Come intercettare le nuove istanze dei consumatori. L’intervista a Domenico Brisigotti

La sostenibilità – etica ed ambientale – è sempre più un driver di scelta per i consumatori: i responsabili d’acquisto, decisamente più consapevoli di una volta, hanno infatti le idee ben chiare. E basta compulsare il Rapporto Coop 2018 per avere un’idea delle dimensioni del fenomeno: emerge per esempio che nel primo semestre del 2018 il segmento dei prodotti ecologici ha fatto segnare un aumento nelle vendite del 3,6% rispetto allo stesso periodo nel 2017, con un giro di affari di oltre 188,6 milioni di euro. Il marchio “green” spopola: 68 milioni di euro nel periodo gennaio-giugno 2018; e vanno molto bene anche il biodegradabile (33 milioni di euro), il vegetale (30 milioni di euro) e il senza nichel (26 milioni di euro).

E non basta: nel primo semestre del 2018, sono cresciuti anche i prodotti con packaging con “meno plastica” (+14,3%) e i prodotti a marchio etico, che hanno fatto registrare un aumento delle vendite dell’1,8% nei primi sei mesi del 2018, per un valore complessivo di quasi 1,7 miliardi di euro.

Il quadro, insomma, è chiaro: i valori etici ed ecologici portano il consumatore a scegliere.

E la vera novità è che la scelta non riguarda più solo cosa comprare, ma anche dove effettuare l’acquisto, in base alla tipologia e al mix dell’offerta.

Da questo quadro discende, inevitabile, una domanda: cosa fanno le insegne per rispondere in modo adeguato alle nuove istanze di questa domanda evoluta?

Ne abbiamo parlato con Domenico Brisigotti, direttore commerciale di Coop Italia, che ha anticipato alcuni dei temi che verranno dibattuti nel corso del convegno “Da consumatore consapevole a cliente etico: il nuovo ruolo del responsabile d’acquisto” che si terrà durante TUTTOFOOD l’8 maggio (dalle 10,30 alle 11,30) nello spazio Retail Plaza.

“Il cambiamento è epocale – ammette Brisigotti – ma non nasce dal nulla: alle spalle ha un lungo processo di maturazione, che in questi ultimi anni ha subito una fortissima accelerazione. Il risultato è che ora è diventato un tema realmente trasversale, capace di interessare fasce molto ampie di consumatori. Industria e distribuzione devono rispondere a tono, proponendo prodotti adeguati”.

Come si può fidelizzare oggi il cliente?

Le linee guida sono sempre quelle di ridurre l’impatto ambientale, aumentando la sostenibilità sociale. Poi ogni operatore le declina in modo peculiare.

Per Coop, in particolare, si tratta di tematiche “antiche”, mi passi il termine, in quanto già da moltissimi anni abbiamo adottato partiche virtuose sulla filiera.

Oggi la sfida si è complicata perché i fronti sui quali operare sono molteplici

Come risponde Coop?

Concentrandosi sulla propria attività, per dare il meglio, partendo dai propri prodotti a marchio, per poi estendere questa strategia anche a quelli dell’IDM.

L’importante è enunciare meno slogan e dare – invece – risposte concrete. Per questo serve impegnarsi concretamente.

In termini di sostenibilità ambientale, cosa chiedono maggiormente i clienti?

Riduzione delle plastiche, controllo della filiera, maggior sicurezza alimentare. Si tratta di tematiche molto dibattute sui social, in alcuni casi persino virali.

Su altri temi, invece, si nota ancora meno reattività e una sensibilità ancora sopita.

Qualche esempio?

L’abuso di antibiotici negli alimenti: un problema fin troppo sottovalutato, forse perché poco visibile e non immediatamente percepibile, ma – potenzialmente – vettore di conseguenze gravose se non disinnescato tempestivamente.

Coop, al contrario, ha deciso di affrontarlo già da tempo, coerentemente con la propria responsabilità d’impresa.

Un compito arduo, le assicuro, perché comporta il bilanciamento di due istanze se non  proprio contrapposte, quanto meno non certo unisone: da una parte portare avanti l’impegno preso (con gli inevitabili costi aggiuntivi che ciò possa comportare), dall’altra tutelare il potere d’acquisto dei propri soci.

Questo atteggiamento non vi mette a rischio di perdere il primato conquistato negli anni?

Non è un mistero per nessuno che oggi spesso gli atteggiamenti più spregiudicati paghino. Ma Coop non li può seguire per spuntare il prezzo più basso; non può modificare un modello che è la sua ragione d’impresa. Anche a costo di subirne il contraccolpo.

Il discorso è semplice e vecchio come il mondo: si può agire senza responsabilità o essere virtuosi. La scelta è libera, certo. Bisogna però essere consapevoli che se tutti scegliessero la prima opzione, la prospettiva sarebbe paurosa.