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La notte bianca dell’e-commerce quest’anno è il 22 e il 23 giugno, sconti fino all’80%

Torna la notte bianca dell’e-commerce, l’iniziativa promossa da Netcomm che mette a disposizione dei consumatori, per un periodo di tempo limitato (quest’anno si tratta di 30 ore), offerte esclusive e sconti imperdibili su oltre 500 prodotti selezionati sui siti di circa 100 aziende qualificate.

La Crazy Web Shopping si svolge dalle 12 di giovedì 22 giugno alle 18 del giorno successivo. In un unico grande negozio online saranno disponibili articoli di abbigliamento e accessori, tecnologia, arredamento e oggettistica, cosmetica e benessere, giardinaggio e fai da te, mondo bimbi, prodotti e servizi per animali, sport e tempo libero e molto altro per chiunque voglia fare acquisti davvero vantaggiosi con fino all’80%. 

Giunta alla quarta edizione, Crazy Web Shopping è un esempio virtuoso di collaborazione tra aziende che si uniscono e fanno sistema per la valorizzazione di un mercato, quello appunto dell’e­-commerce, in continuo sviluppo. Inoltre, l’utilizzo di strumenti messi a punto dal Consorzio Netcomm come i Sigilli di qualità Netcomm, supportano i consumatori nei loro acquisti online, rassicurandoli sull’affidabilità del sito e-commerce su cui stanno per acquistare.

Acquistare su Crazy Web Shopping è davvero facile: le offerte delle aziende sono suddivise per categorie merceologiche tra cui scegliere ed esaustive schede prodotto danno tutte le informazioni utili per conoscere nel dettaglio ciò che si ha intenzione di comprare. Inoltre una speciale sezione segnala subito quali sono le aziende che offrono una selezione di prodotti esclusivi con sconti oltre il 40%. L’edizione estiva 2017 della notte bianca dello shopping sarà anche questa volta supportata da ProfumeriaWeb che, con più di dodicimila prodotti disponibili, è diventata rapidamente il punto riferimento del settore beauty online.

«Negli ultimi anni il settore dell’e-commerce in Italia si è notevolmente allargato interessando quasi tutti i settori, anche quelli inizialmente molto lontani –  spiega Roberto Liscia, Presidente Netcomm –. È dunque in atto un cambiamento profondo nelle modalità di fare shopping degli italiani, testimoniato anche dai numeri: il valore degli acquisti online nel 2017 sarà di circa 23 miliardi di euro, con una crescita del 16% rispetto all’anno scorso.  Anche gli e-shopper si sono evoluti e si aspettano oggi un servizio in tempi rapidi, geolocalizzato e orientato a soddisfare anche i bisogni più immediati. L’esperienza che con Crazy Web Shopping vogliamo offrire va proprio in questa direzione, potendo contare su aziende che hanno abbracciato il canale digitale comprendendone le potenzialità e attraverso di esso propongono un’esperienza piena e appagante ai consumatori online”.

Come rileva poi Vincenzo Cioffi, Founder & CEO di ProfumeriaWeb: «Iniziative come il Crazy Web Shopping aiutano a diffondere consapevolezza delle enormi possibilità e della grande convenienza che ormai contraddistingue anche il panorama italiano degli acquisti online». Crazy Web Shopping è un’iniziativa sviluppata in collaborazione con Img Internet.

Ora la spesa si fa dal frigo, con Samsung Family Hub e Supermercato24

Sarà il frigorifero a fare la spesa nel futuro? Tra Intelligenza artificiale e casa connessa (un business da 185 milioni di euro in Italia nel 2016) la via è questa, e un primo step è la partnership tra Samsung FamilyHub, il frigo connesso che utilizza le opportunità dell’Internet of Things, e la spesa online fatta direttamente dall’elettrodomestico con Supermercato24.

Entra sempre più nelle nostre vite e nelle nostre case l’Internet of Things, la capacità degli elettrodomestici di collegarsi tramite dispositivi mobile da remoto per fornire modalità innovative di procedure nella nostra vita quotidiana 

Cosa vuole il consumatore, oggi? Una spesa multidevice, che parte da casa o in ufficio e si conclude magari nel punto vendita o anche no, social ovvero a cui partecipano tutti i membri della famiglia, veloce e senza intoppi. Il FamilyHub sembra aver colto nel mood offrendo nuove modalità per organizzare la spesa, fare shopping online, cucinare e connettersi in qualunque momento. Ma può anche assumere il ruolo di nuovo “aggregatore” di casa, favorendo la comunicazione, creando nuove opportunità di condivisione per la famiglia e facilitando la gestione delle attività domestiche.

