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Ricominciare dall’e-commerce: la sfida di Centovigne

Fortemente penalizzata dal lockdown, la biellese “Centovigne – Castello di Castellengo” , specializzata nella produzione di vini DOC e grappe di alta qualità, ha scelto la via dell’e-commerce, aprendo la propria “cantina virtuale”. Grazie all’aiuto di Vidra, portale che offre una piattaforma e-commerce basata su cloud per aiutare le aziende in crescita, in particolar modo le piccole e medie imprese, in soli 10 giorni Centovigne, è riuscita ad avviare il proprio sito di vendita online.

Veloce il successo: in soli 3 mesi di attività l’azienda è riuscita ad aumentare le vendite on-line del +90%, mitigando al 60% il decremento di fatturato dovuto al lockdown.

Dal’tronde Centovigne, che ha come punti di forza sia la distribuzione internazionale, sia la vendita diretta, con degustazioni in cantina, aveva già da qualche tempo preso in considerazione il canale e-commerce. Tuttavia la paura di perdere il contatto diretto con il pubblico e il timore che la qualità del prodotto venisse danneggiata durante il trasporto, erano stati due forti deterrenti.

Galeotto, dunque, il lockdown, divenuto catalizzatore del processo di trasformazione, fino ad allora rimasto in stand-by.

“Avevamo già considerato l’idea di aprire un servizio e-commerce –  raccontano infatti i proprietari Alessandro Ciccioni e Magda Zago – ma per un periodo siamo stati incerti per via del tipo di prodotto che proponiamo: il vino è delicato e temevamo per le spedizioni. Inoltre il cliente solitamente è portato a preferire l’acquisto in cantina, dopo una degustazione che ne faccia apprezzare il sapore e la storia, quindi non eravamo certi di cosa aspettarci dalla vendita online”.

In questa decisione è stato fondamentale l’apporto “semplificatore” di Vidra.

Il ruolo di Vidra

Grazia alla piattaforma, infatti, Centovigne è stata in grado, in pochi giorni, di riprendere la vendita della propria selezione di vini rossi e rosati DOC di Castellengo, del vino bianco Miranda, delle grappe e altri prodotti ai Polifenoli estratti dall’uva di Nebbiolo come le creme mani, viso e dopobarba, anche ai clienti che non possono visitare la cantina, gestire tutti i servizi (ordini, spedizioni e pagamenti) comodamente da un unico portale e, infine, gestire con semplicità la propria vetrina.

“Vidra ha dissolto i nostri timori iniziali. Riceviamo costantemente ordini dall’Italia e dall’estero e riusciamo a gestirli in modo semplice e veloce. Ogni volta che la merce arriva a destinazione riceviamo una notifica di conferma e questo ci rassicura” prosegue Magda Zago “Eravamo a conoscenza di altre piattaforme per aprire il nostro negozio online, ma abbiamo scelto Vidra per la sua estrema facilità di utilizzo e perché era l’unica ad offrire la possibilità di gestire così tanti servizi da un unico portale, lavorando in vigna, il tempo è sempre poco e ottimizzarlo diventa importante, inoltre la creazione del nostro negozio virtuale non ha avuto costi.” 

 

Rallentano le vendite in GDO. L’analisi di Nielsen

Lieve variazione segnalata da Nielsen, per i consumi in Grande Distribuzione: nel periodo compreso tra lunedì 25 maggio a domenica 28 giugno, infatti, rallenta la crescita per le vendite rispetto al periodo di lockdown e alle prime tre settimane di fase 2:+0,3% a parità di negozi. Questo trend si rispecchia anche nell’andamento delle vendite per area geografica, che tendono a stabilizzarsi.
A registrare una crescita maggiore è il Sud Italia (+1,1%), seguito da Nord Est e Nord Ovest (entrambi +0,8%). Il Centro Italia mostra invece un trend negativo del -1,3%, probabilmente influenzato da minori flussi turistici rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
“Dopo le vendite straordinarie registrate negli scorsi mesi iniziano a manifestarsi i primi segnali negativi per la GDO, come ci dimostra la performance di giugno – dichiara Romolo de Camillis, Retailer Service Director di Nielsen Connect in Italia – Il rallentamento delle vendite è riconducibile a diversi fattori. Da una parte, la ripartenza del settore Ho.Re.Ca e, in generale, dei consumi fuori casa incide negativamente sulle performance
retail, ma non è l’unica causa della frenata; rispetto allo stesso periodo del 2019 manca infatti anche il contributo positivo che il turismo e le vacanze apportano al settore. In aggiunta, l’accelerazione dei discount sottolinea la crescente esigenza di risparmio delle famiglie con ridotto potere di spesa.”

 

 

I canali distributivi

Gli Specialisti Drug si confermano come il format più dinamico nella fase postlockdown, registrando una crescita del +6,8%. Continuano a crescere a ritmi rilevanti anche i Discount (+3,3%), mentre frena il Libero Servizio (-2,4%), il canale di vendita cresciuto maggiormente durante il periodo di lockdown.
Anche i Supermercati rallentano fortemente rispetto al periodo di lockdown e inizio fase 2, con vendite in calo del -0,2%, mentre gli Ipermercati restano tendenzialmente stabili rispetto all’andamento di maggio (-0,4%).
Si conferma inoltre il trend negativo delle vendite nel format Cash & Carry:-16,9%, anche se in miglioramento rispetto al periodo precedente.
Al contrario, il canale eCommerce prosegue la sua ascesa: il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 25 maggio a domenica 28 giugno è di +140,3%.

I giorni della spesa in GDO
A seguito dell’allentamento delle misure restrittive, così come evidenziato per il mese di maggio, stiamo assistendo a un riequilibrio dei giorni in cui si concentrano maggiormente gli acquisti della GDO: il sabato si conferma come giorno più importante, con un peso del 19,5% sulle vendite settimanali. Crescono ulteriormente anche gli acquisti della domenica, grazie a un numero maggiore di punti vendita aperti in questa giornata rispetto al periodo di lockdown, con un peso di oltre il 10% sulla settimana.

