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Ordini vocali anche in Gdo, Morrisons sale sul carro di Alexa

Prima tra le catene europee Morrisons, storica insegna della Gdo britannica, ha attivato gli ordini vocali dal suo sito di eCommerce tramite Alexa, l’assistente personale attivato dalla voce di Amazon già attivo in USA, Regno Unito, Germania, Austria e da ieri anche in Canada.

Addio lista della spesa, scarabocchiata su un pezzetto di carta o con il gesso sulla lavagnetta: il futuro della spesa (e non solo) passerà sempre più per gli ordini vocali.

Senza alzare un dito, ma solo a voce, sarà possibile formulare una lista intera o, più comunemente, aggiungere articoli di volta in volta, nel momento in cui ci si accorge di averne bisogno. Tramite Alexa sarà anche possibile non solo rivedere e correggere la lista, ma anche tracciare l’ordine chiedendo conferma della puntualità della consegna.
Evidenti i vantaggi per le persone disabili, e a breve sarà anche possibile ordinare dalla macchina, sempre che abbiate una BMW certo.
«I nostri clienti sempre più spesso usano i comandi vocali nella vita quotidiana – ha detto Matt Kelleher, direttore di Morrisons Online -: per controllare il meteo,  ascoltare musica o aggiornarsi sulle ultime notizie. È importante che noi seguiamo questa tendenza emergente e rendiamo Morrisons un luogo più facile e accessibile per fare la spesa online. È davvero emozionante pensare che i nostri clienti ora possono fare la spesa senza nemmeno accendere il computer o usare lo smartphone».

Per usare il servizio sarà necessario scaricare l’app di Morrisons, disponibile sui dispositivi Amazon Alexa (Echo, Echo Dot e Amazon Tap). 

Con Alexa su Morrisons.com si potrà: togliere articoli dal carrello, controllare l’importo dell’ordine, controllare se un prodotto è già stato ordinato, o se un prodotto è presente nell’assortimento di Morrisons, verificare se si può ancora modificare l’ordine e se la consegna arriverà nei tempi previsti.
Non solo; l’app non mancherà di consigliare prodotti basandosi su ordini precedenti, per aiutare il consumatore a fare la spesa.
È qui la spesa del futuro? “Alexa, chiedi a Morrisons di aggiungere il latte al carrello, che non ne vedo più nel frigo”. Più facile di così…

Comprare online interagendo con il negozio reale, il “caso” Jan Kaan

È stato chiamato “il primo live stream store del mondo” il negozio di formaggi olandese Jan Kaan, storica bottega attiva dal 1913 (fu fondata dal nonno dell’attuale proprietario) che ha deciso di capitalizzare su una storia “reale” (fatto di mattone e malta come dicono gli anglosassoni) per rendere più “umane” e personali le vendite online.

Alla fine di settembre per cinque giorni, chi entrava nel sito per acquistare un formaggio poteva non solo assistere in streaming alla vita del negozio, ma anche chiamare e parlare con il personale per chiedere delucidazioni. O magari un consiglio su quale formaggio offrire alla cena con gli amici. Proprio come se si fosse lì, davanti al bancone.

Come dice il proprietario Jan Kaan: «Vendere formaggio era una cosa un po’ fuori moda, ora ci sono spazi per innovare e modernizzare l’azienda. Ma prima di tutto vogliamo restare autentici». 

Tra i destinatari dell’evento i turisti che frequentano ed entrano spesso nel negozio storico di Alkmaar. Ma anche i tanti consumatori odierni in cerca di autenticità e artigianalità, di storie vere e di un consiglio affidabile.

Come funziona: entri, guardi, chiedi, scegli e paghi

Una sorta di negozio connesso alla rovescia insomma, dove al posto di digitalizzare il punto vendita “reale” si cerca di portare l’autenticità di questo nel freddo mondo dominato dal codice binario. Impossibile per i Big del web, gli Amazon o gli Alibaba da 256.000 acquisti al secondo (questo l’ultimo record della dot come cinese al Singles Day). Ma di certo un’opportunità interessante per i piccoli negozi artigianali di quartiere. Premesso che abbiano qualcosa da raccontare, e un buon prodotto da vendere.

