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Logistica urbana, l’ultimo miglio lo faccio in bicicletta

La logistica delle spedizione, lo rivelano varie ricerche, è un aspetto sempre più cruciale dell’e-commerce e delle vendite online, con consumatori che si aspettano consegne gratuite ed efficaci, con vari punti di contatto. Ma soprattutto veloci. E cosa c’è di più veloce, nel traffico cittadino, di una bicicletta che sfreccia ovunque, zone pedonali comprese? Senza parlare della sostenibilità ambientale e dell’allure “green”, una preoccupazione per una fascia di clienti sempre più ampia.

Così ha pensato PrimoTaglio, portale di 400 prodotti italiani d’eccellenza, anche freschi, che assicura consegne entro 48 ore dall’ordine, in collaborazione con PonyZero, giovane startup che offre servizi di consegne in bicicletta. Per ora il servizio è attivo a Milano città, a breve si estenderà a Torino. Tutto ciò è possibile grazie a biciclette dotate di cassoni coibentati, progettati per preservare la catena del freddo, dalla presa del box fino al recapito a casa del consumatore. Soluzioni di nicchia? Non tanto. “Con la crescita esponenziale dell’e-commerce, stiamo assistendo anche a un incremento significativo delle consegne ‘ultimo miglio’, che oggi sono per lo più effettuate da furgoni certamente non ecologici e spesso riempiti solo in parte” spiega Antonio Romano, responsabile di PrimoTaglio. Basti pensare che persino il best in class Amazon, lo scorso dicembre, testava la consegna di pacchi tramite bicicletta: un mezzo più ecologico (e realistico) degli elusivi droni.

PrimoTaglio è un brand della società E-food, che fa capo al gruppo alimentare Amodio, consegna attualmente a Milano, Monza e Varese e provincia, e presto anche a Torino e Roma, 6 giorni su 7, dal martedì alla domenica.

E-commerce e grocery, vendite a +21% nel 2015: la svolta è vicina?

Andamento dell'e-Commerce in Europa, fonte eCommerce Foundation. L'Italia è tra i "Paesi emergenti".

È uno dei settori per cui nel 2015 si prevede la maggior crescita: stiamo parlando del grocery e dell’e-commerce, matrimonio da anni contrastato e ritardato, un po’ come quello dei Promessi Sposi, in Italia, fanalino di coda rispetto agli altri grandi Paesi europei. Ma forse qualcosa si sta muovendo, almeno a giudicare dalle previsioni dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – Politecnico di Milano. I dati sono stati presentati nel corso della decima edizione del Netcomm eCommerce Forum. «Continuiamo a pensare che ci sia un grande potenziale dietro questo mondo, per questo continuiamo a tenere separato il dato Grocery, che riguarda solo le vendite online da supermercato, da quello dell’enogastronomia» ha detto Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – Politecnico di Milano. Nel 2015 si prevedono vendite in questo canale di 195 milioni di euro, contro i 161 milioni del 2014 e con un incremento del 21%. La quota di mercato resta esigua, fissa com’è da anni all’1%, ma nel momento in cui altri attori (oltre a Esselunga, l’unica insegna a fare e-commerce estensivamente) decideranno di impegnarsi in forze le cose potrebbe davvero cambiare.

 

Passando ai dati generali, prosegue la costante crescita a doppia cifra che caratterizza l’eCommerce in Italia a partire dal 2010: dopo aver ottenuto un incremento del 16% nel 2014, l’eCommerce registrerà per il 2015 un’ulteriore crescita del 15% che porterà il mercato a superare i 15 miliardi di Euro.
Gli acquisti tramite Smartphone crescono del 78% nel 2014 e stanno registrando un’ulteriore crescita del 68% nel 2015, con un valore triplicato in due anni, da un totale di 610 milioni nel 2013 a 1,8 miliardi di € nel 2015.
Tra i prodotti, l’Informatica fa registrare l’incremento più elevato (+26%), seguita a ruota dall’Abbigliamento, che registra un +23%, e dall’Editoria e dal Grocery, che balzano avanti del 21%. Turismo e abbigliamento si confermano i due comparti che spingono maggiormente l’export dell’eCommerce italiano portandolo a crescere del 18% nel 2015 e a raggiungere una quota superiore ai 3 miliardi di Euro.

