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ref.Ricerche al convegno di Tuttofood: l’economia migliora, ma l’Iva è una minaccia

Il fantasma della clausola di salvaguardia e della riverse charge dell’Iva non fa dormire sonni tranquilli alle aziende del largo consumo. Tanto più ora che Il barometro dell’economia italiana segna un miglioramento. sono due temi emersi durante il convegno Consumi2015 organizzato da Tuttofood, mostra professionale dell’alimentare di Fiera Milano.

Fedele De Novellis (ref.Ricerche) - FotoZil
Fedele De Novellis (ref.Ricerche) – FotoZil

Nell’analisi di Fedele De Novellis Chief economista a re.Ricerche, «forse non si può ancora dire che si sia spostato sul bello stabile, ma quantomeno si interromperà quest’anno e nel prossimo la lunga serie di indicatori negativi che hanno scandito l’ultima lunga crisi. Unica ma rilevante eccezione, la disoccupazione, che resterà  elevata» .

Secondo ref.Ricerche il prodotto interno lordo aumenterà dello 0,7% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016, sostenuto da una ripresa dei consumi. Le esportazioni miglioreranno ulteriormente la loro ottima performance e le importazioni cresceranno trainate dalla ripresina, senza peraltro compromettere il saldo della bilancia commerciale, che si manterrà positivo ed elevato (intorno ai 70 miliardi) grazie alla discesa del prezzo del petrolio. Il vincolo del 3% nel rapporto deficit pubblico su Pil sarà rispettato e l’inflazione sarà zero quest’anno e 0,7% nel 2016. Unica nota dissonante, il tasso di disoccupazione che beneficerà in maniera contenuta del miglioramento del quadro economico rimanendo stabilmente al di sopra del 12%.

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La convergenza di fattori sistemici favorevoli recentemente emersi, dall’indebolimento dell’euro al crollo del prezzo del petrolio, dall’allentamento della convergenza fiscale al quantitative easing della Banca Centrale Europea (fattori rispetto ai quali ref.Ricerche si chiede nel titolo della sua analisi “Ultima chance per l’Italia?”), sembrano dunque aver creato un contesto più favorevole, contribuendo all’uscita dal tunnel in diversi modi: la discesa del petrolio ha un impatto rilevante su un’economia di trasformazione; il cambio favorevole euro-dollaro, insieme alla ripresa americana, è uno dei fattori trainanti delle esportazioni; l’allentamento monetario della Banca centrale europea agevola in credito e abbassa i costi di produzione.

Tutto bene dunque? Fino a un certo punto. In questo quadro complessivamente positivo – avverte il ref.Ricerche – non mancano rischi. Due particolarmente significativi sono la caduta delle aspettative di inflazione e il possibile aumento dell’Iva, in base alla clausola di salvaguardia già prevista nell’ambito della discesa del rapporto deficit/Pil dell’Italia, secondo quanto imposto dalle regole europee di finanza pubblica. Qualora l’Iva subisse aumenti, l’impatto sarebbe negativo per la domanda di consumo e – affermano compatti industria e distribuzione – in special modo per i consumi alimentari.

Oltre a ciò, vi è l’incognita sulla riverse charge, che, secondo Roberto Bucaneve direttore del centro studi Contromarca, avrà un impatto di 8 miliardi sull’intera filiera alimentare. Qualora non avesse il via libera da Bruxelles, sarebbe surrogata con un aumento elle accise sui carburanti per circa 800 milioni.

«La motivazione è corretta, ma il settore è sbagliato», commenta lapidariamente Marco Pedroni presidente di Coop Italia. E Valerio Di Natale, vicepresidente di Contromarca aggiunge che «si consolida l’idea che alcune porzioni dell’economia possano diventare creditrici a lungo termine dello Stato. È quantomeno strano che in um momento in cui le imprese dovrebbero investire, sono invece obbligate a pensare a come far fronte a una norma che ne aumenta le difficoltà».