Auchan Retail lancia l’eCommerce iniziando con 2000 articoli “natalizi”

Duemila articoli pensati per i regali di Natale, dai giocattoli all’elettronica tra l’ampia offerta dell’ipermercato: è l’offerta disponibile dal nuovo sito di Auchan Retail che da novembre lancia l’eCommerce con consegna a domicilio in tutta Italia o nel supermercato sotto casa.

La consegna a casa è attiva in qualsiasi comune d’Italia, mentre scegliendo il click and collect si potrà ritirare direttamente nei punti vendita Auchan, IperSimply e in oltre 1.000 piccoli supermercati di prossimità, ad insegna MyAuchan, Simply e Punto Simply.

L’offerta riguarda gli articoli più ricercati del periodo natalizio: tra i giocattoli, maggiormente in voga sono quelli educativo, ma all’interno delle 96 pagine del catalogo si da ampio spazio anche al gioco elettronico: si va dalle proposte per i più piccoli, fino a tante referenze per i teenager e non solo.

Con la partenza del servizio e-commerce, è possibile usufruire di uno sconto di 5 euro sul primo acquisto per un minimo di spesa di 50 euro. La consegna a domicilio sarà gratuita a fronte di una spesa minima di 49,90 Euro o per chi sceglie di ritirare l’acquisto direttamente in uno dei punti vendita che partecipano al progetto.

Il nuovo servizio online non si ferma qui. Con il nuovo anno verranno introdotti numerose altre merceologie, che rispondono alle principali richieste stagionali. Con la primavera, ad esempio, arriveranno tante proposte per il giardinaggio e il verde. Si completa così l’offerta anche del piccolo supermercato, che diventerà sempre più punto di ritiro e di servizio per soddisfare le tante aspettative dei clienti.

Dal caffè alle pile, i 15 nuovi Dash button di Amazon: Mulino Bianco è il più utilizzato

Caffè, soprattutto, ma anche biscotti, pellicole per stampe istantanee, prodotti per la casa e per l’infanzia: sono 15 i nuovi Dash Button che entrano nel “portfolio” di Amazon, avanguardia delle spese immediate e senza pensieri. I clienti Prime infatti possono ordinare i prodotti preferiti (tutti nell’ordine degli prodotti d’uso comune e di marca) semplicemente premendo un pulsante e sfruttando la connettività Wi Fi.

A quasi un anno dal lancio di Dash Button in Italia, Amazon ha ampliato il numero dei prodotti che possono essere acquistati tramite questo dispositivo. Le new entry sono Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Café Borbone, Nesquik, Plasmon, Daygum, L’Or, Hag, Fujifilm, Lenor Unstoppable, Napisan, Swiffer, Mellin, Nidina e Duracell arrivando a un totale di 38 prodotti.

 Durante l’ultimo anno i 10 Dash Button più venduti in Italia sono stati:

  1. Mulino Bianco
  2. Dash
  3. Finish
  4. Gillette
  5. Barilla
  6. Durex
  7. Pampers
  8. Lines
  9. Fairy
  10. Ace 

«I Dash Button sono un modo conveniente, facile e affidabile per ordinare i propri prodotti preferiti semplicemente premendo un pulsante, e i clienti li amano – ha affermato Jorrit Van der Meulen, vicepresidente, Amazon Devices International -. L’entusiasmo per i Dash Button continua a crescere. I clienti vogliono più pulsanti, nuovi brand vogliono essere coinvolti, e oggi siamo entusiasti di aggiungerne di nuovi, tra cui Nescafé, Plasmon e Swiffer».

I Dash Button dei nuovi brand sono disponibili al costo di 4,99 euro su www.amazon.it/dashbutton. I clienti che li acquistano riceveranno uno sconto dello stesso importo sul prodotto associato, dopo il primo utilizzo.