“In Italia la penetrazione dell’eCommerce sul totale del mercato retail sta crescendo e passa dal 3,6 al 4% nell’ultimo anno”, ha detto ancora Perego -.“Un ruolo chiave, in questa crescita, ce l’hanno anche settori “emergenti” per il nostro eCommerce, come ad esempio l’Arredamento che raggiunge quota 350 milioni di Euro, +75% rispetto al 2014, e il Food&Wine enogastronomico che sfiora i 260 milioni di Euro, in crescita del 30% rispetto allo scorso anno. Ne sta beneficiando sopratutto la vendita di prodotti, che nel 2015 pareggerà quella di servizi, passando dal 46 al 50% delle vendite online da siti italiani.”

Allargando lo sguardo all’Europa, le previsioni per il 2015 sono a 470 miliardi di euro di fatturato complessivo di beni e servizi acquistati tramite e-Commerce, con una preponderanza del 54% dei beni rispetto al 46% dei servizi. Gli e-shopper europei superano ormai i 230 milioni di individui e sono circa 2,5 milioni i posti di lavoro che direttamente o indirettamente l’eCommerce sta generando nel Vecchio Continente. Nel corso del 2014 il 60% delle vendite online si sono concentrate in tre Paesi: UK con 122 miliardi di euro, Germania con 70 miliardi, Francia con 56,8.

Le potenzialità del canale dunque sono immense, ma non proprio ben colte nel nostro Paese, come sottolinea Roberto Liscia, Presidente di Netcomm – Consorzio del Commercio Elettronico Italiano. “Oltre ai numeri positivi e di crescita a doppia cifra che da anni segnaliamo, va rimarcato che le imprese italiane che vendono online sono oggi solo il 4% del totale, l’accesso alla banda larga rimane carente e la copertura finanziaria per gli investimenti necessari sono ancora un interrogativo non risolto. L’Italia è conosciuta nel mondo per i suoi prodotti di abbigliamento, calzature, accessori, moda, arredo, design, vino e prodotti alimentari-gastronomici di qualità. Tutte le piccole e medie imprese italiane che producono e/o commercializzano questo tipo di prodotti hanno degli spazi di mercato straordinari. Tecnicamente stiamo parlando di una platea di oltre un miliardo di consumatori che abitualmente compra online, affascinata dal Made in Italy in tutte le sue sfaccettature, e di 4,2 miliardi di individui che quotidianamente sono su Internet. Ma stiamo perdendo competitività a livello globale e non riusciamo a sfruttare il potenziale di domanda che potrebbe trovare più facilmente sbocchi su questi mercati”.

eBay alla Milano Design Week “vende” mobili in un truck

eBay, tra le dot com più “antiche” e di successo, non è nuova a iniziative di vendita promozionale “fisica”, che spesso colgono occasioni festive quali il Natale (vdi il temporary di Londra) o eventi speciali. Non poteva quindi mancare l’occasione ghiotta del Fuorisalone durante la Milano design week per presentare un’altra iniziativa che unisce e-commerce e showroom fisico in un contesto ludico e promozionale.
Si chiama GIARDINO MOBILE, e ha l’obiettivo di promuovere prodotti per la casa e per il giardinaggio. Ovvero la seconda Categoria su eBay Italia nel 2014 per volumi di vendita, con un acquisto ogni 7 secondi, mentre la categoria Giardino e Arredamento da esterni registra un oggetto venduto ogni 35 secondi e una crescita pari al 36% nel 2014.

Il gioco di parole Mobile gioca sul doppio senso di complemento d’arredo, Mobile come Salone del Mobile, come mobilità è dispositivo mobile in inglese. Già perché il Giardino mobile è installato dentro un Airstream, icona americana di avventure on the road, e si sposta tra i luoghi del design, da Brera a via Tortona.

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Al suo interno, sono esposte tre diverse situazioni lifestyle abitative esclusivamente dedicate all’ambiente giardino ideate con oggetti acquistati nel marketplace e secondo differenti fasce di prezzo (€400 – €700 – €1.000) per ribadire la versatilità e la dinamicità di eBay.

