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Coop ha scelto Azerion per la sua campagna rivolta ai consumatori

Coop ha scelto Azerion, il principale network europeo di gaming online e entertainment, per promuovere una campagna realizzata in collaborazione con PHD Media a sostegno dei cittadini per aiutarli a mantenere un’idea di normalità nel fare la spesa e, per coloro che ne hanno bisogno, a riceverla a casa.

La campagna terminata  il 1° aprile sui giochi di Azerion comprendeva due creatività e veicolava un duplice messaggio: il primo di normalità e il secondo di un aiuto concreto alle persone più bisognose.

Attraverso la prima creatività, Coop ha scelto di diffondere un senso di normalità e di tranquillità ai propri clienti per ritrovare una quotidianità nel fare la spesa con la serenità di poter reperire tutti i prodotti di cui avessero bisogno. La seconda creatività della campagna, invece, è stata dedicata all’iniziativa a favore delle persone che si trovano ad affrontare un momento di difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria in corso. Il brand collabora con il Dipartimento della Protezione Civile, l’Anci e numerose organizzazioni di volontariato per consegnare la spesa a domicilio a coloro che si trovano impossibilitati a recarsi presso i punti vendita.

Il progetto di COOP, promosso anche attraverso la campagna su Azerion, punta a raggiungere le 10.000 spese consegnate alla settimana e ha già coinvolto in tutta Italia 1.000 punti vendita in altrettanti comuni italiani e oltre 500 associazioni di volontariato.

Il risultato di questo lavoro realizzato da Azerion in collaborazione con PHD ha raggiunto livelli di engagement elevati. Il numero di click ricevuti a seguito della visualizzazione delle campagne (CTR) è stato fino a 5 volte superiore rispetto alla media di mercato grazie alla profilazione degli utenti e alla potenza del messaggio di Coop. La durata di visualizzazione dei video di entrambe le creatività è pari al 93% del tempo. Nello specifico, per la creatività a sostegno della collettività gli utenti hanno visualizzato il video per 14 secondi su 15, mentre per quello dedicato alla normalità di fare la spesa 5.5 secondi su 6.

“La campagna che abbiamo ideato per COOP conteneva un duplice messaggio particolarmente importante in queste settimane di lockdown nazionale e per questo motivo desideravamo diffondere questa bella iniziativa il più ampiamente possibile, coinvolgendo al tempo stesso la nostra audience di riferimento. Abbiamo scelto di sperimentare un nuovo canale: i giochi online, perché non solo stanno registrando un tasso di utilizzo elevatissimo – specialmente in questo periodo –, ma anche perché grazie alla professionalità del team di Azerion, abbiamo scelto il formato “In-Game Video” riuscendo così ad intercettare e coinvolgere attivamente un’ampia audience in un momento di relax e svago e quindi maggiormente propensa a visionare il messaggio della campagna” commenta Matteo Zelger, Senior Digital Manager di PHD.

Attive su tutti i device dal 26 marzo al 1° aprile, le creatività di Coop all’interno delle properties di Azerion sono apparse agli utenti nel formato definito In-Game Video. L’in-game video è una modalità che prevede l’inserimento di un contenuto video commerciale in full screen della durata massima di 30 secondi all’interno del gioco e che l’utente visualizza all’inizio di una partita. La garanzia per un brand è di distribuire il proprio contenuto adv in un ambiente 100% brand safe, privo di contenuti generati dagli utenti, di contenuti di cronaca, politica o gossip.

Nicolò Palestino, Country Manager Advertiser Solutions Italy di Azerion, commenta: “Coop ha diffuso sia un messaggio di voglia di normalità sia di sostegno e ha scelto una realtà come Azerion, che riesce a coniugare un elevato tasso di engagement, come dimostrato anche dai risultati della campagna, e al tempo stesso proteggere il contenuto da fattori di disturbo esterni. Un luogo virtuale in cui l’inserzionista incrementa la percezione positiva del brand diventando sponsor dell’intrattenimento degli utenti che proprio grazie all’esperienza pubblicitaria possono proseguire e personalizzare i giochi in maniera gratuita. La modalità in-game video proposta da Azerion è uno strumento efficace, adatto a diversi device e disponibile anche in programmatic nonché compatibile con tutte le principali piattaforme di buying utilizzate dai trading desk europei”.

 

Gambardella invita i consumatori a scegliere prodotti Made in Italy

Gambardella impresa socia di Gruppo VéGé, lancia un appello a tutti gli italiani: “tutti possiamo contribuire alla rinascita del nostro Paese sostenendo il sistema economico italiano con scelte consapevoli orientate al Made in Italy.

