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e-commerce: i clienti si aspettano convenienza e servizi di qualità

L’e-commerce avanza e detta legge, riplasmando le filiere logistiche e produttive, i sistemi e i servizi di consegna, le strutture e le tecnologie dei magazzini e del packaging, e persino la mobilità.
Ecco quanto emerge dalla ricerca Netcomm ‘Logistica e Packaging per l’e-commerce. Le nuove
prospettive’ presentata nel corso del Focus Logistica, in collaborazione con Ipack-Ima e con il
supporto di Assolombarda, Comieco, DotLog e Rajapack.

Secondo la ricerca Netcomm, la qualità e l’ampiezza dei servizi di consegna sono
centrali nelle scelte di acquisto per 3 consumatori su 4. L’esperienza di acquisto online semplice e
veloce e i prezzi migliori dei prodotti sono gli elementi più importanti, richiesti rispettivamente
dall’80,9% e dal 79,2% degli utenti, seguiti dalla conoscenza e dall’affidabilità di chi offre il prodotto
(77,6%), dalla qualità e l’ampiezza dei servizi di consegna (72,1%) e dalla facilità del reso (69,9%).
Veniamo alle altre priorità per il cliente: velocità e i costi di consegna interessano circa il 55% degli e-shopper, seguono l’importanza dei servizi di ritiro e di gestione della consegna a casa a orari specifici.
A riprova di ciò ecco, infatti, qualche dato: il 56% degli acquisti non portati a termine in Europa è causato da opzioni di delivery troppo costose, il 39% da quelle troppo lente; il 71% degli e-shopper europei ha comprato più di un item per raggiungere il valore per il free shipping, che risulta essere il primo fattore di importanza tra gli aspetti della delivery in Europa.

L’evoluzione del delivery
Interessante osservare come tra il 2015 e il 2017 si è modificato il mix di modalità di delivery: i servizi di ritiro (negozio rivenditore, ufficio postale, locker, edicola, etc.) sono cresciuti del 50% e
riguardano il 9,1% degli acquisti online di prodotti, mentre la consegna a casa/ufficio è passata dal 94% al 91%. Brand leader che offrono il ritiro gratuito presso i propri negozi dichiarano, infatti, di avere quote di ritiro superiori al 50%. Ma da cosa dipende il crescente successo di questa modalità? Diciamo subito che la difficoltà/imèpossibilità di recevere la consegna a casa non è la motivazione principale (interessa infatii solo solo il 10% degli e-shopper); la prima ragione di scelta, piuttosto, è la comodità per le abitudini e gli orari di spostamento che riguarda il 62% del campione.

Cosa piace ai clienti italiani

Dall’indagine emerge che uno dei servizi graditi dai clienti è la restituzione del prodotto tramite lo stesso canale nel quale lo hanno comprato; inoltre anche il reso da casa tramite il corriere è una modalità molto gradita pureda chi ha comprato in negozio.
Quanto alla modalità i pagamento, le preferenze si diversificano: chi acquista meno frequentemente online preferisce farli alla consegna, mentre gli habituè si concentrano su altri tipi di servizi associati alla consegna quali: la possibilità di scegliere uno slot orario o la consegna su appuntamento, la libertà di modificare fino all’ultimo momento la scelta di consegna o ritiro, la consegna al piano e quella serale.

“Il 98% degli e-shopper italiani vivono un’esperienza positiva con i servizi logistici e di delivery dell’ecommerce” spiega in proposito Roberto Liscia, Presidente Netcomm. “Le performance di consegna sono in aumento significativo rispetto alla stessa ricerca condotta da Netcomm nel 2015 e cresce sia l’uso che la disponibilità di servizi di ritiro presso negozi, locker, uffici postali ed edicole. Esistono tuttavia ampi spazi di miglioramento, per esempio nella disponibilità dei servizi finalizzati a coordinare e dare intelligenza alla consegna e al reso. Sono il fronte sul quale sia i clienti che i merchant chiedono più sviluppo e tale esigenza si traduce in una richiesta di maggior integrazione informatica di tutti i processi, lungo la catena che dal cliente porta al merchant, attraverso i corrieri/spedizionieri e i magazzini. Il last mile logistico e l’integrazione lungo la filiera sono il fronte sul quale si gioca la battaglia dell’e-commerce”.

