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Il Drive “non-luogo” del Terzo Millennio? Leclerc sperimenta a Rennes

Un drive dove si ritira non solo la spesa alimentare, ma anche prodotti culturali e d’intrattenimento, partirà a Cap Malo nel 2016. Era solo questione di tempo prima che i Drive, le piazzole dove si ritira la spesa ordinata online, venissero considerati dei luoghi di traffico dove intercettare il cliente offrendogli altri servizi. L’esperimento partirà proprio in Francia, terra di Drive par excellence che di drive ne ha 2600 (vd Click and drive: da noi all’alba, in Francia da 15 anni. L’evoluzione in un’infografica) ed è firmato Leclerc, insegna francese. Come ha spiegato il proprietario Yannick Kervarrec al quotidiano “Ouest France” nel Drive, sette piste e mille mq di stoccaggio, “si troveranno libri, dischi, e la maggior parte degli articoli disponibili negli spazi culturali Leclerc, ma anche articoli voluminosi come mobili da giardino e barbecue”. Tutti prodotti che i clienti potranno ordinare online, ma anche tramite totem installati nei principali luoghi di intrattenimento di Cap Malo come campi di golf e calcio, piste di go-kart e simili. Il Drive sarà nel sito dell’ipermercato Leclerc Le Centre di Saint-Grégoire, che avrà annessa pure una stazione di servizio con autolavaggio.

Si ridefiniscono quindi i luoghi di frequenza del prossimo futuro: non bar di Guerre Stellari, ma punti di raccolta dove le azioni online si incontrano con il mondo reale. A quando una zona di raccolta per cuori solitari?

Spedizione gratis e 15mila prodotti negli shop Bellezza e Cura della persona di Amazon.it

Spedizione gratuita in un giorno per gli abbonati Prime e un’ampia scelta di oltre 15mila prodotti di marche prestigiose: parte con il botto il lancio dei negozi Bellezza e Cura della persona del marketplace Amazon.it.
A una manciata di giorni dal Prime Day, il giorno delle grandi promozioni, e in piena stagione estiva, il braccio italiano di Amazon inaugura un nuovo fronte, offrendo ai propri clienti la comodità di poter usufruire di consegne veloci e gratuite per migliaia di prodotti per la cura della persona, articoli per la casa e prodotti di bellezza.

“Vogliamo rendere la vita dei clienti italiani ancora più semplice. Con l’applicazione gratuita Amazon Mobile App è possibile cercare, scoprire e comprare prodotti di uso quotidiano ovunque ci si trovi” spiega Francois Nuyts, country manager di Amazon Italia e Spagna, “Questa estate i clienti di Amazon.it potranno ricevere il balsamo dopo-sole o lo shampoo preferito anche nel luogo di villeggiatura, direttamente dal proprio smartphone.”

La selezione di Amazon.it ora include:
• Prodotti di bellezza delle marche più amate dai clienti italiani: Nivea, Leocrema, Dove, L’Oréal, Estee Lauder, Collistar e Pantene.
• Pronti per l’estate: creme solari, creme doposole o creme idratanti di marche come Nivea Sun, Ambre Solaire o Sisley.
• Cura dei bambini: articoli per il bagnetto e la cura dei neonati e dei bambini come pannolini, salviettine e saponi per i più piccoli, di marche come Chicco, Pampers e Johnson’s.
• Qualcosa per tutti: marche quali Proraso, Braun, Mantovani, Dt Sholl’s, Gillette, anche italiane come Ciccarelli, Mantovani, Noxzema e Deborah e molte altre.

Click and collect, quanto mi costi… e John Lewis fa pagare il servizio

Niente più ritiro gratis per un paio di ciabattine da John Lewis.

I costi della logistica per le spedizioni online sono da sempre una spina nel fianco dei retailer: il consumatore è abituato a non pagare alcun costo di spedizione, ma non sempre questo è possibile, Una soluzione sembrava essere il click and collect, l’ordine online con ritiro in negozio. Anche i questo caso però i costi ci sono, e in un Paese dove questo servizio ha raggiunto ormai proporzioni ragguardevoli (80 milioni di ordini l’anno scorso secondo IMRG, con tre acquirenti online su quattro che l’hanno utilizzato) c’è chi corre ai ripari.

