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Assobio ha un nuovo Presidente, Nicoletta Maffini

Nicoletta Maffini è la nuova presidente di Assobio, nominata dal nuovo Cd eletto dall’assemblea dei soci dell’associazione nazionale delle imprese di produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici e naturali.

Al primo incarico al vertice di Assobio, la Maffini prende il posto di Roberto Zanoni, il Presidente uscente rimasto alla guida per tre mandati consecutivi, dal 2014. Già Vicepresidente dell’Associazione negli ultimi tre anni, Maffini è, dal 2020, Direttore Generale di Conapi Mielizia, Cooperativa leader nella produzione di miele e prodotti apistici, precedentemente Direttore Commerciale sempre in Conapi Mielizia e fino al 2013 Responsabile Marketing e Comunicazione di Alce Nero. Prima Presidente donna nella storia di Assobio, Maffini prende le redini dell’associazione in un momento fondamentale per lo sviluppo del settore biologico, sia in termini di valore di mercato (5 miliardi di euro in Italia), di esportazioni (il 6% di tutto l’export agroalimentare italiano), superfici coltivate (18%) e attenzione da parte dell’opinione pubblica, in relazione ai temi di sostenibilità ambientale in agricoltura. Ne sono un esempio l’approvazione della legge sul biologico (L. 23/2022)

La neo eletta Presidente ha ringraziato per la fiducia accordata dal nuovo Consiglio e si è detta pronta ad accettare la sfida per la realizzazione dei numerosi obiettivi che attendono l’associazione. “Ringrazio le aziende associate e i consiglieri per la mia nomina di presidente di Assobio” ha dichiarato. “L’obiettivo è proseguire un lavoro già iniziato nei precedenti mandati con importanti sforzi e diversi traguardi raggiunti. Il momento tuttavia è complesso e, in una crisi economica come quella che viviamo, il prodotto premium, come lo è il biologico, soffre. La prima riunione del Consiglio direttivo è stata già fissata per la prossima settimana al fine di incominciare subito a elaborare un piano strategico che dovrà essere condiviso da tutti i Consiglieri e che ci vedrà impegnati per lo sviluppo del settore”.

“Dopo tre mandati consecutivi, è giusto lasciare spazio a un ricambio generazionale” ha commentato Roberto Zanoni. “Con Nicoletta Maffini abbiamo lavorato molto sul credito di imposta, sui costi delle certificazioni per le imprese del biologico e alla richiesta al Masaf di una piattaforma di tracciabilità validata dal Ministero. Tra le altre iniziative ci sono il crescente impegno sulle sementi biologiche e il lancio di eventi di sensibilizzazione come la Settimana del Bio. Sono solo alcune delle numerose sfide che attendono la nuova Presidente ma sono convinto che gli imprenditori di Assobio siano in ottime mani per la guida dell’associazione”.

Col Presidente uscente, Assobio ha ampliato la propria base da 80 a 133 soci del settore agroalimentare, cosmetico e della distribuzione ed è giunta a rappresentare, attraverso i suoi soci, il 70% circa delle vendite di biologico in Italia. Alla Vicepresidenza è stato confermato Jacopo Orlando, agronomo, Agricultural Public Affairs, Impact & Sustainability manager del gruppo Aboca.

Biologico, il piano di azioni di FederBio per stimolare i consumi

Con una superficie agricola coltivata a biologico pari al 17,4%, l’Italia non è tanto lontana dal raggiungimento dell’obiettivo europeo del 25% entro il 2030. Buona la domanda estera che porta l’export a un valore di 3,37 miliardi di euro (+16% vs 2021). Va però sostenuta la domanda interna dei prodotti alimentari bio, soprattutto nel consumo domestico. Nel 2022 i canali Gdo e specializzati registrano un calo dello 0,8% rispetto al 2021, i prodotti bio sono invece sempre più proposti nel fuori casa, da bar, ristoranti e ristorazione collettiva, dove registrano un +53% sull’anno precedente. La situazione inflattiva giustifica la flessione at home, così come la ripresa della socialità OOH dopo due anni di pandemia motiva, in parte, il risultato significativo nell’Horeca, ma al di là dei fattori contingenti è un dato di fatto che in Italia il consumo domestico di prodotti bio ammonta a 64 euro pro capiti, contro i 180 e i 186 euro di Francia e Germania e i 383 euro della Danimarca.

