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Amazon Prime Day, 750mila prodotti ordinati, ma in USA c’è chi parla di “fail”

Macina record Amazon che quest’anno con il suo secondo Prime Day ha registrato la giornata con il numero più alto di unità ordinate, a livello globale oltre 750 mila prodotti. Con un picco della vendite alle 14 e una media di 22 articoli ordinati al secondo. Battuto dunque il record di vendite raggiunto durante il Black Friday del 2015, dove sono stati venduti più di 600 mila prodotti e sorpassato il Prime Day 2015 con il 60% di vendite in più. Oltre il doppio degli ordini sono stati convogliati tramite l’app Amazon, dunque da smartphone, con più di un milione di clienti hanno usato l’app per la prima volta per acquistare o osservare un’offerta. Una riprova dell’affermazione ormai globale delle vendite da mobile. Superato anche il record di device venduti in un giorno a livello mondiale, per ogni categoria di dispositivo, dalle Fire TV ai tablet Fire, dagli e-reader Kindle ai device supportati da Alexa. In tutto il mondo, su Amazon sono stati venduti più di due milioni di giocattoli e più di un milione di paia di scarpe, oltre 90.000 televisori e centinaia di migliaia di e-reader Kindle.

«Siamo felici che Prime Day 2016 abbia permesso ai clienti Prime di ottenere grandi risparmi grazie alle migliaia di prodotti in promozione, e alle centinaia di venditori- dice Francois Nuyts, Country Manager di Amazon Italia e Spagna – che hanno permesso loro di beneficiare della loro partecipazione a questa giornata da record per Amazon.it». Quest’anno infatti sono stati centinaia i venditori del Marketplace che hanno partecipato all’evento, cogliendo l’opportunità di raggiungere i clienti Prime di Amazon.it e contribuendo a incrementare il numero di promozioni disponibili.

Le offerte più popolari della giornata, esclusi i device Amazon, sono state:

  • Lexar Jump Drive 64GB Chiavetta USB
  • Braun SilkEpil Wet&Dry epilatore
  • Uncharted 4 Fine di un Ladro, videogame per PS4
  • Tomme Tippee Sangenic Tec Compatible Ricarica
  • Oral-B Cross Action 6000 White Spazzolino elettrico

 

Problemi “tecnici” in USA

Negli Stati Uniti però, mercato ben più maturo in quanto ad e-commerce e con ben altri flussi e numeri, c’è chi parla di “Fail”, ovvero di flop, fallimento. Twitter è stato invaso da messaggi con l’hashtag #PrimeDayFail, scritti da clienti delusi perché impossibilitati a piazzare un ordine. E Amazon stessa ha ammesso l’esistenza di rallentamenti e problemi tecnici, che dopo qualche ora sarebbero stati risolti. Secondo Bloomberg, l’aumento del 30% [ma Amazon ha dichiarato in seguito un +60% di vendite, ndr] in vendite rispetto al Prime Day 2015 (il primo organizzato dalla dot com di Bezos) sarebbe dovuto in larga parte alle vendite fuori dagli USA, mentre quest’anno un gran numero di promozioni faceva capo al Marketplace.

Relativa novità è poi stato l’acquisto, oltre che di prodotti, di servizi quali le consegne a casa dai ristoranti, la lavanderia o l’affitto di film.

Evolve la ricerca online, più veloce e mirata, e tra le opzioni avanza il colore

L’evoluzione delle ricerche online è stata velocissima negli ultimi anni nel senso di azioni sempre più mirate e veloci, con un obiettivo: acquistare online. Un cambiamento guidato da una tecnologia sempre più avanzata, con un cliente sempre più a suo agio con il mezzo digitale, che vede una presenza ormai preponderante dello smartphone. Specie nel settore abbigliamento. Con il 44% di traffico e il 24% di ordini, nella moda online lo smartphone è il dispositivo che, nel primo trimestre del 2016, vede l’unico aumento significativo. Non solo: per il quarto trimestre consecutivo lo smartphone ha guidato per oltre il 90% la crescita delle visite. Chi acquista tramite smartphone non naviga solamente: il 94% di tutta la crescita della creazione dei carrelli e il 66% della crescita degli ordini avviene tramite questo dispositivo.
Il che significa transazioni ovunque, più veloci e d’impulso.

