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VIS, compiono 40 anni le confetture valtellinesi

Utilizzare solo la frutta migliore rispettando nel raccolto i ritmi stagionali della natura; realizzare prodotti che guardino al benessere e alla salute dei consumatori; tutelare l’ambiente, impegnandosi quotidianamente nella riduzione dei consumi di acqua ed energia. Poche semplici regole per riassumere la storia del successo di VIS, l’azienda nel cuore delle Alpi della famiglia Visini che celebra 40 anni di attività nella produzione e nella commercializzazione di confetture, marmellate, miele e specialità alla frutta di alta qualità.

Una ricorrenza che viene festeggiata in questi giorni con una serie di importanti novità: dal recente lancio dei Secchielli, che ha segnato l’ingresso dell’azienda nel canale professionale (in primis le pasticcerie), alla linea Natura e Tradizione, la confettura extra al 75% di frutta, che fino a ieri rappresentava la referenza gourmet, e che diventa adesso la referenza principale su cui VIS intende scommettere per i prossimi anni, fino alla nuova ricetta della linea Più Frutta Light con appena 6 kcal per porzione.

VIS: STORIA DI UNA FAMIGLIA AD ALTA PERCENTUALE DI FRUTTA
La storia di VIS ha inizio nell’estate del 1982, quando Guido e Andrea Visini, che possedevano all’epoca un’azienda agricola in Valtellina, ottennero un raccolto di mirtilli, more e lamponi particolarmente abbondante. Nacque pertanto l’idea di affiancare alla tradizionale commercializzazione di frutta fresca la produzione di una linea di confetture. L’intuizione vincente però fu un’altra: quella cioè di voler offrire un prodotto che avesse una percentuale di frutta più alta di quelli che si trovavano all’epoca sul mercato, senza andare a discapito, ovviamente, della sua perfetta conservazione.

Le ricerche andarono avanti a lungo: l’obiettivo era quello di trovare una formulazione capace di equilibrare gli ingredienti in maniera ottimale, al fine di ottenere un prodotto che andasse incontro alle esigenze di quella fetta crescente di consumatori che chiedevano una confettura in cui la prevalenza della frutta fosse reale e percepibile in bocca, e quindi apprezzata tanto dai grandi quanto dai bambini.

Nacque così la prima linea al 65% di frutta, disponibile inizialmente nei gusti mirtillo, more, lamponi, albicocche e fragole. Si trattò di una piccola grande innovazione che, di fatto, anticipò una tendenza che nel giro di alcuni anni, coinvolse l’intero settore delle confetture e delle marmellate. Le confetture VIS iniziarono in breve tempo a oltrepassare i confini della Valtellina. Si trattò solo del primo passo, che però permise di realizzazione di un piccolo stabilimento di 500 metri quadrati, perfettamente integrato nel paesaggio alpino.

Negli anni ’90 le confetture VIS entrarono per la prima volta in alcune catene della Grande Distribuzione del Nord Italia e, contestualmente a un ampliamento dello stabilimento, nasce Poesia di Frutta, un’esclusiva linea di confettura extra interamente dedicata ai gusti del sottobosco e caratterizzata, questa volta, dal 70% di frutta, sempre accuratamente selezionata e rivolta ai consumatori più esigenti che cercavano già allora un prodotto insieme genuino, equilibrato e sfizioso.

Intanto nel 1994 la “linea 65% di frutta” riceve il riconoscimento del Gambero Rosso come migliore confettura presente sul mercato italiano e per l’occasione, si arricchisce di nuovi gusti, che diventeranno nel giro di qualche anno ben sedici (tra questi particolarmente apprezzati il sambuco e la crema di marroni).

Dieci anni dopo, per soddisfare la crescente domanda, si rende necessario un ulteriore ampliamento dello stabilimento. Nello stesso periodo (siamo nel 2005) VIS ottiene la Certificazione di qualità ISO 9001 e con la volontà di continuare a innovare proponendo ai consumatori qualcosa di nuovo, nasce la linea di confetture extra “Natura & Tradizione”, che diventa il top di gamma di casa VIS con ben il 75% di frutta. Contestualmente arriva anche la linea “Più Frutta Light”: una gamma di prodotti con un basso apporto calorico e destinato a quella fascia di consumatrici e consumatori più attenti alla linea o che devono seguire un’alimentazione particolare.

Nel 2011 VIS inserisce nel proprio assortimento le Salse Dolci Piccanti, ideali per abbinamenti salati, dalle carni ai formaggi, e negli stessi anni è la volta del miele: nelle versioni acacia, tiglio, castagno e millefiori, quest’ultimo prodotto unicamente da apicolture della Valtellina. Il miele millefiori VIS, nel 2021, si colloca al primo posto nella sua categoria secondo il test condotto da Altroconsumo su 22 referenze presenti in GDO.