«Immaginiamo un concetto di vita vissuta su due assi, una in lunghezza, l’altra in larghezza, e la viviamo quando si libera spazio su queste dimensioni: sulla lunghezza puntiamo a vivere a lungo avendo cura di noi stessi; sulla larghezza “creiamo spazio” nelle nostre giornate evitando di impiegare tempo in attività che possiamo realizzare agevolmente grazie alla tecnologia, come quelle che effettuiamo con gli elettrodomestici – filosofeggia Antonio Bosio, Product & Solutions Director di Samsung -. Oggi il FamilyHub rappresenta una nuova svolta, offrendo nuove opportunità di gestione del cibo, di condivisione, comunicazione e intrattenimento familiare, ma giocando anche un ruolo centrale in ottica IoT e nel futuro delle generazioni che abiteranno nella casa connessa».

 

 

Dalla spesa alle ricette, dalla musica alla tv tutto dal frigo

Il frigorifero connesso di Samsung ha un display touch Full HD da 21,5 pollici, un vero e proprio centro di comando digitale per una casa connessa, dal quale è possibile controllare da remoto il contenuto nel frigorifero grazie a tre fotocamere integrate. È possibile anche condividere con la propria famiglia la shopping list, ordinare direttamente la spesa tramite le applicazioni di shopping online come Supermercato24, e consultare ricette e video-ricette in tempo reale direttamente dal display. Dal frigo si possono anche ascoltare playlist e programmi radio tramite le app di Spotify e TuneIn, navigare in internet, consultare le news di sport e attualità e guardare i propri programmi TV preferiti tramite la funzione di TV Mirroring (compatibile con Samsung Smart TV). Il display può anche essere utilizzato come una lavagna digitale su cui scrivere o colorare, postare foto e condividere gli impegni con tutti i membri della famiglia (evoluzione tecnologica dei fogliettini attaccati con magneti sulla porta). Si possono gestire le funzioni a distanza dallo smartphone e controllare tutti gli altri dispositivi connessi direttamente dal display.

Altro partner dell’iniziativa è Eataly.

 

 

Viniamo, e-commerce POP del vino, dedica una linea alla serie cult “Boris”

Raccontare il vino con un tono leggero, divertente, senza prendersi troppo sul serio: è questa la strategia di Viniamo, sito di e-commerce dedicato al nettare degli dei che vuole evitare quell’immagine tra il patinato e il paludato che tende ad allontanare i meno esperti. L’ultima iniziativa prende spunto dalla serie cult Boris che quest’anno compie 10 anni creando una nuova playlist di 9 bottiglie ispirate ai personaggi della serie TV divertente satira del modo di fare televisione in Italia.

Tra i protagonisti della singolare selezione di vini spicca il personaggio di Itala, l’oziosa e irascibile segretaria di edizione con il vizietto dei superalcolici portati di nascosto sul set, alla quale Viniamo abbina un Chianti Cassico della cantina Luiano in formato portatile da 375 ml. Per l’incompreso regista René l’abbinamento perfetto non poteva che essere con il Director’s Cut della Francis Ford Coppola Winery. Al direttore della fotografia Duccio è dedicato il Langhe Rosso Tutto dipende da dove vuoi andare.

Tra i 9 abbinamenti proposti dal team di Viniamo.it anche il Merlot L’altra metà del cuore per il capo elettricista Biascica, che dietro l’aspetto scontroso e volgare nasconde un animo romantico ed è spesso vittima di colpi di fulmine improvvisi. E l’Ostinatamente Roero Arneis dedicato al volenteroso e paziente stagista Alessandro, l’emblema di tutti i giovani sottopagati che continuano a inseguire il sogno di realizzarsi professionalmente.

Lanciato a fine novembre 2016, Viniamo è il primo e-commerce che sostituisce la carta dei vini con le playlist: selezioni di bottiglie ideate per ispirare la scelta del vino in modo semplice, creativo e immediato. I due partner principali di Viniamo sono Twelve (parte dell’agenzia creativa The Big Now) e Digital Magics, rispettivamente una società di comunicazione e marketing attiva dal 2008 nel settore degli e-commerce di vino e un incubatore di progetti digitali che fornisce servizi di consulenza e accelerazione a startup e imprese, per facilitare lo sviluppo di nuovi business tecnologici.

