Coop preme l’acceleratore sulla filiera pulita con “Buoni e Giusti”. E gli altri?

Per avere un controllo ancora maggiore sulla filiera dell’ortofrutta, Coop ha avviato la campagna “Buoni e Giusti Coop”. Coinvolti tutti gli 832 fornitori che operano con oltre 70.000 aziende agricole. Le 7.200 aziende agricole all’origine delle filiere dei prodotti a marchio Coop invitate a aderire alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità.

Le notizie di episodi di caporalato e di condizioni di lavoro inaccettabili nei campi italiani, specie durante la raccolta, hanno fatto notizia la scorsa estate fino ad arrivare agli episodi di cronaca con persone, italiane e straniere, decedute nei campi. Un duro colpo anche per l’agroalimentare in genere, che ha avuto ripercussioni anche all’estero. La Gdo, coinvolta in prima persona, non si era ancora impegnata in controlli di questa portata, ritenuti troppo difficili e dispendiosi. Anche la politica si era mossa per affrontare il problema delle agromafie con una proposta di legge presentata dall’ex procuratore Gian Carlo Caselli. Secondo l’ultimo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti ed Eurispes, solo nel 2015 il business delle agromafie avrebbe ammassato 16 miliardi di Euro.

In realtà l’impegno di Coop sulla questione è decennale, con l’insegna tra le prime in Europa a certificarsi secondo lo standard etico SA8000 “ma – si legge in un comunicato -, a fronte di una situazione critica e drammatica che getta sempre più ombre sul cibo che arriva sulle nostre tavole, vogliamo rilanciare. Il rischio è che l’impresa “cattiva” scacci quella buona e che la ricerca del prezzo più basso possibile faccia a pugni con i diritti delle persone”.

“Noi ci siamo. Ci aspettiamo un grande e più forte impegno da parte degli organi ispettivi e di controllo e del Governo nella lotta all’illegalità, al lavoro nero, al caporalato e alle truffe alimentari. Allo stesso tempo ci auguriamo che le associazioni dei produttori agricoli operino affinché le proprie imprese aderiscano alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità il cui accesso deve essere reso più semplice”.

Coop ha individuato 13 filiere ortofrutticole più esposte ai rischi di illegalità e dove più frequentemente emergono episodi di sfruttamento dei lavoratori. Con una pianificazione degli interventi che tiene conto della stagionalità si attueranno controlli sulla filiera degli agrumi, per proseguire con le fragole, i pomodori, i meloni, le angurie, l’uva, le patate novelle e altri 5 ortaggi di largo consumo. Saranno coinvolti non più soltanto gli 80 fornitori ortofrutticoli di prodotto a marchio Coop (per 7.200 aziende agricole), ma tutti gli 832 fornitori nazionali e locali di ortofrutta (per oltre 70.000 aziende agricole). A tutti i fornitori Coop ha chiesto di sottoscrivere l’adesione ai principi del Codice Etico che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l’esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venir meno, pena in caso di non-adesione l’esclusione dal circuito.

Dai primi dati che hanno coinvolto la filiera degli agrumi coinvolgendo tutti i fornitori Coop e un terzo delle aziende agricole in tre regioni – Calabria, Sicilia e Puglia – non è emersa alcuna segnalazione di gravi non conformità (caporalato, lavoro nero o casi di discriminazione). Le problematiche emerse riguardano norme di sicurezza disattese su cui è stato chiesto un pronto intervento. I prossimi controlli riguarderanno le fragole e il pomodoro ciliegino.

L’altro binario su cui si muove la campagna “Buoni e Giusti Coop” è la Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Non un semplice invito, ma l’impegno ad iscriversi allìl’organismo autonomo nato sotto l’egida del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali “per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarità e delle criticità che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo” e rivolto alle 7.200 aziende agricole dei prodotti a marchio Coop e che attesta di essere un’azienda pulita, in regola con le leggi e i contratti di lavoro, non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti in corso. La complessità della procedura sta però ostacolando un’adesione massiccia.

 

Prezzo basso filiera a rischio

È chiaro che i prezzi troppo bassi e le promozioni eccessive possono rivelare un sistema di forniture agricole non trasparente. “Accanto al contrasto al lavoro nero e alle frodi alimentari, vogliamo affrontare anche il tema dei prezzi nel settore ortofrutticolo, perché spesso è lì che si trova un indicatore dell’illegalità. La volatilità dei mercati è elevata, ma si possono e si debbono trovare le soluzioni affinché sia i consumatori sia i produttori abbiano il giusto prezzo. Come Coop siamo attenti a riconoscere ai produttori agricoli prezzi equi, non il prezzo più basso del mercato che in certe filiere nasconde l’illegalità. Va segnalato che problemi importanti nella formazione del valore dei prodotti ortofrutticoli sono sia quello dei costi intermedi e logistici (che pesano quasi il 40% sul prezzo finale) che quelli di una migliore organizzazione e aggregazione dei produttori; se ne avvantaggerebbero sia i consumatori che gli agricoltori” conclude Marco Pedroni, Presidente Coop Italia.

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