La conferma viene dall’analisi di Demandware tramite lo Shopping Index, basato sull’attività di acquisto degli oltre 400 milioni di acquirenti in tutto il mondo che transitano sulla sua piattaforma cloud.

 

Il colore del digitale: nella moda vince il nero
La ricerca, vuoi per impazienza, mancanza di tempo, abitudine alla velocità del caricamento di pagine, deve essere sempre più precisa e focalizzata: questo richiede oggi il consumatore.
Chi acquista online vuole trovare, subito, esattamente quello che cerca. Un guaio per quei siti che non incontrano le aspettative del cliente, perché troppo lenti o complessi. Per giungere a questo obiettivo una delle tendenze in atto è la ricerca per colore: gli shopper includono la preferenza di colore del prodotto cercato il 22% in più rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda i siti di moda, il nero è il colore maggiormente richiesto da chi acquista in rete con il 27% delle ricerche; seguono il bianco e il rosso con il 22% e 12%. L’arancione e il giallo risultano invece i meno richiesti e con l’1% si posizionano fuori dalla “top-ten dei colori”.

d9bc4272-6784-43c8-ad93-64612ae0fb6e__OLa riprova di questi comportamenti d’acquisto sempre più frenetici viene dall’analisi del tempo di permanenza su un sito.Nel segmento fashion, durante il primo trimestre del 2016 il tempo medio di permanenza per visita – per tutti i dispositivi – è stato di 9 minuti (-1%), mentre il tempo medio di permanenza per visita da smartphone è stato di 8,1 minuti (-10%). Una visita sempre più breve, anche influenzata dall’uso dello smartphone, che sta di fatto mutando la shopping experience experience online. Sarà dunque necessario ottimizzare la customer journey prevedendo un minor numero di passaggi dal momento in cui si effettua la ricerca fino al pagamento finale, ma anche prevedere una shopping experience unificata nel caso in cui le visite vengano effettuate tramite uno o più dispositivi, o canali.

 

Convenienza primo pensiero, e la consegna si vuole gratis
Tra i vari cambiamenti che percorrono il rapporto del cliente con la rete uno non cambia, ed è l’esigenza e anche l’aspettativa di chi acquista online di trovare convenienza. La spedizione gratuita incentiva lo shopping online. Nel settore moda la spedizione gratuita è applicata nel 65% dei casi e su un valore medio di ordine di 125 dollari, mentre il tasso medio di sconto è pari al 15%. I retailer utilizzano i negozi fisici come pick-up point per ridurre i costi di trasporto e incrementare gli acquisti.

I settori dell’abbigliamento di lusso e dell’health&beauty rimangono però quelli che presentano i tassi di applicazione della spedizione gratuita più alti, rispettivamente dell’84% e 74%.
Se in generale la spedizione gratuita ha avuto un grande successo durante il quarto trimestre del 2015, periodo in cui si è registrato il periodo di picco dello shopping digitale, nel primo trimestre 2016 è arrivata a coprire circa i due terzi del totale degli ordini, in crescita del 63% rispetto a un anno fa.

Tutti pazzi per la moda online: +25% a 1,8 miliardi di euro, il 5% del mercato retail

Un mercato che cresce sempre più: è quello dell’e-commerce nell’abbigliamento, che, dopo un avvio in sordina, negli ultimi cinque anni ha registrato un tasso di crescita medio annuo pari al 30% circa, il doppio rispetto a quello dell’e-commerce nel suo complesso: nel 2016 l’Abbigliamento varrà il 10% di tutto l’e-commerce in Italia (era il 6% nel 2012), con una penetrazione del 5% del mercato retail (era il 4% nel 2015). L’abbigliamento dunque nell’e-commerce di prodotto è il secondo settore, dietro solo ad Informatica ed elettronica.

 

Sono i dati dell’Osservatorio eCommerce B2C, giunto alla 15a edizione e promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, che registrano nel 2016 per la moda online (ossia l’acquistato da consumatori italiani su siti sia italiani sia stranieri) una crescita del 25% e un valore di oltre 1,8 miliardi di euro. L’Export invece, cioè il valore delle vendite da siti italiani a clienti stranieri, aumenta del 30% e supera quota 1,3 miliardi di euro. Il 45% delle vendite Fashion valica i confini nazionali alla volta di Europa (in primis UK, Francia e Germania), USA, Russia e, in misura minore, Cina, Giappone e America Latina.