John Lewis ad esempio, insegna di gamma medio-alta, ha deciso che a partire dal 28 luglio applicherà una prezzo di 2 sterline (circa 2,80 euro) per acquisti inferiori alle 30 sterline (42 euro circa). Una decisione non da poco per l’insegna inglese, che ogni anno movimenta attraverso il click and collect 6 milioni di ordini, e nel 2013 ha superato il miliardo di sterline di vendite online: oggi sono il 33% delle vendite totali.

L’attuale servizio gratuito sarebbe secondo il retailer britannico “insostenibile”: la logistica che dal magazzino centrale di Milton Keynes distribuisce pacchi in 360 punti di raccolta non può più essere coperta per i piccoli ordini, tipo il rossetto o la collanina bijoux. “La maggior parte degli ordini rimarrà gratuita e questo cambiamento ci permetterà di investire ulteriormente nel servizio” ha dichiarato Mark Lewis, il direttore dell’online di John Lewis. Secondo la Bbc, l’hanno scorso gli ordini sotto le 30 sterline sono stati il 18% del totale.

Facile pensare che a breve altri retailer seguiranno questa politica. Magari convincendo i clienti a pagare per un servizio più efficiente e veloce. E infatti Amazon guarda avanti: ha appena lanciato nel centro di Londra Amazon Prime Now, il servizio di spedizioni a casa o in ufficio entro un’ora. Il prezzo? 6,99 sterline (quasi 10 euro).

I papà Millennials fanno acquisti online, di marca e premium: perché non rivolgersi (anche) a loro?

Sono più ottimisti riguardo alla situazione economica generale e alle proprie finanze, disposti a spendere di più senza perdersi in tediose comparazioni di prezzi, e, soprattutto, sono sempre più coinvolti nelle spese di casa, anche quelle che riguardano i figli: sono i “nuovi padri”, quelli della generazioni dei Millennials, dai 25 ai 34 anni. Un’audience secondo le ricerche di marketing decisamente interessante, specie per il segmento premium, perché più facilmente si lasciano convincere a spendere di più, si fanno influenzare dalla marca e tendono, ove possibile, ad acquistare online. Dunque industria e retailer dovrebbero iniziare a guardare di più a questo target, anche per prodotti, come quelli per l’infanzia ad esempio, tradizionalmente considerati “mammacentrici”. E farebbero bene a sviluppare strategie multicanali efficaci per intercettarlo.

Una ricerca di Initiative sui papà Millennials (dalla quale è derivata l’infografica qui sotto) mostra alcuni dati interessanti. Il 45% dei “nuovi papà” pensa che le marche giochino un ruolo importante nelle loro vite (contro il 39% degli uomini senza figli), tanto da essere portati a consigliarle (lo fa il 65% di loro, contro il 56% dei non papà e il 60% delle mamme). Sono iperconnessi, più di qualunque altro gruppo: il 62% possiede tre o più dispositivi e l’82% ha uno smartphone, dal quale effettua la maggior parte delle ricerche sui prodotti. I giovani padri sono anche sensibili alla responsabilità sociale d’impresa, e sono ottimisti verso il futuro: il 62% pensa che le aziende possono potenzialmente fare del bene e il 58% si sente più fedele verso marche che dimostrano di avere effettuato azioni positive per la società. Stiamo parlando di un gruppo che nel futuro prossimo costituirà la maggior parte delle famiglie con bambini, e la cui influenza è quindi destinata ad aumentare.

La ricerca è stata effettuata con interviste a oltre 5000 papà nella fascia 25-34 anni in 19 Paesi, Italia compresa.

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Click and drive: da noi all’alba, in Francia da 15 anni. L’evoluzione in un’infografica

In Italia se ne parla da anni, con qualche partenza e pochissimi punti di raccolta attivi (i Drive di Auchan, ridotti a uno, Rozzano, con quello di Torino attivo dal 2008 che ha chiuso il mese scorso, e i cinque Tigros Drive). Ma ora che l’e-commerce sembra decollato, e che il ritiro in negozio pare entrare nelle abitudini dei consumatori, quanto meno i più “tecnologizzati”, specie in certi settori quali l’abbigliamento, il terreno sembra decisamente più fertile anche nel nostro Paese.

