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Divisioni per genere, è ora di finirla? Target pensa di sì

Foto dal blog "Let Toys Be Toys".

Dividere gli articoli per genere, maschile o femminile, può avere un senso per alcuni prodotti, come la biancheria intima o alcuni prodotti di igiene personale. Ma quando si passa a considerare i giocattoli o i vestiti, specie per bambini ma non solo, o magari anche gli snack e i prodotti per il fitness ha sempre lo stesso senso? Probabilmente no, anzi sono sempre di più le associazioni, come la britannica PinkStinks, che lottano per liberare ad esempio i giocattoli dalle rigide divisioni di genere: bambole per le bambine, giochi da costruzione per i maschi.

Il tema è molto dibattuto nei Paesi anglosassoni tanto che alcuni retailer stanno “correndo ai ripari”. Abbiamo già parlato di Selfridges che ha dedicato un piano ad Agender, la moda “senza genere”, ed ora arriva l’annuncio di Target, catena americana che vende di tutto un po’, dall’abbigliamento ai giocattoli agli alimentari al grocery, che ha deciso di togliere, dove possibile, ogni riferimento al genere.

Come si legge in una nota “Non vorremmo mai che i nostri clienti o le loro famiglie si sentano frustrati o limitati dal modo in cui presentiamo le cose. Negli anni scorsi alcuni clienti hanno avuto da ridire su alcuni cartelli che offrono suggerimenti sui prodotti basati sul genere. In alcuni casi come l’abbigliamento in cui ci sono differenze di taglia e indossabilità, questo ha un senso. Da sempre i clienti ci hanno detto che quando comprano qualcosa, specie se non è per se stessi, i suggerimenti basati su età, sesso e marca aiutano a trovare le cose più facilmente. Ma sappiamo che i bisogni e le preferenze cambiano e, come hanno rilevato alcuni clienti, in alcuni dipartimenti come Giocattoli, Casa o Intrattenimento, dividere i prodotti per genere non è necessario. Al momento il nostro staff sta lavorando nei punti vendita per identificare le aree in cui possiamo rimuovere gradualmente la segnaletica basata sul genere. Ad esempio nell’area delle lenzuola per bambini non ci saranno più cartelli che fanno riferimento a bambini o bambine, così come nell’area dei giocattoli, dove toglieremo anche l’uso di colori come rosa o azzurro dietro agli scaffali. Questi cambiamenti saranno evidenti nei prossimi mesi”.

Giornata storica per il retail alimentare italiano. Amazon apre il suo supermercato

Mai smentiti e mai confermati i rumors che si sono susseguiti negli ultimi mesi, Amazon alla fine l’ha fatto. E l’arena della distribuzione italiana e dell’e-commerce non sarà più come prima.

Schermata 2015-07-29 alle 14.14.11Da oggi la sezione Alimentari e cura della casa è on line anche in Italia sul sito di Amazon. Si tratta di 20.207 referenze al lancio, di cui 2261 pr la cura dei bambini  e 10948 per la pulizia e la cura della casa. Tra i marchi nazionali e internazionali presenti: Barilla, Valfrutta, Knorr, Rio Mare, San Benedetto, Mulino Bianco, prodotti di punta per la prima infanzia di Plasmon, Mellin o Huggies e quelli per la cura della casa come Chanteclair, Dash, Scottex, Cuki.

Molti prodotti sono contrassegnati come Prodotti Plus, articoli a basso prezzo venduti e/o spediti da Amazon acquistabili all’interno di un ordine il cui importo totale sia pari o superiore a EUR 19 (spese di spedizione escluse).

I clienti iscritti a Prime possono scegliere una delle opzioni di consegna disponibili inclusa la spedizione gratuita illimitata in un giorno che consente di ricevere i prodotti di uso quotidiano direttamente a casa in 24 ore, disponibile in più di 6.000 comuni italiani, o il servizio Spedizione Sera che permette di ricevere i prodotti lo stesso giorno, disponibile nell’area di Milano.

Quanto ai prezzi, abbiamo fatto un rapido confronto relativo alla pasta secca nella confezione da 500 grammi tra i prezzi praticati da Amazon e quelli di Esselunga (l’unico retailer ad avere un commercio on line ben rodato). Spaghetti: Barilla 0,72 euro Amazon vs 0,50 Esselunga (in promozione da un prezzo pieno di 0,84 euro), Voiello 0,75 vs 1,35 euro, De Cecco 0,96 vs 1,35, Garofalo 0,90 vs 1,29 euro.