Non poteva manca l’integrazione digitale: tablet station e video wall connessi in rete, offrono l’opportunità ai visitatori di vivere live l’esperienza eBay, di navigare tra gli oltre 800 milioni di oggetti in vendita in ogni momento e di fare shopping nel bel mezzo della Milan Design Week.

È la redditività il punto debole della multicanalità secondo una ricerca Jda

Retailer e produttori di beni di largo consumo stanno investendo ingenti risorse per migliorare le strategie di vendita omni-channel, ma solo il 16% delle aziende afferma di soddisfare la domanda omnicanale in modo redditizio. È ciò che emerge dal report report “La Sfida della Redditività in Ambiente Omnicanale” realizzato da PwC per JDA Software sulla base di oltre 400 interviste a CEO di società retailer e produttrici di beni di largo consumo in tutto il mondo, condotte alla fine del 2014.
È il costo elevato dell’evasione degli ordini ad erodere i margini dei retailer che si occupano di vendita e distribuzione di prodotti attraverso più canali. Il 67% degli intervistati infatti ha affermato di aver riscontrato un incremento di tali costi nel momento in cui si sono focalizzati sulla vendita omnichannel, in particolare per:

• Gestione dei resi per gli ordini effettuati online e nel punto vendita (71%)
• Spedizione diretta al cliente (67%)
• Spedizione al punto vendita per il ritiro da parte del cliente (59%)

I CEO coinvolti sono consapevoli di dover continuare a investire sia nell’attività commerciale per aumentare le performance della vendita omnicanale, sia in ambiti quali logistica e trasporti. Alla richiesta di classificare le principali iniziative per migliorare l’attività operativa, la risposta principale (57%) è stata l’investimento di capitale per la creazione di nuove esperienze per i clienti. In modo analogo, alla domanda di classificare i fattori che favoriranno la crescita strategica per l’anno successivo, la risposta principale (53%) è stata la riduzione/modifica degli spazi occupati dai punti vendita a favore di una maggiore focalizzazione sull’espansione dell’attività e-commerce.

“Per ogni ordine online ricevuto, i retailer hanno a disposizione diverse opzioni per soddisfare la domanda. Possono ritirare il prodotto da un punto vendita locale, inviarlo da un magazzino centrale o farlo spedire direttamente dal fornitore. Il report di JDA dimostra che la maggior parte dei retailer non dispone di informazioni specifiche per prendere questo tipo di decisioni in modo redditizio e che non si focalizza sufficientemente su questa importante lacuna funzionale”, ha commentato Kevin Iaquinto, Chief Marketing Officer di JDA. “La nostra indagine mette in evidenza il bisogno di soluzioni per l’evasione degli ordini e per la logistica che possano rivelare i costi nascosti associati a ogni modalità di consegna. Inoltre, per essere vincenti nel mercato omnicanale, i retailer devono poter contare su strumenti di previsione della domanda iniziale, per avere la certezza che i prodotti siano disponibili in modo tale da supportare una consegna redditizia”.

Lo studio di JDA conferma che i CEO sono consapevoli dell’importanza di adottare metodi profittevoli di evasione ordini nell’ambiente omnicanale per sopravvivere nel mercato. Il 71% degli intervistati afferma che l’evasione ordini omnicanale sia la priorità assoluta o una delle priorità principali. Inoltre i CEO stanno pianificando di investire in media il 29% delle spese in conto capitale totali per il 2015 nel miglioramento dei processi di evasione ordini in ambiente omni-channel. Tra gli ambiti più citati come bisognosi di maggiore attenzione vi sono i trasporti e la logistica, che l’88% dei CEO ha definito prioritari per il futuro, e il miglioramento della disponibilità delle scorte per l’evasione degli ordini, citata dall’85% degli intervistati.

“Siamo di fronte ad una maggiore consapevolezza da parte delle aziende” – commenta Stefano Scandelli, VP sales south Europe – “È evidente ormai che omnichannel non significhi solo processi di front-end – on line o sul punto vendita – e incremento delle vendite. L’attenzione all’efficienza ha altresì valenza strategica e anche in Italia stiamo constatando che il tema della redditività dei processi operativi in ambiente omnichannel sta guadagnando maggiore attenzione. Vediamo – come confermato anche dai risultati globali della ricerca – che gli ambiti più tradizionali della supply chain quali gestione degli stock, ottimizzazione dei trasporti e dei magazzini sono spesso oggetto di revisione, che è guidata da un approccio olistico alle strategie di omnicanalità”.