Risalgono agli ultimi mesi del 2021 altre due grandi novità: la prima è il restyling delle etichette delle sue storiche linee e, soprattutto, del logo. Quest’ultimo per comunicare in maniera immediata e diretta il legame del marchio col suo territorio comprende adesso anche il disegno di una vetta alpina che fa da sfondo alla scritta VIS, mentre la baseline pone giustamente evidenza alla data di nascita “dal 1982”. L’altra novità riguarda, invece, l’ingresso nel mercato professionale con il lancio dei Secchielli: una linea di confetture al 70% di frutta dalla formulazione pensata espressamente per i professionisti della pasticceria.

VIS: PRODUZIONE SOSTENIBILE NEL RISPETTO DELL’AMBIENTE E DEL TERRITORIO
In VIS confettura di qualità fa rima con attenzione all’ambiente. “Rispettare la natura è un caposaldo della filosofia della nostra azienda nata e cresciuta nel cuore delle Alpi”, sottolinea Visini. L’azienda che ha sede a Lovero, in Valtellina, in un’area rinomata per la sua biodiversità, ha sempre cercato di offrire un prodotto che fosse sinonimo di qualità, attenzione alla salute del consumatore e sempre frutto di scelte eco-sostenibili.

La Certificazione Cycle4green, rappresenta la best practice più recente e testimonia il recupero in ottica green di 2,5 tonnellate di carta siliconata (in altre parole, la carta del rotolo delle etichette), che sono state recuperate e rilavorate per ottenere nuova carta da stampa. Con questo processo l’emissione di CO2 nell’ambiente si è ridotta di 4,8 tonnellate.

Nel 2016 VIS è stata la prima azienda di confetture in Italia ad abbandonare l’olio combustibile e a installare un nuovo impianto alimentato a GNL (gas naturale liquefatto), impiegato nei processi di sanificazione, pastorizzazione e cottura della frutta. Un cambio di passo nel segno della sostenibilità che ha favorito una maggiore efficienza nel controllo dei costi energetici annuali dell’azienda, consentendo di ridurre anche qui le emissioni di anidride carbonica e ossido di azoto nell’aria.

In parallelo VIS ha sempre curato il rapporto col suo territorio. Da un lato riducendo al minimo l’impatto ambientale del suo stabilimento che si sviluppa quasi interamente all’interno della montagna, dall’altro aprendosi alla comunità della Valtellina attraverso il sostegno ad attività culturali, sponsorizzazioni sportive e iniziative che promuovessero tra i ragazzi la corretta alimentazione e lo stile di vita all’aria aperta. In questi ultimi dieci anni, VIS ha ottenuto altre importanti certificazioni tra cui nel 2012 il certificato BRC (Global Standard for food safety) con il grado A e il certificato IFS (International Standard for food safety) con il grado higher.

Torna Don Choco di Ritter Sport con un nuovo pack

Per celebrare il 10° anniversario della piantagione di proprietà El Cacao, Ritter Sport lancia per il secondo anno consecutivo la limited edition Don Choco, una tavoletta di cioccolato al latte extra col 40% di cacao 100% certificato sostenibile, proveniente proprio da El Cacao, in Nicaragua, e per l’occasione con un esclusivo pack interamente in carta.

El Cacao: da campo brullo a esempio di biodiversità
Nel 2012, quando Ritter Sport lo ha acquistato, il terreno dove sorge El Cacao era un appezzamento di terra brullo, spoglio di alberi e usato come campo da pascolo. Oggi El Cacao è tra le più grandi aree di coltivazione di cacao al mondo. Dei suoi 2.500 ettari totali, meno della metà sono effettivamente destinati alla coltivazione del cacao, che avviene mediante il sistema agroforestale, ossia la compresenza di culture miste di alberi di cacao e altri tipi di piante nel medesimo terreno.

Quello agroforestale è un sistema sviluppato secondo criteri di agricoltura integrata per incrementare la biodiversità, aumentare la fertilità del suolo – e quindi ridurre l’uso di fertilizzanti – ma anche per offrire un sicuro habitat naturale alla fauna locale. Tutto questo per poter produrre cacao buono, in ogni senso. Degli ettari che non sono destinati alla coltivazione di cacao, invece, circa un centinaio sono utilizzati per le infrastrutture compresi vivai per le piantine di cacao che diventeranno alberi, mentre i restanti circa 1.200 ettari sono ricoperti da boschi, foreste, fiumi e paludi che, sin dal 2014, sono oggetto di un sistema di monitoraggio, validato anche da un partner esterno, con l’obiettivo principale di favorire e proteggere la biodiversità.