«L’Abbigliamento è uno dei comparti merceologici più dinamici dell’e-commerce B2c italiano per almeno tre ragioni: ritmo di crescita superiore a quello medio del commercio elettronico, offerta eterogenea e in continuo fermento, e, infine, spiccata propensione all’innovazione» ha detto Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

Un settore all’avanguardia insomma, che ha saputo meglio di altri trarre vantaggio dalle nuove abitudini di acquisto dei consumatori e coglierne le potenzialità.

«Il comportamento di consumo degli acquirenti di fashion è caratterizzato da un approccio omnicanale, nel quale sia i touch point fisici che quelli digitali giocano un ruolo chiave – spiega Roberto Liscia, Presidente Netcomm -. Questo nuovo customer journey è stato ben compreso dalle aziende fashion, che negli anni hanno apportato numerose innovazioni alla customer experience: dall’utilizzo dei social come canale di comunicazione e di customer care, ai totem virtuali nei punti vendita fisici per prenotare i capi non disponibili al momento».

 

Le richieste? Convenienza e assortimento

Alla base della scelta di acquistare capi di abbigliamento c’è anzitutto la possibilità del risparmio grazie a occasioni e promozioni speciali. Il 52% della domanda e-commerce è realizzata nella componente di prodotti a prezzo ridotto: scontato, con sconti dal 10% al 30%, o molto scontato, con sconti dal 30% al 70%.

«In occasione del Black Friday e del Cyber Monday – afferma Riccardo Mangiaracina, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano – alcuni operatori hanno realizzato in due giorni oltre il 5% del totale fatturato online, circa 10 volte il valore delle vendite registrate nello stesso intervallo di tempo in altri periodi dell’anno. In seconda battuta, i siti di e-commerce consentono al cliente di scegliere il prodotto desiderato tra una gamma molto ampia, difficilmente reperibile in un punto vendita e infine agevolano l’esperienza d’acquisto consigliando articoli affini».

I web shopper italiani effettuano, nel 46% dei casi, acquisti mass market sui siti dei grandi retailer italiani e internazionali e sui marketplace generalisti; seguono, con un peso del 36%, gli acquisti ‘luxury’ realizzati sui siti delle grandi Dot Com, delle vendite private, dei produttori high fashion del Made in Italy e delle boutique multi-brand.

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Infine conquistano una quota del 18% gli acquisti di abbigliamento e accessori sportivi dai siti dei retailer specializzati, dei produttori e delle Dot Com generaliste.

«Se consideriamo la tipologia di prodotti acquistati online, i capi di abbigliamento (camicie, vestiti, capi spalla, jeans, pantaloni) incidono per circa il 55% e gli accessori per il 45%, con una preferenza spiccata per le scarpe – sia eleganti sia sportive – e per le borse o accessori di pelletteria – aggiunge Valentina Pontiggia, Senior Advisor dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano – . Per quanto riguarda il genere, i capi di abbigliamento e gli accessori da donna pesano per il 50% del mercato Fashion online, quelli da uomo per il 40% circa (ed in crescita), quelli da bimbo per il 10%».

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Crescita globale: da siti italiani 3 miliardi di vendite, solo il 31% dalle aziende

Questo per l’Italia, ma anche  a livello globale il settore moda cresce, con un aumento delle visite del 18% e una crescita della creazione dei carrelli, del +25%, convertita in una crescita degli ordini pari al 24% secondo i dati Demandware.

La moda è uno dei settori che ha registrato i dati di crescita maggiori tra i segmenti analizzati, preceduto solo dall’abbigliamento sportivo che ha realizzato un +41% di visite, +44% creazione dei carrelli e + 35% ordini.

In ogni caso la moda Made in Italy movimenterà nel 2016 da siti italiani a consumatori italiani e stranieri circa 3 miliardi di euro, in crescita del 35% rispetto al 2015. Anche grazie a un tasso di crescita quasi doppio rispetto a quello dell’e-commerce totale (+19%), l’Abbigliamento si conferma nel 2016 il primo comparto di prodotto per vendite online con un’incidenza del 17%.