Il packaging e l’effetto WOW
Fondamentale: per più del 70% degli e-shopper l’apertura del pacco è un momento chiave nell’esperienza d’acquisto complessiva. Oltre alla funzione protettiva, l’e-shopper è infatti attento a ogni aspetto che non generi sprechi e impatti ambientali, facendo diventare quindi l’imballaggio un elemento con altissime prospettive di sviluppo e innovazione.
In proposito Carlo Montalbetti, Direttore Generale di Comieco afferma: “C’è una vera rivoluzione in atto nel commercio che sta spostando la sua attenzione all’online e che ha ripercussioni sull’intero sistema: le aziende che producono così come quelle che si occupano di recuperare gli imballaggi cellulosici. L’intera filiera della carta si sta organizzando per affrontare questo cambiamento: basti pensare che la prossima apertura di due nuove cartiere in Italia metterà a disposizione 600mila nuove tonnellate di cartone, di cui si stima che fino a 300mila potranno essere utilizzate per gli imballaggi delle vendite online”.
Secondo i risultati del primo “Osservatorio Netcomm Ipack-Ima” la maggioranza degli operatori di
filiera ritene che l’e-commerce imporrà lo sviluppo di materiali e tecnologie specifiche anche se, ad oggi, meno del 30% dei loro clienti hanno fatto richieste specifiche per l’e-commerce. “Il packaging è uno dei protagonisti principali nella filiera dell’e-commerce perché, in misura ancora maggiore rispetto al ruolo giocato nelle vendite tradizionali, esalta, da un lato, la capacità comunicativa del prodotto che protegge e, dell’altro, contribuisce alle performance logistiche e di delivery”, dichiara il Presidente di Ipack-Ima, Riccardo Cavanna.

Metodologia

La pubblicazione è il frutto del tavolo di lavoro avviato nel 2017 con più di 30 aziende socie del
Consorzio, che si è avvalso di tre diverse ricerche: la prima ha indagato il vissuto, la soddisfazione e i desiderata in tema di servizi logistici e packaging di oltre 2.500 e-shopper italiani; la seconda, che ha coinvolto 33 merchant italiani b2c, ha analizzato il rapporto tra merchant e operatori di logistica e gli aspetti inerenti l’e-commerce cross border; infine le 30 aziende socie di Netcomm hanno risposto a 10 domande strategiche di envisioning per stimare alcune possibili evoluzioni future.

e-commerce e packaging le 7 tendenze del 2018: sarà l’anno della personalizzazione

e-commerce e packaging un binomio strettissimo che influisce sulle performances del servizio.

Quali sono oggi le tendenze prevalenti degli e-merchant e le loro richieste?

Se ne è perlato nel corso dell’evento Netcomm Focus dedicato alla logistica e al packaging, dove Rajapack, filiale italiana del gruppo RAJA, ne ha evidenziate 7:

