I papà Millennials fanno acquisti online, di marca e premium: perché non rivolgersi (anche) a loro?

Sono più ottimisti riguardo alla situazione economica generale e alle proprie finanze, disposti a spendere di più senza perdersi in tediose comparazioni di prezzi, e, soprattutto, sono sempre più coinvolti nelle spese di casa, anche quelle che riguardano i figli: sono i “nuovi padri”, quelli della generazioni dei Millennials, dai 25 ai 34 anni. Un’audience secondo le ricerche di marketing decisamente interessante, specie per il segmento premium, perché più facilmente si lasciano convincere a spendere di più, si fanno influenzare dalla marca e tendono, ove possibile, ad acquistare online. Dunque industria e retailer dovrebbero iniziare a guardare di più a questo target, anche per prodotti, come quelli per l’infanzia ad esempio, tradizionalmente considerati “mammacentrici”. E farebbero bene a sviluppare strategie multicanali efficaci per intercettarlo.

Una ricerca di Initiative sui papà Millennials (dalla quale è derivata l’infografica qui sotto) mostra alcuni dati interessanti. Il 45% dei “nuovi papà” pensa che le marche giochino un ruolo importante nelle loro vite (contro il 39% degli uomini senza figli), tanto da essere portati a consigliarle (lo fa il 65% di loro, contro il 56% dei non papà e il 60% delle mamme). Sono iperconnessi, più di qualunque altro gruppo: il 62% possiede tre o più dispositivi e l’82% ha uno smartphone, dal quale effettua la maggior parte delle ricerche sui prodotti. I giovani padri sono anche sensibili alla responsabilità sociale d’impresa, e sono ottimisti verso il futuro: il 62% pensa che le aziende possono potenzialmente fare del bene e il 58% si sente più fedele verso marche che dimostrano di avere effettuato azioni positive per la società. Stiamo parlando di un gruppo che nel futuro prossimo costituirà la maggior parte delle famiglie con bambini, e la cui influenza è quindi destinata ad aumentare.

La ricerca è stata effettuata con interviste a oltre 5000 papà nella fascia 25-34 anni in 19 Paesi, Italia compresa.

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