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Alce nero cresce per il nono anno, ottima performance nella Gdo

Per il nono anno consecutivo Alce Nero S.p.A. incrementa il fatturato. Il gruppo di più di mille agricoltori e apicoltori biologici, in Italia e nel mondo, con sede a Monterenzio, Bologna, chiude l’esercizio fiscale 2014 con un fatturato consolidato di 54,5 milioni di euro, in crescita dell’8% rispetto al 2013, nonostante la cessione al socio Conapi Soc. Coop. – avvenuta lo scorso luglio 2014 – del marchio Mielizia e delle Private Label relative al miele.

Ottime le performance del brand Alce Nero, che negli ultimi mesi ha raggiunto picchi di crescita del 40%, con un fatturato che si attesta a 36,4 milioni di euro, il 26% in più rispetto all’anno precedente. Il marchio Alce Nero rappresenta oggi il 67% del fatturato globale del gruppo con una previsione di raggiungere l’80% nel 2015. L’andamento, positivo su tutti i segmenti distributivi, segna in particolare nella GDO una crescita del 36% e nei canali tradizionali dedicati al settore biologico +25,4%, attestando la crescita globale sul mercato nazionale del 34%. In lieve flessione il mercato estero (-3,6%), dato legato in particolare all’andamento negativo del mercato Giapponese.

Tra i prodotti che hanno trainato l’incremento di fatturato da segnalare in particolare la nuova linea per bambini da zero a tre anni Alce Nero Baby, ma anche le passate, le polpe e i sughi di pomodoro bio, così come i frollini totalmente privi di olio di palma, le composte, i mieli e i legumi lessati.

Massimo Monti.
Massimo Monti.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti e ci proponiamo di continuare nel trend di crescita. Per il marchio Alce Nero l’obiettivo minimo del 2015 è di raggiungere un ulteriore incremento del 12%, anche se l’ottimo inizio del 2015 e i programmi di lancio di nuove referenze ci fanno essere ottimisti rispetto a risultati anche migliori. Questo nonostante la prima parte dell’anno sia risultata particolarmente complessa sul fronte della disponibilità di materia prima biologica, in particolare olio, farro e miele, a causa degli scarsi raccolti del 2014” commenta Massimo Monti, Amministratore Delegato Alce Nero. “La crescita di Alce Nero è per noi una conferma: il biologico è l’agricoltura del domani, ed è destinato a mandare nella nicchia il cibo sconosciuto, che non ha nome né origine, che non costruisce fiducia e benessere”.

Apre a Carate Brianza il 131° punto vendita Natura Sì

La principale catena di supermercati biologici italiani, Natura Sì, apre il weekend prossimo il 131° punto vendita a Carate Brianza. L’inaugurazione si terrà venerdì 27 e sabato 28 febbraio in Via Enrico Toti 41. Una nuova apertura, la quarta tra provincia brianzola e Monza città, che ha l’obiettivo di divulgare in zona la cultura del bio e rispondere alle esigenze crescenti dei consumatori in fatto di sicurezza alimentare, qualità e tutela ambientale.

Il reparto ortofrutta.

Un luogo tranquillo, dove effettuare la propria spesa in serenità, nel quale scoprire il significato di agricoltura biologica, avvicinarsi al mondo del bio – fatto di rispetto e tutela per l’ambiente, per la biodiversità e per il lavoro dei piccoli produttori – entrando in contatto con persone che lavorano tutti i giorni la terra con l’obiettivo di offrire prodotti di qualità attenti al benessere dell’uomo.

Sviluppato su 250 metri quadrati, il nuovo punto vendita offre oltre 4.000 prodotti biologici certificati e naturali tra i quali anche referenze adatte a chi segue un regime alimentare vegano, prodotti privi di glutine e alimenti per chi soffre delle più frequenti intolleranze alimentari, ma anche tutto ciò che serve alla cura e alla crescita dei più piccoli. Il supermercato è suddiviso in aree: dall’ortofrutta, con prodotti che esprimono al meglio la relazione diretta tra l’uomo e la terra al settore dei freschi, dove beneficiare della relazione diretta con gli addetti alle vendite, dalla zona dedicata al food confezionato all’erboristeria, luogo nel quale scoprire i migliori prodotti per nutrire la propria pelle e per prendersi cura in modo naturale del proprio corpo, sino all’enoteca dedicata a vini bio, lo spazio libri e il punto promozioni, dove trovare centinaia di prodotti in offerta. Lungo il percorso all’interno del punto vendita, sono numerose le occasione per sentirsi parte di un sistema che pone al centro l’agricoltura e gli agricoltori bio.