L’Export è trainato dalla componente ‘luxury’ (abbigliamento ed accessori di alta moda). In questo scenario, le Dot Com – sia e-retailer (specializzati e generalisti) sia siti delle flash sales – pesano il 69% delle vendite, mentre le imprese tradizionali solamente il 31%. Analizzando poi la concentrazione di mercato, i primi 5 operatori nell’Abbigliamento generano il 54% delle vendite online e incrementano il loro peso rispetto al 2015 (quando l’incidenza era pari al 50%) anche grazie ai fenomeni di acquisizione e fusione.

Amazon Prime a Milano consegna Unes e NaturaSì in un’ora, puntando su bio e fresco

Doveva succedere, ed è successo: Amazon si allea con due insegne storiche della grande distribuzione come U2 Supermercati e NaturaSì, specialista in biologico, e promette la consegna dei loro prodotti in un’ora. Per ora a Milano, testa di ponte della strategia dell’azienda di Jeff Bezos in Italia.
Alla selezione di prodotti disponibili con Prime Now, oltre 20.000 referenze, si arricchirà dunque di oltre 6.000 articoli.

Tra i nuovi arrivi, i clienti troveranno un’ampia scelta di prodotti freschi in vendita nei supermercati U2 e NaturaSì, con la possibilità di ricevere quanto acquistato in un’ora o in una finestra a scelta di 2 ore in 49 codici di avviamento postale di Milano e hinterland. Una scelta non casuale, sembrerebbe, quella delle due insegne. NaturaSì è la più importante catena di supermercati specializzata nella vendita di prodotti biologici e conta 215 punti vendita affiliati in Italia e 2 in Spagna, e dispone già tra l’altro di un suo servizio di spesa online. U2/Unes, presente in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna con oltre 190 punti vendita tra diretti e franchising con tre principali insegne, proporrà anche i prodotti della private label d’alta gamma Il Viaggiator Goloso. E poi c’è il fresco. Ma soprattutto, la consegna in un’ora, un servizio che ad oggi nella Gdo solo Amazon può assicurare, e quando si tratta di spesa last-minute proprio questo potrebbe fare la differenza.

Una strategia sottolineata da Mariangela Marseglia, EU Director Prime Now: «L’accordo con Unes e NaturaSì rappresenta un importante passo avanti nello sviluppo del servizio Prime Now, consentendoci di ampliare ulteriormente la gamma di prodotti offerti e allo stesso tempo di estendere anche ai clienti dei brand, U2 e NaturaSì, la possibilità di beneficiare del servizio di consegna in un’ora. Puntiamo a estendere Prime Now, attualmente disponibile a Milano e hinterland, anche in altre città, stringendo accordi simili con altri distributori a livello locale».

240e22e0-2748-4dd6-9aa8-d74b1a318595__MLe insegne, da parte loro, hanno deciso di affidarsi alla logistica di Amazon come leva di differenziazione strategica. «L’accordo odierno ci consente di raggiungere un traguardo significativo nell’ambito della nostra strategia di innovazione, così come nel miglioramento dei servizi ai nostri clienti, su cui da tempo siamo impegnati – commenta Mario Gasbarrino, Amministratore Delegato Unes –. Grazie ad Amazon, i nostri clienti oggi possono acquistare i nostri prodotti in qualsiasi momento e farseli consegnare dove preferiscono, a tempo record. In questo modo anche chi non ha un supermercato U2 vicino casa, può accedere a tutta la nostra selezione di prodotti, inclusi i nostri marchi “U! Confronta e Risparmia” e “Viaggiator Goloso”. Grande enfasi sarà data ai prodotti freschi che rappresentano per i nostri clienti uno dei principali motivi di fidelizzazione. Grazie ad un partner come Amazon, con il quale condividiamo la centralità del cliente, vogliamo offrire un servizio semplice, innovativo e veloce ad un numero sempre maggiore di consumatori».

edfdbe2d-7199-4890-89e3-b98160108b27__M«Grazie alla collaborazione con Amazon possiamo offrire ai nostri clienti l’opportunità di vivere il bio in modo facile, innovativo e da oggi anche ultra-rapido – spiega Roberto Zanoni, Direttore Generale di NaturaSì –. Il servizio di consegna veloce, anche dei freschi, permette a chi non può recarsi in negozio di ricevere la spesa bio di NaturaSì a casa propria in poco tempo. Per tutti coloro che apprezzano la consegna pratica e veloce a domicilio, l’accordo tra Amazon e NaturaSì permette di portare in tavola prodotti attenti al benessere, ma anche all’ambiente e al territorio in cui viviamo».