“Con questo appello presente in tutti i nostri punti vendita e sui principali media nazionali, abbiamo deciso di rivolgerci direttamente ai clienti che da anni fanno la spesa da noi, per condividere il nostro impegno e raggiungere insieme un obiettivo importante: la rinascita del nostro Paese e il benessere per tutti”. dichiara Mario Gambardella Amministratore Unico della Gambardella SpA ,“Vogliamo solidità per le Aziende, sicurezza economica per i lavoratori e per le loro famiglie. Vogliamo un futuro per i nostri figli, ricco di opportunità, sorrisi e grandi occasioni. Oggi possiamo fare la nostra parte, scegliamo sempre i nostri prodotti, scegliamo la nostra Italia”.

“Sosteniamo con forza l’appello del nostro amico e socio Mario Gambardella e ribadiamo che Gruppo VéGé, insieme ai suoi 36 imprenditori che rappresentano oltre 3.500 supermercati in tutta Italia, si impegna per cercare di continuare a offrire un presidio di normalità e sicurezza agli italiani per garantire tutto quello di cui hanno bisogno e assicurare in tutte le case, ogni giorno, il necessario per fronteggiare senza ulteriori preoccupazioni questo difficilissimo momento”, afferma Nicola Mastromartino Presidente di Gruppo VéGé “Il nostro senso di appartenenza e di vicinanza al territorio ci spinge a fare squadra e valorizzare ancora di più i prodotti Made in Italy perché sono buoni, sicuri e perché in questo modo ciascuno di noi può contribuire a far ripartire il nostro Paese.”

Excellence crea un negozio dedicato al “mangiare italiano”

La crisi provocata dall’emergenza sanitaria ha di fatto affossato i piccoli e medi produttori, quegli interpreti dell’agroalimentare italiano che grazie ad un alacre lavoro artigiano hanno reso il comparto unico ed inimitabile nel mondo.

Mossa da questa urgenza, la piattaforma multicanale Excellence, che nel 2019 ha acquisito la scuola Coquis Ateneo di Cucina Italiana si arricchisce con una attività di vendita di prodotti alimentari attraverso un servizio che la predetta emergenza sanitaria ha reso non più procrastinabile: il delivery.

Excellence, infatti, vuole affermare il suo impegno nella promozione delle eccellenze italiane creando un negoziofisico e on line  – che dia la possibilità a tutti di conoscere le migliori produzioni italiane che hanno determinato il successo degli eventi organizzati dall’azienda che si sono susseguiti, anno dopo anno.

Selezionati direttamente da Excellence, i prodotti dello shop Mangiamo Italiano possono essere ordinati e comodamente consegnati a casa; è sufficiente consultare il catalogo sulla pagina Facebook “Mangiamo Italiano Excellence” ed effettuare l’ordine direttamente

Prénatal, riaperture ed ecommerce: l’analisi del CEO Giustini

Il risultato della graduale riapertura dei punti vendita di Prénatal Retail Group, a partire dal 14 aprile, ha confermato la bontà della decisione del Governo di riaprire i negozi per bambini, nel massimo rispetto delle disposizioni di sicurezza per clienti e addetti alla vendita.

Nel corso della settimana che si è conclusa sabato 18 aprile, i primi 86 negozi Bimbostore e i 44 Prénatal incaricati alla riapertura (sono rispettivamente 97 e 162 quelli totali sul territorio nazionale) hanno infatti registrato vendite del tessile (completi per culle, carrozzine, lettini), e abbigliamento pari mediamente al 50% del totale venduto. Nella sola giornata di martedì 14 aprile, primo giorno utile, il risultato è quadruplicato rispetto allo stesso giorno dell’anno precedente.

Il nostro dato conferma che i prodotti tessili e l’abbigliamento, unitamente ai generi di prima necessità come ad esempio baby food, rappresentano un’esigenza reale per le mamme con bambini in fase di rapida crescita”, commenta il CEO di Prénatal Retail Group Amedeo Giustini.

Nella stessa settimana ha continuato a crescere l’intera attività di e-commerce Prénatal il cui sito ha elaborato ordini con componente tessile per il 60%.

Quanto al periodo di chiusura dei negozi, l’aumento di vendite online per Prénatal è stato significativo: il numero di ordini ha segnato +1500% rispetto al mese precedente (i volumi complessivi sono di 20 volte superiori all’abituale) ed è stata estesa anche la possibilità di gestire le “liste nascite a distanza”. Nello stesso periodo è stata fatta la consegna a domicilio di 4.300 prenotazioni di prodotti effettuate prima della quarantena e il nuovo servizio “drive-in” ha consentito il ritiro di 2.860 ordini.

Complessivamente, l’e-commerce di tutte le insegne Prénatal Retail Group ha segnalato un balzo in avanti del 95% nel numero di nuovi utenti e il numero ordini è stato 15 volte superiore rispetto al mese precedente.

