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Sostenibilità: il parere dei consumatori. L’analisi di Kantar

Sostenibilità come tema di sviluppo e di creazione di valore: se ne è parlato al webinar di Kantar “Sostenibilità: da dove partire e come attivarsi per costruire valore e crescere” che ha evidenziato come oggi il tema possa essere valorizzato all’interno dell’azienda per costituire un elemento di competitività e differenziazione, costruendo valore di marca e sviluppo di business.

La Sostenibilità diventa quindi uno dei temi centrali nelle attività di sviluppo e crescita del Brand.

La conferma dei consumatori

Diversi studi Kantar rilevano questa aumentata sensibilità: i consumatori già eco-active1 (coloro che, sempre o frequentemente si attivano per migliorare l’ambiente) sono cresciuti significativamente nel 2020, passando dal 16% al 20%. Inoltre, quasi un cittadino su 3 – per la precisione il 27% – pensa che in questo momento i problemi ambientali siano più importanti che mai (Kantar Covid Barometer 2020)​. Consideriamo anche che il 58% dei Millennials e Centennials si dichiara disposto a pagare di più per prodotti eco-friendly così come il 51% dei più maturi3 evidenziando quindi una grande sensibilità verso questi temi.

​E infatti, le cifre del World Business Council for Sustainable Development4 ci confermano stime da capogiro (che potrebbero generare opportunità economiche per un valore di almeno 12 trilioni di dollari all’anno entro il 2030) se si riuscissero a perseguire modelli di business basati sulla sostenibilità anche solo in 4 comparti economici – l’energetico, l’agroalimentare, la mobilità e la salute ed il benessere.

I Brand si sentono sollecitati su ogni fronte: dai consumatori, ai dipendenti, dai regolatori, ai media, dalle banche centrali e agli investitori. ​

Cristina Colombo, Chief Impact Officer di Kantar, ha così commentato: “La cosa interessante è che non stiamo parlando solo di reputazione: la capacità di lavorare in modo sostenibile è appunto una grande opportunità commerciale. I trend legati ad uno stile di vita sostenibile sono diventati evidenti a cavallo di questa decade e sono oggi un punto di attenzione per le aziende. Certo, la sostenibilità è un imperativo scomodo, perché richiede che le aziende reinventino il loro approccio al mercato, le modalità di comunicazione con i consumatori, i prodotti che offrono. ​In una parola: i business dovrebbero chiedersi come rendere la sostenibilità parte integrante ed organica della catena del valore”.

E’ infatti necessaria una visione sistemica, aziendale nel suo complesso, perché bisogna integrare e rendere coerenti i vari flussi di attivazione interna: un percorso orchestrato e coordinato che trasformi progressivamente l’azienda. Il rischio altrimenti è quello di mettere in atto azioni che risultino giustapposte, di green o social washing, che i consumatori spesso scoprono e puniscono severamente. Un vero pericolo per la Reputation della marca. Secondo i dati di BrandZ4, la piattaforma di Kantar di analisi dei Brand, la Responsabilità percepita impatta oggi sulla Corporate Reputation per il 49%: 3 volte di più di 10 anni fa. Un contributo importante alla forza della marca, che non può essere sottovalutato né messo a rischio.

Se dunque la Sostenibilità può diventare un obiettivo strategico per la crescita, si attiva un vero e proprio journey per la marca, che inizia con l’infondere la sostenibilità nel Brand Purpose. Questo dovrà diventare ispirazione ed il nutrimento per guidare il percorso di Innovazione di prodotti e servizi che siano naturalmente sostenibili, “sustainable native”. Inoltre, dovremo essere molto attenti a “come” comunichiamo quanto fatto. La Comunicazione legata alla sostenibilità è un’area sovraffollata: per essere efficaci è vitale trovare e diffondere un punto di vista distintivo per la marca, coerente ed allineato con la personalità finora proposta al mercato. Occhio, quindi, ai passi falsi.

Inoltre, last but not least, per essere portata in vita in modo credibile, la sostenibilità deve essere abbracciata ed adottata nei comportamenti dai dipendenti dell’azienda. Qui la sfida è in primo luogo diffondere la strategia e permetterne una piena introiezione e rielaborazione personale: per i dipendenti, il Brand Purpose è un driver chiave di motivazione, soddisfazione e performance.

Una volta attivato il processo, sarà indispensabile avere a disposizione strumenti di misurazione e verifica dell’aderenza delle leve di marketing all’obiettivo di sostenibilità prima della fase di go to market e successivamente a questa sarà funzionale avere un feedback loop attivo e costante con i consumatori per eventualmente ritarare le iniziative implementate.​

“La Sostenibilità quindi può e deve essere oggi un valido e concreto strumento di trasformazione, un’opportunità per costruire valore. Richiede però un percorso orchestrato, pensato e guidato, un framework di trasformazione sostenibile che supporti i brand in modo coordinato e sistemico” – ha concluso Cristina Colombo.

 

Canali d’acquisto: come sceglie il consumatore. L’analisi di IRI

La «rivoluzione» determinata dalla pandemia da Covid-19 che si è diffusa nel nostro Paese, ha messo in discussione o accelerato tendenze preesistenti nei comportamenti di acquisto e nel modo di fare impresa nel settore del Largo Consumo Confezionato, portando a un cambiamento degli assetti della GDO in Italia.
Per la Grande Distribuzione Organizzata il 2020 si è chiuso con una crescita in termini di vendite a valore pari al +5,1% a livello di “Totale Negozio”, considerando quindi tutte le merceologie presenti in assortimento. A prima vista, sembrerebbe una performance in linea con gli andamenti degli anni precedenti, ma in realtà il risultato è stato determinato da un mix di componenti del tutto singolari. Grazie alle informazioni derivanti da IRI Liquid Data vediamo che il 2020 ha registrato un altalenarsi di fasi con andamenti fortemente differenti tra loro: abbiamo assistito a picchi della domanda durante la prima ondata epidemica (circa +9%) e a successivi momenti di stabilizzazione (+2% durante i mesi estivi) conseguenti alle riaperture o agli allentamenti delle misure di restrizione dettate dal governo, per poi osservare, nell’ultimo periodo dell’anno, un assestarsi delle vendite verso un più moderato
+3,7%; quest’ultimo dato potrebbe indicare che gli italiani si sono adeguati ad un nuovo stile di vita, tornando ad una tendenza all’accaparramento più equilibrata.
La crescita di 5,1 punti percentuali per le vendite a valore a livello di “Totale Negozio” nel 2020 è un risultato da scomporre in andamenti fortemente disomogenei tra loro a seconda del comparto analizzato: si assiste ad una crescita costante del Largo Consumo Confezionato nel suo insieme, ad un sostanziale equilibrio delle vendite dei prodotti Freschissimi a Peso Variabile e ad un crollo dei fatturati nel General Merchandise, con punte che sfiorano il -16% nei canali Ipermercati e Supermercati (fig. 1).