Chi lo usa, apprezza il fatto di non doversi più preoccupare di uscire di casa per andare a comprare i prodotti di tutti i giorni come il caffé, le batterie, prodotti per la pulizia della casa, il detersivo per la lavastoviglie o i pannolini. Quando uno di questi prodotti sta per esaurirsi, basta premere il Dash Button per effettuare l’ordine.
Con i pulsanti Dash, i clienti Prime ricevono i prodotti con le spedizioni Prime illimitate, senza costi aggiuntivi. Nel momento in cui viene effettuato un ordine, i clienti ricevono sullo smartphone una notifica di conferma del prodotto, con la data di consegna e il prezzo. Come avviene con gli acquisti effettuati con modalità 1-Click, c’è la possibilità di rivedere, modificare o cancellare l’ordine in modo semplice. Dash Button viene dotato di un adesivo riutilizzabile e un gancio estraibile per appenderlo, incollarlo o posizionarlo in qualunque luogo il cliente desideri.
I brand attualmente in vendita con questa modalità sono: 
Ace, Barilla, Biorepair, Brabantia, Café Borbone, Dash, Daygum, Derwent, Duracell, Durex, Fairy, Finish, GBC, Fujifilm, Gillette, Hag, L’Angelica, Lenor Unstoppable, Lines, Lines Specialist, L’Or, Mellin, Mulino Bianco, Napisan, Nerf, Nescafé, Nescafé Dolce Gusto, Nesquik, Nidina, Nobo, Pampers, Plasmon, Pellini, Play-Doh, Rexel, Swiffer, Scholl, Tampax.

Contemporaneamente nel Regno Unito la dotcom di Bezos ha portato a 106 i “bottoni” disponibili. A un solo anno dall’introduzione tramite i Dash Button sono state già ordinate 160.000 tazze di caffè e quasi 300.000 rotoli di carta igienica. Ma il mercato, si sa, per l’eCommerce è assai più maturo: le vedite online sono al 19% del totale contro il mostro 6% (scarso).

Spesa online pronta a decollare ma il punto vendita resta, ci vuole integrazione

Intervista a Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c, che dà i numeri di un settore, il Food&Grocery, tra i più performanti per il ritmo di crescita (900 milioni di euro nel 2017, +43% sul 2016), destinato grazie ai nuovi ingressi a crescere anche nel 2018. Oggi però copre solo lo 0,5% del mercato.
«Il ritardo dell’Italia rispetto ai principali mercati nell’eCommerce [ha una quota sulle vendite totali inferiore al 6% contro il 19% di Uk, il 15% degli USA e il 14% di Germania e Cina] permane ed è riconducibile alla ridotta penetrazione nei comparti di prodotto e specialmente nel Food&Grocery (0,5%). Nonostante il fermento imprenditoriale degli ultimi anni, il settore non è in grado di garantire una copertura territoriale diffusa e omogenea sul territorio italiano: solo il 15% della popolazione infatti può effettuare online la spesa “da supermercato” con livello di servizio idoneo, mentre un altro 55% della popolazione ha un accesso solo potenziale all’eCommerce, tramite iniziative sperimentali, isolate e con limitata capacità».

Va detto che, dopo l’arrivo di Amazon, nuove iniziative per la spesa online da parte delle insegne storiche sono in preparazione o sono partite nel 2017 (Easycoop, Selex, i drive di Nova Coop e di Esselunga, ad esempio) dunque ci si attende una diffusione sempre più ampia del fenomeno. Che non eliminerà il punto vendita fisico, fondamentale per il comparto ma che deve pensare prima di tutto all’integrazione.

eCommerce a 23,6 miliardi nel 2017 (+17%), per la prima volta i prodotti superano i servizi

Avanza l’eCommerce in Italia e cambia pelle, o meglio carrello: con un totale d 23,6 miliardi nel 2017, grazie alla crescita di tutti i settori tra cui Informatica ed Elettronica (+28%), Abbigliamento (+28%), Food & Grocery (+43%) e Arredamento e home living (+31%), i prodotti acquistati online nel 2017 fattureranno 12,2 miliardi di euro (52% del totale, con un incremento del 28%), superando per la prima volta i servizi. E, se la quota di mercato è ancora bassa, più che negli altri Paesi europei (del 5,7%) non si può più negare che l’eCommerce sia una realtà con la quale tutti i retailer devono confrontarsi, pena l’estinzione (un esempio si tutti: la recentissima decisione di Ikea di vendere i suoi prodotti online affidandoli a un marketplace, con Amazon e Alibaba candidati più papabili). 