Sunrise presenta “Spray for life”, il primo Covid detector

Per farsi trovare pronti alla Fase 2 quando entrerà nel vivo, la start up Sunrise presenta “Spray for life”, è un digital totem che controlla gli accessi in aziende, bar e ristoranti.

Il Coronavirus cambierà per sempre i nostri comportamenti. Chi gestisce luoghi pubblici per garantire la sicurezza a clienti e personale dovrà porre dei filtri in ingresso che blocchino le persone portatrici di Covid-19. Per farlo, è nata a Caorle, nel Veneziano, la start up Sunrise fondata da un gruppo di imprenditori che hanno unito le loro competenze nel mondo del digitale, dell’artigianato e del management per lanciare “Spray For Life”, il primo dispositivo brevettato che unisce un termoscanner per la misurazione della febbre a due apparati evoluti di disinfestazione per mani e piedi.

Si tratta in sostanza di una colonnina, del tutto simile ai metal detector degli aeroporti, che racchiude le ultime innovazioni tecnologiche dentro un digital totem kiosk unico nel suo genere a livello mondiale, basato su componenti tecnologici cinesi e realizzazione totalmente a firma di artigiani 4.0 veneti. La sede della start up è infatti a Caorle, nel Veneziano, dove il tema degli afflussi di massa alle spiagge è molto dibattuto.

Anche per questo, per il primo test pilota massivo del prodotto sono state scelte, in sintonia con l’amministrazione comunale, le spiagge del litorale caorlotto, apripista nelle strategie finalizzate al mettere in sicurezza i bagnanti. Per tutelare l’idea, gli imprenditori hanno già depositato il brevetto: nessun’altro dispositivo finora ha unito e assemblato in questo modo i dispositivi salva-vita.

Il sistema è formato da tre dispositivi. Il primo è un filtro che ferma le persone fuori dall’ingresso: un termo scanner ad infrarossi che, ad un metro di distanza, in meno di un secondo analizza la temperatura corporea con margine di errore di 0,2 gradi e la mette in mostra i risultati su uno schermo digitale a otto pollici. Chi ha la febbre non passa, l’altolà viene comunicato con un messaggio audio e video. È possibile, integrando il dispositivo con una barriera, persino bloccare l’ingresso in automatico. Non solo: la scansione del video permette di fermare anche le persone che non sono dotate di mascherina o che, tramite riconoscimento facciale, abbiano già commesso in precedenza la violazione.  

Per chi supera il test della febbre, ci sono poi due dispositivi, entrambi “no touch”. Il primo è un dispenser di gel igienizzante che si attiva con una fotocellula. Non serve toccare nessun bottone, che potenzialmente sarebbe contaminante: basta infilare le mani nello spazio vuoto. Il secondo è una rivoluzione assoluta, un brevetto che al momento non è presente in nessuno degli strumenti presenti sul mercato. Si tratta di un nebulizzatore per i piedi e le scarpe, che garantisce la sanificazione immediata. Stando ai più recenti studi, infatti, il Covid-19 sarebbe capace di sopravvivere anche a terra e dunque l’igienizzazione dei piedi è fondamentale.

“Ma questo è solo il primo prototipo della nostra start up”, spiegano i fondatori di Sunrise, che non a caso si sono dati un nome che ispira rinascita (“alba” in inglese, ndr). “Il nostro obiettivo è lanciare anche “Box for Life”, un prodotto riservato ai grandi concentramenti di persone. Per realizzarlo, ci siamo ispirati ai dispositivi che oggi vengono usati in Cina e a Wuhan in particolare. Pensiamo a spiagge, discoteche, concerti, eventi sportivi, piazze. Molti enti pubblici si sono già interessati all’idea. Ma noi siamo veneti, e abbiamo deciso di partire, in sintonia con l’amministrazione comunale, con un lancio a Caorle, sulle nostre spiagge al collasso senza turisti. Si tratta di una cabina dotata di augelli nebulizzanti che circondano la persona e la sanificano in estrema velocità, il via libera è dato da un dispositivo. Col Coronavirus in circolazione, purtroppo, dovremo cambiare la nostra routine. E questo è l’unico modo sicuro per farlo”.

Libera di San Benedetto in veste rinnovata

San Benedetto presenta la nuova “Libera, la bottiglia di acqua minerale appositamente studiata per essere la compagna ideale nei momenti di sport e svago, con una veste grafica tutta rinnovata.

Notevoli sono le novità che caratterizzano Libera nel formato da 0,5L, in primis la bottiglia completamente ridisegnata per essere ancora più squeezable, ancora più funzionale e, allo stesso tempo, più accattivante. La nuova shape è stata concepita per soddisfare anche gli sportivi più esigenti.

