Con l’obiettivo di coordinare la costruzione di un posizionamento innovatore nel relational marketing, nel digital e social marketing e nello sviluppo della marca del distributore, il Gruppo VéGé ha affidato a Francesca Repossi l’incarico di responsabile marketing.
43 anni, laurea in Economia con Executive Master MBA presso l’Università Luigi Bocconi, Francesca Repossi proviene da Shell Italia SpA, dove nell’ultimo biennio ha ricoperto l’incarico di Loyalty & Partnership & B2C Payment Manager. All’interno della filiale italiana del gruppo anglo-olandese, ha ricoperto ruoli manageriali di crescente responsabilità occupandosi, in particolare, di sviluppo e supervisione di iniziative promozionali e di comunicazione, partnership, co-marketing, attività di loyalty management e di customer relationship.
Ferma presa di posizione del presidente di Fruit Innovation 2015 Francesco Pugliese nei confronti di Assomela, l’associazione che riunisce i Consorzi dei produttori di mele del Trentino e dell’Alto Adige (e di altre province), che aveva annunciato qualche giorno fa di non voler partecipare a nessuna fiera del settore ortofrutta in programma quest’anno in Italia, con riferimento al fatto che nel 2015 sono previste Fruit Innovation il 20-22 maggio a Milano, in concomitanza con Ipack Ima e con Expo, Fruit Gourmet (alcuni giorni prima a Verona) e Macfrut (Rimini). La motivazione? In sintesi, l’attesa di “un confronto urgente e necessario per giungere ad un evento italiano unico… con un orientamento internazionale importante”.
“Mi stupisco e non comprendo – ha affermato Pugliese – le ragioni del comunicato emesso da Assomela in merito agli eventi fieristici per il settore ortofrutticolo nel 2015. Un evento forte, con un orientamento internazionale importante e propositivo tanto auspicato da Assomela c’è già ed è Fruit Innovation 2015, a Milano, in quanto è la fiera fortemente voluta e sostenuta con impegno dai settori e dalla distribuzione. Non a caso ne ho accettato la presidenza”.
Fruit Innovation nasce infatti dal supporto di una cabina di regia e da un comitato di orientamento di cui fanno parte attivamente il mondo della produzione organizzata, delle grandi imprese private, del commercio, della distribuzione e delle tecnologie, che sono i veri protagonisti del progetto fin dalla sua iniziale messa a punto. È una joint-venture tra Fiera Milano e Ipack-Ima e conta su promotori come FruitImprese, Unaproa, Fedagromercati, Confagricoltura, Coldiretti, Fedagri Confcooperative Lombardia
Un approccio di filiera con un orizzonte internazionale, aggiungiamo noi, che viene indicato da tempo e anche dal ministro Martina come una delle priorità strategiche per il sistema agroalimentare italiano (v. il convegno organizzato a Marca a gennaio). Un richiamo che dovrebbe guidare i protagonisti coinvolti nella filiera dell’ortofrutta, cui le divisioni non giovano.
“Alla luce di queste premesse – conclude Pugliese – non capisco la posizione dello stare a vedere. Ogni decisione è legittima ma non si può dire che manchi la fiera sulla quale puntare”.
Da una ricerca svolta da Epson su un campione di 5000 consumatori in cinque Paesi (Italia, Regno Unito, Spagna, Francia e Germania) sulle tecnologie in store emergono interessanti considerazioni sul comportamento delle persone e disegna le linee di sviluppo del punto vendita del futuro.
Omnicanalità, supply chain integrata, pagamenti in mobilità, personalizzazione, fidelizzazione e interattività spinta sono i temi chiave che i consumatori individuano per valutare favorevolmente la loro esperienza d’acquisto.
Camillo Redaelli, Sales Manager Business Systems, Epson Italia
«Le sfide che il retail deve affrontare – annota Camillo Readaelli, Sales manager business systems di Epson – sono la formazione del personale che si relaziona con i clienti, una disponibilità adeguata di tecnologia, garantire un buon grado di autonomia ai clienti nel punto vendita ed eliminare la coda alle casse».
