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Beni durevoli in calo dell’11,4%. L’analisi Findomestic

 

Nel 2020, annus horribilis, i consumi si rivelano ondivaghi e riservano delle sorprese: la spesa per i veicoli, infatti, si riduce del 15,7%, ma cresce il valore di segmenti chiave legati alla trasformazione tecnologica della casa come l’Information Technology (+23,5%) e i piccoli elettrodomestici (+9,5%). Secondo quanto emerge dalla 27esima edizione dell’Osservatorio Findomestic, realizzato in collaborazione con Prometeia, gli acquisti di beni durevoli scendono nel 2020 a 61,3 miliardi di euro con una contrazione dell’11,4% rispetto al 2019, in linea con il trend dei consumi tout court. I cali più pesanti si registrano in Lombardia (-12,7%), Veneto (-12,4%) e Marche (-12%).

«Si interrompe così la dinamica positiva che durava da sei anni consecutivi – commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic -. L’andamento dei consumi riflette i cambiamenti radicali innescati dall’emergenza sanitaria. L’esplosione dello smart working e della didattica digitale integrata ha restituito centralità alla dimensione familiare, orientando il lifestyle verso la funzionalità, la sicurezza e il comfort degli ambienti domestici. Lo spiegano chiaramente due dati: il +30% dei congelatori e il +37% dei wine cabinet. La casa diventa, al contempo, un rifugio e uno spazio sempre più votato al benessere».

Andamento regionale

I beni durevoli (veicoli, mobili, elettrodomestici e hi-tech, ecc.) monitorati da Findomestic, società di credito al consumo del Gruppo BNP Paribas, pesano per il 6,3% sui consumi totali, un valore sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno (6,4%). Nei primi due trimestri dell’anno i durevoli hanno subito un calo rispettivamente del 20,8% e del 31,1%, per arrivare poi al rimbalzo del 13% nel periodo compreso fra luglio e settembre. Con una spesa complessiva di 12,3 miliardi di euro, la Lombardia rimane la regione con la maggiore incidenza in valore assoluto (7,5%) sui consumi dei durevoli, davanti al Lazio con 5,9 miliardi (3,6%) e al Veneto con 5,8 miliardi (3,5%). Il territorio lombardo, tuttavia, è anche quello che patisce il calo percentuale più consistente (-12,7%), seguito dal Veneto (-12,4%) e dalle Marche (-12%). La contrazione si rivela, invece, meno marcata in Molise (-7,9%), Friuli Venezia Giulia (-8,4%), Puglia e Trentino Alto Adige (-8,7% per entrambe).

Il mercato dei veicoli

Il comparto (auto nuova, usata e due ruote) – di fatto azzerato durante il lockdown – riesce a scongiurare il tracollo grazie agli ecoincentivi statali, che hanno determinato una ripresa significativa del settore a partire soprattutto dal mese di agosto, anche se la decelerazione delle perdite era già cominciata a giugno: il 2020, secondo l’Osservatorio Findomestic, si chiuderà a quota 33,5 miliardi. Naturalmente in basa alla tipologia di veicolo, il panorama cambia. Partiamo dall’usato: per le famiglie italiane le auto usate, pur in flessione del 13%, continuano a rappresentare la voce di spesa più consistente con 17 miliardi di euro totali. Le compravendite stimate per la fine dell’anno saranno 2.494.500, il 13,6% in meno rispetto al 2019. La Lombardia guida la classifica con quasi 370.000 passaggi di proprietà nonostante il calo più marcato in Italia (-16%). Seguono il Lazio con circa 250.000 (-13,8%) e la Campania con poco meno di 244.000 auto usate vendute (-11,8%). L’unica regione con un tasso di decremento ad una sola cifra è la Sicilia (-9,2%).

Per le auto nuove acquistate da privati la contrazione della spesa si attesta al 19,3% per un valore complessivo di 14,8 miliardi di euro, in calo di 3,5 miliardi rispetto al 2019. In base alle proiezioni, a fine anno le famiglie italiane avranno immatricolato 862 mila vetture (-21,3%) all’interno di un mercato, che includendo la domanda aziendale, chiuderà il 2020 con 1.336.355 pezzi venduti (-30,7%). A livello regionale, con oltre 227.000 immatricolazioni la Lombardia si conferma il primo mercato, seguita da Trentino Alto Adige con 192.000 auto vendute e il Lazio con 132.600. Le flessioni più elevate riguardano il Trentino (-35,5%), Sardegna e Valle d’Aosta (entrambe a -34,4%). Più contenuto il decremento per Liguria (-24,5%) e Toscana (-25,7%).

