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Ikea porta la realtà aumentata in un’app per arredare la casa

La realtà aumentata è senz’altro una delle prossime frontiere dell’innovazione, sarà disponibile sul nuovo iPhone X di Apple e uno dei primi brand ad approfittarne è Ikea, che e la inserisce in un App. Si chiama Ikea Place, funzionerà con la nuova tecnologia ARKit e con iOS 11 di Apple e permette agli utenti di sperimentare soluzioni di design per trasformare i propri spazi (casa, scuola, ufficio o studio) e condividere il risultato con gli amici. Dai divani ai tavolini, tutti i prodotti in IKEA Place sono in 3D e perfettamente in scala, in modo che ogni scelta rispecchi misure, design e funzione reali. Del resto l’arredamento è uno dei primi campi in cui è stato testata la AR anche in negozi negli Stati Uniti, perché consente di mostrare e immediata.

«Con IKEA Place è più facile decidere cosa acquistare, perché i clienti possono provare molti prodotti, stili e colori diversi all’interno di ambienti reali, semplicemente toccando lo schermo del proprio dispositivo. La realtà aumentata e la realtà virtuale sono la nuova rivoluzione del retail, proprio come lo è stata Internet, ma questa volta tutto avverrà molto più rapidamente» sostiene Michael Valdsgaard, Digital Transformation Leader di Inter IKEA Systems.

Basata sulla nuova tecnologia ARKit di Apple, IKEA Place è una tappa importante nella trasformazione digitale dell’insegna svedese che punta su una tecnologia che potrebbe trasformare il modo in cui si acquisteranno i mobili in futuro, tramite “uno strumento accessibile per prendere decisioni nella vita reale”.

L’app mette automaticamente in scala i prodotti in base alle dimensioni della stanza, con una precisione del 98%. La tecnologia AR è così precisa che permette di vedere la trama dei tessuti e l’effetto di luci e ombre sui mobili.

Oltre a collocare digitalmente i prodotti IKEA negli ambienti, l’app permette agli utenti di “catturare” le soluzioni d’arredo e condividerle con gli amici sotto forma di immagini o video. I prodotti si possono poi acquistare direttamente dal sito web IKEA.

Al momento del lancio, nell’app saranno disponibili oltre 2000 prodotti IKEA e, in futuro, l’app avrà un ruolo chiave nel lancio di nuove serie di prodotti. I prodotti nella prima release saranno principalmente i mobili per il soggiorno più grandi: tutti i divani, tutte le poltrone, tutti i poggiapiedi, tutti i tavolini e le soluzioni per l’organizzazione “best seller” che si possono collocare sul pavimento. Nell’app IKEA Place sono disponibili alcuni dei prodotti IKEA più famosi, come il divano VIMLE, la poltrona STRANDMON e il tavolino LISABO.

«Ora la tecnologia è al passo con le nostre ambizioni. La realtà aumentata ci permette di ridefinire ancora una volta l’esperienza nel settore retail dell’arredamento, come sempre con l’obiettivo di creare una vita quotidiana migliore per tutti, in tutto il mondo» dice Valdsgaard.

L’app sarà disponibile su App store a partire dal 19 settembre.

Gruppo VéGé spinge sul Digital Marketing, alla guida Lorenzo Monzo

Gruppo VéGé conferma la propria vocazione all’innovazione applicata al retail e irrobustisce la squadra di management con l’ingresso di Lorenzo Monzo, nuovo Digital Marketing Manager che si occuperà di Digital Marketing e di Controllo di Gestione.

Lorenzo Monzo.

