CLOSE
Home Authors Posts by fabrizio.gomarasca

fabrizio.gomarasca

713 POSTS 0 COMMENTS

Dall’Osservatorio Economico GS1 Italy aspettative di crescita e focus sulla filiera agroalimentare

La XX edizione dell’Osservatorio economico di GS1 Italy | Indicod-Ecr, che ogni sei mesi dal 2005 rileva il sentiment delle imprese del largo consumo associate, registra un significativo orientamento positivo nelle aspettative sul futuro, che vale per tutti i principali indici economici:ž dalla situazione economica generale del paese, che da 49 passa a 88, all’occupazione, che da 61 arriva a 85, agli investimenti, 87 contro 65 della scorsa edizione.

Questo orientamento ottimistico al futuro spinge verso l’alto il clima di fiducia generale, il cui indicatore da 64 arriva a 74. Anche le percezioni e le attese del giro d’affari nel proprio settore registrano un aumento:da 46 a 71 le percezioni  e da 73 a 90 le attese.

Schermata 2015-03-26 a 12.22.39

A commento delle percezioni sull’andamento economico, Marco Cuppini, direttore del Centro Studi di GS1 Italy | Indicod-Ecr, rileva che «le aziende del largo consumo manifestano primi, deboli segnali positivi, e si rivelano più caute sulla percezione del presente, ma maggiormente ottimiste rispetto alle aspettative: la fiducia prosegue nel suo andamento altalenante».

Nel dettaglio delle percezioni relative al secondo semestre del 2014, le imprese del largo consumo sono maggiormente ottimiste rispetto alla situazione economica generale del paese (che da 39 passa a 55) e un po’ più caute su occupazione (da 50 a 51) e investimenti (da 65 a 61).

La filiera alimentare: un bene da valorizzare
In questa edizione l’Osservatorio ha dedicato un focus speciale al tema della “filiera agroalimentare”: per il 71,6% delle aziende rispondenti (che arriva all’81,8% nella GDO) l’Italia ha una forte vocazione al “mangiar bene” riconosciuta anche oltre confine, che si collega al principio secondo cui “mangiar bene vuol dire vivere meglio”, condiviso dal 68,8% delle imprese manifatturiere rispondenti.

«Di fronte a fattori di eccellenza come la filiera agroalimentare» spiega Marco Cuppini «le aziende sono pronte a riconoscerne il valore e auspicano interventi mirati a rilanciare opportunità di crescita sia in Italia sia all’estero».

Schermata 2015-03-26 a 12.23.51

Sarebbe utile per il 60% delle imprese manifatturiere e GDO valorizzare un “modello italiano” basato su tradizione-cultura-modernizzazione che possa essere riconosciuto anche all’estero, oltre a predisporre interventi mirati ad attrarre investimenti, a sostenere l’export (62% dei rispondenti) e a consolidare la collaborazione tra gli operatori della filiera, come sottolinea il 73% circa della GDO rispondente.

La sintesi e tutti i risultati dell’Osservatorio Economico suddivisi per Tipologia di impreseMisure e Indicatori possono essere consultati qui

La curved bottle di Coca-Cola compie 100 anni

Una campagna di marketing in 130 mercati, tra le più imponenti di Coca-Cola, per celebrare i 100 anni della iconica bottiglia che ha colpitop non solo l’immaginario di milioni di consumatori ma anche di artisti, attori e cantanti (da Andy Wharol a Elvis Presley a Marilyn Monroe.

Cento anni fa, infatti, il 16 Novembre del 1915 segnò un momento memorabile nella storia di Coca-Cola: la nascita dell’iconica bottiglia in vetro.

Qui una carrellata delle bottiglie nella storia della casa di Atlanta

«Sin dalla sua creazione nel 1915, la bottiglia di Coca-Cola ha raggiunto lo status di icona e rimane una risorsa importante per il nostro business di oggi», ha affermato Marcos de Quinto, Chief Marketing Officer, The Coca-Cola Company. «La campagna, che verrà eseguita in più di 130 paesi, è il nostro invito ai consumatori di tutto il mondo per condividere il piacere di una Coca-Cola ghiacciata».

The Coke Bottle 100 campaign” ha preso il via ad Atlanta, in ‘casa’ Coca-Cola lo scorso 26 Febbraio, con un piano di attività e iniziative articolate, parte delle quali verranno declinate e attivate in modo differente nei vari Paesi.