I consumatori online richiedono sempre più flessibilità

Quali sono le vie del processo d’acquisto online per il consumatore europeo? Ce lo spiega il secondo UPS Pulse of the Online Shopper Europe condotto da ComScore, società specializzata nelle misurazioni online per UPS, specialista nelle consegne a domicilio. Ne emerge la figura di un acquirente flessibile, che passa in continuazione da un canale all’altro e da un dispositivo all’altro per valutare e acquistare un prodotto.
I consumatori online vogliono location alternative per la consegna e vari tipi di pagamento;
Lo smartphone è un catalizzatore dello shopping online.
La spedizione gratuita è ancora importante insieme alla possibilità di restituire il prodotto.
Lo shopping online è dominato dall’esigenza di convenienza
I consumatori europei si aspettano una esperienza, online e nel punto vendita, coinvolgente, e la flessibilità di scegliere dove e quando ricevere il prodotto acquistato. In tutti i mercati i consumatori online stanno cercando opzioni di spedizione alternative. In Europa il 32% degli intervistati ha dichiarato di preferire che l’articolo ordinato venga consegnato in un luogo diverso dall’indirizzo di casa, una percentuale in aumento rispetto all’anno scorso.

“Man mano che la tecnologia si sviluppa e le aspettative dei consumatori cambiano, questi consumatori flessibili cercano convenienza e informazioni complete quando acquistano online” ha detto Scott Aubuchon, vice president marketing di UPS Europe.

L’importanza di dare informazioni complete
Le informazioni più dettagliate su un prodotto e i contenuti online forse non sostituiranno mai un commesso ben informato, ma possono aiutare il consumatore prima delle visita in negozio. Solo il 59% degli acquirenti sono soddisfatti della quantità di informazioni sul prodotto che dovrebbero aiutarli a decidere se quel prodotto è quello che cercano. Quanto alla spedizione, il 52% degli interpellati preferirebbe trovare indicata la data esatta di arrivo del prodotto piuttosto che il numero di giorni necessari per completare la spedizione.

La completezza di informazioni è fondamentale. ComScore/UBS
La completezza di informazioni è fondamentale. ComScore/UBS

 

La tecnologia cambia la spesa in maniera inaspettata

La possibilità di comparare i prezzi online anche in mobilità da sì che il 35% dei consumatori dichiarano di comparare i prezzi sui loro smartphone mentre sono nel punto vendita. Anche i Social media influenzano gli acquisti online di un europeo su tre, che racconterà la sua esperienza, positiva o negativa che sia, sui social network.

Il ruolo chiave della logistica
È anche importante dare una varie scelte per la spedizione alla conclusione del processo d’acquisto e una restituzione flessibile, e solo il 53% degli acquirenti sono soddisfatti della facilità di effettuare restituzioni o cambi. Un altro fattore importante riguarda i tempi di spedizione, con il 58% degli acquirenti che hanno abbandonato il carrello a causa di tempi di consegna troppo lunghi o non bene segnalati. La spedizione gratuita continua ad influenzare le decisioni di acquisto del 67% degli intervistati che pur di ottenerla sono pronti ad aspettare da uno a tre giorni per la consegna.

 