Le categorie

Alcuni driver di spesa, innescati durante la pandemia non sembrano ancora  caduti nel dimenticatoio, vediamo alcune delle evidenze principali emerse nel periodo 25 maggio – 28 giugno 2020:

1. Effetto “prevenzione e salute”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: detergenti superfici (+20,2%), sapone per le mani solido e liquido (+28,7%), alcol denaturato (+234,9%), guanti (+33,8%), candeggina (+11,7%), salviettine (+12,1%).

2. Effetto “stock”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: caffè macinato
(+17,1%), olio extra vergine di oliva (+11,8%), olio di semi (+19,3%), pasta (+11,7%), conserve rosse (+16,4%). I comparti della dispensa non alimentare maggiormente in crescita sono invece: detergenti lavastoviglie (+26,3%), carta casa (+11,9%), contenitori per alimenti (+29%), avvolgenti alimentari (+22,1%), sacchetti per la spazzatura (+12,8%).

3. Cuochi a casa, il paniere degli ingredienti base, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: ingredienti per pasticceria (+59,5%), uova di gallina (+14,1%), farine (+54,6%), formaggi freschi uso cucina (+37,2%), burro (+15,1%), mascarpone (+55,8%), zucchero (+13,3%) e panna fresca (+39,3%).

4. Comfort food, il paniere dell’indulgence,quindi tavolette di cioccolato (+18,5%), patatine (+13,2%), creme spalmabili dolci (+12,6%), cola (+4,8%), e miele (+14,6%), olive (+3,7%),pasticceria (+32,3%). A differenza del periodo precedente, calano invece le vendite di gelati (-3,7%). Continua a crescere anche il comparto degli alcolici, con vino (+12,4%), birre alcoliche (+9,6%), superalcolici (+30,1%) e champagne/spumante (+28%) e aperitivi alcolici (+33,7%)

La Moda italiana lancia l’allarme: a rischio 35.000 posti di lavoro

“È cambiato tutto dopo il COVID, e oggi assistiamo ad uno smarrimento senza precedenti per il nostro settore. Riteniamo quindi che proprio in questo momento ci sia bisogno di unione, e che ci sia bisogno anche di traghettare un cambiamento. Una vera e propria rivoluzione. E la rivoluzione passa attraverso tecnologie, passa attraverso informazioni ma passa soprattutto attraverso un cambio di mentalità”: questa la dichiarazione con cui Bassel Bakdounes (foto), Ceo di Velvet Media, ha aperto l’Assemblea Plenaria della digital convention ECOMM FASHION, “Stati Generali” della moda italiana.

Nel corso dell’evento Massimo Torti, Segretario Generale della Federazione Moda Italia, ha segnalato nuovi dati elaborati dal proprio centro-studi inerenti il segmento moda. Dei 115.000 punti vendita in Italia, pari ad una forza lavoro di circa 313.000 addetti, dopo il 18 maggio, data di fine lockdown, hanno riaperto il 94% di cui il 76% ha fatto registrare forti cali di fatturato, soprattutto nelle grandi città e nei centri storici privi di turismo. Da qui le stime, che prevedono perdite di circa 15 miliardi di consumi con il rischio di chiusura di 17.000 punti vendita e di conseguenza perdita di 35.000 posti di lavoro. Altrettanto significativa la percentuale di digitalizzazione dei punti vendita, a chiusura del 2019 solo il 36,2% dei punti vendita aveva già un sito web mentre il 67,1% utilizzava almeno i social network. “I confini tra fisico e virtuale si attenuano. Il negozio fisico non è destinato a tramontare ma ad evolversi. Evoluzione è il concetto chiave.” sottolinea Torti.

Un quadro altrettanto complesso quello presentato in anteprima da Siro Badon, Presidente di Assocalzaturifici. Dall’indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Moda e presentata in anteprima ad Ecomm emerge un quadro difficile. Nel primo trimestre del 2020 le imprese del comparto calzaturiero hanno accusato una flessione media del fatturato pari al -38,4%, con una perdita complessiva stimata in 1,7 miliardi di euro. Nel dettaglio il 60% delle aziende calzaturiere a campione ha registrato, nei primi tre mesi 2020, un calo del fatturato compreso tra il -20% e il -50% rispetto all’analogo periodo 2019; un ulteriore 20% degli interpellati ha rilevato una contrazione superiore al -50%. Se guardiamo alla raccolta ordini le prospettive non sono migliori: il 46% delle aziende intervistate ha indicato un calo tendenziale nel primo trimestre compreso tra il -20% e il -50%; il 37% ha subìto un arretramento superiore al -50% con un decremento medio degli ordinativi pari al -46,2%. “Ci troviamo chiaramente – spega Badon – di fronte a sfide impegnative e definitive nella loro capacità di plasmare l’industria e il mercato. I fattori del cambiamento che ciascuno di noi stava affrontando negli ultimi anni – l’esplosione dei canali digitali di vendita, accelerazione e disintermediazione nei processi di acquisto e progressiva selezione della distribuzione tradizionale multimarca – sono diventati in pochi mesi la condizione normale in cui operano gli imprenditori.”

Infine Steven Tranquilli, Presidente di Federpreziosi, conferma che anche un settore tendenzialmente conservatore come quello dei preziosi sta avviando l’integrazione tra canali tradizionali di vendita e mondo digitale. Sebbene con un po’ più di ritardo nella trasformazione, i dati segnalano che il 48,1% delle gioiellerie ha sia un sito web che un profilo sui social network, di cui il 22,6% ha soltanto profilo social mentre il 29,3% non ha alcuna strategia di comunicazione.

Smartphone, integratori e sneaker guidano gli acquisti on line

Prosegue la corsa del mercato degli acquisti online che, anche nel 2020, segna  numeri in positivo. È quanto emerge dalla fotografia del comparto elaborata da Trovaprezzi.it, che registra nel primo semestre dell’anno un totale di circa di 139 milioni di ricerche sull’intero network rispetto ai 97 milioni* del primo semestre dello scorso anno.