Tra queste:
coca-cola-bottle-is-100-years-young-an-america-icon-at-100· Una mostra presso l’High Museum di Atlanta intitolata “The Coca-Cola Bottle: An American Icon at 100” che ha aperto i battenti il 28 febbraio 2015 e andrà avanti fino al 4 ottobre.
· Una mostra d’arte itinerante intitolata “The Coca-Cola Bottle: Inspiring Pop Culture for 100 Years” che farà tappa in più di 20 Paesi durante il corso del 2015.
· Una campagna integrata dal titolo “Kissed By” con protagonisti icone del mondo della musica e del cinema ritratti mentre bevono dalla bottiglia Coca-Cola.
· Una campagna “Mash Up” in cui protagonista è l’emblematica bottiglia in vetro Coca-Cola reinventata da artisti e designers contemporanei.
· Un libro celebrativo della Coca-Cola edito da Assouline, dal titolo “Kiss The Past Hello”.
· Una App – “Story of the Coca-Cola Bottle App” – che permetterà di compiere un viaggio interattivo negli archivi Coca-Cola ad Atlanta.
· Ben 14 tra spot televisivi e film digitali, prodotti da Ogilvy & Mather Paris, Wieden + Kennedy Portland, Sid Lee Canada e McCann Madrid.

Anche l’Italia, che si conferma come uno dei Paesi al mondo con la più alta brand love di Coca-Cola, darà presto il via alle celebrazioni del centenario della bottiglia in vetro.

La fusione Kraft -Heinz dà vita al quinto operatore mondiale nel food

Il gigantismo delle multinazionali non conosce fine e dall’annuncio della fusione tra H.J. Heinz Company e Kraft Foods Group nasce il terzo operatore nel food & beverage negli Stati Uniti e il quinto a livello mondiale. La nuova azienda si chiamerà The Kraft Heinz Company e potrà contare su un fatturato di circa 28 miliardi di dollari con otto brand da oltre un miliardo di fatturato e altri cinque compresi tra 500 milioni e un miliardo.

Numerose le categorie di prodotti in portafoglio alla nuova società: dalla salsa ketchup alla maionese, dalle zuppe agli snack ali prodotti per l’infanzia. Tra i marchi più noti anche al mercato italiano Heinz, Wheigt Watchers e Plasmon

Il self scanning con lo smartphone da Intermarché

Inaugurato a fine gennaio, il supermercato Intermarché a Mairie d’Issy si caratterizza per una innovazione interessante che, in un futuro non troppo lontano potrebbe diventare uno standard diffuso ovunque: il self scanning con lo smartphone.

Il punto vendita di 1000 metri quadrati propone 15 mila referenze con una naturale enfasi sui freschi e sui prodotti a marchio, adotta soluzioni a basso impatto ambientale come il 100% dell’illuminazione a led e le porte a tutte le vetrine frigo, la raccolta differenziata di plastiche e cartoni.

Ma ciò che contraddistingue il supermercato a insegna dei moschettieri nella banlieu parigina è che è il primo supermercato al mondo ad adottare il self-scanning con lo smartphone e una App. Avvicinando il telefono all’etichetta elettronica NFC sullo scaffale il cliente registra il prezzo del prodotto sul suo scontrino virtuale. Se invece il dispositivo non è NFC si procede nella maniera tradizionale con la scansione del codice a barre. Sempre sullo smartphone, l’apposita App propone promozioni personalizzate. Si paga poi alla cassa riservata. L’applicazione è stata premiata all’ultima edizione dell’NRF a New York.

Il punto vendita inserisce altre innovazioni: un Columbus Café  (una prima assoluta per Intermarché) e a seguire un drive e un servizio smart, rivolto a chi lavora nelle vicinanze: la possibilità cioè di depositare in una apposita camera fredda la spesa fatta prima di recarsi al lavoro per ritirarla la sera.

Vino, export e Gdo: la promozione istituzionale non serve

Focus su vino, export e Gdo al Vinitaly nel tradizionale convegno dedicato al vino nella distribuzione moderna. Già oggi negli Usa il vino italiano rappresenta il 35% (a valore) del totale dei vini importati dal mondo e collocati a scaffale, e in Germania questa percentuale è del 30%, come ha riferito l’IRI. Buone le performance degli sparkling: nel regno Uito il 50% dei volumi è italiano, e nei paesi considerati dalla ricerca Iri, il vino italiano è leader.