In questa area sono stati contati più di 120 diversi tipi di piante e oltre 100 diverse specie di animali, tra cui scimmie urlatrici, alligatori, volatili, serpenti, ragni e… bradipi, come Don Choco. Oltre ad avere ottenuto la certificazione Rainforest Alliance, El Cacao è riconosciuto come un progetto di protezione del clima secondo Gold Standard e dal 2021 genera crediti di compensazione. La piantagione, infatti, ha l’obiettivo di generare 110.000 tonnellate di crediti di carbonio nel corso di 30 anni, compensando le inevitabili emissioni di CO₂ derivanti dalla produzione anche grazie all’importante lavoro di piantumazione: in 10 anni sono stati piantati in loco più di 1 milione e mezzo di alberi.

Ritter Sport, che già nel 2019 ha raggiunto la neutralità climatica per l’intera produzione, nel 2020 è diventata Azienda neutrale dal punto di vista climatico e, entro il 2025, mira a perseguire un altro obiettivo: il raggiungimento della neutralità climatica dell’intera filiera, obiettivo più vicino anche grazie a El Cacao.

Un altro degli obiettivi che Ritter Sport punta a raggiungere entro il 2025 è quello di sapere da dove proviene ogni singola fava di cacao utilizzata, chi la coltiva e in quali condizioni. Anche in questo caso El Cacao è preziosa. Una volta a pieno regime, la piantagione fornirà all’azienda circa il 25% della massa di cacao necessaria.

Attraverso El Cacao, dunque, Ritter Sport dimostra che coltivare cacao in modo sostenibile, facendo la cosa giusta per le persone e per l’ambiente, è possibile.

Rizzoli Emanuelli partner di MSC Marine Stewardship Council

Da sempre attenta alla sostenibilità ambientale, Rizzoli Emanuelli aderisce alle Settimane della pesca sostenibile, promosse da MSC Marine Stewardship Council, l’organizzazione non profit che da oltre 20 anni contribuisce a tutelare la salute di mari e oceani attraverso un programma di certificazione per le pratiche di pesca sostenibili.

L’obiettivo della campagna di MSC dal motto “Siamo tutti sulla stessa barca. Proteggiamo insieme l’oceano” è sensibilizzare sull’importanza di tutelare gli ecosistemi marini promuovendo il consumo di prodotti ittici sostenibili.

Dal 24 ottobre al 6 novembre, eventi e iniziative speciali richiameranno l’attenzione sull’importanza di salvaguardare mari e oceani, una risorsa preziosa che ricopre quasi tre quarti della superficie della Terra, messa a rischio da cambiamenti climatici, emissioni inquinanti ed eccesso di plastiche. Rizzoli Emanuelli, la prima azienda italiana a ricevere, nel 2016, la certificazione di catena di custodia MSC per le alici, ha voluto aderire a questa iniziativa di MSC finalizzata a proteggere gli ecosistemi marini promuovendo un consumo di prodotti ittici sostenibili riconoscibili dal marchio blu MSC.

Le alici Rizzoli contraddistinte dal marchio blu MSC confermano l’attenzione dell’azienda per una pesca sostenibile, da stock non sovrasfruttati e senza danneggiare i fondali marini.

“I mari e gli oceani rappresentano un patrimonio naturale che va protetto. Per noi di Rizzoli, che tramandiamo la passione per il mare e la pesca da 116 anni, difendere gli ecosistemi e la biodiversità marina rappresenta un valore fondamentale. Aderire a questa iniziativa di MSC è l’occasione per ricordare che le scelte di acquisto hanno un ruolo determinante nella protezione degli habitat marini. Ecco perché ci teniamo a sensibilizzare a un consumo intelligente di pesce, proveniente da pratiche certificate sostenibili che proteggono l’ambiente e gli ecosistemi marini”, ha dichiarato Federica Siri, Marketing & Trade Marketing Manager di Rizzoli Emanuelli.

Zespri introduce i bollini compostabili sui kiwi

Zespri ha confermato l’introduzione di bollini compostabili sui kiwi coltivati in Europa nell’imminente stagione di approvvigionamento dell’emisfero settentrionale e destinati ai mercati europei, per il mercato francese, inoltre, si annuncia la sperimentazione di un bollino adatto al compostaggio domestico.

Queste attività riflettono l’impegno di Zespri verso attività sempre più sostenibili in tutta la catena di approvvigionamento globale, come dichiara Giorgio Comino, Executive Officer di Zespri per l’Europa e il Nord America: “i nostri bollini forniscono un’importante garanzia ai nostri clienti, garantendo l’acquisto di un Kiwi Zespri autentico, sicuro e di alta qualità. Per questo, nel corso degli anni, l’esplorazione di opzioni più sostenibili per l’etichettatura del frutto è stata per noi oggetto di una particolare attenzione” fanno sapere dall’azienda.

