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Tag: ecosostenibilità

Lidl, 2 aperture a Milano, altre 4 a Lecco, Torino, Cattolica e Roma

Lidl continua a puntare su Milano. Da gennaio ad oggi ha inaugurato già 4 punti vendita nel capoluogo meneghino ribadendone così la centralità nei propri piani di sviluppo. Dopo i tagli del nastro in Viale Lancetti e in Piazzale Lodi del mese scorso, ora tocca ai nuovi punti vendita di Piazza Frattini e di Via Polidoro da Caravaggio.

In contemporanea con la doppia apertura milanese si sono svolte anche le inaugurazioni dei nuovi Lidl di Cattolica (RN), Lecco, Torino e Roma. Le sei aperture si aggiungono alle 13 realizzate da Lidl da inizio gennaio, segno di come il piano di sviluppo dell’azienda stia proseguendo a ritmo sostenuto. Un intervento significativo per il territorio anche dal punto di vista occupazionale, grazie alla creazione di 100 posti di lavoro.

Lidl di Piazza Frattini
Il nuovo Lidl di Piazza Frattini è stato inaugurato alla presenza di Alessia Cappello, Assessore allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano. Il supermercato è il frutto della riqualificazione del piano terra e del piano interrato di un edificio esistente che ospiterà anche altre attività commerciali del settore dell’abbigliamento, della cura persona e del pet care. Un’offerta commerciale ampia e variegata che contribuirà a riqualificare la piazza anche in vista della prossima realizzazione della stazione della metropolitana M4, collegamento fondamentale da e verso l’asse Lorenteggio con il resto della città. Grazie all’inaugurazione di questo nuovo store Lidl, sono stati assunti 11 nuovi collaboratori.

Lidl di Via Polidoro da Caravaggio
Il supermercato Lidl di Via Polidoro da Caravaggio è frutto di un progetto di recupero e riqualificazione edilizia a consumo di suolo pari a zero di un capannone industriale dismesso da molti anni. Il punto vendita rispetta i più recenti metodi di costruzione aziendale volti a ridurre il più possibile l’impatto ambientale e dispone di avanzati sistemi per incrementare la propria efficienza energetica. Lo store dispone sul tetto di un impianto fotovoltaico da 105kW e di un tetto giardino che ne mitiga l’impatto ambientale. Anche questa operazione ha un risvolto occupazionale positivo perché ha portato all’assunzione di 8 nuovi collaboratori.

Entrambi i punti vendita sviluppano una superficie commerciale di circa 1500 mq e sono aperti al pubblico dal lunedì al sabato dalle 8:00 alle 21:30 e la domenica dalle 8:00 alle 21:00

Penny, oggi prevista una nuova apertura a Voghera

Oggi apre le porte al pubblico il nuovo punto vendita Penny di Voghera, in Viale della Repubblica 97. È il quarto store in provincia di Pavia e il 97° negozio in Lombardia.

Sorge su un’area facente parte di un più ampio comparto commerciale completamente ristrutturato e si sviluppa su una superficie di circa 1.350 mq con 900 mq di vendita. Il parcheggio antistante di oltre 2.000 mq è stato rinnovato per migliorarne l’accessibilità e la circolazione interna ricavandone oltre 70 posti auto. La posizione geografica del nuovo punto vendita risulta strategica sia a livello comunale, inserendosi in un quartiere popoloso oggi poco presidiato dall’offerta commerciale alimentare, che a livello sovracomunale, posizionandosi lungo la direttrice principale di collegamento tra il comune e la valle Staffora, raggiungendo in pochi chilometri i comuni di Rivanazzano e Salice Terme.

Il nuovo store Penny offrirà la completezza dell’assortimento con attenzione ai prodotti freschi per migliorare l’esperienza di acquisto: saranno presenti la gastronomia servita, la macelleria, il punto caldo e la pasticceria fresca. Il negozio, che vanta un’offerta alimentare e di non-food in linea con la qualità e la convenienza del brand, conta circa 2000 referenze e punta principalmente sui freschi e super freschi, valorizzando i produttori locali e le eccellenze tipiche del territorio.

L’apertura del nuovo negozio prevede un organico di 15 collaboratori di cui 3 gastronomi e 2 macellai, tutti di nuova assunzione. Penny rivolge grande attenzione alla sostenibilità all’interno del percorso “Viviamo Sostenibile”, garantendo in tutti i nuovi punti vendita le attività di lotta allo spreco alimentare, rispetto per l’ambiente e responsabilità sociale con un approccio responsabile e innovativo.

Il punto vendita osserverà il seguente orario di apertura al pubblico: dal lunedì al sabato: 08:00 – 20:00; domenica: 08:30 – 13:30 e 15:00 – 20:00.