Tecnologia

A trainare il settore sono ancora i prodotti di telefonia e di elettronica di consumo. Con oltre 10 milioni di ricerche, Cellulari e Smartphone si confermano in testa alla classifica delle top 10 categorie più cercate tra gennaio e giugno. L’Apple iPhone 11 da 64GB è stato il modello più desiderato in assoluto dagli italiani in questo particolare inizio di anno. Ci sono state però alcune preferenze a seconda del territorio: se a Milano e a Torino si è scelto Apple, a Bologna ha riscosso maggior successo il Huawei P30 Lite da 128GB, mentre i fiorentini si sono dimostrati interessati a Samsung prediligendo il Galaxy A40.

Wellness

Degni di nota anche gli integratori e i coadiuvanti che si riconfermano al secondo posto con circa 7 milioni di ricerche. Le necessità sono state piuttosto variegate: gli italiani hanno scelto in maggioranza gli integratori per i disturbi intestinali (come Bifiselle e Enterolactis Plus) ricercati in particolare a Milano e a Torino. Seguiti da prodotti drenanti e con azione anticellulite (come Biosnel) di grande successo soprattutto a Bari, e da integratori per favorire le funzionalità articolari e muscolari o per la cura di pelle, capelli e unghie (il Solgar Ialuronic Formula è stato il più gettonato a Napoli). Tra i prodotti più ricercati non mancano poi i più noti Be Total Advance B12 e Magnesio Supremo utili al sistema immunitario.

Abbigliamento

Anche la moda ricopre una buona percentuale del mercato: Sneakers e Scarpe Sportive ha totalizzato oltre 4 milioni e 300 mila ricerche. Le Saucony Jazz Original restano il modello più in voga della penisola. Nelle isole, invece, emergono tendenze differenti: a Cagliari si prediligono le Etnies Marana, a Palermo invece le Adidas Forest Grove.

L’emergenza da Covid-19 ha inevitabilmente influito anche sul commercio elettronico: tra febbraio e maggio si è assistito ad un boom di ricerche per l’Amuchina Gel X-Germ Disinfettante Mani e per i dispositivi di protezione individuale, prodotti di punta delle categorie Prodotti Salute e Abbigliamento da Lavoro (rispettivamente al 6° e 8° posto tra le categorie più ricercate).

La top ten

Nella classifica delle 10 categorie merceologiche più in voga troviamo:

Le conseguenze del lockdown

Una spinta notevole all’uso dei canali online in tutta Italia è derivata dal periodo di lockdown. Come rilevato da Netcomm, dall’inizio del 2020 ai primi di maggio si sono registrati 2 milioni di nuovi consumatori online, di cui 1,3 milioni attribuibili alla sola emergenza Coronavirus. Per capire meglio la portata di questo dato occorre paragonarlo a quello registrato nello stesso periodo del 2019, quando vennero rilevati circa 700mila nuovi consumatori (Fonte Netcomm Forum Live 6-7 maggio 2020).

La ricerca dei prodotti passa poi sempre più dai dispositivi mobili: un trend che trova conferme anche nel traffico totale di Trovaprezzi.it proveniente al 68% da smartphone e tablet. In crescita le ricerche da tablet (7% per il 2020, era 5% nel 1° semestre 2019) a discapito di quelle da smartphone (61% vs 63% del 2019).

L’identikit dell’utente tipo più attivo nelle ricerche sul web fornito da Trovaprezzi.it rivela che nel 25% dei casi gli utenti hanno tra i 25 ed i 34 anni, mentre il 23% è in fascia 35-44 anni. Ricerche in crescita rispetto allo scorso anno per i giovani (18-24 anni) che passano dal 6 all’11%; stabili invece gli utenti più maturi (over55 con il 23% totale), mentre la fascia 45-54 mostra una flessione (-4%). Aumentano gradualmente le ricerche effettuate da donne: la quota rosa è del 45% rispetto al 41% del 2019.

Città che vai, smartphone che trovi

Curiose alcune tendenze e peculiarità emerse in base alle ricerche per città:

Se i milanesi, baresi, bolognesi, romani e napoletani sono grandi fan dei Macbook di Apple, a Palermo e a Venezia vanno per la maggiore i notebook di HP, mentre a Cagliari e a Firenze si preferiscono gli Acer. Nel comparto TV i prodotti di LG non temono la concorrenza, confermandosi in testa alle ricerche in tutte le grandi città. Per la climatizzazione la scelta è ardua: a Firenze, Venezia, Cagliari e Roma si preferiscono i modelli Mitsubishi, mentre a Palermo e Bologna il brand più ricercato è Daikin.

*il dato si riferisce complessivamente alle ricerche registrate nel network di Trovaprezzi.it

Pam Panorama lancia a Torino un nuovo format di punto vendita sicuro

Pam Panorama ha inaugurato a Torino ( a pochi passi dal Museo dell’automobile) un nuovo punto vendita Pam local, segnale importante di ripartenza e ritorno alla “normalità” . Il nuovo convenience store si può infatti fregiare del titolo di punto vendita sicuro, pensato, progettato e realizzato per garantire i massimi standard di sicurezza per clienti e lavoratori, tenendo conto delle nuove abitudini di spesa mutate a seguito della pandemia da Covid-19.

Il nuovo punto vendita Pam local rappresenta un unicum nel panorama della Grande Distribuzione in Italia ed è frutto della sinergia ed expertise tra l’azienda CEAN e Pam Panorama.

Lo store garantisce un’esperienza di spesa in sicurezza grazie alla predisposizione dello spazio e dei supporti che agevolano ed indicano il distanziamento sociale e le prescrizioni obbligatorie di sicurezza; un modernissimo impianto di areazione che favorisce il costante ricambio di aria; l’inserimento di barriere protettive sia per il cliente che per l’operatore ed una gestione degli accessi e check-out sicuro ed in completa autonomia che permette una spesa più veloce anche grazie alla modalità di vendita che incentiva i prodotti già confezionati.