Approvati rispettivamente per il compostaggio domestico e per quello industriale, sia i nuovi bollini francesi che quelli destinati agli altri mercati europei, non includono nessun elemento nocivo per l’ambiente – compresi adesivo e inchiostri – e, naturalmente, soddisfano tutte le normative europee EFSA in materia di sicurezza alimentare.

“Nell’ambito dei nostri continui sforzi per garantire che tutti i nostri imballaggi siano riciclabili, riutilizzabili o compostabili al 100% entro il 2025, abbiamo studiato bollini compostabili in grado di resistere all’umidità e alla refrigerazione necessarie per preservare la qualità della frutta all’interno della nostra catena di approvvigionamento globale. I consumatori vogliono vederci progredire verso azioni più rispettose dell’ambiente e siamo davvero felici di poter apporre, già da questa stagione, un bollino compostabile per la frutta coltivata e destinata ai mercati europei e di presentare in Francia un bollino adatto al compostaggio domestico” aggiunge Comino sottolineando anche come queste innovazioni siano un’estensione di una sperimentazione che Zespri ha intrapreso già all’inizio del 2022.

“Questo non solo ci permette di soddisfare la totalità dei requisiti normativi, ma ci offre anche una grande opportunità per monitorare le prestazioni dei bollini lungo tutta la nostra catena di fornitura e per raccogliere i feedback dei nostri clienti e consumatori”.

Per il 2023 Zespri continuerà a soddisfare tutti i requisiti normativi anche se i bollini compostabili in fase di sperimentazione per la frutta coltivata in Europa, potrebbero non essere introdotte su tutta la frutta coltivata in Nuova Zelanda, a causa della iniziale limitata disponibilità di scorte.

Mare Aperto in prima linea per un sistema agroalimentare sostenibile

Il 16 ottobre si celebra il World Food Day, la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, giorno in cui nel 1945 è stata fondata la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Il tema scelto dalla FAO per l’edizione 2022 è “Non lasciare nessuno indietro” poiché nonostante siano stati fatti molti progressi nella costruzione di un mondo migliore, troppe persone sono rimaste indietro: non hanno potuto sfruttare lo sviluppo umano, l’innovazione o la crescita economica.

A causa di questa disparità, milioni di persone in tutto il mondo ancora oggi non possono permettersi un’alimentazione corretta, e sono ad alto rischio di insicurezza alimentare e malnutrizione. Negli ultimi anni l’accesso a un’alimentazione adeguata e la disponibilità di cibi nutrienti sono stati ostacolati da svariate criticità, tra cui la pandemia del COVID-19, i conflitti armati, il cambiamento climatico, le disuguaglianze, l’aumento dei prezzi e le tensioni internazionali. Questi fattori rendono necessario l’impegno concreto delle aziende, per garantire un futuro all’umanità.

L’impegno di Mare Aperto: azioni concrete per un futuro migliore per tutti
Mare Aperto Foods, azienda impegnata da sempre in materia di sostenibilità, accoglie e rilancia l’appello lanciato dalla FAO, sottolineando l’importanza di adottare soluzioni sostenibili che abbiano ricadute tangibili sull’ambiente e sull’accesso al cibo, senza lasciare nessuno indietro.

Attraverso il proprio programma di responsabilità sociale d’impresa We Sea, che consta in cinque differenti linee d’azione, l’Azienda genovese si impegna insieme alla casa madre Jealsa a contrastare la pesca illegale, migliorare costantemente i processi produttivi abbattendo i consumi d’acqua e di energia da fonti fossili e azzerare lo spreco di materia prima, contribuendo così in modo tangibile e quotidianamente alla sicurezza alimentare e alla nutrizione per tutti senza compromettere il fragile equilibrio del Pianeta.

In particolare, Mare Aperto si trova perfettamente allineata ad alcuni macro-obiettivi tracciati dall’ONU nella sua Agenda 2030 più strettamente legati a questa ricorrenza: “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile” (SDG n.2) e “Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età” (SDG n.3). L’Azienda, infatti, produce conserve alimentari di qualità, sane e sicure, nel pieno rispetto delle normative nazionali e internazionali di settore e degli stringenti standard industriali IFS e BRC, oltreché in ottemperanza allo standard ISO 9001. In aggiunta a ciò, le conserve ittiche costituiscono una fonte di proteine nobili che rientra a pieno titolo in una nutrizione varia, gustosa e amica del benessere a tutte le età.

Inoltre Mare Aperto si impegna a perseguire l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14 – “Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile” – garantendo che la materia prima impiegata nelle sue conserve ittiche provenga al 100% da fonti di approvvigionamento sostenibile: da pesca controllata e regolamentata che garantisca la piena tracciabilità delle risorse. A riprova del rigore con cui questa promessa viene convertita in fatti concreti, figurano la collaborazione con la International Seafood Sustainability Foundation (ISSF), l’adesione all’International Pole & Line Foundation (IPNLF) e la certificazione della flotta di pescherecci da parte di Marine Stewardship Council (MSC), Friends of the Sea (FOS) e Atún de Pesca Responsable (APR), che impone standard di sostenibilità e di trasparenza/tracciabilità particolarmente stringenti.