Nato a Cagliari 28 anni fa, Lorenzo Monzo ha iniziato a occuparsi attivamente di digital marketing per il settore Food & Beverage durante il corso di laurea in Economia Aziendale – specializzazione in Marketing e Comunicazione Aziendale – all’Università degli Studi di Cagliari, fornendo consulenze ad alcune start-up cagliaritane.
Laureatosi a pieni voti, Monzo entra immediatamente nel mondo del lavoro, chiamato a ricoprire l’incarico di Responsabile Marketing e Comunicazione in Legnostrutture Srl, azienda impegnata nella progettazione e realizzazione di piccole e grandi strutture in legno. Dopo un Master presso la LIUC – Università Carlo Cattaneo, nel corso del 2016 intraprende un ulteriore percorso formativo in Digital Strategy Planning a Dublino, dove ha modo di collaborare con svariate aziende irlandesi.
«Sono entusiasta di iniziare quest’esperienza in Gruppo VéGé – ha dichiarato -. Desidero ringraziare i vertici del Gruppo per il calore dell’accoglienza ricevuta, ma soprattutto per aver dato credito alla mia preparazione e determinazione nel perseguire traguardi ambiziosi».
L’incarico affidato al nuovo Digital Marketing Manager evidenzia la volontà di Gruppo VéGé di accelerare ulteriormente lo sviluppo delle proprie attività nella sfera digital, ma soprattutto negli analytics, ambito nel quale il Gruppo è comunque all’avanguardia avendo maturato una specifica expertise nella realizzazione di operazioni finalizzate a rafforzare l’interazione con il cliente finale in termini di qualità, intensità e coerenza della customer experience.
La focalizzazione di Gruppo VéGé sull’innovazione digitale applicata al retail è ampiamente testimoniata dagli investimenti in corso per la crescita delle attività di Proximity Marketing e Location Analytics tra cui la rete dei punti vendita dotati di tecnologia Bluetooth Low Energy l’approccio sempre più omnichannel supportato da differenti tecnologie – tra cui Bluetooth, NFC, WI-FI e GPS (con attività di Geofencing) – coordinate da una piattaforma unica.

Il retail? Può generare 2.950 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, se si digitalizza

Quasi tremila miliardi di dollari per il retail: è il valore a beneficio di mercato e consumatori che potrebbero generare nei prossimi dieci anni retailer e produttori di beni di largo consumo se accelereranno la propria trasformazione digitale. La cifra, esattamente 2.950 miliardi di dollari, è stata calcolata basandosi da un lato sull’impatto delle tecnologie sul business e dall’altro sul risparmio di costi e tempi uniti all’aumento della produttività di cui possono beneficiare i consumatori attraverso il digitale. Il vantaggio sarà soprattutto per i consumatori, che si “accaparreranno” 2.000 miliardi di dollari di risparmi in termini di tempi e costi.

Lo evidenzia il report “Painting the digitale Future of Retail and Consumer Goods Companies” elaborato da Accenture, azienda leader a livello globale nel settore dei servizi professionali. Una fotografia del futuro digitale di retailer e aziende produttrici di beni di largo consumo, basato su analisi realizzate per il World Economic Forum.

Lo studio è partito dalla pressante richiesta da parte dei consumatori di nuove esperienze di acquisto, che prelude a nuovi modelli di business e a un profondo cambiamento a opera di organizzazioni e decisori pubblici. Accade anche in Italia, dove a oggi il 39% dei consumatori sarebbe disposto a concedere alle aziende l’accesso ai propri dati personali tramite dispositivi intelligenti in cambio di un’esperienza migliore o di un vantaggio economico, mentre un altro 37% si abbonerebbe a un servizio di ricerca continuativa che individui beni e servizi al miglior prezzo, consigliando attivamente a che brand rivolgersi e quando, e il 28% utilizzerebbe servizi digitali basati su sensori in grado di rispondere alle loro richieste, mentre il 25% sarebbe disposto a sottoscrivere un abbonamento con un brand capace di selezionare i prodotti più adatti alla singola persona ed effettuare gli ordini in automatico. «Nei prossimi 10 anni – considera Angelo D’Imporzano, senior managing director di Accenture Products – i settori retail e dei beni di largo consumo cambieranno più profondamente di quanto non sia avvenuto negli ultimi 40 anni».