fig.1

Analogamente quando ci focalizziamo sull’andamento dei singoli canali distributivi si osservano dinamiche differenti a seconda del formato preso in esame: esse sono in parte condizionate dal protrarsi di tendenze preesistenti ed in parte frutto dell’adattamento dei modelli di acquisto alla crisi in corso.

fig.2

Il discount e i supermercati

La più rilevante delle tendenze osservate nel corso dell’anno appena concluso, è stata l’accelerazione del Discount, che ha cominciato a guadagnare spazio in misura consistente soprattutto nella seconda metà dell’anno, in concomitanza con l’acuirsi delle situazioni di disagio economico delle famiglie. Questa tendenza si è amplificata con il passare dei mesi, aggiungendo al canale un guadagno di circa 2 punti di quota di mercato nell’ultima parte dell’anno. La «galoppata» del Discount ha dei risvolti di particolare interesse perché la performance commerciale si è accompagnata ad un aumento dell’attrattività sui consumatori, unitamente ad una nuova e più elevata capacità di fidelizzazione che in precedenza sembrava estranea a questo formato.

Il successo del Discount appare cosìmotivato non solo dalla convenienza, ma anche dalla sua maggiore compatibilità al nuovo atteggiamento «Back-to-Basic» della shopper experience. Si evidenzia perciò che il consumatore ricerca la possibilità di passare meno tempo possibile nei punti di vendita, trovando subito ciò di cui ha bisogno; gli elementi di piacere nel fare la spesa e la socializzazione sembrano stati in buona misura accantonati durante l’epoca Covid. In quest’ottica, la sempre maggior quota dei reparti Fresco e Freddo contribuisce a posizionare il Discount come un canale in grado di offrire servizio e prossimità, oltre alla convenienza. Si osserva una crescita anche per i Supermercati medi e piccoli, che nel loro complesso continuano a rispondere alle mutate esigenze dei
consumatori in questo periodo storico. Il boom dei negozi di prossimità registrato ad inizio pandemia, invece, è stato più una risposta contingente alle fasi di stretto lockdown; con
l’allentamento delle misure restrittive il formato è tornato a mostrare i limiti per il suo sviluppo che già erano evidenti nel pre-Covid. Gli Specializzati Casa e Persona nelle prime fasi della pandemia sono stati penalizzati dalle restrizioni e da «problemi di interpretazione» delle norme da parte della autorità locali, che hanno costretto alcuni punti di vendita a chiudere temporaneamente. Tuttavia, il canale ha mostrato una decisa
ripartenza già dalla primavera, trascinata dalla domanda eccezionale di prodotti per l’igiene e per la sanificazione, ma anche per il mix di offerta competitivo nelle sue categorie d’elezione, confermando così il successo già ottenuto prima della pandemia. Risultati del tutto opposti per le Grandi Superfici generaliste, soprattutto gli Ipermercati, che dopo la flessione causata dalle restrizioni al movimento, non sono riusciti a recuperare attrattività verso i consumatori, proseguendo la crisi strutturale di fatturato già in corso da alcuni anni.
Per comprendere l’andamento dei canali fisici durante il 2020, è però necessario tenere in considerazione anche la forte accelerazione intrapresa dal canale online, la cui crescita è forse una vera e propria icona dell’emergenza sanitaria.

fig. 4

Infatti, l’epidemia ha accelerato in misura impressionante lo sviluppo di questa forma di commercio, attirando e fidelizzando nuovi shopper e abbattendo molte barriere culturali e conoscitive che fino ad un paio di anni fa sembrava potessero frenarne lo sviluppo. Per il canale online, il 2020 si è chiuso con un fatturato superiore a 1,3 miliardi, una dimensione di tutto rispetto, anche circoscrivendo il perimetro ai soli operatori «generalisti online». Secondo le nostre proiezioni i ricavi potranno balzare a 2,3 miliardi già durante il 2021. Se così fosse, questa modalità di vendita raggiungerebbe una quota non trascurabile nell’ambito delle vendite del Largo Consumo Confezionato.

Conclusione

Al momento è difficile prevedre l’evolvere dell’attuale situazione, in quanto ogni possibile mutamento è legato all’andamento della pandemia da Covid-19 e ai risultati della campagna vaccinale che è stata avviata da qualche mese in tutto il mondo. Tuttavia, ci sono alcune azioni che i Retailers che operano nel mondo del Largo Consumo Confezionato dovrebbero prendere in considerazione fin da subito:
➢ Per le grandi superfici e in particolare per gli Ipermercati, è sempre più urgente un radicale ripensamento strategico in merito al loro ruolo all’interno del contesto sociale ed economico italiano.
➢ Il Web-shopping non è più un’opzione, ma un must strategico per chi vuole affermarsi nel retail del Largo Consumo: bisogna però considerare che ad oggi il posizionamento dell’offerta è fortemente orientato alla fascia Premium, fattore che potrebbe condizionarne la crescita in un contesto di forte crisi economica.

Derby storico: sul web i gatti superano i cani. L’analisi di idealo

Cane o gatto? Cinofilo o gattaro? L’annosa diatriba  si riversa sul web e segna una rimonta  ‘dell’ultimo anno’: l’interesse online sul portale italiano di idealo nei confronti dei prodotti per Gatti è infatti quasi raddoppiato nel corso del 2020, con un trend di crescita maggiore rispetto a quello dei prodotti per Cani.

Lockdown e isolamento: meglio con un gatto

Le ricerche online di prodotti per animali negli ultimi 12 mesi sono più che raddoppiate (+127,0%)[1] secondo idealo, nei mesi più difficili della pandemia, hanno deciso di approfittare del tempo a disposizione e della permanenza a casa per compiere il passo decisivo e adottare un compagno animale da accudire e con cui condividere le giornate, specialmente quelle dei bambini senza scuola e amici[2].

In tema di amico a 4 zampe ecco la novità: le ricerche online di prodotti per gli amati felini sono aumentate nell’ultimo anno del +98,5% contro un aumento del +83,3% di quelle per i prodotti per i cani[3].