All’esterno del punto vendita una comunicazione a pavimento delinea una corsia appositamente pensata per facilitare quelle fasce di persone che godono di un ingresso prioritario. La gestione degli accessi viene regolato mediante appositi dispositivi elettronici che garantiscono la presenza contemporanea di un limitato numero di persone all’interno ed una comunicazione a pavimento indica un percorso consigliato da seguire come buona pratica per velocizzare il processo di acquisto e garantire la distanza di sicurezza durante la coda per accedere alla zona casse.

Nel pdv sono a disposizione dei clienti una vasta gamma di prodotti studiati per soddisfare le esigenze di tutti. Per chi è di corsa c’è il Food to Go, pratiche soluzioni per pasti veloci ma gustosi e sfiziosi, mentre chi ha un occhio di riguardo non solo per il risparmio ma anche alla riduzione degli sprechi, può contare su numerose confezioni monoporzione e una vasta scelta di sfiziosi piatti pronti. Come da format Pam local non mancano i menu in abbinata per offrire, ogni 15 giorni, suggerimenti sempre nuovi per gustose ricette a prezzi competitivi e l’iniziativa “Risparmio Sicuro” che garantisce prezzi imbattibili su oltre duecento prodotti di uso quotidiano.

Inoltre, in ottica spesa solidale, sono a disposizione delle gift card da 10 e 25 euro che i clienti possono acquistare per regalare un pasto alle famiglie più bisognose della parrocchia di S. Giuseppe in via Baiardi a Torino; iniziativa gestita insieme alla Caritas del capoluogo piemontese.

“Siamo felici di annunciare questa nuova apertura, in un momento così difficile di ripartenza, in una città importante per il nostro Paese come Torino – afferma Renato Mazzucco, Direttore Vendite prossimità Pam – Questo Pam local rappresenta per la nostra insegna un’apertura pilota in quanto è il primo convenience store progettato e realizzato interamente per garantire i nuovi standard di sicurezza a seguito della pandemia e delle mutate abitudini di acquisto da parte del consumatore. L’obiettivo è di continuare a rendere il supermercato un luogo in cui fare la spesa in tranquillità, ripensando la progettazione degli spazi, la comunicazione e puntando sulla formazione delle persone.”

“Ci siamo subito preoccupati di ascoltare le ansie e le paure di chi si recava a fare la spesa. Il Covid ci ha messo di fronte ad un’esigenza nuova delle persone: sentirsi sicuri. Per questo sin dalle prime fasi di progettazione del punto vendita Pam local ci siamo focalizzati sul tema sicurezza come caratteristica centrale intorno alla quale sviluppare l’intero progetto – afferma Francesco Dragotto, Presidente di CEAN S.p.A. – La peculiarità sta nell’aver affrontato il progetto in modo completo ed uniforme con l’obiettivo finale di semplificare e velocizzare il processo di acquisto del cliente e di rassicurarlo nel momento della spesa.”.

Il supermercato sicuro rientra infatti in un progetto più ampio e in continuo aggiornamento, Cean Si.cura (https://cean.it/ceansicura), in cui vengono proposte nuove soluzioni da applicare non solo al punto vendita ma anche nella fase di esecuzione dei lavori perché la sicurezza parte già in fase di realizzazione del punto vendita.  I canali di vendita online, le vetrine digitali, come ad esempio www.consegnalaspesa.it, che mettono in contatto cliente e retailer, sono ulteriori elementi di supporto nell’esperienza di spesa.  

Estate 2020: è boom per le piscine gonfiabili. L’analisi di idealo

Un’estate ad ostacoli, almeno sui litorali del Bel Paese? Gli italiani,  (o almeno una larga parte di essi) opta per il giardino di casa. Tra incertezza economica, nuove regole di distanziamento sulle spiagge e la paura del virus, infatti, si preferisce il Piano B.

E’ quanto emerge dall’ultima analisi di idealo che ha monitorato l’interesse degli italiani online nei confronti di 100 tipologie di prodotto a tema vacanza, scoprendo che nell’ultimo mese è stato boom di ricerche per gli articoli da giardino o terrazzo (+2288,1%).

Gli oggetti più desiderati

Secondo un sondaggio effettuato da Kantar per conto di idealo nel mese di giugno 2020, solo il 36,5% degli intervistati ha risposto che andrà in vacanza quest’estate, il 31,7% non lo sa ancora e il 31,9% non ci andrà affatto; cresce quindi la necessità di preparare la propria casa per l’estate.

Sono circa 6 su 10 le abitazioni in Italia che dispongono di uno spazio all’aperto che, come emerge dalle ricerche online condotte sul portale idealo.it nell’ultimo mese, gli italiani stanno allestendo per trascorrere le prossime vacanze. 

È boom di interesse per le piscine (+5052,9%) nei vari modelli da scegliere a seconda dei desideri e di quanto si vuole spendere. Le più cercate sono le piscine gonfiabili, da poter essere collocate in giardino oppure su un piccolo terrazzo per garantire divertimento e relax a tutta la famiglia.

Crescono anche le ricerche per i tavoli da giardino (+2843,1%), ombrelloni da esterno (+2174,4%), set mobili da giardino (+2008,0%), sedie da giardino (+1528,6%) e barbecue (+442,7%).

All’aria aperta

Per i più fortunati che andranno in vacanza quest’anno, sembra essere indifferente la meta purché si tratti di vacanze in movimento, all’aria aperta e distanziate.

Dalle ricerche condotte nell’ultimo mese sul portale idealo.it risultano infatti in crescita quelle di prodotti per sport acquatici e pesca (+472,8%), abbigliamento e accessori outdoor (+220,8%) e articoli per arrampicata e alpinismo (+151,3%). Sono in particolare i gommoni e kayak i prodotti più cercati, con un aumento di 1230,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Aumentano rispetto al 2019 anche le ricerche di articoli per il camping con una crescita in media del +102,3% per i prodotti della categoria.

Il materassino gonfiabile

Il mare si conferma una delle mete preferite dagli italiani anche per l’estate 2020. Secondo il sondaggio commissionato da idealo, infatti, il 60,9% degli intervistati che faranno una vacanza andrà al mare. Le ricerche online di prodotti per il mare sono aumentate nell’ultimo mese del +156,2%.