A Pasqua le uova solidali Fairtraide si fanno in sette

A ognuno il suo gusto, al bianco cioccolato o fondente, l’importante è che sia cioccolato sotto forma di uova di Pasqua, ma soprattutto che sia una festa per tutti: e allora Fairtrade quest’anno propone sette uova realizzate con cacao e zucchero che arrivano da organizzazioni dove è rispettato il lavoro delle persone e l’ambiente. Un requisito sempre più importante per i consumatori, tanto che nel 2013 i prodotti certificati Fairtrade hanno raggiunto un valore complessivo del venduto a livello globale di 5,5 miliardi di euro (+15% sull’anno precedente). E cacao e zucchero sono proprio tra i prodotti più richiesti insieme a caffè, banane e fiori.
Il commercio equo assicura ai produttori il pagamento di un prezzo stabile in grado di coprire tutti i costi di produzione, il Fairtrade Minimum Price, e un margine di guadagno aggiuntivo per avviare programmi di sviluppo delle comunità, il Fairtrade Premium.

Sole ad esempio è una onlus piemontese che grazie alla distribuzione di uova di cioccolato al latte Fairtrade raccoglie fondi per i propri progetti in Africa. Grazie ai proventi delle vendite dello scorso anno, ad esempio, l’organizzazione ha realizzato un sistema di raccolta per l’acqua piovana e due cisterne da cinquemila litri in Mozambico.

Le uova di cioccolato della linea Solidal di Coop certificate Fairtrade sono in cioccolato fondente o al latte, realizzate con cacao e zucchero Fairtrade provenienti da organizzazioni di Repubblica Dominicana, Perù, Costa Rica, Swaziland, Paraguay e India. Le uova saranno in vendita nei supermercati e ipermercati Coop di tutta la penisola.
Passando ai piccoli fomati, l’ovetto Fairtrade di cioccolato al latte bio distribuito da Baum si chiama Ponchito. Ed è disponibile in due versioni per accontentare tutti: tradizionale da 20 gr e formato xl da 50 gr, entrambe realizzate con cacao e zucchero di canna del commercio equo certificato di Rep. Dominicana e Paraguay. Le sorprese all’interno sono create da artigiani di Paesi in via di sviluppo e di cooperative sociali italiane. I Ponchito si possono acquistare nei punti vendita Coop Estense di Sicilia, Puglia, Modena e Ferrara, negozi Bio c’ Bon Italia, nelle botteghe del mondo e nei supermercati Ecor-NaturaSì.
Per chi è alla ricerca del prodotto biologico, Antica Norba propone invece uova di cioccolato al latte o extrafondente Fairtrade. Saranno distribuite da Baule Volante, e nel Lazio si potranno acquistare anche nei punti vendita “Pane e cioccolato” e presso il “Museo del cioccolato” di Norma (Lt).

Nei supermercati NaturaSì e CuoreBio i prodotti bio liberi dalla ‘ndrangheta della Coop Goel Bio

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A sinistra Fabio Brescacin Presidente di EcorNaturaSì, a destra
Vincenzo Linarello, presidente del Gruppo Cooperativo Goel

La promozione dei valori più forti dell’agricoltura biologica con un’attenzione alla tutela economica e sociale del territorio è al centro dell’intesa tra GOEL Bio ed EcorNaturaSì.

GOEL Bio, infatti, è espressione del Gruppo Cooperativo GOEL  e nasce per opporsi alle aggressioni e alle infiltrazioni della ‘ndrangheta in ambito agricolo oltre che per creare condizioni di dignità per i produttori soci e per i lavoratori. Agrumi e prodotti della terra calabrese che nascono da aziende agricole riscattate alla ‘ndrangheta, alle quali viene garantito il giusto prezzo per il loro lavoro e dove, attraverso l’applicazione di un rigoroso protocollo etico, non esiste lavoro nero e illegale.

L’intesa tra Goel Bio ed EcorNaturaSì prevede la distribuzione dei prodotti freschi (arance, clementine, bergamotti, cipolla rossa, peperoncino) e confezionati (olio extra-vergine di oliva, miele, vellutata di cipolla rossa, di peperoncino, marmellata di bergamotto, di agrumi freschi, di clementine) nei supermercati NaturaSi e CuoreBio e in tutti i negozi specializzati in alimentazione biologica del territorio nazionale.