  1. Packaging minimal che riduca i volumi e l’impiego di materiale. Una soluzione che ha una doppia valenza, da una parte incontra il gusto estetico del pubblico, dall’altra riduce i costi di trasporto e gestione logistica;
  2. Packaging conforme alle tabelle peso-volumetriche dei principali corrieri, sempre in ottica di riduzione di volumi e costi;
  3. Packaging green capace di soddisfare le 3 “R”: ridurre, riutilizzare, riciclare. I merchant sanno che il 52% delle decisioni di acquisto è influenzato dall’impatto ambientale dell’imballo e Rajapack testimonia questa tendenze con un crescita del 40% delle richieste per imballaggi eco-sostenibili;
  4. Packaging riutilizzabili: soluzioni che possono essere impiegate anche per eventuali resi da parte del consumatore che nell’80% dei casi infatti dà per scontato di poter rendere la merce nel medesimo imballo in cui l’ha ricevuta;
  5. Packaging anti-effrazione: si moltiplicano i nastri adesivi personalizzati o in carta anti-furto, le scatole americane senza chiusura automatica (più facili da aprire) e le buste con messaggi di tentata effrazione;
  6. Packaging personalizzato: il pacco è un vero e proprio biglietto da visita per le aziende capace anche di trasmettere al consumatore i valori e le peculiarità che le caratterizzano, per questo è importante una personalizzazione significativa che riguardi sia il lato esterno che quello interno per influenzare il cosiddetto effetto WOW;
  7. Packaging più veloce e meno ingombrante in grado di risparmiare spazio a magazzino e incrementare la produttività soprattutto nei momenti di maggiore attività.

Passando poi agli e-shopper, vediamo quali accorgimenti contribuiscono all’effetto wow.

 Cresce l’unboxing, ovvero il fenomeno della condivisione sui social del momento di apertura del pacco.

Sempre più rilevante il premium packaging (conosciuto anche come packaging regalo) non solo nel lusso, dove in realtà non stupisce, ma anche in settori come l’elettronica e il food a testimonianza di un e-shopper sempre più attento ed esigente.

Sempre più spazio alla personalizzazione specialmente nell’abbigliamento, dove l’importanza è comunicare senza particolari esigenze anti-shock, e nella gioielleria La personalizzazione, infatti, sarà uno dei trend in forte crescita nel 2018. Dall’indagine di DotCom Distribution emerge infatti che il 44% degli e-shopper che spendono più di 200$ al mese ripeterà l’acquisto online solo se ha ricevuto un packaging personalizzato e curato nei dettagli.

 

 

 

Nel nome dell’omnicanalità, Walmart perde il trattino e punta sull’e-commerce

Wal-mart perde il trattino dello storico logo e diventa Walmart, ovunque: on e offline. La mossa, che sarà effettiva dal 1 febbraio 2018, si spiega in una logica di multicanalità e di servizio ai cittadini sui vari canali: dal punto vendita al mobile al servizio di click and collect.

La ragione la spiega Doug McMillon, presidente e CEO di Walmart: «I nostri clienti ci conoscono come Walmart e oggi fanno la spesa non solo nei nostri supermercati ma anche online e con la nostra app. Anche se il nostro nome legale viene usato in poche situazioni, abbiamo pensato che fosse meglio avere un nome coerente con l’idea che da noi puoi fare la spesa in qualsiasi canale». Il quale è convinto che “con il tempo i clienti ci vedranno e penseranno a noi sempre più come un unico Walmart”.

Il primo punto vendita Walmart (anzi, Wal-mart) a Rogers, Arkansas.

Sullo sfondo, l’impegno crescente dell’insegna, numero uno della Gdo mondiale, nell’e-Commerce partita con l’acquisizione di jet.com e la sfida ad Amazon. Una strategia che nel 2017 sembra aver funzionato: se i risultati del 2017 compariranno solo a febbraio, nei primi nove mesi le azioni sono aumentate del 42%, le vendite sono cresciute sia nei punti vendita (oltre 11.600 sotto 59 insegne in 28 Paesi) e l’e-Commerce è schizzato alle stelle, e nel terzo trimestre dell’anno è cresciuto ancora del 50%.

 

Addio trattino, il web cambia la spesa ma anche la lingua

Il cambiamento in effetti è anche sociologico e culturale, e pure linguistico. Il trattino che fa tanto anni ’50 del secolo scorso, con quelle belle insegne da drive-in che costellavano le highway nel periodo del grande boom economico e delle magnifiche sorti e progressive, oggi è d’impiccio

Già nell’edizione 2007 del Shorter Oxford English Dictionary circa 16.000 parole avevano perso il trattino “soccombendo alle pressioni dell’era di Internet”. E così ice-cream è diventato ice cream, pin-money pin money,  water-bed water bed. Mentre si sono unificati bumblebee (da bumble-bee, bombo), chickpea (chick-pea, cece) e pigeonhole (precedentemente pigeon-hole, casella per la posta).