Un impegno costante, dal mare alla tavola
Mare Aperto dispone di un’offerta varia e completa: prodotti di altissima qualità e rispettosi dell’ambiente, tra questi il tonno con Solo Un Filo D’Olio d’Oliva, da oggi disponibile nel nuovo cluster 4x60g. La referenza, contenente tonno appartenente a specie non sovrasfruttate, pescato con metodi sostenibili e certificato Friend of the Sea (FOS), è perfetta in tutte le occasioni in cui si ha poco tempo per cucinare o non si è a casa perché non necessità di sgocciolamento, riducendo anche il rischio di generare perdite alimentari o scarti.

Inoltre, come per tutte le altre referenze in cluster di Mare Aperto, è provvista del sistema di apertura facilitata, che utilizza una pellicola di alluminio al posto del classico coperchio in metallo, per evitare tagli accidentali e dimostrandosi ideale anche per bambini ed anziani. Ma non finisce qui: il packaging oltre ad essere completamente riciclabile, segue l’approccio clean label ovvero trasparenza in ogni dettaglio informativo, tanto che tutti gli ingredienti sono riportati sul fronte della confezione e il cartoncino è certificato FSC – proveniente da foreste gestite responsabilmente.

Infine, grazie al tonno in scatola è possibile seguire un’alimentazione sana, corretta e bilanciata perché ricco di acidi grassi cosiddetti “buoni” – gli Omega 3 – e di proteine e aminoacidi essenziali che favoriscono il tono muscolare, la ricostruzione dei tessuti e il ricambio cellulare, contribuendo inoltre alle funzioni cognitive- cerebrali. Sono poi presenti le vitamine B3 o Niacina, B12, la Vitamina A e la D, che concorrono a proteggere le ossa, la circolazione e le difese immunitarie. Infine, il tonno in scatola garantisce un buon apporto di sali minerali essenziali per il corretto funzionamento dell’organismo, tra cui fosforo, ferro e selenio.

Tonno Insuperabile ritorna sul mercato italiano

Icona dei favolosi anni Ottanta, Tonno Insuperabile, grazie al fortunato spot con protagonista il “pescatore” Franco Botto, è diventato un successo cult entrando di diritto nella storia della pubblicità televisiva e nelle case di tutti gli italiani. Oggi lo storico brand, inserito nel Registro Speciale dei Marchi di Interesse Nazionale – istituito presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del Ministero dello Sviluppo Economico – torna sul mercato e diventa “buono per natura” con un posizionamento incentrato sulla qualità del prodotto e sulla sostenibilità ambientale.

Il nuovo Tonno Insuperabile è lavorato in Italia, seguendo i più rigidi controlli in termini di selezione delle materie prime e dei processi produttivi per offrire un prodotto di qualità, con ingredienti naturali e ricettazioni in linea con le moderne esigenze dei consumatori.

Tutta la materia prima, e quindi tutti i prodotti a marchio Insuperabile, è certificata MSC (Marine Stewardship Council). Lo Standard Marine Stewardship Council garantisce che la specie di tonno utilizzata è stata pescata attraverso metodi sostenibili nel rispetto dell’ecosistema marino. Insieme a MSC, Tonno Insuperabile si impegna per avere oceani pieni di vita oggi, domani e per le generazioni future. Il bollino Dolphin Friendly poi certifica che il tonno utilizzato è pescato con tecniche rispettose dei delfini.

“Abbiamo preso in mano un pezzo di storia italiana, un brand fortemente radicato nella memoria collettiva, e avviato un importante riposizionamento di prodotto per arrivare ai consumatori di oggi. La lavorazione italiana a garanzia di controllo e qualità del prodotto e la sostenibilità sono gli asset che caratterizzano il nuovo Insuperabile. Il brand identifica un prodotto che in ogni suo elemento e ingrediente rispetta la natura e le certificazioni ottenute sono un’ulteriore garanzia per il consumatore finale”, dichiara Matteo Candotto, Direttore Commerciale di Med Cibus Srl, società italiana che distribuisce in esclusiva il brand Insuperabile.

Attenzione anche al packaging con la certificazione FSC (Forest Stewardship Council), la carta usata per il confezionamento dei prodotti deriva infatti da una gestione delle foreste rispettosa dell’ambiente, socialmente utile ed economicamente sostenibile.

