i soggetti esaminati.

La sfida da raccogliere per gli operatori della Gdo sicuramente riguarda una formulazione di offerta ancorata a un consumatore senior che sa districarsi tra le offerte, ha molto tempo a disposizione e presenta un alto tasso di fedeltà e ripetitività verso gli acquisti e dimostra di essere abile nel reperire informazioni mediante la multicanalità.

È inoltre – sempre secondo la ricerca – un consumatore consapevole e responsabile, attento all’ambiente ma che non vuole essere “incasellato” in offerte rivolte agli anziani, concetto ormai superato.

«La qualità della vita e delle relazioni sociali – ha detto Barbara Gabrielli vicepresidente del Gruppo Gabrielli – sta raggiungendo standard positivi che permettono di delineare nuovi profili che per noi operatori della Grande Distribuzione Organizzata rappresentano una sfida per continuare ad anticipare e soddisfare le loro esigenze».

Petfood e petcare, il mercato cresce, ma il cliente vuole sempre più servizio

Il mercato dei prodotti per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia in Italia chiude il 2014 con un giro d’affari di 1.830 milioni di euro ed un totale di 544.000 tonnellate commercializzate. Positive le dinamiche a valore rispetto allo scorso anno (+2,4%) mentre i volumi sono in flessione (-1,2%) in misura più marcata rispetto al 2013. In ogni caso, si tratta di un risultato di tutto rispetto rispetto alle performance di altre categorie del Largo Consumo Confezionato che stentano a riprendersi dalla crisi.

L’ultimo numero di inStore pubblica un servizio speciale dedicato al fiorente mercato del Pet food e del Pet care.

Nel primo articolo Iri analizza le dimensioni, le dinamiche, le differenze tra i canali e gli assortimenti.

Nelle conclusioni, Iri scrive: “Durante il 2014, in un contesto di generale stagnazione dei mercati del Largo Consumo, il Petfood ha avuto performance nettamente superiori alla media del mercato e si conferma tutt’oggi un settore dalle grandi opportunità di crescita. Rimane alta la domanda di prodotti di fascia premium e superpremium che valorizzano la specializzazione, l’innovazione e la ricerca nutrizionale, – in particolare funzionale e dietetica – ma al tempo stesso l’acquirente è alla ricerca di un sempre maggiore servizio che punta su packaging all’avanguardia e piccole grammature allo scopo di ridurre gli sprechi soddisfacendo anche i palati più esigenti. È su questi trend chiave che gli operatori devono concentrarsi nel corso dei prossimi mesi per continuare a crescere”.

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Il secondo intervento, a firma Manuela Falchero, dal titolo Un business che non conosce crisi, si basa sull’VIII edizione del Rapporto sull’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia, realizzato da Assalco (Associazione nazionale tra le imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia) e Zoomark International, per indagare le strategie di espansione dei retailer specializzati e non specializzati. Tra le insegne analizzate: Arcaplanet, Schermata 2015-08-04 alle 18.09.28Maxi Zoo, Zooplanet e Iper la grande I, che a dicembre 2014 ha inaugurato, a fianco dell’ipermercato già aperto presso il centro Commerciale Portello a Milano, il primo Pet Food Store (nella foto a fianco).

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I luoghi della spesa preferiti dal popolo della rete nell’analisi di Web-Research

Quali sono i luoghi della spesa preferiti dagli italiani? Chi vince tra la moderna distribuzione e gli altri formati? È proprio vero che i mercati sono così apprezzati? Abbiamo indagato nel web domestico i pareri scritti spontaneamente e liberamente dai consumatori su plus e minus dei formati distributivi per effettuare un benchmark tra la Gdo/Do e gli altri formati distributivi nel settore alimentare.

Sono stati analizzati Social, Blog e Forum escludendo, per scelta metodologica, siti proprietari, articoli della stampa specializzata e non, news e ogni altra fonte reperibile in rete che potesse contenere giudizi che inquinassero il rilevamento.

Il periodo considerato è stato di 12 mesi, dal 1° Giugno 2014 al 30 Maggio 2015.