 

a cura di Fabrizio Gomarasca

 

Eccesso di promozioni. Coop cambia strada, l’industria osserva

Il tema delle promozioni ha tenuto banco al convegno sui consumi organizzato da Tuttofood a Milano, di fronte a un parterre da grandi occasioni. A scaldare i motori e a infondere un poco di cauto ottimismo alla platea sono stati Fedele De Novellis di ref.Ricerche e Angelo Massaro, Ceo di Iri. Il primo nel tracciare lo scenario macroeconomia ha ipotizzato un lieggera ma costante crescita del reddito disponibile delle famiglie nel prossimo triennio, con l’avvertenza che il modello previsionale si basa su un’ipotesi di ridimensionamento delle politiche di austerità. In caso contrario lo scenario cambierebbe completamente con l’entrata in vigore delle clausole di salvaguardia sull’Iva e relativo aumento delle aliquote che avrebbe un effetto devastante sui consumi e in particolare il food. Alla domanda di De Novellis se e quando il reddito disponibile si potrebbe trasferire sui consumi risponde il Ceo di Iri Angelo Massaro che prevede per fine 2015 una crescita dei consumi alimentari, pari allo 0,2% in volume e allo 0,6% in valore, grazie a un leggero recupero dei prezzi.

IRI PREVISIONE VENDITE
Fonte: Iri

Ripercorrendo il biennio trascorso caratterizzato da vendite con segno negativo in tutte le categorie, Massaro pone l’accento sulla crescita indiscriminata delle promiozioni, fino a toccare una pressione quasi del 30%.

IRI VARIAZ VOLUMI VENDITA
Fonte:Iri

Ma il livello complessivo di produttività di questa leva di marketing è sceso ulteriormente rispetto al 2013 aumentando il valore delle perdite di ben 117 milioni di euro.

IRI PROMOZIONI
Fonte: Iri

Ciò significa che la GDO sacrifica circa un 1 punto di crescita dei ricavi sull’altare delle promozioni. Quali le vie alternative per il governo dei prezzi? Massaro auspica un approccio più analitico alle promozioni. Anche se Valerio Di Natale, Ceo di Mondelez, osserva che a preoccupare non è tanto il 30% di pressione promozionale, ma la sua inefficienza e non efficacia coop  costa meno La decisione di Coop Italia di abbassare i prezzi  di 2.000 prodotti è stata oggetto del dibattito sia perché è una decisione presa dal leader del retail italiano, sia perché l’attesa è forte sui risultati per capire se i tempi sono maturi per una revisione di pratiche commerciali ormai sclerotizzate, che non accontentano più né l’industria né la distribuzione. «Abbiamo deciso di praticare una strategia di posizionamento di prezzo più sano e di disinvestire gradualmente sulle attività promozionali», spiega Pedroni. «Ma se proponiamo all’industria di spostare il valore verso il prezzo tutti i giorni, bisogna che l’industria non adotti politiche di altro tipo con altri retailer».

Questo è infatti uno dei nodi cruciali per capire se l’azione intrapresa da Coop avrà fiato per durare («e non c’è dubbio che come sistema Coop una volta presa la decisione, siamo in grado di sostenerla», puntualizza Pedroni) e quanta parte dell’industria la seguirà agendo in questo modo da effetto moltiplicatore sull’insieme della distribuzione. Infatti, secondo il presidente di Coop Italia, occorre immaginare che ci sia massa critica sufficiente per un’azione di questo tipo che nasce individuando i prodotti più importanti delle marche importanti e i prodotti più importanti a marchio del distributore, che insieme valgono circa il 35-40% del fatturato grocery.

Un’azione che trova l’industria di marca attenta a seguirne gli sviluppi e a valutarne tutti gli effetti. Dice Valerio Di Natale, Ceo di Mondelez e vicepresidente di Contromarca: «L’operazione di Coop parla di prezzi, ma in realtà dice tutto sull’equità dell’insegna. Per questo va seguita con attenzione». E aggiunge: «Questa crisi ci ha consegnato un numero crescente di persone estremamente sensibile al prezzo, ma vi è una grande maggioranza che invece chiede convenienza, non prezzo. E la convenienza si declina anche in termini di servizio, di tempo, di innovazione. Vi è uno spazio di miglioramento enorme nella collaborazione tra le imprese».

Il discorso su un diverso modo di affrontare le promozioni – Pedroni segnala anche la campagna Scelgo io dedicata ai prodotti a marchio Coop, che vorrebbe poter allargare anche ai prodotti di marca – si allarga presto alla necessità di una collaborazione più trasparente tra industria e distribuzione, fino a prefigurare da parte del presidente Coop il superamento del listing fee, un diverso modo di lavorare per rendere più vivace lo scaffale, non certo le aree promozionali.