 

Online tra sharing, ad personam, riordino automatico e servizi

Cambiare, quindi. Ma come? Fondamentale sarà naturalmente lo sviluppo del commercio digitale, che propone quattro modelli di business: la “sharing economy”, che offre convenienza ed esperienza al posto della proprietà di un prodotto (il 54% dei consumatori italiani sarebbe disposto ad abbonarsi a un servizio di noleggio di capi di abbigliamento da utilizzare in determinate occasioni e poi restituire); la personalizzazione, con prodotti su misura selezionati in base ai consumi precedenti e consegnati in automatico (il 49% dei consumatori sarebbe interessato a sottoscrivere l’abbonamento a un servizio simile); il riassortimento, che prevede sensori che rilevano in automatico quando un prodotto sta finendo e procedono a riordino e consegna (il 65% lo utilizzerebbe per prodotti per la casa (l’esempio lampante è Amazon Dash, il 60% per alimenti freschi) e l’economia dei servizi, ovvero l’esternalizzazione delle incombenze quotidiane (in particolare i servizi di lavanderia interessano il 51% dei consumatori).

Naturalmente questi quattro fronti prevedono cambiamenti da parte delle aziende, delle persone e dei decisori: ripensare gli spazi commerciali, riqualificare la forza lavoro, e assicurare la sostenibilità delle azioni soprattutto nelle consegne e nel packaging. «Per avere successo nel prossimo decennio – segnala D’Imporzano – le organizzazioni dovranno perseguire con decisione l’innovazione ed essere aperte a cambiamenti epocali. Emergerà chi saprà dare priorità ad una mentalità collaborativa, con l’obiettivo di offrire nuovo valore ai consumatori, soddisfarne la richiesta di nuovi servizi in modo innovativo, usando i dati per approfondire la conoscenza di abitudini e comportamenti degli utenti, migliorando così il processo decisionale aziendale».

Accordo Olivetti e Satispay, così lo smartphone parla con la cassa (e paga)

Accordo tutto italiano tra Olivetti e Satispay: lo storico brand dell’industria elettronica ha riconosciuto il carattere di forte innovazione della giovane società italiana specializzata in soluzioni innovative di pagamento (che a luglio 2017, a un anno e mezzo dal suo lancio, ha già 17mila negozi convenzionati in Italia e circa 250mila download di cui 135mila figurano come clienti attivi) e ha deciso di inaugurare una partnership per entrare nella nuova era dei pagamenti via smartphone. I registratori di cassa Olivetti Nettun@ 7000 potranno accettare i pagamenti inviati dai clienti tramite l’app Satispay che permette un risparmio dei costi di transazione delle operazioni effettuate tramite carta di credito o carta di debito grazie all’indipendenza dai circuiti tradizionali.

Il funzionamento del pagamento è semplice. Quando il cliente invierà il pagamento effettuato tramite Satispay tramite lo smartphone, sul registratore di cassa Olivetti si attiverà l’applicazione Satispay Business e all’esercente non resterà che selezionare il comando “accetto”. I pagamenti così effettuati saranno bonificati direttamente a fine giornata sul conto corrente dell’esercente, che pagherà solo 20 centesimi per ogni operazione sopra ai 10 euro (sotto tale importo non ci sarà alcuna commissione). Per il cliente l’operazione sarà invece a costo zero. Il sistema permetterà di velocizzare le operazioni in fila e anche di attivare particolari promozioni per i clienti Satispay.

Olivetti detiene circa il 30 per cento del mercato delle casse nel nostro Paese. L’integrazione con Satispay sarà presto estesa anche a modelli di cassa meno avanzati, e a tutti gli altri impianti, compresi quelli che ancora devono essere lanciati sul mercato. Per Satispay l’accordo con Olivetti rientra nella strategia di offrire a tutti gli esercizi commerciali la possibilità di utilizzare il servizio con gli strumenti già in funzione in negozio.

A luglio nella Gdo online in vetta c’è ancora Iper, Esselunga e Coop sul podio

Ci sono Iper, Esselunga e Coop (quest’ultima in ascesa) sul podio della classifica dei migliori brand online del settore della Gdo elaborata da BEM Research e relativa a luglio 2017. Se Iper primeggia con circa 10 punti di vantaggio rispetto a Esselunga, che mantiene stabilmente la seconda posizione, chiude il podio un altro marchio italiano, Coop. Subito sotto al podio si piazzano invece due brand francesi, Carrefour e Decathlon. Tra i migliori brand si trovano poi Bricocenter, Unieuro, Gamestop e Auchan e Dok Supermercati.