Gli aumenti più considerevoli si sono registrati proprio nei periodi in cui sono cominciate le restrizioni per contenere la diffusione del virus SARS-CoV-2, a marzo (+116,6% di intenzioni di acquisto) e a ottobre 2020 (+161,9%) rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente.

Protagonisti dei social

I gatti sono ormai le star indiscusse del web e dei social e spesso hanno dei profili dedicati dove vengono raccontate le loro giornate tra le cure amorevoli del padrone, i giochi e le fusa sul divano.

L’amore degli Italiani per il proprio micio si traduce anche nell’acquisto di molti prodotti per la sua cura e per soddisfare la sua vanità. Tra i prodotti più cercati online nell’ultimo anno, al primo posto troviamo il Cibo per Gatti con proposte specifiche formulate per garantire il benessere e la salute del proprio gatto. Seguono i Trasportini, i Tiragraffi, le Lattiere e gli accessori per la Toelettatura[4]

L’e-commerce è intervenuto in soccorso dei nuovi padroni di gatti, aiutandoli a risparmiare online sugli acquisti per il loro beniamino.

Con la comparazione dei prezzi e l’acquisto nel mese più conveniente, infatti, nel corso degli ultimi 12 mesi il risparmio massimo medio sui prodotti per animali ha sfiorato il -25,0%. Ma sui prodotti per i gatti il risparmio massimo medio è stato di gran lunga superiore acquistando online con l’aiuto della comparazione: -70,6% sui Giochi, -61.0% sui prodotti per la Toelettatura, -42,7% sui Tiragraffi e -30,3% sul Cibo per gatti[5].

Identikit del gattofilo/a

Tra coloro che hanno comparato i prodotti per Gatti sul portale italiano di idealo, la maggior parte è costituita da donne (57,4%). Si tratta di una percentuale più alta rispetto alle ricerche “al femminile” (48,2%) per i Prodotti per animali nel loro complesso.

L’identikit della gattofila o del gattofilo online è una persona con meno di 44 anni di età (55,4% degli utenti interessati alla categoria dei Gatti). Le regioni con più amanti dei gatti sono la Lombardia, il Lazio e la Toscana. Quelle con il maggior trend di crescita durante la pandemia di COVID-19 sono state invece la Calabria, il Trentino-Alto Adige e la Sardegna[6].

“La presenza di un quattro zampe in casa è benefica per tutta la famiglia. Il loro effetto sulla nostra salute è evidente ancor di più nei periodi più difficili come quelli che abbiamo vissuto lo scorso anno – ha dichiarato Filippo Dattola, Country Manager di idealo per l’Italia – Siamo felici di notare che, almeno online, le nuove adozioni di cuccioli durante i periodi del lockdown siano state accompagnate da premurose cure da parte dei loro padroni che hanno approfittato delle offerte della rete per acquistare gli alimenti adatti e tutto l’occorrente per una felice convivenza”.

[1] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto dei Prodotti per Animali sul proprio portale italiano. Periodo: da febbraio 2020 a gennaio 2021, messo a confronto con i dodici mesi precedenti.

[2] Nel 2020 l’ong animalista Enpa ha trovato casa in Italia a 8100 cani e 9500 gatti, oltre il 15% in più rispetto al 2019, per un totale di 17.600 animali domestici.

[3] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto delle categorie Gatti e Cani sul proprio portale italiano. Periodo: da febbraio 2020 a gennaio 2021, messo a confronto con i dodici mesi precedenti. Interesse online: Gatti (25,8% delle intenzioni di acquisto) e Cani (38,4%). Crescita in termini di intenzioni di acquisto: Gatti (+98,5%) e Cani (+83,3%).

[4] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto della categoria Gatti sul proprio portale italiano (score da 0 a 100). Periodo: da febbraio 2020 a gennaio 2021. Interesse online: Cibo per gatti (100,0), Trasportini (73,2) Tiragraffi (48,3), Lettiere per gatti (39,4) e Toelettatura (15,7).

[5] idealo ha analizzato i prezzi medi mensili per la categoria dei Gatti sul proprio portale italiano. Periodo: da febbraio 2020 a gennaio 2021. Per calcolare il risparmio massimo medio nell’arco di un anno, per ogni categoria il mese più vantaggioso è stato messo a confronto con quello più caro.

[6] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano per la categoria Gatti. Periodo: da febbraio 2020 a gennaio 2021, messo a confronto con i dodici mesi precedenti. Distribuzione dell’interesse online ogni 100mila abitanti (score da 0 a 100): Lombardia (100,0), Lazio (97,2), Toscana (69,1), Emilia-Romagna (61,6), Piemonte (58,9), Abruzzo (56,5), Veneto (55,7), Liguria (53,0), Marche (51,5), Trentino-Alto Adige (51,3), Campania (50,5), Sicilia (45,9), Umbria (45,5), Puglia (45,1), Friuli-Venezia Giulia (43,3), Sardegna (41,0), Calabria (28,0), Molise (25,9), Basilicata (18,6) e Valle d’Aosta (16,3). Crescita dell’interesse online: Calabria (+214,2%), Trentino-Alto Adige (+207,5%), Sardegna (+195,2%), Campania (+158,8%), Sicilia (+155,9%), Umbria (+150,8%), Basilicata (+148,9%), Puglia (+142,7%), Lombardia (+125,4%), Toscana (+121,4%), Marche (+120,6%), Abruzzo (+115,5%), Molise (+111,6%), Veneto (+110,2%), Lazio (+103,5%), Friuli-Venezia Giulia (+94,4%), Emilia-Romagna (+94,3%), Piemonte(+93,3%), Liguria (+74,5%) e Valle d’Aosta (+9,2%).

