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Yogurt Scaldasole, per una colazione appagante e sana

È ancora tempo di smart working e di colazioni lente, assaporate con i giusti ritmi e con un approccio che mixa il comfort food a esigenze healthy. Se il 2021 sta volgendo al termine, con le sue limitazioni ma anche con la riscoperta di nuovi valori, certe consuetudini sono entrate a regime nelle nostre routine casalinghe. La colazione è proprio una di queste: mantiene il suo accento goloso, a cui noi italiani non rinunciamo, ma si conferma essere sempre più bio, sana e “low impact”.

Lo sa bene Scaldasole che, da oltre trent’anni, dà voce al suo manifesto green a favore della natura e dell’agricoltura sostenibile e biodinamica. Il suo impegno inizia proprio dalla selezione del latte, proveniente solo da fattorie “locali” tra Lombardia e Piemonte, comprese quelle Biodinamiche che, da disciplinare, dedicano almeno il 10% della loro superficie aziendale alla promozione della biodiversità. I suoi Yogurt biologici nascono con una connotazione cremosa, hanno gusti ricchi ma mai troppo ricercati e regalano una coccola di sano piacere. In particolare, le sue proposte al caffè, alla nocciola e al cremino sanno essere appaganti ma salutari, energiche ma sempre naturali e autentiche.

Scaldasole al caffè è un booster di vitalità per chi ha sempre voglia di caffeina: l’aroma intenso del caffè si unisce alla cremosità dello yogurt biologico intero.

Scaldasole alle nocciole IGP abbina alla leggerezza dello yogurt magro l’aroma vellutato delle nocciole del Piemonte con Indicazione Geografica Protetta. Ogni assaggio riporta alla mente i sapori genuini che solo la natura sa donare.

Ultimo nato in Scaldasole è lo yogurt Cremino: un omaggio ad una delle eccellenze dolciarie italiane più amate da grandi e piccini. La raffinatezza delle nocciole e la voluttuosità del cacao si tuffano nello yogurt intero per farne una vera e propria leccornia ma sempre in chiave healthy.

I tre Yogurt al Caffè, alla Nocciola e al Cremino sono proposti in un vasetto da 250 grammi che consente un consumo anche in più occasioni, in un’ottica di zero sprechi.

I nuovi piatti pronti di Alce Nero

Gusto, benessere, praticità: un connubio possibile e sempre più ricercato. Le abitudini di consumo cambiano, gli stili di vita si evolvono ed Alce Nero continua ad intercettare prontamente le rinnovate esigenze dei consumatori.

In vista dell’autunno, Alce Nero lancia sul mercato una ricetta assolutamente innovativa, a basso contenuto di grassi saturi e fonte di proteine, a base di ingredienti biologici vegetali. Nascono così i piatti pronti biologici surgelati fonte di proteine Alce Nero, preparabili in soli otto minuti di cottura. Due le referenze: Orzo e Spinaci in crema di Ceci e Farro e Cavolo Nero in crema di Borlotti. Studiate per offrire sapori, consistenze e nutrienti diversi in un unico piatto, uniscono la cremosità dei legumi e delle patate ai cereali e verdure in pezzi. Le materie prime utilizzate sono tutte biologiche, 100% italiane, coltivate nelle zone più vocate della penisola. Sono accuratamente selezionate e controllate in ogni fase, dalla coltivazione alla raccolta, fino alla trasformazione. La preparazione inizia con la cottura dei legumi, delicatamente lavorati insieme alle patate. Si ottiene così una cremosa purea, che viene successivamente surgelata in forma di piccole sfere, e unita ai cereali e alle verdure per realizzare il prodotto finito.

Perfetti per tutta la famiglia, i nuovi piatti pronti fonte di proteine Alce Nero rappresentano una soluzione molto versatile e completa, ideale anche per una pausa pranzo a casa, gustosa e rapida. Ottimi anche in purezza, possono essere esaltati da un filo d’olio extra vergine di oliva a crudo. Questi mix di ingredienti diversi sono stati studiati da Alce Nero per poter essere gustati come piatto principale, senza affiancare altre portate.

Orzo e Spinaci in crema di Ceci Alce Nero è una pietanza che unisce il sapore delicato dell’orzo alla dolcezza dei ceci.

Farro e Cavolo Nero in crema di Borlotti Alce Nero combina invece il sapore deciso dei borlotti al cavolo nero in foglie e al farro, per un gusto pieno e intenso.

I nuovi piatti pronti biologici surgelati fonte di proteine Alce Nero sono disponibili in formato da 350 grammi, confezionati in buste 100% riciclabili nella carta.