«Adesso i clienti possono acquistare migliaia di prodotti alimentari a lunga conservazione e per la cura quotidiana della casa con un click e dimenticare code e pesanti borse da trasportare» ha dichiarato François Nuyts, Country Manager di Amazon Italia e Spagna. «Oggi è solo il primo giorno: abbiamo iniziato con migliaia di prodotti da centinaia di marchi nazionali e internazionali di eccellenza, e continueremo ad ampliare la nostra selezione in modo rilevante nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. A cominciare da questa estate daremo l’opportunità ai venditori terzi di offrire i loro prodotti all’interno del nuovo negozio Alimentari e cura della casa: questa è una grande occasione per le aziende alimentari italiane di raggiungere milioni di clienti Amazon sia in Italia sia all’estero».

Il passo successivo a settembre, quando sia i produttori italiani, sia i rivenditori di generi alimentari potranno utilizzare Amazon Marketplace e vendere i propri prodotti su Amazon come venditori terzi. Potranno inserire gratuitamente i prodotti e avere il pieno controllo della propria offerta da un account unico e accedere direttamente a milioni di clienti, non solo in Italia ma anche all’estero, contando sul supporto della logistica di Amazon.

«La cucina – afferma Xavier Garambois, VP Retail di Amazon EU – è uno dei più importanti patrimoni culturali italiani. Sono migliaia le aziende locali che producono specialità alimentari di alta qualità e i clienti in tutta Europa non vedono l’ora di assaggiarle. Ora queste imprese possono diventare fornitori di Amazon o vendere direttamente i loro prodotti ai nostri clienti internazionali».

Con ‘arrivo del supermercato di Amazon, il comparto grocery e food&wine enogastronomico dell’eCommerce italiano è destinato sicuramente a crescere. «Il comparto alimentare è nel 2015 uno dei settori più dinamici nel panorama dell’eCommerce B2c italiano”, afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. “Crescono sia il Grocery (spesa da supermercato), che nel 2015 supera i 200 milioni di euro, sia il Food&Wine enogastronomico, che sfiora i 260 milioni di euro».

Aggiunge Alessandro Perego: “Negli ultimi due anni sono diverse le insegne della grande distribuzione che hanno attivato iniziative di Click&Collect, con la possibilità di ordinare online e di ritirare presso il punto vendita. Anche nel Food&Wine enogastronomico rileviamo un certo fermento grazie all’intraprendenza di produttori, “presidi territoriali” (che valorizzano prodotti locali), retailer, enoteche e start up, come ad esempio nella vendita di prodotto fresco (soprattutto frutta e verdura), nella consegna del pranzo pronto a domicilio, e nella vendita di prodotti in nicchie molto specifiche. L’ingresso di Amazon non può che incrementare ulteriormente la vitalità del comparto. Ne beneficeranno anche le PMI del settore food, che con il Marketplace potranno avere un ulteriore canale di accesso all’eCommerce e all’Export online.”

Amazon supera Walmart, digitale supera reale?

La notizia è di quelle da far tremare i polsi: Amazon, regina delle Dot com, dopo aver incassato un trimestre estremamente positivo di vendite, è stata valutata il 18% in più (40 miliardi di dollari) che in precedenza, superando il colosso della GDO a stelle strisce Walmart: 262 contro 233 miliardi di dollari.  Digitale batte reale?  La notizia giunge dopo anni di conti in rosso per la compagnia di Jeff Bezos, ma fa comunque una certa impressione.

Walmart è in quanto a fatturato la maggiore compagnia al mondo, ha 11.000 punti vendita in tutto il mondo e 2 milioni di dipendenti. Al di là delle valutazioni di mercato, le due compagnie si sono già trovate faccia a faccia per una sfida diretta la scorsa settimana quando Amazon ha lanciato il “Prime Day” (vd qui) e Walmart ha ribattuto, sempre sul suo canale e-commerce, offendo sconti su oggetti di culto come l’iPad.