Lo shopping online? Le italiane partono da scarpe e borse la mattina, col caffè

Lo shopping online? Alle donne italiane piace a ogni ora e in ogni modo, ma soprattutto la mattina davanti a un caffè. Lo rivela una ricerca commissionata da Privalia, l’outlet online leader in Italia, che a giugno 2017 festeggia i suoi primi dieci anni. Ricorrenza che l’azienda celebra con il concorso Privalia 4 you per le sue clienti (per 10 giorni dal 20 al 30 giugno ogni giorno tra coloro che faranno un acquisto saranno sorteggiati dieci buoni spesa fino a 500 euro) ma anche esplorando le abitudini delle sue clienti con l’intervista condotta su un campione di età compresa tra i 25 e i 45 anni.

Un po’ a sorpresa l’orario preferito per lo shopping online risulta essere la mattina, con un 42% di clienti che fa acquisti con il caffè in mano. Al secondo posto le ore serali tra le 21 e le 23, predilette dal 34% delle fashion addicted. Poi la pausa pranzo con il 24% del campione che, piluccando dalla schiscetta, si ritaglia un momento per sé navigando per gli scaffali virtuali sullo smartphone. Insomma, a parte l’orario di lavoro vero e proprio, tutti i momenti liberi sembrano buoni per fare acquisti comodamente sedute. Anche se sembrano esserci differenze in funzione della categoria merceologica. Le scarpe e le borse sembrano particolarmente gettonate nella prima parte della giornata (il 65% le acquista la mattina o al massimo in pausa pranzo), mentre la sera è il momento di abiti formali e di lingerie, che evidentemente richiedono più concentrazione. Il jeans appare invece il capo più trasversale, acquistato com’è in ogni momento della giornata.

E se il 33% delle intervistate fa acquisti dall’ufficio e il 28% da casa, il 39% non ha preferenze e approfitta di ogni luogo, fosse anche un autobus o la posta, per acquistare quel vestitino irresistibile. Anche grazie al fatto che ormai il 70% delle transazioni su Privalia avvengono tramite smartphone, mentre perde terreno il personal computer. Smartphone vuol dire libertà: e in casa il luogo preferito per dedicarsi allo shopping online è il divano (39% delle scelte) che precede di poco il letto (35%), il tavolo della zona giorno (21%) e perfino la vasca da bagno (5%).

Quello che alle clienti Privalia non sembra interessare è il giorno. Alla domanda “acquisti di più nei giorni feriali o nel weekend?”, il 92% ha risposto che “è indifferente”. Del resto, le offerte nei negozi virtuali cambiano in continuazione ed è bene visitarli di frequente per cogliere le occasioni migliori. Anche perché lo shopping online non sacrifica le altre attività. Il 47% del campione assicura di riuscire a cercare un paio di scarpe mentre si sposta, mentre cucina, mentre aspetta i figli fuori da scuola. Anzi, sbirciare le vetrine online rappresenta una breve “evasione” dalla routine.

Tutti pazzi per l’intelligenza artificiale, ma a cosa serve nel retail?

Un settore sempre più al centro dei pensieri ma anche concretamente dei progetti dei retailer, sia online sia nel punto vendita: è quello dell’intelligenza artificiale, che già nel 2012 Gartner prevedeva avrebbe gestito entro il 2020 l’85% dei loro rapporti con le aziende senza interagire con una persona (e già i chatbot si diffondono a macchia d’olio). McKinsey profetizza come già ora il 59% della produzione mondiale può essere robotizzata. Venendo a casa nostra, l’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence del Politecnico di Milano, stima che il 39% dei CIO italiani vede la Business Intelligence, i Big Data e gli Analytics come priorità d’investimento principale nel 2017 per l’innovazione digitale.
Se ne è parlato in occasione di Essentials Milano 2017 organizzato da Salesforce.com, piattaforma CRM numero uno al mondo, a Milano la scorsa settimana dove sono state presentate le soluzioni potenziate dall’Intelligenza artificiale, i trend e la visione sull’evoluzione futura della relazione di un’azienda con i propri clienti, temi che abbiamo trattato nell’intervista a Maurizio Capobianco.