 

 

Olio extravergine d’oliva: crescono consumi ed export

L’emergenza sanitaria ha potenziato i consumi domestici e, con questi, la riscoperta del Made in Itraly. Olio extravergine compreso, naturalmente. A testimoniarlo un recente report della Commissione Europea, che, per quanto riguarda l’Europa, ha registrato un +15,6% nelle esportazioni verso i paesi extraeuropei fra ottobre 2019 e settembre 2020, in particolare verso Australia (+37,5%), Brasile (+31%) e Canada (+28,1%). Relativamente all’Italia, invece, fra ottobre 2019 e agosto 2020 le esportazioni intraeuropee sono aumentate del 24,7%. Un export dinamico quindi che, insieme al +7,4% di vendite alla GDO dei primi undici mesi del 2020 registrate dall’ISMEA, ha compensato le perdite dovute alla chiusura del canale della ristorazione. Basti pensare che in Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d’oliva tutti i giorni secondo Coldiretti. Con questi ritmi il mercato globale dell’olio extravergine, che nel 2020 valeva 1.465,5 milioni di dollari, secondo WMFJ arriverà a valere oltre 1,8 miliardi di dollari entro il 2026, con un CAGR del 3.6%. “Durante il lockdown le persone hanno avuto modo di fermarsi e riflettere sulla propria alimentazione e questo ha influito su ciò che cercano sugli scaffali dei supermercati – ha affermato Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor – Quanto emerge dalle indagini di mercato è evidente ora più che mai: i consumatori prediligono ingredienti di qualità, sani e preferibilmente nostrani. Per noi è importante fare tesoro di questi dati ed è anche per questo motivo che da oltre 60 anni utilizziamo per i nostri grissini solo olio extravergine d’oliva al 100%, evitando l’utilizzo di olio di palma, grassi animali o idrogenati, OGM e conservanti”.

Previsioni di mercato

Ma quali sono le previsioni del mercato dell’olio extravergine per l’anno in corso? In Italia non delle migliori, almeno in termini di quantità: l’ISMEA ha registrato un calo della produzione del 30% rispetto allo scorso anno. I motivi sono da ricercarsi nelle anomalie climatiche e nella Xylella che hanno devastato gli ulivi del Sud e in particolare della Puglia, regione responsabile del 51% della produzione italiana. Tuttavia, il clima più mite che si è registrato nel Nord della Penisola nel 2020 ha permesso di assistere a incrementi sostanziali per quanto riguarda alcune regioni settentrionali e centrali come Toscana (+31%), Umbria (+70%) e Liguria (+100%), a testimonianza del fatto che quando si tratta di agricoltura è fondamentale adattare le coltivazioni al clima. E se la quantità non è eccelsa, non si può dire altrettanto della qualità: l’olio extravergine d’oliva, infatti, è un grasso liquido estratto dalle olive, coltura tradizionale del bacino del Mediterraneo, ed è l’unico olio da cucina prodotto senza l’uso di agenti chimici e raffinazione industriale.

Export digitale: le opportunità per il Made in Italy secondo PwC

Dopo il crollo del 2020 si prevede una ripresa dell’export Made in Italy: le stime parlano di €510mld nel 2023- Questa la principale evidenza emersa durante l’evento in streaming organizzato da PwC “L’Export Digitale per le PMI: le opportunità per il Made in Italy”.

Ma scendiamo nel dettaglio. Dopo la flessione fisiologica dell’Export causata dalla pandemia nel 2020 (–15,3%), si attende una ripresa robusta dell’export di beni italiani a livello globale, con una stima di 461mld di euro nel 2021 (+9.3%), 487 mld di euro nel 2022 (+5.5%) e 510mld di euro nel 2023 (+4.8%) (fonte ISTAT, OCSE, Oxford Economics e SACE).

Nel 2021 è invece previsto un ritorno ai livelli pre-crisi dell’export dei servizi, mercato che, a seguito del forte calo nel 2020 (-29% nel 1° trimestre), è destinato a raggiungere 107mld di euro nel 2021 (+26.2%), 117mld di euro nel 2022 e 122mld di euro nel 2023 (fonte ISTAT, OCSE, Oxford Economics e SACE). 

La contrazione delle esportazioni italiane nel mondo nel 2020 sarà seguita da una graduale ripartenza già nel 2021, ma differenziata in base alle aree geografiche. Occorre quindi acquisire maggiore competitività nelle principali economie di sbocco e nelle venti “geografie prioritarie” in un’ottica di opportunità nel medio-lungo periodo, verso le quali le esportazioni italiane cresceranno complessivamente oltre il 5% in media annua a partire dal 2021. Tra i mercati da presidiare: Germania, USA, Cina e Russia.

Aumentano gli acquisti online

Le restrizioni fisiche e le misure di distanziamento imposte dal contesto pandemico hanno cambiato le abitudini di acquisto dei consumatori, facendo comprendere ancora di più l’importanza e le potenzialità dei canali digitali e dell’e-commerce per tutte le categorie di merci e servizi. Secondo la Global Consumer Insight Survey 2020 di PwC il 79% dei consumatori acquista online, (+5% sul 2019) e di questi un consumatore su cinque fa shopping esclusivamente online. Lo smartphone è il device che cresce di più per gli acquisti digitali (+45%), seguito dal pc (+41%) e dal tablet (+33%). Il 41% dei consumatori continua a preferire il negozio per le spese giornaliere e settimanali, contro il 33% che preferisce lo smartphone, device che però segna un trend di crescita (+7) sul 2019.

Le categorie trainanti dello shopping online

Secondo PwC, scalano la classifica degli acquisti online la categoria di abbigliamento e calzature (53% online vs 22%in store), l’elettronica (41% online vs. 21% in store), la cosmetica (39% online vs. 21% in store) e le attrezzature sport&fitness (32% online vs. 18% in store).

Si dividono invece più equamente fra gli acquisti online e quelli in negozi fisici gli alimentari (33% online vs. 32% in store), gli elettrodomestici (30% online vs. 23% in store) e i prodotti fai-da-te per la casa (32% online vs. 23% in store).

Il 42% dei consumatori quando acquista online premia velocità e affidabilità nelle consegne, fattore chiave per le aziende che vendono online. Tra gli altri fattori predilige: la disponibilità dei prodotti, la facilità e rapidità di ricerca nei siti ed una buona politica di reso.

Boom per gli eventi digitali

Nel 2020 gli eventi digitali hanno registrato cifre da record, spingendo gli acquisti: l’11.11 il Global Shopping Festival di Alibaba ha movimentato un valore lordo di merci pari a 62 miliardi di euro in 11 giorni (dal 1 al 11 novembre). Il Black Friday 2020, invece, ha registrato una spesa totale negli Stati Uniti di 9 miliardi di dollari e un fatturato del +189% rispetto al 2019 in Italia.

I top marketplace mondiali per numeri di visite sono stati Amazon per gli acquisti generalisti, Zalando per la categoria fashion, BestBuy per l’elettronica, Wayfair per l’arredamento e Barnes&Noble per i libri.

