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Rapporto Bio Bank 2018: continua l’avanzata del biologico, vola la cosmesi

Sempre più diffuso, al di là delle mode e degli integralismi: stiamo parlando del biologico e una conferma del suo successo viene dai numeri del nuovo rapporto Rapporto Bio Bank 2018, che verrà presentato ufficialmente al Sana di Bologna il 7 settembre e che pubblica e analizza i dati riferiti alle 10.001 attività censite da Bio Bank nel 2017: 9.075 per l’alimentazione e 926 per la cosmesi.

Un settore quello del biologico che ha superato i 5 miliardi di euro nel 2016 tra Italia ed estero, con un incremento del 16,3% rispetto all’anno precedente.

 

Aumentano le attività, nella cosmesi +177%

Negli ultimi cinque anni il numero di attivitàdelle otto tipologie monitorate nel Rapporto per gli Alimenti ècresciuto di oltre il 6%. A volare sono invece le tre tipologie di attivitàmonitorate per la Cosmesi, cresciute del 177%.


Per gli Alimenti ancora in testa gli e-commerce di alimenti bio, passati dai 147 del 2013 ai 344 del 2017, con una crescita del 134%, e i ristoranti bio, passati da 350 a 556, con una crescita del 58,9%. Seguono i 1.437 negozi specializzati di alimenti bio (+12,5%), le 1.311 mense scolastiche (+6,1%), i 238 mercatini (+3%), mentre le 2.879 aziende con vendita diretta crescono appena dell’1,5%. In calo gli agriturismi a quota 1.497 (-4,5%) e i gruppi d’acquisto solidale a 813 (-8,3%).

Per la Cosmesi guidano ancora il trend le profumerie bio, balzate dalle 49 del 2013 alle 245 del 2017 (+400%). Notevole lo sviluppo degli e-commerce di cosmesi bio, passati da 70 a 255 (+264,3%). Ma è significativo l’aumento delle aziende di cosmesi bio e detergenza eco certificate, che raddoppiano passando da 215 a 426 (+98,1%).

 

Lombardia prima della classe

La classifica delle regioni leader per numero assoluto di attivitàbio nel 2017 riconferma la Lombardia con ben 1.417 attività, prima per numero di gruppi d’acquisto, negozi, mense, aziende ed e-commerce di cosmesi. Al secondo posto ancora l’Emilia-Romagna con 1.312 attività, che primeggia con vendita diretta, mercatini, e-commerce di alimenti e ristoranti. Al terzo la Toscana con 1.126 realtà, regina incontrastata, e non ci sorpende, degli agriturismi. Anche alla guida della classifica per densitàdi attivitàsi riconfermano le stesse tre regioni del Centro Italia: le Marche con 397 attivitàper milione di abitanti, l’Umbria con 347 e la Toscana con 301.

Tra le regioni leader in Italia solo una èpresente sia nella classifica per numero sia in quella per densitàed èla Toscana. Tra le regioni leader in una singola tipologia entra per la prima volta il Sud, con la Campania, leader per numero di profumerie bio.

 

Polarizzazione tra basico e di alta qualità

Diecimila attivitàsono una fetta importante del biologico italiano, dall’alimentazione, dove il bio ha visto il suo esordio, alla cosmesi, dove la sua diffusione èpiùrecente. Dai canali storici, come i negozi specializzati, a quelli emergenti, come l’e-commerce.
Il perimetro del Rapporto Bio Bank non comprende quindi tutto il biologico – che ormai non ha più confini e si trova ovunque – ma fornisce dati quantitativi e qualitativi per leggere il cambiamento in atto e affrontare le nuove sfide. Oggi che sono entrate nel bio sia le multinazionali, sia grandi, medie e piccole aziende agroalimentari, si assiste a una polarizzazione. Da una parte il bio basico, che rispetta il regolamento europeo e si accontenta dell’Eurofoglia. Dall’altra le aziende storiche del bio, che continuano la scalata dei valori nel segno della qualità totale. Ma che in qualche modo diversificano e specificano, accogliendo nuove suggestioni: ecco allora nascere il biologico legato all’origine delle materie prime (locale, regionale, made in Italy), il biologico che si evolve in biodinamico, il biologico che fa filiera (assciurando un giusto prezzo ai produttori e una distribuzione equa del valore lungo tutta la catena), il biologico etico (attento alle condizioni di lavoro nelle campagne, avvelenate dalla piaga del pizzo e del caporalato), il biologico equosolidale, attento al sociale.