Abbiamo isolato un campione di 2.891.417 pareri la cui indagine ci ha garantito la rappresentatività statistica in ogni cella di quota.

Social, Blog e Forum sono quasi equamente suddivisi come luogihi della discussione, con una maggiore rilevanza per i Social.

Ricordiamo che più un argomento è trattato in ambenti dedicati quali Forum e Blog, maggiormente l’argomento è affrontato con competenza ed approfondimento. Ricordiamo inoltre che con “Influencer” indichiamo quei naviganti ritenuti dagli altri fonte attendibile di informazione nell’oltre 80% dei casi: sono coloro che fanno proseliti, sono gli opinion leader della rete. La media di Influencer nel web domestico si attesta intorno al 20%.

Da quanto sopra si evince che i netsurfer italiani quando digitano riguardo i formati distributivi dove effettuare la spesa alimentare lo fanno con competenza, cercano e lasciano commenti in ambiti specializzati nel 61% dei casi e gli Influencer che ne scrivono sono in percentuale sensibilmente superiore alla media nazionale.

Se dati come l’elevata provenienza di pareri da internauti di formazione Media e Alta, se una percentuale considerevole di Uomini – trattandosi di spesa alimentare – sono in parte diretta conseguenza dell’ambiente analizzato (il web) – confermata dall’Età: 88% nelle fasce 18/48 anni – non dobbiamo dimenticare che il popolo della rete coincide al 100% col profilo dei consumatori dell’immediato futuro.

Quanto allo split sulla provenienza dei pareri riguardanti la Gdo/Do e gli altri formati, siamo in presenza di una forbice sia per quanto riguarda le aree gografiche che le tipologie di insediamento.

Grazie all’analisi dei testi rinvenuti, effettuata attraverso i software semantici di intelligenza artificiale che emulano le reti neurali, abbiamo potuto non solo individuare di quali argomenti si scrive in rete e quanto se ne scrive ma anche attribuire una personalità agii stessi testi, pesando i giudizi (positivi e negativi).

GDO VS ALTRI FRMATI

 

Sulla base dei pareri intercettati, i formati distributivi di cui i consumatori parlano in rete riguardo la spesa alimentare sono sostanzialmente sette, di cui tre attengono al canale moderno (ipermercati, supermercati, minimarket/negozi di prossimità), due alla formula dei mercati coperti e all’aperto, gli altri sono i negozi tradizionali e quelli per la vendita di prodotti sfusi, più nuovi, che abbiamo definito negozi alla spina. La percentuale nell’inforgafica indica il volume di pareri relativi al formato valutato

Notiamo subito come i formati della distribuzione moderna, sebbene rappresentino solo 3 delle 7 tipologie di negozio menzionate, siano citati nel 63% dei casi, lasciando agli altri 4 formati il rimanente 37% dei giudizi.

La classifica di cui sopra può essere interpretata come la classifica di popolarità dei formati distributivi secondo gli internauti domestici.

Con “negozi alla spina” indichiamo i negozi dove è possibile acquistare prodotti sfusi (nel presente rilevamento: prodotti alimentari); altre peculiarità di tali negozi sono l’approvvigionamento da produttori locali e la vendita di prodotti bio ed equo solidali. Sebbene alcune insegne abbiano reparti dedicati a prodotti alla spina, nella web research effettuata con “Negozi alla Spina” abbiamo fatto riferimento a catene dedicate/franchising, cooperative e negozi privati, (escludendo le insegne attrezzate in proposito).

È significativo che i giudizi sui negozi alla spina – che in Italia non arrivano al migliaio – siano il 15% del totale.

Abbiamo poi indicato i cluster di giudizio in cui si sono accorpati i pareri intercettati, riguardanti le 7 tipologie di negozio / formato distributivo, inerentemente alla spesa alimentare (pareri multipli).

I dati così accorpati danno origine alla classifica delle 8 “reason why di acquisto dei prodotti alimentari” o “reason why di scelta del negozio presso cui effettuare la spesa alimentare”, da parte del popolo della rete nazionale.

