Lidl quattro sezioni in amministrazione giudiziaria, ma la società non è indagata

Lidl Italia si dichiara completamente estranea a quanto diffuso dai principali media in relazione all’operazione gestita dalla DDA. L’Azienda, che è venuta a conoscenza della vicenda in data odierna da parte degli organi inquirenti, si è resa da subito a completa disposizione delle autorità competenti, al fine di agevolare le indagini e fare chiarezza quanto prima sull’accaduto. Lidl Italia precisa, inoltre, che l’Azienda non risulta indagata e non vi sono sequestri in atto.” È questa la posizione ufficiale di Lidl Italia circa l’indagine contro le attività criminali della famiglia mafiosa catanese dei Laudani coordinata dalla Dda di Milano, che ha portato alla amministrazione giudiziaria per sei mesi di quattro direzioni generali: Volpiano, Biandrate, Somaglia e Misterbianco (che è quella catanese). in totale sono coinvolti di 214 punti vendita: 51 a Volpiano (tra Piemonte, Valle d’Aosta e parte di Liguria), 68 a Biandrate (in Piemonte e Lombardia), 62 a Somaglia (tra Lombardia e parte dell’Emilia Romagna), e 33 a Misterbianco, base catanese che gestisce anche 8 pdv a Malta, oltre che per la nuova piattaforma logistica da 44.000 metri quadrati. Secondo il Corriere della Sera si tratterebbe di una misura che, sottoponendo un’azienda a controllo giudiziario per sottrarla all’infiltrazione criminale, ha lo scopo di restituirla il più rapidamente possibile al mercato, una volta depurata dagli elementi inquinanti.  

Secondo La Stampa il procuratore Ilda Boccassini in conferenza stampa ha spiegato che «è stata accertata la collusione di alcuni funzionari che erano a libro paga e si facevano corrompere». Nell’ordinanza si parla di “stabile asservimento di dirigenti della Lidl Italia s.r.l., preposti all’assegnazione degli appalti, onde ottenere l’assegnazione delle commesse, a favore delle imprese controllate dagli associati, in spregio alle regole della concorrenza e con grave nocumento per il patrimonio della società appaltante”.