 

Gdo all’avanguardia tra le Pmi

Secondo l’Osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence del Politecnico di Milano, il mercato degli Analytics è cresciuto del 15%, raggiungendo il valore di 905 milioni di euro, con le soluzioni di Business Intelligence che valgono l’80% del mercato. In prima fila ci sono le grandi imprese (sopra i 249 addetti), che hanno implementato soluzioni di Descriptive Analytics nell’80% dei casi, e quelle di predictive analytics nel 30%. Il settore più interessato nel mercato degli Analytics è quello bancario (29%), seguito da manifatturiero (22%), telecomunicazioni e media (14%), Pubblica Amministrazione e sanità (8%)

Nelle PMI (10-249 addetti) le percentuali hanno ancora ampi margini di crescita: il 26% ha adottato descrittive Analytics e il 16% ha implementato le predictive Analytics, ma qui, alle spalle del settore banche e assicurazioni (55%), troviamo la GDO (47%) e seguono, più distaccati, Pubblica Amministrazione e sanità (39%) e manifatturiero (34%).

 

E-commerce, i Big della distribuzione ora investono. Da Walmart ad Alibaba

Da minaccia ad opportunità: sta diventando (finalmente?) questo l’e-commerce – o, meglio, l’omnicanalità – per i Big della grande distribuzione mondiale. A cominciare dal primo e il più grande, l’americano Walmart. Che ha alla fine deciso di sfidare Amazon sul suo terreno, le vendite online: dopo l’acquisizione l’anno scorso di Jet.com per 3,3 miliardi di USD (vedi Walmart compra Jet.com e sfida Amazon sull’e-commerce) la strategia dell’insegna sembra essere quella di differenziare non solo i canali di vendita (anche utilizzando una rete di store forte di 4.800 punti vendita) ma anche i target, raggiungendo con l’online fasce di clienti che finora erano sfuggiti per la sua immagine di retailer dai grandi numeri e prezzi bassi.

Deus ex machina della nuova strategia sarebbe Marc Lore, co-fondatore di Jet.com ed ex dirigente Amazon. Solo quest’anno sono state già fatte altre tre acquisizioni, tutte nell’abbigliamento, settore in grande ascesa nell’online, che strizzano l’occhio ai Millennials. In gennaio Shoebuy.com (per 70 milioni di USD), in febbraio Moosejaw (per 51 milioni di USD) e in marzo ModCloth. Ed ora pare sia la volta di Bonobos, chicchissimo sito di e-commerce di abbigliamento maschile che sta andando sul fisico ed è noto per proporre abiti dal taglio ideale.

I risultati non hanno tardato ad arrivare: la crescita nel primo trimestre del 2017 (con ricavi a 117,5 miliardi di USD, +1,4%) spinta dagli ottimi risultati dell’e-commerce (cresciuto del 63%) ma anche il successo del click and collect, aumentato del 27%.

Non solo: sull’onda di Amazon Go, che ha fatto i titoli come primo supermercato senza cassa (che per ora tarda ad aprire al pubblico anche per problemi di supporto di grandi flussi) si parla di dotare i punti vendita Walmart più grandi di schermi touch scan-and-go e display per accedere agli ordini su Walmart.com, sempre in un’ottica omnicanale.

Intanto nel secondo mercato mondiale, la Cina, il colosso Alibaba investe pesantemente (si parla di un miliardo di USD) nella consegna di pasti a domicilio, puntando su Ele.me, secondo player di food delivery in un mercato, quello del mobile commerce cinese, che quest’anno potrebbe raggiungere i 1.100 miliardi di USD. Tanti i partecipanti ma altrettanto immense le opportunità nel Paese asiatico, dunque, per il cibo che viaggia su ruote.

E-commerce: i trend logistici che fanno decollare il comparto

L’e-commerce non può prescindere dalla logistica. Specialmente se vuole sfruttare al massimo le proprie potenzalità e fidelizzare i clienti. È questo l’assunto che ha fornito lo spunto al workshop “Innovazione e customer experience al centro della logistica dell’e-commerce” che si è tenuto alla XII edizione del Netcomm Forum.

Secondo Lorenza Zanardi, Direttore Generale di Rajapack Italia e tra i protagonisti dell’incontro, bisogna puntare su alcuni requisiti specifici: design minimal, ecosostenibilità, personalizzazione e riutilizzo per il reso o in generale.