Tra i prodotti più desiderati di quest’estate c’è il materassino gonfiabile, le cui ricerche online sono aumentate del +378,0%.

Il portale idealo.it ha stilato la classifica dei top 5 materassini gonfiabili più desiderati e al primo posto si conferma il magico fenicottero gigante rosa di Intex, seguito dall’isola gigante con parasole e l’amaca galleggiante sempre di Intex, l’isola gigante Tropical Breeze di Bestway e al quinto posto il classico materassino singolo.

La fluttuazione dei prezzi

Monitorare l’andamento dei prezzi dei prodotti desiderati e scegliere di acquistare nel periodo dell’anno dove si registrano i maggiori ribassi permette di risparmiare di molto, come per gli articoli per il camping che nell’ultimo mese hanno fatto registrare una flessione nei prezzi media del -25,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, o di decidere di rimandare un acquisto ad un periodo migliore, come nel caso degli articoli per il giardino e outdoor che, invece, sono aumentati del +17,9%.

Se poi si ha in mente un prodotto specifico, si può impostare sul portale idealo un obiettivo di prezzo e, attraverso la funzione “prezzo ideale” attendere di ricevere la notifica non appena il prodotto lo raggiunge. Il risparmio in questi casi può essere ancora superiore: nell’ultimo mese, ad esempio, le giacche outdoor hanno fatto segnare una diminuzione nei prezzi del -34,2% rispetto allor stesso periodo del 2019.

“Il periodo del lockdown e l’incertezza rispetto ai tempi e ai modi della riapertura hanno portato molti italiani a rimandare l’organizzazione delle vacanze – afferma Fabio Plebani, Country Manager di idealo per l’Italia – Per questo è molto interessante analizzare le ricerche dell’ultimo mese, che mostrano come gli italiani si stanno attrezzando e preparando a vivere l’estate. Sicuramente, che sia nel giardino di casa o per i più fortunati in qualche luogo di villeggiatura, la tendenza è ancora, dopo il lockdown, quella di utilizzare le ricerche online o una commistione di mondo fisico e digitale. Secondo il sondaggio commissionato da idealo, infatti, l’81,2% degli intervistati che faranno le vacanze ha risposto che per preparare il proprio kit da viaggio utilizza le ricerche online o una commistione di mondo fisico e digitale.”

 

 

I consumatori del post Covid secondo Tiendeo.it

Pandemia e lockdown: sorgono nuove priorità e abitudini d’acquisto diversificate, più improntate all’online.

Tiendeo.it si è occupata di analizzare il nuovo consumatore evidenziando alcune peculiarità.

Cosa è cambiato

La società ha sete della cosiddetta “nuova normalità” ed è per questo che la graduale riapertura  insieme all’arrivo del bel tempo ha causato una trasformazione delle sue priorità, aumentando le ricerche di offerte online (nella prima settimana di apertura). Le ricerche online su Tiendeo sono aumentate del 28% e categorie come arredamento e casalinghi (19%), elettronica e informatica (14%) e giardino e brico (9%) ora raggiungono le prime posizioni. D’altra parte, diminuiscono frequenze, tempi, distanze e modificano persino i normali canali di pianificazione e acquisto.

Secondo un primo rapporto di Tiendeo su come il COVID-19 ha influenzato il comportamento di acquisto, il numero di visite ai supermercati si è ridotto del 22% passando da una media di 4,5 a 3,5 uscite mensili e il tempo trascorso nei negozi è aumentato a 35 minuti, rispetto ai precedenti 33 minuti (+6%). Allo stesso modo, il fatto che gran parte della popolazione lavori in smart working ha influenzato sia i giorni scelti che le fasce orarie: le uscite infrasettimanali diventano le preferite, sostituendo quelle del sabato, e si concentrano tra le 9.00 e le 11.00 del mattino, invece che distribuirsi tra le 10.00 e le 12.00 e le 16.00 e le 18.00. Altro dato interessante è quello relativo al raggio di percorrenza, che durante la quarantena diminuisce notevolmente (-42%): da 4,5 a 2,6 km. Sebbene si tratti di uno scenario in cui il canale online ha acquisito una grande forza nei diversi momenti della customer journey in quanto è il più accessibile (o addirittura unico) nelle circostanze, è anche vero che gli stabilimenti fisici hanno continuato a essere i prescelti per la maggior parte degli acquisti alimentari. Tuttavia, le distanze sono state ridotte, dando priorità ai negozi più vicini a casa e mettendo così in scacco la fedeltà depositata (prima del COVID-19) nei supermercati e ipermercati di fiducia che dovranno lottare per recuperare nei prossimi mesi consensi e clienti.

Maggiore pianificazione

Partendo dal presupposto che il futuro del settore è qualcosa di totalmente incerto, il nuovo consumatore che sta nascendo da questa crisi pianifica i suoi acquisti in modo più coscienzioso prima di recarsi nei negozi, con il fine di contenere i costi, come risultato della crisi economica, e per paura di una possibile recessione. Di conseguenza, sarà anche più sensibile alle promozioni e alle offerte che marchi e aziende mettono a loro disposizione. Inoltre, benché fosse evidente che internet avrebbe acquisito sempre più importanza nel processo di acquisto nei prossimi anni, ciò che era impossibile prevedere era quanto rapidamente ciò sarebbe accaduto. Stiamo assistendo a una iperdigitalizzazione della società a un ritmo rapido. Il coronavirus sta accelerando l’arrivo di quello che doveva essere il futuro del retail. Di fronte a un ambiente così mutevole infatti, il settore del retail si trova a svolgere un’attività di analisi continua per di conoscere le nuove esigenze e il comportamento dei clienti ed essere al loro fianco in ogni momento. Il canale online a questo proposito diventa l’alleato perfetto per ottenere una profonda conoscenza della customer journey grazie ai Big Data ottenuti dalle ultime tecnologie. È essenziale per i retail un’alta adattabilità e un miglioramento delle loro risorse online ripensando la propria strategia media, dove il marketing digitale sarà essenziale sia per continuare a generare vendite sia per ottenere la fedeltà dei potenziali clienti, modificatasi durante la quarantena. Dopo questa crisi, i retail che hanno saputo reinventarsi e orientare le loro strategie di comunicazione e marketing verso il digitale saranno i vincitori.