Carozzi lancia l’e-commerce del formaggio

Carozzi Formaggi allarga i canali e le opportunità di vendita lanciando La Formaggeria, il sito web dedicato all’acquisto dei formaggi Carozzi, uno strumento che strizza l’occhio soprattutto al mercato globale.  L’azienda della Valsassina, che ha come principale canale distributivo la GDO (che copre il 40% delle vendite), si lancia nell’e-commerce con un sistema strutturato in ogni minimo dettaglio: dalla navigazione sul sito al servizio di consegna, dall’ordinazione alla possibilità di effettuare resi – qualora il prodotto venga mantenuto intatto.
Uno degli atout del servizio è la consegna veloce, che è assicurata entro le 24 ore su tutto il territorio nazionale, ad esclusione di Lazio (Rieti), Abruzzo (Chieti/L’Aquila), Molise (Isernia), Puglia, Basilicata, Calabria e le Isole per i quali occorrono 48 ore, mentre in Europa e nel mondo è garantita in pochi giorni: un servizio innovativo, mai realizzato da altri produttori di formaggio. Affinché i prodotti vengano consegnati integri e non perdano alcuna delle loro proprietà, la spedizione è realizzata attraverso contenitori isotermici resistenti in cartone e polistirolo espanso che garantiscono un’ottima conservazione, aiutati inoltre da buste di refrigerante sigillate che permettono di mantenere la temperatura corretta all’interno.

Prodotti tra tradizione e innovazione
I prodotti di Carozzi Formaggi si dividono oggi in otto principali categorie: il taleggio DOP, il quartirolo DOP, il gorgonzola DOP, i formaggi a crosta lavata (caratterizzati dal lavaggio periodico della crosta con una soluzione salina al fine di eliminare muffe e favorire la crescita di batteri rossi che ne contraddistinguono il colore esaltando il sapore), i formaggi a crosta naturale, i formaggi freschi ed, infine, i formaggi di capra, gli yogurt con latte vaccino e la novità di quest’anno, che viene incontro alle esigenze nutrizionali e consumistiche più attuali: lo yogurt di capra. Ottenuto utilizzando latte di capra italiano, grazie ad una lavorazione artigianale in impianti tradizionali e all’aggiunta di frutta è un prodotto capace di unire le qualità dello yogurt come il rafforzamento del sistema immunitario, l’arricchimento della flora intestinale e la digeribilità, alle proprietà del latte di capra, più tollerabile del vaccino, ricco di calcio, fosforo e vitamine e, dopo quello d’asina, il latte più simile al materno.
Carozzi formaggi ha 30 dipendenti e un fatturato di quasi 13 milioni di euro e produce 2 milioni di chili di formaggi l’anno. L’export vale per 1,8 milioni di euro, di cui 513mila euro negli USA e il resto in Europa, ma l’azienda sta avvicinando anche nuovi mercati come Cina, Giappone e Sud Africa.

 

Italia grande produttore di vino ma solo lo 0,2% si vende online

Siamo i secondi produttori mondiali di vino, con 4,4 milioni di ettolitri prodotti ed un giro d’affari di 14,6 miliardi di euro. Ma tra i Paesi produttori siamo ultimi nelle vendite online, che, nonostante crescite annue del 30% e un mercato promettente, sono ferme allo 0,2%.
Un problema che penalizza sopratutto l’export e grandi mercati promettenti come la Cina, dove il food&wine è un settore in grande espansione.

È ciò che emerge dalla ricerca “La rivoluzione dei canali online nel mercato del
vino” condotta da Tannico.it, sito di e-commerce da 30mila bottiglie al mese, che offre dati sull’orientamento della domanda di vino online.
In Italia il canale è per ora limitato allo 0,2% contro una media mondiale dell’1,8%. La Cina, che anno dopo anno sta incrementando il proprio mercato, è il Paese con la penetrazione del canale online più alta, pari al 27%, quadrupla rispetto al Regno Unito “fermo” al 6,8%.


Il grande successo dell’e-Commerce in Cina è legato al fatto che questo canale si presenta come il mezzo più efficace e veloce per accedere al mercato del vino,  un settore sostanzialmente nuovo e privo di canali di vendita radicati nel territorio.

Fonte dati: Osservatorio Federvini.
Fonte dati: Osservatorio Federvini.

In Italia la situazione è opposta: il vino è parte integrante della cultura popolare e la capillarità dei produttori distribuiti sul territorio ha fatto sì che la domanda si indirizzasse principalmente sul canale fisico. La grande distribuzione coinvoglia l’86,3% delle vendite; il restante 13,7% comprende la vendita diretta e il canale internet con un valore complessivo di 12 miliardi di euro. Il canale online presenta dunque grandi opportunità in un Paese con 16 milioni di acquirenti online.
“Sono oltre 500 le cantine che si appoggiano a Tannico per la vendita dei loro prodotti, il 200% in più rispetto all’anno precedente – commenta Marco Magnocavallo, fondatore di Tannico.it -. Tannico, nell’ultimo anno, ha riscontrato un aumento delle vendite del 300%, per un totale di 200.000 bottiglie di vino vendute nel solo anno 2014, a dimostrazione del fatto che le opportunità di mercato ci sono. Per il 2016 prevediamo di raggiungere un volume di fatturato di 10 milioni”.

