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Bevande alla frutta: classiche e nuove. Un mercato bipolare

Questa volta i “giovani” non hanno scalzato i “vecchi”, né sono riusciti a rottamarli: nell’ampio universo delle bevande alla frutta, infatti, le tipologie classiche continuano a macinare successi.
Almeno stando a quanto ci raccontano le opinioni degli internauti. Ma procediamo con ordine, partendo dalle macro categorie in cui si sono aggregati i mood intercettati:

Si nota subito una polarizzazione: tra il 71% e il 78% troviamo i prodotti più tradizionali, storici; tra il 34% e il 42% troviamo le referenze più giovani ed innovative.
Vediamo ora come si sono aggregati gli argomenti maggiormente dibattuti:

Anche in questo caso spiccano degli accorpamenti:
– dall’80% all’84% troviamo proprietà alimentari, salute e qualità che riassumeremo in “argomenti qualitativi”;
– dal 62% al 67% troviamo prezzo, reperibilità, packaging che riassumeremo in “argomenti commerciali”;
– dal 18% al 44% troviamo km zero, tracciabilità, provenienza bio, ecologia che riassumeremo in “argomenti ecologici”.
Nel trattare tali argomenti i netsurfer manifestano una buona conoscenza delle materie.

Si cercano prodotti che non ingrassino, si dibatte su quali siano i dolcificanti e gli edulcoranti  salutari e non, si discute di contenuti calorici, valori nutrizionali, percentuali di frutta, vitamine,
sali minerali, così come è sempre acceso il confronto sui coloranti, sui conservanti.
Altri argomenti che infiammano gli animi sono il PET e la quantità di CO2 sprigionata per produrlo, il riciclo dello stesso PET, l’eccessivo utilizzo di trasporto gommato per la distribuzione, la scarsa ottimizzazione della logistica, lo sfruttamento delle fonti da parte dei produttori. Anche l’alluminio è oggetto di discussioni accese.
Il dibattito sul packaging, coinvolge anche il formato, la praticità e fruibilità del prodotto, a secondo che la confezione sia in PET, plastica, vetro o squeezable.
Non mancano infine menzioni per prodotti equo solidali (oltre la provenienza bio ed i km zero).

Vediamo ora come si ripartiscono gli argomenti trattati in base alle tipologie
di prodotto:

Per quanto riguarda i prodotti più giovani (nettari e smoothies) si scrivono in rete nella quasi totalità dei casi pareri riguardanti argomenti qualitativi ed ecologici; meno di un mood su due tratta argomenti commerciali.
Al contrario, per quanto concerne i prodotti più storici (succhi, juice drink, succhi arricchiti), si scrive maggiormente di argomenti commerciali, quindi qualitativi, e solo poco più di un giudizio ogni dieci riguarda l’ecologia.

Analizziamo, adesso, il livello di soddisfazione:

I prodotti storici (succhi, juice drink, succhi arricchiti) soddisfano molto (sempre sopra l’80%) per qualità, di cui abbiamo visto che si scrive in più di sette pareri su dieci, e per argomenti ecologici, di cui però si scrive solo in poco più di un’opinione ogni dieci.
Appena sufficiente la soddisfazione riguardante le argomentazioni commerciali che riguardano circa un parere su otto.
I prodotti giovani (nettari, smoothies), soddisfano molto i naviganti da un punto di vista commerciale, anche se i pareri in merito sono meno della metà, ma fanno segnare un  oddisfazione discreta in ambito qualità ed ecologia, argomenti trattati nella quasi totalità delle opinioni scritte in rete.

Profilo socio demografico
A lasciare il proprio parere in rete sono specialmente le donne (61%), mentre sul fronte anagrafico le 3 fasce d’età fino ai 50 anni sono equamente rappresentate. Sul fronte geografico, invece, appare evidente un gap tra settentrione e meridione: solo un parere ogni quattro, infatti, proviene
dal Sud. Infine in base alla tipologia di urbanizzazione, emerge che le zone metropolitane e le aree urbane fanno la parte del leone, rappresentando l’80%.

di Gian Marco Stefanini

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