La questione sollevata da Virginio Romano di Iri è però un’altra: come andare all’estero e come incrementare le vendite nel mondo, che oggi rappresentano circa il 50% per il sistema vino ma che, in presenza di un mercato interno in cui i consumi sono i diminuzione, non può che essere determinante per il futuro del settore vitivinicolo.

Certo, quando si parla di export c’è  sempre il coinvolgimento delle istituzioni. Il Ministero delle politiche agricole ha una sua parola d’ordine: aumentare il vino all’estero da 5 a 5,5 miliardi di euro. Ma, come ha affermato il Direttore generale per la promozione della qualità agroalimentare, Ministero delle Politiche Agricole Emilio Gatto, “non vogliamo vendere quello che non siamo in grado di mantenere”, perché se il Ministero è impegnato a “organizzare un sistema di promozione che consenta agli operatori di avere una cornice istituzionale importante” e a “identificare Paesi ‘bersaglio’ in cui avviare progetti di collaborazione che dovranno vedere direttamente interessata la GDO nazionale per la stipula di accordi con i grandi player internazionali per far crescere la commercializzazione dei nostri vini”, è anche vero che le risorse economiche per il momento non ci sono e si stanno esplorando tutti i diversi canali di finanziamento. E quindi l’ottimismo della volontà c’è, ma quello che prevale è il pessimismo della ragione.

A cercare di mettere il discorso con i piedi per terra ci pensa Gianluigi Ferrari, General Manager del Gruppo Core di Bruxelles, che associa le catene Conad, Rewe Group, Colruyt Belgio, Coop Suisse (circa 100 miliardi di fatturato complessivo) . Ferrari in sintesi ha detto che le aziende italiane devono crescere dimensionalmente, perché oggi la gran parte delle aziende esporta vino ma non lo vende. «La differenza è fondamentale – ferma Ferrari – ed è causata dalla dimensione modesta delle imprese vinicole italiane. Non è il Ministero a dover cercare soluzioni, se non a studiare formule che incentivino le fusioni e gli accorpamenti. Non basta essere degli ottimi artigiani per vendere nel mondo, è necessario essere degli ottimi commercianti. Questa è la fondamentale differenza con i francesi. Non abbiamo bisogno di promozione, abbiamo bisogno di vendere e di superare i limiti dettati dal provincialismo culturale e dal nanismo strutturale».

Per quanto riguarda il mercato interno, nel primo bimestre del 2015 sono stati venduti 78 milioni di litri di vino con un aumento dell’1,3% in volume rispetto all’anno precedente, un aumento che sale al 4,4% in volume nel caso del vino in confezione da 75 cl. ma a dettare l’agenda è ancora l’alta promozionali a scaffale del vino, che erodono margini, e la crescita delle private label.

Per  Enrico Viglierchio (Vice Presidente Gruppo Vini di Federvini e Direttore generale di Castello Banfi) è necessario «riportare i brand gradualmente fuori dalla morsa promozionale che ha ormai ampiamente superato il suo livello ‘fisiologico’ col risultato che il consumatore non comprerà più nel regolare e sarà sempre in attesa della promozione di turno e che il valore del brand e la sua percezione da parte del consumatore saranno gradualmente erosi in modo irreversibile. Serve quindi che il prezzo venga gestito in modo da tutelare il valore del prodotto».

Un discorso spesso condiviso dalle catene distributive, aperte alla collaborazione ma che tuttavia lamentano resistenze provenienti talvolta dalle cantine stesse, come ha riferito Alessandro Masetti, Responsabile Reparto Bevande di Coop Italia: «La promozionalità va guidata: una promozionalità sana guida al consumo consapevole e invita a provare nuovi prodotti; una promozionalità eccessiva crea fidelizzazione all’evento stesso dell’offerta e non al prodotto. Ma per poter gestire una promozionalità sana c’è bisogno di lavorare sul reale valore del prodotto, in una logica più vicina al prezzo netto. Al contrario molte aziende di produzione, nelle annate favorevoli, tendono a discostarsi dal reale valore del prodotto andando ad alimentare il polmone della promozionalità».

Altro elemento di sviluppo, individuato dalle catene distributive è la crescita dei vini a marca del distributore e l’ampliamento dell’offerta dei vini a denominazione d’origine, come ha dichiarato Giuseppe Zuliani, Direttore Customer Marketing e Comunicazione di Conad: «Nel 2014 si è consolidato il ruolo della nostra marca commerciale che, con le 57 etichette a marchio proprio affidate a circa 30 cantine di produzione, sta crescendo in modo significativo con una quota che si attesta ormai a circa il 20% nel segmento dei Vini di Qualità (Doc, Docg, Igt e Igp), più del 15% negli Spumanti e di circa il 45% nel vino comune. Buone le performance dei vini Doc/Docg (+5%) e degli Spumanti (+5,10%)».