FederBio, il bio Made in Italy cresce del 5,1% ma meno del resto d’Europa

Superfici, operatori e consumi bio ancora in crescita. È questo il dato principale che emerge dalle analisi presentate alla 33esima edizione di SANA – Rivoluzione Bio 2021. I numeri forniti da SINAB per il Mipaaf, confermano che la superficie biologica nel 2020 è aumentata rispetto all’anno precedente di +5,1 punti percentuali, evidenziando tuttavia un trend di sviluppo più modesto rispetto ai maggiori Paesi europei. I terreni coltivati a biologico hanno attualmente superato i 2,1 milioni di ettari. In crescita, inoltre, il numero degli operatori del settore che ha raggiunto le 81.731 unità, con un incremento dell’+1,3%.

Anche gli andamenti del mercato confermano la rilevanza del biologico. Secondo i dati dell’Osservatorio SANA, promosso da Bologna Fiere e curato da Nomisma, nel 2021 (anno terminante a luglio) i consumi interni hanno registrato una crescita del 5%, rispetto all’anno precedente. La spesa delle famiglie italiane si è attestata a 4,6 miliardi di euro: 9 famiglie su 10 hanno acquistato almeno un prodotto biologico nell’anno in corso. Negli ultimi dieci anni i consumi interni hanno registrato un’impennata del 133%. Notevole l’incremento dell’export che, sempre nell’ultimo anno, è aumentato dell’11%, raggiungendo quota 2,9 miliardi di euro, con una crescita negli ultimi dieci anni del 156%. L’Italia si posiziona al secondo posto per export dopo gli Stati Uniti.

“Il biologico si conferma fondamentale per il rilancio del sistema agroalimentare italiano, anche se il tasso di crescita della SAU bio si è rivelato inferiore a quello dei maggiori Paesi Ue. Considerando che in questo momento si stanno definendo le scelte prioritarie del Piano strategico Nazionale della PAC post 2022 che determineranno lo sviluppo del settore agricolo e alimentare per i prossimi dieci anni, riteniamo che sia il momento ideale per intervenire e colmare il gap di crescita con gli altri Paesi. Crediamo dunque che sia imprescindibile un’immediata approvazione della legge sul biologico per avere a disposizione tutti gli strumenti necessari, a partire dal Piano d’Azione, per affrontare le sfide del settore. Il biologico è essenziale per l’affermazione di un modello agricolo che rispetti l’ambiente, contribuisca a mitigare l’impatto climatico, creando inoltre nuove opportunità di occupazione, in particolare per i giovani e le donne”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.

Bio: crescono i consumi durante il lockdown. Bene anche il Km0

Frutta e verdura bio: crescono i  consumi durante la pandemia e per il 60% dei responsabili acquisti l’origine 100% italiana acquisirà ulteriore centralità nelle scelte scelta di frutta e verdura. Ne è conferma l’elevata importanza attribuita ai prodotti ortofrutticoli a km zero o del territorio (45%). Anche la ricerca di adeguate garanzie di controllo e rintracciabilità lungo la filiera genera interesse (45%). Tra gli altri valori determinanti, ci sono i prodotti biologici (34%) e salutistici (32%), con un occhio anche alla sostenibilità, grazie alle confezioni in materiali riciclabili o ecosostenibili (30%).

Questi i primi dati di Organic F&V Monitor, l’Osservatorio – promosso da AssoBio e Alleanza Cooperative Italiane e curato da Nomisma – che nasce nell’Anno Internazionale della frutta e della verdura promosso dall’ONU.

Durante il lockdown,  infatti, i consumatori sono andati alla ricerca di prodotti naturali, biologici, con etichette chiare, a conferma di una tendenza di crescita già in atto.

Rispetto agli altri paesi dell’Unione Europea, l’Italia è il Paese in cui la propensione al consumo di frutta è più elevata. Nel complesso, l’81% della popolazione in Italia assume almeno una porzione di frutta o verdura al giorno, ma il primato riguarda anche le quantità, oltre che la frequenza. Nel 2020, secondo le elaborazioni di Nomisma, il consumo pro capite annuo (at home + away from home) di ortofrutta fresca in Italia è stato di 160 kg, di gran lunga superiore rispetto a quello di molti paesi europei come la Germania (che si ferma a 109 kg) o il Regno Unito (101 kg). 

Nell’anno della pandemia una famiglia su quattro ha acquistato ortofrutta online dai siti della grande distribuzione, con una domanda potenziale ancora maggiore e non soddisfatta a causa di una forte intensità delle richieste (durante il lockdown il 16% ha provato a effettuare un ordine senza successo). Per l’ortofrutta il canale on line non si esaurisce con la GDO: un ulteriore 15% ha acquistato da siti di produttori o mercati agricoli on line.

Fonte: Nomisma su Osservatorio The World After Lockdown

Bio in GdO 

Le vendite di ortofrutta veicolate dalla distribuzione moderna evidenziano un incremento nell’anno della pandemia: +9,1% a volume rispetto al 2019 (fonte: Nielsen, perimetro confezionato a peso imposto) e +8% a valore (oltre 4,5 miliardi di euro).