L’innovazione la si ritrova anche nel “Tappo Sport – Easy Open” che si può aprire con un solo dito, pratico e facile da usare anche in movimento, grazie al nuovo sistema “Apri-Blocca-Bevi”. Infine, anche il packaging è stato rinnovato, conferendo maggiore personalità, appeal e visibilità nei punti vendita. Il nuovo design grintoso e moderno è stato progettato per esaltare la dinamicità di un formato sportivo.

Nel 2020 l’imbottigliamento del formato Libera, oltre allo stabilimento di Scorzè, si allargherà anche allo stabilimento di Popoli (PE), per essere sempre più vicini ai consumatori e all’ambiente, riducendo fortemente le distanze tra i plant e i luoghi di consumo.

Anche per il formato da 0,75 di Libera è previsto un’impattante evoluzione grafica.

Covid-19: la pausa pranzo ricomincia dal locker refrigerato

La fase 2 non ammetterà imprudenze. Niente assembramenti al banco bar o alla cassa dei ristoranti. La soluzione per ritornare a una pausa pranzo durante il lavoro dovrà seguire altre vie. Come quella proposta dal locker refrigerato Delò, ideata dalla startup Streeteat (http://www.streeteat.it/), fondata nel 2015 da Giuseppe Castronovo.

Il concept di Delò, disponibile dal 10 aprile, è la creazione di un locker refrigerato formato da 48 scomparti che possono essere inseriti nei coworking e nelle grandi aziende per offrire al personale non solo un servizio innovativo, sicuro e comodo, ma anche un’esperienza culinaria in linea con il loro mood del momento.

Nata come un’app che permetteva agli utenti di trovare il food truck più vicino, Streeteat ha cambiato strada in questi 5 anni di attività: da app digitale e immateriale che aggrega food truck, a luogo fisico e reale di esperienza e condivisione.

Come funziona

Delò permette tramite un’app o da desktop di scegliere i pasti tra i 10 offerti settimanalmente e riceverli durante la pausa pranzo alla giusta temperatura, gustandoli in estrema sicurezza: i piatti, infatti, sono confezionati in ATP e consegnati all’utente all’interno di uno dei 48 scomparti del locker.

La scelta dei piatti non è suddivisa a seconda dei propri gusti ma si basa sul lato emotivo. Streeteat, infatti, ha declinato quattro categorie che rispecchiano l’umore dell’utente: In cucina, In viaggio, Di corsa, Con rispetto

“Con Delò intendiamo rivoluzionare il concetto stesso di pausa pranzo con un servizio agile, innovativo e sicuro puntando anche sull’emozione. Streeteat Delò permette di offrire ai dipendenti una pausa pranzo qualitativa con un alto valore in termini di innovazione e socialità. Insieme al locker abbiamo sviluppato un’area Delò realizzando un ambiente confortevole e accogliente per gustare insieme il piatto ricevuto.” afferma Giuseppe Castronovo, CEO e founder di Streeteat.

 

 

Misurare la temperatura: questione di sicurezza. Come ri-cominciare

Misurare la temperatura, per stare più tranquilli e dare maggiore tranquillità anche agli altri. Impensabile fino a pochi mesi fa, oggi un imperativo (quasi) categorico, dopo l’avvento di Covid-19.

Su questa esigenza si innesta il brevetto TaacFatto: un sistema per monitorare la temperatura corporea, senza l’ausilio di un operatore, un sistema utilizzabile in tutti i luoghi pubblici, dai bar agli stadi, dai supermercati ai ristoranti.

L’idea è di Marco Zorzettig, imprenditore friulano del vino con La Tunella e Alturis, ma anche della birra con Birra Agricola Artigianale Gjulia, che ha realizzato in collaborazione con Gimmi Bodigoi, titolare dello Studio SBengineering, TAACfatto una colonnina dotata di scanner capace di misurare la temperatura corporea e, nel caso, bloccare l’accesso al locale.

«Per chi come me produce vino e birra, il canale Horeca rappresenta una risorsa fondamentale. Con ristoranti, bar, enoteche chiusi ormai da settimane tutto il settore dovrà fronteggiare una crisi molto pesante. E onestamente non credo in una ripartenza immediata quando il lockdown avrà termine. Dovremo tutti riconquistare la fiducia nell’uscire, stare insieme, godere di una cena e di un buon bicchiere di vino».
A parlare è Marco Zorzettig, imprenditore friulano la cui famiglia da generazioni guida aziende molto note come La Tunella e Alturis, e la più recente Birra Agricola Artigianale Gjulia, la cui preoccupazione per un settore in difficoltà si è trasformata in un’idea originale quanto brillante. «La mia soluzione si chiama TAACfatto», spiega, «ovvero una colonnina alta circa 1,70 metri e larga circa 35 centimetri, che può essere posta all’ingresso di qualsiasi esercizio pubblico ed è in grado di misurare, in pochi istanti, la temperatura corporea di una persona. Basterà solo guardare il display e in un istante verrà rilevata la temperatura. Se quest’ultima risulta inferiore ai 37,5 gradi si visualizzerà il “semaforo verde” di libero accesso ma se è superiore la macchina trasmetterà un segnale acustico e luminoso al cliente, ma anche al personale della sala mettendoli così “in allerta”. Può inoltre essere collegata alla chiusura elettrica delle porte per quei locali che ne sono dotati».