Nel complesso, la media del BEM Rank a luglio 2017 per i 27 brand del settore Gdo considerati è pari a 26,7 punti, stabile rispetto allo scorso mese ma in flessione se confrontata con un anno fa. In aumento le tendenze di ricerca su Google dei termini collegati alla grande distribuzione.

Considerando i due macro-aggregati che compongono il BEM Rank, si rileva che Ipermercati Iper mostra una maggiore capacità di essere rintracciato sul web (visibilità online), seguito da Esselunga e Carrefour. Con riguardo alle prestazioni dell’homepage, ovvero alla velocità di caricamento e all’usabilità, è in prima posizione Bricocenter, seguito da Unieuro e Decathlon.

«La grande distribuzione continua a vivere un periodo di grande vivacità sull’online – commenta Mariachiara Marsella, web marketing manager di BEM Research –. Come evidenziato nel nostro ultimo report sull’e-commerce, le vendite digitali in Italia rappresentano solo il 3,6% del totale del mercato europeo. Tenendo conto che i consumi delle famiglie italiane, effettuati attraverso tutti i canali di acquisto possibili, pesano invece per il 12% si comprende bene quale ruolo possa avere il web in termini di potenzialità di sviluppo. Lo hanno probabilmente capito gli investitori esteri, come dimostra la miliardaria proposta avanzata poche settimane fa dai cinesi dalla Yida Investment per acquisire Esselunga. Anche gli investimenti di Amazon in provincia di Rieti per la costruzione di un centro di distribuzione ad alta automazione costituiscono un ulteriore, interessante indizio al riguardo. Fortunatamente c’è comunque ancora molta Italia nella Gdo domestica, come attestato anche dalla classifica BEM Rank. Interessante poi notare l’ingresso tra i migliori 10 marchi per prestazioni sul web di Dok Supermercati, catena di distribuzione focalizzata sul Mezzogiorno. Da internet, quindi, possono nascere grandi opportunità anche per le aree più svantaggiate del paese».

 

Brand Beachwear: il gruppo Calzedonia è il più social

Brand alla prova costume: quali tra i marchi beachwear dimostrano di essere i più social?

Stando a Top Brands, l’osservatorio mensile di Blogmeter, a imperversare su Facebook e Instagram sono i marchi del gruppo Calzedonia anche se su FB soddisfano pure le performances do Golden Point e Yamamay.

Vediamo il dettaglio…

Al vertice della classifica di Facebook, troviamo Tezenis, (gruppo Calzedonia) che a giugno acquisisce ben 73.400 interazioni con una media di 5,7 post al giorno. Il contenuto che ottiene più successo è una foto della campagna #tezenissmimwear con protagonista la travel blogger Mafalda Castro. Inoltre su Instagram, Tezenis , si aggiudica – con 894.000 interazioni- il secondo posto sul podio, grazie allo strategico coinvolgimento di numerose social influencer del calibro di Nima Benati, Indes Arroyo e Federica Oignotti. Sempre su Instagram il gruppo Calzedonia ottiene anche la prima posizione con un boom di interazioni di oltre 1 milione, grazie soprattutto al regram dei post della Ferragni (tra gli hashtag più coinvolgenti spicca #ItalianBeachwear). Mentre su Facebook, Calzedonia si posiziona al secondo posto con un totale di quasi 68 mila interazioni.

GoldenPoint, Yamamay e Oysho

Tra gli altri brand che emergono nelle classifiche social della Top Brands troviamo Golden Point, terzo su Facebook con 24.500 mila interazioni, forte del grande successo ottenuto con la condivisione di album dedicati alle diverse linee di costumi da bagno. Su Instagram invece si coloca “solo” al 10° posto, anche se con un numero molto elevato di interazioni (73 mila circa). 4° per Yamamay  su Facebook (14 mila interazioni), 5° su Instagram (107.500 mila interazioni). Performance elevate anche per la spagnola Oysho che si posiziona molto bene soprattutto su Instagram dove si aggiudica un sesto posto con un engagement pari a 92 mila interazioni. Nel mese di giugno l’iniziativa #FreeYogaByOysho organizzata in occasione dell’International Yoga Day a Barcellona e Milano ha fatto breccia nel cuore degli utenti di Instagram. 