Nel rapporto è posisbile trovare l’andamento delle vendite bio negli ultimi dieci anni, i Trend 2013-2017 del numero di attività bio per le di 11 tipologie monitorate, le regioni Leader 2017 per numero assoluto e per densità, l’analisi puntuale di otto tipologie di attività per gli Alimenti e di tre per la Cosmesi, anche con dati storici. Le 58 pagine sono consultabili liberamente su Issuu.

Roma caput Lush, il flagship più grande, con giardino, aprirà in via del Corso

Lush, la catena di cosmetici etici inglese apre il flaghip più grande d’Italia. E lo fa a Roma, nella centralissima via del Corso, venerdì 20 ottobre alle 15, quando sarà inaugurato il negozio di 250 metri quadri, con 120 metri quadri di giardino e un design interamente improntato alla sostenibilità. Il nuovo store offrirà ai clienti un’esperienza di shopping del tutto rinnovata. Lush Roma Corso sarà la punta di diamante di Lush per il 2017, anno che segna un importante sviluppo in Italia dell’azienda britannica nata nel 1995, e che ha Roma come cuore dell’espansione: dapprima la recente apertura di Lush Porta di Roma, il più grande negozio d’Italia all’interno di un centro commerciale, proseguito con l’inaugurazione del punto vendita Lush Roma Trevi, in una delle aree di maggiore interesse turistico della città, poi il prossimo grande negozio di via del Corso ed entro l’anno un punto vendita alla stazione Termini.

Il nuovo store romano propone un percorso sensoriale innovativo e intende coinvolgere il cliente in un vero e proprio viaggi multisensoriale. La principale novità è l’area dedicata all’haircare, grazie a una Hair Demo Area, uno spazio che permetterà ai clienti di provare i trattamenti haircare direttamente in negozio da una poltrona immersa in uno spazio completamente green. Nello store romano saranno venduti in esclusiva mondiale gli oli solidi per il viso, fiore all’occhiello della ricerca e ultimo ritrovato dell’innovazione in casa Lush, ultimo esempio dei prodotti capaci di sfidare l’industria della cosmesi che sono la forza del concept Lush. «Contengono oli essenziali e burri vegetali coltivati ed acquistati eticamente da tutto il mondo. Completamente vegani, sono autoconservanti, nudi e privi di packaging, a rappresentare a pieno la filosofia Lush» dice Alessandro Commisso, product inventor Lush UK. Saranno venduti in esclusiva per l’apertura dello store anche i nuovi oli essenziali solidi, da utilizzare su tempie e polsi o da sciogliere nel brucia incensi. A sottolineare la forte connessione con il territorio, disponibile in edizione limitata italiana l’olio essenziale al bergamotto, con materie prime provenienti dalla Calabria.

Altra novità di prodotto, l’area dedicata alla vendita, per la prima volta in Italia, di cd e vinili dell’etichetta discografica ECC Records, che propongono una musica ricercata e avvolgente, con l’idea di arricchire e coccolare lo spirito come i prodotti cosmetici fanno con il corpo. L’idea è di Mark Constantine, uno dei fondatori e anima carismatica di Lush.