Ognuna di queste aree di lavoro è infatti individuata dagli intervistati come decisive nella loro esperienza d’acquisto. E non prenderle in considerazione mette a rischio il business.
Elemento più critico, da questo punto di vista, è la coda alle casse, poiché è uno dei principali motivi di rinuncia all’acquisto (30% degli italiani), soprattutto se il prodotto costa poco e non è stato dedicato troppo tempo alla sua scelta (il 42% dei consumatori europei e il 28% degli italiani). Più cresce il valore del prodotto e più lungo è stato il processo di acquisto, più si è disposti ad attendere alla cassa (in questo gli italiani sono più pazienti degli europei, il 45% contro il 28%).
Il 56% degli intervistati (il 63% degli italiani) ha indicato velocità dei pagamenti e assenza di lunghe code alle casse come uno tra i principali fattori che hanno un impatto positivo sull’immagine del marchio, preceduto soltanto dalla competenza degli addetti alle vendite (al primo posto, con il 59% di risposte). Seguono, nell’ordine, la presenza in negozio di postazioni self service per ricerche e ordini a pari merito con un’identica qualità di esperienza d’acquisto sia online sia in negozio, la possibilità di pagare gli articoli agli addetti anche lontano dalle casse, la personalizzazione dell’esperienza d’acquisto, la velocità del servizio, la possibilità di effettuare i pagamenti in modalità self service e addetti alle vendite dotati di dispositivi mobili per ricercare la disponibilità a magazzino dei prodotti.
Per il solo campione italiano, ai primi 3 posti vi sono invece nell’ordine: postazioni self service per ricerche e ordini, pagamenti rapidi senza coda alle casse e addetti alle vendite competenti.
La ricerca mette in luce anche la predisposizione dei consumatori alle tecnologie e rileva che l’esperienza omnichannel ha una grande influenza sul giudizio complessivo sul brand: così infatti si esprime il 66% degli italiani, contro il 45% degli europei. In questa dinamica tra online e punto vendita sta il vero segreto per guadagnarsi il favore del consumatore. Che se ritiene l’esperienza online più divertente (92%), più conveniente (82%) e più comoda (75%), a favore del punto vendita gioca la possibilità di vedere e toccare il prodotto (77%), la sua disponibilità immediata (67%) e in misura inferiore l’abitudine e l’esperienza più personalizzata (37%).
In questo quadro non stupisce che il 66% degli italiani chieda a gran voce di disporre di modalità di pagamento in mobilità presso il negozio, in misura decisamente superiore rispetto per esempio a Germania e UK, dove, rispettivamente, solo il 30% e 32% sembra preoccuparsene. Le motivazioni dei fautori dei mobile payment sono, nell’ordine: maggiore rapidità nel pagare l’acquisto, meno coda, eliminazione dei contanti, maggiore semplicità e comodità. Chi invece non vuole questo tipo di funzionalità, non è interessato principalmente per preoccupazioni relative alla sicurezza (soprattutto i tedeschi).
Anche nei confronti delle promozioni e delle offerte personalizzate il 90% del campione italiano dichiara di apprezzarle; l’89% (rispetto al 72% della media europea) vede con favore promo personalizzati; il 70% (rispetto al 58% medio europeo) valuta positivamente un’esperienza di shopping personalizzata in tutti i suoi aspetti, in particolare il segmento di intervistati under 30 e quello con maggiore potere di spesa.
La maggioranza dei consumatori europei ritiene inoltre molto o abbastanza importante poter ricevere buoni sconto stampati ad hoc quando fa acquisti in un negozio. Al primo posto (65%) sono i coupon dei negozi di alimentari, seguiti da quelli delle grandi catene di beni di consumo (61%), dei negozi di elettrodomestici/gadget elettronici (60%), di ristoranti e bar (53%), di beni di lusso (54%). I coupon sconto personalizzati spingono il 18% del campione europeo (il 25% di quello italiano) a ritornare sicuramente in quel negozio e aumentano la probabilità per un ulteriore 39%.