L’ortofrutta è da sempre la categoria elettiva del consumatore interessato al bio a cui afferisce il maggior giro d’affari del segmento: 208 milioni di euro le vendite a peso imposto realizzate nella distribuzione moderna nel 2020 – divisi quasi perfettamente a metà tra frutta (48%) e verdura (52%). Vendite che hanno registrato un balzo del +8% a valore rispetto all’anno precedente – crescita quasi doppia rispetto all’intero paniere bio (+4,5 a valore rispetto al 2019). Libero servizio piccolo (LSP) e discount registrano le performance più brillanti (+9 e +28% rispettivamente).

Ma ci sono ulteriori potenzialità di mercato visto il crescente interesse del consumatore, le vendite bio sul totale dell’ortofrutta pesano ancora solo il 4,6% sul totale (5,6% nella categoria frutta e 3,9% nella verdura).

Il progetto Organic F&V Monitor 

Nel costruire le prospettive e quindi le politiche strategiche del mondo ortofrutta bio, però, occorre monitorare anche tutti gli altri canali, dedicando particolare attenzione ai consumi nell’away from home, oltre che ampliare il dettaglio per categoria nell’analisi del peso variabile. Per queste ragioni Nomisma e Assobio hanno deciso di proseguire le attività dell’Osservatorio Ortofrutta, inaugurato già nel 2018, che intende superare la carenza di informazioni in merito all’andamento vendite e al ruolo del comparto bio, nelle singole categorie di ortofrutta a peso imposto e peso variabile nei diversi canali.

In questo articolato contesto proseguono i lavori di F&V Organic Monitor – il progetto curato da Nomisma, promosso da AssoBio con il supporto di ACI (Alleanza Cooperative Italiane) – che ha l’obiettivo di:

  1. mappare le reali dimensioni delle vendite di ortofrutta in Italia, estendendo il monitoraggio anche al peso variabile sia per quanto riguarda i consumi domestici (distribuzione moderna, negozi specializzati in prodotti bio ed e-commerce) che quelli fuori casa (ristorazione commerciale e collettiva)
  2. individuare il reale ruolo del biologico sul totale delle vendite in Italia
  3. identificare il peso dei diversi canali di vendita
  4. valutare l’andamento delle vendite per categorie e varietà

Gli attori della filiera aderenti (produttori, retailer, operatori ristorazione, operatori e-commerce) saranno coinvolti nella raccolta dati, che verranno poi codificati e aggregati a disegnare un quadro d’insieme dell’Osservatorio.

“Il segnale che il consumatore italiano ci manda è inequivocabile – osserva Roberto Zanoni, Presidente di AssoBio – nell’anno del lockdown le scelte hanno premiato i prodotti biologici e biodinamici, la vendita di ortofrutta bio è cresciuta dell’8%. Riteniamo per questo che sia il momento opportuno per rilanciare l’attività dell’Osservatorio Organic F&V Monitor insieme a Nomisma, riconoscendo il giusto peso e dignità a ciascun canale di vendita, dallo sfuso al fuori casa, fino alla ristorazione collettiva, per fornire agli operatori uno strumento informativo completo, utile per supportare il loro sviluppo commerciale e strategico nel comparto”.

“Il progetto di ricerca rappresenta per l’intero comparto ortofrutticolo un’importante occasione di studio e di sviluppo futuro – commenta Andrea Bertoldi, Consigliere AssoBio. “I Numeri danno la misura della rilevanza commerciale, restituiscono la valenza della filiera e consentono di raccogliere le informazioni sugli aspetti produttivi e di vendita, in ottica di efficientamento e sostenibilità. La necessità degli operatori è quella di incrociare le esigenze della domanda di frutta e verdura con le inevitabili risposte dell’offerta produttiva e della filiera commerciale, così da elaborare un rapporto sulle tendenze e di mettere in atto le scelte migliori per il futuro”.

“Oggi solo il 19% degli italiani segue le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che prevedono l’assunzione di almeno 4 porzioni di frutta e verdura al giorno. Se a questo si aggiunge il fatto che il 46% degli over 18 anni è in sovrappeso o obeso, appare cruciale l’azione di sensibilizzazione del consumatore per consolidare sili di vita alimentari salutari” osserva Silvia Zucconi Responsabile Market Intelligence Nomisma. “Il contesto pandemico ha contribuito ad orientare le scelte dei consumatori verso prodotti espressione di valori quali salutismo, tracciabilità, garanzie di qualità. Avere dati che misurano e monitorano le dinamiche di mercato dell’ortofrutta diventa così – non solo uno strumento fondamentale per le imprese della filiera – ma anche contributo addizionale per supportare la definizione di policy di prevenzione e la promozione di campagne a sostegno della comunicazione degli attributi valoriali dell’ortofrutta e del biologico, proponendo iniziative concrete proprio nell’Anno Internazionale della frutta e della verdura”.