Nuovo finanziamento di 5 mln di euro per la sostenibilità de La Molisana

Banco BPM ha perfezionato un accordo di finanziamento per 5 milioni di euro a favore della Molisana Spa, storico marchio della pasta fondato nel 1912 a Campobasso. L’operazione, della durata quinquennale, è finalizzata a sostenere il programma di investimenti del pastificio tesi a migliorare ed efficientare l’intero processo produttivo anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale. Anche questo accordo, infatti, come il precedente di 3,5 milioni di euro, rientra nel Plafond “Investimenti Sostenibili 2020-2023” stanziato da Banco BPM e prevede l’impegno, da parte della Molisana, di aumentare l’energia autoprodotta proveniente da fonti rinnovabili con installazione di fotovoltaico sul tetto da 2.1 mgw.

Dal 2011 ad oggi, anno in cui l’azienda è stata rilevata dalla famiglia Ferro, la Molisana ha avuto una crescita esponenziale del fatturato puntando sul controllo di ogni fase della produzione come fattore di successo. L’azienda è molto attenta alle istanze ESG, tanto che è dotata di un innovativo impianto di tri-generazione per la produzione combinata di energia elettrica, termica e frigorifera in grado di produrre contemporaneamente queste forme di energia attraverso il recupero di calore che altrimenti andrebbe perso.

«Questa operazione a favore di La Molisana Spa, eccellenza italiana e marchio affermato a livello internazionale, conferma il sostegno di Banco BPM al settore Agroalimentare e a quelle aziende che mostrano una forte vocazione all’innovazione e sostenibilità – commenta Giuseppe Boscaino, Responsabile Mercato Corporate Centro Sud di Banco BPM. “Ci fa quindi piacere proseguire la collaborazione con Molisana Spa e continuare ad affiancarla nel suo percorso di crescita virtuosa e nella realizzazione di progetti legati alla riduzione dell’impatto ambientale del proprio business”.

“Apprezziamo molto la rapidità di risposta da parte di Banco BPM che si allinea perfettamente al nostro standard di crescita veloce ed esponenziale – afferma Giuseppe Ferro, amministratore delegato del pastificio. È un istituto bancario al passo coi tempi con un’operatività precisa, snella tempestiva”.

Tulips acquisisce Green Project e proietta il fatturato a 10 mln di euro

Tulips, supermercato che opera solo online, chiude un aumento di capitale da 2 milioni di euro, stringe un’importante partnership industriale e tecnologica con SFH/Modula e acquisisce Green Project, azienda agricola di Cesena che produce e consegna a domicilio frutta e verdura a chilometro zero. L’accordo prevede l’acquisizione del 100% delle azioni di Green Project Srl. L’ operazione contribuisce alla crescita dei ricavi, proiettando il fatturato consolidato 2023 di Tulips a 10 milioni di euro (8 milioni nel 2022).

“Tulips continua a crescere anche con le acquisizioni, che permettono di attuare sinergie di costo centralizzando gli hub di preparazione degli ordini e la logistica al fine di abbattere i costi” ha affermato Enrico Martini, CEO della società. “Vogliamo affermare il nostro brand con l’obiettivo di diventare il primo operatore italiano leader del segmento dell’online grocery. Green Project manterrà la sua identità e autonomia, mentre le attività di logistica instore e outstore verranno centralizzate al fine di accelerare il raggiungimento del breakeven”.

Nata nel 2018 dall’iniziativa di quattro ragazzi partiti da un’azienda agricola, Green Project Srl è una startup innovativa che opera in Emilia-Romagna e gestisce l’attività commerciale dell’azienda agricola Green Project. Attualmente consegna ortofrutta nelle province di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna e Bologna, lo stesso campo d’azione iniziale di Tulips. Con la sua app e il suo sito Green Project promuove la filiera corta focalizzata nell’ortofrutticolo. Green Project si aggiunge a Floema, startup bolognese anch’essa nata nel 2018, fondata da tre agronomi, acquisita da Tulips nell’ottobre 2022. Floema si è resa protagonista di un innovativo accorciamento della filiera ortofrutticola attraverso l’e-commerce di prodotti degli agricoltori del territorio. Con la doppia acquisizione Tulips rafforza la propria presenza nella regione e può realizzare significative sinergie di costo nelle aree della preparazione ordini, degli acquisti, della logistica e della tecnologia.

La partnership con SFH/Modula, è industriale e tecnologica. Modula è un’azienda a tecnologia avanzata che progetta e realizza i magazzini automatici verticali che portano lo stesso nome. I magazzini sono pensati per ridurre il 90% dello spazio a terra occupato, aumentare la produttività, velocizzare le operazioni di picking e migliorare l’efficienza del magazzino, riducendo i rischi per le persone e le merci. Tulips, che già utilizza i Modula, sta portando avanti con un aumento degli investimenti il processo di progressiva robotizzazione. La società sta inoltre sviluppando una nuova piattaforma logistica proprietaria per gestire il cosiddetto “ultimo miglio”.