Il valore totale degli acquisti online da parte dei consumatori italiani raggiunge nel 2017 i 23,6 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto al  2016. I Servizi crescono del+7% e si assestano a 11,4 miliardi.
Il Turismo si conferma primo settore seguito da Informatica ed elettronica di Consumo e Abbigliamento. Tra i settori emergenti i più importanti sono Arredamento e home living e Food&Grocery, che insieme valgono quasi 1,8 miliardi di euro. Gli acquisti via smartphone crescono del 65% e superano quest’anno i 5,8 miliardi di euro. È lo scenario del mercato del commercio elettronico presentato ieri dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm al convegno intitolato “eCommerce B2c in Italia: servono visione, coraggio e perseveranza!”.

«Nel 2017 l’eCommerce mondiale è stato caratterizzato da diversi fatti particolarmente significativi – afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano -. Tra questi ricordiamo le alleanze stipulate da alcuni grandi merchant eCommerce e operatori di differente natura (per sviluppare congiuntamente tecnologie o per espandersi commercialmente), l’affermazione di alcuni trend tecnologici (in primis assistenza vocale e chatbot) e la consacrazione delle principali ricorrenze eCommerce (Single Day, Black Friday e Cyber Monday). D’altro canto il 2017 è stato anche l’anno degli accesi dibattiti sugli effetti dell’online sul commercio tradizionale. Il successo di alcune iniziative eCommerce ha messo infatti a dura prova, in mercati più maturi dell’Italia, la sopravvivenza di alcune insegne della grande distribuzione tradizionale, tra cui quelle incapaci di progettare efficaci soluzioni ibride online – offline».

 

Paniere digitale “europeo”
Il paniere degli acquisti online si sta lentamente avvicinando a quello rilevato nei principali mercati più evoluti (dove i prodotti incidono per il 70% circa).

Nel 2017 gli acquisti di prodotti valgono 12,2 miliardi di euro. Il primo settore è l’Informatica ed elettronica di consumo con circa 4 miliardi di euro e un tasso di crescita del 28%. Gli acquisti nell’Abbigliamento (capi di vestiario, scarpe e accessori) crescono del 28% e raggiungono 2,5 miliardi di euro, non solo grazie al fashion ma anche al mass market. Tra i settori più performanti per il ritmo di crescita, troviamo il Food&Grocery (+43%) l’Arredamento e home living (+31%) con 900 milioni di euro ciascuno. Infine c’è l’Editoria con 840 milioni di euro (+22%). Gli acquisti in tutti gli altri comparti di prodotto valgono insieme 3,2 miliardi di euro nel 2017, in crescita del 27% rispetto al 2016. Qui si distingue il contributo dei Ricambi auto, con l’acquisto online pezzi di ricambio e pneumatici, del Beauty e dei Giocattoli. L’acquisto di prodotti genera circa 150 milioni di ordini all’anno con uno scontrino medio di 85 euro.

Nei servizi, che valgono complessivamente 11,4 miliardi di euro, il Turismo e trasporti si conferma il primo comparto dell’eCommerce italiano con 9,2 miliardi. La crescita (+7%) è riconducibile agli acquisti di biglietti per i trasporti ferroviari e aerei, alla prenotazione di appartamenti e case vacanze (attraverso gli operatori della sharing economy) e alla prenotazione di camere di hotel. Gli acquisti online nelle Assicurazioni raggiungono quota 1,3 miliardi di euro (+6%) e rimangono focalizzati sulle RC Auto. Tra gli “Altri Servizi”, che valgono circa 900 milioni di euro (+3%), rimangono importanti i contributi del Ticketing per eventi e delle Ricariche telefoniche. L’acquisto di servizi genera circa 50 milioni di ordini all’anno con uno scontrino medio di 235 euro.

«Il tasso di penetrazione totale degli acquisti online sul totale retail passa dal 4,9% del 2016 al 5,7% del 2017 con i Prodotti al 4% e i Servizi al 9%, e i tassi più alti sono stati raggiunti da Informatica ed Elettronica di consumo (20%) e Turismo (30%)» spiega Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c -. Il ritardo dell’Italia rispetto ai principali mercati eCommerce permane ed è riconducibile alla ridotta penetrazione nei comparti di prodotto e specialmente nel Food&Grocery (0,5%). Nonostante il fermento imprenditoriale degli ultimi anni, il settore non è in grado di garantire una copertura territoriale diffusa e omogenea sul territorio italiano: solo il 15% della popolazione infatti può effettuare online la spesa “da supermercato” con livello di servizio idoneo, mentre un altro 55% della popolazione ha un accesso solo potenziale all’eCommerce, tramite iniziative sperimentali, isolate e con limitata capacità».