Ma il vero punto di forza del negozio romano è il giardino di 120 metri quadri, con un’antica fontana del 1700 e una palma, che si propone di offrire ai clienti romani un momento di relax. Il progetto firmato ABITOarchitettura powered by Cantiere Galli Design, il primo Interior Design Center di Roma, propone un’installazione di elementi mobili realizzati con persiane di recupero, utilizzate come pareti divisorie e coperture a brise-soleil a mimare una tradizionale facciata romana. Il tutto arricchito da essenze ed erbe aromatiche.

Per celebrare l’opening del nuovo flasgship, Lush porta a Roma Corso la mostra itinerante “What is that smell?”, un percorso volto a far riflettere sugli oli essenziali, che sono il cuore della produzione Lush, e il loro utilizzo nella cosmesi.

«Il nuovo store – dice Alessandro Andreanelli, amministratore delegato di Lush Italia – è un vero e proprio tempio della multisensorialità: rivoluzionario nella struttura, vanta addirittura un ampio giardino dedicato al relax dei nostri clienti, uno spazio di scambio e di incontro dove si susseguiranno eventi, attività benefiche e culturali. Rappresenta il nostro ringraziamento alla città di Roma che da anni supporta con caloroso affetto un brand così innovativo, accattivante e capace di sfidare l’industria della cosmesi con un modello di business unico nel suo genere e un tocco di profumata freschezza».

Wycon lancia ANDROGYNY, linea di make up “no gender”

Cavalca i trend del rimescolamento o superamento tra i generi tanto caro specie alle generazioni under 35 Wycon cosmetics, che lancia una linea di make up no gender, ANDROGYNY, e utilizza nella campagna Adv, primo marchio italiano, un volto maschile. Un mood androgino per raccontare che la bellezza non conosce genere. 
La nuova collezione, disponibile nei punti vendita e sull’e-commerce ufficiale dal 15 giugno, è presentata sulla pelle di un modello dai tratti androgeni, senza genere, rappresentato come una figura racchiusa in un limbo tra una realtà eterea, celeste e trascendentale e una quotidianità moderna, che lo trattiene a terra costringendolo in una gabbia di stereotipi che richiedono la classificazione in categorie ormai sorpassate.

Del resto, il noto claim del marchio “Show the world who you are!” (mostra al mondo chi sei) da sempre invita a usare il make up non come una maschera per farsi accettare dalla società, ma come uno strumento che veicola la vera personalità dell’individuo, liberando la sua espressività. Lo step successivo per portare avanti questa filosofia, che del resto segue ben precisi mutamenti negli stili di vita e negli atteggiamenti (vedi lo spazio Agender lanciato tempo fa da Selfridges), è proprio il make up con ANDROGYNY, nel quale i limiti tra ciò che è maschile e femminile vengono abbattuti, i pregiudizi superati e i canoni annullati.

Se questa è l’era dell’estetica e dell’aspetto esteriore, da apparente perdita di valori,
WYCON ne fa una chiave di forza, che permette a tutti di creare il proprio sé, seguendo sogni e fantasie, accantonando dubbi e rigide organizzazioni che ci difendono dall’ignoto, dal non definito.
«Non dobbiamo considerare la campagna di ANDROGYNY come una mossa scandalistica per attirare i riflettori – chiarisce Fabio Formisano, Head of Marketing & Communication -.
Il mood e la storia che vogliamo raccontare sono un elemento di rottura, per l’approccio e il tema nel settore della cosmetica, meno abituata a esperienze di questo tipo, se non di recente e a livello internazionale».

 

WYCON in passato si è già speso su temi cruciali con progetti beneficienza contro la violenza sulle donne o per supportare la ricerca contro il tumore al seno, e iniziative speciali e i diversi contenitori che ci permettono di veicolare realtà sulle quali vogliamo focalizzare l’attenzione.
«Abbiamo sempre dato al nostro pubblico e ai nostri consumatori delle figure forti che fossero d’ispirazione, anche per indagare attraverso i nostri prodotti una panoramica umana che vuole raccontarsi, e sceglie il make up come mezzo d’espressione» conclude.