In definitiva, nei confronti della tecnologia in store vi è una propensione molto pragmatica da parte degli italiani, ancor più che gli europei: ampia disponibilità ma deve essere in grado di semplificare, velocizzare e migliorare l’esperienza d’acquisto. I benefici evidenziati dal campione sono, in particolare: miglioramento del servizio al cliente (57% del campione globale, 56% gli italiani); velocizzazione della procedura di pagamento e meno attesa in coda (57% gli italiani contro il 53% complessivo); maggior comodità e migliore esperienza d’acquisto (38%gli italiani contro 33%). Appena 1 intervistato su 10 mostra una certa diffidenza verso strumenti tecnologici presenti in negozio.
E anche su punto vendita del futuro gli intervistati hanno le idee chiare.
The day after the visit of the Prime Minister, Matteo Renzi, to the construction site of Expo 2015, the countdown has now started and the “magic of Expo”, as the commissioner Giuseppe Sala puts it, begins to unfold. Part of this, “the challenge of the most interesting content”, is the Future Food District where technology supports nutrition: 6,500 square metres in the heart of the exhibition site between the Cardo and the Decumano, an area resulting from the collaboration between Coop, MIT Senseable City Lab and Carlo Ratti Associates.
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It is the Chairman of Coop who explains the reasons for the involvement of Coop in Expo, after the initial doubts, an involvement worth 15 million euros of investment in the construction and operation of what will be not only an idea of the supermarket of the future, but “an opportunity to discuss the contents that belong to the coop system: good and safe food for everyone. The challenge for us is not only technical and financial, but also social. In Expo we see the opportunity for the country to make a quantum leap and we believe in it. It’s a tough challenge – says Pedroni – because the special Expo project was the construction of a supermarket that works: a machine of tomorrow that must be a machine of today”. And in fact it will be a working store with Coop staff.
But be careful. We must not confuse the supermarket of the future with a forecast. “Forecasts are always a gamble and are almost never correct – adds Carlo Ratti -. Experimenting new things useful to build the future is something quite different. And this is also the sense of the use of technology: trying out new ideas. Some will work, some will not, but they will still have shown us the way to build the future”.
The idea behind the Supermarket of the Future is that of a social market, an open square, a mix of history, tradition and future, a place of exchange between people, not only of goods but also of knowledge and information. “Cultural exchange has always been a distinctive feature of commerce – adds Pedroni – and our supermarkets have perhaps become overly-functional machines where this connotation of the market square has been lost”. It will be a place of encounter and exchange between producers and consumers, in which the vertical barriers will give way to a horizontal landscape facilitating interaction, a reference to the original markets. Inside the layout is divided into five streets dedicated to as many food industries. The idea came about in Coop before our adhesion to Expo Milano 2015 from an innovation contest in which 80 employees under 35 years of age took part.
“The original 2013 project, called GeoCoop, was based on the direct experience of a group of young employees who emphasised valuesdear to Coop, such as transparency and authenticity, essential for conscious purchasing, necessary today but even more so tomorrow. Valuesthat we believe to be increasingly shared – continues Pedroni -. What you will visit therefore will not be a hyper-technological pavilion where technology is an end in itself. We at Coop were interested in going in the opposite direction where technology is useful, at the service of man. If for example in the Exhibition Area the vision of the prototypes of sea farms will make one reflect on a planet where the earth will be infinitely poorer than today, in the Supermarket of the future the food industry streets will communicate at a glance information on product processing: starting from fresh produce all the way to products with the highest degree of transformation.
But the Future Food District (FFD) will also host scenarios of what we will eat. The Exhibition Area is dedicating a space, in collaboration with the Milan Humanitarian Society, where it will be possible to see the first edible products derived from more than 1,900 species of insects on which today about 2 billion people feed themselves; in addition, in the square there will be prototypes and installations aimed at exploring a number of innovative technologies in the field of urban agriculture and food and energy production. Today exceptions, tomorrow normality.
This is the case of the Vertical Farm based on an ENEA project: two glass walls, 4 metres high, and hydroponics on multiple levels, capable of producing for the six months of Expo various types of vegetables; and of the algae Canopy, apparently a simple roof, in reality a complex solution of water and microalgae able to produce biomass with possible applications in the agri-environmental sector. Already from the outside, starting from the square, visitors to this Thematic Area will encounter numerous examples of a sustainable future.