«Dalla ricerca dell’Osservatorio eCommerce B2c emergono dati che trovano conferma anche dalla nostra esperienza. Il numero degli italiani che acquista online continua a crescere senza sosta e in maniera consistente (+10% rispetto allo scorso anno), mentre il valore della domanda eCommerce B2c è raddoppiato dal 2013. Siamo convinti che non esista più un consumatore tipico online, bensì un consumatore che usa indifferentemente diversi canali, online e offline, ricercando in essi un’esperienza d’acquisto fluida e coerente. Il fatto che il retail stia perdendo terreno rispetto all’eCommerce non significa che sia destinato a scomparire, ma che sia divenuto improrogabile per il commercio tradizionale ridefinire i propri paradigmi in termini di esperienza per il cliente» commenta Maurizio Capobianco, Regional Vice President per l’Italia, la Spagna e il Portogallo di Salesforce Commerce Cloud.

Uno su tre da smartphone, in tutti i settori
Nel 2017 un terzo degli acquisti eCommerce, a valore, è concluso attraverso smartphone o tablet. L’incidenza di questi device è quintuplicata nel giro di cinque anni: nel 2013 la somma di tablet e smartphone valeva infatti solo il 6%. Ancora più significativa la crescita dello smartphone: il suo contributo è passato infatti dal 4% nel 2013 al 25% nel 2017. In valore assoluto, gli acquisti eCommerce da smartphone superano, nel 2017, i 5,8 miliardi di euro, con una crescita del +65% rispetto al 2016.
L’importanza di questo canale per il consumatore è visibile in tutti i principali comparti merceologici: il tasso di penetrazione dello smartphone sul totale eCommerce sfiora o supera il 30% nella maggior parte dei settori di prodotto (Editoria, Abbigliamento, Informatica ed elettronica, Food&Grocery) ed è pari al 15% nel Turismo e al 5% nelle Assicurazioni.

I Web shopper italiani, esercito di 22 milioni
Nel 2017 i web shopper italiani – ossia i consumatori che hanno effettuato almeno un acquisto online nell’anno – sono 22 milioni e crescono del 10% rispetto al 2016. Tra questi, gli acquirenti abituali – ossia i consumatori che effettuano almeno un acquisto al mese – sono 16,2 milioni e generano il 93% della domanda totale eCommerce (a valore), spendendo online in un anno, mediamente, 1.357 euro ciascuno. Gli acquirenti sporadici sono invece 5,8 milioni, generano il restante 7% della domanda eCommerce e spendono mediamente 284 euro all’anno.

La crescita dell’export
Nel 2017 l’Export, inteso come il valore delle vendite da siti italiani a consumatori stranieri, vale 3,5 miliardi di euro e rappresenta il 16% delle vendite eCommerce totali.
I prodotti, grazie a una crescita del 19%, valgono 2,3 miliardi di euro e rappresentano il 67% delle vendite oltre-confine. La bilancia commerciale (Export – Import) nei prodotti è, a differenza dei servizi, positiva e vale 800 milioni di euro (+150 milioni di euro rispetto al 2016). L’Abbigliamento, grazie alla notorietà dei brand italiani e alle competenze digitali sviluppate da alcune Dot Com o boutique multi-brand nazionali, è responsabile del 65% dell’Export di prodotto. L’Export di servizi si ferma a circa 1,2 miliardi di euro, con un tasso di crescita sostanzialmente nullo, a causa di alcuni isolati fenomeni sfavorevoli legati ad attori del settore Turismo.

Facile.it: dal web al franchising brick & mortar

Facile.it annuncia  il lancio della propria rete di negozi in franchising. Un progetto inedito nel suo genere che nasce dopo gli straordinari risultati ottenuti dal primo punto vendita fisico gestito direttamente da Facile.it, inaugurato lo scorso marzo a Varese, al quale stanno seguendo altre quattro nuove aperture dirette.