Comitato Leonardo: Gdo ed e-commerce, le carte da giocare per il made in Italy

Comitato Leonardo, Retail, Gdo europea
Un momento della tavola rotonda con Monica Maggioni, direttore di RaiNews24 (moderatrice) Claudio Marenzi, presidente Herno e presidente sistema Moda Italia, Francesco Pugliese, AD Conad, Giandomenico Auricchio, AD Gennaro Auricchio

Con un export in costante crescita (più 4,1 per cento nei primi cinque mesi dell’anno) ci si interroga su come Gdo ed e-commerce possano rappresentare opportunità di business per gli imprenditori italiani desiderosi di estendere il proprio export.

L’ha fatto il Comitato Leonardo in occasione del suo XIV Forum Annuale, appuntamento fisso per rappresentanti di istituzioni ed imprenditori, costituisce un’occasione importante per riflettere sullo stato attuale dell’internazionalizzazione del made in Italy e sulle prospettive di sviluppo per le imprese italiane in un momento economico delicato ma fondamentalmente già in ripresa.

Per l’occasione è stato presentato uno studio condotto da Kpmg Advisory che analizza quattro mercati europei (Francia, Regno Unito, Spagna, Germania) in cui i settori della Gdo e dell’e-commerce sono intensamente sviluppati.

La ricerca sottolineacome nei quattro mercati in esame le vendite complessive nel segmento ecommerce abbiano raggiunto nel 2014 un valore di circa 156 miliardi di euro, pari ad oltre l’80% di tutto l’e-commerce europeo.

Nello stesso anno, la Gran Bretagna si posiziona al primo posto in Europa con 62 miliardi di euro di vendite retail online grazie all’elevata diffusione di internet e della banda larga mobile e all’efficienza del sistema logistico. La Germania si colloca al secondo posto con circa 50 miliardi di euro investiti nel commercio elettronico, in particolare per l’acquisto di capi di abbigliamento, libri ed elettrodomestici per la casa.  Il settore francese ha mostrato una crescita significativa delle vendite al dettaglio online con un fatturato pari a 36,4 miliardi di euro, rappresentando anche una leva importante per l’occupazione, mentre in Spagna l’e-commerce è stato uno dei pochi settori a sperimentare una crescita a doppia cifra negli ultimi anni. In particolare, nel mercato spagnolo il settore delle vendite al dettaglio online ha registrato un fatturato complessivo pari a 9,5 miliardi di euro nel 2014 e si prevede una crescita anche in futuro. Gli acquisti più comuni consistono in prodotti elettronici per la casa, abbigliamento/calzature e libri.

Le opportunità per il made in Italy

Occorre fare una distinzione tra il comparto “non food” e quello del “food”, sottolinea la ricerca, per i quali vi sono canali ed interlocutori quasi sempre diversi. Per il primo, soprattutto per quanto riguarda i prodotti di fascia medio-alta, il canale preferenziale si conferma quello della Gdo, sia pure con le difficoltà ed i limiti che sono insiti nelle dimensioni aziendali e nelle politiche dei grandi gruppi con cui si trovano ad interloquire.  Più complessa appare invece la strada dell’e-commerce, con i prodotti italiani che spesso si trovano in forte debito di competitività.

Per quanto riguarda il comparto “food”, le grandi catene di supermercati appaiono il veicolo distributivo migliore anche se una delle principali criticità è rappresentata dalle abitudini dei singoli paesi: in Spagna ed in Francia, ad esempio, la domanda di prodotti alimentari e vini italiani è modesta, rispetto alle dimensioni dei mercati, mentre negli altri paesi viene spesso privilegiato l’uso delle “private label”, con una forte perdita dell’identità di brand. Rimangono comunque interessanti le nicchie di mercato sensibili alla qualità del cibo e all’appeal del made in Italy, con ottime prospettive per gli esportatori di “specialità”. Nell’e-commerce le possibilità rimangono buone soprattutto per i prodotti brandizzati e di consolidata notorietà internazionale, mentre risultano penalizzati i prodotti freschi.

Dallo studio emerge infine che per i produttori italiani (operanti sia nel comparto “food” che “non food”) pronti ad affacciarsi in questi paesi è importante investire sia sul servizio del prodotto che sul marketing, con campagne di comunicazione, fiere ed eventi in loco. Appare inoltre opportuno intervenire sul posizionamento del brand, evidenziando fattori di distinzione e differenziazione dei prodotti, basati su qualità, capacità di innovazione e design.  È anche evidente come, in un quadro in cui la Gdo diventa preponderante e il canale e-commerce si sviluppa sempre più, i produttori di fascia intermedia soffrono la mancanza di player italiani della grande distribuzione e dell’e-commerce attivi in continuità anche all’estero.