 

Su e giù per lo Stivale chi e cosa si compra online
Dalla ricerca elaborata da Tannico, sulla base delle vendite degli ultimi due mesi, la Valle D’Aosta risulta in testa alla classifica delle regioni che spendono di più, con un ticket medio di 141,2 euro, seguita dalla Sardegna con una spesa media di 104,08 euro. Conquista il terzo posto l’Umbria con 103,79 euro, mentre nelle ultime posizioni sono occupate da Triveneto, Emilia-Romagna e Piemonte con uno scontrino medio di circa 100 euro.
Il protagonista assoluto delle preferenze dei consumatori resta il vino rosso, con percentuali pari al 54% delle bottiglie acquistate sia al Nord Italia che nel Sud e nelle Isole, mentre al centro si attesta al 53%. Il vino bianco è più apprezzato al Centro con percentuali d’acquisto pari al 33%, mentre nel resto d’Italia gli acquisti di bianco oscillano tra il 29 e il 28%. Il frizzante viene invece preferito al Nord e al Sud, dove raggiunge il 15% delle bottiglie vendute, mentre al Centro si ferma al 12%. Chiudono i vini dolci con una quota pari al 2% in tutto il Belpaese.

Andando più nello specifico, quali sono per gli uvaggi più venduti online?  Il capolista dei vini acquistati online su Tannico nel 2014 è il Prosecco, seguito da Lambrusco e Gewürztraminer. Si spartiscono le restanti posizioni a pari merito, con il 5% del totale venduto, Franciacorta, Nebbiolo, Colli Orientali del Friuli, Sauvignon e Valpollicella. Ultimi due posti per Chardonnay e Pinot Nero.


Analizzando invece regione per regione, emerge che, tendenzialmente, gli uvaggi più acquistati al sud sono quelli provenienti dal nord Italia e viceversa. Come a dire che per acquistare i vini del territorio difficilmente si ricorre al web. Così, il Gewurztraminer primeggia in regioni come Campania, Calabria e Sicilia, mentre in Veneto non risulta neppure nei primi 5. Il lambrusco conquista la vetta di Valle D’Aosta, Puglia e Calabria. Insolito anche il Trentino Alto Adige, che nella top 5 include il toscano Morellino di Scansano e il Nero di Troia, assente però nella sua regione d’origine, la Puglia.

“L’e-Commerce del vino si mostra un’efficace strumento per ‘esportare’ il vino non solo all’estero, ma anche in aree del Belpaese diverse da quelle di origine. I produttori di vino che si aprono al canale e-Commerce possono così accedere a un mercato più ampio, non legato al territorio di produzione e basato esclusivamente sulla domanda dei clienti. L’offerta è in fase di strutturazione: il numero di cantine che aderiscono è ancora limitato, ma in crescita; la domanda, invece, sta registrando incrementi significativi. L’intero comparto Food&Wine nell’e-Commerce sta crescendo a doppia cifra. Sia gli operatori che i produttori hanno quindi in mano l’opportunità di costruire un nuovo mercato” conclude Magnocavallo.

Detto la spesa e la ritiro al drive: l’evoluzione del click and collect di Chronodrive

Uno dei 74 pdv Chronodrive, un “pure player” del click and drive attivo dal 2004. In Italia ha due punti vendita, a Rozzano e Torino. È una società del Groupe Auchan.

Accorciare il processo di acquisto e renderlo sempre più immediato e condiviso: è ciò che chiede un consumatore sempre più indaffarato e insofferente alle code e ai tempi d’attesa (vd Tecnologie, gli italiani sono pronti all’omnicanalità nel retail). Una delle soluzioni trovate è il click and collect che in Francia ha avuto una grande diffusione. Anche grazie alla rete dei Chronodrive, che ha appena presentato una innovazione per rendere il processo ancora più semplice e veloce.