Aumento costo della vita, calano gli acquisti di beni non essenziali

A seguito del costante aumento del costo della vita, i consumatori hanno adeguato in modo drastico il proprio comportamento di spesa, con la maggior parte (53%) dei consumatori globali che “rimanda” gli acquisti di beni non essenziali. Secondo il sondaggio 2023 di PwC Global Consumer Insights Pulse Survey, che ha coinvolto 9.180 consumatori in 25 Paesi, il 15% dei consumatori ha smesso completamente di acquistare beni non essenziali. Dal sondaggio è inoltre emerso che nei prossimi sei mesi la maggior parte dei consumatori prevede di ridurre la propria spesa in tutte le categorie oggetto della ricerca, una riduzione significativa prevista in tutte le categorie rispetto al precedente sondaggio di giugno 2022. Settori quali i prodotti di lusso e di fascia alta, i viaggi e la moda saranno i più colpiti nei prossimi sei mesi dalla riduzione di spesa dei consumatori, mentre i generi alimentari dovrebbero essere i meno colpiti.

Il costo della vita pesa sulla fiducia dei consumatori
I consumatori stanno modificando le abitudini d’acquisto online e in negozio a seguito dell’aumento del costo della vita, mentre le carenze di materie prime si ripercuotono sulla disponibilità dei prodotti e sui tempi di consegna. Circa la metà (49%) sostiene quindi di acquistare determinati prodotti quando sono in offerta, il 46% di cercare rivenditori che offrono un valore maggiore, il 40% di utilizzare siti di confronto dei prezzi per trovare alternative più economiche, il 34% di acquistare in stock per risparmiare e il 32% di acquistare prodotti a “marchio del rivenditore” per risparmiare. A livello demografico, la Generazione X è la “più preoccupata” (47%) e ha rimandato l’acquisto di beni non essenziali, i baby boomer sono “preoccupati in una certa misura” (33%) e hanno anche loro rimandato l’acquisto di beni non essenziali, mentre i millennials sono in cima alla lista e sono “preoccupati” ma senza modificare il proprio comportamento.

La carenza di materie prime sta cambiando il comportamento dei consumatori rispetto agli acquisti online e in negozio
Mentre più della metà dei consumatori (56%) afferma che l’aumento dei prezzi è il fattore condizionante quando fa acquisiti in negozio, una notevole percentuale è rappresentata anche dai problemi legati alla carenza di materie prime con lunghe code e negozi affollati (30%), oltre alla disponibilità dei prodotti (26%) che influenza il comportamento dei consumatori. Le carenze di materie prime per gli acquisti in negozio sembrano interessare maggiormente i consumatori in Australia (36%), Stati Uniti (35%) e India (34%), mentre per chi acquista online, le preoccupazioni principali riguardano gli aumenti dei prezzi (48%), la disponibilità dei prodotti (24%) e i tempi di attesa più lunghi del previsto (24%).

Il settore dei prodotti di lusso/fascia alta sarà quello maggiormente interessato dal calo degli acquisti da parte dei consumatori
I consumatori prevedono di ridurre nei prossimi sei mesi gli acquisiti in tutte le categorie al dettaglio oggetto del sondaggio: la maggiore riduzione di spesa è prevista per i prodotti di lusso/fascia alta o i prodotti di design (53%), i viaggi (43%), le attività virtuali online (42%) e il settore della moda come abbigliamento e calzature (41%). Persiste comunque un desiderio di spesa futura, con il 40% che indica che cercherà di fare acquisiti per sé stesso o per altri, mentre il 39% li considera di qualità superiore. Il settore dei generi alimentari (24%) è quello che ha registrato la minore riduzione di spesa prevista.

Erika Andreetta, Partner PwC Italia, EMEA Fashion & Luxury Leader, spiega: “La crisi legata all’aumento del costo della vita sta avendo ripercussioni a livello materiale sul modo in cui i consumatori fanno acquisiti, tanto online quanto in negozio. A causa dell’aumento dei prezzi, i consumatori di tutto il mondo stanno rimandando gli acquisiti di beni non essenziali, mentre dedicano più tempo a cercare alternative più economiche. Nonostante tutti i settori interessati dalla ricerca registrino una riduzione prevista della spesa nei prossimi sei mesi, stiamo comunque notando che i consumatori continuano a scegliere prodotti realizzati in modo etico e sostenibile. Se desiderano prosperare in questo complesso ambiente macroeconomico e mantenere coinvolti i consumatori, i rivenditori devono sfruttare e diversificare i loro canali di distribuzione, offrire prezzi competitivi, investire in catene di fornitura più resilienti e compensare la crescente riluttanza dei consumatori a condividere dati online monitorando meglio la base clienti e i programmi di fidelizzazione”.

