
338 miliardi di euro: a tanto ammonta il commercio mondiale delle merci contrafatte. Ed equivale al 2,5 degli scambi commerciali a livello mondiale.
Sono questi alcuni dei risultati principali di una relazione congiunta dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).
Il documento, intitolato “Trade in Counterfeit and Pirated Goods: Mapping the Economic Impact”, stima gli effetti economici della contraffazione e della pirateria sugli scambi internazionali in base ai dati relativi a quasi mezzo milione di sequestri doganali.
Ad esserne coinvolte, sono tutte le economie, forse ancora più quelle emergenti che svolgono un ruolo importante in quanto produttrici di prodotti contraffatti o zone di transito. In testa alla hit Cina, Hong Kong e Turchia.
Le merci
La gamma delle contraffazioni è ampia: si va dai beni di lusso ai prodotti industriali (quali macchinari, componenti di ricambio o sostanze chimiche) fino agli articoli di consumo con un impatto sulla sicurezza personale (come prodotti farmaceutici, alimenti e bevande, attrezzature mediche o giocattoli).
I marchi maggiormente danneggiati dalla contraffazione sono registrati soprattutto nei paesi membri dell’OCSE e dell’UE, ad esempio Stati Uniti, Italia, Francia, Svizzera, Giappone, Germania e Regno Unito.