Tonno Insuperabile è “Buono per Natura” proprio perché l’obiettivo è di salvaguardare la natura in ogni ambito di azione. “Non solo mare. Il rispetto e la tutela dell’ecosistema marino è imprescindibile ma il nostro sguardo deve coinvolgere ogni aspetto della natura. Abbiamo quindi scelto di contribuire anche alla riforestazione collaborando con zeroCO2. Ci impegneremo dunque a piantare nuovi alberi e a sostenere il lavoro di intere comunità agricole nel mondo ad ogni acquisto del nostro prodotto”, continua Matteo Candotto.

Sono due le referenze proposte: all’olio di oliva e al naturale con acqua di mare. La materia prima utilizzata è il tonnetto striato “katsuwonus pelamis” che si caratterizza per un elevato contenuto proteico e bassi livelli di sodio. Tutto il sapore del mare si ritrova nella versione al naturale con l’utilizzo dell’acqua marina, opportunamente sanificata e purificata, per un prodotto leggero, salutare e naturalmente sapido. Entrambe le referenze possono essere consumate anche senza essere sgocciolate, per una maggiore praticità per il consumatore evitando inutili sprechi a beneficio dell’ambiente.

Tonno insuperabile è in vendita nei canali GDO e dettaglio in confezioni da 3 lattine da 65 gr e nel formato in lattina da 130gr.

Partnership tra Granarolo e CGBI per produrre energia pulita

Il Gruppo Granarolo e la Confederazione dei bieticoltori-CGBI annunciano il lancio di “Biometano di filiera”, un progetto in ottica di sostenibilità ed economia circolare che vedrà la realizzazione di 10 nuovi impianti di biometano nell’arco di 3 anni – dislocati in Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli e Puglia -, con lo scopo di ottenere energia pulita, ridurre i costi di trasformazione del latte e produrre fertilizzanti.

In un momento di grande difficoltà in cui versa il mondo allevatoriale, con i prezzi alle stelle per energia, mangimistica, altre competenze e la gestione quotidiana delle aziende agricole, il Gruppo Granarolo, la più grande filiera italiana del latte, e CGBI, gruppo al vertice del comparto italiano dell’energia rinnovabile con 23 impianti biogas realizzati e oltre 200 gestiti in service, hanno deciso di unirsi nel segno di una partnership importante che spazia dal nord al sud dell’Italia per dare una risposta e un aiuto concreto al caro energie di cui tutti, imprese e famiglie, siamo vittime.

Così il Presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari: «Da tempo abbiamo intrapreso un percorso per il ridurre il nostro impatto sull’ambiente, dove i nostri soci-allevatori sono chiamati a giocare un ruolo rilevante nella transizione sostenibile. Questa partnership con una realtà che negli anni ha maturato una grande competenza, partendo dal mondo agricolo, ci permetterà di dare vita a un’esperienza virtuosa di economia circolare, producendo energia per alimentare il processo produttivo, sia in stalla sia in stabilimento, e al contempo fertilizzante organico in un momento in cui l’attenzione alla sostenibilità diventa una priorità assoluta mentre il concime in commercio ha raggiunto quotazioni pari a +87% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Puntiamo a diventare autosufficienti sul piano energetico, eliminando CO2 dal territorio e ottimizzando la gestione agronomica dei terreni, con un notevole risparmio di costi e una miglior qualità del prodotto».

Gabriele Lanfredi, presidente della Confederazione dei bieticoltori-CGBI, che rappresenta nel Paese oltre 5.200 aziende agricole e zootecniche, sottolinea: «Il progetto con Granarolo si aggiunge agli altri due già avviati con Coprob – Italia Zuccheri e con Fruttagel per contrastare la crisi energetica ed efficientare la produzione alimentare, sostituendo una quota importante di gas russo con il biometano ottenuto dai nuovi impianti. Le energie rinnovabili sono il presente su cui investire, per raggiungere l’autonomia energetica e risparmiare sulla bolletta di luce e gas dando un valore economico-ambientale ai sottoprodotti agricoli e agroindustriali».

Nello specifico, in ogni nuovo impianto di biometano Granlatte, la più grande cooperativa d’allevatori d’Italia, che controlla Granarolo, conferirà reflui zootecnici come letami e liquami forniti da alcuni dei propri soci-allevatori nei territori di Lombardia, Friuli e Puglia, mentre Granarolo destinerà scarti della lavorazione del latte come resi da mercato e sottoprodotti (siero e scotta) dai propri stabilimenti di Pasturago di Vernate (MI), Usmate Velate (MB) e Ramuscello (PN).

La Confederazione dei bieticoltori provvederà al recupero di seminativi, colture di secondo raccolto e sottoprodotti agricoli attraverso i propri soci delle cooperative del Nord Italia.