Il trattino sarebbe considerato troppo “vecchio stile” e indurrebbe in errori e dubbi ortografici per i quali evidentemente non c’è più tempo. Inoltre, impedisce gli hashtag, e questo potrebbe mettere una definitiva lapide sul segno di punteggiatura. In fondo, è il segno dei tempi.

 

A questo punto, attendiamo la perdita del trattino anche nel logo più noto al mondo, quello della Coca-Cola. Quanto tempo ci vorrà?

I 5 siti italiani più frequentati agli e-Christmas Shopper. L’oro va a e.price

Cresce l’attitudine degli italiani per lo shopping online. E in occasione del Natale tale propensione è ancora più spiccata.

A dirci come gli utenti si muovono nell’immenso mondo del web e delle app alla ricerca del regalo perfetto ci ha pensato un’analisi di Ogury – piattaforma di mobile data che fornisce la più completa visione del comportamento degli utenti mobile a livello globale – che tra novembre e dicembre 2017 ha preso in considerazione oltre 500 mila utenti mobile e i loro spostamenti sui siti e le app più popolari nei “classici” settori da regalo: tecnologia, elettrodomestici, moda, libri e cesti di leccornie.

La top 5 del Natale italiano

Nel periodo monitorato, tra tutti gli e-commerce presi in considerazione dallo studio di Ogury, è E.price a guadagnarsi il podio come migliore sito di vendita specializzata con il 27,1%. Dietro di lui Unieuro che guadagna il 24,8% di visitatori. Mentre Zalando, il pioneristico e-commerce nel settore dell’abbigliamento, appare al terzo posto con il 23,5% di visitatori unici. Sembra quindi che sarà un Natale all’insegna della tecnologia quello che ci apprestiamo a vivere, non solo per le modalità con cui acquistiamo i regali, ma anche per i doni che troveremo sotto l’albero. Anche il quarto posto in classifica, infatti, è occupato da un e-commerce specializzato in tecnologia ed elettrodomestici, Euronics, con il 15,7% di utenti.

Un piccolo spazio però lo guadagnano anche i libri: è infatti IBS a chiudere la top 5 posizionandosi al quinto posto con il 12,1% di visitatori unici.

Rimangono fanalino di coda gli e-commerce di alimenti e vini; a quanto pare noi italiani per questo genere di regali preferiamo ancora affidarci ai nostri negozi di fiducia: perfino l’e-commerce di Eataly non guadagna più dell’1% degli utenti unici.

L’identikit dell’e-Christmas Shopper italiano

Quando si tratta di tecnologia gli uomini superano le donne, anche se di poco. Infatti, nei principali siti e app di questo settore la percentuale di utenti uomini si aggira intorno al 60-65% contro il 40%-35% di donne. Situazione che si ribalta con i siti di abbigliamento, dove la percentuale di utenti donne è del 75% o più, eccezione fatta per Zalando, dove la percentuale di uomini sale a circa 40%, pareggiando quasi i conti.

Sul piano geografico, invece, è la Lombardia la regione dove risiede il maggior numero di “mobile e-Christmas shopper”. La seguono in classifica il Lazio e la Campania, dove sembrano avere grande successo gli e-commerce di abbigliamento.

Da un punto di vista anagrafico, infine, emerge che nella maggior parte dei casi gli utenti hanno tra i 45 e i 54 anni (quindi non è vero che siano solo i Millennials lo zoccolo duro degli e-comsumer), fatta eccezione per alcuni e-commerce di abbigliamento come Yoox, Zalando, Zara eH&M, dove gli utenti sono più giovani, con una fascia che si posiziona tra i 35 e i 44 anni. Anche app e siti di libri, come IBS, Feltrinelli e Libraccio,sembrano attrarre utenti più giovani, anche in questo caso la fascia di età è 35-44. Solo uno tra i numerosi e-commerce monitorati ha una maggioranza di utenti giovanissimi, (25-34); si tratta di Zaful, specializzato in abbigliamento low cost.