Se siamo alla vigilia di un vero cambiamento nelle modalità anche operative tra industria e distribuzione lo vedremo.

Di certo c’è che la guerra dei prezzi non è sostenibile né per l’industria né per la distribuzione.

di Fabrizio Gomarasca

€ 750 million less in transport costs with collaborative logistics

logisticacollaborativa2015_miniIn an industry such as the consumer industry that handles approx. 3 billion parcels each year, collaborative logistics management has an directly measurable impact in terms of efficiency and sustainability. According to data presented yesterday at the conference “Collaborative logistics: an increasingly strategic lever” organised in Milan by GS1 Italy | Indicod-Ecr the potential savings in the entire consumer supply chain with efficient loading units and trip saturation close to 100% is approximately 750 million euros with 600 million kilometres travelled less and a reduction in CO2 emissions of 47%, equal to 510 thousand tonnes per year.

Results that recognise in loading unit efficiency and vehicle saturation the two “collaborative” levers on which the Italian consumer supply chain must focus if it wants to further reduce the industry-distribution system costs, to the benefit of the consumer.

“These are important numbers for consumer companies and for the entire national system”, said Stefano Agostini, Chairman and CEO of Sanpellegrino Nestlé Waters and Director of GS1 Italy | Indicod-Ecr, in his opening speech. “A change of mentality is, however, necessary, we must also have the courage to change and the only way is to discuss with the customer, with the consumer”.

These numbers also summarise the value of supply chain collaboration in logistics and are a reminder of the much wider benefits which, according to Daniel Corsten, Professor at the IE Business School in Madrid, the Italian consumer industry could reap from good Ecr practices to overcome the fragmentation that characterises it. As long as their implementation, says Corsten, is based on a solid alignment of objectives and sound coordination mechanisms.

“Supply chain collaboration in fact requires the company perimeter to be overcome”, said Silvia Scalia, Ecr Coordinator for Italy of GS1 Italy | Indicod – Ecr”and the adoption of models for sharing processes among all industry players. Principles that have always been adopted by the companies participating in Ecr Italy, making the implementation of innovative solutions and operational tools that we are presenting today possible and that will facilitate good practices in collaborative logistics”.

The reference is to the results of the research activities that Ecr Italy has carried out in collaboration with University centres represented by Fabrizio Dallari, Director of the Research Centre on Logistics at the LIUC Cattaneo University, and by Gino Marchet, Professor of Logistics at the Politecnico di Milano:

  • Mapping of logistics flows: a study of the phenomena that characterise the logistics of the Italian consumer system and a photograph of the logistics flows and their morphology, the quantification of their size a specific analysis on the saturation of vehicles, both in plan and in volume.
  • Analysis of the costs of non-optimisation: a quantification of the costs of the order to delivery process which highlighted the cost differentials between different logistic practices and reorder models, and has produced a veritable Simulator of Optimal Industry Reordering – SIRIO. – a tool to estimate the cost differential between different reordering hypotheses for a given product.
  • Logistics atlas: an updated geographical map and a survey of the main logistics hubs – over 1,000 distribution and storage centres of consumer food goods managed by logistics operators in Italy, with the objective of providing an overview of the national distribution network and highlighting opportunities for optimisation along the supply chain and in transport and asset sharing.

 

 

Next World Retail Congress in September in Rome

Ian McGarrigle in its opening speech at World Retail Congress 2014 held in Paris

The 2015 World Retail Congress, which in its eight years of existence has seen the presence of 6,000 business leaders gathered to discuss the challenges and the evolution of retailing worldwide, will be held in Rome from 8 to 10 September.

“We have already received tremendous support from the Italian retail industry and we are confident that the congress will be a great showcase for the best of Italian retailing and design. The congress will be held at a crucial time for retailers around the world who are trying to reshape their business to adapt to the digital age” said Ian McGarrigle, Chairman of the World Retail Congress.

Among the speakers will be experts and prominent personalities in retailing, including Georges Plassat, CEO of Carrefour, Angela Ahrendts, former CEO of Burberry, Motoya Okada, Chairman of Aeon and Burt Tanksy, Chairman of Neiman Marcus.