In sintesi, 3 sono i contributi importanti attesi dal processo produttivo dei nuovi impianti:

un importante abbattimento e riduzione dei costi energetici;

la produzione di biometano, prodotto in forma gassosa o liquefatta, utilizzabile parzialmente o totalmente dai soggetti della filiera attraverso l’allacciamento alla rete nazionale sostituendo una quota importante dei consumi interni di metano fossile;

la produzione di digestato, prezioso fertilizzante che darà un aiuto importante al mondo agricolo, costretto al momento, a causa del forte rincaro dei prezzi, ad acquistare concimi a costi enormi (basti pensare all’aumento dell’urea del +120% rispetto al 2021), e che sarà distribuito sui terreni delle aziende agricole conferenti in sostituzione ai concimi chimici, con una particolare collocazione e valorizzazione in agricoltura biologica e secondo le migliori pratiche agronomiche e ambientali, attraverso un’attività di ritiro e distribuzione centralizzata.

Per un singolo impianto di dimensioni medie, si stima di produrre 3.000.000 mc di biometano, con un risparmio previsto di CO2 eq di circa 6.000 tons, e 50.000 tonnellate di digestato.

Parte di questi impianti, il cui investimento totale è di 70 milioni di euro, verrà finanziato attraverso il PNRR, mentre la gestione sarà affidata a società agricole consortili costituite dai soggetti promotori, nell’intento comune di realizzare un modello di economia circolare, sostenibile e certificato in grado di generare valore economico e ambientale per tutta la filiera.

Melinda e Novamont ancora insieme nel nome della sostenibilità

In occasione di Fruit Attraction, tra le fiere più importanti al mondo per il comparto dell’ortofrutta che si tiene in questi giorni a Madrid, Melinda e Novamont hanno presentato la loro collaborazione finalizzata alla realizzazione di packaging sempre più ecofriendly.

Consapevole di come la riduzione dell’impatto degli imballaggi, l’economia circolare e la bioeconomia siano asset sempre più centrali e strategici, qualche anno fa Melinda ha avviato una collaborazione con Novamont. Il primo frutto di questa partnership è stato un film in bioplastica che insieme a vassoio, bollini ed etichette ha reso totalmente compostabile il vassoio 4 frutti della linea Melinda BIO.

Ora le due aziende stanno sperimentando un nuovo sacco in Mater-Bi dotato di buona trasparenza e ottima resistenza, compostabile in conformità alla norma internazionale EN 13432, che risponde alla logica della seconda vita dei prodotti: infatti, potrà essere riciclato con la raccolta della frazione organica dei rifiuti per essere trasformato in compost, ossia concime per il terreno, dopo il trattamento in appositi impianti industriali. Nell’ottica del learning by doing, Melinda e Novamont hanno avviato anche un progetto di ricerca sull’utilizzo degli scarti della lavorazione della mela della filiera Melinda per l’estrazione di zuccheri di seconda generazione che, nelle intenzioni delle due aziende, saranno utilizzati per il processo produttivo della bioplastica stessa.

“Siamo onorati e orgogliosi di poter collaborare con un’altra azienda italiana che condivide i nostri stessi valori e fornisce soluzioni per il packaging che sono coerenti con il nostro impegno per la sostenibilità e la bioeconomia. Insieme abbiamo già raggiunto risultati importanti e guardiamo al futuro con obiettivi ancora più ambiziosi”, dichiara Paolo Gerevini, Direttore Generale Consorzio Melinda. “La sostenibilità fa parte del DNA di Melinda, che da sempre e ogni giorno mette in campo azioni concrete e tangibili a difesa dell’ambiente. Intendiamo impegnarci per continuare a sviluppare soluzioni innovative per una frutticoltura moderna e sempre più ecofriendly”.

“Con il marchio Mater-Bi Novamont produce e commercializza un’ampia famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili secondo lo standard EN 13432 ottenute grazie a tecnologie proprietarie nel campo degli amidi, delle cellulose, degli oli vegetali e delle loro combinazioni, usate in tanti ambiti della vita quotidiana” spiega Rosa Puig Moré Marketing Manager di Novamont Iberia. “Sottrarre gli imballaggi alimentari alla discarica e all’incenerimento avviandoli al compostaggio, consente di ridurre le emissioni dirette di CO2 e di dare un formidabile contributo alla rigenerazione dei suoli. Il compost è, infatti, un ammendante in grado di apportare al terreno elevati benefici agronomici quali l’incremento della sostanza organica del suolo. Siamo contenti di poter lavorare a questo progetto insieme a Melinda, certi di proseguire una collaborazione proficua a favore dell’ambiente”.

60esimo anniversario di Conad, parte un nuovo concorso

In occasione del suo sessantesimo anniversario, Conad avvia il “Grande Concorso 60 e vinci” dedicato agli oltre 8,1 milioni di possessori di carte fedeltà Conad, realizzato in collaborazione con 11 aziende dell’industria di marca che da tempo hanno posto la sostenibilità in cima alle proprie strategie di business.