Entriamo ora nel vivo del rilevamento. Abbiamo riclassificato i giudizi secondo una scala paragonabile alla votazione scolastica: voto 10 per il massimo giudizio positivo, 0 per il parere peggiore nelle otto motivazioni definite in precedenza, con risultati di immediata evidenza.

Abbiamo poi calcolato una media aritmetica dei voti per i differenti formati e una media globale dei formati della Gdo/Do e quella degli altri formati. Ciò significa che il voto di ogni singola reason why di acquisto è ritenuto di ugual peso nel definire la media, vale a dire che la valutazione di ogni motivazione di scelta concorre in ugual misura alla reputazione di un formato distributivo.

Abbiamo visto precedentemente la classifica dei cluster in cui si accorpano le otto reason why di acquisto/motivazioni di scelta del punto vendita, redatta in base al volume di pareri per ciascun cluster; possiamo affermare che il volume di pareri relativo ad ogni singola reason why di acquisto ne misura l’importanza attribuitale dai netsurfer/consumatori nazionali. Abbiamo quindi pesato i voti per tale classifica e ridefinito le medie (ora pesate, non più aritmetiche).

In questo modo esprimiamo la reputazione globale di ogni singolo formato distributivo sulla base di ciò che i consumatori/naviganti reputano più importante (meno importante), per scegliere dove effettuare la spesa alimentare e non solo per il voto attribuito ad ogni reason why di acquisto.

In estrema sintesi:

– prezzo, qualità, comodità sono le tre motivazioni di scelta vincenti;

– i formati distributivi della Gdo/Do sono valutati in maniera brillante, gli altri formati sono appena sotto la sufficienza, penalizzati soprattutto dai mercati: infatti i negozi privati/tradizionali e quelli alla spina sono giudicati positivamente grazie ad item che li connotano con maggiore precisione;

– da tenere monitorato il fenomeno dei negozi alla spina.

di Gian Marco Stefanini
www.web-research.it Srl

 

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E’ un istituto di ricerche di mercato e consulenze di marketing che offre servizi rivolti ad aziende e multinazionali presenti nel mercato domestico.
Ha portato tra i primi in Italia una nuova metodologia di ricerche ed analisi di mercato: Web listening – Web research – Web monitoring.

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La qualità e la raffinatezza alimentare secondo Heinen’s (Cleveland)

Nasce a Cleveland nel 1929, all’inizio della grande depressione. Oggi Heinen’s conta 22 punti vendita e si espande, orgogliosa della continuità di una conduzione familiare giunta alla terza generazione.

Daniele Tirelli, presidente Popai, ne parla con dovizia di particolari nell’ultimo numero inStore, raccontando il punto vendita che ha segnato l’espansione della catena familiare fuori dai confini di Cleveland.

Aprendo a Barrington (una cittadina ormai inglobata nell’area della Grande Chicago e distante 380 miglia dai propri headquarter) la famiglia ha aperto la strada verso il ricco Illinois. L’investimento di 10 milioni di dollari servì per dare spazio alla creatività degli architetti dei Process Creative Studios.

L'area della Grande Chicago: il segnalino indica la posizione di Barrington (da Google Maps)
L’area della Grande Chicago: il segnalino indica la posizione di Barrington (da Google Maps)

I suoi designer che sono conosciuti per la cura del dettaglio e per l’uso raffinato dei materiali, rimodellarono un edificio commerciale occupato precedentemente da uno Staples, e crearono un superstore di 4000 mq circa, dall’indubbia distintività. L’estetica dei suoi interiors, la comunicazione e la segnaletica furono affidate invece allo Studio Graphique, una società specializzata nella cosiddetta “In-Store Brand Experience”, che risolse il problema della funzionalità del percorso in un layout indubbiamente originale, con l’eleganza dell’arredo. Il tutto ha dato luogo a una soluzione d’indubbio interesse nel campo degli high-end supermarket, ovvero la formula che produce gli sviluppi e le suggestioni più avvincenti delle diverse correnti del marketing-at-retail.

