La partita sui dazi Usa per il vino è definitivamente chiusa? Unione italiana vini (Uiv) si augura di no: “La speranza è che sui dazi si possa giocare un ‘secondo tempo’ – ha dichiarato Marzia Varvaglione, Vicepresidente di Uiv nel corso del convegno organizzato a Villa Madama a Roma dal ministero degli Affari esteri nell’ambito della Settimana della Cucina italiana – con l’esenzione del comparto wine and spirits. Ma in attesa che la diplomazia faccia il suo corso, bene ha fatto il Governo a inserire nel Ddl Bilancio ulteriori 100 milioni di euro l’anno per il triennio 2026-2028 in attività destinate a promozione e internazionalizzazione. Confidiamo che una buona fetta di queste risorse sia riservata al nostro comparto, che tra dazi, calo del dollaro e del potere di acquisto è a forte rischio ridimensionamento”.
SPEDIZIONI OLTREOCEANO CROLLATE DEL 23%
“La situazione di mercato del vino verso i Paesi extra-Ue e in particolare gli Stati Uniti – ha aggiunto Varvaglione – è molto critica: in pochi mesi siamo passati da un export oltreoceano a +12,5% di un primo trimestre fortemente condizionato dal frontloading pre-dazi, a un -4% nei primi nove mesi, con un -23% solo nell’ultimo trimestre. Uiv è convinta che in questa fase di pesante incertezza sia necessario aumentare le risorse per la promozione all’estero e al contempo attivare progetti più efficaci e condivisi con le imprese del vino. Una terapia d’urto appoggiata dal Governo”.
PER NON PERDERE TERRENO LE AZIENDE ABBASSANO I PREZZI
Secondo l’Osservatorio Uiv, il calo del prezzo medio per i vini in uscita dalle cantine italiane e dirette oltreoceano nel trimestre luglio-settembre è stato del 15,5%. Un’auto-tassazione, operata per mantenere le quote di mercato, che però le imprese a giudizio dell’associazione non potranno sostenere oltre il breve termine. Per questo, rileva Uiv, è necessario aumentare ulteriormente il plafond destinato al capitolo internazionalizzazione e a progetti di promozione attuati mediante Agenzia Ice. Progetti straordinari, che dovranno essere sviluppati mediante una regia pubblico-privata con un lavoro sinergico tra imprese e agenzie pubbliche per calibrare al meglio gli strumenti più adatti, la comunicazione più efficace, i segmenti di mercato prioritari.


“La birra è una filiera viva e strategica – dichiara Federico Sannella, Presidente di AssoBirra (nella foto a destra) – che unisce agricoltura, industria e distribuzione, generando valore per l’intero Paese. Oggi più che mai serve una visione di lungo periodo sulla fiscalità: ridurre le accise non significa solo alleggerire un’imposta regressiva, ma restituire slancio a investimenti, occupazione e innovazione. È una misura che rafforza l’intera filiera e la sostiene anche nei momenti di maggiore incertezza economica”.
L’annuncio è stato accolto con soddisfazione da Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta le imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia: “Siamo grati al Governo che si è impegnato nel posticipo di un anno di Sugar tax e Plastic tax, una doppia tassazione che colpiva in stereo il comparto delle bevande analcoliche – sottolinea Giangiacomo Pierini, Presidente di Assobibe –. Questo risultato è frutto di un ascolto attento delle esigenze di un settore che contribuisce alla crescita del Paese e alla valorizzazione del Made in Italy. Questo ulteriore tempo guadagnato permettere un dialogo che auspichiamo ci porti, in 12 mesi, alla definitiva cancellazione di imposte che ormai ogni governo ha posticipato e, per la Sugar tax in particolare, riconoscendone l’inefficacia dal punto di vista della salute oltre all’inutilità sotto l’aspetto economico”.