Per stimolare i consumi FederBio ha promosso il progetto Being Organic in Eu, una campagna di promozione, in collaborazione con Naturland e cofinanziata dall’Unione europea, per diffondere la conoscenza del biologico, del suo contributo al contrasto ai cambiamenti climatici e dei suoi benefici per la salute. Sarà inoltre rinnovato l’appuntamento con la Festa del biologico, un road show in tre tappe a Bologna (3 dicembre), Roma e Milano (nei primi mesi del 2023). Sono anche previste azioni a supporto della filiera con video tematici realizzati in collaborazione con Ismea, un corso presso l’Università di Bologna in Organic law e iniziative a supporto della comunicazione istituzionale per rafforzare la fiducia dei consumatori, stimolare la domanda e la conversione delle aziende dal convenzionale al biologico. Verrà infine svolta un’indagine nel canale Horeca coinvolgendo bar e ristoranti.

Le catastrofi ambientali che, periodicamente, colpiscono il nostro paese – commenta Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio – ci ricordano che serve l’adozione di un nuovo paradigma di produzione agroalimentare, basato sulla transizione agroecologica che contribuisca a contrastare efficacemente la deriva climatica tutelando la biodiversità, l’ambiente e la fertilità del suolo. Il biologico rappresenta una strada concreta per affrontare le sfide future”.

Secondo i dati Nomisma per l’Osservatorio Sana 2022, il consumatore è molto sensibile a tutte le tematiche ambientali e salutistiche di cui il biologico si fa portabandiera; sull’emergenza ambientale l’86% degli italiani pensa che la situazione sia critica e che siano necessari interventi immediati e il 49% dichiara di praticare quotidianamente azioni antispreco energetico, idrico e alimentare, il 30% si impegna attivamente per favorire il riciclo e il 13% fa scelte d’acquisto di beni di largo consumo prevalentemente sostenibili. Se sulle tematiche dello spreco e del riciclo il contributo attivo dei consumatori assume una certa rilevanza, l’area degli acquisti è quella che ha ancora un buon margine di sviluppo. Sono una minoranza (30%), infatti, le famiglie italiane che comprano spesso il biologico; chi lo fa però manifesta una generale soddisfazione per tutte le categorie di prodotti freschi e ambient.

Una più intensa comunicazione potrebbe allargare la penetrazione se si considera che il 28% degli shopper ritiene che quando fa la spesa le informazioni sui prodotti non sono sufficienti e il 57% vorrebbe saperne di più: il consumatore non ha ben chiaro quali siano i vantaggi per la salute nell’acquistare prodotti bio e come l’agricoltura biologica possa aiutare a contrastare il cambiamento climatico. Insomma, se la notorietà della foglia verde è ormai assunta resta da spiegare quali sono le differenze valoriali e qualitative che conferisce ai prodotti che se ne possono fregiare. AssoBio nella prossima primavera si farà promotore de la Settimana del bio che coinvolgerà tutte le catene della grande distribuzione e dello specializzato insieme al mondo della ristorazione.

In coerenza con questo ci auguriamo – afferma Roberto Zanoni, Presidente di AssoBio – che venga creata al più presto una piattaforma di tracciabilità validata dal Ministero delle Politiche agricole in modo da rendere trasparente, anche al consumatore, il percorso dei prodotti biologici dal campo alla tavola”.

Crescono i consumi bio, l’indagine di Nomisma

L’Italia si conferma leader nel settore biologico per quota di superficie agricola, operatori ed export. Molte – invece – le trasformazioni che riguardano i consumi interni che complessivamente si dimostrano crescita grazie al traino dei consumi extra-domestici (ristorazione commerciale e collettiva segnano un +53%) a fronte di un segno meno della componente domestica (-0,8%) e un’incidenza dei consumi bio sul totale dei consumi alimentati ancora più bassa rispetto a quanto accade nei principali paesi europei. Sono queste alcune delle evidenze contenute nell’Osservatorio Sana 2022, presentato ieri all’interno dell’evento Rivoluzione Bio 2022 presso Bologna Fiere.

