La marca privata non decolla, anzi soffre: +0,1 a valore, -1,5 a volume secondo Iri

Nonostante il successo delle referenze premium e biologiche, nemmeno il 2015 (o quanto meno i primi 9 mesi dell’anno) hanno visto decollare la marca commerciale nella GDO. Secondo i primi dati del 12° Rapporto Marca sull’evoluzione dei prodotti a marca del distributore di IRI, che sarà presentato il 14 gennaio a Marca 2016 e anticipati dal “Sole 24Ore”, il totale delle vendite a valore delle private label ha toccato i 9.548 milioni di euro, con un aumento dello 0,1% sullo stesso periodo del 2014. Un risultato tutt’altro che esaltante considerata la crescita delle referenze e il successo delle linee più evolute, che incontrano meglio le nuove esigenze dei consumatori, tra salute ed esigenze gourmet. Diminuiscono infatti le vendite a volume, che registrano un –1,5% nel periodo gennaio-settembre 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014.

Non basta insomma la buona performance dei prodotti premium di alta qualità (che hanno movimentato 606 milioni nel periodo gennaio-settembre 2015, +13,1% sullo stesso periodo del 2014) e dei prodotti biologici (546,6 milioni, +10,8%). Un rallentamento nella crescita, quello delle private label, iniziato nel 2013. Tra i motivi ci sarebbero le azioni promozionali aggressive della marca che di fatto arrivano a “fare concorrenza” proprio alla marca del distributore che dovrebbe risultare più conveniente.

In aumento le referenze: sono 1.173 nei discount, 1.339 nei supermercati e 2.078 negli ipermercati. Interessante anche considerare le quota di mercato del largo consumo confezionato, secondo Adem Lab in calo nei supermercati e negli ipermercati (18,2%, rispetto al 18,4% dei primi nove mesi del 2014) ma in crescita nei discount (53,9%, rispetto ai 51,5% del 2014), che confermano così una maggiore aggressività e competitività dei propri prodotti a marchio.