Oltre alla versione base, la società di Marco Zorzettig ne offre anche un modello PLUS dotato di tornello la cui apertura è ovviamente subordinata alla idonea temperatura rilevata.

La scheda di TAACFATTO

  • rapida da installare e collegare
  • non occupa molto spazio
  • evita l’impiego di un membro del personale da impiegare alla porta
  • ha un costo base di circa 2.500 euro che possono essere fatti rientrare tra le spese che beneficiano delle agevolazioni fiscali (detrazione del 50%) previste dalla Legge di Bilancio 2020 in quanto considerata “Dispositivo di Sicurezza”.

 

 

Detergenti per piccole superfici ai tempi di Covid-19. L’analisi di IRI

La sparizione dell’Amuchina, seguita a ruota da quella dell’alcol (introvabile se non a prezzi da mercato nero) dovevano pur significare qualcosa. in effetti con lo scoppiare della pandemia l’igiene della casa è tornata pesantemente alla ribalta e con essa i prodotti dedicati. Il risultato? Una piccola ripresa del comparto, ma con qualche “se” e qualche “ma”. Sul tema presentiamo un’analisi dettagliata di Iri, da cui emerge che il comparto del Cura Casa, con un valore complessivo di 5.329 milioni di euro rappresenta una porzione sempre minore del totale Largo Consumo Confezionato in Italia. Oggi raggiunge una quota di 7,9 punti percentuali con qualche segnale di inversione di tendenza a valore rispetto agli anni scorsi (+1,9%), mentre rimane sostanzialmente stabile in termini di unità (+0,4% se analizziamo l’anno terminante a febbraio 2020). Il comparto è caratterizzato da una forte componente promozionale. Tuttavia, con la spinta ai consumi data dalla crisi derivante dall’emergenza Covid-19 – non ancora totalmente colta dai dati aggiornati a febbraio – questi mercati hanno visto una rivitalizzazione. Nel 2019 il tasso di crescita era nullo a valore ed in perdita del -1% in termini di unità, ma i primi due mesi del nuovo anno mostrano una crescita rispettivamente del +4,6% a valore e del +3,5% in unità, evidenziando anche una tensione sui prezzi (prezzi medi in crescita del 2,4%).Nel primo bimestre del 2020 i comparti dei deodoranti ambiente e dei detergenti superfici sono quelli che crescono maggiormente rispetto al 2019. Positivi anche i risultati della detergenza bucato e cura dei tessuti e dei detersivi per le stoviglie. Al contrario, sono in flessione i prodotti usa e getta, soprattutto a causa della presenza di componenti in plastica che hanno determinato una riduzione dei consumi. Alcune categorie presentano crescite superiori alla media; fra queste evidenziamo i detersivi lavastoviglie liquidi/gel (trend oramai consolidato da anni grazie alla versatilità del prodotto in termini di dosaggio), i deodoranti ad azione continua e istantanea, il cura wc, gli ammorbidenti, i detergenti pavimenti (in particolare gli igienizzanti con ammoniaca e i disinfettanti) e i detersivi bucato lavatrice. Si evidenzia poi una crescita a doppia cifra dei prodotti per le piccole superfici e delle «commodities» (alcol, ammoniaca, candeggina, soda, acido muriatico e acquaragia). Il Cura Casa rimane comunque un comparto in difficoltà già da diversi anni. Infatti, la vivacità dei trend di inizio anno si è già raffreddata nelle ultime settimane, dopo che si è esaurita la spinta all’approvvigionamento dei consumatori. È però da qualche tempo che si evidenzia un recupero dal lato dei prezzi accompagnato da una lieve flessione della pressione promozionale, anche se quest’ultima continua a rimanere su livelli importanti. La risalita dei prezzi medi ha però inevitabilmente influenzato in parte i volumi e il numero di prodotti venduti che rimangono depressi. Analizzando i canali distributivi nel medio periodo, Ipermercati e Libero Servizio Piccolo evidenziano gli andamenti a valore più negativi; al contrario i Supermercati crescono di mezzo punto e i Superstores del +2,1%, mentre gli Specializzati Casa e Persona continuano a crescere a doppia cifra. A seguito della diffusione del Covid-19 e della conseguente limitazione agli spostamenti, lo scenario ha subito delle trasformazioni: permane la negatività degli Ipermercati ma crescono le vendite in Supermercati, Libero Servizio Piccolo e Discount, premiando così la prossimità e i punti vendita con assortimenti generalisti.