Esclusivo – Il popolo del web conosce ancora troppo poco di Expo 2015

Più ci avviciniamo al taglio del nastro di Expo 2015, maggiore è la domanda su che cosa veramente le persone dovranno aspettarsi e crescono le domande su che cosa si potrà vedere, seguire, incontrare in questo mega evento che anche la stampa internazionale sta seguendo con interesse. Milano sarà il luogo da non perdere nei prossimi sei mesi. Ma che cosa sarà veramente Expo? Probabilmente lo si scoprirà solo vivendolo. Per cercare di capire qual è il livello di conoscenza (e di coscienza) riguardo all’Esposizione universale, inStoremag, in collaborazione con Web Research ha ascoltato il popolo della rete, in particolare dei social media, dei forum e dei blog. Che cosa si dice riguardo a Expo? Quali sono le informazioni che si condividono? Quali giudizi si danno – a priori, in questo caso – sulla manifestazione?

Le conclusioni non sono molto confortanti. Anche in questo caso si ha una divaricazione fra Nord e resto d’Italia, dove il messaggio di Expo non ha ancora preso piede e cunque predominano i giudizi negativi o neutrali. Per Expo è allora necessario uno scatto in avanti per far conoscere di più l’evento, le sue articolazioni, i suoi contenuti. A poco più di un mese l’Esposizone Universale non scalda ancora i cuori degli italiani. Almeno di quelli che popolano il web.

Certo sei mesi sono lunghi e ci sarà modo di far crescere l’interesse attorno alla manifestazione. Ma non bisogna sottovalutare ciò che viene detto in rete.

Gian Marco Stefanini di Web research ha sintetizzato così le principali evidenze, che trovate anche nell’infografica.

infografica Expo copy

 

Quando i netsurfer italiani scrivono le proprie opinioni su EXPO 2015 in Social Media, Blog e Forum, nel 33% dei casi citano correttamente, alla lettera, il tema trattato: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”; dimostrano di avere una buona percezione di quale sia il tema nel 22% dei pareri intercettati; nel 37% delle opinioni lasciate si dimostrano vagamente a conoscenza del fatto che l’argomento trattato da EXPO 2015 sarà l’alimentazione; nell’8% dei casi chi scrive in rete sul tema di EXPO 2015 ammette/dimostra di non sapere o non avere capito quale sia.

Segnaliamo di avere escluso dal rilevamento i siti istituzionali, di addetti ai lavori, news, stampa, la community ufficiale di Expo 2015, per evitare di inquinare il rilevamento essendo il nostro obiettivo quello di intercettare ed analizzare mood e sentiment espressi liberamente dagli internauti italiani.

I pareri analizzati sono stati rinvenuti nel 56% dei casi in Social Media, nel 25% dei casi in Blog e nel rimanente 19% in Forum: ciò è indicativo di un interesse generalizzato, che non scalda gli animi, anche nel caso di pareri negativi.

Di EXPO 2015 si digita soprattutto nel Nord Ovest (48%), quindi nel Nord Est (24%), seguiti da Centro (15%) e Sud e Isole (13%).

Scrivono in rete le proprie opinioni su EXPO 2015 più le donne (58%), i naviganti in fascia di età compresa tra i 25 ed i 45 anni (40%), di cultura media (38%).

Detto questo, fatto 100 il numero di pareri, si parla del tema che sarà trattato da EXPO 2015 solo nel 20% dei casi.

Analogamente solo il 17% dei pareri totali rinvenuti riguarda i partecipanti; il numero dei paesi presenti è conosciuto dal 30% dei naviganti che scrivono nel web domestico di EXPO 2015 (fatto 100 il 17%); se si suddividono i partecipanti in Organizzazioni Internazionali, Società Civile, Corporate e Partner solo un 7% (del 17%) di chi scrive in rete di EXPO 2015 ha un’idea corretta di chi siano tali soggetti e non è statisticamente rilevante la percentuale di chi ne conosce il numero o cita il nome di alcuni, eccezion fatta per Coca Cola (29%) e Mc Donald’s (28%), anche se il ruolo dei due big dell’alimentazione è quasi sempre definito “sponsor” o  “espositore” (pareri multipli).