I prodotti sostenibili sono molto richiesti dai consumatori
Nonostante una prevista riduzione di spesa e un ambiente economico complesso, i consumatori sostengono di essere comunque disposti a pagare di più per l’acquisto di prodotti sostenibili. Incredibilmente, oltre tre quarti (78%) sono disposti a pagare di più per un prodotto realizzato/reperito localmente o prodotto con materiale riciclato, sostenibile o eco-compatibile (77%) o da un’azienda nota per le proprie pratiche etiche (75%).

Canali dei consumatori
A giugno 2022, apparentemente la frequenza di acquisti giornalieri/settimanali dei consumatori, che durante la pandemia aveva registrato una tendenza al rialzo, ha fatto un passo indietro tornando ai tempi pre-COVID. In questo sondaggio, la costante stabilità dimostra che nei prossimi sei mesi la maggior parte dei consumatori prevede solo un lieve cambiamento del canale di acquisto abituale nell’online, in negozio e con la formula “click and collect”. Gli acquisiti in negozio rimangono prettamente invariati, anno su anno, come mezzo di consumo più comune nel 2022 (43%), mentre l’utilizzo di cellulari/smartphone (34%), PC (23%) e tablet (15%) registra complessivamente una lieve riduzione. Dal sondaggio emerge la costante tendenza dei consumatori ad affermare che non acquisteranno mai prodotti tramite tablet (51%), assistenti vocali per abitazioni intelligenti (64%) e dispositivi indossabili (71%), dati complessivamente in aumento rispetto all’ultimo sondaggio PwC Global Consumer Insights Pulse Survey condotto a giugno 2022.

Metaverso: ancora nella fase iniziale di adozione, la classe dirigente riconosce l’importanza della gestione del rischio, della sicurezza informatica e delle considerazioni inerenti la governance
L’adozione del metaverso come canale di acquisto è ancora nella fase iniziale di adozione. Questo mezzo rimane comunque ancora sotto-utilizzato, con solo un quarto (26%) degli intervistati che ha dichiarato di aver utilizzato la piattaforma per l’intrattenimento, le esperienze virtuali o l’acquisto di prodotti nel 2022. La maggior parte di questi utenti ha utilizzato il metaverso principalmente per la realtà virtuale, ovvero per giocare ai giochi o guardare un film (10%), entrare a far parte di un mondo virtuale, visitare l’ambiente di un rivenditore o partecipare a un concerto (9%) o acquistare un prodotto digitale, ad esempio un non-fungible token o NFT (9%). Coloro che registrano maggiori probabilità di interagire con attività correlate al metaverso sono India (48%), Vietnam (43%) e Hong Kong (42%), oltre ai Millennials (36%).

Nel contempo, poiché lo shopping online continua a crescere a livello di volumi, i consumatori sono sempre più preoccupati in merito alla privacy dei dati. Quasi la metà (47%) afferma di essere estremamente o molto preoccupato quando interagisce con aziende di social media, siti web di viaggi di terze parti/portali (36%), aziende di assistenza sanitaria (34%) e di prodotti di consumo (32%). Paesi come l’India e le Filippine sono i più preoccupati in tali categorie. Di conseguenza, quasi la metà (49%) sostiene di non condividere i dati personali più di quanto sia necessario, il 32% sceglie di non voler ricevere comunicazioni da tali aziende e il 26% ha in generale ridotto le proprie interazioni con questi tipi di aziende.

MediaWorld, fatturato a 2,7 miliardi di euro (+2,4%)

MediaWorld prosegue la crescita sul mercato italiano. Nel 2022 l’azienda ha registrato un fatturato pari a 2,7 miliardi di euro (+2,4% rispetto all’anno precedente), uno dei più alti nella storia trentennale dell’azienda e il migliore degli ultimi dieci anni. L’Ebit si attesta a 26,6 milioni di euro, in aumento di 3,2 milioni (+13,7%) rispetto all’anno fiscale 2019 (ultimo pre-pandemico).

“Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti nel 2022, che dimostrano come l’insegna sia capace di reagire e rispondere a scenari macroeconomici complessi come quello con cui ci siamo confrontati nel corso del 2022. Un risultato che conferma l’efficacia delle nostre strategie, che ci stimola a sostenere una continua evoluzione per garantire un supporto sempre più personalizzato ai nostri clienti e guidare la crescita del mercato” ha dichiarato Guido Monferrini, Amministratore Delegato di MediaWorld.