There will be a dense programme of events but also panels, interactive presentations, discussions and meetings on the future of retailing, while the Future Retail Challenge section will see teams of students from around the world compete to create a new retailing concept. The Retail Study Tour, which will take a detailed look and offer many ideas on the most iconic stores and commercial destinations of the capital, will occupy one full day.

Altavia Watch: i sei punti chiave del retail nel 2014

Con Altavia Watch la società Altavia Group monitora costantemente ciò che di innovativo avviene nel mondo del retail a livello globale. Da poco ha pubblicato una sintesi ragionata di quali sono stati i sei temi chiave che hanno caratterizzato il retail nell’anno trascorso. A suo modo un riassunto, ma anche una guida per capire le cose che verranno, perché molte delle iniziative raccontate si sono avviate nel 2014, ma si svilupperanno lungo quest’anno e anche negli anni a venire.

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I sei fattori chiave individuati sono i seguenti.

1) La trasformazione del commercio mondiale con la conferma dei nuovi giganti dell’on-line che spaziano in tutti i campi, in tutti i settori, in tutte le aree. Ma anche i retailer tradizionali difendono i loro territori ed eleaborano strategie multicanali e internazionali, con un forte spostamento del baricentro di interesse verso l’Africa.
(Amazon, Rakuten, Alibaba, Ikea, Carrefour, Costco, Fnac, Accor…).

2) I pure player investono nei codici del commercio tradizionale. Secondo Ecommerce Europe i siti di commercio B2C in Europa a fine 2013 erano 650 mila e dovrebbero continuare a crearee del 15-20% all’anno nei prossimi anni. Ciò che ha segnato il 2014 è stata la moltiplicazione da parte degli e-tailer dei punti di contatto con il cliente. (Birchbox, Promovacances, Zalando, Spartoo, Teleshopping, Airbnb…).
3) I format fisici si reinventano grazie allo sviluppo della multicanalità. Il mantra è l’esperienza del cliente nel punto vendita. (Nespresso, Benetton, Intermarché, WalMart, Colruyt, Waitrose,Tesco…).

4) Gli oggetti connessi (IoT) al servizio di una nuova esperienza-cliente. Un europeo possdeva in media due oggetti connessi in rete che a fine 2015 diventeranno sette (al Cies di Las Vegas più del 70% degli espositori hanno presentato un oggetto connesso in rete per le più svariate applicazioni). Il campo del retail è trovare il modo di coniugare l’Internet degli oggetti con l’esperienza-niente e contemporaneamente utilizzare un nuovo canale di informazione e relazione tra cliente e insegna. (Osh, Macy’s, 7-Eleven, Darty, Waitrose…).

5) Il mobile trionfa nel cuore della relazione con il cliente. Per il retail il mile commerce è diventato un canale di vendita non più rimandabile e i distributori anglosassoni guidano il mercato in materia di investimenti e stratigie sul mobile. Le applicazioni: programmi fedeltà e animazione commerciale, pagamenti, servizi multicanali. (Zappos, Neiman Marcus, Fnac, Wal Mart, Starbucks, Sainsbury’s, Kohl’s…).

6) La personalizzazione tra servizio al cliente e big data. Prodotti personalizzati, dove il consumatore è “co-autore”, relazioni e offerte personalizzate attraverso le tecnologie. L’impegno per i distributori è di avere una vista sul cliente a 360 gradi. (Le Coq Sportif, Galeries Lafayette, House of Fraser, Louis Vuitton…).

Clicca qui per guardare lo slideshow.

 

Con Futurfisi San Carlo sostiene i giovani atleti

Schermata 2015-01-29 alle 17.36.53San Carlo, numero uno del settore chips&snack, e Fisi, Federazione italiana sport invernali, annunciano l’accordo di collaborazione che prevede la fornitura dei prodotti del gruppo milanese agli atleti e a tutto lo staff della Federazione, un sostegno economico per le squadre azzurre e la sponsorizzazione del progetto Futurfisi, il programma di valorizzazione dei giovani talenti della Federazione.