Si chiama Izy (ma è una start up commercializzata in USA con il nome hiku) ed è un piccolo dispositivo tondo e bianco, magnetizzato che si può tranquillamente lasciare attaccato al frigo, con incorporato un lettore di codice a barre e un riconoscitore vocale. Per elaborare la lista della spesa dunque è sufficiente avvicinarlo al codice a barre del prodotto da “rimpiazzare”, oppure dettarlo e sarà immediatamente trasmesso (via wi-fi) e inserito in un elenco sull’app Chronodrive del proprio smartphone, la quale può anche essere mandata alla persona che poi effettuerà l’ordine (o il ritiro). In caso di indicazione generica (spaghetti, vino) l’App suggerisce delle opzioni basate anche sulle precedenti scelte dell’utente.

Il dispositivo è stato testato l’anno scorso su 150 clienti e secondo il magazine Linéaires il 70% delle ricerche sono state effettuate via voce, con una spesa media più alta del 5%.
Il dispositivo Izy è in vendita a 14,90 euro per la prima settimana di promozione, e in seguito a 29,90 (79 USD negli USA) e con esso Chronodrive si propone di raggiungere i suoi 20mila clienti più “digitalizzati”.

https://youtu.be/lIGA1wDKtv8

Amazon Fresh il marchio Amazon dedicato all’e-commerce dei freschi, ha lanciato un sistema molto simile negli USA, chiamato Dash.

Come si vede curiosamente entrambi i retailer hanno deciso di utilizzare lo stesso concetto per pubblicizzare la nuova tecnologia: è talmente facile che potrebbe usarla anche un bambino…

A Edeka e Kiabi il Retail Technology Award Europe grazie a soluzioni Wincor Nixdorf

EHI Retail Institute assegna i premi Retail Technology Awards Europe alle soluzioni It più innovative nel retail in quattro categorie: Best Instore Solution, Best Enterprise Solution, Best Customer Experience e, per la prima volta dal 2015, Best Multichannel Solution.

Quest’anno i premi sono stati assegnati nel corso di EuroCis che si è svolta a Düsseldorf a fine febbraio.

Il premio Best Multichannel Solution è stato assegnato alla catena di abbigliamento francese Kiabi, che conta oltre 450 negozi in Francia, Spagna, Italia, Portogallo, Marocco e Russia. Kiabi è un’organizzazione multicanale che offre ai clienti un’esperienza di acquisto perfettamente integrata su tutti i canali di vendita. Ad esempio, i clienti possono recarsi in un negozio per ritirare, cambiare o restituire articoli ordinati sul sito web di Kiabi, oppure possono ordinare gli articoli all’interno del negozio attraverso uno dei totem installati nei punti vendita. L’esperienza di acquisto viene garantita in parte anche dalle apparecchiature fornite agli addetti di Kiabi per accedere ai pagamenti dei clienti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Wincor Nixdorf è stata scelta da Kiabi come partner IT per l’implementazione di questo progetto multicanale. Il software TP.net 4.5 è stato installato su circa 3.200 postazioni cassa di Kiabi, integrando i canali online e offline della catena di abbigliamento, soddisfacendo tutti i requisiti del cliente in termini di funzionalità, architettura e internazionalizzazione dell’attività di vendita multicanale. In particolare, TP.net assicura un flusso di dati costante fra le vendite e il merchandising, offrendo ad esempio la possibilità di coordinare i processi di ordine e la disponibilità degli articoli su tutti i canali. Inoltre, le postazioni di cassa fisse nei negozi Kiabi sono collegate a diversi applicativi mobili su dispositivi iOS e Android e, inoltre, è stata realizzata l’integrazione di periferiche POS nei processi mobili.