L’esercizio 2022 dell’insegna si inserisce all’interno di un quadro macroeconomico fortemente condizionato da diversi fattori congiunturali che hanno avuto impatto sul business: dall’intensità della guerra in Ucraina all’incremento del tasso di inflazione (+8,9% su base annua a settembre 2022) conseguente all’aumento del costo dell’energia. Inoltre il mercato dell’elettronica di consumo ha registrato una lieve contrazione (-1,9% a settembre 2022). Nonostante il contesto mutevole e complesso, MediaWorld ha registrato un aumento delle vendite sia sui negozi fisici (+1,5% rispetto all’anno precedente) sia sull’online (+0,9% anno su anno), a conferma dell’efficacia della strategia omnicanale adottata dall’azienda.

Tra i fattori chiave che hanno inciso sui valori dell’Ebit, così come sulle performance positive delle vendite, nel 2022 ha significativamente contribuito l’implementazione di un ingente piano di investimenti volto al all’upgrade delle infrastrutture tecnologiche e al rafforzamento dei punti vendita, con nuove aperture e ristrutturazioni dei negozi già presenti sul territorio. In particolare, nel 2022 MediaWorld ha destinato 40,2 milioni di euro agli investimenti, il 140% in più rispetto all’anno precedente; di questi 28,5 milioni di euro sono stati investiti per la completa ristrutturazione di 22 punti vendita, l’apertura di 3 nuovi negozi e del secondo Tech Village a Roma. Circa 11,7 milioni di euro sono stati destinati al miglioramento dell’infrastruttura IT tra cui l’implementazione del nuovo sito web mediaworld.it lanciato a luglio 2022, la creazione di un nuovo sito dedicato ai prodotti ricondizionati, l’ottimizzazione e il rinnovamento dei processi gestionali e la centralizzazione dei call center nell’ottica di migliorare i servizi e l’esperienza del cliente, che resta sempre al centro delle scelte di business.

“Nell’esercizio 2022 abbiamo proseguito l’implementazione della strategia omnicanale scegliendo di investire e migliorarci per mantenere alta la nostra competitività su tutti i fronti più strategici. Il bilancio positivo di quest’anno dimostra che siamo andati nella direzione giusta, nonostante l’incertezza del contesto in cui abbiamo operato. Nel corso del 2023 continueremo ad investire nel Paese puntando sulla crescita e sulla modernizzazione della rete fisica. Abbiamo, infatti, una decina di nuove aperture previste per questo nuovo anno, che andranno ad incrementare la presenza dell’insegna sul territorio nazionale” ha dichiarato Emanuele Cosimelli, Chief Financial Officer MediaWorld.

Gli investimenti dell’azienda sono stati effettuati perseguendo una strategia di sviluppo sostenibile, che si è declinata mediante numerose azioni, tra cui l’efficientamento energetico degli impianti di condizionamento/riscaldamento nei negozi e l’adeguamento degli impianti di illuminazione con nuove tecnologie a ridotti consumi (per esempio tutti i nuovi punti vendita sono stati realizzati con illuminazione al 100% led ad energia consumata 100% proveniente da fonti rinnovabili). In ambito circular economy è stata implementata la vendita di prodotti ricondizionati grazie all’introduzione di apposite aree espositive all’interno di alcuni negozi e al nuovo sito web dedicato, dando nuova vita complessivamente a circa 30.500 prodotti nel corso del 2022.

Agroalimentare italiano, tra inflazione, gap tecnologici e sostenibilità

Agricoltori afflitti dall’aumento dei costi di produzione a causa della guerra e consumatori in crisi per l’inflazione: è questa l’immagine proiettata dallo studio Nomisma per Cia “Le nuove sfide per l’agricoltura italiana”, con un’Italia più preoccupata della media Ue, dove il 51% dei cittadini è in difficoltà economiche contro il 45% del resto d’Europa.

Dopo la spinta nel post Covid, anche l’agricoltura è in fase di stallo e, pur confermandosi fra le principali dell’Ue (72,4 miliardi di valore della produzione), registra una variazione positiva solo grazie all’escalation dei prezzi agricoli (+21%). Le commodity, già cresciute nel 2021, sono schizzate nel 2022: riso (+69%), soia (+12%), frumento (+42%), mais (+39%). L’inflazione pesa su tutto il settore food (+13,1% annuo) con picchi per pasta (+20%), prodotti lattiero-caseari (+17,4%) e olio (+16,2%). Allo stesso tempo, tutti i settori agricoli sono stretti dall’aumento generale dei costi di produzione (+22%), guidati dal +55% della voce energia. Le maggiori tensioni si registrano nell’approvvigionamento degli input tecnici dall’estero, soprattutto fertilizzanti, che per il 62% sono extra-Ue.