San Carlo (100 le tonnellate di patatine prodotte ogni giorno, oltre a una ricca gamma di snack salati e dolci e di panificati), 9 gli stabilimenti, 2200 i dipendenti, 170 i depositi, 1300 i venditori e relativi furgoni che garantiscono una rete distributiva capillare su tutto il territorio) completa in questo modo le sue attività a sostegno dello sport. «L’impegno continuo che quotidianamente applichiamo nei processi industriali, nella ricerca della qualità, di materie prime selezionate e di nuovi sapori, si associa perfettamente alla mentalità agonistica degli atleti che, come noi, non si accontentano mai, e cercano nuovi obiettivi rincorrendo risultati, nel tentativo di superare ogni volta non solo gli avversari, ma anche sé stessi. Siamo molto orgogliosi del nostro progetto a sostegno dei giovani talenti italiani: in questo lungo percorso, con il nostro aiuto attraverso il supporto alla FISI e alle altre Federazioni nazionali, daremo la possibilità a tanti atleti di mettersi in gioco», afferma il presidente di San Carlo Alberto Vitaloni.

Il progetto Futurfisi è un progetto interdisciplinare che prevede che un numero selezionato di atleti tra i 14 e i 20 anni possano partecipare a programmi di crescita strutturati e organizzati con metodi professionali. I punti cardine del progetto passano dalla interdisciplinarietà alla sostenibilità economica, dalla trasparenza al coinvolgimento del territorio, dall’individuazione e sostegno dei talenti alla formazione e aggiornamento dei tecnici.

A partire da questa edizione, grazie a San Carlo, i giovani atleti potranno contare anche su mentori d’eccezione, ex atleti che hanno segnato la storia degli sport invernali (i primi, Gabriella Paruzzi, pluricampionessa olimpica per lo sci di fondo e Armin Zoeggeler, sei medaglie olimpiche consecutive e re indiscusso dello slittino) i quali sosterranno con i loro consigli i giovani atleti Futurfisi, non solo dal punto di vista sportivo, ma anche umano e personale.

L’accordo è stato finalizzato grazie a Infront Sports & Media, società leader nei servizi integrati di marketing sportivo a livello globale e marketing Agent e Advisor della Federazione.

Conad accelera lo sviluppo nel Nord Est

Con il perfezionamento dell’operazione già anunciata nei mesi scorsi, Conad aggiunge 45 punti vendita ex-Billa (39 in Veneto e 6 in Friuli) ai 3.007 in attività nel 2014. Prima di tali acquisizioni Conad contava 9 punti di vendita in Veneto e 10 in Friuli-Venezia Giulia. Una presenza, dunque, che per essere incrementata in tempi rapidi richiedeva un piano di sviluppo mirato, realizzato anche per linee esterne.

«È un’operazione importante che mette assieme due cooperative del sistema Conad per dare vita ad un progetto che riguarda tutta la rete di vendita», puntualizza l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. «I punti di vendita acquisiti rappresentano un ulteriore passo nella direzione di affrontare la congiuntura economica con lo sviluppo, gli investimenti, l’innovazione. Puntiamo a soddisfare appieno le nuove esigenze di spesa dei clienti, con prodotti e servizi che abbiano il migliore rapporto tra convenienza e qualità, e quelle di sviluppo dei nostri soci, con nuove e più capillari forme di distribuzione».

Nello specifico, 32 punti di vendita a insegna Billa tra Veneto e FriuliVenezia Giulia da parte di Commercianti Indipendenti Associati Conad. Occupano una superficie complessiva di oltre 28 mila mq. Dei 26 in Veneto, 14 porteranno l’insegna Conad City, il tipico negozio di vicinato, di dimensioni più contenute e con una prevalenza di spesa quotidiana; 5 diventeranno supermercati Conad, di medie dimensioni, e 7, avendo una superficie al di sopra dei 1.500 mq, Conad Superstore. I comuni interessati sono Padova (9), Venezia (8), Treviso (5), Rovigo (3) e Belluno (1).

In Friuli-Venezia Giulia cambieranno insegna 2 punti di vendita a Trieste e 4 a Udine, per 5 mila mq complessivi di superficie.

«L’acquisizione dei punti di vendita Billa è una tappa importante del progetto di sviluppo che porterà a rafforzare la presenza di Conad nei supermercati e in una regione, il Veneto, in cui fino a pochi mesi fa avevamo pochi negozi», afferma l’amministratore delegato di Commercianti Indipendenti Associati Luca Panzavolta. «Il nostro obiettivo è qualificarci su tante nuove piazze e meritare la fiducia di un numero crescente di persone: siamo leader di convenienza e lo sviluppo in Friuli-Venezia Giulia e nel Veneto non potrà che portare vantaggi ad un numero crescente di clienti».