 

MyBank Bridge, la soluzione per le aziende che non hanno un sito di ecommerce

Nell’era dell’ecommerce le aziende prive di un sito ad hoc rischiano di restare indietro.

Per venire incontro alle esigenze di chi dispone solo di una pagina vetrina, nasce MyBank Bridge: vero e proprio collegamento immediato tra venditore e acquirente adatto a tutti gli ambiti merceologici, oltre che al settore dei servizi caratterizzati dal fattore mobilità. La soluzione permette ai merchant di inviare al suo cliente una mail contenente un link che lo indirizzerà direttamente alla pagina di pagamento MyBank per finalizzare la transazione, evitando così l’abbandono del carrello o della pagina di check out.

Ad oggi MyBank è integrato con oltre l’80% delle banche italiane e sta affermandosi in altre regioni d’Europa come Grecia, Spagna, Francia dove sta già riscontrando una buona copertura e dove registra un incremento significativo nelle transazioni cross-border.

Alcunim dei brand che nno già implementato la soluzione di MyBank: Acea, Alpitour, Enel, ENI, E.On, Esprinet, Ikea, Logista, Lottomatica, Moby Lines, Monclick, Pirelli, Quixa, Q8, Rajapack, Sephora, Trenitalia, TNT, Twin Set, e molti altri.

5 consigli per prevenire le frodi pubblicitarie. Il vademecum di Meetrics

Quello del frodi pubblicitarie è un mercato sempre più fiorente, che nel 2017 vale 20 miliardi di dollari. E le stime per il 2025 non sono certo rosee: si ipotizza infati che l’Ad Fraud sarà il secondo mercato illegale più grande al mondo con un costo per i contribuenti di oltre 1 trilione di dollari all’anno.

Per fortuna ci si sta muovendo alla ricerca di soluzioni. Tra i più attivi in quest’ambito ricordiamo Meetrics (società tedesca specializzata nella misurazione della qualità e della trasparenza del digital marketing) che ha sviluppato una soluzione per prevenire la segnalazione di Traffico Non Valido e che offre ai propri clienti Ad Fraud Prevention, uno dei quattro tool di misurazione che caratterizzano Ad Attention Manager Suite, la soluzione principale della società.

Sono cinque le tipologie di frodi pubblicitarie più comuni individuate da Meetrics: la suspicious page, ossia pagine web che mostrano elementi sospetti, il botnet trafic, quando si trovano possibili visitatori non umani, il suspicious behaviour, quando gli utenti manifestano un comportamento sospetto sulla pagina, il browser malware, quanto vengono rilevate tracce di malware ed infine l’incentivized surfbar, quando si evidenziano indicazioni per traffico a pagamento.

Individuato il problema, ecco anche 5 dritte per difendersi:

  1. Verificare i prezzi, se troppo bassi la fonte potrebbe non essere attendibile
  2. Esaminare con attenzione i dettagli di analisi
  3. Affidarsi a società di verifica ed insistere per ads.txt
  4. Utilizzare black e white list con le società di verifica per tenerle aggiornate
  5. Non aspettare che se ne prende cura qualcun altro

 

Spesa online anche per Picard, a domicilio o click and collect: al via il test a Milano

È spesa online a domicilio anche per Picard Italia, che inaugura un nuovo importante (e sempre più diffuso) servizio per i suoi clienti. Attualmente l’operazione è attiva sull’area di Milano, ma l’obiettivo è di ampliare progressivamente i bacini di utenza, fino a coprire l’intera rete dei 40 punti vendita italiani.

I clienti Picard possono effettuare la spesa sul sito http://prontospesa.picard.it/ scegliendo la fascia oraria e il giorno di consegna, oppure ritirare la spesa effettuata in uno dei punti vendita. Il servizio è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20 ; il sabato dalle 9 alle 13, con sei consegne per ciascuna fascia oraria.