Cambia la spesa, stop a beni voluttuari per il 46% dei consumatori
Il 98% degli italiani è preoccupato per la crescita dei prezzi alimentari. L’84% dei consumatori ha già modificato la spesa alimentare, con lo stop al superfluo per il 46% e la rinuncia ai beni voluttuari e di maggior costo: carni rosse tagliate (-14%), pesce (-9%), salumi (-8%) e vino (-6%). Lo testimoniano anche i canali retail che vedono un +12% dei discount. Anche la crescita dell’export agroalimentare (+16% sul ’21) è in parte legata all’inflazione. Parallelamente, l’aumento dell’import porta al netto peggioramento del saldo attivo della bilancia commerciale (da 4,9 miliardi del 2021 a soli 300 milioni per il 2022). La filiera ha, dunque, retto, di fronte alle difficoltà, ma potrebbe pericolosamente vacillare se la situazione si protrae per tutto il 2023.

Italia al 18° posto in Europa nelle tecnologie digitali in agricoltura
Pesa ancora parecchio il gap cronico di servizi e infrastrutture tra città e aree interne, dove sale al 28% il rischio di esclusione sociale per i giovani. L’Italia si distingue per un ampio digital divide, posizionandosi solo al 18° posto in Ue per le difficoltà che registra su questo fronte soprattutto in termini di capitale umano e servizi pubblici digitali. Anche sulla connettività, le aree rurali garantiscono l’accesso a internet con smartphone solo al 74% della popolazione, contro l’81% delle grandi città. Per quanto concerne le infrastrutture di trasporto, ancora grande disomogeneità che rende alcune parti del Paese vicine agli standard Ue e altre profondamente penalizzate.

Agriturismi italiani leader in Europa ma c’è divario tra nord e sud
C’è un’Italia agricola che è leader in Europa per le attività connesse come gli agriturismi, la prima trasformazione, le fattorie sociali e le agroenergie. Valgono 5,3 miliardi e incidono sulla produzione agricola per il 10% (in Ue solo il 4%) e si confermano elemento importante per preservare il capitale umano nelle aree rurali. Si registrano tuttavia due velocità, con il Centro-Nord del Paese che è molto più avanti in fase di integrazione della multifunzionalità (Nord-Ovest 12%, Nord-Est 10%, Centro 9%), rispetto al Sud (solo il 2%), che potrebbe potenziare specialmente gli agriturismi, nelle regioni a forte vocazione turistica

Il settore agricolo emette il 9% di gas serra ma ne riassorbe il 10%
L’Italia agricola è in corsa per il Green Deal con la riduzione del 55% delle emissioni di gas effetto serra entro il 2030 per arrestare il riscaldamento globale. A fronte di una crescita del 67% delle emissioni globali del pianeta nel 2021 in Europa, si è conseguito una riduzione del 27%. L’Italia è in linea, con una contrazione del 26%. Si ricorda, peraltro, che il 9% delle emissioni di gas serra arriva dall’agricoltura (il 6% dalla zootecnia) che però riassorbe il 10% di tali emissioni grazie a foreste, pascoli e colture permanenti. Gli obiettivi di minori emissioni sono funzionali a interrompere il riscaldamento globale, che sta portando a innalzamenti delle temperature generalizzati. In particolare l’area mediterranea, Italia compresa, rappresenta un “hot spot” per il cambiamento climatico. Gli ultimi anni sono stati, infatti, caratterizzati da numerosi eventi climatici avversi, in particolare la siccità, che ha investito il 10% delle aree agricole con colture erbacee e il 25% di quelle sommerse. Mais e riso hanno registrato un calo produttivo, rispettivamente pari al 23% e al 22%, il grano del 9% e la suinicoltura del 4,2%. La siccità si aggiunge al consumo di suolo, che nel biennio 2021-22 è tornato a crescere con una media di 19 ettari al giorno.

Le energie rinnovabili rappresentano il 20% del fabbisogno nazionale
Il 2022 sarà ricordato anche per la crisi energetica, innescatasi nel 2021 e poi acuitasi con il conflitto russo ucraino. Il petrolio ha registrato un +42% e il gas naturale, già cresciuto nel 2021, un ulteriore +150%. Le previsioni per il 2023 sembrano di maggiore stabilità, anche se i prezzi resteranno a livelli ancora elevati rispetto al pre-Covid. Si ridimensionano in parte i costi di trasporto, con un ritorno a fine 2022 del nolo dei container a valori prossimi a quelli del 2020 dopo un biennio impazzito (+79% annuo). L’Italia, fortemente sbilanciata sul gas nell’approvvigionamento energetico, ha ridotto l’import dalla Russia dal 40% del 2021 al 19% del 2022, aumentando del 39% l’import di gas naturale liquefatto con gli Usa primo fornitore. Nel mix energetico del Paese, le rinnovabili cubano il 20% con enormi potenzialità di sviluppo. In particolare, nella copertura del fabbisogno di energia elettrica per tipo di fonte, nel 2022 il 62,1% è rappresentato dalla produzione termica, il 10,4% da quella idrica, l’1,9% dalla produzione geotermica, il 7,4% da quella eolica e, soprattutto, l’11,2% dalla produzione agro-fotovoltaica e il 6,3% dalle biomasse, entrambe a matrice agricola.