I comportamenti post COVID-19

I dati di PwC evidenziano alcuni comportamenti che hanno accelerato i trend già in atto e che ne condizioneranno l’evoluzione in futuro. Nell’era post-COVID il consumatore darà maggior attenzione al prezzo, prediligerà una customer experience sicura e accessibile, e riconfermerà il coinvolgimento del digitale, con un forte utilizzo di dispositivi mobili. Molto interesse sarà dato agli influencer e al passaparola, con maggiore propensione alla condivisione dei propri dati. Infine, l’attenzione ai temi della sostenibilità sarà sempre più determinante nel guardare ai brand e influenzare gli acquisti.

Strategie per le PMI italiane

Antonio Franceschini, Responsabile Ufficio Promozione e Mercato Internazionale CNA, spiega: “L’Italia continua ad avere come motore pulsante le PMI nonostante tutte le difficoltà e gli effetti pesanti provocati dalla pandemia. I dati mostrano quale sia l’importanza delle PMI nell’export nazionale e quindi si deve lavorare per dotare queste di strumentazioni adeguate. L’esigenza oggi è quella di creare le condizioni per mettere il maggior numero di imprese in condizione di fare business. Il digitale è stato ed è fondamentale e ci ha insegnato che esiste un nuovo e valido supporto, sappiamo altresì che non potrà sostituire in toto gli eventi fisici come quelli fieristici. Dobbiamo quindi costruire nuove modalità che integrino al massimo le opportunità date dal digitale con quanto può dare il “fisico”. In sintesi, deve essere costruita una modalità di sistema a supporto particolarmente per le PMI che crei occasioni onlife per ottenere il massimo dei risultati”.

Secondo Erika Andreetta, Partner PwC Italia e Consumer Market Consulting Leader: “Per le PMI sarà fondamentale definire una strategia di vendita online, ripensare il sistema di logistica, puntare su un pricing dinamico ed investire in analisi dei big data per incrementare le performance di digital marketing sulle piattaforme digitali. È un’occasione unica considerato il livello di upskilling digitale del cliente finale a livello mondo. I Marketplace possono realmente fornire alle PMI italiane un canale distributivo importante che si aggiungerà ai canali già esistenti per far conoscere le nostre eccellenze con costi e tempi ridotti rispetto ai canali tradizionali. Fondamentale sarà ripensare ai nostri prodotti per venire incontro alle culture e ai gusti locali e investire fortemente in digital marketing per promuovere al meglio il Made in Italy.”

ICAM Cioccolato chiude il 2020 con 177 milioni di fatturato

ICAM Cioccolato chiude il 2020 con performance con un fatturato di 177 milioni di Euro (+15 Mio sul 2019), che conferma il trend positivo caratterizzato da 5 anni consecutivi di successi (+42Mio di Euro dal 2015), costruiti sulle scelte strategiche che da 75 anni caratterizzano l’azienda lecchese, non ultime la multi-canalità, il BIO e l’approccio etico.

L’anno appena conclusosi ha visto infatti crescere del 4% la quantità di fave di cacao acquistate (24mila tonnellate) – il cui 65% è composto da cacao BIO e FairTrade – per una produzione che coinvolge 3 aree di business principali: l’Industria (+7% rispetto al 2019, pari al 45% del mix di fatturato), i brand proprietari (Vanini, ICAM Professionale e Agostoni) che, a causa delle difficoltà che la pandemia Covid-19 ha creato al settore, hanno registrato una decrescita (riducendo dal 15% al 12% la quota nel mix di fatturato) e una crescita straordinaria segnata dall’area del Private Label che ha registrato un +19% sul fatturato, aumentando conseguentemente da 39% a 43% la quota nel mix di fatturato.

Un dato che a ben vedere non stupisce affatto, se si pensa all’enorme impatto che la GDO ha avuto sulla vita delle persone in Italia e all’estero durante i mesi di lockdown più rigido e all’effetto consolatore per mente e corpo che il cioccolato ha sull’essere umano. I negozi della grande distribuzione sono stati per mesi l’unica valvola di sfogo possibile per milioni di persone chiuse in casa, luoghi dove poter recuperare, non solo beni di prima necessità ma anche alimenti, come il cioccolato, che svolgono un importante ruolo per il benessere psico-fisico.

Se in Italia si sono registrati consumi record di farina, lievito e prodotti per l’home bakery a soddisfacimento della voglia di impastare, panificare e produrre autonomamente a casa propria pasta, pane, pizza e dolci, in paesi come Francia, Inghilterra e Stati Uniti, dove il cioccolato è considerato quasi come un “bene rifugio” essenziale nella lista della spesa, è stato registrato un grande incremento nei consumi di tale alimento, con focus particolare sul cioccolato biologico, comparto da sempre più sviluppato all’estero che in Italia. Tendenza che ha contribuito anche alla forte crescita dell’Export di ICAM che si è attestata a chiusura d’anno su un +16% rispetto al 2019 (portando al 62% la quota nel mix del fatturato aziendale). Incremento che in generale si è registrato nella maggior parte dei 69 paesi del mondo in cui ICAM vende e distribuisce prodotti di cioccolato, in modo particolare per questa specifica area di business.

Produrre cioccolato di alta qualità, secondo un ideale di sostenibilità, che sia rispettoso ed equo nei confronti di tutti gli attori coinvolti nella filiera, oltre che buono per il consumatore finale. Questo il fil rouge che da sempre porta ICAM a selezionare i paesi d’origine da cui acquistare il cacao, le cooperative di coltivatori con cui stabilire rapporti paritari di collaborazione per il benessere delle persone e la salvaguardia della biodiversità e del territorio. ICAM oggi acquista cacao da 21 diversi paesi di Centro-America, America Latina e Africa e nella maggior parte di questi paesi sono attivi accordi di collaborazione di lunga durata con le cooperative presenti sul territorio. Un impegno che si replica anche all’interno dello stabilimento produttivo italiano (a Orsenigo), protagonista negli anni di investimenti importanti per l’acquisto di macchinari all’avanguardia nell’innovazione tecnologica, e nelle scelte sostenibili dei materiali per i packaging, oltre che negli obiettivi di contenimento dei consumi idrici ed elettrici.