L’ingresso nel mondo del franchising rappresenta un’ulteriore evoluzione nella storia della web company. «Il lancio di una rete di negozi in franchising distribuiti sul territorio nazionale rappresenta un’estensione fisica del portale Facile.it e una grande opportunità per chi deciderà di fare impresa aderendo al nostro franchising», spiega Mauro Giacobbe, Amministratore Delegato di Facile.it.

L’affiliazione non richiede alcuna fee upfront di ingresso e i ricavi del franchisee, che potrà contare su un’ampissima offerta di prodotti frutto di oltre 100 accordi commerciali stipulati con le principali aziende operanti nel mondo delle assicurazioni, dei prestiti, mutui, conti e carte, tariffe luce e gas, ADSL, pay TV, arriveranno dalle commissioni legate alla vendita dei prodotti di Facile.it.

Oltre a questo il franchisee beneficerà di un importante supporto marketing da parte dell’azienda che, già oggi, è fra i maggiori spender nel mercato pubblicitario italiano e della potenza del marchio Facile.it, che ha già dimostrato di essere in grado di garantire un’utenza molto ampia e un elevato numero di ingressi mese nello store.

«I negozi sono complementari al portale web» conclude Giacobbe «e ci aiuteranno – come accaduto con il punto vendita di Varese – a migliorare la già ottima customer experience e la brand reputation del canale online, offrendo ai clienti una consulenza sia pre che post acquisto e la possibilità di costruire un rapporto fiduciario personale con i consulenti presenti nello store».

Per garantire un servizio completo e altamente professionale ai clienti dei negozi anche in ambito creditizio, dopo la positiva esperienza della rete fisica di consulenti sul territorio per il settore delle assicurazioni auto, il portale creerà una nuova rete di professionisti, questa volta dedicata alla consulenza su mutui e prestiti personali, a disposizione di tutti i consumatori che entreranno negli store Facile.it o che richiederanno informazioni attraverso il sito internet.

La spesa più personale (e soddisfacente)? La sa l’inconscio, eBay sperimenta a Londra

È una grande notizia per gli eterni indecisi che impiegano ore a scegliere il colore della gonna o dei calzini da acquistare, mentre qualcuno penserà subito a un futuro distopico di controllo delle menti, dove non saremo neppure più in grado di decidere ciò che vogliamo acquistare: di certo è un esperimento affascinante quello fatto da eBay a Londra all’inizio del mese con il pop up “The Art of shopping”. L’ultima frontiera della personalizzazione. Obiettivo: “riportare l’ispirazione nello shopping” combinando neuromarketing, scienza e opere d’arte. Come a dire: solo l’inconscio conosce i nostri più reconditi desideri, anche di acquisto, e le neruoscienze ce li possono rivelare meglio di noi stessi.

In uno spazio che era una galleria d’arte curata da Saatchi Art i visitatori venivano incoraggiati a guardare le opere con una fascia in testa che monitorava le loro reazioni. A questo punto una tecnologia detta MyndPlay creava un carrello su misura de cliente, con una serie di prodotti consigliati. Perché – è il sottinteso – una esperienza di shopping piena e ispirata darebbe lo stesso piacere che può suscitare il godimento di un’opera d’arte, o di un corridore di formula 1 quando giunge alla fine del circuito.

 

Come ha detto il Vicepresidente di eBay UK, Rob Hattrell: «eBay incoraggia i consumatori e rigettare le cose noiose e grigie e smetterla di fare la spesa come tutti gli altri. Vogliamo che i consumatori siano più coraggiosi ed esprimano la loro individualità».

Pe inciso secondo eBay sarebbero circa la metà dei consumatori britannici quelli che sarebbe pronti a un approccio più personalizzato agli acquisti mentre gli altri preferiscono seguire il branco e restare nella comfort zone; ai primi punta eBay.

Fantascienza? Forse, ma intanto il pioniere delle aste online entro fine anno ha intenzione, secondo il Daily Mirror, di lanciare una homepage basata sull’intelligenza artificiale e il machine learning per assicurare un livello di personalizzazione mai raggiunto negli acquisti.