La “carica” dei brand degli influencer 

Nella Top 10 compaiano anche nomi di brand lanciati o promossi proprio dagli influencer. Un esempio è Poisson D’Amour, il marchio lanciato dalla blogger Chiara Biasi, che a giugno ha spopolato su Instagram – dove occupa il terzo posto con 194 mila interazioni – soprattutto in virtù della grande frequenza di pubblicazione del profilo: siamo nell’ordine di 220 contenuti, più di 7 al giorno. Un altro brand del mondo beachwear che ha incrementato la propria popolarità grazie alla partnership con gli influencer è F**K. . Infine in classifica troviamo anche i nomi di altri brand del calibro di EresLovableMC2 Saint Barth e MissBikini su Facebook, mentre su Instagram compaiono La PerlaAgent Provocateur e Bikini Lovers.

 

Italiani mobile dipendenti per lo shopping, ma cosa chiedono all’app ideale?

Lo shopping digitale piace sempre di più agli italiani. Ognuno di noi ha sul proprio smartphone da due a cinque app per fare acquisti, che magari vengono usati a supporto dello shopping tradizionale. Che lo smartphone sia ormai il nostro negozio preferito non è certo una novità. Zalando, piattaforma europea leader nel fashion online, si è messo in testa di capirci qualcosa in più e ha condotto un’indagine su un panel di 1000 consumatori per analizzare le abitudini degli italiani che effettuano acquisti in rete e che utilizzano dispositivi mobile.

La prima cosa che è emersa è che gli italiani non vivono lo shopping online come un passatempo, ma come una cosa maledettamente seria. Per questo il 56% del campione preferisce ritagliarsi del tempo dedicato esclusivamente a tale attività, in qualche modo rinunciando all’opportunità offerta dal supporto di poter fare acquisti sempre e ovunque. Cosa che fa il 32% degli intervistati, che approfittano dei momenti morti, delle pause e anche del tempo trascorso davanti alla tv.

E le app? La metà degli italiani ha scaricato sul proprio smartphone da 2 a 5 app di shopping. Il 42% utilizza la app del suo negozio online preferito per acquistare mentre il 35% la usa per cercare i prodotti ma preferisce, poi, concludere l’acquisto attraverso il sito. Le funzioni più apprezzate dagli intervistati in un’app di shopping moda sono: la semplicità e l’immediatezza (il 39% mette questo requisito al primo posto), la completezza delle informazioni (importante per il 39%) e un processo di check-out facile e intuitivo (il 29%). Per quanto riguarda le notifiche, invece, quelle che gli intervistati ricevono più volentieri sono relative a offerte e promo (76%), informazioni sullo stato degli ordini (61%) e informazioni su nuove collezioni o prodotti disponibili (39%). Colpisce come solo il 3% del campione considera le notifiche troppo invadenti.

 

On e offline esperienza unica

Infine non è una novità ma è sempre interessare notare come il consumatore tecnologico italiano utilizzi il negozio online e il negozio tradizionale come strumenti complementari. Sei italiani su 10 dichiarano infatti di utilizzare lo smartphone durante lo shopping nei negozi fisici. Le ragioni principali sono la possibilità di confrontare i prezzi dei prodotti tra retailer offline e online (26%) e ricercare informazioni sui prodotti in modo da poter valutare l’acquisto in maniera più consapevole (21%).

«In Zalando – spiega Giuseppe Tamola, country manager di Zalando per l’Italia – l’approccio mobile è una priorità già da tempo. Quasi il 70% degli accessi a Zalando viene effettuato da dispositivi mobili per cui riteniamo sia molto importante offrire un’esperienza mobile sempre più vicina alle esigenze degli utenti. I clienti italiani, tra gli europei, sono quelli che accedono maggiormente da dispositivi mobile e i nostri dati interni confermano quanto emerso dalla nostra ricerca».