Dao-Dettaglianti alimentari organizzati acquisice invece 13 punti di vendita in Veneto – 4 nella provincia di Verona e 9 in quella di Vicenza – per una superficie complessiva di 12.520 mq. Per Dao, associata a Nordiconad, si tratta della prima vera espansione al di fuori dei confini “storici” in cui opera sin dal 1962, il Trentino Alto Adige, per di più realizzata con 13 punti di vendita in una regione dove aveva una presenza assolutamente marginale. Tutti passeranno a insegna Conad.

«È una tappa significativa nello sviluppo del gruppo, ancor più perché cala in una pesante fase congiunturale e di blocco dei consumi e permetterà di consolidare le quote di mercato di Conad. Puntiamo a raggiungere i 400 milioni di fatturato al dettaglio, 50 dei quali li attendiamo proprio dai punti di vendita rilevati in Veneto, con 130 soci imprenditori e 1.500 occupat».

Il cambio delle insegne si completerà entro la metà di marzo 2015 – i primi 6 punti di vendita hanno riaperto al pubblico –, come è stato illustrato nel corso dell’incontro che Commercianti Indipendenti Associati e Dao hanno avuto in mattinata con le istituzioni locali del Veneto e i fornitori.

Le acquisizioni rientrano nel piano di sviluppo di Conad a livello nazionale e serviranno ad incrementare la quota di mercato, salita lo scorso anno all’11,4 per cento e rafforzare la leadership nel canale supermercati, ora al 18,6 per cento (+0,4 punti percentuali rispetto al 2013), e nei punti di vendita di prossimità, al 14,3 per cento (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo). In particolare, Conad punta a portare la presenza in Friuli-Venezia Giulia e nel Veneto ad oltre il 10 per cento (oggi è al 5 per cento) nel giro di cinque anni.

Immancabili le ricadute sulle economie locali, con il coinvolgimento di tanti piccoli e medi produttori in qualità di fornitori, e sulle comunità, in quanto nei punti di vendita Conad hanno trovato occupazione 1.080 dipendenti ex Billa tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia (942 dei quali nei punti di vendita veneti e 138 in quelli friulani), in gran parte donne.

Despar Servizi entra in Aicube con Pam Panorama e Gruppo VéGé

Con l’ingresso di Despar Servizi si rafforza la piattaforma Aicube di contrattazione, collaborazione e scambio di know-how creata da Gruppo VéGé e Pam Panorama. A Despar Seervizi aderiscono  le società Ergon Società Consortile arl, Fiorino Srl, Ingross Levante, SCS scarl, L’Alco Grandi Magazzini Spa e Maiora Srl.

«È un accordo strategico e operativo reso possibile da una comunanza di visione del mercato riscontrata con Pam Panorama e Gruppo VéGé», ha affermato Antonino Gatto, Presidente Despar Servizi. «Inoltre sono convinto che l’ampia ed innovativa progettualità comune che abbiamo definito, garantirà concreti benefici in termini di competitività per le imprese consorziate e di servizio per i nostri clienti».

L’accordo, soggetto alla valutazione dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, coivolge una rete commerciale complessiva di 3.204 tra ipermercati, supermercati, superette, discount e cash & carry sull’intero territorio nazionale e una superficie di vendita di 1.737.410 mq, per un fatturato al consumo di 7,65 miliardi di euro.

Aicube non è solo una piattaforma che ha nell’aspetto contrattuale la sua sola ragion d’essere. L’intesa tra i partner, infatti, si estende oltre la contrattualistica, puntando al raggiungimento di obiettivi di ottimizzazione dell’offerta per il cliente finale e di abbattimento dei costi complessivi di filiera attraverso la condivisione dei know-how di marketing, acquisti comuni, importazioni congiunte, attivazione di sinergie logistiche e la progettazione sia di prodotti trasversali alle tre organizzazioni che di format comuni innovativi.

«L’intesa raggiunta con Despar Servizi apre nuove possibilità di sviluppare un’aggregazione autorevole, duttile e dinamica che sia sempre più punto di riferimento per l’evoluzione del settore distributivo in Italia», ha sottolineato Claudio Gradara, Consigliere Delegato Pam Panorama.