La sfida dell’online

“È una crisi che ha rappresentato per i retailer molteplici sfide, che si sono trasformate in grandi opportunità per stare più vicini ai propri clienti, apportando un valore aggiunto. Questo è questo il momento di provare e sperimentare nel canale online, se si vuole uscirne fortificati” afferma Jaume Molins, Country Manager Italia.

Questo significa che i retailer dovranno adattare all’online le proprie forme di comunicazione e vendita, prediligendo i cataloghi digitali rispetto a quelli cartacei, questi ultimi da sempre considerati arma vincente della GDO. Si tratta non solo di una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale, ma che permette maggiore agilità e un ipersegmentazione, così da raggiungere un target locale in modo preciso piuttosto che in forma massiva, contenendo i costi. Ora che il consumatore non smette di informarsi online e scopre i vantaggi di fare provviste attraverso e-commerce, il marketing digitale si afferma più che mai come strumento fondamentale per aumentare le vendite e fidelizzare i propri clienti.

Il futuro è nell’e-commerce. L’analisi di Supernova- Hub.it

L’emergenza sanitaria e il conseguente lockdown hanno cambiato le nostre abitudini:una delle trasformazioni più significative e più resilienti riguarda proprio i nostri consumi e ancora di più il nostro modo di acquisto. I dati della ricerca lampo rilasciata da Netcomm a fine marzo parlavano chiaro: nuovi utenti, molti dei quali insospettabili, avevano incominciato ad affacciarsi al mondo dell’e-commerce. Con una nuova ricerca – presentata nei primi giorni di maggio – la tendenza è stata confermata: dall’inizio del 2020 a oggi sono 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia (in tutto 29 milioni), di cui ben 1,3 milioni sarebbero da attribuire all’impatto dell’emergenza sanitaria del Covid-19.

L’e-commerce è qui per restare

In proposito Supernova-Hub.it,  convinta che la situazione vissuta in questi mesi porterà ad un cambiamento di lungo periodo: stima infatti che nell’80% dei casi la tendenza ad acquistare online rimarrà anche una volta finita l’emergenza. Ovviamente in parte si tornerà a comprare nei negozi fisici, ma molti dei nuovi utenti rimarranno anche sul web, non più per necessità, ma per comodità, flessibilità e risparmio.

Cambiano gli acquisti

La quarantena che è stata imposta agli italiani li ha portati inoltre a scoprire nuovi prodotti. Si sono moltiplicati gli abbonamenti su TV on demand, per esempio. Con i cinema chiusi e l’impossibilità di incontrarsi con gli amici nei locali, il “cinema casalingo” è stato uno dei modi di passare il tempo più comune. E in un contesto in cui cinema e teatri potranno riaprire solo a condizioni rigidissime (che tra le altre cose permettono l’ingresso di un’utenza davvero limitata), è molto facile immaginare che anche questi nuovi servizi siano entrati nelle nostre case per restare.

Secondo un’indagine di Idealo, dopo aver visto che in fase di lockdown le ricerche online degli italiani riflettevano il momento storico che si stava vivendo, con un aumento del +122,7% di ricerche di prodotti per lo smart working e del +3.909,4% di articoli per il fitness, nel momento della cosiddetta ripartenza con la fase 2, sono aumentate le ricerche legate a prodotti per la bella stagione (come lettini e ombrelloni), per il giardino e gli sport outdoor. Un aumento significativo è stato segnato anche nelle ricerche di prodotti per la cura del corpo, come epilatori, tinte per capelli, articoli di make-up e per la manicure.

Il dato che colpisce di più, però, è che questa situazione finora mai sperimentata ha determinato una crescita importante di settori che fino a poche settimane fa erano considerati emergenti: a registrare l’incremento maggiore, da fine febbraio a metà aprile, è infatti il pet care (+154%); seguito da cibi freschi e confezionati (+130%); prodotti per la cura della casa (+126%) e della persona (+93%) (dati Netcomm). Anche se il settore che ha segnato la maggiore crescita è il cosiddetto eGrocery. Secondo l’Osservatorio eCommerce b2c del Politecnico di Milano, il volume degli acquisti online food & grocery è raddoppiato e il loro valore è persino triplicato. Le categorie di prodotti maggiormente acquistate sono legate ai tre “effetti” identificati da Nielsen: lo “stock” (farina, uova, zucchero, latte, burro, caffè, pasta, sughi e biscotti), la “prevenzione” (guanti, detergenti per le superfici, candeggina, sapone, termometri) e “resto a casa” (pizze surgelate, affettati, mozzarella, patatine, vino e gelato). In cima alla lista ci sono ovviamente i big della gdo, ma hanno registrato una crescita importante anche servizi verticali e dedicati alla consegna a domicilio di frutta e verdura.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione per il nostro Paese, che dimostra che se prima dell’emergenza gli italiani erano timidamente interessati all’e-commerce, oggi ne hanno sperimentato tutta la potenzialità e tutti i vantaggi. Ci sarà un’integrazione sempre più marcata tra online e offline, ma sarà impossibile prescindere dal canale digitale.

Quindi, chi vorrà sopravvivere dovrà puntare su una sempre maggiore vicinanza tra i canali online e offline e sul ruolo sempre più predominante del web.

Ecco allora che il marketplace può diventare un’efficace vetrina per i negozi di vicinato e le microimprese: una delle piattaforma che sta performando meglio in questo periodo e attua delle soluzione per esplorare queste modalità è sendabox.it, fondata da Federico Pozzi Chiesa.