I detergenti «Piccole Superfici»

La Detergenza Superfici è composta da tanti mercati diversi: partendo da prodotti più elementari, con una bassa componente di differenziazione, come ad esempio prodotti generici indicati per un numero elevato di superfici, si arriva a prodotti più complessi, estremamente specifici e ad alto valore. Il comparto della Detergenza Superfici nella Distribuzione Moderna vale circa 620 milioni con un incremento in valore del +3,2% rispetto all’anno precedente. Il segmento dei Detergenti Piccole Superfici rappresenta circa il 40% di questo giro d’affari con un valore di 255 milioni di euro ed un trend che nell’anno terminante a marzo 2020 mostra una crescita del 10% (confezioni vendute +8,8% e +9,2% in litri). Assistiamo quindi ad un fenomeno di aumento della contenenza delle confezioni e parallelamente ad un incremento dei prezzi. Tutte le aree geografiche evidenziano una dinamica importante sia nei fatturati che nelle unità commercializzate: la crescita maggiore a valore è nel Sud (+16,4%), seguita dal Centro+Sardegna (+8,5%) e dal Nord Est (+8,1%). Anche il Nord Ovest segna un «più», ma con tassi meno sostenuti (+6,4%).Analizzando i canali distributivi, viene confermata la sofferenza degli Ipermercati (-2,2% a valore), mentre tutti gli altri formati registrano un aumento importante delle vendite, con particolare successo per i canali di prossimità (+9,4% per i Supermercati e +7,9% per il Libero Servizio Piccolo) e per i negozi Specializzati, la cui offerta è spesso più specifica e differenziante rispetto ai canali generalisti. Infatti i punti vendita con offerta dedicata alla cura della casa e della persona hanno un tasso di crescita del +17%.

L’andamento dei segmenti

All’interno del mercato della Detergenza Piccole Superfici coesistono referenze più performanti e con una maggiore capacità pulente e prodotti dedicati a superfici più “delicate”. Nel primo gruppo rientrano quattro sottosegmenti: cucina, bagno, generici multiuso e candeggina. Nel segmento «light» distinguiamo invece prodotti specifici per i vetri e prodotti che hanno come superficie di destinazione sia i vetri che altre superfici lucide. Nell’anno terminante a marzo 2020 tutti i segmenti presentano una certa crescita. Fra questi, il segmento “multiuso” e “candeggina” crescono a doppia cifra, rispettivamente +34,2% e +12,4%. Proprio questi due sono i segmenti che hanno incrementato maggiormente le performance di vendita a seguito del forte bisogno di igiene scaturito dall’emergenza Covid-19. Infatti, se consideriamo solo il primo trimestre del 2020, le crescite salgono al +132,3% per i multiuso e al +39,1% per i prodotti a base candeggina. Trai i prodotti più venduti si distinguono gli igienizzanti, sanificanti, certificati PMC e disinfettanti per le superfici, oltre ai classici a base candeggina nelle varie formulazioni. Il segmento “sgrassatori cucina” rimane il più importante, con un peso a valore del 41% ed una crescita del +31,9% nel primo trimestre 2020.  Anche in questo segmento gli acquirenti prediligono un’offerta che, oltre al potere sgrassante, unisce anche quello disinfettante ed igienizzante per le superfici della cucina e a contatto col cibo. Il secondo segmento per importanza è rappresentato dai “pulitori a base candeggina” che vale il 18% del mercato ed è in crescita del +39,1% nei primi tre mesi del 2020. Il segmento “bagno” (40 milioni di Euro) cresce del +9,5%.

 

La gestione degli assortimenti

Lo scaffale dei Detergenti Piccole Superfici vede mediamente la presenza di 61 referenze; una profondità nell’offerta spiegata dell’esistenza di svariate destinazioni d’uso unite a modalità di erogazioni diverse (spray, trigger, ricariche o prodotti abbinati), con differenti stati di prodotto (liquido, gel, schiuma), molteplici profumazioni e componenti a potenziare l’efficacia pulente (candeggina, ammoniaca, alcol ecc), nonché a una moltitudine di formati/contenenze (500ml, 600ml, 650ml, 700ml, 750ml, ecc.). Una maggior estensione dell’offerta è presente nel canale degli Specializzati Casa e Persona con mediamente 118 referenze a scaffale, in crescita rispetto al 2019.