Un approccio etico dell’azienda che si è tradotto anche nella vicinanza a un settore, quello professionale composto da pasticceri, cioccolatieri e gelatieri che, al contrario della GDO, è stato piegato da un anno caratterizzato da importanti restrizioni e che per potersi rialzare, avrà bisogno del massimo sostegno da parte delle istituzioni anche nel corso del 2021. Un settore in cui ICAM è presente da sempre con i semilavorati dei brand ICAM Linea Professionale e Agostoni, e in cui ha registrato un calo a doppia cifra, rimanendo però nonostante tutto al fianco dei professionisti attraverso la formazione e gli aggiornamenti gratuiti della piattaforma virtuale CHOCOCUBE ONLINE e attraverso modalità di approvvigionamenti tailor made per andare incontro alle singole necessità e fornire quanto necessario per portare avanti l’attività nelle finestre temporali in cui era consentito.

“Dopo la deflagrazione dell’emergenza sanitaria non ci saremmo mai aspettati di chiudere l’anno con questi numeri, dichiara Angelo Agostoni, Presidente di ICAM Cioccolato. Risultati che, nonostante la drammatica situazione che tutto il mondo sta vivendo, ci ricompensano degli enormi sforzi fatti durante quest’anno terribile. Un particolare ringraziamento per l’ottimo lavoro fatto, va sicuramente a tutte le persone di ICAM, dagli addetti alle linee produttive al personale amministrativo, che anche nei primi difficili e incerti mesi della pandemia, ci sono sempre stati, chi da casa e chi in azienda, permettendoci di portare avanti il nostro lavoro e rispettare le scadenze.”    

Deliveroo e GDO: il borsino dei cibi più richiesti a domicilio

Lanciato ad aprile 2020, con l’obiettivo di offrire un ulteriore supporto agli italiani nel corso del lockdown, oggi il servizio deliveroo di consegna dai supermercati è  attivo in 20 città italiane, con circa 250 store disponibili sulla piattaforma. Tra questi, alcuni dei principali brand della grande distribuzione come Carrefour Italia, Conad e Fresco Market.
Quali sono i prodotti alimentari più ordinati su Deliveroo?

Considerando solo le città dalle dimensioni più grandi dove il servizio è attivo – come Milano, Roma e Cagliari – gli articoli più ordinati sono frutta – tra cui banane e clementine – datterini, latte, uova e birra nel formato bottiglia da 66cl.
Questi ultimi, in particolare, sono stati i prodotti i cui ordini sono aumentati di più negli ultimi tre mesi: +72% per la birra e +52% per le uova.

Quando si hanno picchi di ordini?
Gli ordini sono distribuiti piuttosto equamente nel corso della settimana, con picchi che si registrano, in particolare, tra il sabato e la domenica. A dimostrazione di come l’abitudine degli italiani a dedicare parte del weekend alla tradizionale spesa settimanale si rifletta anche anche nell’utilizzo della App per ordinare quei prodotti che spesso mancano in cucina. “Abbiamo lanciato questo servizio nel corso del lockdown  – commenta Matteo Sarzana General Manager Deliveroo Italia – per essere ancor più vicini ai nostriconsumatori e dar loro la possibilità di utilizzare l’App anche per ordinare prodotti, confezionati o freschi, di cui si dovesse aver bisogno nel corso della giornata. E fin da subito questo servizio è stato apprezzato dai nostri utenti. Siamo partiti da Milano e oggi siamo, insieme ai nostri partner, in 20 città. Una conferma ulteriore del fatto che Deliveroo è sempre più un servizio essenziale a disposizione degli italiani”.

ilcaffeitaliano.com: nasce la piattaforma CRM che misura i consumi

Personalizzare al massimo l’esperienza di consumo e intercettare i bisogni del cliente al momento giusto. Sono queste le linee guida del sistema di Customer relationship management ideato e sviluppato internamente dalla startup ilcaffeitaliano.com che produce e distribuisce capsule per le compatibilità più diffuse al mondo.

Il digitally native vertical brand, nato nel 2016 dall’idea imprenditoriale di Gianmarco Lanese e Vincenzo Nicolosi, oggi conta complessivamente più di 200 mila ordini processati, oltre 100 milioni di capsule vendute in circa quattro anni, oltre 300 mila utenti registrati e produce e distribuisce online capsule di caffè compatibili, in Italia (55%) e in altri 45 paesi del mondo (45%). Una strategia che ha privilegiato l’approccio direct-to-consumer e il controllo totale della filiera, dalla produzione alla vendita online, consentendo prezzi altamente competitivi senza rinunciare alla qualità del vero espresso.

La piattaforma proprietaria mira ad analizzare in profondità i dati con l’obiettivo di calcolare il consumo di caffè di ogni consumatore e di prevedere quando indirizzare nuove proposte di acquisto secondo il profilo specifico. L’anticipazione delle singole esigenze avviene anche grazie a strumenti di machine learning che via via consentono di ottenere risultati sempre più precisi.

Gianmarco Lanese, Ceo e co-founder de ilcaffeitaliano.com afferma: Riteniamo che la gestione accurata del rapporto con il consumatore sia uno dei plus più importanti del nostro mercato. La cura delle relazioni con i clienti e la verifica continua dei loro feedback in merito ai nostri prodotti si affiancano alla ricerca costante della qualità. Questa visione ci ha permesso di offrire il prodotto ideale per ogni mercato e Paese, motivando quindi la decisione di investire in un sistema CRM unico che si basa sulle peculiarità del settore”.

La piattaforma di CRM è stata progettata partendo dal presupposto che ogni cliente può essere “clusterizzato” in base a un determinato consumo medio di capsule di caffè. L’analisi del comportamento d’acquisto del cliente comprende una serie di fasi che vanno dal periodo di attivazione (o registrazione al portale), di attività (primo ordine) e di consumo fino alla data dell’ultimo ordine. Nel tempo si affina la capacità di calcolare in modo esatto la data dell’acquisto successivo attraverso formule che utilizzano i dati desunti dalle azioni del consumatore.

“Nell’enorme mole di messaggi promozionali che ognuno di noi riceve quotidianamente, sia online sia offline, riuscire a comunicare al cliente il messaggio giusto al momento giusto è un fattore distintivo per un brand, per creare valore e fidelizzazione. In virtù di questo principio, stiamo puntando sugli strumenti digitali che ci permettano di selezionare azioni su misura di ogni profilo di consumo arrivando in modo efficace a rispondere ad ogni personale esigenza”, conclude Lanese.

La piattaforma CRM de ilcaffeitaliano.com è stata sviluppata su un sistema ERP che contraddistingue tutti i processi amministrativi e gestionali dell’azienda.