  1. Minimizzare gli eccessi di cartone e plastica per ridurre i costi di trasporto ma anche mettere i clienti nella condizione di aprire facilmente e velocemente i pacchi, senza gravarli di uno smaltimento impegnativo dell’imballo. Grandi colossi dell’e-commerce sono già stati attaccati sui social media per avere irritato i propri clienti con imballaggi complicati o non necessari.
  2.  Puntare su un packaging eco sostenibile. L’imperativo sono le 3R: RIDURRE, RIUTILIZZARE, RICICLARE. Un recente studio Nielsen afferma che il 52% delle decisioni di acquisto sono influenzate dall’impatto ambientale dell’imballo. Una realtà di cui hanno preso coscienza le aziende che utilizzano l’e-commerce e grandi marchi come Zara. Il famoso marchio di abbigliamento infatti comunica sulle proprie scatole e-commerce che sono fatte al 100% di materiale riciclato (boxes with a past) ed inoltre propone tantissimi tutorial per riciclare gli imballaggi dopo il loro utilizzo (boxes with a future).
  3. Personalizzare, ricorrendo a una brandizzazione significativa che riguarda sia il lato esterno che quello interno per influenzare il cosiddetto effetto WOW nel consumatore online. Un trend che, negli ultimi tre anni, in casa Rajapack è addirittura triplicato, toccando il 13% del fatturato 2016, con percentuali più elevate in settori come il lusso e l’elettronica di consumo.
  4. Riutilizzare: gli e-shoppers danno per scontato di poter rendere i prodotti acquistati nel medesimo imballo che hanno ricevuto. Ecco perché diventa importante nella personalizzazione pensare a soluzioni che permettano al cliente di richiudere e riutilizzare facilmente la propria scatola o la propria busta per la restituzione e al contempo far trovare etichette di reso già pronte all’uso.

Il paradosso dell’e-commerce: tanti clienti pochi negozi

Molti acquirenti, pochi negozi: è il paradosso dell’e-commerce in Europa secondo un’indagine che scandaglia le vendite del 2016. Anno in cui è stato registrato un giro d’affari di 509,09 miliardi di euro, e in cui più di un utente europeo su due (esattamente il 57%) ha effettuato almeno un acquisto online. Eppure soltanto il 16% delle piccole e medie imprese europee vende online, e addirittura solo il 7,5% vende online oltre i confini del proprio Paese.

Per quanto riguarda l’Italia, il comparto va bene. Il fatturato nel 2016 è stato pari a 31,7 miliardi e la crescita rispetto all’anno scorso è del 10%.

«Nell’ultimo anno – dice Daniele Barbarossa, content manager Italia di Regali.it, un sito generalista di e-commerce – abbiamo registrato un aumento del numero di acquisti per ogni utente, con una media di 6 all’anno pro capite e picchi di 23. I nostri e-buyers sono principalmente donne (74%), giovani (circa il 60% ha tra i 18 e i 34 anni) e vivono in grandi città (Milano 16,46%, Roma 16,25%). La scelta di fare acquisti online non dipende, quindi, da una scarsa offerta da parte dei negozi fisici, che di certo non mancano nelle grandi città, ma dalla possibilità di poter scegliere tra prodotti particolari ed originali, sbirciando anche le vetrine virtuali oltre i confini nazionali. Infatti, sebbene si tratti di mercati differenti tra loro per volumi e dinamiche, abbiamo riscontrato come moltissimi prodotti riscuotano grande successo in diverse nazioni a riprova che in questi casi i confini geografici non hanno importanza».

Anche da noi però il numero di aziende che vende online è decisamente bassa. «L’offerta online – nota Barbarossa – è indubbiamente sufficiente a far fronte alle richieste dei compratori online, ma di certo è necessario riflettere su quel 16%, così come sul fatto che frequentemente si scelga di operare solo su mercati nazionali». Regali.it che opera in Italia, Francia, Spagna, Germania, Olanda, Svezia, Polonia, Norvegia, Danimarca, Finlandia e Belgio.

 

 

Apple Pay disponibile ora anche per i clienti di Supermercato24

Anche Supermercato24 da oggi mette a disposizione dei suoi clienti Apple Pay: in questo modo basterà un semplice tocco per pagare la spesa con la propria carta di credito. Supermercato24 estende così i metodi di pagamento a vantaggio dei suoi clienti, che vanno ad aggiungersi a quelli già in uso, dalla carta di credito sino al pagamento in contanti alla consegna della spesa.