Ormai, si può ben dire, nessun dorma, sulla spesa online

 

Tutto tramite App

Caricando sul proprio smartphone o tablet l’app Prime Now, disponibile per dispositivi Apple (iOS) e Android, i clienti Prime possono verificare la disponibilità del servizio a casa propria o nel punto scelto per la consegna immettendo il CAP e attendendo la notifica dall’applicazione. La verifica può essere inoltre eseguita vistando la pagina web www.amazon.it/primenow.

Quando viene effettuato un ordine tramite Prime Now, i clienti creano liste di spesa separate in relazione al negozio di riferimento: Amazon, U2 o NaturaSì. Per completare l’acquisto è richiesto un ordine minimo di 19 euro per negozio. La scelta è tra la consegna a casa in un’ora al costo di 6,90 euro, o la consegna gratuita in una finestra di 2 ore a scelta. I prodotti di Amazon e U2 vengono consegnati dalle ore 8 alle 24 tutti i giorni della settimana, quelli di NaturaSì dal lunedì al sabato dalle 10 alle 20.

 

 

Simply parte con la spesa online a Milano

Cresce la febbre da spesa online, e Simply si attiva con nuove modalità multicanale. Il servizio, per ora attivo solo su Milano e in 35 comuni della provincia, si svolge con tre modalità: consegna a casa, ritiro in negozio (in sette supermercati milanesi) o ritiro presso il Chronodrive Auchan di Rozzano, servizio inaugurato a ottobre 2013 che assicura di preparare la spesa entro due ore dall’ordine online e di caricarla in auto in 5 minuti. Abbiamo chiesto un approfondimento a Marco Filipponi, Responsabile Loyalty e Ecommerce di Auchan Retail Italia.

Quali sono i programmi di espansione?
La nuova piattaforma e-commerce Spesasimply.it si inserisce nella strategia multicanale di Auchan Retail Italia con l’obiettivo di arrivare a garantire la massima scelta su dove fare la spesa (ipermercato, supermercato, superette, online) e su come ritirarla (in store, con l’auto o a casa).

Quali i tempi per la diffusione sul territorio nazionale?
Si valuteranno i ritorni del servizio, appena partito a Milano e hinterland, e le potenzialità delle altre città.

Quali sono i numeri di Chronodrive?
Il punto vendita Chronodrive di Rozzano, all’interno di un bacino d’utenza locale, ha consolidato una base di clienti fedeli che ormai considera il servizio insostituibile. Come punto di ritiro di spesasimply.it, il servizio drive potrà essere utilizzato e apprezzato anche da clienti milanesi che si muovono con l’auto.

Dopo che per anni le insegne della Gdo sono state alla finestra a guardare l’e-commerce che cresceva negli altri settori, sembra che ora sia davvero arrivato il momento di buttarsi nella mischia. Lo confermano gli ultimi numeri dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, che vedono il Food&Grocery tra i settori emergenti e rilevano come il 27% degli italiani usa ormai lo smartphone per la spesa alimentare e il 44% ha un’app di un’insegna della GDO sullo telefonino. (vedi anche l’intervista a Marta Valsecchi Gdo e mobile: siamo alla fase di avvio, ma cresce la consapevolezza).

Il servizio al momento è attivo nei comuni di Milano, Baranzate, Novate Milanese, Cormano, Cusano Milanino, Bresso, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Vimodrone, Segrate, Peschiera Borromeo, San Donato Milanese, San Giuliano Milanese, Melegnano, Carpiano, Locate di Triulzi, Opera, Pieve Emanuele, Rozzano, Basiglio, Lacchiarella, Casarile, Vernate, Binasco, Zibido San Giacomo, Assago, Buccinasco, Corsico, Noviglio, Gaggiano, Trezzano Sul Naviglio, Cesano Boscone, Cusago, Settimo Milanese, Pero.

È Zalando il sito più friendly, ma sono buone le perfomance della Gdo sul web

È Zalando il sito migliore, in termini di navigabilità, usabilità e risultati di ricerca: è il risultato del report di giugno di BEM Research, che ha analizzato l’andamento sul web di 205 brand operanti in 10 diversi settori economici.  L’azienda tedesca di abbigliamento ha totalizzato 65,5 punti indice superando di misura Mondo Convenienza, che si ferma a 64,5. Seguono Ipermercati Iper, poi Ikea e Intesa SanPaolo. Rientrano nella top-ten anche Toys Center, Divani&Divani, Made, Quixa (che segna l’avanzamento maggiore in classifica) e Genertel.