For Waitrose, the British retail chain with 282 stores in the United Kingdom, Pedon (90 million euros turnover in 45 countries, 40% export) has created three new quick-cooking cereal and legume products, thus expanding its well-known “Love Life” line. A new order, this, for the Vicenza company, already supplier of the UK chains Tesco and Asda, confirming its strong and dynamic presence in the British market in the cereals, legumes and seeds category.
Pedon, which operates predominantly in the cereals and dry legumes business, with diversification in cake preparations, dried mushrooms, organic and gluten-free food, is today present in all modern distribution channels, both with products under its own brand and as private labels for large-scale distribution with over 100 private label lines and 3,000 products. A distinctive point and strength of the Pedon Group is the global procurement network, present in 15 countries on 5 continents, which, through the Acos division, is able to ensure high quality levels over time and total control of supply chains.
“The partnership with Waitrose is for us one of the most important at the international level – says Paolo Pedon, Export Manager of the company of the same name – the British retailer, in fact, has a particular commitment to innovation that allows us to test new formulations and product concepts”.
The three new mixtures, bulgur, millet & red rice and whole wheat bulgur, in addition to the absolute new entry freekeh & quinoa, extend the current range of quick-cooking cereals and legumes to 7 products available on the shelves.
The “Love Life” line is ideal in the kitchen for soups, side dishes and salads, or for preparing Middle East dishes, thus responding to the diverse, multi-ethnic and always new demand of the UK market.
È promosso da Fruit Innovation, la nuova fiera internazionale in calendario a Milano dal 20 al 22 maggio prossimi per iniziativa di Fiera Milano e Ipack-Ima spa, il convegno che si svolgerà il 14 aprile prossimo al centro Congressi della Fondazione Stelline a Milano. Tema: “L’internazionalizzazione dell’impresa ortofrutticola. Risposte concrete ad esigenze emergenti”.
“Il Seminario – spiega Claudio Scalise, managing partner di SG Marketing, la società che ne sviluppa i contenuti – è di elevato profilo e di respiro internazionale, perché raccoglie le testimonianze di aziende del settore e non, che hanno intrapreso un cammino vincente che le ha portate a espandersi fuori dai confini italiani. Ci concentreremo sulle strategie che le aziende possono porre in essere per affrontare i nuovi mercati, attraverso l’esposizione di best practice, ossia modelli organizzativi di successo che sono già stati adottati”.
A parlare saranno i manager di Dimmidisì (Massimo Bragotto, direttore commerciale), Consorzio Vog (Gerhard Dichgans, direttore generale), Zespri International (Bert Barmans, general manager Zespri Europe), Caviro (Nicolò Tagliarini, country manager Russia – USA) e Unitec (Angelo Benedetti, presidente). L’introduzione sarà affidata a Marco Salvi, presidente di FruitImprese, mentre le conclusioni saranno a cura di Luca Bianchi, capo Dipartimento del Ministero delle Politiche Agricole.
Il settore dell’ortofrutta guarda con fortissimo interesse all’export, così come l’intero comparto agroalimentare italiano. L’esportazione del food Made in Italy oggi vale oltre 34 miliardi di euro e le aspettative parlano di 50 miliardi in 3 anni. In questo scenario l’ortofrutta fresca rappresenta il secondo comparto dopo il vino. Significa quindi che vi sono potenzialità inespresse che devono essere ancora sfruttate, che nel caso dell’ortofrutta, sottolinea Scalise, “condurranno le imprese a guardare con interesse a Paesi ancora non ‘esplorati’, soprattutto quelli extra-europei. Il tema è dibattuto ormai da anni: ora è tempo di agire”.