Benessere personale, il più amato dagli italiani

Prodotti di profumeria e di automedicazione, articoli per lo sport e piccoli elettrodomestici: sono alcune delle merceologie del largo consumo che hanno retto meglio alla contrazione del budget destinato dagli italiani all’acquisto di beni e prodotti non alimentari. A rivelarlo è l’Osservatorio Non Food 2020 di GS1 Italy.

Tra i 13 comparti analizzati, a mostrare una maggiore vivacità sono stati quelli legati al benessere personale. Infatti, se complessivamente il “paniere” rilevato ha registrato una crescita annua delle vendite di +0,2%, raggiungendo i 103 miliardi di euro, superiori alla media sono state le performance dei prodotti di profumeria (+2,9%), dei prodotti di automedicazione (+1,9%), degli articoli per lo sport (+1,2%) e dei piccoli elettrodomestici (+5,9%).

Biologico, “clean label” e beauty experience

Il comparto dei prodotti di profumeria ha chiuso il 2019 con 6,1 miliardi di euro di vendite e un trend annuo di +2,9%, arrivando a mettere a segno un +10,9% nel quinquennio 2015-2019 e confermandosi un settore aciclico, capace di rispondere alla perdurante crisi del mercato interno. Molto si deve all’evoluzione della proposta delle aziende del settore e al cambiamento avvenuto nei canali di vendita, con l’affermazione dei drugstore e la crescita di +20% dell’online, anche se ancora marginale (5,2% di quota). È cambiato anche l’approccio degli italiani alla cosmesi e ai prodotti di profumeria: si stanno affermando i valori della sostenibilità (cosmetici bio, pack ecosostenibili o ricaricabili) e della bellezza “pulita” (riduzione o eliminazione di additivi o componenti critici), la semplificazione della beauty routine e la trasformazione dei punti vendita, in particolare delle profumerie, in veri e propri luoghi esperienziali.

Bike e calzature da trekking: shopping  en rose

Il comparto degli articoli per lo sport ha chiuso il 2019 con oltre 6,2 miliardi di euro di vendite, in crescita di +1,2% rispetto all’anno precedente. Si conferma, così, uno dei settori più dinamici tra quelli rilevati dall’Osservatorio Non Food di GS1 Italy visto che nel quinquennio 2015-2019 ha registrato un aumento delle vendite di +9,4%. È un universo in continua evoluzione e il trend degli acquisti rispecchia i cambiamenti sociali in atto: cresce il peso delle acquirenti donne, grazie all’aumento delle sportive e alla crescita dell’athleisure, ed è sempre più determinante la spinta delle innovazioni tecniche e tecnologiche, che permettono di combinare app, attrezzature e dispositivi wearable.

Lo dimostra la crescita ininterrotta delle vendite di attrezzature sportive (+5% nel 2019, +11,8% tra 2015 e 2019), che sono arrivate a generare il 34,4% delle vendite del comparto e che vengono acquistate sempre più spesso online (12,5% di quota). In termini di prodotti, i numeri più interessanti sono quelli delle bici e delle e-bike, grazie alla riscoperta delle “due ruote” da parte degli italiani sia per lo sport sia per la mobilità quotidiana. 

Vento in poppa anche per il segmento delle calzature sportive, le cui vendite continuano a crescere: +1,5% nel 2019 e +10,7% nel quinquennio 2015-2019. Decisivo l’apporto dell’e-commerce, arrivato al 16,2% di quota e cresciuto di +118,2% negli ultimi cinque anni. Nell’ultimo anno si conferma le performance positive delle vendite di sneaker, sia sul mercato interno che su quelli esteri, e si registra il boom delle calzature da trekking e outdoor.

Integratori, la “healthy routine” degli italiani

L’attenzione alla cura e al benessere da parte degli italiani è confermata anche dall’incessante crescita (+11,6% tra 2015 e 2019) del mercato dei prodotti di automedicazione, ossia farmaci acquistabili senza prescrizione medica e integratori notificati dal Servizio sanitario nazionale. Nel 2019 le vendite hanno sfiorato i 7 miliardi di euro (+1,9% annuo) e la performance migliore è stata quella degli integratori: +3,1% a valore e +1,1% a volume. Questi prodotti consentono agli italiani di prendersi cura del proprio benessere, sono disponibili in un ampio assortimento e sono spinti dal consiglio dei professionisti del settore, come medici e farmacisti. E proprio le farmacie restano il punto di vendita preferito e dominante, visto che canalizzano l’87,4% delle vendite dei prodotti di automedicazione e, nel corso dell’ultimo anno, hanno aumentato sia il fatturato che la quota di mercato. Invece gli altri canali, ossia parafarmacie e corner della grande distribuzione organizzata (con presenza di farmacista), cumulano una quota di mercato che si aggira sul 10%, con dinamiche annuali molto marginali.