 

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Agli occhi di un Italiano punti di vendita come Heinen’s di Barrington sembrano appartenere ad un genere ben circoscrivibile come posizionamento: quello del superstore alimentare specialistico d’alta gamma, quindi notevolmente selettivo. In realtà, all’occhio esperto balzano agli occhi numerose, sostanziali caratteristiche, tutte frutto di dettagli e di reciproche “citazioni” tra le insegne che si contendono l’area attorno ai grandi laghi. Il punto di vendita di Barrington costituisce anch’esso un ibrido e funge da richiamo per segmenti di popolazione individuati non tanto con i vecchi criteri socio-demografici, ma piuttosto in base alla loro cultura di consumo.

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Il retail cresce con il Temporary shop. Food in ascesa

Secondo le ultime analisi realizzate da Assotemporary, oltre il 60% delle iniziative di temporary shop hanno luogo a Milano; il 10% a Roma e Napoli, l’8% a Torino e in percentuali più limitate in città come Catania, Palermo e Bologna. Nel capoluogo lombardo, il fenomeno sta assumendo le caratteristiche proprie di un “nuovo mercato”. Al di là degli spazi cittadini, secondo Assotemporary cresce l’attrattività dei centri commerciali (dove avviene circa il 10% delle iniziative su scala nazionale) mentre il 7% è appannaggio del travel retail rappresentato da stazioni ferroviarie e aeroporti. La durata delle iniziative di Temporary shop è mediamente di 30 giorni.

Al Temporary shop come fenomeno in crescita nell’ambito del food, inStore di luglio-agosto dedica un servizio nel quale il segretario di Assotemporary Massimo Costa analizza le ragioni che fanno del negozio temporaneo un potente veicolo di comunicazione per il brand.

 

Leggi qui l’articolo completo nel numero sfogliabile online

 

Ti sei perso gli altri articoli che inStoremag ha dedicato al Temporary shop?

Guardali tutti a questo link

La scelta della redazione:

1) Il temporary di Ikea ripensa alla cucina e al cibo

2) Gli shop Nivea, da temporary a permanent per una nuova shopping experience

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Con Plef e Rondine a Expo è di scena la cittadinanza universale

Nuovo appuntamento con il ciclo di incontri ed eventi Il senso ritrovato a Expo, organizzato da Plef (Planet life economy foundation). Si tratta della performance artistica Dissonanze in accordo (6 agosto, ore 21.00, alla Cascina Triulza al’interno di Expo) curata da Rondine Cittadella della Pace, l’unica associazione italiana candidata ufficialmente al Premio Nobel per la Pace, che propone un nuovo modello di cittadinanza universale che si fonda sulla capacità di nemici di poter vivere in pace e su una premessa essenziale: fermare la guerra è il primo imprescindibile passo per “nutrire il pianeta”.

“Mentre a Milano assistiamo ad un investimento per una bellezza spettacolare che vanifica la coscienza dei confini e si consuma in poco tempo – si legge nella comunicazione che accompagna l’invito – Rondine investe da diciotto anni, ogni giorno, nella forza morale dei giovani, frenati da invalicabili confini, ma pronti a consumarli e distruggerli come un esercito di soldati di pace pronti a partire dalla campagna toscana per abbattere barriere fisiche e mentali che spezzano vite e impediscono la crescita dei popoli.

“Dissonanze in accordo” è un racconto del superamento del conflitto, in un percorso dalla consapevolezza della guerra e alla sua soluzione verso la pace.

Le testimonianze “vere” degli studenti di Rondine Cittadella della Pace narrano di vicende vissute in prima persona, storie di odio che si tramanda di generazione in generazione; spiegano come un “presunto nemico” si possa trasformare in una persona come loro, abbattendo quelle categorie culturali, che costringono molti come dentro a una prigione.

La performance dell’Ensemble Rondinesarà introdotta dagli interventi di Bruno Pasquino, Commissario Generale Expo Milano 2015, Sergio Silvotti, Presidente Fondazione Triulza, Alessandro Curti, AD Curti socio Plef e sponsor del progetto “Il Senso Ritrovato” e Franco Vaccari, Presidente Rondine.

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