Non solo abilita, tramite tecnologia e con servizi a tariffe competitive, i retailer che si approcciano per la prima volta al mondo dell’e-commerce tramite marketplace o avvalendosi di e-commerce proprietari, ma supporta anche i clienti finali nelle necessità quotidiane legate agli acquisti on line. Il crescente numero di utenti che non dispone di portinerie private può risolvere il problema delle consegne affidandosi a questa piattaforma che integra punti di ritiro e consegna come negozi, edicole, bar e altre piccole attività commerciali che fungono da centri per lo smistamento di pacchi e buste. Grazie al servizio offerto, il corriere effettua il ritiro o la consegna presso il punto scelto dal cliente, permettendogli di non sprecare tempo.

La ristorazione nel dopo lockdown: paure, speranze, aspettative

Quanto è costata alla ristorazione la crisi innescata dal Coronavirus?

Lo rivela l’inchiesta a cura di Fine Dining Lovers magazine on line e piattaforma gastronomica promossa da S.Pellegrino e Acqua Panna, condotta su un campione di oltre 10.500 soggetti intervistati in tutto il mondo per capire come sono cambiati i comportamenti relativi al cibo e al piacere di frequentare i ristoranti.

E’ emerso che la difficoltà e le preoccupazioni relative al futuro dell’industria della ristorazione coinvolgono il 51% (66% in Italia) dei professionisti convinti che la situazione economica negativa potrebbe inasprirsi nel giro del prossimo semestre.

Solo il 27% degli intervistati ritiene che siano stati adottati provvedimenti adeguati a supporto della ristorazione da parte dei rispettivi governi. 

 

 

Fra coloro che non vantavano rapporti di lavoro continuativi pre-crisi, il 65% (56% in Italia) ha perso la propria occupazione. Il 72% di coloro che sono regolarmente impiegati temono di perdere il proprio lavoro (la percentuale sale all’80% in Italia) a causa di una crisi che potrebbe acuirsi nei prossimi mesi.  

I clienti

Un quarto dei consumatori coinvolti nel sondaggio dichiara di avere utilizzato servizi di delivery durante il lockdown. Il 33% in Italia (stessa percentuale USA) dichiara di avere utilizzato il servizio delivery più spesso che in precedenza. I più refrattari al delivery, ma anche al take away, sono i francesi.

Il 60% del pubblico intervistato afferma di avere migliorato la propria abilità in cucina: in particolare il 40% sostiene di aver imparato o migliorato tecniche legate alla panificazione e al mondo dei lievitati, il 39% ha imparato nuove tecniche seguendo i consigli dei grandi chef mentre il 33% degli intervistati dimostra maggiore consapevolezza rispetto allo spreco alimentare.  

Nonostante questo, ai consumatori manca decisamente l’esperienza di un pasto fuoricasa: il 40% in particolare ha nostalgia delle implicazioni sociali che un pranzo o una cena al ristorante comportano, molto più che del puro piacere della novità o della scoperta legata all’esperienza del cibo.

È evidente che, quando si parla di fine dining, la capacità di saper ricreare unesperienza che non possa essere in alcun modo vissuta a casa, unica grazie al perfetto equilibrio fra atmosfera e condivisione, allinterno di un ambiente sicuro, è oggi più che mai il mix ideale intorno al quale lavorare per favorire la ripresa del settore e riconquistare la fiducia del pubblico.

Come ricominciare

Ricostruire e riprogettare sono elementi prioritari per risollevare l’industria della ristorazione tanto che il 65% (59% in Italia) degli intervistati ritiene che i professionisti avranno un ruolo essenziale nella ripresa del settore e che la loro esperienza e professionalità saranno fondamentali nelle prime fasi di costruzione di un nuovo panorama gastronomico.

Il 69% crede nell’importanza dell’introduzione di nuovi modelli di business, il 48% auspica l’attivazione di aiuti economici per coloro a cui non è stato riconfermato un impiego, il 42% reclama interventi governativi a supporto del sistema, mentre il 23% si augura una radicale evoluzione dell’intero comparto. In Italia, più che negli altri paesi, si chiedono interventi governativi su più aspetti del business.

Il tema della sicurezza è cruciale per favorire il ritorno del pubblico al ristorante. Il 69% dei consumatori esprime maggiore fiducia nelle misure precauzionali messe in atto dai ristoratori anziché nei protocolli definiti dalle istituzioni. Solo il 10% dichiara, in questa fase, di avere fiducia nei media in tema di ritrovata normalità e ritorno alle consuetudini fra cui tornare a frequentare i ristoranti; il 20% degli intervistati concorda sul fatto che forme di incentivo, tra cui i voucher, possano essere elementi che incoraggiano il pubblico a tornare al ristorante.

Modalità della ricerca

Al sondaggio, anonimo, hanno risposto 7.917 persone da tutto il mondo, soprattutto donne (73%) con una percentuale del 38% di abitanti in grandi città. Gli italiani che hanno partecipato al sondaggio sono stati 1.535 e hanno raccontato, rispondendo al questionario, come hanno vissuto il lockdown tra le limitazioni degli spostamenti personali e la chiusura dei ristoranti al pubblico.

Dei 2.708 professionisti che hanno partecipato al sondaggio, l’88% lavora in ristoranti o hotel e l’80% ha un’esperienza nel settore di oltre 6 anni. La percentuale italiana è pari all’11% ovvero a 304 professionisti, di cui il 67% con il ruolo di Executive o Capo Chef.

Ortofrutta: consumi (e prezzi) in crescita, durante la pandemia

I comportamenti di consumo dell’ortofrutta nel corso del lockdown sono cambiati. E gli effetti si sentiranno anche durante la Fase 2.

Ecco quanto emerge dal focus sui consumi domestici di ortofrutta dell’osservatorio “THE WORLD AFTER LOCKDOWN” di Nomisma e CRIF.

La forzata permanenza degli italiani fra le mura domestiche nelle lunghe settimane del lockdown ha spinto il consumo di frutta e verdura fresca e trasformata. Un italiano su due ha infatti modificato gli acquisti in questo periodo, con un forte aumento delle quantità consumate (circa un italiano su tre) – mentre sul fronte opposto solo il 15% dichiara di aver diminuito i consumi.

