Vola il vino biologico italiano: 275 milioni (+34%) nel 2016, export da record

Vola il vino biologico italiano: nel 2016 le vendite hanno raggiunto i 275 milioni di euro, con un aumento del 34% rispetto al 2015, ma il mercato interno (83 milioni, il 30% del totale, +22% rispetto all’anno precedente) cresce assai meno rispetto all’export (192 milioni, +40%). Anche se gli italiani stanno imparando ad apprezzare un prodotto prima considerato solo di nicchia: nel 2016 il 25% dei consumatori ha almeno in un’occasione, a casa o fuori, degustato un vino bio, mentre nel 2015 erano il 21% e nel non lontano 2013 appena il 2%. È quanto emerge dalla ricerca Wine Monitor Nomisma realizzata in occasione del Vino bio day per Ice-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

È quindi l’estero il mercato di riferimento del vino bio italiano, molto più di quanto lo sia per il vino tout-court. Le percentuali dell’export sono rispettivamente del 70% e del 52%. L’export di vino biologico italiano pesa per il 3,4% sul totale dell’export di vino dall’Italia, ma il trend è in continua crescita (1,9% nel 2014 e 2,6% nel 2015). Nel 2016 il 79% delle aziende che producono vini biologici ha esportato. Prima destinazione è l’Unione Europea (66% a valore) mentre esaminando i singoli Paesi la Germania (33% del fatturato estero del 2016) è largamente in testa davanti agli Stati Uniti (12%). Seguono Svezia, Canada e Svizzera con una quota dell’8% ciascuno, la Cina con il 7% e il Regno Unito con il 6%.

Dati destinati a crescere visto che la Survey Wine Monitor Nomisma realizzata per Ice-Agenzia in due mercati rilevanti per i vini biologici, Germania e Regno Unito, segnala un’attenzione crescente per i vini italiani (il 22% del vino importato in Regno Unito è italiano, il 36% in Germania) e per i vini bio (nel Regno Unito le vendite di vino bio nella Gdo nel 2016 si attestano a 21 milioni di Euro, con uno share di biologico dello 0,4% sul totale dei vini venduti e un aumento del 24%). La quota di consumatori che negli ultimi 12 mesi ha bevuto almeno una volta un vino biologico è del 12% in Germania e del 9% in UK. Come per l’Italia, la preferenza sul vino bio ricade soprattutto su rossi e bianchi fermi in entrambi i mercati, seguono in UK il rosso frizzante e in Germania il bianco frizzante. In entrambi i mercati i vini bio vengono acquistati principalmente in iper e supermercati (38% in UK, 33% in Germania). In UK il consumatore di vino bio spende in media per una bottiglia da 750 ml intorno alle 13 sterline, in Germania 8 euro. Secondo i consumatori (42% in UK e 40% in Germania), i vini bio made in Italy hanno qualità mediamente superiore rispetto ai vini bio di altri paesi. Qualità che ricorre nuovamente tra gli attributi evocativi: in entrambi i mercati, nel pensare al vino biologico italiano il 19% indica “alta qualità”, mentre un ulteriore 15% individua nell’autenticità il principale valore. Senza dubbio il vino biologico made in Italy gode di un’ottima reputazione oltre i confini nazionali, con un potenziale ancora non del tutto valorizzato: l’84% dei consumatori di vino – sia in UK che in Germania – sarebbe interessato ad acquistare un vino biologico made in Italy se lo trovasse presso i ristoranti.

Insomma, i nostri punti di forza sono la qualità, il valore del marchio e l’affidabilità, la tracciabilità. E i limiti? Chi non esporta trova ostacoli nelle dimensioni ridotte finanziarie e di volumi, nei vincoli doganali e tariffari e nell’incapacità di comunicare adeguatamente. Malgrado ciò, gli operatori pensano che nel prossimo triennio a trainare le vendite italiane all’estero saranno ancora soprattutto i mercati terzi, primo fra tutti quello statunitense. Nemo propheta in patria, neanche nel vino bio.