Le attività promozionali

Rispetto ai principali segmenti del comparto del Cura Casa, il mercato dei Detergenti Piccole Superfici ha un livello promozionale leggermente superiore. Tuttavia, nei primi tre mesi del 2020 i volumi di prodotti in promozione raggiungono il 34% (Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio Piccolo, Specializzati Casa e Persona) con un andamento in flessione (-1,9 punti). Il calo delle attività promozionali è ancor più accentuato se si considera il primo trimestre 2020 come orizzonte temporale: a causa delle restrizioni alla circolazione delle persone e al contingentamento degli ingressi nei punti vendita, molte promozioni sono state cancellate o posticipate quindi il livello promozionale è sceso al 32,1%, in flessione di 6,5 punti rispetto allo scorso anno. Focalizzandosi sul canale Specializzati Casa e Persona, le promozioni di taglio prezzo raggiungono il 35,8%, in calo di 1,1 punti. Il segmento “cucina” è quello con la pressione promozionale più alta (37,0% a volume) e con la flessione minore. Segue il segmento “multiuso” (pressione promozionale: 36,0%),con un decremento di 3,1 punti. Come accade per quasi tutti i mercati che compongono il settore del Cura della Casa, il peso in unità dei nuovi prodotti nei Detergenti per Piccole Superfici è molto basso. Nell’anno terminante a marzo 2020 l’incidenza a valore dei nuovi prodotti sul mercato è dell’1,1%.

Conclusioni

In generale, come negli anni passati, le aziende, sia di piccole dimensioni che di respiro internazionale, si sono focalizzate sullo sviluppo di prodotti «super-performanti» in termini di igiene e disinfezione degli ambienti domestici, con una riduzione del tempo necessario per la pulizia della casa e con la garanzia di un certo livello di protezione della salute e di salvaguardia dell’ambiente. Inoltre, resta confermato l’interesse da parte dei consumatori di Detergenti per le Piccole Superfici per il segmento “Green”, che però ha esaurito la sua spinta di crescita. Infine, si affermano in modo consistente le Marche del Distributore con linee sempre più attrattive per i consumatori.

Rilanciare il retail dopo l’emergenza: il Report di Credimi

Superata la fase dell’emergenza sanitaria, inizierà quella – lunga – della ricostruzione. Sociale, di un paese distrutto dalla tragedia vissuta, ed economica perché gli strascichi lasciati dalla crisi saranno pesantissimi: il 2020 potrebbe chiudersi con oltre 80 miliardi di consumi in meno e un Pil in caduta del 9%, stando alle stime di Confesercenti, che analizza come le imprese italiane siano ormai senza liquidità.

Anche Confcommercio manifesta una forte preoccupazione per il presente, per la fase della perdita di profitti dovuta alle chiusure forzate e al calo del potere di acquisto che colpirà le famiglie in seguito a licenziamenti e cassa integrazione. Secondo l’ultimo studio, il totale della spesa privata del 2020 sarà decisamente inferiore rispetto a quello dell’anno scorso (-6,8%) e la ricomposizione del paniere penalizzerà vari capitoli di spesa, quali l’abbigliamento, i trasporti, i servizi ricreativi e di cultura, i servizi ricettivi e di ristorazione.

Cosa ci sarà dopo l’emergenza?

Guardare ai numeri fa decisamente paura. Secondo un sondaggio SWG per Confesercenti, il 44% degli intervistati non esclude la possibilità di non riaprire più. Ma ci sono anche molte piccole e piccolissime imprese che nel momento più difficile dal secondo dopoguerra stanno provando a reinventarsi. Alcune realtà del commercio lo fanno perché per decreto sono rimaste aperte, altre sfruttano il lockdown per fermarsi a riflettere. Secondo lo stesso studio, infatti, il 56% dei commercianti è sicuro di rialzare la serrandae molti di loro si stanno attrezzando per farlo.

Lo dimostrano anche i numeri di Credimi: una richiesta di finanziamento su due arriva da Pmi che oggi sono costrette a restare chiuse. E le domande arrivano in particolare dalle categorie di servizi e del commercio al dettaglio – due tra quelle più colpite da questa crisi. Quindi molte imprese fanno richiesta di finanziamento per far fronte all’urgente bisogno di liquidità, ma va sottolineato che altrettante chiedono un prestito per farsi trovare pronte alla ripresa. Non è un caso, infatti, che il 41% degli applicant siano aziende con un canale e-commerce, che quindi sono attive in questo periodo di crisi e stanno cercando di riorganizzarsi.