Una fotografia delle evoluzioni possibili su scala nazionale ce la dà questa bella infografica dinamica elaborata da Bonial e Nielsen sulla situazione francese. In Francia l’ordine online con ritiro nel punto vendita, sia sotto forma di drive direttamente nel baule della macchina ha fatto tanta strada, arrivando oggi a 2.600 punti di raccolta, cui si aggiungo 900 punti vendita che offrono il ritiro in negozio. Una strada lunga 15 anni, partita nel 2000 nel Nord, a Leers. Tra il 2012 e il 2013, il boom, con l’apertura di 1,9 click&drive al giorno. L’anno scorso i drive hanno sorpassato in numero gli ipermercati. Un tasso di crescita che giocoforza è rallentato dopo il 2014, grazie alla capillarità della copertura sul territorio.

Scorrete l’infografica a questo link

Il vino online, sempre più al femminile, sinonimo di convivialità e lifestyle

L’immagine dell’uomo che assaggia e decide, grande conoscitore di vitigni e cuvé, acquirente compulsivo di pregiate bottiglie d’annate rigorosamente straordinarie su siti online, non è poi così veritiera. O quanto meno non è più esclusiva. Perché in realtà anche l’altra metà del cielo, le donne, stanno sempre più interessandosi di vino. Secondo una ricerca Survey Lab di ExactEtudes per vente-privee, pioniere delle vendite-evento online che nel 2014 ha venduto in Europa 4 milioni di bottiglie, sui suoi soci, in Europa il 47% dei clienti che acquistano vino online è donna, tra i 30 e i 40 anni; in Italia, la percentuale si assesta al 39% con un trend costante di crescita. Questi dati confermano quanto emerge anche dalle tendenze di acquisto offline, ovvero che le donne sono sempre più protagoniste nella scelta e nell’acquisto della bottiglia che verrà assaporata a tavola.

Una caratteristica femminile è quella di acquistare del vino avendo già in mente l’occasione in cui sarà consumato. Soprattutto in Italia: l’98% delle intervistate (vs 81% degli europei) associa il vino alla cena, il momento di convivialità e condivisione per eccellenza, con amici (72%), in famiglia (62%) o in coppia (60%).

Il 75% degli e-shopper di vino europei consuma vino almeno due volte a settimana (vs. 46% degli acquirenti tradizionali), preferendo le cene – nel weekend (74%) o in settimana (57%) – i pranzi nel fine settimana (46%) e le serate nel weekend (46%), a casa (96%) o al ristorante (86%) o ancora a casa di amici o in famiglia (82%). Il 74,3% dei clienti che acquistano vino online sono in coppia (vs 66,2% dei clienti offline) e lo acquistano anche per regalarlo al partner (52% dei casi, vs 44% dell’acquisto offline). Uomini e donne si dividono anche sulla preferenza della tipologia di vino: se il vino rosso è più apprezzato dagli italiani online (62%) e il più consumato (91%), il 45% delle donne preferisce il vino bianco e rosé.

La fotografia dei nuovi compratori del nettare di Bacco è stata fatta da vente-privee e Masi Agricola, azienda vitivinicola leader mondiale nella produzione dell’Amarone, nel corso della presentazione di un nuovo prodotto che per il terzo anno consecutivo presenta un vino che si rivolge principalmente a una clientela femminile: Rosa dei Masi, variante in rosa del Campiofiorin, il vino più famoso dell’azienda veneta.  “Il vino parla sempre più la lingua delle donne. Troviamo una corrispondenza accentuata tra i nostri prodotti e l’universo femminile, ed è per questo che da anni organizziamo in tutto il mondo eventi e incontri che mettano in contatto le donne con il mondo del vino. Non solo per imparare a degustarlo e conoscerlo a fondo, ma anche per creare una consapevolezza e aumentare un vero fattore di “self confidence” che passa anche dalla scelta del vino al ristorante.”  ha commentato Alessandra Boscaini, Direttore Commerciale di Masi Agricola.

Amazon punta sulla sua private label “Elements”. A breve in Italia con Fresh?

Latte, pappe e omogeneizzati, caffè, zuppe, acqua, prodotti per la pulizia della casa e cibo per cani: potrebbero essere questi i primi prodotti (dopo il lancio in sordina per pannolini e salviettine a dicembre) della linea a marchio commerciale di Amazon, “Elements”. Sarebbero venti categorie per le quali Amazon avrebbe, secondo indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, registrato il marchio Elements. La numero uno delle dot com cercherebbe in questo modo di aumentare i profitti, puntando sul fatto che le private label hanno in genere margini più alti sia per il produttore sia per il distributore, e sono ormai in grado di fildelizzare il cliente, anche medio-alto spedente. Amazon l’hanno scorso ha perso 241 milioni di dollari di vendite su un totale di 89 miliardi di dollari, e starebbe puntando ad allargare la sua offerta di alimentari.