Il momento che il biologico sta vivendo è cruciale; da una parte vi sono gli impatti collegati prima alla pandemia, dall’altra il conflitto russo-ucraino e l’inflazione che contribuiscono a delineare uno scenario evolutivo che sta producendo effetti sul modello di consumo degli italiani. Mai come in questo momento è fondamentale fare il punto sul comparto biologico per implementare azioni di promozione e informazione verso i consumatori con l’obiettivo di rafforzare l’educazione alimentare, incrementare conoscenza sulla certificazione, creare strumenti per facilitare scelte di consumo consapevoli, sfruttando le opportunità legate alle iniziative del prossimo Piano di Azione Nazionale per l’agricoltura biologica.

SUPERFICI E OPERATORI

L’Italia, con quasi 2,2 milioni di ettari, è leader del settore biologico: vanta la più alta percentuale di superfici bio sul totale (17%), a fronte di quota media UE ancora ferma al 9% e ben lontana dall’obiettivo del 25% inseriti nella strategia Farm to Fork per il 2030.

LE DIMENSIONI DEL MERCATO BIO IN ITALIA

Nel 2022 le vendite alimentari bio nel mercato interno (consumi domestici e consumi fuori casa) hanno raggiunto 5 miliardi di euro e rappresentano il 3,5% delle vendite al dettaglio biologiche mondiali. A trainare la crescita del mercato sono i consumi fuori casa che hanno superato il miliardo di euro, segnando una crescita del +53% rispetto al 2021 grazie alla dinamica sia della componente legata alla ristorazione collettiva (+20%) che a quella della ristorazione commerciale (+79%).

In controtendenza i consumi domestici che segnano dopo anni una leggera flessione (-0,8% a valore rispetto allo stesso periodo 2021). Questo l’esito di trend molto differenti legati ai canali: a soffrire è soprattutto la rete di negozi specializzati che segna una battuta di arresto (-8% rispetto allo stesso periodo del 2021); la Distribuzione Moderna di fatto mantiene a valore le dimensioni del 2021 (+0,8% a valore) mentre crescono del 5% gli altri canali (vendita diretta realizzata in mercatini e aziende, gruppi di acquisto solidale, farmacie, parafarmacie ed erboristerie).

Continua la crescita dell’export bio Made in Italy che continua la sua corsa: +16% rispetto allo scorso anno, raggiungendo i 3,4 miliardi di euro di vendite sui mercati internazionali. Dal 2012 ad oggi il mercato interno legato al biologico è cresciuto del 131%, ancor più brillante la crescita dell’export e (+181% rispetto al 2008).
La Distribuzione Moderna rimane il primo canale per gli acquisti di biologico degli italiani, pesando per il 57% del totale delle vendite legate ai consumi domestici degli italiani. Nel 2022 le vendite di biologico nel canale si attestano a 2,3 miliardi di euro (+0,4% rispetto al 2021). (fonte: Nielsen IQ – dati Anno terminante maggio 2022 perimetro omnichannel).
Iper e supermercati sono il canale che, all’interno della Distribuzione Moderna, veicola la maggior parte delle vendite bio: 1,4 miliardi di euro a luglio 2022 (perimetro: prodotto confezionato a peso imposto – periodo: Anno Terminante Luglio 2022; Fonte: NielsenIQ), segnando un leggero calo rispetto allo scorso anno (-2,0%). Al secondo posto per dimensioni i Discount, con vendite di biologico pari a 272 milioni di euro, in crescita del +14% rispetto all’anno precedente (AT Luglio). Al terzo posto, invece, i Liberi Servizi con vendite per 159 milioni di euro che, come nel caso degli iper e supermercati mostrano un segno negativo (-4,6% Anno Terminante Luglio). Come nel 2021 anche nel 2022 gli Specialisti Drug mostrano segno positivo (+5,7% Anno Terminante Luglio), pur rimanendo una piccola porzione delle vendite della Distribuzione Moderna. L’eCommerce che continua a crescere, ma con ritmi minori rispetto allo scorso anno (+5% Anno terminate Luglio – stima Nomisma), fa segnare vendite che raggiungono i 78 milioni di euro.
Esaminando le categorie di prodotti bio a peso imposto maggiormente vendute all’interno della Distribuzione Moderna troviamo al primo posto la Drogheria Alimentare (pasta, prodotti da forno, conserve, sughi) con un peso del 57% sul totale delle vendite a valore, seguono il Fresco (20%) – formaggi, salumi, yogurt, uova,- e l’Ortofrutta (13%). Guardando ai singoli prodotti, come per il 2021, anche nel 2022 i prodotti maggiormente venduti rimangono le uova, le confetture e spalmabili base di frutta, e i sostitutivi del latte.