Il gruppo EcorNaturaSì ha inoltre aderito al progetto GOEL Bio come socio sovventore nella convinzione che investire sull’etica crea prospettive di sviluppo per tutti.

Spiega Fabio Brescacin Presidente di EcorNaturaSì: «Operare nel bio non significa solo sostenere la qualità del prodotto e dare un cibo sano alle persone, ma significa lavorare per un sano sistema agricolo, ecologicamente ma anche socialmente, quindi uscire dalla piaga del lavoro nero a cui molte aziende spesso sono spinte a causa dei prezzi troppo bassi dei prodotti agricoli e da forme di illecite appropriazioni dei terreni agricoli».

Vincenzo Linarello, presidente del Gruppo Cooperativo GOEL ha affermato che “Opporsi alla ‘ndrangheta non è un problema ormai solo dei Calabresi. Così come il rispetto della dignità dei produttori agricoli e dei lavoratori è un investimento che giova anche ai consumatori. Il futuro è un’opera comunitaria dove nessun interesse di parte deve essere posto sopra quello degli altri: conciliare l’interesse di tutti è la vera sfida dell’etica e dell’innovazione.”

GOEL Bio sta potenziando la produzione di agrumi grazie alla costruzione di un nuovo centro di confezionamento nella Locride che nascerà grazie all’importante sostegno di Enel Cuore che ne sta cofinanziando l’investimento. Questo consentirà presto di poter accogliere nuovi produttori in GOEL Bio e ampliare la distribuzione di agrumi biologici.

Arriva dalla Sicilia l’avocado bio solidale di Altromercato

È 100% italiano e biologico, coltivato a Marsala da Agricoop impiegando lavoratori svantaggiati, come immigrati ed ex detenuti, e operando su terreni sottratti alla criminalità organizzata, secondo i criteri del Commercio Equo e Solidale l’Avocado Biologico Solidale Italiano di Altromercato.

L’avocado entra a far parte della gamma del Solidale Italiano Altromercato, progetto che si pone l’obiettivo di valorizzare i prodotti agroalimentari italiani, realizzati da realtà produttive di qualità, ecologicamente e socialmente responsabili. Avviato nel 2011 con alcuni dei prodotti tipici simbolo dell’Italia – pomodori, pasta, olio – il progetto promuove i valori di sostenibilità, equità e legalità per produzioni biologiche di eccellenza, che tutelano la biodiversità e le tipicità del territorio, nel rispetto dell’ambiente e dei diritti delle persone. Sono prodotti coltivati in aree del Paese in via di spopolamento e da percorsi virtuosi di riaffermazione della legalità, di inclusione sociale e di contrasto allo sfruttamento e al caporalato.

L’Avocado Biologico Solidale Italiano, di varietà “Hass” è distribuito da Ctm Agrofair, società specializzata nella distribuzione di frutta fresca del Commercio Equo e Solidale, ed è disponibile in molte delle 300 Botteghe Altromercato su tutto il territorio nazionale

Annus horribilis per l’olio italiano: -35%, prezzi top, rischio frodi. Porte aperte alla Tunisia

Maltempo, malattie e parassiti che si sono abbattuti sull’Italia nel 2014 hanno falcidiato la produzione di olio italiano (vd Anno difficile per l’olio d’oliva  italiano. Ci salverà il blending). Il calo della produzione si stima porterà sugli scaffali della Gdo nel 2015 il 35 per cento di olio di oliva italiano in meno (ma anche il – 25 per cento di agrumi, – 15 per cento di vino e fino al 50 per cento di miele Made in Italy in meno).

Causa penuria diminuiranno le promozioni?