Tramite App e QR Code si ottengono informazioni su prodotto e produttore, foto Amazon.

Per certificare la qualità e provenienza delle referenze private label (questione cruciale: dei primi due prodotti, salviette e pannolini, della linea Elements i pannolini sono già stati ritirati per “imperfezioni nel design”) ci sarà un codice QR che, una volta scansito tramite App apposita, rilascia tutte le informazioni sulla fabbrica e il luogo di produzione, ma anche sull’origine del singolo ingrediente nel caso di prodotti alimentari, e in generale sulla “storia del prodotto” (perché “Ogni pacco ha una storia”).

La notizia non è totalmente “aliena”, visto che è di pochi giorni fa il “leak” di MIlano Finanza ripreso dal Corsera che vede l’Italia come primo Paese di ingresso europeo di Amazon Fresh, l’e-commerce per i freschi di Amazon (ne avevamo parlato tempo fa in Amazon un caso da studiare). Proprio quello attraverso il quale, secondo il Wall Street Journal, sarà “molto probabilmente” commercializzata la linea Elements.

Naturalmente, come è suo costume, Amzon non conferma. Ma nemmeno smentisce.

Nielsen: con il mobile, gli italiani si avvicinano all’e-commerce anche per la spesa

PIano piano ma alla fine, lentamente e buoni ultimi, ci stiamo arrivando anche noi italiani all’e-commerce per la spesa, quotidiana o settimanale che sia. E la punta di ariete che sta convincendo ad utilizzare le vendite online anche i diffidenti nostri connazionali sarebbe proprio lo smartphone, ormai nelle mani di oltre un italiano su due che lo usa a profusione, non potendo più farne a meno. La conferma viene da Nielsen, che sottolinea come, dei 21,7 milioni di italiani connessi al web in media per 1 ora e 55 minuti al giorno, il 39% utilizza esclusivamente lo smartphone (Fonte: Audiweb powered by Nielsen). Ed è un mezzo che viene utilizzato durante tutto il processo di acquisto: il 60% naviga prima di acquistare in negozio, il 46% si fa consigliare da recensioni online e 1 italiano su 4 utilizza lo smartphone in store per cercare sconti e promozioni. Poi c’è l’e-commerce, in crescita e sempre più ricco se lo scontrino medio di chi acquista online utilizzando tutti i devices è 2,3 volte più alto di chi acquista solo da Pc (Fonte: Nielsen Global Survey, 2014).

Il mondo digital in Italia

 

 

GDO, avanti piano ma qualcosa si muove

 

Evoluzione dell’e-groceryIl confronto con gli altri Paesi è impietoso, e in effetti il grocery copre solo l’1% delle vendite online in Italia, contro il 30% e oltre di Francia e Uk. Ma cresce a doppia cifra. A fine 2014 valeva 375 milioni di euro (+18% sul dicembre 2013) con una penetrazione del 16,9% nelle famiglie italiane (+12%). Soprattutto, è un canale interessante, che vanta un’elevata spesa media per atto (35 euro vs. 16 euro a totale Italia) e una fedeltà al canale del 4% (Fonte: Nielsen Homescan, Dicembre 2014). Inoltre, è un settore in cui la frequenza d’acquisto potenziale è molto elevata rispetto al resto degli acquisti di e-commerce (pensiamo all’elettronica da consumo), per cui suscita vivo interesse anche da parte dei players operanti in altri settori.

Su alcune categorie poi si concentra l’interesse: è il caso del caffè dove spicca il successo di Nespresso, o del mondo del fresco che viene acquistato online da quasi il 5% degli italiani, grazie anche a fenomeni quali Cortilia, che consegna a casa i prodotti delle aziende agricole della zona. Infine risulta molto dinamico il mercato delle bevande, che rispetto all’anno precedente cresce del 18% a valore.

Anche le insegne “classiche” però si stanno finalmente muovendo. Unes/U2 pensa al click and collect per fine anno, Carrefour ha appena installato un negozio virtuale per l’e-commerce nella stazione Loreto della metropolitana milanese, MD sta per partire con il click and collect del non-food.