Analizzando le vendite a valore per comparti emerge come siano i prodotti Pet Care e le Carni BIO a mostrare l’andamento più brillante, rispettivamente +19% e +15% rispetto all’anno precedente (Anno Terminante Luglio 2022 – Fonte NielsenIQ). Le Carni Bio fanno registrare una crescita maggiore rispetto al comparto nel totale agroalimentare (+10%). In leggera crescita anche l’Ortofrutta BIO (+3% Anno Terminante Luglio 2022 – Fonte Nielsen), anche se con tassi minori rispetto al comparto nel totale agroalimentare (+6%). Stabili le vendite nel Fresco Bio, dove invece risultano in leggera crescita nel totale agroalimentare (+3%). Di segno negativo invece le vendite del Freddo Bio, che registrano un calo del -6% (Anno Terminante Luglio 2022 – Fonte Nielsen), e delle Bevande Bio (-3%), comparti che invece mostrano segno positivo nel totale agroalimentare.

La stabilità delle vendite dei prodotti biologici si riflette sulla percentuale di users bio: nel 2022, come nel 2021, l’89% delle famiglie italiane ha acquistato BIO almeno una volta nell’ultimo anno. Gli users bio confermano l’andamento delle vendite nei singoli canali, per gli acquisti di prodotti biologici i due canali più frequentati sono proprio Iper & supermercati (il 68% degli users vi acquista prodotti bio) e Discount.

I consumatori sembrano avere idee chiare su aspettative e valori che il bio interpreta. Questa consapevolezza ricade anche sui consumi fuori casa: negli ultimi 6 mesi oltre 6 italiani su 10 hanno consumato prodotti biologici fuori casa in almeno una occasione, scegliendo bio soprattutto nei momenti della colazione, dei pranzi di lavoro e all’aperitivo.

“Dopo i primi mesi dell’anno con un mercato statico, abbiamo assistito ad una buona ripresa della Grande Distribuzione, in particolar modo dei discount. Significativa è stata la crescita del comparto “fuori casa” che ha portato globalmente a un incremento dei consumi, superando le pressioni inflazionistiche di questi ultimi periodi. Guardiamo con favore alla crescita degli acquisti nei mercatini bio e alle vendite dirette, oltre, naturalmente, al mondo della ristorazione che oggi è in ripresa dopo i critici lockdown in piena pandemia. L’Italia oggi è chiamata a difendere un primato importante nel biologico. É dunque necessario lavorare per far crescere i consumi, la consapevolezza e la trasparenza di tutta la filiera” – dichiara Roberto Zanoni, Presidente di AssoBio.

“Il biologico rappresenta ancora un punto di riferimento delle preferenze del consumatore italiano: si confermano di fatto le dimensioni dei consumi in ambito domestico mentre è forte la ripresa nella ristorazione commerciale e collettiva, dopo le restrizioni imposte dalla pandemia. Questo deve essere solo un punto di partenza per una nuova crescita, ma occorre vincere due sfide ancora aperte: sostenibilità e informazione. Chiarire il profilo di sostenibilità del biologico e costruire una comunicazione chiara sui valori che il bio interpreta sono le strade da percorrere, soprattutto in uno scenario evolutivo dove le famiglie stanno rimodellando gli schemi di acquisto spinti dalla dinamica inflattiva” – dichiara Silvia Zucconi, Responsabile Market intelligence di Nomisma.