Apre a Bologna il secondo store Kiko “di design” firmato Kengo Kuma

Kiko Milano ha scelto Bologna per inaugurare il secondo store in Italia dal concept firmato Kengo Kuma, l’architetto giapponese di fama mondiale, vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali per i suoi progetti all’insegna della modernità e dell’attenzione al contesto architettonico e culturale in cui opera.

A quasi sei mesi dall’apertura del primo negozio firmato Kengo al centro commerciale di Orio al Serio in provincia di Bergamo, e ad un mese dall’apertura ad Hong Kong, la location scelta questa volta dal brand di punta della business company Percassi è in centro città, in Via dell’Indipendenza 20/a.

Sostenibilità, Smart Technology, Design e Social Community sono le parole chiave di questo concept, caratterizzato da spazi aperti e ariosi in cui domina il colore bianco.

 

Tech e green

Nello store di oltre 60 metri quadrati sotto gli storici portici che caratterizzano la città di Bologna, grande attenzione è stata posta, oltre che ai dettagli architettonici, all’ambiente, con la scelta, laddove possibile, di materiali contenenti del riciclato derivante dagli scarti di lavorazione industriale e da riciclo di materie prime post consumo, oltre che di aziende locali per la manifattura di finimenti e arredi, con una positiva ricaduta sull’economia locale, nonché un ridotto consumo di carburante. Lo store è inoltre dotato di sistemi di illuminazione e riscaldamento/condizionamento ad alta efficienza, per un minore consumo energetico.

Lo store è anche caratterizzato dall’uso di tecnologia smart oriented, volta ad amplificare il lato esperienziale di tutti gli amanti del brand, che potranno utilizzare degli iPad dotati di un’applicazione per avere suggerimenti sulla scelta del prodotto più adatto alle proprie esigenze e realizzare diversi tipi di make up. A loro Kiko dedica anche la sua area social all’interno del negozio, un incontro tra Reale e Virtuale all’insegna della condivisione.

L’apertura del nuovo store sarà festeggiata sabato 29 ottobre con un evento speciale all’insegna del divertimento e della musica, scelta direttamente dalla cantante Syria, che animerà in veste di DJ il party “No Tricks just Treats” ispirato ad Halloween a partire dalle ore 16.

Terme di Lurisia presenta la nuova linea cosmetica: 9 prodotti per la cura della pelle

Terme di Lurisia presenta “La Nostra Cosmesi”, una linea di prodotti che ha come ingrediente principale proprio l’Acqua Termale Lurisa, abbinata a estratti biologici di piante ed erbe del territorio, italiano.

Dentro la nuova cosmesi ci sono i benefici che trovate nelle Terme, le qualità ipotermali delle fonti Lurisia e le virtù di essenze naturali pure. Ingredienti chesi è voluto conservare intatti, scegliendo di non utilizzare coloranti, allergeni, conservanti, parabeni, SLES, e senza praticare test sugli animali.

Ognuno dei nove prodotti della linea cosmesi è studiato per prendersi quotidianamente cura della pelle: l’acqua termale pura nebulizzata, le creme idratanti per mani, viso e corpo, il bagno doccia, il sapone mani e lo shampoo per uso frequente.

 

Nella cosmesi è sempre più e-commerce: 170 milioni nel 2015, +22%

Valgono 170 milioni di euro gli acquisti online di prodotti cosmetici nel 2015, in crescita del 22% sull’anno precedente. Più dell’intero Net Retail italiano (+19% nel 2015 rispetto al 2014). Lo rivela il report di Netcomm “Acquisti online di cosmetica – Key Findings”, in uno studio svolto dal Consorzio del Commercio Elettronico e da Cosmetica Italia con L’Oréal e Mediterranea Fratelli Carli e con il supporto di Human Highway.