 

Un mercato unico digitale europeo: l’Ue ha un piano

Dovrebbe essere finalizzato entro la fine del 2016 il piano per creare un mercato unico digitale nell’Unione europea. Presentato dal Vice-Presidente della commissione Andrus Ansip, il piano risponde a un obiettivo: utilizzare il potere di un mercato unico per la rivoluzione digitale che sta cambiando le nostre vite.

“Al momento, le barriere online implicano che i cittadini perdano opportunità di beni e servizi: solo il 15% di loro fa acquisti online da un altro Paese Ue, le aziende online e le start-up non possono avvantaggiarsi pienamente delle opportunità della crescita online; le aziende e i governi non stanno traendo tutti i benefici possibili dagli strumenti digitali” si legge in un comunicato dell’UE.
Lo scopo di un mercato unico digitale darebbe quello di abbattere le barriere e creare, da 28 mercati nazionali, un mercato unico comune, che potrebbe contribuire con 415 miliardi di euro l’anno all’economia europea e creare migliaia di nuovi posti di lavoro.
La Strategia per un singolo mercato digitale adottata comprende 16 azioni che dovrebbero essere intraprese entro la fine dell’anno prossimo e si sviluppano lungo tre direttive. Un migliore accesso per i consumatori e le aziende ai beni e servizi digitali in tutta Europa. La creazione delle giuste condizioni e un campo d’azione uniforme perché possano fiorire network digitali e servizi innovativi. Infine, la massimizzazione del potenziale di crescita dell’economia digitale.
“Oggi, gettiamo le fondamenta del futuro mercato digitale europeo – ha dichiarato il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker – . Voglio vedere reti di telecomunicazioni paneuropee, servizi digitali che varcano le frontiere, e un’ondata di start-up innovative europee. Voglio vedere ogni consumatore cogliere gli affari migliori e ogni azienda avere accesso a un mercato più grande, ovunque in Europa”.

“La tecnologia deve essere il nostro futuro” dice Juncker nel video.

Anche il food vende smart: Love It di Copagri lancia acquisti con PowaTag a Expo

Chi lo dice che le modalità di vendita smart devono essere appannaggio della moda? E non è forse il food il nuovo fashion, come ci dicono le ricerche sui ventenni del Terzo millennio, più interessati ormai a mangiar bene che a vestirsi à la page? Così Love It – Real Italian Food,  il nuovo brand lanciato da Copagri in occasione di Expo 2015 per portare nel mondo la vera cultura del cibo italiano ha adottato la soluzione di mobile commerce PowaTag.

 

A Expo lo spazio espositivo Copagri sarà suddiviso in 15 banchi su cui sono previste rotazioni settimanali, in modo da esporre fino a 300 diverse realtà produttive.
A Expo lo spazio espositivo Copagri sarà suddiviso in 15 banchi su cui sono previste rotazioni settimanali, in modo da esporre fino a 300 diverse realtà produttive.

Copagri Expo, che raccoglie una rete di oltre 300.000 produttori agricoli associati a Copagri, la seconda Confederazione Produttori Agricoli italiana per estensione, introduce con PowaTag il concetto di smart food market place: i consumatori potranno acquistare i prodotti italiani stagionali degli associati a Copagri con un semplice touch di smartphone tramite qualsiasi mezzo pubblicitario, sia esso una materiale stampato, uno schermo o anche una fonte audio, utilizzando una serie di punti di ingaggio tra cui Qr code, Audio Tag, beacon Bluetooth e social media.

Love It inaugurerà anche una serie di ristoranti, tra cui il flagship store a Milano in via Rugabella 1, in concomitanza con l’Expo,  dove i clienti potranno degustare i prodotti tipici regionali, le piccole produzioni e le specialità di stagione selezionate tra le eccellenze italiane. Per incentivare e diffondere l’utilizzo di PowaTag tra i propri clienti, Love It offrirà  uno sconto speciale del 15% sui prodotti esposti all’Expo 2015  per chiunque faccia acquisti nello store attraverso PowaTag e viceversa, uno sconto del 15% da utilizzare al ristorante per chiunque utilizzi l’app per gli acquisti in padiglione.

“PowaTag elimina le barriere tra produttori e consumatori: da un lato gli associati Copagri potranno relazionarsi direttamente con i propri clienti, integrando l’offerta tra negozio fisico e online; dall’altra i consumatori potranno usufruire di una soluzione omnicomprensiva e multicanale che consente loro di  acquistare i prodotti Love It da dispositivo mobile in maniera semplice e istantanea” spiega il general manager italiano di Powa Technlogies Germano Marano..

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