Il pagamento avviene tramite procedura on line con carta credito e la consegna è gratuita per spese superiori a 50 euro; al di sotto di questa soglia, le spese di consegna sono di 5 euro.

È possibile ordinare qualsiasi tipologia di prodotti, surgelati e non, presenti sul sito Picard o presso i punti vendita: il rispetto della catena del freddo è garantito grazie ad appositi contenitori coibentati e camion frigoriferi.

Per uniformare i canali di vendita, sono applicate alla spesa on-line le stesse promozioni presenti in negozio.

Natale online/2: la contraffazione corre sulla rete, un consumatore su due teme il falso

Nei giorni dello shopping natalizio cresce la preoccupazione – per chi acquista i regali online – di incorrere in truffe che riguardano prodotti contraffatti. Una ricerca di MarkMonitor, azienda specializzata nella protezione del brand, realizzata dall’azienda indipendente Vitreous World e condotta nel novembre 2017 su 3455 adulti di nove paesi (Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna e Svezia) segnala che quasi un consumatore su due (esattamente il 45%) teme di ricevere prodotti contraffatti acquistati online durante la stagione invernale. Una preoccupazione motivata dal fatto che quasi un consumatore su tre sostiene di aver ricevuto un prodotto poi risultato falso (nel 2016 era il 23%). E se qualcuno cerca volutamente merce contraffatta perché a prezzo basso, il 91% degli intervistati viene raggirato in modo inconsapevole, perché convinto di acquistare merce originale.

Un problema che si accentua nel periodo natalizio. «Siamo in quel periodo dell’anno – spiega Chrissie Jamieson, vicepresidente marketing di MarkMonitor, brand di Clarivate Analytics – in cui i consumatori si mettono alla ricerca dei regali perfetti. E, da acquirenti esperti, utilizzano internet per cercare occasioni e offerte. Sfortunatamente, questa ricerca online li espone a una serie di rischi, poiché i contraffattori utilizzano gli stessi canali per vendere i loro prodotti e ingannare i consumatori. Il problema si sta intensificando a causa dell’aggiunta di nuove piattaforme come social media e app, ognuna delle quali può essere sfruttata a loro favore da questi individui».

 

Strategie per difendersi: anche i marketplace colpiti

I consumatori naturalmente cercano di difendersi a loro modo. Intanto acquistando dai marketplace online (l’86% degli intervistati si sente più tranquillo), oppure utilizzando i link dei risultati dei motori di ricerca (67%) e le app sullo smartphone (56%). Questo malgrado il 42% dei prodotti contraffatti risulta acquistato su marketplace online e il 15% tramite i link nei risultati di ricerca.

La ricerca evidenzia anche che l’86% dei consumatori ritiene che i brand dovrebbero fare di più per proteggerli dall’acquisto di prodotti contraffatti. Non a caso dopo l’acquisto accidentale di un prodotto falso il 44% del campione mette in guardia dal brand amici e familiari, il 25% smette di comprare quel brand e il 22% vede intaccare notevolmente la sua percezione del marchio.

«Lo studio – aggiunge Jamieson – mostra che gli acquirenti sono consapevoli della minaccia della contraffazione, e alcuni, in più di un’occasione, ci sono cascati. Un ulteriore dato significativo è rappresentato dall’aumento del numero di consumatori che credono che i brand debbano fare di più per proteggerli dalla presenza di prodotti contraffatti su Internet. L’impatto sui consumatori è significativo poiché, oltre alla perdita di denaro e al disagio, potrebbero anche essere soggetti a rischi per la salute. I brand devono invece considerare i danni alla reputazione, le perdite di ricavi e la fiducia dei consumatori minata. Tutti questi problemi rafforzano il fatto che, se da un lato i consumatori dovrebbero essere più vigili quando fanno acquisti online, dall’altro le aziende devono fare tutto il possibile per proteggere se stesse e i propri clienti da queste minacce».