EasyCoop arriva a Bologna e si candida a primo e-commerce della Gdo

Dopo l’avvio lo scorso febbraio a Roma, debutta a Bologna EasyCoop, il servizio di spesa online di Coop Alleanza 3.0. Con 11mila referenze, 3mila delle quali nel fresco (frutta, verdura, carne, pesce, salumi, latticini), l’e-commerce della maggiore cooperativa di consumatori italiana si presenta come “il più avanzato e innovativo d’Italia”, e rappresenta la più ampia offerta oggi disponibile nel nostro Paese nell’e-commerce alimentare.

Dal 4 settembre EasyCoop, che gestisce il servizio attraverso la società partecipata Digitail, serve tutti gli abitanti di Bologna e quelli di alcuni Comuni limitrofi: Casalecchio, Castelmaggiore, Castenaso, Granarolo, San Lazzaro. Entro fine settembre il servizio si estenderà anche ad altri Comuni tra cui Zola Predosa, Calderara di Reno, Bentivoglio.

Il servizio viene erogato da un magazzino di prodotti dedicato, situato a Castelmaggiore: una soluzione che consente di garantire la massima efficienza ed efficacia nel servizio, in piena sinergia con i 37 punti vendita bolognesi e degli altri comuni raggiunti da EasyCoop. 

In assortimento tutte le linee a marchio Coop, accanto alle grandi marche, a specialità tipiche locali e ad alimenti per esigenze specifiche (come i senza glutine). I clienti possono fare la spesa online e riceverla direttamente sul pianerottolo di casa, con le massime garanzie sul fronte della qualità e della sicurezza, gli stessi prezzi di un ipermercato e ulteriori promozioni dedicate a chi acquista online.

 

Facilità d’uso

Il servizio di consegna è disponibile dal giorno successivo a quello in cui viene effettuato l’ordine, dal lunedì al sabato dalle 8 alle 22, con fasce orarie e costi personalizzabili: da tutta la giornata fino a un minimo di un’ora (per esempio 19.15-20.15), a partire da un contributo per la consegna di soli 3,90 euro. Il pagamento può essere effettuato in totale sicurezza online, oppure alla consegna con carta di credito, prepagata o bancomat. Inoltre, per una garanzia ancora maggiore, circa mezz’ora prima i clienti vengono avvisati via sms dell’orario preciso di consegna, con il dettaglio (nome e foto identificativa) dell’addetto che consegnerà loro la spesa.

 

Zero waste, l’invenduto va in beneficienza

Anche EasyCoop, infine, guarda alla solidarietà e alla sostenibilità, in linea con le azioni di Coop Alleanza 3.0 realizzate da anni nei negozi. L’e-commerce Coop, infatti, aderisce al progetto “Brutti ma buoni”, la destinazione dei prodotti invenduti – perché con piccole imperfezioni, ma ancora perfettamente commestibili o utilizzabili – in favore di realtà che operano per persone in difficoltà. Gli invenduti di EasyCoop a Bologna verranno donati a una rete di mense cittadine, impegnate nel contrasto alla povertà, coordinate da un soggetto pubblico: l’Istituzione per l’inclusione sociale e comunitaria “don Paolo Serra Zanetti”, che, grazie alle Case Zanardi, li destinerà a soggetti come Civibo Cucine popolari, Antoniano Onlus, Opera padre Marella e Banco di solidarietà onlus.

 

E-commerce nel piano strategico di Coop Alleanza 3.0

Riqualificazione di un terzo della rete di vendita, innovazione, dagli interventi su assortimenti e prezzi, introduzione di nuovi servizi e convenzioni in più ambiti di spesa rilevanti per le famiglie: sono questi i capisaldi del Piano strategico 2017-2019 di Coop Alleanza 3.0. E lo svoluppo dell’e-commerce rientra in questa strategia.

Qualità, sicurezza e freschezza dei prodotti sono assicurate da metodi specifici per la conservazione, preparazione e trasporto dei prodotti, che avvengono sempre in ambienti controllati e alla temperatura corretta.