“Supermercato24, è nato dall’esigenza sempre più forte nella nostra società contemporanea di un servizio in grado di offrire uno dei valori più preziosi, il tempo – ha dichiarato Federico Sargenti, Amministratore Delegato di Supermercato 24 – Attraverso il sito www.supermercato24.it, è possibile scegliere il proprio supermercato di fiducia, selezionare i prodotti in pochi minuti, e farsi consegnare la spesa all’indirizzo desiderato in giornata e anche in un’ora, dal personal shopper che l’ha realizzata. Siamo molto orgogliosi di essere una delle prime realtà italiane a poter offrire ai nostri clienti la possibilità di pagare anche con l’innovativo sistema Apple Pay in totale sicurezza”.

La sicurezza
Dal punto di vista di sicurezza e privacy gli utenti sono tutelati dal sistema: quando si utilizza una carta di credito o di debito con Apple Pay, infatti,i numeri di carta effettivi non vengono memorizzati sul dispositivo né sui server Apple. Viene assegnato, invece, un unico Device Account Number criptato e salvato in sicurezza nel Secure Element del proprio dispositivo. Ogni transazione è autorizzata con un codice di sicurezza dinamico, che viene cioè creato appositamente per l’operazione e non più utilizzabile in seguito.

I dispositivi
Per pagamenti di beni o servizi con app o con Safari, Apple Pay funziona con: iPhone 6 e versioni più recenti, iPhone SE, iPad Pro, iPad Air 2 e iPad mini 3 o versioni successive. È possibile inoltre utilizzare Apple Pay con Safari su tutti i Mac introdotti sul mercato dal 2012 in poi che supportano il sistema operativo macOS Sierra e confermare il pagamento con iPhone6 o versioni più recenti, Apple Watch o con il Touch ID del nuovo MacBook Pro.

 

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E-Marco Polo, l’e-shop di Alibaba porta in Cina il Made in Italy

Diverse migliaia di prodotti venduti, oltre 100 referenze disponibili di food&beverage, 11.000 follower, 150.000 visitatori unici mensili: sono alcuni numeri dei primi tre mesi di operatività di E-Marco Polo, l’e-shop B2C  di Alibaba, che opera su su Tmall Global (la piattaforma e-commerce cross-border dedicata esclusivamente ai prodotti/brand stranieri e non presenti in Cina) e si rivolge  alle aziende che intendono operare nel mercato cinese.  

La società è una delle più importanti iniziative strategiche di “sistema Paese” ed è nata in seguito al Memorandum di Intesa siglato tra il Governo Italiano e il Gruppo Alibaba.  Ha come partner industriali il Gruppo Cremonini, leader nella produzione e distribuzione di prodotti del food&beverage, la società di consulenza strategica specializzata su innovazione e internazionalizzazione delle imprese The Cambridge Management Consulting Labs (CMC Labs), e come partner finanziari Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Le opportunità

I vantaggi per le aziende offerti da E-Marco Polo si possono riassumere nella semplificazione di accesso al mercato cinese; nell’opportunità di dare grande visibilità ai prodotti presso il pubblico cinese grazie alla vetrina dedicata al Made in Italy su Tmall Global e al supporto di campagne marketing; l’ottimizzazione dei costi operativi e i risparmi sui costi fissi; la gestione completa della supply chain con servizi garantiti dai partner di Alibaba.

Le opinioni

“E-Marco Polo – ha spiegato il CEO Stefano Scarsciotti – è una vetrina B2C che funge da “general contractor” e permette di vendere i prodotti direttamente con un servizio “end-to-end”, con le attività di logistica a supporto dei processi di export/import, marketing, customer care, oltre alle strategie e alle azioni di brand-marketing. Grazie alla nostra piattaforma flessibile e modulare, copriamo l’intera “value chain” dell’export in Cina”.

Augusto Cremonini, Presidente di E-Marco Polo, ha ricordato che la società “capitalizza l’enorme esperienza nella distribuzione internazionale del Gruppo Cremonini e il mercato cinese rappresenta una grande opportunità per l’e-commerce di prodotti alimentari. Alibaba è il leader mondiale coprendo il 54,2% del mercato online cinese B2C e la sua piattaforma Tmall Global conta migliaia di vetrine. Considerando che la cucina italiana è la più apprezzata a livello mondiale, riteniamo che E-Marco Polo possa dare enormi vantaggi alle esportazioni dei produttori del nostro paese, soprattutto a quelli di piccole e medie dimensioni”.

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