Le dinamiche dei consumi di ortofrutta riflettono quanto accade all’intero paniere alimentare, in aumento per il 23% delle famiglie, mentre si assiste ad un calo diffuso per le spese rimandabili quali abbigliamento (38% delle famiglie ha ridotto gli acquisti) e arredamento (35%).

L’incomprimibilità della spesa domestica per alimentare e bevande è un evidente effetto dell’incremento del numero di pasti at home, collegati alla pressoché totale chiusura del canale away from home e all’adozione dello smart-working. Per gli stessi motivi, oltre che per una generale ricerca per prodotti naturali e salutistici, le vendite di ortofrutta nella distribuzione modera hanno registrato un grande balzo durante il lockdown (+15,8% a valore la variazione 17/feb-26/apr 2020 rispetto allo stesso periodo 2019 – fonte Nielsen – la crescita 2020 nel periodo pre-Covid era stata invece del 3,3%).

La crescita è stata sostenuta soprattutto dalla frutta (+20,4% a valore) rispetto alla verdura (+13,4%). Un driver importante sono stati i valori salutistici associati al consumo di frutta – in particolare di quella ricca di vitamina C, come le arance e kiwi, ma anche delle mele, categorie che più di altre hanno dato impulso agli acquisti.

Tuttavia, se da un lato l’incremento a valore della spesa riflette i maggiori acquisti in quantità e la ridefinizione del mix dei prodotti ortofrutticoli infilati nel carrello, dall’altro indica l’effetto di un incremento dei prezzi, percepito da ben il 69% dei responsabili acquisti delle famiglie.

Fonte: Osservatorio Nomisma The World After LOCKDOWN

Il canale on line

La percezione della crescita dei prezzi riflette anche la rimodulazione degli acquisti per canale. La spesa è cresciuta in tutti i punti vendita, ma durante il lockdown gli italiani hanno fatto maggior ricorso rispetto al pre-Covid ai negozi di vicinato e ai piccoli supermercati di prossimità. I comportamenti adottati per evitare il rischio di contagio in caso di assembramenti (limitazioni nel movimento e impossibilità di spostamenti in comuni diversi, predilezione di punti vendita meno affollati, pianificazione della spesa, ecc.) hanno portato non solo ad un diradamento della frequenza della spesa, ma anche alla preferenza di punti vendita prossimi alle abitazioni, soprattutto in quelli che hanno introdotto servizi quali click & collect, ordini telefonici, via WhatsApp o tramite sito internet (il 16% delle famiglie ha fruito del food delivery).

L’esigenza per la componente di servizio ha superato in molti casi la più “consolidata” preferenza di selezione diretta dell’ortofrutta.

E sulla scia di questo comportamento si è anche affermato l’acquisto di frutta e verdura on line. Una famiglia su 4 infatti ha acquistato ortofrutta tramite i siti web delle insegne della distribuzione organizzata, con una domanda potenziale ancora maggiore e non soddisfatta a causa di una forte intensità delle richieste (durante il lockdown il 16% ha provato a piazzare un ordine senza successo). Per l’ortofrutta il canale on line non si esaurisce con la GDO: un ulteriore 15% ha fatto un acquisto nei siti di produttori/mercati agricoli on line.

Queste tendenze, embrionali prima del lockdown, potrebbero diventare abitudini consolidate nel post-lockdown.

IV gamma e time-saver: i freschi sono più forti

Frutta e verdure fresche sono state le protagoniste sulla tavola degli italiani nelle settimane trascorse in casa. Complice il maggiore tempo a disposizione e una rinnovata attenzione alla buona cucina, i maggiori acquisti hanno riguardato queste referenze, cui si sono affiancati anche i surgelati (presenti durante il lockdown in almeno una occasione nel carrello degli acquisti del 90% degli italiani – +30% a valore nelle vendite della GDO nel mese di marzo), che grazie alla lunga conservazione hanno consentito di garantire la necessità di fare “scorta”.

All’opposto, i prodotti time-saver e ready to eat, come gli ortaggi confezionati e già pronti all’uso in cucina e le zuppe e minestre pronte da scaldare, hanno avuto una lieve battuta d’arresto. Nelle prossime settimane è atteso un riequilibrio, ma fintanto che le misure di salvaguardia della salute degli italiani saranno alte (prosecuzione della chiusura delle scuole, uso diffuso dello smart-working, ecc.) e alcune attività procederanno a ritmo ridotto, gli effetti sulla composizione del paniere di spesa dell’ortofrutta continueranno a farsi sentire.

Le nuove priorità

Che eredità ha lasciato il lockdown agli italiani?

Il maggiore interesse per la salute e il benessere, unito al forte interesse per l’italianità che riflette sia sicurezza che forte senso di solidarietà verso il nostro paese, saranno i principali attributi che guideranno le scelte dell’ortofrutta nei prossimi 6 mesi.

Fonte: Osservatorio Nomisma The World After LOCKDOWN

L’origine 100% italiana del prodotto sarà l’elemento chiave delle scelte degli italiani: il 60% dei responsabili acquisti dichiara, infatti, che questo criterio – già rilevante in passato – sarà ancora più centrale; a conferma è elevata anche l’importanza attribuita ai prodotti a km zero o del territorio (45%). Grande interesse si concentra anche nella ricerca di adeguate garanzie relativamente al controllo ed alla rintracciabilità lungo la filiera (45%). Tra gli altri valori determinanti i prodotti biologici (34%) e salutistici (32%), con un occhio anche alla sostenibilità, grazie alle confezioni in materiali riciclabili o comunque ecosostenibili (30%).

I consumatori di frutta e verdura, infine, faranno anche molta attenzione alla convenienza e al prezzo (42%), visto lo scenario di difficile congiuntura economica, che determinerà sempre più un forte ridimensionamento dei redditi e quindi della capacità di spesa degli italiani.

Modalità della ricerca

L’osservatorio “THE WORLD AFTER LOCKDOWN” di Nomisma e CRIF,  analizza l’impatto della pandemia COVID-19 sulle vite dei cittadini, grazie al coinvolgimento di un campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti (18-65 anni).

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