Piccoli elettrodomestici

Con un aumento annuo di +5,9% delle vendite (+14,8% nel quinquennio), arrivate a 1,7 miliardi di euro, sono stati i piccoli elettrodomestici il segmento più vivace del comparto degli elettrodomestici. Il trend positivo del 2019 è legato soprattutto alla crescita delle performance dei prodotti per la cura della casa e di quella per la cura personale. Elettrodomestici che rendono meno faticose le pulizie (come gli aspirapolvere senza filo), che permettono di concedersi anche in casa momenti di piacere extradomestici (come le macchine per il caffè) o che aiutano a prendersi cura della propria estetica e salute, come gli asciugacapelli di nuova generazione e i prodotti legati all’igiene dentale.

Quanto ai canali, se si analizzano le vendite relative all’ultimo quinquennio, Internet segna un trend positivo a tre cifre: avvisaglia di come i luoghi e le modalità di acquisto da parte delle famiglie italiane, per quanto riguarda questa categoria di prodotti, stiano radicalmente cambiando.

Nota:

L’osservatorio si avvale dell’analisi micro e macro economica svolta da REF Ricerche, e delle previsioni delle vendite per canale e alla ricerca sul punto di vista del consumatore svolte da Metrica/TradeLab.

 

Per approfondire: nonfood.gs1it.org.

Mellin lancia la linea bio “Viaggio d’Italia:” eccellenze regionali a misura di bimbo

Mellin lancia la linea di alimenti per bambini biologica “Viaggio d’Italia”, un’esperienza alla scoperta delle eccellenze e dei sapori unici del nostro Paese.
L’elemento che contraddistingue i nuovi prodotti è, infatti, l’aver utilizzato materie prime biologiche scelte lungo tutto lo Stivale, per accompagnare il bambino in un percorso alla scoperta delle tradizioni alimentari della nostra penisola.
Mellin entra nell’alimentazione biologica con una modalità sicuramente distintiva: ponendo al centro del suo prodotto l’origine degli ingredienti, scelti con cura nelle regioni Italiane che offrono le migliori condizioni per la loro produzione e dove la loro coltivazione rappresenta una vera e propria tradizione ed eccellenza. L’elemento di continuità è la garanzia di sicurezza e specificità che gli alimenti per bambini riescono a garantire rispetto agli alimenti per adulti.
Mellin, da sempre attenta a quelle che sono le esigenze dei bambini e le richieste dei genitori, ha deciso di fare un ulteriore passo in avanti in questo ambito e ha basato lo sviluppo della nuova linea su 3 principi: le eccellenze regionali italiane, il biologico e la sostenibilità. Secondo le ultime ricerche*, oltre il 74% della popolazione italiana ha grande interesse per il tema della sostenibilità, trend in continua crescita, e il 90% è preoccupata per i danni alla salute provocati dai pesticidi usati in agricoltura, portando il 52% a prediligere prodotti da agricoltura biologica.
Le materie prime sono state selezionate tra le eccellenze regionali italiane per fare scoprire ai bambini il gusto unico della nostra terra, sin dallo svezzamento, e per questo l’azienda ha viaggiato lungo tutta la penisola e raccolto quelle che secondo gli standard Mellin sono delle eccellenze in diverse regioni italiane. Il Biologico si esprime nella ricerca e utilizzo di ingredienti coltivati rispettando la natura, offrendo prodotti buoni e semplici, preservando il sapore originario delle materie prime. Infine, la sostenibilità, perché è fondamentale salvaguardare l’ambiente nel quale cresceranno i piccoli.
Grande attenzione è stata data all’eccellenza nella scelta dei fornitori, tutti di fiducia e tutti selezionati rigorosamente secondo elevati standard di qualità e sicurezza tra coloro in grado di fornire materie prime italiane di eccellenza. Tra queste Farro, Grano Duro Cappelli e Riso che saranno i protagonisti dei primi prodotti della gamma:

Pam amplia l’assortimento bio, arrivano piantine aromatiche e monoporzioni

Pam Panorama punta al bio ampliando la gamma delle sue referenze MDD: tra le ultime novità dell’assortimento i triangolini di mais in monoporzioni, le birre biologiche blanche e bionde, una vasta gamma di prodotti studiati per la colazione, dal riso soffiato integrale alla granola con frutta secca, le esclusive referenze pet food biologiche a marchio Zóa e i prodotti per la cura della casa della linea Eco, grande novità dell’ultimo anno.

Da novembre, in tutti i punti vendita sarà anche disponibile una selezione di piantine aromatiche a marchio Bio Pam Panorama, perfette per dare un tocco di sapore ai propri piatti: il basilico per un pesto home-made, il coriandolo per vellutate dal gusto esotico, il timo per insaporire risotti e secondi piatti a base di carne o pesce e, infine, il rosmarino, per impreziosire arrosti e verdure al forno. Le piantine sono in vendita in pack completamente biodegradabili, dal vaso al film di confezionamento.