 

Natale online, stagione di frodi informatiche: 10 consigli per acquisti sicuri

Il Natale è la stagione attesa con trepidazione non solo dai bambini ma anche dai “web criminali” di tutto il mondo, che in questo periodo dell’anno possono fare incetta di “regali natalizi”, via frodi informatiche. Con l’aumento dell’e-Commerce per fare acquisti (per dire, in questa stagione la metà degli americani comprerà regali online) il 2017 promette di essere non solo l’anno dell’online, ma anche quello in cui schizzerà alle stelle il numero di crimini informatici. Una ricerca condotta da Barclays rileva come oltre un quarto di tutte le truffe online nel Regno Unito si verificano in occasione del Natale, mentre il ThreatMetrix prevede quest’anno 50 milioni di cyber attacchi globali. Principali obiettivi sono naturalmente i Paesi con forti previsioni finanziarie e un elevato livello di adozione mobile. Infine, il trimestrale Threat Intelligence Report rilasciato da NTT Security rivela che gli attacchi globali di phishing sono cresciuti del 74% nel terzo trimestre del 2017.

«Nelle prossime sei settimane assisteremo a un incremento delle campagne di email phishing, attacchi ransomware, trojans bancari, così come alla nascita di siti web fraudolenti che promuovono offerte speciali come pacchetti vacanze scontati – spiega Mark Thomas, Security Strategist di Dimension Data -. Le gift card false, che potrebbero portare gli utenti verso siti non sicuri o a scaricare file dannosi per i propri dispositivi, diventeranno sempre più diffuse».

Altre frodi riguadano notifiche fasulle sullo stato di consegna delle spedizioni per invogliare a cliccare su link malevoli, offerte speciali indesiderate e false ricevute per acquisti online che richiedono l’apertura di allegati contenenti ransomware.

I criminali informatici sono alla ricerca di due cose: i dati delle carte di credito da usare per i loro acquisiti. E informazioni sull’identità personale, come user name, password e informazioni contenute sui siti visitati regolarmente. Se un cyber criminale riesce ad accedere alle credenziali personali, potrà utilizzarle su molteplici siti e piattaforme spacciandosi per l’utente frodato.

Le aziende dovrebbero educare i dipendenti che si connettono alla rete aziendale a rimanere sempre vigili durante le prossime festività. «Fornire un’autenticazione multi-fattore per accedere ai sistemi aziendali è un ulteriore passo per contrastare i criminali informatici. Questo, infatti, fa si che gli attacchi alle credenziali personali siano più difficoltosi per gli attentatori – dice Thomas -. I rivenditori, in particolare, devono alzare il livello di allerta in quanto i cyber criminali cercheranno di approfittare proprio di queste realtà durante il periodo natalizio».

Bambini, genitori e parenti, che non sono esperti di queste tematiche, dovrebbero essere educati e protetti per non diventare anch’essi vittime di attacchi informatici. «Oggi esistono parental controls che possono essere applicati ai telefoni cellulari, simili a quelli integrati sulla TV. La maggior parte dei telefoni moderni sono già dotati in automatico di sistemi per la verifica delle applicazioni che consentono di scaricare app solamente da fonti affidabili» conclude Thomas.

Ecco 10 consigli per acquisti online sicuri (fonte: Dimension Data)

  1. Non utilizzare mai Wi-Fi pubblici per effettuare acquisti online
  2. Mai aprire email, cliccare su link o aprire allegati provenienti da fonti sconosciute.
  3. Assicurarsi di scaricare sul proprio dispositivo solo applicazioni provenienti da fonti conosciute e affidabili
  4. Non condividere mai user name, password o altre informazioni personali online
  5. Utilizzare un sistema di gestione delle password che consenta di archiviare e gestire in modo sicuro tutte le credenziali da un’unica postazione
  6. Diffidare di email indesiderate che promettono offerte entusiasmanti e non aprire i relativi allegati
  7. Prestare attenzione all’icona del lucchetto visibile sul proprio browser per confermare la crittografia che garantisce che il sito web da cui si sta acquistando è sicuro e attendibile
  8. Usare la carta di credito piuttosto che la carta di debito e non registrare i dettagli della carta online
  9. Assicurarsi l’aggiornamento costante dei sistemi di antivirus e patching sui propri dispositivi
  10. Controllare spesso l’estratto conto bancario e segnalare immediatamente alla propria banca addebiti non autorizzati o sospetti