Gli acquirenti online di cosmetica sono il 16,2% degli utenti Internet italiani maggiorenni. Due acquirenti online di cosmetica su tre sono donne (65,4%) e in metà dei casi hanno un’età compresa tra 25 e 44 anni ma in media più elevata del totale degli acquirenti online. Gli acquirenti online di prodotti di cosmetica sono cresciuti del 18% nell’ultimo anno, raggiungendo i 4,7 milioni di individui, 2 milioni dei quali sono acquirenti abituali, ovvero hanno acquistato più di una volta un prodotto di cosmetica negli ultimi sei mesi.

Nel 2015 ogni 100 euro spesi in Italia in prodotti di cosmetica, 2,2 sono passati attraverso il canale online. L’acquisto online di prodotti cosmetici avviene nell’89% dei casi su un sito Web del merchant e solo in 11 casi su 100 via App. I merchant più utilizzati nell’acquisto online sono gli eRetailer, ovvero soggetti nati con la Rete e che non esistevano prima dell’avvento di Internet, seguiti dai produttori che trovano nell’online il modo per raggiungere direttamente i propri clienti.

A guidare lo shopping online è soprattutto la comodità, che comprende la convenienza (risparmio, offerte) e la disponibilità (prodotti difficili da trovare, ampio catalogo disponibile). Consegna gratuita e prezzo conveniente rispetto al negozio poi sono parametri di garanzia per un servizio di acquisto online perfetto, insieme a sicurezza, affidabilità, serietà e ottime recensioni.

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“È con un segnale positivo che si aprono le rilevazioni del Centro Studi di Cosmetica Italia in occasione del Cosmoprof di Bologna – ha dichiarato Gian Andrea Positano, Responsabile del Centro Studi di Cosmetica Italia -. Sul fronte del mercato interno il 2015 segna infatti una crescita del 2,2% per un valore che supera i 9.700 milioni di euro. In questo contesto la rilevazione delle vendite di cosmetici online è prossima ai 170 milioni di euro nel 2015, analogamente agli andamenti positivi registrati dalle vendite dirette (oltre 720 milioni di euro, +15%), che testimoniano un’evoluzione nelle modalità di acquisto dei consumatori cui la ricerca coordinata con Netcomm offre un significativo quadro di analisi”.

 

Più smartphone meno tablet e acquisti più veloci

Nel quarto trimestre del 2015 il settore health & beauty nell’e-Commerce a livello mondiale ha registrato un aumento del 25% dei carrelli con una crescita del 19% degli ordini. Secondo i dati dello Shopping Index rilasciati da Demandware, a livello globale, con un calo rispettivamente del 19% e 10 il tablet stia vivendo un momento di crisi. Mentre lo smartphone continua a registrare un aumento del traffico del 30% e una crescita degli ordini del 50% anno su anno. Nel settore beauty, il Pc resta il dispositivo preferito (46% di traffico e 69% degli ordini), seguito dallo smartphone (46% e 21%) e, ultimo, il tablet (8% di traffico e 11% degli ordini).
Cambiano anche i tempi di acquisto, con visite più efficienti nel coinvolgere i consumatori e una tendenze verso una navigazione e acquisti più veloci. Nel beauty, il tempo medio di permanenza per visita nel corso del Q4 del 2015 è diminuito del 10% (7,2 minuti); da smartphone la diminuzione è stata del 16%, pari a 6,3 minuti.

Nel beauty la crescita del 10% delle visite ha portato a un aumento del 25% dei carrelli e, conseguentemente, a un incremento del 19% degli ordini.

È però l’abbigliamento il settore che nel quarto trimestre ha registrato una crescita degli ordini molto maggiore rispetto agli altri segmenti. Nel commercio digitale sono i settori bellezza e cosmesi a registrare i più alti tassi di sconto, insieme all’abbigliamento sportivo. La spedizione gratuita è uno strumento universale utilizzato in diversi segmenti e Paesi: ormai gli acquirenti se l’aspettano sempre di più. Nel settore beauty la spedizione gratuita è applicata nell’84% dei casi e su un valore medio di ordine di 82 USD, mentre il tasso medio di sconto è pari al 19%.