E Nicola Mastromartino, presidente di Gruppo VéGé ha aggiunto: «Abbiamo attivamente sostenuto il perfezionamento di questa intesa, consapevoli dei riflessi positivi che potrà avere sulla crescita delle attività condivise con Pam Panorama e, di conseguenza, sul rafforzamento dei network di vendita. Questo accordo, peraltro, è solo un ulteriore tassello di un grande disegno di creazione di un polo italiano forte ed innovativo del retail italiano».

750 milioni di costi di trasporto in meno con la logistica collaborativa

logisticacollaborativa2015_miniIn una filiera come quella del largo consumo che movimenta circa 3 miliardi di colli ogni anno, la gestione collaborativa della logistica ha un impatto direttamente misurabile in termini di efficienza e di sostenibilità. Secondo i dati presentati ieri al convegno “La logistica collaborativa: una leva sempre più strategica” organizzato oggi a Milano da GS1 Italy | Indicod-Ecr il potenziale risparmio in tutta la filiera del largo consumo con unità di carico efficienti e una saturazione di viaggi prossima al 100% è di circa 750 milioni di euro con 600 milioni di chilometri percorsi in meno e una riduzione delle emissioni di CO2 del 47%, pari a 510 mila tonellate all’anno.

Risultati che riconoscono nell’efficienza delle unità di carico e nella saturazione dei mezzi di trasporto le due leve “collaborative” su cui deve concentrarsi la filiera del largo consumo italiana se vuole ridurre ulteriormente i costi del sistema industria-distribuzione, a vantaggio del consumatore.

« Sono numeri importanti per le imprese del largo consumo e per l’intero sistema paese» ha anticipato Stefano Agostini, Presidente e Amministratore Delegato di Sanpellegrino Nestlé Waters e Consigliere di GS1 Italy | Indicod-Ecr, nel suo intervento di apertura. «È necessario però un cambio di mentalità, occore avere il coraggio di cambiare e l’unico modo è quello di confrontarci con i clienti, con i consumatori».

Questi numeri sintetizzano anche il valore della collaborazione di filiera nella logistica e un richiamo ai ben più ampi benefici che, secondo Daniel Corsten, Professore presso l’IE Business School di Madrid, potrebbe ricevere il largo consumo italiano dalle buone pratiche Ecr per superare la frammentazione che lo caratterizza. A patto che la loro implementazione, dice Corsten, si basi su un solido allineamento degli obiettivi e su validi meccanismi di coordinamento.

«La collaborazione di filiera, infatti, richiede il superamento del perimetro aziendale» ha commentato Silvia Scalia, Coordinatore Ecr Italia di GS1 Italy | Indicod-Ecr «e l’adozione di modelli di condivisione dei processi tra tutti gli attori della filiera. Principi a cui da sempre si ispirano le aziende che partecipano a Ecr Italia, rendendo possibile la realizzazione delle soluzioni innovative e strumenti operativi che presentiamo oggi e che favoriranno le buone pratiche della logistica collaborativa».

Il riferimento è ai risultati delle attività di ricerca che Ecr Italia ha svolto in collaborazione con i poli universitari rappresentati da Fabrizio Dallari, Direttore del Centro di Ricerca sulla Logistica di LIUC Università Cattaneo, e da Gino Marchet, Professore ordinario di Logistica  del Politecnico di Milano:

  • Mappatura dei flussi logistici: uno studio dei fenomeni che caratterizzano la logistica del sistema del largo consumo italiano e una fotografia dei flussi logistici e della loro morfologia, la quantificazione del loro dimensionamento e un approfondimento specifico sulla saturazione dei mezzi sia in pianta che a volume.
  • Analisi dei costi della mancata ottimizzazione: una quantificazione dei costi delle attività del processo order to delivery che ha evidenziato i differenziali di costo esistenti tra pratiche logistiche e modelli di riordino differenti, ed ha prodotto un vero e proprio Simulatore di Riordino Ottimo di filiera – SI.RI.O. – un tool che consente di valutare il differenziale di costo tra diverse ipotesi di riordino per una determinata referenza.
  • Atlante della logistica: una mappa geografica aggiornata e un censimento dei principali nodi logistici – oltre 1.000 tra Ce.Di e centri di stoccaggio di beni di largo consumo alimentare gestiti da operatori logistici – presenti sul territorio italiano, con l’obiettivo di fornire una visione della rete distributiva nazionale e di evidenziare le opportunità di ottimizzazione lungo la filiera e di transport & asset sharing.