 

Amazon applica la sua strategia a Whole Foods, ed è guerra dei prezzi nel bio

Guerra dei prezzi nel mondo del cibo bio. A scatenarla l’acquisizione da parte di Amazon di Whole Foods Market, la catena di alimentari salutisti, per una cifra di 13,7 miliardi di dollari (circa 11,5 miliardi di euro). Il colosso americano dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos non ha perso tempo e già lunedì 28 agosto, nel giorno del perfezionamento dell’acquisto, annunciato già nel giugno scorso, ha messo in atto una politica aggressiva di riduzione dei prezzi per alcuni articoli di grande consumo freschi: le banane, gli avocado, le uova, il salmone allevato sostenibilmente, la carne magra da allevamenti sostenibili, il burro di mandorle, le mele bio Gala e Fuji, il pollo arrosto bio, il burro bio. Ma presto il cartellino dei prezzi sarà ritoccato al ribasso anche per molti altri articoli. «Siamo intenzionati a rendere l’alimentazione sana e biologica più accessibile al grande pubblico. A tutti dovrebbe essere consentito consumare i prodotti Whole Foods e noi abbasseremo i prezzi senza che questo voglia dire rinunciare all’impegno storico di Whole Foods per l’alimentazione di qualità» è la promessa di Jeff Wilke, numero uno di Amazon Worldwide Consumer.

Una notizia accolta con grande favore dai clienti di Whole Foods Market, la catena fondata nel 1980 ad Austin, in Texas, e che da allora si è estesa fino a contare oltre 400 negozi negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna e a dar lavoro a 91.000 dipendenti. Whole Foods era nel 2014 al numero 30 nella lista dei più grandi retail degli States. Finora considerata una catena piuttosto cara ed esclusiva, ora potrebbe dunque “democratizzarsi”. Ma non sorridono allo stesso modo i concorrenti del mercato degli alimenti biologici, i quali dovranno adeguarsi alla politica di abbattimento dei prezzi per non essere tagliati fuori.

La paura di una guerra dei prezzi nel mercato del cibo bio ha già provocato conseguenze sul piano finanziario. Si calcola che negli ultimi giorni si siano volatilizzati ben 11 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato di alcuni dei più grandi operatori della grande distribuzione. Alla Borsa di Londra, il titolo di Tesco è calato dell’1,8% e quello di Sainsbury dell’1%. E questo solo di fronte alla prospettiva che Whole Foods Market, finora poco presente sul mercato britannico, possa irrompere prepotentemente a Londra rinforzando il servizio di consegna a domicilio.

Inoltre i prodotti con il brand 365 di Whole Foods e gli alimenti per animali saranno tutti disponibili su Amazon.com, su AmazonFresh, su Prime Pantry e su Prime Now. Amazon potrebbe inoltre utilizzare alcuni store Whole Foods come centro di consegna dei prodotti acquistati sul sito di e-commerce. L’idea è quella di installare in alcuni negozi situati in aree strategiche degli armadietti dotati di una serratura dove i clienti potranno ritirare il loro ordine. 

L’acquisizione di Whole Foods Market da parte di Amazon è stata uno shock nel mercato dell’alimentazione bio, ma non è giunta del tutto a sorpresa. Il colosso di Seattle infatti aveva già da tempo manifestato interesse per il settore alimentare con il lancio di AmazonFresh. Due aziende che ora opereranno in sinergia, ma abbastanza differenti da respingere al mittente le accuse fatte da molti concorrenti circa l’acquisizione di una posizione dominante da parte di Amazon, che non a caso ha avuto il via libera all’acquisizione da parte della Federale Trade Commission, l’agenzia indipendente del governo di Washington che vigila per impedire, in nome dell’interesse del consumatore americano, su pratiche commerciali scorrette o monopolistiche.
Ma l’abbassamento dei prezzi è solo il primo passo del cambiamento di Whole Foods Market da parte del colosso di Seattle. Nei progetti di Amazon c’è un’integrazione di Whole Foods nel sistema di fidelizzazione del cliente attraverso l’abbonamento Prime, che garantisce al cliente benefit come la spedizione e la consegna gratuita e lo streaming gratuito di una libreria di film e shot televisivi. E presto i clienti Prime potranno contare su offerte speciali dedicate e altri vantaggi negli store Whole Foods.

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