Gdo e dotcom: Groupe Casino si accorda con Ocado per mettere i robot in magazzino

Un magazzino robotizzato e, naturalmente, l’accelerazione del canale e-commerce: porterà a questo l’accordo tra Ocado, dot com britannica concentrata sull’e-commerce alimentare, e Groupe Casino, storica insegna francese che opera anche con i marchi Monoprix, Franprix, Leader Price, Spar e Vival in Francia e con punti vendita in vari Paesi. Le alleanze tra insegne “fisiche”, spesso storiche, e operatore online sembrano entrare sempre più nell’agenda della grande distribuzione (vedi Amazon e U2 in Italia e Aldi con Instacart in Germania).

Nella fattispecie Ocado investirà secondo il Financial Times 15 milioni di sterline nello sviluppo della piattaforma Ocado Smart Platform (“OSP”). E in Borsa le azioni di Ocado sono subito salite del 22 per cento: l’accordo segna infatti non solo l’ingresso di Ocado nel “fisico” ma anche quello in un mercato fuori dal Regno Unito.

“La soluzione Osp – si legge in una nota dell’insegna francese – evoluta e modulare, è una risposta unica alle opportunità e alle sfide poste dall’accelerazione delle vendite online nella distribuzione alimentare. Tale piattaforma comprende la costruzione di un deposito automatizzato di ultima generazione (nel quale Ocado inserirà delle cellule di stoccaggio e dei robot), una soluzione logistica integrata, che include un sito Internet con alcune dell migliori funzionalità del mercato, e l’ottimizzazione della consegna nell’ultimo chilometro e la gestione in tempo reale dei dati dei clienti”.

Il primo a utilizzare la piattaforma sarà il sito online, Monoprix.fr Sarà anche messo in servizio un deposito CFC («Customer Fulfilment Centre») nella regione parigina che si occuperà delle consegne verso Parigi, Ile-de-France, Normandia e Hauts de France.

Ma cosa ci guadagna Ocado per mettere a disposizione la sua tecnologia avanzata “Il gruppo Casino verserà ad Ocado delle commissioni alla firma del contratto, durante la fase di installazione e di utilizzo della piattaforma, in proporzione alla capacità effettivamente utilizzata e dei livelli di servizio raggiunti”.

«Questo accordo rappresenta un grande avanzamento in termini di qualità: in un primo tempo saranno proposte 50000 referenze di prodotti alimentari  ai clienti che potranno usufruire di consegne rapide ed efficaci. Il gruppo Casino è fiero di aver concluso questo accordo che contribuirà a rinforzare ancora di più la qualità del servizio ai suoi clienti, al centro dei suoi pensiero da 120 anni» ha commentato il presidente e direttore generale Jean-Charles Naouri.

“Stiamo continuando ad investire per industrializzare la nostra piattaforma brevettata e questo accordo sarà potrebbe essere il primo di una serie di fruttuose collaborazioni con grandi distributori in tutto il mondo” ha detto Tim Steiner, presidente e direttore generale d’Ocado.

Il gruppo Casino ha oltre 12.960 punti vendita in Francia e all’estero in Argentina (insegne Libertad, Mini Libertad), Brasile (Pão de Açúcar, Extra, Assaí), Colombia (Éxito), Oceano Indiano (Jumbo, Score), Uruguay (Disco, Devoto) e in una dozzina di Paesi africani. Conta 227.842 collaboratori, nel 2016 aveva un fatturato consolidato di 36 miliardi di euro ed è la prima insegna in Brasile e Colombia  e la seconda in Francia per l’E-commerce.

 

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