La categoria Best Enterprise Solution premia i progetti che hanno contribuito a un miglioramento significativo dell’efficienza di un’azienda attraverso l’implementazione di tecnologie e sistemi innovativi. Il vincitore di quest’anno è stato Edeka Group. La consociata IT di Edeka, Lunar GmbH, è stata incaricata di ottimizzare i processi operativi del gruppo a livello di commercio al dettaglio, commercio all’ingrosso e sede centrale; uno degli obiettivi era garantire l’efficienza dei processi alla cassa. Come partner IT di Lunar, Wincor Nixdorf ha lavorato a stretto contatto con l’azienda per sviluppare uno strumento di simulazione della cassa che sfrutta i dati reali del POS per ricostruire, sReimulare e analizzare i processi di cassi su un computer. Nella simulazione confluiscono tutte le variabili rilevanti, dalla composizione della clientela ai volumi di merce acquistata, dai processi di scannerizzazione alla gestione del contante. La simulazione consente di prevedere il tasso di utilizzo delle casse, la loro capacità produttiva e persino i tempi di attesa per i clienti. Confrontando quindi i diversi sistemi di gestione delle casse (casse presidiate da personale, casse self-service, casse mobili e scanner a tunnel) è possibile stabilire quali infrastrutture e tecnologie offrono la maggiore efficacia e meglio supportano la strategia del retailer. Il Gruppo Edeka sfrutta questo strumento di simulazione per prendere decisioni sui sistemi di pagamento fondate su dati concreti e sulla situazione specifica di ciascun mercato.

eBay azzera le commissioni nel suo marketplace food

Zero commissioni sul food: con questa mossa, che partirà dal 2 aprile prossimo, eBay.it ha deciso di promuovere l’area del sito dedicata all’enogastronomia “in modo da permettere ai propri venditori di offrire prodotti a prezzi molto più competitivi, soprattutto in vista dell’EXPO”. Vengono annullate insomma le “commissioni sul valore finale” pagate dal venditore professionale sul prezzo del prodotto venduto, pari all’8,7% del prezzo del prodotto. Inoltre i venditori professionali con un negozio premium su eBay non pagheranno le tariffe d’inserzione.
Lo scopo è quello di spingere un’area del sito, quella delle categorie relative ai prodotti enogastronomici, che nel 2014 ha registrato una crescita del 17%, con un valore medio d’acquisto di 31 euro e che si prevede che nel 2015 crescerà ancora, dato che l’e-commerce si sta sempre più affermando tra i canali preferenziali per vendere online anche prodotti enogastronomici e del Made in Italy. È un settore dalla potenzialità immense, che proprio in Italia resta ancora indietro (1% contro il 13% delle vendite online in UK).
Sulla piattaforma italiana di eBay lo scorso anno sono stati venduti 32.792 prodotti nella sottocategoria “Dolci e Biscotti”, 25.733 prodotti in “Pasta e condimenti” e 8.146 prodotti in “Salumi e Formaggi”. In tempo reale, invece, sono oltre 265 mila i prodotti enogastronomici in vendita su eBay.it e ogni 73 secondi si registra un acquisto.

Impegno contro l’Italian sounding
Uno dei problemi più sentiti per quanto riguarda la vendita online dei prodotti alimentari (e non solo) è però quello della contraffazione, flagello del Made in Italy. Per questo lo scorso anno eBay.it, l’AICIG e il Ministero per le Politiche Alimentari, Agricole e Forestali hanno siglato un Memorandum per la protezione dei prodotti DOP e IGP. Numerose le segnalazioni che hanno permesso di rimuovere prodotti non originali o contraffatti.
“Cresce il fatturato interno, l’export e il numero di imprese dell’agroalimentare italiano nel momento stesso in cui è in costante aumento l’attenzione internazionale nei confronti del cibo italiano e della nostra capacità di produrlo in maniera sostenibile e durabile – spiega Maria Letizia Gardoni, Delegato Nazionale Coldiretti Giovani Impresa -. È così che l’Italia diventa un punto di riferimento e un modello economico da imitare; questa tendenza si manifesta però anche con l’ascesa delle falsificazioni e delle speculazioni attorno al nostro bene primario. Per tale motivo è sempre più necessario creare non solo informazione riguardo al tema, ma strumenti che possano permettere al vero made in Italy agroalimentare di raccontarsi e farsi conoscere. Il web è senz’altro il primo di questi e non è un caso che oggi gli imprenditori agricoli investono anche su e-commerce, piattaforme digitali e marketing”.

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