Sembrerebbe che molte imprese, in particolare i piccoli negozianti, abbiano compreso che in questa fase è cruciale ripensare completamente il proprio modello di business: dopo il Covid-19, nulla sarà più come prima. Le abitudini dei consumatori stanno cambiando radicalmente e la svolta verso gli acquisti online sperimentata in questa emergenza avrà delle lunghe code. Difficilmente si tornerà indietro. Soprattutto quando il cambiamento si concentra sui due assi della tecnologia digitale e della logistica: due certezze (o presunte tali) che da subito hanno mostrato tutte le crepe di un paese ancora arretrato. Per questo i pilastri sui cui ricostruire l’ossatura del commercio non possono che essere digitale e logistica, oltre che ovviamente sicurezza sanitaria.

Il rafforzamento dell’e-commerce

Come era prevedibile, Nielsen ha registrato un’impennata delle vendite di prodotti di largo consumo online: tra il 17 e il 23 febbraio del 56,8%, tra il 9 e il 17 marzo del 97,2%.La paura del contagio e le lunghissime file davanti ai supermercati hanno convinto gli italiani a provare la spesa online. Ma l’infrastruttura non ha retto: le grandi catene della distribuzione organizzata sono storicamente in ritardo e persino Amazon ha faticato a tener testa all’esplosione della domanda. Paradossalmente, a beneficiare della situazione sono stati i piccoli negozi, sebbene molti di loro, prima di questa crisi, non avessero neppure un sito web!

Molti piccoli commercianti hanno cercato di riorganizzarsi in fretta, forti anche del supporto di nuovi servizi ad hoc nati in queste settimane per rispondere alle necessità del momento, servizi che con tutta probabilità delineeranno un nuovo modello di acquisto “di prossimità”. Come ad esempio i due marketplace iocomproacasa.it e daje.com: la prima è una piattaforma dove i cittadini posso informarsi sui negozi del paese o dei paesi limitrofi che hanno attivato servizi di consegna a domicilio o ritiro in negozio; la seconda non solo raccoglie una lista di negozi del quartiere Monteverde a Roma (e prossimamente si estenderà a tutta la città) che fanno consegna, ma permette al cliente di comunicare la propria lista della spesa, che la squadra di daje.com spedisce al negozio, occupandosi poi anche della gestione del pagamento. Esemplare è anche il progetto della startup biellese Vidra, supportata da Banca Sella, che si è mobilitata per rendere semplice l’implementazione di una piattaforma e-commerce per i business che ne faranno richiesta.

È evidente che l’adozione della tecnologia ad ogni livello non sarà più una libera opzione, ma una necessità per tutti: per piccoli business del commercio al dettaglio, ma anche per tappare le falle delle grandi aziende, compresi ipermercati e supermercati. Probabilmente, le prime vittime di questo new deal saranno i contanti: per pagare online, così come per ridurre i contatti e le code crescerà l’uso di nuovi sistemi di pagamento, soprattutto app e contactless.

Meno sprechi e acquisti mirati

Non si tratta soltanto di riorganizzare la distribuzione. Bisognerà ripensare anche gli ambienti e limitare il numero massimo di persone per superficie quadrata. Ripensare a come distribuire le proprie risorse, come colmare le perdite dovute al calo di persone fisiche presenti all’interno dell’esercizio commerciale, come evitare gli sprechi e alimentare nuove opportunità di mercato. Uno sforzo non banale perché, per esempio, i negozi di alimentari saranno chiamati a ottimizzare gli stock per limitare gli sprechi; mentre nel caso dell’abbigliamento sarà cruciale il ruolo del buyer nella selezione degli articoli: con meno spazio a disposizione, il margine d’errore si riduce enormemente.

Nuovi protocolli

A fine emergenza, accanto ad una naturale tendenza a prestare maggiore attenzione all’igiene, alla sanificazione degli ambienti e degli scaffali, sarà necessario intervenire con protocolli igienico sanitari in tema salute e sicurezza ad hoc. Basti pensare alle profumerie e quante superficie è possibile toccare: Sephora in Cina si è già mobilitata per la produzione di materiale sterile monouso da utilizzare sui clienti nelle prove make-up e cosmetici, ma non tutti i negozi avranno la possibilità di adeguarsi così velocemente a tutte le nuove regole che verranno imposte. Iniziare a ragionare oggi in ottica futura è fondamentale: non farlo potrebbe tardare l’apertura del negozio, o peggio, decretarne la chiusura per chi non potesse permettersi i lavori d’adeguamento.

Purtroppo, nessuno ha la sfera di cristallo per sapere come davvero sarà il mondo che ci aspetta finita l’emergenza. Non sappiamo se e quando verrà trovata una cura o un vaccino, che potrebbero aiutare a ritrovare la “normalità” delle nostre azioni quotidiane. Ma di certo, in ogni scenario possibile, gli investimenti in questi settori non possono essere rimandati.

A cura dell’Ufficio Studi di Credimi

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