Secondo l’osservatorio economico di Unaprol, consorzio olivicolo italiano, i consumatori italiani hanno acquistato nel 2014 nella GDO (Iper +Super), olio extra vergine di oliva con un prezzo medio di 4,11 € litro per un totale di 634 milioni di euro. Bene il segmento premium, con gli evo bio venduti mediamente a 8,13 € litro per un totale di 18 milioni di euro e le Dop vendute a circa 11 € litro per un totale di oltre 31 milioni di euro. Premia anche il 100% italiano, che ha venduto per 111 milioni di euro con un prezzo medio a scaffale di 5,12 € litro. Doppio o quasi triplo il prezzo per le prime due categorie e del 20% circa in più per la terza. Il “ma” sono le promozioni, che hanno raggiunto il 66% sul prodotto extra vergine. “L’analisi effettuata da Unaprol dei dati di vendita di fonte IRI_infoscan nel periodo 2008/2014, mostra sì tenuta delle vendite di extra vergine all’interno della GDO, ma evidenzia che una percentuale alta del prodotto viene venduta in promozione – ha detto Pietro Sandali direttore generale Unaprol – a dimostrazione che l’olio extra vergine di oliva convenzionale viene spesso utilizzato come prodotto civetta”.

I consumi di olio extra vergine nel 2014 sono aumentati del 3% rispetto al 2013 (gli italiani consumano 12 litri di olio di oliva all’anno a testa, di cui 7,5 litri extra vergine), ma nell’arco dei sei anni si registra una leggera flessione per l’extra vergine convenzionale che viene attenuata in parte, in valore, dai prodotti dei segmenti BIO e DOP e, in volume, per la categoria 100% italiano che nel 2014 ha venduto quasi 22 milioni di litri.

Prezzi alle stelle, buyer internazionali alla finestra

L’allarme viene da Sol&Agrifood, salone dell’agroalimentare a fine marzo a Verona: i prezzi dell’olio evo sono raddoppiati nell’ultimo anno, con quotazione al mercato di Jaen in Spagna fino a 3,40 euro/kg, contro 1,80 euro/kg di un anno fa, mentre in Italia, sulla piazza di Bari, si va sopra i 6 euro/kg, contro i 3 euro/kg del 2014.

È allarme per i buyer internazionali, specie dei Paesi non produttori, come il Giappone, meno informati sulla pessima campagna olearia dell’anno scorso. Ma già a breve potrebbero scendere i prezzi e stabilizzarsi: l’Unione Europea ha infatti deciso di aumentare la flessibilità delle importazioni agevolate, cioè senza dazi, di olio d’oliva dalla Tunisia. Il contingente massimo di 56.700 tonnellate rimarrà immutato, ma saranno raddoppiate le soglie massime mensili, che passano da 5.000 a 9.000 tonnellate/mese in febbraio e marzo e a 8.000 tonnellate da aprile a ottobre. Le quotazioni dell’olio di oliva tunisini oggi sono inferiori ai 3 euro/kg e potrebbero portare a una modesta riduzione delle quotazioni, specie in Spagna. La Tunisia nel 2013 si è confermata come il principale fornitore extracomunitario di “olio di oliva”, anche se in calo dalle 76mila tonnellate del 2012 a 62mila tonnellate, calo dovuto anche all’incremento delle importazioni dalla Turchia.

 

Rischio frodi

Dati questi numeri l’allarme del Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare è netto: c’è il concreto rischio di un aumento delle frodi a tavola. Soprattutto nei segmenti low cost. È indubbio che i consumatori porteranno quest’anno in tavola oli non del tutto italiani, o completamente provenienti da Paesi esteri. Ma va considerato che, anche in anni “non sospetti”, la quota di importazioni di olio (da Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia) era già altissima, almeno dell’80%.

Fairtrade a Biofach con uno stand con 100 operatori

Sarà presente a Biofach a Norimberga, la principale fiera del biologico che si terrà dall’11 al 14 febbraio, con uno stand istituzionale e più di 100 operatori certificati Fairtrade. Dalla frutta fresca alle bevande, dai cereali al cotone, senza dimenticare i tradizionali prodotti di punta (caffè, cioccolato e tè) in fiera saranno presenti un centinaio di espositori del commercio equo e solidale certificati Fairtrade. Arrivano da tutto il mondo e portano la testimonianza di filiere e prodotti realizzati con un alto valore aggiunto: solo in Italia circa il 50% del valore del venduto dei prodotti è rappresentato dai prodotti bio (dato 2013).