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Buone performance per le insegne della Gdo

Nonostante le insegne della Gdo siano dei relativi newcomer nell’arena dell’e-commerce, e in misura minore del web, con la dovuta eccezione di Esselunga, le cose stanno cambiando. L’ingresso di nuovi attori nelle venite online (l’ultimo in ordine di tempo è Simply, e poi c’è iper, che piazza un ottimo terzo posto nella classifica intersettoriale) sta cambiando le carte in tavola. E dunque, se l’arredamento può contare su quattro società nelle prime dieci posizioni in classifica generale, grazie alle performance di Mondo Convenienza, Ikea, Divani&Divani e Made, considerando l’indice di performance online settoriale sono le assicurazioni a comportarsi meglio su Internet (38,4 punti indice di media), ma seguite dalla grande distribuzione (36,2). L’arredamento chiude il podio con 35,7 punti indice su 28 marchi analizzati. La media generale di tutti i 205 brand si attesta a 33,7 punti, in calo dello 0,7% in un mese.
bemresearch1Nessuna società dell’editoria rientra nella top-ten, ma il comparto, con la più folta pattuglia di brand, può contare sui siti web con i tempi di caricamento più rapidi e con la migliore usabilità tra tutti i dieci settori presi in esame.
«Le aziende che si rivolgono direttamente al pubblico per vendere i loro prodotti online sono quelle più performanti su Internet – spiega Mariachiara Marsella, responsabile marketing online di BEM Research – . L’Italia, più in generale, deve lavorare di più per attrarre aziende straniere nel suo mercato: delle 205 società con un sito Internet in lingua italiana analizzate, ben 126 sono nate in Italia e 62 sono europee. Al di fuori dei confini continentali, si rivolgono ai consumatori italiani 12 aziende statunitensi e 5 società giapponesi».

Amazon Prime Now arriva in Francia, e Carrefour testa la consegna in un’ora

Botta e risposta, in un escalation che potrebbe costare molto alle insegne, e portare i clienti a vedere la consegna in un’ora della spesa come un servizio dato per scontato: a metà giugno Amazon Prime Now arriva nella capitale francese, e Carrefour ad agosto testerà la consegna della spesa in 60 minuti in tre supermercati della Ville Lumière. Lo rivela il magazine specializzato francese Linéaires, che individua gli store come quelli di semiperiferia di rue de Seine, rue de Rochechouart e rue des Pyrénées. Le consegne avverranno tramite il servizio di La Poste.

Le insegne francesi sono da tempo attive sui servizi di consegna veloce. Oltre ad avere una rete di click and collect e soprattutto di drive  tra le più capillari (vedi Click and drive: da noi all’alba, in Francia da 15 anni. L’evoluzione in un’infografica), non ha aspettato certo l’arrivo della dotcom americana. Già da dicembre dello scorso anno Cdiscount si è alleata con 14 Franprix per offrire la consegna della spesa in 90 minuti, sempre su Parigi e dintorni.

Anche i Drive si fanno prendere dalla corsa al tempo: in questo caso la variabile è il tempo necessario per preparare la spesa richiesta online. La modalità “express” varia dai 15 minuti di Leclerc ai 30 minuti di Chronodrive. Un bello sguardo su ciò che potrebbe capitare nel nostro Paese in un futuro poi non così lontano.

Multicanalità e mobile: in Italia una realtà, sono 20,5 milioni gli e-shopper

Una shopping experience profondamente mutata dall’uso del mobile e da un approccio multianale: questo è emerso dalla ricerca Shopping (R)evolution, nona edizione del Convegno dell’Osservatorio Multicanalità promosso da Nielsen, School of Management del Politecnico di Milano e Connexia, in sinergia con Hubility.

Dalla ricerca emerge un’Italia multicanale, dove il 60% della popolazione al di sopra dei 14 anni di età perfeziona il processo di acquisto attraverso un mix di touchpoint tradizionali e digitali: i comportamenti si sono evoluti e i consumatori italiani sono ormai abituati a vivere il processo di acquisto in un ambiente unico, composto da una molteplicità di canali cui attingere. Tra questi, però un dispositivo emerge come emergente, e che sembra imporsi sempre più: oggi il 63% degli utenti Internet si connette al web da smartphone. Un dato in crescita che registra un +43% rispetto al 2012. Crescono anche gli utenti che utilizzano il tablet per accedere al web (+14 % rispetto al 2012) e diminuiscono gli accessi da pc (-15% sul 2012).

