Furti e frodi: retail e Gdo ci rimettono 6,7 miliardi all’anno

Secondo il recente studio “La Sicurezza nel Retail in Italia 2023” realizzato da Crime&Tech, nel 2022 le perdite nel settore retail e Gdo hanno raggiunto circa 4,6 miliardi di euro derivate in primis da furti e frodi ma anche da errori amministrativi, scarti, rotture e altre inefficienze operative. A questo valore va aggiunta la spesa che le aziende sostengono in misure di sicurezza o contrasto alle perdite, raggiungendo così un costo economico totale stimato pari a 6,7 miliardi di euro, l’equivalente di 114 euro per ogni cittadino italiano.

Tra i settori considerati dalla ricerca, fai da te (2,00%) e supermercati, ipermercati e discount (1,98%) sono quelli che registrano i valori più alti di differenze inventariali. Tuttavia, i valori rilevati devono essere considerati con cautela in quanto le aziende adottano diversi metodi per classificare e quantificare le perdite. Le aziende identificano la localizzazione del punto vendita come l’elemento in grado di influire in maniera più decisa sul valore delle differenze inventariali. A seguire ci sono altri elementi strutturali del punto vendita come la dimensione, il design, il numero di dipendenti, le misure di sicurezza adottate e l’estensione dell’assortimento.

Le cause principali delle perdite
In media, il 48% delle differenze inventariali sono di natura sconosciuta, cioè non è stato possibile attribuire delle cause certe a queste perdite. Concentrandosi sulle differenze con origine conosciuta, la causa più frequente è rappresentata dai furti esterni, seguiti da furti interni, scarti e rotture, errori amministrativi e contabili e frodi commesse da fornitori. Tra i furti esterni prevale il taccheggio, seguito dal furto con scasso e dal furto di necessità. Rapine e frodi sono invece le modalità indicate come meno frequenti. Rispetto al 2021, l’82% delle aziende intervistate ha registrato un aumento dei casi di taccheggio nei propri punti vendita. L’incremento è stato rilevato da aziende di tutti i settori. Secondo il 53% dei rispondenti, sono aumentati rispetto al 2021 anche i furti di necessità, che avevano già registrato un aumento dal 2019 al 2020. Il valore medio della merce rubata o recuperata nei singoli episodi di taccheggio è pari a 40 euro; questo valore varia però significativamente in base ai settori merceologici considerati. I modi operandi più utilizzati dai taccheggiatori sono la tecnica del grab and run e la rimozione delle etichette antitaccheggio. Lombardia e Lazio sono le regioni dove il valore totale della merce rubata è più alto, ma a livello di singolo episodio i valori medi più alti sono stati registrati in Trentino-Alto Adige, Calabria e Abruzzo.

Per quanto riguarda le frodi esterne, i rispondenti indicano il wardrobing, lo scambio di etichette dei prodotti e i mancati pagamenti al self-checkout o self-scan come le modalità più comuni. La diffusione di sistemi alternativi di checkout è una tendenza consolidata all’interno del settore retail e Gdo. L’adozione di questi sistemi però, oltre a presentare dei vantaggi, espone le aziende al rischio di furti o errori in buona fede. Furti e frodi interne sono la seconda causa di natura criminale delle differenze inventariali. Le modalità maggiormente rilevate sono il furto della merce a opera di dipendenti, seguita dall’annullamento totale o parziale degli scontrini, il furto di denaro dalla cassa e il reso di merce fraudolento. I cassieri risultano essere i dipendenti più frequentemente coinvolti. Relativamente ai furti e frodi da fornitori, la maggior parte dei rispondenti affermano di aver subito furti o frodi da parte di fornitori di servizi logistici (83%), come corrieri e trasportatori, e due terzi degli intervistati ha registrato furti o frodi da parte di fornitori di altri servizi (66%), quali ad esempio società di sicurezza, pulizia e vigilanza.

I prodotti più rubati
I prodotti più rubati con più alto valore economico per settore merceologico sono i capispalla e maglieria (abbigliamento), gli alcolici e tonno e carne in scatola (supermercati, ipermercati e discount), le calzature e occhiali (calzature e accessori), smartphone, tablet e accessori di telefonia mobile (elettronica di consumo) e gli accessori per le smart-home e utensili elettrici (fai da te). I prodotti più rubati per numero di pezzi per settore merceologico sono: i cosmetici e la maglieria (abbigliamento), gli alcolici e i salumi e formaggi (supermercati, ipermercati e discount), le calzature e gli occhiali (calzature e accessori), gli accessori per la telefonia mobile e le pile (elettronica di consumo) e le spine e prese elettriche e la colla (fai da te).

Le misure di sicurezza
Le misure di sicurezza a protezione del punto vendita più adottate dalle aziende sono la videosorveglianza (94%) e le barriere antitaccheggio (86%), così come la formazione del personale (94%). Per la protezione dei singoli prodotti le aziende utilizzano maggiormente placche/etichette antitaccheggio (83%) e scaffali chiusi o vetrine (63%). Un terzo delle aziende (34%) utilizza dei software per l’analisi avanzata delle transazioni di cassa, mentre un’altra metà (49%) delle aziende utilizza degli applicativi per avere una reportistica sistematica su questi stessi dati. Meno frequente è invece l’utilizzo di software per la raccolta, elaborazione e analisi dati relativi agli eventi criminali all’interno dei punti vendita. La propensione a denunciare alle Forze dell’Ordine un reato identificato da parte delle aziende può variare in maniera rilevante a seconda del tipo di evento. Le rapine e i furti con scasso sono i reati più denunciati, mentre il taccheggio e le frodi sono i meno denunciati. La scelta di non denunciare episodi di taccheggio è in larga parte dovuta allo scarso valore del furto e, in subordine, al recupero della merce o del denaro. Per frodi esterne o frodi da parte di fornitori a pesare in maniera significativa è la scarsità di prove.

Il settore retail e Gdo in Italia affronta dunque sfide complesse legate alla sicurezza e alle perdite. Questo richiede un approccio sistemico, collaborazione interna ed esterna, integrazione tecnologica e formazione del personale. La ricerca e valutazione di strategie innovative è essenziale in un contesto in continua evoluzione.