Fitosanitari, rese in calo per riso e mais
Il 2023 si è aperto con l’avvio della nuova Pac, che ha per obiettivo la redistribuzione a favore delle aziende medio-piccole (solo il 4,5% ha superficie maggiore di 50 ettari) e interventi a favore dei giovani agricoltori (il 9,3% degli agricoltori è under 40), mentre il 25% delle risorse complessive (875 milioni) è destinato a incentivare le pratiche sostenibili necessarie alla transizione ecologica. Parallelamente, prosegue l’attuazione del PNRR che dedica 8,5 miliardi all’agroalimentare. Tutti questi fondi Ue sono orientati dalla strategia Farm to Fork; resta tuttavia l’interrogativo sugli effetti che potrebbe generare sulla produzione la proposta di nuovo Regolamento sull’Uso sostenibile (SUR) – decisione slittata di alcuni mesi – con cui l’Ue chiede all’Italia di ridurre del 62% l’uso dei fitosanitari e del 45% quelli più pericolosi. In assenza di difesa, però, si calcola un calo del 70% per le rese di grano duro, del 62% per l’olio e addirittura dell’81% per il pomodoro da salsa, dell’84% per il riso e dell’87% per il mais, indispensabile alla zootecnia da cui dipende il nostro Made in Italy. L’agricoltura tricolore, intanto, ha già avviato il percorso di riduzione dei fitofarmaci (-38%), impiega per il 45% prodotti ammessi nel bio e può centrare il target del 25% di superfici biologiche al 2030, con 2,2 milioni di ettari già convertiti e uno scarto di altri 900mila ettari per giungere all’obiettivo finale di 3,1 milioni di ettari.

Miscela Light di Caffè Borbone, l’espresso col 50% in meno di caffeina

Caffè Borbone amplia l’offerta di miscele disponibili in cialde compostabili e presenta Miscela Light, la miscela con il 50% in meno di caffeina, per un caffè napoletano dal tradizionale gusto intenso al palato, ma più leggero.

L’aroma in equilibrio tra un carattere vigoroso e una squisita dolcezza è assicurato dalla Miscela Blu che, combinata con la Miscela Dek decaffeinata, dà vita a un caffè cremoso e leggero, da assaporare nel corso dell’intera giornata fino a tarda sera.

“Lanciare una miscela con il 50% di caffeina in meno è una scelta coraggiosa che sappiamo sarà apprezzata da chi non vuole rinunciare al gusto ma preferisce poter scegliere” – afferma Marco Schiavon, Amministratore Delegato di Caffè Borbone. “È proprio questa la sfida che abbiamo voluto intraprendere, offrire alle persone una scelta alternativa superando il preconcetto che il caffè decaffeinato non sia vero caffè. Miscela Light dimostra proprio il contrario, leggerezza e intensità non si escludono l’una l’altra ma offrono una nuova esperienza gustativa”.

L’obiettivo di Caffè Borbone è tendere un culto fortemente legato alla tradizione come quello del caffè alle tante opportunità offerte dall’evolversi degli interessi e delle abitudini dei consumatori per continuare a stupirli con nuove miscele e varietà, sempre nel rispetto dell’ambiente che contraddistingue l’impegno della divisione ricerca & sviluppo.

Le cialde compostabili, infatti, conferiscono al prodotto un’elevata biodegradabilità e dimostrano come sia possibile concretizzare soluzioni sostenibili senza sacrificare sapore e gusto, mantenendo l’aroma tipico del caffè in un involucro di carta che può essere comodamente smaltito.

A Pisa apre i battenti il nuovo polo logistico di Penny

A Cascine di Buti, in provincia di Pisa, apre la nuova piattaforma logistica di Penny Italia destinata a servire i punti vendita dell’insegna in Toscana e del centro-nord Italia, per un totale di oltre 90 store. I lavori, iniziati nel maggio 2021 e terminati poco più di un anno e mezzo dopo, sono il risultato di un investimento di 32 mln di euro.

L’immobile del centro di distribuzione, di circa 23mila mq, è stato realizzato su un’area di 86mila mq con un ulteriore capacità edificatoria di 10mila mq ed è situato nella zona industriale di Cascine di Buti, lungo la strada Bientinese che collega il comune di Altopascio al comune di Pontedera. Il nuovo magazzino sostituirà il deposito di Altopascio, che riforniva circa 60 negozi e la cui forza lavoro sarà riassorbita totalmente nella sede di Buti. Obbiettivo della nuova struttura, dove lavoreranno più di 120 addetti, è quello di aumentare la capacità di stock e rendere più efficiente e capillare quella operativa.