La ricerca distingue poi due tipi di “navigatori”: gli InfoShopper e gli eShopper. Gli InfoShopper rappresentano quegli individui che utilizzano touchpoint digitali unicamente per ottenere informazioni su prodotto e/o marca. Parliamo di 11 milioni di italiani, che formano il 35% degli Internet Users e si caratterizzano per il grado di “diffidenza” verso l’utilizzo del digitale per finalizzare transazioni online. Gli eShopper sono invece coloro che utilizzano la rete sia per informarsi sia per effettuare acquisti, che prediligono il web al punto vendita fisico e che, nel 2016, rappresentano 20,5 milioni di italiani, pari al 65% degli utenti internet.

«Dalla ricerca emerge un’Italia molto più evoluta e multicanale rispetto al percepito di aziende e istituzioni – dice Cristina Papini, Director Nielsen –. Per 31,5 milioni di italiani Internet è centrale nel customer journey: 20,5 milioni lo utilizzano lungo tutto il processo d’acquisto. Siamo a un punto di svolta nel quale il ruolo del digitale assume connotazioni e intensità diverse nelle varie categorie di prodotto e tra i segmenti di consumatori individuati. Se non stupisce che il 92% degli eShopper ha acquistato viaggi online e il 72% ha speso online oltre la metà, nell’abbigliamento e accessori – in cui l’aspetto sensoriale e l’auto appagamento sono elevati – troviamo un nutrito 66% di acquirenti Internet e un più contenuto 14% che sviluppa online oltre il 50% del valore».

 

Il punto vendita? Lo si vuole iperconnesso e hub multicanale

In questo scenario, quali sono le aspettative dei consumatori in relazione al punto vendita e alle piattaforme di e-commerce? Nel Largo Consumo, l’aspettativa è per l’avvento di un negozio iperconnesso, all’interno del quale sia possibile testare nuovi prodotti e ordinare online quelli non disponibili. Ciò che i consumatori più avanzati si attendono sono offerte immediate e personalizzate, casse self-service, controlli rapidi per verificare la disponibilità del prodotto, garanzia di WI-FI all’interno dello store e assistenti alle vendite in grado di accettare pagamenti in mobilità, senza dover necessariamente passare dalla cassa.

Per quanto riguarda le categorie di prodotti del Largo Consumo ritenute maggiormente affini all’acquisto online, al primo posto ci sono i prodotti per l’igiene della casa (71%), seguiti dai prodotti per la cura della persona (72%), dagli alimenti per animali domestici (65%), dai prodotti per l’infanzia (64%) e, per finire, dagli alimenti confezionati (55%).

Il quadro che emerge da Shopping (R)evolution evidenzia quindi come sia in corso una vera e propria rivoluzione nel mondo del business, dovuta principalmente all’ingresso di digital e mobile nelle logiche e nelle dinamiche di consumo. Il tessuto sociale ed economico appare profondamente permeato dal fattore multicanalità, e i trend evidenziati sono in rapido e costante aumento.

«La Ricerca 2016 fotografa una situazione in cui, da un lato, il consumatore italiano più evoluto dà sempre più per scontata la multicanalità, dall’altro la competizione tra le aziende si sposta in modo decisivo sulla capacità di progettare esperienze di marca seamless e personalizzate – commenta Giuliano Noci, Professore Ordinario di Marketing Politecnico di Milano –. Ingrediente fondamentale per tale processo sarà, in modo crescente, la capacità di raccogliere ed elaborare informazioni generate dal consumatore, ma anche dal contesto competitivo, non tanto in ottica di big data, ma secondo una prospettiva di smart data. Le implicazioni per le imprese sono quindi profonde: si assisterà progressivamente a una ridefinizione dei modelli di business attuali, verso una configurazione in cui la capacità di generare intelligence, anche e soprattutto granulare, diverrà il fattore critico di successo per tutte le attività di marketing, di comunicazione e di gestione della relazione con il cliente, attuale e potenziale».