Fino al 30 ottobre 2022 i clienti potranno partecipare al concorso nei punti vendita attraverso l’acquisto di prodotti delle grandi marche partner. Utilizzando “Carta Insieme” o “Carta Insieme più Conad Card”, all’acquisto dei prodotti evidenziati a scaffale dei partner selezionati si ottengono dei crediti virtuali. I crediti accumulati sono visibili associando la carta Conad tramite registrazione su conad.it o sull’App Conad, e potranno essere utilizzati sul sito 60evinci.conad.it partecipando all’estrazione istantanea di almeno 20 E-BIKE BRERA al giorno, per un totale di 600 e-bike messe in palio.

Oltre all’estrazione quotidiana dei premi, con i codici giocati sarà anche possibile partecipare all’estrazione finale di 60 FIAT 500 HYBRID. Per quest’occasione, sarà anche possibile riscattare i crediti non ancora utilizzati fino al 6 novembre successivo. I premi messi in palio in questa iniziativa sono stati studiati da Conad per incentivare una mobilità sempre più green, con la consapevolezza che la sostenibilità può essere fatta solo attraverso le azioni quotidiane di tutta la comunità.

“Festeggiamo i 60 anni della nostra insegna guardando al futuro, con l’obiettivo di accompagnare le persone verso un domani migliore, da costruire insieme” ha commentato Francesco Avanzini, Direttore Generale di Conad. “È per questo che abbiamo scelto di incentivare la scelta di soluzioni di mobilità sostenibili attraverso il nostro concorso a premi. Perché siamo convinti che la differenza la facciano, con un piccolo gesto quotidiano, le persone. Quelle che lavorano con noi e le Comunità che serviamo ogni giorno».

Nel quadro delle attività implementate da Conad per la celebrazione dei suoi 60 anni, il “Grande Concorso 60 e vinci” si integra con l’iniziativa “Forestiamo insieme l’Italia”, un grande progetto di salvaguardia ambientale che prevede la piantagione di 20.000 alberi su tutto il territorio nazionale entro la primavera 2023.

Queste attività rientrano all’interno della strategia Sosteniamo il futuro, che valorizza le 3 dimensioni dell’agire sostenibile del Sistema Conad: Ambiente e Risorse, Persone e Comunità, Imprese e Territorio.

Da Conad Nord Ovest arriva lo scontrino parlante

Ancora una volta Conad Nord Ovest ed i suoi soci confermano l’impegno per la valorizzazione delle aziende del territorio con un’importante novità.

A partire da sabato scorso 1° ottobre nei punti vendita ad insegna Spazio Conad, Conad Superstore, Conad e Conad City, Sapori&Dintorni della rete Conad Nord Ovest di Toscana, Emilia, Piemonte e Valle d‘Aosta, Liguria, Lazio e Sardegna, i clienti avranno la possibilità di scoprire quanto le loro scelte d’acquisto contribuiscano a sostenere le aziende del proprio territorio, grazie al nuovo “scontrino parlante”: sullo stesso verranno indicati gli articoli prodotti in Regione, segnalati singolarmente all’interno dello scontrino con il simbolo # e in chiusura evidenziandone il numero complessivo.

Una nuova iniziativa che si propone di coinvolgere i clienti in un percorso di scoperta e valorizzazione delle produzioni locali e che rappresenta un ulteriore tassello dell’impegno della Cooperativa per la promozione e il sostegno del localismo e delle aziende del territorio. Essere vicini alle comunità e concorrere alla crescita dei territori in cui opera rappresenta da sempre un tratto distintivo della strategia d’impresa di Conad Nord Ovest.

“Nel nostro percorso di sostenibilità verso comunità e territori, è importante far sapere ai nostri clienti quanto della loro spesa quotidiana possa far crescere il proprio territorio – ha dichiarato Marco Antonio Brambilla, Direttore Generale di Conad Nord Ovest. L’obiettivo di essere vicino alle nostre comunità, guida il lavoro quotidiano della cooperativa, dei soci e di ogni collaboratore. Si tratta di una scelta di responsabilità che crea valore aggiunto per le economie locali e che consente di recuperare e valorizzare il legame con il territorio, riscoprendo una memoria collettiva da conservare e tramandare.

Sostenere le imprese locali accresce l’importanza del nostro lavoro dal punto di vista anche della sostenibilità ambientale – ribadisce Brambilla – La filiera corta, riducendo gli spostamenti, porta con sé importanti benefici dovuti alla riduzione degli imballaggi e degli spostamenti, con minori emissioni di CO2 e minor carburante necessario. Accompagnare i nostri clienti nella consapevolezza di avere loro stessi la possibilità di far del bene al loro territorio è importante: sempre più consumatori scelgono prodotti locali, sicuri, a filiera controllata e di qualità”.

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