«Sul mercato mondiale – spiega il viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda – si stanno affacciando 800 milioni di nuovi consumatori in cerca di prodotti con un forte contenuto di qualità. È un’opportunità che dobbiamo cogliere, innovando profondamente il supporto governativo all’internazionalizzazione delle nostre imprese. Il piano straordinario per il made in Italy prevede, tra le altre cose, un’azione relativa al potenziamento degli strumenti di e-commerce per le PMI, per favorirne l’accesso al mercato e alle piattaforme digitali e una serie di accordi con le più importanti catene della grande distribuzione all’estero per inserire a scaffale un maggior numero di prodotti italiani, in particolare marchi di qualità appartenenti ad aziende di piccole dimensioni».

Il Drive “non-luogo” del Terzo Millennio? Leclerc sperimenta a Rennes

Un drive dove si ritira non solo la spesa alimentare, ma anche prodotti culturali e d’intrattenimento, partirà a Cap Malo nel 2016. Era solo questione di tempo prima che i Drive, le piazzole dove si ritira la spesa ordinata online, venissero considerati dei luoghi di traffico dove intercettare il cliente offrendogli altri servizi. L’esperimento partirà proprio in Francia, terra di Drive par excellence che di drive ne ha 2600 (vd Click and drive: da noi all’alba, in Francia da 15 anni. L’evoluzione in un’infografica) ed è firmato Leclerc, insegna francese. Come ha spiegato il proprietario Yannick Kervarrec al quotidiano “Ouest France” nel Drive, sette piste e mille mq di stoccaggio, “si troveranno libri, dischi, e la maggior parte degli articoli disponibili negli spazi culturali Leclerc, ma anche articoli voluminosi come mobili da giardino e barbecue”. Tutti prodotti che i clienti potranno ordinare online, ma anche tramite totem installati nei principali luoghi di intrattenimento di Cap Malo come campi di golf e calcio, piste di go-kart e simili. Il Drive sarà nel sito dell’ipermercato Leclerc Le Centre di Saint-Grégoire, che avrà annessa pure una stazione di servizio con autolavaggio.

Si ridefiniscono quindi i luoghi di frequenza del prossimo futuro: non bar di Guerre Stellari, ma punti di raccolta dove le azioni online si incontrano con il mondo reale. A quando una zona di raccolta per cuori solitari?

Spedizione gratis e 15mila prodotti negli shop Bellezza e Cura della persona di Amazon.it

Spedizione gratuita in un giorno per gli abbonati Prime e un’ampia scelta di oltre 15mila prodotti di marche prestigiose: parte con il botto il lancio dei negozi Bellezza e Cura della persona del marketplace Amazon.it.
A una manciata di giorni dal Prime Day, il giorno delle grandi promozioni, e in piena stagione estiva, il braccio italiano di Amazon inaugura un nuovo fronte, offrendo ai propri clienti la comodità di poter usufruire di consegne veloci e gratuite per migliaia di prodotti per la cura della persona, articoli per la casa e prodotti di bellezza.

“Vogliamo rendere la vita dei clienti italiani ancora più semplice. Con l’applicazione gratuita Amazon Mobile App è possibile cercare, scoprire e comprare prodotti di uso quotidiano ovunque ci si trovi” spiega Francois Nuyts, country manager di Amazon Italia e Spagna, “Questa estate i clienti di Amazon.it potranno ricevere il balsamo dopo-sole o lo shampoo preferito anche nel luogo di villeggiatura, direttamente dal proprio smartphone.”

La selezione di Amazon.it ora include:
• Prodotti di bellezza delle marche più amate dai clienti italiani: Nivea, Leocrema, Dove, L’Oréal, Estee Lauder, Collistar e Pantene.
• Pronti per l’estate: creme solari, creme doposole o creme idratanti di marche come Nivea Sun, Ambre Solaire o Sisley.
• Cura dei bambini: articoli per il bagnetto e la cura dei neonati e dei bambini come pannolini, salviettine e saponi per i più piccoli, di marche come Chicco, Pampers e Johnson’s.
• Qualcosa per tutti: marche quali Proraso, Braun, Mantovani, Dt Sholl’s, Gillette, anche italiane come Ciccarelli, Mantovani, Noxzema e Deborah e molte altre.

