Dopo quattro anni la Corte di Appello di Roma ha respinto il ricorso promosso dalla Sangemini Spa che chiedeva al Comune di Fiuggi un risarcimento pari a 100 milioni di euro per avere risolto il contratto che li legava. Anni addietro infatti Sangemini gestiva l’imbottigliamento e la commercializzazione della Fiuggi, ma poi il Comune (proprietario attraverso la società in house Acqua e Terme) aveva deciso di riprendere in mano la gestione a causa dell’inadempienza di alcune parti dell’accordo stipulato.
Il caso era finito davanti al tribunale Civile di Frosinone che, con la sentenza 175/2020, aveva dichiarato l’avvenuta risoluzione di diritto “del contratto di affitto d’azienda e di tutti i contratti inter partes a esso collegati, per fatto e colpa di Sangemini”.
Sangemini dunque aveva riproposto alla Corte d’Appello di Roma la richiesta di risarcimento. I giudici hanno invece accolto le tesi degli avvocati Stefano Recchioni ed Enrico Maria Danielli dichiarando inammissibile la richiesta e confermando la sentenza di primo grado. “Ha vinto una città intera – ha commentato entusiasta il sindaco di Fiuggi Alioska Baccarini –. Se la richiesta fosse stata accolta in pieno dal Tribunale, la cifra sarebbe risultata tale da seppellire la città di Fiuggi sotto un disastro sociale e industriale senza via di ritorno”.