Fruit Innovation, organizzato da Fiera Milano e Ipack-Ima, vedrà coinvolta SG Marketing anche nell’organizzazione di un secondo convegno che si terrà durante l’evento (il 22 maggio), dal titolo: “Raccontare sul punto vendita il valore del prodotto ortofrutticolo: best practice internazionali”. Verranno in questo caso presentate testimonianze di insegne che hanno lavorato su modalità innovative di valorizzazione dell’ortofrutta fresca sul punto vendita.
Per il punto vendita Smart aperto a ottobre da Coop Adriatica a Bologna con aree di vendita dedicate alla spesa quotidiana, al benessere, ma anche al relax e alla ristorazione, Cefla Arredamenti ha realizzato gli arredi e le scaffalature con soluzioni su misura. Il punto vendita di 800 metri quadrati si sviluppa su due piani dove si trovano anche un bar, un ristorante self service, un orto aromatico per raccogliere gratuitamente molte varietà di piantine, una biblioteca “verde” e la parafarmacia Coop Salute.
L’area Food è allestita con le scaffalature Wireplus, nella versione in filo metallico, e con System25, mentre per la barriera casse del punto vendita, invece, è stato scelto Futura Plus, il nuovissimo prodotto Cefla che “rivoluziona il presente del banco cassa”.
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La parafarmacia interna “Coop Salute”è stata invece progettata e realizzata in maniera dedicata con scaffalature nei tipici colori del reparto bianco e azzurro a prova della capacità di Cefla di coniugare mondi diversi tra loro come il farmaceutico e il benessere.
Cefla Business Unit Arredamenti sarà presente con uno stand dedicato al Cosmofarma Exhibition, in programma dal 17 al 19 Aprile 2015, la manifestazione dedicata agli ambiti Health&Beauty Care, oltre che ai servizi legati al mondo della farmacia.
L’apertura nel nuovo punto vendita Pam local ha sancito l’esordio del sesto negozio della capitale con l’innovativo formato “local”, il quarto aperto dall’inizio dell’anno, al quale seguiranno entro fine di aprile altre due nuove aperture rispettivamente ad Ostia e nel quartiere Boccea, che porteranno ad otto i punti vendita local nella provincia di Roma.
Il nuovo supermercato di via S. Martino della Battaglia, un conveniente store di 200 mq, è situato non lontano dalla stazione Termini, dà lavoro a una decina di persone under 30 anni e testimonia, insieme al piano di sviluppo lanciato ad inizio anno, l’importanza della città di Roma per il Gruppo Pam e l’attenzione rivolta verso i più giovani.
Per Waitrose, la catena distributiva inglese con 282 punti vendita nel Regno Unito, Pedon (90 milioni di euro di fatturato in 45 Paesi, 40% export) ha creato tre nuove referenze di cereali e legumi a rapida cottura, ampliando così la nota linea a loro marchio “Love Life”. Una nuova commessa, questa, per l’impresa vicentina già fornitore delle catene inglesi Tesco e Asda, a conferma di una sua forte dinamicità e presenza sul mercato anglosassone nella categoria dei cereali, legumi e semi.
Pedon, che opera nel business predominante dei cereali e legumi secchi, con diversificazioni nei preparati per dolci, funghi secchi, alimenti biologici e senza glutine, è oggi presente in tutti i moderni canali distributivi, sia con prodotti a proprio marchio, sia come private label per la GDO con oltre 100 linee a marchio privato e 3.000 referenze. Punto distintivo e di forza del Gruppo Pedon è la rete globale di approvvigionamento, presente in 15 Paesi nei 5 continenti, che tramite la divisione Acos riesce a garantire nel tempo elevati livelli qualitativi ed il controllo totale delle filiere di approvvigionamento.
“La collaborazione con Waitrose è per noi una delle più importanti a livello internazionale – dichiara Paolo Pedon, Direttore Export dell’omonima azienda – il retailer inglese, infatti, esprime una particolare vocazione all’innovazione che consente alla nostra azienda di testare nuove formulazioni e concetti di prodotto”.
I tre nuovi mix, bulgur, miglio & riso rosso, bulgur integrale, e la novità assoluta freekeh & quinoa, ampliano la gamma già disponibile di cereali e legumi a rapida cottura arrivando a 7 prodotti disponibili a scaffale.