Inoltre, per far fronte alla stagione fredda, soddisfare il bisogno di praticità e al tempo stesso la ricerca di benessere e gusto, Pam Panorama è il primo ad aver introdotto in tutti gli store le zuppe fresche Bio in comodi bicchieri monoporzione. Sono cinque le referenze disponibili, studiate per incontrare i gusti e le necessità di ognuno: dal classico passato di verdura, alla crema di patate e porri per un pasto più sfizioso, fino alle zuppe ricche di verdure e cereali quali la quinoa, l’orzo, il farro e il riso rosso. Con l’autunno, inoltre, cresce anche l’offerta di legumi secchi Bio di origine 100% italiana, ideali per creare la propria zuppa o vellutata, oppure per preparare contorni all’insegna del benessere.

Novità anche sul ftonte non food grazie alla linea Arkalia Bio, che presenta otto nuove referenze pensate per una beauty routine tutta naturale: le salviette struccanti disponibili in due formati, due bagnodoccia, al cocco e all’Argan per garantire la massima idratazione, due shampoo con una formulazione specifica per i capelli grassi e per quelli fragili e due prodotti per l’igiene intima.

Tra i progetti ancora in sviluppo c’è poi una linea a marchio interamente dedicata all’alimentazione dei più piccoli, per portare sulle tavole la qualità dei prodotti Pam Panorama fin dallo svezzamento.

“Siamo orgogliosi che il nostro assortimento biologico continui a crescere, sempre nell’ottica di soddisfare le esigenze mutevoli dei consumatori. Infatti, ogni giorno siamo impegnati a instaurare collaborazioni con fornitori certificati e di qualità, fedeli al nostro obiettivo di offrire sempre il meglio a prezzi convenienti – ha spiegato Fulvio Faletra, Direttore Customer Engagement Pam Panorama -. Oggi abbiamo più di 200 referenze Bio, ma nel futuro ci piacerebbe riuscire a coprire sempre più, con il nostro assortimento, tutti i momenti della giornata.”

Rapporto Bio Bank 2018: continua l’avanzata del biologico, vola la cosmesi

Sempre più diffuso, al di là delle mode e degli integralismi: stiamo parlando del biologico e una conferma del suo successo viene dai numeri del nuovo rapporto Rapporto Bio Bank 2018, che verrà presentato ufficialmente al Sana di Bologna il 7 settembre e che pubblica e analizza i dati riferiti alle 10.001 attività censite da Bio Bank nel 2017: 9.075 per l’alimentazione e 926 per la cosmesi.

Un settore quello del biologico che ha superato i 5 miliardi di euro nel 2016 tra Italia ed estero, con un incremento del 16,3% rispetto all’anno precedente.

 

Aumentano le attività, nella cosmesi +177%

Negli ultimi cinque anni il numero di attivitàdelle otto tipologie monitorate nel Rapporto per gli Alimenti ècresciuto di oltre il 6%. A volare sono invece le tre tipologie di attivitàmonitorate per la Cosmesi, cresciute del 177%.


Per gli Alimenti ancora in testa gli e-commerce di alimenti bio, passati dai 147 del 2013 ai 344 del 2017, con una crescita del 134%, e i ristoranti bio, passati da 350 a 556, con una crescita del 58,9%. Seguono i 1.437 negozi specializzati di alimenti bio (+12,5%), le 1.311 mense scolastiche (+6,1%), i 238 mercatini (+3%), mentre le 2.879 aziende con vendita diretta crescono appena dell’1,5%. In calo gli agriturismi a quota 1.497 (-4,5%) e i gruppi d’acquisto solidale a 813 (-8,3%).

Per la Cosmesi guidano ancora il trend le profumerie bio, balzate dalle 49 del 2013 alle 245 del 2017 (+400%). Notevole lo sviluppo degli e-commerce di cosmesi bio, passati da 70 a 255 (+264,3%). Ma è significativo l’aumento delle aziende di cosmesi bio e detergenza eco certificate, che raddoppiano passando da 215 a 426 (+98,1%).

 

Lombardia prima della classe

La classifica delle regioni leader per numero assoluto di attivitàbio nel 2017 riconferma la Lombardia con ben 1.417 attività, prima per numero di gruppi d’acquisto, negozi, mense, aziende ed e-commerce di cosmesi. Al secondo posto ancora l’Emilia-Romagna con 1.312 attività, che primeggia con vendita diretta, mercatini, e-commerce di alimenti e ristoranti. Al terzo la Toscana con 1.126 realtà, regina incontrastata, e non ci sorpende, degli agriturismi. Anche alla guida della classifica per densitàdi attivitàsi riconfermano le stesse tre regioni del Centro Italia: le Marche con 397 attivitàper milione di abitanti, l’Umbria con 347 e la Toscana con 301.

Tra le regioni leader in Italia solo una èpresente sia nella classifica per numero sia in quella per densitàed èla Toscana. Tra le regioni leader in una singola tipologia entra per la prima volta il Sud, con la Campania, leader per numero di profumerie bio.