Il monitoraggio realizzato da Nomisma per l’Osservatorio SANA 2022 fa emergere in modo chiaro alcune aree di lavoro fondamentali per incrementare conoscenza, consapevolezza e interesse verso la categoria. Quasi 6 consumatori su 10 vorrebbero avere informazioni più dettagliate sulle caratteristiche, metodo di produzione e sui valori nutrizionali degli alimenti biologici. Nello specifico, il 58% vuole saperne di più sui benefici che il prodotto può apportare a dieta e salute; la stessa percentuale chiede anche ulteriori dettagli sulla distintività del biologico rispetto al convenzionale. Più di 6 consumatori su 10, inoltre, vogliono avere informazioni più dettagliate sul contributo alla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) legate al metodo biologico.

Per il successo del biologico nel mercato interno la comunicazione diviene così la leva fondamentale: informazioni chiare sull’origine delle materie prime e sulle caratteristiche del marchio devono riuscire a illustrare ai consumatori gli elementi distintivi del bio in modo semplice ed efficace. Il 52% dei consumatori chiede in modo esplicito alle Istituzioni (italiane ed europee) di intervenire con una campagna di comunicazione e di coinvolgere le giovani generazioni attraverso meccanismi di apprendimento in ambito scolastico e di sperimentazione al prodotto nelle mense scolastiche.

Bio: crescono i consumi durante il lockdown. Bene anche il Km0

Frutta e verdura bio: crescono i  consumi durante la pandemia e per il 60% dei responsabili acquisti l’origine 100% italiana acquisirà ulteriore centralità nelle scelte scelta di frutta e verdura. Ne è conferma l’elevata importanza attribuita ai prodotti ortofrutticoli a km zero o del territorio (45%). Anche la ricerca di adeguate garanzie di controllo e rintracciabilità lungo la filiera genera interesse (45%). Tra gli altri valori determinanti, ci sono i prodotti biologici (34%) e salutistici (32%), con un occhio anche alla sostenibilità, grazie alle confezioni in materiali riciclabili o ecosostenibili (30%).

Questi i primi dati di Organic F&V Monitor, l’Osservatorio – promosso da AssoBio e Alleanza Cooperative Italiane e curato da Nomisma – che nasce nell’Anno Internazionale della frutta e della verdura promosso dall’ONU.

Durante il lockdown,  infatti, i consumatori sono andati alla ricerca di prodotti naturali, biologici, con etichette chiare, a conferma di una tendenza di crescita già in atto.

Rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea, l’Italia è il Paese in cui la propensione al consumo di frutta è più elevata. Nel complesso, l’81% della popolazione in Italia assume almeno una porzione di frutta o verdura al giorno, ma il primato riguarda anche le quantità, oltre che la frequenza. Nel 2020, secondo le elaborazioni di Nomisma, il consumo pro capite annuo (at home + away from home) di ortofrutta fresca in Italia è stato di 160 kg, di gran lunga superiore rispetto a quello di molti paesi europei come la Germania (che si ferma a 109 kg) o il Regno Unito (101 kg). 

Nell’anno della pandemia una famiglia su quattro ha acquistato ortofrutta online dai siti della grande distribuzione, con una domanda potenziale ancora maggiore e non soddisfatta a causa di una forte intensità delle richieste (durante il lockdown il 16% ha provato a effettuare un ordine senza successo). Per l’ortofrutta il canale on line non si esaurisce con la GDO: un ulteriore 15% ha acquistato da siti di produttori o mercati agricoli on line.

Fonte: Nomisma su Osservatorio The World After Lockdown

Bio in GdO 

Le vendite di ortofrutta veicolate dalla distribuzione moderna evidenziano un incremento nell’anno della pandemia: +9,1% a volume rispetto al 2019 (fonte: Nielsen, perimetro confezionato a peso imposto) e +8% a valore (oltre 4,5 miliardi di euro).

L’ortofrutta è da sempre la categoria elettiva del consumatore interessato al bio a cui afferisce il maggior giro d’affari del segmento: 208 milioni di euro le vendite a peso imposto realizzate nella distribuzione moderna nel 2020 – divisi quasi perfettamente a metà tra frutta (48%) e verdura (52%). Vendite che hanno registrato un balzo del +8% a valore rispetto all’anno precedente – crescita quasi doppia rispetto all’intero paniere bio (+4,5 a valore rispetto al 2019). Libero servizio piccolo (LSP) e discount registrano le performance più brillanti (+9 e +28% rispettivamente).