Pagamenti con carte: dicembre positivo con il traino dell’e-commerce

Dicembre è stato un mese favorevole per le spese con carte di credito. Lo rileva il Barometro Cashless dell’Osservatorio Acquisti Cartasì, secondo cui il mese si è chiuso con un +7,6% sul dicembre 2013.

Osservatorio Acquisti Cartasi

Due gli elementi determinanti per il sostegno ai trend di spesa. Il primo – evidenzia l’Osservatorio – ha a che fare con la fiducia, che, pur con dinamiche non elevate, è riuscita a canalizzarsi verso gli acquisti “stagionali”, ma soprattutto verso le spese turistiche, cogliendo al balzo le opportunità di calendario. L’Istat infatti registra un andamento complessivamente non positivo delle aspettative dei consumatori, ma con indicatori in crescita riguardo alla situazione specificamente famigliare, sia economica sia di bilancio domestico. Il secondo è un fattore più tecnico, ed è legato ai flussi che uffici postali e tabaccherie (in particolare per i bollettini) stanno veicolando con livelli elevati e crescenti di utilizzo della carta: tale contributo è quantificabile in circa 1,2 punti percentuali.

A livello di canale, l’e-commerce, che vale 1,4 miliardi di euro  sulla spesa totale con carta di 8,4 miliardi, ha replicato il dato di novembre (+28,6%) e consacra il proprio ruolo ormai determinante anche per lo shopping di Natale. Anche il “mondo fisico” però evidenzia uno spunto positivo: complessivamente +4,2% (che si riduce al 3% depurato dai fattori tecnici di cui sopra) a fronte di un’inflazione piatta. Un progresso che si ripartisce in quote simili fra Alberghi e ristoranti, Alimentari e Dettaglio non alimentare.
Tutte le voci turistiche hanno fortemente beneficiato del vantaggio di calendario che ha riguardato sia un ponte dell’Immacolata ben accessibile, sia una collocazione favorevole delle festività natalizie. Risultato: Alberghi e Ristoranti +10,4% e Viaggi e Trasporti +8,5% (con Agenzie: +29,6%, Noleggi; +20,1%, Trasporti persone: +13,2% a controbilanciare il calo disinflazionistico dei carburanti: -9,8%). A ciò si aggiunge l’andamento di Attività ricreative: +8,6%.
L’Alimentare – spiega l’Osservatorio – ha mostrato una buona vivacità (+4,3%), segnale positivo nel periodo di Natale. La tendenza ha premiato i negozi specializzati (21,3%), on e offline, più che le catene, operanti quasi esclusivamente nel fisico (+0,8%). Parliamo di generi che si erano già segnalati in crescita negli ultimi mesi, ma che in dicembre hanno avuto un ruolo importante: cialde da caffè, specialità gastronomiche, ortofrutta a domicilio. Attività in grado di captare da un lato gli spazi di nicchie crescenti di bisogni, dall’altro i canali più adeguati a questi target (format distributivo innovativo, web).

Il Dettaglio non Alimentare (+11,7%) ha visto un concreto contributo dal web (+36,6%). E tuttavia le dinamiche settoriali sono complessivamente interessanti: Profumerie (+19,8%), Gioiellerie (+5,2%), Grandi magazzini (+4,5%) hanno ritrovato l’impulso, ma anche, su volumi decisamente più ridotti, Animali e accessori (+23,7%) e Piante e fiori (+10,6%) fanno da contraltare a Giocattoli (-21,9) e Pelletterie e Valigerie (-18,0%), tipologie distributive che non riescono a tenere il passo dei nuovi trend di consumo.

Da questo punto di vista, un fenomeno interessante riguarda l’elemento tecnologico. L’andamento di Informatica e beni digitali (+6,2%), in particolare questi ultimi (+7,3%), ha infatti proseguito la fase interessante, ma riducendo le esplosioni degli anni più recenti. Segno dunque che la diffusione di strumenti evoluti, in particolare mobili, ha ormai superato una soglia di massa critica ed è ben inserita nel sistema dei consumi, che permea atteggiamenti e comportamenti, ampliando le scelte e le decisioni di acquisto.

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