Whirlpool entra nel Magna Park di Monticelli, grazie all’accordo con IDI Gazeley

Whirlpool ha ottenuto in locazione da IDI Gazeley (Brookfield Logistics Properties) – leader nell’investimento globale e nello sviluppo di magazzini a uso logistico e parchi per la distribuzione – un magazzino di 43.000 metri quadrati situato presso il Magna Park di Monticelli in provincia di Piacenza.

L’edificio verrà gestito da Scerni Logistics, affermato fornitore di servizi logistici integrati (3PL), che occupa il rimanente spazio di 14.000 metri quadrati all’interno della struttura.

Parlando dell’annuncio Benjamin Khafi Grynfas, Senior Development Director per l’Italia di IDI Gazeley ha commentato: “Siamo entusiasti di poter accogliere Whirlpool nel nostro Magna Park di Monticelli. I fattori chiave che hanno portato Whirlpool a decidere di stabilirsi nel nostro parco sono stati la posizione incredibilmente strategica del sito, l’eccezionale qualità e il customer service.”

Anche Pat McGillyCuddy, Chief Executive Officer di IDI Gazeley per Europa e Cina, ha commentato: “L’arrivo di un affermato produttore mondiale come Whirlpool per il Magna Park di Monticelli rappresenta per IDI Gazeley un altro grande traguardo nel continuo percorso di rafforzamento della nostra piattaforma ed espansione dell’offerta ai nostri clienti in Europa. Poiché la nostra piattaforma globale continua a svilupparsi, siamo costantemente impegnati a fornire eccellenti prodotti e customer service a tutti i nostri clienti, ovunque nel mondo.”

Sempre in relazione all’annuncio dichiara Alessandro Agostini, Whirlpool Supply Chain Procurement Leader – EMEA: “Siamo estremamente lieti dell’avvio della collaborazione con il nostro partner IDI Gazeley grazie al contratto di locazione strategico e altamente vantaggioso a Monticelli. Speriamo che possa divenire il punto di partenza per lo sviluppo di ulteriori collaborazioni future”.

Direttamente collegato alle Autostrade A1 e A21, il Magna Park di Monticelli offre ai clienti il facile accesso all’area di Milano e hinterland. Il parco può ospitare fino a 144.500 metri quadrati di aree di alta qualità strutturate per accogliere alla perfezione magazzini ad uso logistico.  Oltre a Whirlpool e Scerni Logistics, infatti, il parco ospita le strutture operative di Italia Logistica, uno dei maggiori fornitori di servizi logistici integrati (3PL – Third Party Logistics) d’Italia che è già attivo per Enel, la multinazionale leader nella produzione e distribuzione di elettricità e gas.

Questo parco fa parte di un più vasto network di centri di distribuzione (Magna Parks) che IDI Gazeley sta sviluppando nel Nord Italia in connessione con altri due Magna Park già operativi e ben avviati a Villanterio (Pavia) e San Bellino (Rovigo).

 

Click and collect, quanto mi costi… e John Lewis fa pagare il servizio

Niente più ritiro gratis per un paio di ciabattine da John Lewis.

I costi della logistica per le spedizioni online sono da sempre una spina nel fianco dei retailer: il consumatore è abituato a non pagare alcun costo di spedizione, ma non sempre questo è possibile, Una soluzione sembrava essere il click and collect, l’ordine online con ritiro in negozio. Anche i questo caso però i costi ci sono, e in un Paese dove questo servizio ha raggiunto ormai proporzioni ragguardevoli (80 milioni di ordini l’anno scorso secondo IMRG, con tre acquirenti online su quattro che l’hanno utilizzato) c’è chi corre ai ripari.

John Lewis ad esempio, insegna di gamma medio-alta, ha deciso che a partire dal 28 luglio applicherà una prezzo di 2 sterline (circa 2,80 euro) per acquisti inferiori alle 30 sterline (42 euro circa). Una decisione non da poco per l’insegna inglese, che ogni anno movimenta attraverso il click and collect 6 milioni di ordini, e nel 2013 ha superato il miliardo di sterline di vendite online: oggi sono il 33% delle vendite totali.