Ma ci sono ulteriori potenzialità di mercato visto il crescente interesse del consumatore, le vendite bio sul totale dell’ortofrutta pesano ancora solo il 4,6% sul totale (5,6% nella categoria frutta e 3,9% nella verdura).

Il progetto Organic F&V Monitor 

Nel costruire le prospettive e quindi le politiche strategiche del mondo ortofrutta bio, però, occorre monitorare anche tutti gli altri canali, dedicando particolare attenzione ai consumi nell’away from home, oltre che ampliare il dettaglio per categoria nell’analisi del peso variabile. Per queste ragioni Nomisma e Assobio hanno deciso di proseguire le attività dell’Osservatorio Ortofrutta, inaugurato già nel 2018, che intende superare la carenza di informazioni in merito all’andamento vendite e al ruolo del comparto bio, nelle singole categorie di ortofrutta a peso imposto e peso variabile nei diversi canali.

In questo articolato contesto proseguono i lavori di F&V Organic Monitor – il progetto curato da Nomisma, promosso da AssoBio con il supporto di ACI (Alleanza Cooperative Italiane) – che ha l’obiettivo di:

  1. mappare le reali dimensioni delle vendite di ortofrutta in Italia, estendendo il monitoraggio anche al peso variabile sia per quanto riguarda i consumi domestici (distribuzione moderna, negozi specializzati in prodotti bio ed e-commerce) che quelli fuori casa (ristorazione commerciale e collettiva)
  2. individuare il reale ruolo del biologico sul totale delle vendite in Italia
  3. identificare il peso dei diversi canali di vendita
  4. valutare l’andamento delle vendite per categorie e varietà

Gli attori della filiera aderenti (produttori, retailer, operatori ristorazione, operatori e-commerce) saranno coinvolti nella raccolta dati, che verranno poi codificati e aggregati a disegnare un quadro d’insieme dell’Osservatorio.

“Il segnale che il consumatore italiano ci manda è inequivocabile – osserva Roberto Zanoni, Presidente di AssoBio – nell’anno del lockdown le scelte hanno premiato i prodotti biologici e biodinamici, la vendita di ortofrutta bio è cresciuta dell’8%. Riteniamo per questo che sia il momento opportuno per rilanciare l’attività dell’Osservatorio Organic F&V Monitor insieme a Nomisma, riconoscendo il giusto peso e dignità a ciascun canale di vendita, dallo sfuso al fuori casa, fino alla ristorazione collettiva, per fornire agli operatori uno strumento informativo completo, utile per supportare il loro sviluppo commerciale e strategico nel comparto”.

“Il progetto di ricerca rappresenta per l’intero comparto ortofrutticolo un’importante occasione di studio e di sviluppo futuro – commenta Andrea Bertoldi, Consigliere AssoBio. “I Numeri danno la misura della rilevanza commerciale, restituiscono la valenza della filiera e consentono di raccogliere le informazioni sugli aspetti produttivi e di vendita, in ottica di efficientamento e sostenibilità. La necessità degli operatori è quella di incrociare le esigenze della domanda di frutta e verdura con le inevitabili risposte dell’offerta produttiva e della filiera commerciale, così da elaborare un rapporto sulle tendenze e di mettere in atto le scelte migliori per il futuro”.

“Oggi solo il 19% degli italiani segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che prevedono l’assunzione di almeno 4 porzioni di frutta e verdura al giorno. Se a questo si aggiunge il fatto che il 46% degli over 18 anni è in sovrappeso o obeso, appare cruciale l’azione di sensibilizzazione del consumatore per consolidare sili di vita alimentari salutari” osserva Silvia Zucconi Responsabile Market Intelligence Nomisma. “Il contesto pandemico ha contribuito ad orientare le scelte dei consumatori verso prodotti espressione di valori quali salutismo, tracciabilità, garanzie di qualità. Avere dati che misurano e monitorano le dinamiche di mercato dell’ortofrutta diventa così – non solo uno strumento fondamentale per le imprese della filiera – ma anche contributo addizionale per supportare la definizione di policy di prevenzione e la promozione di campagne a sostegno della comunicazione degli attributi valoriali dell’ortofrutta e del biologico, proponendo iniziative concrete proprio nell’Anno Internazionale della frutta e della verdura”.

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