 

Gdo, un cliente omnicanale cerca punti e convenienza online e sceglie in tempo reale

Il picco della crisi sarà anche passato ma non la tendenza all’infedeltà e alla ricerca di promozioni del cliente, specie nella Gdo: sette clienti su dieci visiterebbe più spesso un supermercato dove non vanno abitualmente se si potessero raccogliere punti, il 90% andrebbe più spesso nel proprio se ci fosse la possibilità di essere premiati tramite la piattaforma di rewarding (con relativa facilità di accumulare punti per accedere alle gift card in palio). Tra questi il 60% degli utenti sarebbe disposto anche ad allontanarsi maggiormente da casa pur di accedere a una maggiore convenienza legata alla spesa. Sono i risultati di una ricerca di Check Bonus ottenuti attraverso un questionario somministrato a 5.000 utenti di un’App delle principali insegna della Gdo italiana (Carrefour, Coop, Esselunga, Gigante, Iper, Penny market, ecc…).

“Attraverso l’attività di CheckBonus ci siamo accorti che fedeltà e infedeltà all’insegna sono concetti superati a fronte di un cambiamento di percezione del consumatore con cui si costruisce un patto di fedeltà in tempo reale che va alimentato in ogni momento – spiega Pierluigi Casolari, CEO di CheckBonus – il consumatore mobile è un consumatore in grado di recepire in tempo reale informazioni fondamentali per la sua esperienza d’acquisto. Questa ricerca ci ha dato modo di verificare che è in atto un vero e proprio cambiamento per quanto riguarda i modelli di fidelizzazione, dal coupon al rewarding mobile e in tempo reale. Il consumatore oggi vuole nuovi modelli di marketing e di customer experience più in linea con le nuove sfide del mobile».

 

Al centro il mobile, il processo d’acquisto e la gratificazione istantanea

«I risultati della ricerca risultano fortemente consistenti con una serie di trend in atto e in crescita – chiarisce Maria Luisa Bionda, fondatrice di 2B Research e docente in Università Cattolica di Milano -. Da un’analisi articolata e multidisciplinare del comportamento del consumatore emerge infatti come la forte crescita dell’accesso al web da mobile rilevata costantemente da Audiweb e la diminuzione della cosiddetta mobile penalty (ovvero la velocità, la qualità, il costo della connessione sempre più favorevoli) generino un consumatore sempre più omnicanale, connesso attraverso più touchpoint, alla ricerca della costruzione della customer journey migliore possibile (più ingaggiante, più gratificante, più conveniente). Anche l’American Marketing Association sottolinea come l’ominicanalità sia in costante crescita e il consumatore omnicanale dimostri una spiccata predisposizione ad uno stile di consumo edonistico, in cui la propria gratificazione risulta centrale e, quando raggiunta, si trasforma in valore (visite/acquisti più frequenti, maggiore fidelizzazione, ecc.). In questa ricerca di gratificazione e dell’elaborazione di un piacere che non si limita al piacere derivato dall’acquisto/possesso, ma si concretizza anche nelle modalità con le quali l’acquisto/possesso avviene, la logica del dono può giocare un ruolo cruciale e il dono può assumere molteplici forme». 

Commerce ed e-commerce ormai anche per la grande distribuzione sono diventate due facce di una stessa medaglia. I nuovi consumatori digitali, i Millennials, sono consumatori evoluti e connessi. Per i singoli brand e per le insegne della Gdo è fondamentale quindi costruire con il proprio pubblico di riferimento un vero e proprio processo conversazionale. Tutte le aziende stanno lavorando per implementare le proprie strategie di marketing e retail con la tecnologia, soprattutto con quella mobile. In questo senso iBeacon, scansione del codice a barre, geolocalizzazioni, sono solo tre delle innovazioni affermate che entrano in gioco per una relazione che offre vantaggi ai clienti, informazioni sui prodotti o gift card.

Oggi ci si rivolge a un consumatore omnicanale che è molto esigente rispetto al proprio customer journey e vuole un’esperienza a 360 gradi con tutte i device, in store e online. Il vecchio modello del couponing, sentito come uno strumento per ottenere un buon affare, resta in voga ma si trasforma. Dalla sola carta si passa al digitale e le App diventano il primo strumento per relazionarsi al mondo delle offerte anche mentre si fa la spesa al supermercato.

Un’indagine del 2016 di RetailMeNot del resto aveva già riscontrato che, su 10.800 intervistati, il 42,8% utilizzava app mobile per cercare coupon, e il fenomeno presumibilmente è cresciuto in modo esponenziale nel 2017, anche grazie alle novità introdotte da colossi come Amazon, Walmart, Groupon ed eBay. 