L’attuale servizio gratuito sarebbe secondo il retailer britannico “insostenibile”: la logistica che dal magazzino centrale di Milton Keynes distribuisce pacchi in 360 punti di raccolta non può più essere coperta per i piccoli ordini, tipo il rossetto o la collanina bijoux. “La maggior parte degli ordini rimarrà gratuita e questo cambiamento ci permetterà di investire ulteriormente nel servizio” ha dichiarato Mark Lewis, il direttore dell’online di John Lewis. Secondo la Bbc, l’hanno scorso gli ordini sotto le 30 sterline sono stati il 18% del totale.

Facile pensare che a breve altri retailer seguiranno questa politica. Magari convincendo i clienti a pagare per un servizio più efficiente e veloce. E infatti Amazon guarda avanti: ha appena lanciato nel centro di Londra Amazon Prime Now, il servizio di spedizioni a casa o in ufficio entro un’ora. Il prezzo? 6,99 sterline (quasi 10 euro).

Amazon inventa il Prime Day, le promozioni in un giorno su scala globale

La macchina promozionale di Amazon non si ferma e così, in occasione del suo ventesimo compleanno, il 15 luglio sarà Prime Day, una giornata globale di sconti che, scrive Amazon in una nota, offrirà un numero di offerte ancora maggiore rispetto al Black Friday, in esclusiva per i clienti Prime.

Mercoledì 15 luglio, infatti i nuovi iscritti e i già clienti Prime potranno ordinare centinaia di prodotti scontati, grazie a offerte lampo e offerte del giorno a loro riservate, e di ricevere il tutto con spedizioni veloci e gratuite.

Oltre all’Italia, le offerte sono disponibili in Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna, Giappone, Germania, Francia, Canada e Austria.

Il servizio Prime è stato lanciato in Italia  nel 2010 e offre agli iscritti consegne in 2-3 giorni su milioni di prodotti e consegne in un giorno su più di un milione di prodotti in più di 6000 comuni. I clienti Prime possono inoltre beneficiare delle Offerte in Anteprima su Amazon BuyVIP dalle 22:00 della sera precedente il loro inizio.

I tempi di consegna sempre più ridotti sono un terreno di competizione molto forte nel canale online e, tra delivery e pick-up, nell’alimentare la partita si gioca sul filo delle ore. Anche Amazon non è da meno e così recentemente è stata introdotta per gli iscritti a Prime la consegna gratuita in un giorno lavorativo su più di un milione di prodotti in catalogo. I clienti Prime possono inoltre usufruire dello sconto fino al 50% sul servizio “Spedizione Sera” disponibile nell’area milanese, che consente di ordinare i prodotti fino alle 12:00 e di riceverli la sera stessa entro le 21:00.

Click and drive: da noi all’alba, in Francia da 15 anni. L’evoluzione in un’infografica

In Italia se ne parla da anni, con qualche partenza e pochissimi punti di raccolta attivi (i Drive di Auchan, ridotti a uno, Rozzano, con quello di Torino attivo dal 2008 che ha chiuso il mese scorso, e i cinque Tigros Drive). Ma ora che l’e-commerce sembra decollato, e che il ritiro in negozio pare entrare nelle abitudini dei consumatori, quanto meno i più “tecnologizzati”, specie in certi settori quali l’abbigliamento, il terreno sembra decisamente più fertile anche nel nostro Paese.

Una fotografia delle evoluzioni possibili su scala nazionale ce la dà questa bella infografica dinamica elaborata da Bonial e Nielsen sulla situazione francese. In Francia l’ordine online con ritiro nel punto vendita, sia sotto forma di drive direttamente nel baule della macchina ha fatto tanta strada, arrivando oggi a 2.600 punti di raccolta, cui si aggiungo 900 punti vendita che offrono il ritiro in negozio. Una strada lunga 15 anni, partita nel 2000 nel Nord, a Leers. Tra il 2012 e il 2013, il boom, con l’apertura di 1,9 click&drive al giorno. L’anno scorso i drive hanno sorpassato in numero gli ipermercati. Un tasso di crescita che giocoforza è rallentato dopo il 2014, grazie alla capillarità della copertura sul territorio.

Scorrete l’infografica a questo link

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