 

Polarizzazione tra basico e di alta qualità

Diecimila attivitàsono una fetta importante del biologico italiano, dall’alimentazione, dove il bio ha visto il suo esordio, alla cosmesi, dove la sua diffusione èpiùrecente. Dai canali storici, come i negozi specializzati, a quelli emergenti, come l’e-commerce.
Il perimetro del Rapporto Bio Bank non comprende quindi tutto il biologico – che ormai non ha più confini e si trova ovunque – ma fornisce dati quantitativi e qualitativi per leggere il cambiamento in atto e affrontare le nuove sfide. Oggi che sono entrate nel bio sia le multinazionali, sia grandi, medie e piccole aziende agroalimentari, si assiste a una polarizzazione. Da una parte il bio basico, che rispetta il regolamento europeo e si accontenta dell’Eurofoglia. Dall’altra le aziende storiche del bio, che continuano la scalata dei valori nel segno della qualità totale. Ma che in qualche modo diversificano e specificano, accogliendo nuove suggestioni: ecco allora nascere il biologico legato all’origine delle materie prime (locale, regionale, made in Italy), il biologico che si evolve in biodinamico, il biologico che fa filiera (assciurando un giusto prezzo ai produttori e una distribuzione equa del valore lungo tutta la catena), il biologico etico (attento alle condizioni di lavoro nelle campagne, avvelenate dalla piaga del pizzo e del caporalato), il biologico equosolidale, attento al sociale.

Nel rapporto è posisbile trovare l’andamento delle vendite bio negli ultimi dieci anni, i Trend 2013-2017 del numero di attività bio per le di 11 tipologie monitorate, le regioni Leader 2017 per numero assoluto e per densità, l’analisi puntuale di otto tipologie di attività per gli Alimenti e di tre per la Cosmesi, anche con dati storici. Le 58 pagine sono consultabili liberamente su Issuu.

Il biologico tra Gdo e negozi specializzati, l’analisi di Biobank

Cresce in Italia il mercato dei biologico, e lo fa grazie soprattutto ai supermercati, che un tempo erano indietro rispetto ai negozi specializzati. Ora i rapporti di forza tra i due canali si sono invertiti ma questo non è un dato né definitivo né immodificabile, visto che si tratta di un settore che premia coloro che sono più aperti al cambiamento. Quindi i negozi specializzati hanno ancora molte frecce al proprio arco.

Il pareggio nel 2015, poi la forbice s’allarga

L’analisi del settore è fatto dal rapporto “Supermercati&Specializzati 2018” di Focus Bio Bank, alla sua seconda edizione. Secondo lo studio l’anno zero del settore è stato il 2015, quello in cui le vendite di prodotti biologici nella grande distribuzione organizzata hanno praticamente pareggiato quelle nei negozi dedicati: 873 milioni di euro nei “super” e 862 nei negozi bio, in un mercato interno che valeva 2.660 milioni. Nel 2016 il divario si è accentuato: 1.191 milioni venduti nei supermercati e 892 nei negozi, in un mercato interno da 3.093 milioni complessivi.

Negli ultimi anni molte catene di ipermercati e supermercati si sono dotati di private label di alimenti biologici e le referenze sono passate dalle 644 del primo censimento Bio Bank del 2001 alle 3.529 del 2017. Oggi le prime tre catene per numero di referenze sono Coop (marca Vivi Verde Coop con 604 prodotti), Iper (marche iNaturale Bio e iNaturale Zerotre Bio, con 371 articoli) e Carrefour (Carrefour Bio, 308). Prodotti che ovviamente si sommano a quelli a marchio dei produttori. Dieci invece le catene con private label equosolidali, per un totale di 62 referenze.

Interessante lo studio degli approcci comunicativi dei prodotti di marca bio, che sono secondo Bio Bank essenzialmente quattro: il trasversale, che mette al centro lo stile di vita; il dedicato; il bollino biologico, che compare anche sugli articoli convenzionali; e il no logo scelto da Todis che non adotta un marchio particolare. Fermento intorno alla cosmesi naturale e bio: sono otto le catene che hanno una “private label” dedicata, con 135 referenze in tutto.

Quanto ai negozi specializzati, quarantaquattro anni dopo l’apertura del primo a Milano, “Il Girasole”, sono ormai 1.437, con Roma, Milano e Torino in testa tra le province con il maggiore numero assoluto e Imperia, Bolzano e Rimini con il maggior numero di insegne per abitanti.

E il futuro? L’Italia probabilmente seguirà l’esempio degli altri Paesi europei come le Francia, dove Carrefour vanta ormai 15 punti vendita specializzati e dove Leclerc ha annunciato addirittura 200 negozi bio.

Il report digitale Focus Bio Bank – Supermercati & Specializzati 2018 si può sfogliare, leggere e consultare liberamente su Issuu all’indirizzo https://bit.ly/2k4AWZ1.