Nonostante l’universo di indagine sia il web domestico, Magazine Expo Net è menzionata nel 3% dei casi, e le App Ufficiali, la Community Expo Worldrecipes e la visita virtuale Virtual Tour totalizzano complessivamente il 2% dei commenti.

Gli Ambassador
Vengono citati alcuni degli Ambassador nel 23% dei pareri. Fatto 100 tale 23%, nel 16% dei casi i nomi degli Ambassador riportati dai netsurfer sono errati, nel 46% riguardano sportivi in attività e non, nel 29% personaggi dello spettacolo e nel rimanente 9% appartengono al mondo della cultura, dell’industria, della politica. Globalmente sono citati (correttamente) i nomi di un quarto circa degli Ambassador.

La non conoscenza degli Eventi è pressochè totale eccezion fatta per il Cirque du Soleil menzionato nel 12% delle opinioni intercettate.

I biglietti
Si scrive in rete del prezzo dei biglietti e delle modalità di acquisto nel 39% dei casi. Fatto 100 questo 39%, il 78% dei naviganti conosce sommariamente le modalità di acquisto – si fa un generico riferimento ad internet, ad ExpoGate … – e solo il 20% ha un’idea corretta del prezzo del biglietto; irrilevanti numericamente coloro che conoscono alcune delle tipologie di biglietto/abbonamento/possibilità di riduzione e sconto, così come chi scrive di avere già acquistato il biglietto; il rimanente 2% cerca informazioni sul ticketing a 360°.

I pareri riguardanti la Storia dell’EXPO non raggiungono l’1%. Questa la riclassificazione qualitativa dei giudizi : positivi 21%, neutrali 32 %, negativi 47%.

Conclusioni
Relativamente ad EXPO 2015 l’argomento di cui si parla maggiormente in rete – per informarsi – è il costo del biglietto/le modalità di acquisto (39%), seguito dagli Ambassador (23%), del tema di EXPO 2015 si parla (senza troppa cognizione) nel 20% dei casi, dei Partecipanti nel 17%, del Cirque du Soleil nel 12%, delle iniziative digitali nel 5% delle citazioni, della storia dell’EXPO in meno dell’1% dei casi; (pareri multipli).

Il popolo del Web si esprime negativamente (47%) nei confronti di Expo 2015, i giudizi positivi (21%) sono inferiori anche a quelli neutrali/indifferenti (32%). L’argomento è trattato soprattutto localmente (72% al Nord).

La disinformazione su EXPO 2015 è elevatissima, per ora non emerge una sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema che EXPO 2015 si prefigge di promuovere, sul dibattito che vuole fare nascere.

 

WWW.WEB-RESEARCH.IT Srl
È un istituto di ricerche di mercato e consulenze di marketing che offre servizi rivolti ad aziende e multinazionali presenti nel mercato domestico. Ha portato tra i primi in Italia una nuova metodologia di ricerche ed analisi di mercato: Web listening – Web research – Web monitoring. Utilizzando software di intelligenza artificiale che emulano il funzionamento delle reti neurali effettua un’analisi semantica e psicometrica dei testi presenti nel Web attribuendo loro personalità e punteggi. www.web-research.it ascolta il Web per scoprire, analizzare, razionalizzare cosa i clienti reali e potenziali pensano e dicono oggi e indietro nel tempo fino agli ultimi tre anni. È il partner ideale di aziende, marchi, prodotti, servizi e personaggi pubblici con esposizione mediatica significativa.

info@web-research.itgianmarco.stefanini@web-research.it

 

VéGé cresce in Sicilia con l’ingresso di Mio Mercato

Giuseppe Blunda, presidente di Mio Mercato

Gruppo VéGé annuncia l’ingresso, tra le imprese mandanti, di Mio Mercato Srl, azienda con sede a Castellammare del Golfo (TP) che opera nelle province di Trapani e Palermo attraverso una rete di 10 punti vendita, supportati da un Centro Distribuzione di recentissima inaugurazione.

Costituita nel 2003 in seno al Giuseppe Blunda Group, importante realtà imprenditoriale siciliana impegnata in settori che vanno dall’immobiliare di pregio all’edilizia privata, dalla distribuzione di gas all’enogastronomia e al commercio di abbigliamento sportivo e calzature, Mio Mercato Srl è cresciuta rapidamente nelle province di Trapani e Palermo grazie a una formula di vendita che combina la qualità delle referenze in assortimento con ambienti curati, funzionali e, soprattutto, confortevoli per i consumatori.

