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Pagamenti digitali, a tagliare le commissioni ci pensa kevin.

Le alternative al contante hanno tanti pregi, ma dal punto di vista del venditore hanno anche un non trascurabile difetto: le commissioni, cioè il costo sulla singola transazione. Un possibile rimedio arriva ora dalla Lituania ad opera di kevin., azienda fondata da Pavel Sokolovas e Tadas Tamosiunas, due esperti nel settore dei pagamenti digitali, che di recente hanno concluso un round di finanziamento da 65 milioni di euro, dopo i primi 10 milioni raccolti a dicembre 2021.

L’idea è semplice da spiegare: kevin. si prefigge di sostituirsi alla catena di intermediari che stanno dietro a un pagamento digitale o con carta di credito. “Grazie alla nostra tecnologia – dice Filippo Bergamin, Country Manager di kevin. in Italia – il pagamento avviene con una modalità A2A, account to account, cioè dal conto bancario dell’acquirente a quello del beneficiario mediante bonifico”. La commissione per il venditore scende così a massimo 5 centesimi di euro sulle transazioni online, a prescindere dal loro importo, mentre il risparmio sui costi potrebbe arrivare al 50% nel caso delle transazioni tramite Pos.

Per l’acquirente non cambia nulla sotto il profilo della user experience e soprattutto in termini economici: “Ormai meno del 10% degli istituti bancari europei prevede un costo per i bonifici online” sostiene Bergamin. Va evidenziato, però, che kevin. è una tech company e non fornisce credito. La sua soluzione non è perciò comparabile con una classica carta di credito: affinché il pagamento vada a buon fine, è necessario che l’acquirente abbia la corrispondente disponibilità sul conto. Inoltre, il bonifico non è istantaneo – perché di solito questa tipologia di operazione non è gratuita – ma diventa da subito non revocabile. 

La società lituana dichiara di potersi interfacciare con il 95% del sistema bancario europeo e intende investire anche sul “fisico”, raggiungendo accordi con i produttori di Pos: “Prevediamo una diffusione e una crescita rapida della nostra offerta – afferma Bergamin – puntando ad una copertura europea dei terminali di pagamento dell’85% entro la fine del 2023”.

L’infrastruttura di kevin. è stata già adottata da Decathlon per le vendite online nei mercati baltici e sono in corso trattative per estenderne l’applicazione anche agli acquisti fatti in negozio. “La prima transazione è stata effettuata in Lituania in un negozio di sushi – afferma Bergamin – e tra i nostri clienti, sempre in quel mercato, abbiamo anche dei supermercati”. In pratica, kevin. non si rivolge direttamente ai consumatori, bensì propone ai merchant e agli istituti bancari di integrare la sua tecnologia nelle loro app, in modo da poter fornire alla loro clientela la possibilità di pagare beni o servizi con la formula A2A. Ma perché un utente finale dovrebbe preferire questa opzione? “Nel caso di un’insegna della Gdo – replica Bergamin – si potrebbe pensare a una forma di cashback, riversando sul cliente parte del risparmio ottenuto sui costi di transazione”.

Commissioni sulle carte, EuroCommerce chiede regole condivise

Il Consorzio Bancomat si è accordato con l'Antitrust per applicare una commissione fissa di 7 centesimi sui pagamenti.

Quanto costano i pagamenti con carta, e quanto dovrebbero incidere le commissioni su commercianti e consumatori? La commissione europea questa settimana sta cercando di definire delle regole condivise con lo scopo di garantire una maggiore competizione e innovazione nel mercato dei pagamenti, che sta come sappiamo per subire grandi sconvolgimenti con l’ingresso del contactless, ad esempio. I rappresentanti del commercio riuniti in EuroCommerce, spesso critici verso condizioni che incidono pesantemente sui costi annui (vedi il “caso” Walmart vs Apple Pay), hanno chiesto alla politica di intervenire per creare “regole comuni per un mercato comune”.

Il testo al momento in discussione presenterebbe alcuni problemi: prima di tutto esclude alcune carte di credito non europee come Amex per quote di mercato sotto il 5%: ciò penalizzerebbe settori come alberghi e compagnie aeree che dovrebbero fare i conti con carte molto più care del resto del mercato. Inoltre non ci sarebbero “certezze legali”: la proposta di una “media pesata” consente ai Paesi Ue di avere un sistema con alcune carte che hanno commissioni che superano il tetto dello 0,2% e altre che sono sotto. La media sarebbe calcolata su base annua con un meccanismo complesso, che renderebbe difficile controllare il rispetto delle regole da parte di retailer e consumatori. Infine sarebbero troppe le eccezioni per i vari stati membri, uno dei quali ha già richiesto una proroga di due anni nell’applicazione della legge.

EuroCommerce, l’organismo che riunisce i retailer e le associazioni di commercianti di 31 Paesi europei, chiede che sia rimossa dal testo di legge la media pesata per ritornare a un tetto fisso dello 0,2% o di 7 centesimi, di far partire le nuove regole in tutti gli Stati entro sei mesi dall’approvazione, e di includere le carte commerciali e di terze parti, senza eccezioni.

Secondo il direttore di EuroCommerce Christian Verschueren “questa è una delle leggi più importanti che influenzerà i commercianti e i consumatori per gli anni a venire: dobbiamo pensarla bene. Alcuni compromessi sono necessari, ma non a spese dei principi di base del mercato unico”.

Intanto il Consorzio Bancomat, il circuito più diffuso in Italia con 30 milioni di carte di debito in circolazione (80% del totale nel 2012) e 1,3 milioni di Pos attivi (85%) ha deciso di far passare le commissioni interbancarie da 10 a 7 centesimi per ogni operazione. In futuro questo valore sarà ancorato a un’analisi dei costi sostenuti dagli operatori, e si ridurrà per effetto delle eventuali efficienze riscontrate a livello di sistema. L’impegno è stato preso con l’Antitrust al termine di un’istruttoria avviata il 19 febbraio scorso per accertare l’eventuale sussistenza di profili anticoncorrenziali, in violazione dell’art. 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. La commissione interbancaria multilaterale (MIF) di 10 centesimi era stata applicata a partire dal gennaio 2014, senza prevedere un termine ultimo di applicazione.

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