L’efficienza energetica e la struttura interamente sostenibile sono solo alcuni dei punti di forza del nuovo Ce.Di. realizzato in linea con una politica di logistica green. Sono state prese in considerazione tecnologie a basso impatto ambientale, dall’energia che viene utilizzata all’occupazione del suolo, dal consumo idrico alle emissioni prodotte.

L’impianto fotovoltaico, della capacità di 400Kwh per autoconsumo, è progettato per soddisfare circa il 35% del fabbisogno dei processi; l’utilizzo di pompe di calore in sostituzione delle caldaie a gas; refrigeranti naturali come Ammoniaca e Co2 per gli impianti frigo, che hanno rispettivamente un GWP su 100 anni pari a 0 e ad 1 rispetto gli attuali refrigeranti freon con GWP > a 1774. L’efficientamento energetico ed il basso impatto sull’ambiente sono garantiti inoltre dal recupero del calore termico prodotto dagli impianti per il riscaldamento e acqua calda e dal recupero delle acque dai pozzi freatici per l’impianto antincendio e di irrigazione. Per l’edificio è sono stati utilizzati solo materiali alternativi al calcestruzzo, destinato alle sole strutture principali, pavimento, pilastri, travi. Inoltre, sono stati piantati più di 200 alberi e destinati a verde circa 20mila mq di aree. Anche l’ubicazione del Centro è stata ponderata basandosi su una logica di vicinanza alla rete commerciale, che permetterà di abbassare le percorrenze e di conseguenza le emissioni di Co2 nell’atmosfera.

“Stiamo procedendo al rinnovo della nostra rete logistica in quanto il territorio italiano nella sua totalità è per Penny un obiettivo strategico di estrema importanza – sottolinea Gotthard Klingan, Chief Operations Officer di Penny Italia – e questa inaugurazione, che segue di pochi anni quella del centro logistico di Pantano d’Arci, nel catanese, ne è conferma. Siamo flessibili ai cambiamenti che il mercato e le gli accadimenti sociali, politici e ambientali ci impongono, ottimizzando ed efficientando la rete vendita, che è l’anello di congiunzione con la nostra clientela. Ritengo che questo nuovo assetto vada inquadrato in questa direzione, ma più in generale possiamo dire che responsabilità e innovazione sono in questo momento le nostre priorità”.

Granarolo sostenibile, arrivano bottiglie del latte con tethered cap

Nell’ottica del miglioramento continuo della ricerca e sviluppo sul packaging, nell’ultimo anno Granarolo ha lavorato per intervenire sulle bottiglie del latte alto pastorizzato in PET al fine di ridurre la grammatura del collo della preforma e del tappo che è stato ancorato alla bottiglia per evitare dispersioni nell’ambiente.

Il nuovo tappo del latte Granarolo punta all’obiettivo di riduzione del peso degli imballaggi primari e secondari, infatti ha un meno 30% di plastica rispetto al suo predecessore, rimane agganciato alla bottiglia e non va disperso nell’ambiente, rendendo più facile la raccolta e il riciclo. Contestualmente alla novità relativa al tappo, il peso delle bottiglie nei vari formati prodotti è stato ridotto mediamente del 13% rispetto alle bottiglie commercializzate nel corso del 2021.

“Il tappo tethered cap, che prevede l’ancoraggio del tappo alla bottiglia nell’ottica di ridurre al massimo la dispersione di plastica, è stato inserito in bottiglie monomateriale in PET ed è stato studiato in esclusiva per Granarolo, prima fra le aziende dairy ad anticipare la direttiva europea”, ha dichiarato Filippo Marchi, Direttore Generale del Gruppo Granarolo. “Lo scorso anno è stato avviato un grande lavoro anche sui nostri yogurt a marchio Yomo”, continua Marchi. “66 milioni di vasetti/anno sono stati convertiti da plastica a carta e a regime, quando la conversione di tutte le linee sarà ultimata, saranno 185 milioni di vasetti/anno”.


In merito alle bottiglie di latte in PET saranno prodotte 7,3 milioni di confezioni di latte al mese, cioè oltre 85 milioni di confezioni/anno con il nuovo tappo (-30% di plastica) e una preforma alleggerita (-13% di plastica). Per quanto attiene le referenze si tratta di tutte le bottiglie del latte pastorizzato a temperatura elevata Granarolo in tutti i formati (1 l, 500 ml, 1,5 l), delle bottigliette di Kefir 500 ml, del latte per l’infanzia Latte Crescita 3 e Granarolo Bimbi 500 ml. Con questo effetto combinato di riduzioni Granarolo prevede di risparmiare oltre 355.000 kg di plastica in un anno: si tratta di 537 ton di CO2 eq pari all’illuminazione annua di un paese di 7.760 abitanti.

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