Bilancio 2014 Asiago DOP: produzione stabile, redditività in crescita

Bilancio 2014 positivo per l’Asiago Dop e per le 159 aziende produttrici. L’anno infatti si è chiuso con una leggera crescita nelle produzioni totali passate dalle 1.620.136 forme del 2013 alle 1.626.198 forme del 2014, con un aumento pari a +0,37%. Grazie al piano di crescita programmata introdotto un anno fa, che ha garantito quotazioni stabili per tutto il 2014, è stato possibile – spiega una nota del Consorzio Tutela Formaggio Asiago – “non solo garantire una diversa redditività rispetto al passato ma, anche e soprattutto, di concentrare le energie sul miglioramento continuo della qualità, a tutto vantaggio dell’immagine complessiva del prodotto e della sicurezza del consumatore”.

Il 2014 segna inoltre una parziale staffetta tra le due principali tipologie di formaggio, con la riduzione del 3,16% della produzione di Asiago DOP Fresco e l’aumento del 22,86% rispetto al 2013 della produzione di Asiago DOP Stagionato. In dettaglio, la produzione di Asiago Fresco è stata di 1.356.132 forme (-44.191 forme), mentre quella dell’Asiago Stagionato di 270.066 forme (+50.253).

Per quanto riguarda i mercati esteri, le esportazioni di Asiago DOP negli ultimi cinque anni sono cresciute a volume del 40,9% e a valore del 64%, con un 2014 che vede oltre 1.600 tonnellate esportate e un +7,6% del fatturato export rispetto all’anno precedente.  Da segnalare il trend positivo nelle aree in cui il Consorzio ha messo in atto azioni promozionali. In Germania, dove l’export – in precedenza stabilmente ancorato alle 100 tonnellate annue – è raddoppiato nell’arco degli ultimi due anni, sfiorando le 200 tonnellate esportate nel 2014 ed avviandosi ad ulteriori incrementi nel corso del 2015. A fine 2014, la classifica dei paesi di destinazione delle vendite estere conferma al primo posto la Svizzera seguita dagli Stati Uniti e dalla Germania. Buone anche le performance in Francia e Austria mentre crescono le occasioni di consumo in Croazia, Canada e Australia.

Heineken rilancia nelle aromatizzate: arriva Dreher Pompelmo Radler

Heineken cavalca la tendenza e lancia la nuova Dreher Pompelmo Radler, che va ad affiancare la Lemon Radler e quella a zero gradi. La nuova versione al pompelmo ha una bassa gradazione alcolica con il 2% di Alcol vol. Sugli scaffali si vedrà nel classico cluster 3×33 cl, mentre in horeca sarà commercializzata in bottiglia singola. La bottiglia è trasparente.

La birra aromatizzata, sullo scaffale, è stato nel 2014 un fenomeno interessante nel mercato della birra. In un recente rapporto, riferito ai numeri rilevati a novembre Iri scrive di “una vera e propria esplosione delle Birre Aromatizzate che hanno più che raddoppiato i fatturati sviluppati nel 2013: dopo Beck’s Green Lemon e Dreher Lemon, sono entrati sul segmento nuovi attori come Moretti Radler, Peroni Chill Lemon che hanno assicurato una crescita ed una prospettiva molto interessante del segmento”. I numeri: 33 milioni euro le vendite con una crescita del 150,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una quota a valore del 3,1%, per 137.136 ettolitri (+158,5%) con una quota del 2,3% a volume.

Mergers: “super Coop” is born

The new Coop resulting from the merger of Coop Adriatica, Coop Northwest Consumers and Coop Estense will be the biggest cooperative of Italy, with 2,600,000 members, 4.2 billion in turnover, 334 stores – including 45 hypermarkets – and 19,700 employees. The Boards of Directors of the respective companies unanimously voted a guideline resolution giving the green light to the proposed merger of the three major consumer cooperatives of the Adriatico District, whose objectives and industrial and social content will be submitted in the coming months to the shareholders’ meetings of the cooperatives themselves.

“With this decision we want to contribute to supporting and relaunching the role and effectiveness of the cooperative mission, in the regions of both the North and the South of the country, confirming the suitability and utility of the cooperative model in very different social contexts” says a note.

BrandContent

Fotogallery

Il database online della Business Community italiana

Cerca con whoswho.it

Diritto alimentare