 

Il make-up si “indossa” nel sito e-commerce di Cargo, grazie alla realtà aumentata

Cargo Cosmetics, azienda americana, ha dotato il proprio sito di e-commerce di una funzione che promette di fare storia e incrementare le vendite online: si tratta della possibilità di indossare, virtualmente, ombretto e rossetto di varie tinte sul proprio viso. È sufficiente la normale telecamera del computer o dello smartphone.

Schermata 2016-03-07 alle 22.59.25La piattaforma che consente ciò si chiama FaceCake e permette di applicare il makeup al viso “seguendo” anche i movimenti (se non sono troppo veloci).  L’abbiamo provato e funziona. È in effetti un modo di rendere gli acquisti di make-up online più accattivanti perché, come è accaduto per anni nell’abbigliamento, la possibilità di non poter “toccare con mano” il prodotto, o meglio il risultato su se stessi, può essere respingente. Se in questo caso la texture o la brillantezza sono “fuori portata” la possibilità di testare il colore con il proprio tipo di pelle, praticamente dal vivo grazie alla realtà aumentata, può in effetti rendere più sicuro l’acquisto e aumentare le vendite.

Una funzione dunque, quella della realtà aumentata, che immaginiamo si diffonderà sempre più in futuro nei siti di e-commerce, come nei camerini dei negozi d’abbigliamento.

Anche l’uomo si fa bello: nel 2015 3,5 milioni di euro spesi in trattamenti estetici via web

Sono stati 115.000 i trattamenti per una spesa di quasi 3,5 milioni di euro i trattamenti estetici prenotati online dagli uomini italiani nel 2015, a riprova che la cura per la persona è ormai ben lungi dall’essere solo declinata al femminile. Lo rivela una ricerca dell’Osservatorio di Uala.it, sito italiano dedicato al mondo beauty cui fanno capo saloni di hairstyling, centri di bellezza ed estetica. Sono dunque oltre 5.000 gli uomini italiani che ogni mese si sono presi cura della propria bellezza.

Il sito ha analizzato i tipi di richieste effettuate dagli uomini e se da un lato è emerso, prevedibilmente, che la principale è stata il taglio dei capelli, a seguire si trovano servizi generalmente considerati lontani dal mondo maschile come il colore, ma sono state anche prenotate oltre 200 manicure maschili ed è letteralmente esplosa la passione della barba modellata, scolpita o “forgiata”, richiesta da 4.000 clienti dei saloni analizzati da Uala.it.

«Anche gli uomini hanno ufficialmente abbattuto il tabù della cura del proprio aspetto – ha dichiarato Alessandro Bruzzi, amministratore delegato di Uala – e apprezzano particolarmente la possibilità di non sprecare tempo tra prenotazioni e conferme, prenotando online 24 ore su 24 e scegliendo trattamenti pensati ad hoc per una clientela maschile. Il mercato della bellezza e del benessere sta vivendo un periodo di grande espansione e sempre più persone scelgono di prendersi cura di sé e migliorare la propria immagine. E a farlo sono tanto le donne quanto gli uomini».

Il trend emerso nel 2015 si conferma ancora più forte nel 2016 dato che, dal 1 gennaio al 29 febbraio, sono stati già più di 35.000 gli uomini che hanno scelto di prenotare un trattamento online con Uala.it.

L’attenzione sempre più evidente verso l’aspetto estetico maschile è del resto stata confermata dal Congresso Internazionale di Medicina e Chirurgia Estetica Sies-Valet dove è stato sottolineato come siano 151mila gli uomini che si sono sottoposti a trattamenti estetici nel 2014. Tra gli interventi più richiesti, la correzione dei difetti al volto, come il mento sfuggente, considerato sinonimo di scarsa forza e virilità, ma anche il contorno della mandibola e il rimodellamento delle labbra. Insomma, botox, filler e biorivitalizzazione sono ormai richiesti anche dagli uomini. Il reparto beauty e dermocosmesi farà bene a tenerne conto e ad allargare i propri orizzonti, proponendo prodotti ad hoc anche per l'”altra metà del cielo”.