Le tecnologie del futuro nel retail, tra robot e IA? Ecco le 9 start-up selezionate da Metro

Che la tecnologia sia destinata a cambiare totalmente il retail nel prossimo futuro è un dato di fatto, come ciò avverrà è ancora da stabilire: Metro Ag, gruppo tedesco che ha già sperimentato in passato con robot per le consegne, ci crede più di altri, evidentemente, e ha promosso una sorta di concorso, con il supporto di Techstar. Ha selezionato nove tra le centinaia di richieste da start-up, vera fucina di talenti e innovazione, giunte da tutto il mondo e le aiuterà a sviluppare le loro soluzioni per il retail. Per tre mesi le neoaziende collaboreranno a Berlino con 100 “tutor” di METRO (operatore essenzialmente BtoB), Real (insegna di ipermercati del gruppo) e del partner Techstars e riceveranno fino a 120mila euro di fondi ciascuna, per poi presentare il 5 settembre le loro soluzioni a un gruppo di investitori internazionali.

Si va dai robot per le spedizioni ai sensori, da sistemi digitali per evitare sprechi alle soluzioni per unire negozio fisico e digitale. Eccoli nella fotogallery

[Not a valid template]Il programma METRO Accelerator powered by Techstars è stato lanciato nel 2015 con lo scopo di promuovere nuove soluzioni per il retail e l’ospitalità.

«Pensiamo che queste promettenti start-up offrano esattamente le soluzioni che servono ai distributori fisici e ai retailer per crescere anche nel mondo digitale e incontrare le aspettative dei clienti – ha detto Andreas Wuerfel, Director Global Innovation Community METRO – la digitalizzazione del retail che sta avvenendo a grande velocità è un tema chiave per i mercati di tutto il mondo. Con il nostro programma Accelerator abbiamo affrontato la questione esattamente al momento giusto, e sono diverse centinaia le startup da 24 Paesi di tutto il mondo che hanno mandato la loro candidatura».

Anche Penny Market attiva Apple Pay

Si estende la funzionalità di Apple Pay alle insegne della Gdo: da oggi è possibile effettuare transazioni più veloci e sicure con il nuovo servizio Apple Pay attivo in tutti i punti vendita Penny Market, sui dispositivi POS che presentano il logo Contactless.

Il Gruppo si rinnova e decide di investire sull’innovazione del sistema dei pagamenti per andare incontro alle esigenze dei consumatori del futuro, garantendo rapidità, sicurezza e privacy per tutti i clienti del nuovo servizio.

«Il nostro impegno quotidiano è quello di garantire una spesa facile, conveniente e veloce a tutti i nostri clienti. Con l’abilitazione di questo nuovo servizio di pagamento in mobilità vogliamo rispondere soprattutto alle necessità dei nostri clienti garantendo comunque la massima sicurezza che caratterizza Apple Pay» commenta Roberto Fagnani, Amministratore Delegato di Penny Market.

 

Come funziona Apple Pay

Per poter utilizzare Apple Pay basta essere muniti di un dispositivo Apple collegato ad una carta di credito del circuito Mastercard o Visa erogata da Unicredit. In alternativa si può utilizzare anche una carta di debito V Pay e Maestro, anche in questo caso erogata da Unicredit.

Il numero della carta non viene registrato né sul dispositivo POS né sui server di Apple ma viene assegnato un codice univoco crittografato chiamato Device Account Number, salvato nel Secure Element del proprio dispositivo. In questo modo ogni transazione è autorizzata con un codice di sicurezza dinamico univoco.

Per pagare basta un semplice tocco: avvicinando il dispositivo Apple abilitato al POS Penny Market e tenendo il dito sul sensore Touch ID o premendo due volte il tasto laterale di Apple Watch. Una notifica segnalerà l’avvenuto pagamento.

Per poter configurare Apple Pay sul proprio dispositivo si possono seguire le istruzioni riportate sul sito Apple

Leggi anche: Apple Pay arriva in Italia, e Carrefour rende subito disponibili i pagamenti

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