Winelivery: 2020 in crescita con 7,5 milioni di fatturato

Winelivery chiude il 2020 con risultati ben più alti delle attese: un tasso di penetrazione dell’app sulla popolazione italiana superiore all’1.2%, grazie alle oltre 700 mila app scaricate, e 7,5 milioni di euro di fatturato consolidato, 6 volte quello del 2019.

Questo periodo storico ha visto in forte aumento la domanda per i servizi di delivery che, data la situazione socio-economica, sono di grande supporto al cittadino poiché limitato nelle uscite dal proprio domicilio. Winelivery, che dal 2016 si allena per le “Olimpiadi della Delivery”, si è trovata a gareggiare in questo contesto partendo da una posizione di vantaggio: non solo è riuscita far fronte all’aumento della domanda mantenendo gli alti standard di servizio in 30 minuti e in temperatura, ma ha anche ampliato notevolmente la rete arrivando ad oltre 60 store con servizio express in tutte le principali città italiane, dalla Sicilia all’Alto Adige.

Il 2020 è stato un anno importante anche dal punto di vista del funding. L’ultimo importante round di investimento conclusosi a Dicembre, ha visto la riconferma della fiducia dei sia Soci, tra cui Gellify Digital Investment (GDI) oltre che l’ingresso un pool ristretto di nuovi Soci sinergici al progetto. La raccolta ha consentito all’azienda di reperire le risorse necessarie all’esecuzione dell’ambizioso piano di sviluppo del quadriennio 2021-2024, che porterà Winelivery ad aumentare la capillarità e diffusione del servizio, consolidando quindi la propria leadership in un segmento che, in Italia, ha creato da zero.

“Consideriamo Winelivery ancora una Startup” afferma Francesco Magro, founder e CEO dell’azienda ”Questo perchè, come tale, abbiamo brama di crescita e ci poniamo obiettivi di sviluppo molto sfidanti. Al tempo stesso ci comportiamo come un’azienda che deve competere sul mercato, e quindi essere capace non solo di crescere a tassi importanti, ma anche di portare redditività agli azionisti”. Così raccontano anche i dati di questo 2020: Winelivery chiude con una crescita superiore al 600%, ma allo stesso tempo con EBITDA positivo a dimostrazione della solidità e lungimiranza delle scelte operate dal Management. “Winelivery conquista il mercato e porta redditività perché la sua strategia punta a valorizzare i prodotti attraverso un servizio di consegna eccezionale nei tempi e nella cura” continua Magro “evitando in assoluto la leva prezzo e lavorando sul differenziarsi dagli altri operatori sul mercato con una value proposition distintiva”.

Alcolici: i giovani preferiscono gli acquisti online. L’indagine idealo

L’interesse online nei confronti degli alcolici è più che raddoppiato nello scorso anno in Italia (+110,2%) e a crescere maggiormente sono i giovani nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni (+209,2%)[1] secondo quanto emerso dall’ultima ricerca di idealo.

Ad acquistare alcolici online sono soprattutto gli uomini, la cui percentuale è salita del +100,6% nel 2020, rispetto alle donne, la cui percentuale è comunque cresciuta del +65,3% nello stesso periodo.

Dopo quella dei giovani la fascia d’età più interessata agli alcolici online è quella degli adulti tra i 35 e i 44 anni (+91,2%) e tra i 25 e 34 anni (+88,8%). Da segnalare, inoltre, la crescita di interesse nella fascia degli over 65, +27,0%, inferiore rispetto quella delle altre fasce d’età ma tre volte superiore rispetto la crescita di interesse verso l’e-commerce in generale, che nel 2020 è aumentata del +9,0% tra gli adulti oltre sessantacinquenni.  

Le ricerche di alcolici online sono effettuate soprattutto la domenica sera, tra le ore 21 e le 22 e da mobile (+125,1% rispetto al 2019).

A livello territoriale le tre regioni in cui l’interesse online verso gli alcolici è cresciuto maggiormente sono il Molise (oltre +200,0%), il Friuli Venezia Giulia (+196,2%) e la Basilicata (+191,1%); quelle cresciute di meno sono, invece, l’Umbria (+76,1%), la Liguria (+41,0%) e, per ultima, la Valle d’Aosta (+39,6%)[2].

Ma quali alcolici hanno cercato di più online gli Italiani nel 2020? Secondo i dati dell’ultima ricerca di idealo[3], nell’ultimo anno si è assistito ad un vero e proprio boom di interesse online da parte degli Italiani nei confronti dei Vini (+446,0%), seguiti da Cognac e Brandy (+247,6%) e Vodka (+242,7%)[4].

Italia vs Europa

Se in Italia nel 2020 l’interesse online nei confronti degli alcolici è più che raddoppiato (+110,2% rispetto al 2019), Inglesi e Spagnoli hanno fatto registrare un aumento di interesse quasi triplicato, con una crescita del +194,8% nel Regno Unito e +171,1% nella Penisola Iberica.

La crescita dell’interesse online nel 2020 nei confronti degli alcolici è stata meno marcata, invece, per i Tedeschi (+47,7%), per gli Austriaci (+33,4%) e per i Francesi (+29,6%).

Italiani e Austriaci hanno cercato soprattutto Spumanti, Prosecco e Champagne mentre negli altri paesi le ricerche hanno riguardato, in particolare, i Whisky.

Opportunità di risparmio

Complice la pandemia e i lunghi mesi di lockdown e chiusura dei negozi, nel 2020 sono mancate le degustazioni e i tour per le cantine e enoteche alla ricerca di etichette pregiate e liquori particolari ma acquistare alcolici online, oggi, è diventato più che mai facile e interessante per la vasta scelta di enoteche digitali, dalle piattaforme mastodontiche ai piccoli e medi e-commerce dalle selezioni più personalizzate.

In particolare, i mesi con il maggiore interesse online sono stati agosto e dicembre. Nel primo caso, l’attenzione degli utenti si è concentrata su Gin e Vodka. A fine anno, invece, le intenzioni di acquisto sono state soprattutto per Spumante, prosecco & champagne, Cognac & Brandy, Liquori, Rum, Superalcolici & Acquaviti, Vini e Whisky.

Inoltre, il confronto dei prezzi mensili online permette grandi possibilità di risparmio nell’arco di un anno. Se si sfrutta a proprio vantaggio la fluttuazione dei prezzi e si acquista nel mese più conveniente, è infatti possibile risparmiare in media il -10,9% considerando insieme tutte le categorie oggetto di studio. In alcuni casi, il risparmio massimo medio può anche superare il -20%, vale a dire per Rum e Cognac & Brandy[5].