Abbigliamento nel web, i marchi al top fanno e-commerce, Made in Italy grande assente

Una conferma della crescente importanza dell’e-commerce nel settore abbigliamento viene dalla classifica mensile di BEM Research, che a giugno ha analizzato l’indice di performance online di 29 marchi dell’abbigliamento. Sul podio, i marchi di e-commerce sono considerati i migliori brand online: Zalando si conferma in vetta e sbaraglia la concorrenza, ma deve fare i conti con l’avanzata di Asos. La società britannica entra nella top-five e balza al secondo posto, migliorando di otto posizioni rispetto a maggio. Al terzo posto c’è Adidas; in quarta e quinta posizione si confermano Zara e BonPrix. Esce dal gruppo dei migliori cinque Kiabi e anche in questo mese non compaiono marchi italiani al top.bem-research-abbigliamento

Chi si occupa di moda e accessori deve fare i conti con un alto grado di competizione sul web, ma l’andamento online del settore cala dello 0,4% su base mensile. Rispetto a un anno fa, invece, le ricerche su Google registrano un aumento vicino al 15%.

«Quello dell’abbigliamento è un settore che segue più degli altri l’andamento stagionale – spiega Mariachiara Marsella, web marketing manager di BEM Research –. L’arrivo dell’estate, e dei saldi estivi che partiranno nei primi giorni di luglio, porterà un aumento delle vendite in negozio, ma anche online: chi punta tutto sull’e-commerce in queste settimane deve saper sfruttare tutte le opportunità offerte dal web, non potendo contare su vetrine tradizionali in città. Purtroppo, anche in questo mese registriamo l’assenza dei brand italiani ai vertici del nostro indice. La moda made in Italy, un punto di riferimento a livello mondiale, non è ancora in grado di sfruttare al meglio le potenzialità di Internet».

La classifica dei migliori brand online, prodotta da BEM Research, è costruita sulla base di un indice, il BEM Rank, che considera cinque diversi parametri: 1) i brand maggiormente cercati su Google; 2) la visibilità dei siti web su parole chiavi ad alto traffico relative al settore di riferimento; 3) la velocità di caricamento delle pagine web; 4) l’usabilità dei siti web; 5) il grado di competizione online nel settore in cui l’azienda opera.

Lillapois, drugstore Auchan, va online con 2500 referenze tra bellezza e igiene

Debutta nell’e-commerce partendo da 2.500 referenze nel mondo beauty, igiene e cura della persona Lillapois, la catena di drugstore di Auchan Retail Italia che conta 40 punti vendita nel nostro Paese.

Da settembre poi sul sito shop.lillapois.com contraddistinto da una grafica un po’ retrò dai colori pastello, approderà l’intero assortimento presente negli store Lillamoi, dedicati alla bellezza, igiene e cura della persona, e nel 2017 arriveranno i prodotti per la casa dell’assortimento Lillapois.

L’acquisto è agevolato dalla registrazione semplice, effettuabile anche fornendo il numero della propria carta fedeltà LaTua!Card (il programma fedeltà anche delle insegne Auchan e Simply) e dalla presenza di schede dettagliate sui singoli prodotti, mentre la spedizione è prevista in 1-2 giorni lavorativi. Tante offerte saranno esclusive online, come la campagna attualmente in corso su oltre 500 prodotti di L’Oréal Paris, Garnier, Franck Provost e Maybelline.

In occasione del lancio della nuova piattaforma e-commerce, per tutti i possessori della carta fedeltà la spedizione dei prodotti è gratuita. Inoltre, per tutti i clienti che desiderano fare un regalo la confezione e il biglietto sono sempre in omaggio.

Tra le referenze prodotti per i capelli, per la cura del corpo e del viso, per il make-up, per la detergenza e l’igiene personale, per la depilazione e la rasatura. Sullo store online si trovano anche fragranze, cofanetti, prodotti di parafarmacia e per la prima infanzia. I pagamenti possono essere effettuati tramite transazioni sicure con Visa, Mastercard, American Express, PayPal e Maestro, oppure in contanti direttamente al corriere.

L’insegna Lillapois è stata lanciata in Italia a febbraio 2014. È presente in tutto il Nord Italia con oltre 40 negozi e sta aprendo ulteriori store in Italia e in Europa. L’assortimento di make-up, cosmesi e profumeria è racchiuso nell’area dedicata Lillamoi.

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