Parte da Milano durante la Milano Food City la Festa del Bio, kermesse Federbio

Promuovere la conoscenza e il consumo dei prodotti biologici nel rispetto dell’ambiente, dell’uomo e della biodiversità: è questo l’obiettivo della Festa del Bio, organizzata da FederBio, che ritorna anche quest’anno e comincia il suo tour, che coprirà da maggio a settembre 2018 cinque grandi città italiane, da Milano. 

Il taglio ufficiale del nastro è previsto nella centralissima Via dei Mercanti il prossimo 12 maggio, dalle 10 alle 19, nell’ambito di Milano Food City, in partnership con Fiera Milano/Tuttofood. FederBio si è inserita nel ricco calendario di eventi della Settimana meneghina del Cibo per raccontare e vivere il cibo e la cultura dell’alimentazione naturale incontrando un pubblico estremamente vario, al quale raccontare l’importanza del consumo di cibo biologico certificato.

L’evento è uno spazio aperto di confronto, ricerca, comunicazione e arricchimento reciproco, disponibile a tutti e coinvolge da mattina a sera produttori, aziende, consumatori, giornalisti, blogger, esperti, studenti, adulti e bambini con un nutrito programma di attività informative e ludiche.

Tra le iniziative, il talk show dal titolo “Il valore del benessere animale in agricoltura biologica” per evidenziare che il principio guida degli allevamenti biologici è il miglioramento delle condizioni di vita degli animali in linea con gli standard predisposti da FederBio. L’altro talk, intitolato “#ipesticididentrodinoi: la scelta per la salute nostra e del pianeta è in mano alle donne”, sarà una tavola rotonda al femminile per parlare di chi non fa uso di pesticidi e fertilizzanti di sintesi sui campi, di chi produce e vende alimenti puliti e vede un altro futuro per il Paese.

Non manca il concorso. “Dal Campo allo Scaffale, dal Produttore al Consumatore” coinvolgerà studenti e gruppi di lavoro delle facoltà di Agraria, Economia e Commercio e Scienze della Comunicazione delle città in cui si svolgerà la Festa del Bio. Le idee e i progetti prodotti dagli studenti saranno valutati da una giuria di esperti e sarà premiato il progetto migliore di ogni singola tappa. In occasione dell’appuntamento finale del tour a Bologna sarà selezionato il vincitore assoluto. I progetti e le idee ammessi al concorso devono rientrare in una delle tre categorie: Amici del Territorio, tra sostenibilità e creatività; Impresa e Reti d’impresa Bio; Comunica il Bio.

Insieme a focus group, incontri con i media, istituzioni e mondo della ricerca, il Villaggio del Bio ospita anche innumerevoli spazi espositivi per presentare un’ampia gamma di prodotti e servizi del mondo biologico e dialogare con il pubblico: un nutrito programma di intrattenimento ludico e informativo invita a trascorrere alcune ore all’interno del Villaggio per imparare a leggere un’etichetta Bio, capire il significato di agricoltura biologica e biodinamica, conoscere i benefici derivanti dal consumo di alimenti biologici. Il tutto condito da momenti di convivialità, come il concorso fotografico #scattailatoBIO, gli eventi dedicati ai più piccoli all’interno del Baby BIOpark, come il laboratorio Esperienza Tattile, curato da Fileni BIO, che prevede il coinvolgimento dei bambini in un’esperienza tattile/sensoriale alla scoperta della filiera biologica o la merenda Bio a cura di Rigoni di Asiago, Barilla e Granarolo con le loro linee di prodotti biologici.

Sempre nell’ottica della valorizzazione delle eccellenze del biologico Made in Italy, viene organizzato l’altro concorso “Buono è Bio” per promuovere la formazione dei cuochi del futuro e avvicinarli all’uso in cucina di prodotti biologici certificati. In questo caso ad essere coinvolti saranno gli studenti di cinque Istituti alberghieri che realizzeranno un Bio Menù, che sarà costruito con la selezione dei piatti più meritevoli realizzati in diretta nel corso di alcuni show cooking.

“L’obiettivo della Festa del BIO che ben si identifica con la mission di FederBio – sottolinea il presidente di FederBio, Paolo Carnemolla – è avvicinare il maggior numero di persone al mondo del biologico, trasmettere i valori dell’agricoltura biologica e biodinamica e diffondere la cultura del consumo di cibo sano e prodotto senza agenti chimici. Per rendere sempre più edotti e consapevoli i consumatori circa il valore della scelta biologica, ritengo che l’idea di organizzare un originale e dinamico road show, aperto al pubblico per offrire momenti di comunicazione, convivialità e degustazione, sia quella giusta”.

Dopo la tappa milanese, la Festa del Bio si sposterà a Torino (26 maggio), Roma (9 giugno), Verona (23 giugno) per chiudere a Bologna (8 settembre).

 

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