Tra le aziende italiane esporranno Alce Nero (Hall 6 / 6-230); Almaverde Bio Italia srl (Hall 4 / 4-515); Baum (Hall 4 / 4-240); Brio (Hall 6 / 6-145a); Caffè Gioia (Hall 4 / 4-261); Caffè Haiti Roma (Hall 4 / 4-651); Caffè Molinari (Hall 4 / 4-407); Caffè Paranà (Hall 4 / 4-651); Caracol e Punto Equo (Hall 4 / 4-118); Conapi (Hall 6 / 6-133); Fratelli Damiano & C. (Hall 1 / 1-403); Icam (Hall 4 / 4-641); Natura Nuova (Hall 4 / 4-545); Schreyögg caffè (Hall 7 / 7-355c) e Torrefazione Caffè Michele Battista (Hall 4 / 4-221c).

Salumificio Pedrazzoli porta la norcineria bio a Biofach

Possono essere considerati dei veterani del biologico quello di Salumificio Pedrazzoli, azienda mantovana attiva nel bio dal 1996. Prodotti con carne 100% italiana, allevata macellata e lavorata seguendo le tradizioni e le antiche ricette regionali, i salumi di Salumificio Pedrazzoli saranno anche quest’anno a Biofach, la fiera mondiale sul biologico di Norimberga in programma dall’11 al 14 febbraio 2015, all’interno dell’area “BiOrganic LifeStyle”, che raggruppa le eccellenze del bio Made in Italy. Tra le quali non potevano mancare i salami biologici, prodotti che esprimono le antiche tradizioni italiane di conservazione della carne e che valorizzano l’elevata qualità della materia prima.

“Noi di Pedrazzoli pensiamo che per fare un buon prodotto sia necessario partire da un’ottima materia prima: il processo produttivo e le ricette hanno poco valore se non si parte da questo primo ed essenziale  presupposto – dichiara Elisa Pedrazzoli, Responsabile della Linea Biologica e Direttore Commerciale estero di Salumificio Pedrazzoli -. A determinare la qualità e il gusto delle carni suine concorrono quattro fattori: quello genetico, quello dell’alimentazione, quello della macellazione e il benessere animale. Salumificio Pedrazzoli alleva il suino italiano pesante, che è il maiale che più si addice alle produzioni tipiche italiane per la maturità delle sue carni e la qualità del suo grasso. Abbiamo scelto la via del bio dal 1996 perché siamo convinti che facendo vivere bene gli animali otteniamo carne buona, saporita e morbida per produrre salumi attenti anche al benessere dell’uomo”.

Salumificio Pedrazzoli si contraddistingue dalle altre realtà del settore per essere tra le poche in Italia a potersi definire allo stesso tempo Produttore e Allevatore, aspetto che gli permette di garantire, per tutti i suoi prodotti la totale tracciabilità delle carni e di tutte le materie prime utilizzate, tutelando il consumatore da possibili rischi legati alla qualità e genuinità dei prodotti.

Oggi Salumificio Pedrazzoli si qualifica come leader nella produzione di salumi biologici e tradizionali ed è tra i principali attori dell’export di salumi in Germania, dove è presente nel mercato con il marchio PrimaVera proponendo circa 60 differenti salumi/referenze biologiche.

Torna a febbraio Biofach, “la” fiera del biologico

Andrà in scena dall’11 al 14 febbraio a Nuremberg, in Germania, Biofach e Vivaness 2015: Food for Thought, le fiere del biologico e della cosmesi naturale che riuniranno circa 2.200 espositori (200 dei quali al Salone Internazionale della Cosmesi Naturale) e circa 42.000 visitatori professionali attesi.

All’interno della manifestazione  si svolgerà un imponente convegno sul biologico che, tramite quasi 100 conferenze e gruppi di discussione, coivolgerà più di 6.500 partecipanti. In discussione, argomenti che muovono il comparto e danno forma al futuro del mercato globale e del movimento biologico, influenzando altresì la politica, partendo dal tema chiave di quest’anno “Organic 3.0 – buone condizioni quadro per più bio”. Il congresso si articolerà in sette forum, con il debutto del Forum della scienza e del Forum della politica. Agricoltura sostenibile, alimentazione free from, e tendenze del bio del futuro saranno tra i “temi caldi” trattati. Tutte le conferenze sono aperte e gratuite per i partecipanti di Biofach e Vivaness.

Come si posiziona la cosmesi naturale a fronte dell’andamento dinamico del mercato? Come può svilupparsi ulteriormente il settore? Quali temi muovono gli attori del mercato?  A queste domande risponderà il Forum VIVANESS, il congresso del Salone Internazionale della Cosmesi Naturale con sette manifestazioni. Nella giornata del 12 febbraio, dedicata ai mercati internazionali, si terrà la manifestazione “Italia, il mercato si muove ancora!”.