Lush fa restyling in Buenos Aires a Milano: più ordine e focus sul prodotto

Scaffali in legno riciclato realizzato da artigiani locali tra Brescia e Bergamo, scuri per dare più risalto al prodotto, piastrelle bianche e fasce nere da cui risaltano i colori sgargianti dei saponi e delle confezioni, aria vintage, che richiama gli anni ’50 inglesi ma anche le vecchie cucine di campagna e il mondo del circo; esposizione “verticale” per categoria (prima era tutto un po’ mischiato); migliore utilizzo dello spazio e più chiarezza espositiva dovuta anche all’aumento delle referenze (200 nuove quest’anno su un totale di 300): sono queste le novità del nuovo corso di Lush, azienda inglese specializzata in cosmesi naturale che in Italia ha 30 pdv diretti e 6 in franchising.

Abbiamo visitato il punto vendita di corso Buenos Aires, il primo a Milano a “cambiare pelle”. In 35 mq tante sono le novità rispetto al passato. I primi negozi già vent’anni fa esibivano quel look shabby chic, legno chiaro riciclato, ceste, scritte a mano su lavagna che ormai vanno per la maggiore un po’ ovunque. Forse per questo l’azienda guidata da Mark Constatine ha deciso di differenziarsi e guardare avanti. Partito dal flagship di Oxford Street inaugurato lo scorso aprile, il restyling interesserà per ora la parte europea degli oltre 900 pdv Lush in 50 Paesi.

Alessandro Andreanelli, Amministratore Delegato di Lush Italia, ci ha spiegato il senso dell’operazione.
«Nel 2015 Lush ha celebrato il suo 20° anniversario e per festeggiare al meglio questa ricorrenza abbiamo inaugurato un imponente flagship store a Londra, nella centralissima Oxford Street. È il negozio Lush più grande al mondo, si sviluppa su tre piani e su una superficie di quasi 1.000 mq, e rappresenta l’emblema dell’innovazione del brand. A seguito dell’apertura di Oxford Street abbiamo avviato un progetto di restyling dei punti vendita in tutta Europa. Anche l’Italia si è allineata a questo progetto, che segue in tutto e per tutto il concept inaugurato con Oxford Street, a partire dal restyling del punto di vendita di Padova a settembre. Il nostro progetto accoglie in pieno la rinnovata filosofia del brand che si propone di coinvolgere sempre più il cliente anche a livello emotivo, accogliendolo in ambienti capaci di regalare una shopping experience unica e avvolgente».

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Nei negozi rinnovati, oltre all’estetica, i clienti troveranno altre novità e di che genere?
«Grazie al progetto di restyling ci poniamo l’obiettivo di comunicare, attraverso ogni più piccolo dettaglio nel punto vendita, i valori chiave che da 20 anni contraddistinguono Lush: lo spirito innovativo che si fonde alla forte artigianalità e alla costante attenzione all’ambiente, l’offerta di prodotti freschi, fatti a mano, 100% vegetariani, realizzati utilizzando materie prime equosolidali e rigorosamente non testati sugli animali. I nostri punti vendita vogliono coinvolgere i clienti in una shopping experience distintiva e si propongono di rappresentare e raccontare al meglio le peculiarità del brand: abbiamo inventato i nostri prodotti in maniera non tradizionale e offriamo ai clienti prodotti freschi e auto-conservanti in un’industria orientata a far durare i prodotti anni e anni. Con l’apertura di Oxford Street inoltre abbiamo introdotto quasi 60 nuovi prodotti, da rivisitazioni di prodotti iconici a vere e proprie innovazioni di settore, come ad esempio i dentifrici solidi e le gelatine da doccia».

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