La linea “Love Life” è ideale in cucina per zuppe, contorni e insalate fredde o per la preparazione di piatti della cucina mediorientale, rispondendo così alla variegata, multietnica e sempre nuova domanda del mercato inglese.
2500 metri quadri di superficie sviluppati su due livelli, uno spazio sperimentale, capace di generare nuove interazioni tra consumatori, prodotti e produttori: un luogo in cui ritrovare un rapporto diretto con la filiera.
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Inizialmente i visitatori entreranno in un corridoio d’ingresso dove prenderanno coscienza di essere in un supermercato Coop (una parete illustra il concetto chiave della proprietà condivisa) e concettualmente effettueranno un viaggio nel tempo, dal magazzino di previdenza a Torino, il primo negozio Coop in Italia datato 1854 ai giorni nostri. Con lo stesso sistema poi si potrà visualizzare l’evoluzione del mercato dal medioevo al prossimo futuro. Arrivando al piano superiore il visitatore trova un mezzanino di passaggio interamente abitato da informazioni e popolato da un presidio di soci Coop cosi come opereranno nel supermercato 40 dipendenti di Coop Lombardia. Anche qui un’infografica a parete permetterà di ripercorrere alcune tappe significative della storia di un movimento che ha oltre 160 anni di vita. Da questo spazio trasmetterà per tutta la durata di Expo RadioCoop, la radio in store di Coop che fungerà da amplificatore di tutto ciò che succederà nel FFD dentro la rete dei 1200 punti vendita Coop.
Dai soci coop in carne e ossa al primo incontro con YuMi, un robot di nuova generazione realizzato da ABB in grado di interagire con le persone dotato di braccia, vista e tatto, pensato per una nuova era dell’automazione in cui gli esseri umani e i robot eseguiranno congiuntamente le stesse operazioni. YuMi è infatti l’abbreviazione di “you and me” a sottolineare la collaborazione tra robot e uomo, con la sua capacità di manipolare in completa sicurezza qualsiasi oggetto, dai delicati elementi di precisione di un orologio fino a infilare il filo in un ago o interagire con i clienti del Supermercato del Future Food District.
Al piano superiore ci si immerge nella vera e propria superficie di vendita: un mare di prodotti su una struttura a gradoni, disposti su tavoli che seguono un ordine che va dalle materie prime, la frutta, il grano, il latte, ai prodotti via via più trasformati e elaborati, valorizzando il patrimonio agroindustriale italiano. Cinque le filiere: latte e derivati, the, caffè e cacao, cereali e birra, carne e pesce, ortofrutta e vino. Per fare un esempio: si parte dalla farina passando per la pasta i biscotti fino alla birra.
I prodotti sono esposti su ampi tavoli; il loro semplice sfioro con la mano permetterà all’utente di ottenere informazioni aumentate sui prodotti ovvero tutte quelle informazioni che oggi o non sono disponibili o lo sono parzialmente solo in rete ma che, in ogni modo, non riusciamo a far stare in un’etichetta tradizionale. Attraverso queste “etichette aumentate” il prodotto è in grado di raccontare se stesso, le sue proprietà, la sua storia, il suo tragitto.
Tre sono i livelli di interazione previsti. Il primo permette di ottenere indicazioni sulle caratteristiche primarie dell’articolo, il secondo fornisce l’etichetta aumentata capace di rivelare l’origine delle principali materie prime che compongono il prodotto, e l’eventuale presenza di ingredienti allergizzanti, il dato nutrizionale per porzione e l’impatto ambientale espresso in CO2 equivalente, infine (terzo livello) informazioni in dettaglio sulla storia e sulle sue caratteristiche. Sostanzialmente si applica l’’Internet of Things “ai processi di vendita/acquisto della grande distribuzione.
L’eliminazione delle barriere verticali disegna un paesaggio orizzontale che favorisce il contatto e la relazione, permettendo di utilizzare il supermercato quasi come un’area di libero scambio, una sorta di baratto delle idee. Lo stesso concetto di filiera apparenta in qualche modo il supermercato di Coop ai cluster tematici presenti in Expo.
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