Per programmare la visita al salone e al congresso espositori, consultare la sezione Highlights & Congress sui siti di Biofach e di Vivaness.

 

OGM: Stati liberi di vietare ma falle nella nuova legge

Ogni Stato membro dell’UE potrà limitare o vietare la coltivazione di colture contenenti organismi geneticamente modificati (OGM). Lo stabilisce la legge approvata ieri dal Parlamento europeo con 480 voti favorevoli, 159 voti contrari e 58 astensioni e che entrerà in vigore nella primavera del 2015. Un testo di compromesso che, se consente di fatto la scelta al singolo stato, secondo le associazioni del biologico non dà le dovute garanzie né agli agricoltori né al consumatore.

 

La nuova normativa

Oltre alla possibilità data agli Stati membri di vietare gli OGM (a oggi sono nove i Paesi che hanno fatto questa scelta, Italia compresa, mentre solo in quattro, e principalmente in Spagna, esistono coltivazioni OGM), si è ampliata la “rosa” delle motivazioni: non solo per ragioni di politica ambientale, diverse da quelle espresse nella valutazione dei rischi legati alla salute e all’ambiente effettuata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), ma anche “altri motivi, quali gli obiettivi di pianificazione urbana e rurale, l’impatto socio-economico, per evitare la presenza involontaria di OGM in altri prodotti, e gli obiettivi della politica agricola“. Prima che uno Stato membro possa adottare tali misure, però, l’azienda che coltiva l’OGM oggetto del processo di autorizzazione può esprimere il suo accordo alle restrizioni prevista all’immissione in commercio. Tuttavia, nel caso la società non sia d’accordo, lo Stato membro può imporre il divieto in maniera unilaterale. L’accordo siglato prevede che gli Stati membri garantiscano “aree cuscinetto” in modo che le colture GM non contaminino altri prodotti e una particolare attenzione deve essere rivolta alla prevenzione della contaminazione transfrontaliera con i Paesi vicini. Il mais MON810 è attualmente l’unica coltura GM autorizzata e coltivata nell’UE.

 

“Ambiguità e vaghezze” per il mondo bio, soddisfazione da Coldiretti 

Una legge che secondo alcuni era “l’unico compromesso possibile” tra le fazioni opposte dopo quattro anni di trattative. Secondo le tre principali associazioni, AIAB, FederBio e Associazione Agricoltura Biodinamica, “Il voto di oggi, nonostante le innegabili ricadute positive, rischia di essere un regalo alle multinazionali del biotech. Allo stesso tempo, ponendo limiti all’obbligo di etichettatura, si ignora la volontà di gran parte dei cittadini che, a più riprese, hanno detto ‘no’ agli OGM”. Inoltre, ci sarebbero ambiguità e vaghezze sull’introduzione delle ragioni ambientali invocabili da ogni Stato per sostenere il divieto di coltivare prodotti transgenici. “Un notevole danno anche economico – sottolinea Carlo Triarico, presidente dell’Associazione Agricoltura Biodinamica – se si pensa al boom di domanda interna ed esportazioni che ha avuto negli ultimi anni l’agricoltura biologica e biodinamica. Così si tagliano le gambe a uno dei pochi settori in crescita, che fa dell’Italia un gioiello nella produzione dell’agroalimentare di qualità”.

Fortemente critici sinistra e verdi che hanno votato contro, “per il principio che un’azienda sia messa alla pari di uno stato e per l’assenza di sicurezze sulla protezione delle coltivazioni “altre” dalla contaminazione, per le quali nel caso non c’è la possibilità di chiedere un risarcimento”.

Soddisfatta invece Coldiretti: “La libertà di non coltivare Ogm come ha fatto fino ad ora l’Italia e come chiedono quasi 8 cittadini su 10 che si oppongono al biotech nei campi è una ottima chiusura del semestre di presidenza italiano dell’Unione – ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo -. Siamo di fronte ad un importante e atteso riconoscimento della sovranità degli Stati di fronte al pressing e alle ripetute provocazioni delle multinazionali del biotech. L’Europa da un lato, le Alpi e il mare dall’altro, renderanno l’Italia finalmente sicura da ogni contaminazione da OGM a tutela della straordinaria  biodiversità e del patrimonio di distintività del Made in Italy.

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