Infine, l’analisi della funzione “prezzo ideale” sul portale italiano di idealo ha permesso di stimare il risparmio desiderato dagli utenti per la categoria degli Alcolici, vale a dire una spesa del -24,8% rispetto al prezzo che avevano i prodotti nel momento dell’attivazione di questa speciale funzione che consente di monitorare costantemente i prezzi e di ricevere un alert via e-mail o tramite l’App di idealo[6].

A ciscuno il suo Spritz

Birra o Vino, Spumante o Champagne: il mondo del bere si è da sempre diviso a seconda dei gusti e delle culture. Così, anche per un classico dell’aperitivo nostrano, lo Spritz, le preferenze degli italiani si dividono tra chi opta per quello a base di prosecco, Aperol e seltz (o acqua frizzante) e chi, invece, al posto dell’Aperol sceglie il Campari.

Gli italiani online nel corso degli ultimi dodici mesi hanno mostrato un interesse pressoché simile per entrambe le versioni con 10 regioni che hanno cercato di più l’Aperol e 9 che hanno cercato di più il Campari sul portale italiano di idealo[7]

“L’anno 2020 è stato senza dubbio un anno caratterizzato da crescita e successo straordinaria per tutto l’e-commerce. Non fanno eccezione il vino e gli alcolici, con un interesse online più che raddoppiato – ha dichiarato Filippo Dattola, Country Manager di idealo per l’Italia – Senza mai dimenticare l’importanza di un consumo, moderato e consapevole, quindi responsabile, di vino e alcolici, l’aumento delle intenzioni di acquisto online ha spiegazioni anche nella nascita e crescita, nell’ultimo anno, di molte nuove enoteche digitali con interessanti selezioni e offerte oltre che nella digitalizzazione delle vendite da parte di cantine e aziende vinicole che hanno dovuto far fronte ai cali nelle vendite offline a causa della pandemia”.

 

Note

[1] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020 vs 2019. Distribuzione dell’interesse online nel 2020: 18-24 (15,2%), 25-34 (28,2%), 35-44 (23,7%), 45-54 (13,7%), 55-64 (9,6%), 65+ (6,4%); donne (29,3%), uomini (67,6%); mobile (83,7%), desktop (13,1%), tablet (2,2%). Crescita dell’interesse online nel 2020 rispetto al 2019: 18-24 (+209,2%), 25-34 (+88,8%), 35-44 (+91,2%), 45-54 (+52,6%), 55-64 (+49,6%), 65+ (+27,0%); donne (+65,3%), uomini (+100,6%); mobile (+125,1%), desktop (+69,7%), tablet (+0,1%).

[2] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020 vs 2019. Distribuzione dell’interesse online ogni 100mila abitanti (score da 0 a 100): Lazio (100,0), Lombardia (95,8), Campania (69,5), Toscana (56,8), Puglia (55,4), Emilia-Romagna (52,3), Sicilia (45,8), Veneto (44,7), Piemonte (44,0), Abruzzo (41,9), Trentino-Alto Adige (40,8), Liguria (37,9), Calabria (34,9), Marche (34,1), Friuli-Venezia Giulia (32,9), Sardegna (31,0), Umbria (26,9), Molise (22,6), Basilicata (18,5), Valle d’Aosta (10,0). Crescita dell’interesse online nel 2020 rispetto al 2019: Molise (oltre +200,0%), Friuli-Venezia Giulia (+196,2%), Basilicata (+191,1%), Trentino-Alto Adige (+184,4%), Abruzzo (+154,5%), Sardegna (+152,2%), Veneto (+148,4%), Emilia-Romagna (+147,3%), Toscana (+146,8%), Sicilia (+138,0%), Calabria (+126,5%), Lazio (+105,9%), Puglia (+100,7%), Marche (+100,0%), Lombardia (+99,9%), Piemonte (+96,5%), Campania (+87,7%), Umbria (+76,1%), Liguria (+41,0%), Valle d’Aosta (+39,6%).

[3] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto per la categoria degli Alcolici sul proprio portale italiano. Periodo: 2020 vs 2019. Prosecco = Spumante, prosecco & champagne. Superalcolici = Superalcolici & Acquaviti.

[4] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020 vs 2019. Distribuzione dell’interesse online nel 2020 (score da 0 a 100): Spumante, prosecco & champagne (100,0), Whisky (25,1), Rum (17,7), Liquori (16,9), Gin (13,8), Vini (12,9), Superalcolici & Acquaviti (8,7), Vodka (4,1), Cognac & Brandy (3,8). Crescita dell’interesse online nel 2020 rispetto al 2019: Vini (+446,0%), Cognac & Brandy (+247,6%), Vodka (+242,7%), Whisky (+237,2%), Spumante, prosecco & champagne (+229,6%), Gin (+210,0%), Liquori (+178,2%), Rum (+144,8%), Superalcolici & Acquaviti (+124,9%).

[5] idealo ha analizzato i prezzi medi mensili sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020. Risparmio massimo medio per ogni categoria se si acquista nel mese più conveniente (rispetto a quello più caro): Cognac & Brandy (-37,9%), Rum (-28,4%), Vini (-17,3%), Whisky (-16,4%), Superalcolici & Acquaviti (-15,2%), Vodka (-13,3%), Liquori (-10,2%), Spumante, prosecco & champagne (-8,1%), Gin (-7,9%).

[6] idealo ha analizzato le attivazioni della funzione “prezzo ideale” sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020. Risparmio desiderato medio per ogni categoria: Vodka (-36,0%), Vini (-32,7%), Superalcolici & Acquaviti (-28,8%), Gin (-24,9%), Liquori (-24,8%), Whisky (-21,0%), Spumante, prosecco & champagne (-20,7%), Rum (-19,9%), Cognac & Brandy (-14,5%).

[7] idealo ha analizzato le intenzioni di acquisto sul proprio portale italiano per la categoria degli Alcolici. Periodo: 2020. Regioni con un maggiore interesse online per le bottiglie di Campari (in ordine alfabetico): Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lombardia, Marche, Molise, Sicilia, Umbria, Veneto. Regioni con un maggiore interesse online per le bottiglie di Aperol (in ordine alfabetico): Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sardegna, Trentino-Alto Adige, Toscana. La Valle d’Aosta non è stata oggetto di studio in quanto i dati per questa regione non erano disponibili.

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