Il rilancio del mercato dell’auto nel post-lockdown si tinge di verde: la crescita delle vetture ad alimentazione alternativa – GPL, metano, ibride ed elettriche – si attesta all’8,9% dopo i primi 9 mesi dell’anno. È green una vettura su quattro tra quelle di nuova immatricolazione, con una conseguente erosione delle quote di mercato sia dei veicoli a benzina (40% delle vendite, in calo del 39,4% sul 2019) che di quelli diesel (35% del totale, con un passivo del 44,1%). Nel segmento della mobilità sostenibile, le auto a motorizzazione elettrica sono protagoniste di un vero e proprio boom con una crescita del 73% sull’immatricolato; perdono appeal, al contrario, i veicoli alimentati a Gpl (-39,9%) e, in parte, anche quelli a metano (-12,4%).

Il segmento dei motoveicoli risente in misura relativa dello scenario di crisi: il ridimensionamento del fatturato si ferma all’8,3%, per un valore complessivo di 1,6 miliardi. Le vendite di due ruote hanno fatto registrare un incremento particolarmente sensibile in estate e in particolare a giugno (+35,4%) e agosto (+41,4%): un effetto della revisione dei paradigmi della mobilità in tempi di emergenza pandemica, che comporta una crescente preferenza per gli spostamenti senza mezzi pubblici. La Lombardia, che con 44.795 pezzi venduti vale quasi il 20% del mercato, registra una flessione minima (-1,5%) a differenza del Trentino Alto Adige dove il calo in volumi raggiunge il 36,8%. Le regioni meridionali, favorite dal clima, registrano, invece, vendite in aumento con incrementi consistenti in Puglia (+13,1%) e Calabria (+14,8%).

Il settore casa

I due grandi comparti del settore casa evidenziano andamenti divergenti: alla dinamica negativa dei mobili (-10,6%) fa da contraltare la perfetta stabilità della tecnologia consumer (-0,1%), come rileva l’Osservatorio Findomestic.

L’arredamento aveva iniziato il 2020 con il piede giusto: il +2% di gennaio e il +2,9% di febbraio sono stati annullati dalle gravissime perdite innescate dal lockdown primaverile, con il -53,4% di marzo e addirittura il -85,5% di aprile. La risalita è lenta e faticosa, ma la tendenza pare ormai avviata in maniera definitiva sui binari della ripresa: il mercato raggiungerà i 13,6 miliardi alla fine dell’anno. L’analisi regionale restituisce la misura precisa del cospicuo contributo al comparto da parte della Lombardia: 2,71 miliardi, in decrescita dell’11%. Nettamente distaccate le regioni al secondo e terzo posto, ovvero il Lazio con 1,31 miliardi (-9,8%) e il Veneto con 1,25 miliardi (-10,9%). Le perdite percentuali più consistenti si registrano in Sardegna (-13%), Basilicata (-12,8%) e Calabria (-12,6%). Il canale online con una crescita del 32% arriva a pesare il 13% all’interno di un mercato in cui le famiglie italiane, da tradizione, continuano a preferire i punti vendita fisici.

Nell’ampio paniere della tecnologia consumer, le performance dei mercati risultano particolarmente variegate. L’impennata dell’information technology (+23,5%) alimenta un giro d’affari complessivo da 2,4 miliardi di euro: si tratta dell’unico segmento con bilanci positivi in tutti i singoli mesi del 2020, con un picco di crescita del 47,8% a maggio. Tra i prodotti di maggior successo figurano le webcam (+60,3%), i pc portatili (+53,1%) e anche i tablet (+20,7%): un chiaro esito della svolta smart del lavoro e dell’istruzione. Dei 2,4 miliardi spesi dagli italiani in I.T., 480 milioni sono concentrati in Lombardia (+30%), 248 in Veneto (+20,9%) e altrettanti in Emilia Romagna (+22,1%). La regione che fa segnare la crescita maggiore è la Liguria con +32,1% (74 milioni totali), mentre nel Lazio l’espansione del mercato si ferma al 17,9% (a quota 202 milioni). Ai numeri dell’I.T. contribuisce lo sviluppo dell’e-commerce, che incide sugli acquisti con una quota del 26,5% segnando un’accelerazione del 53% rispetto allo scorso anno. Nel comparto tech, anche l’andamento dei piccoli elettrodomestici è decisamente favorevole: con un bilancio in aumento del 9,5% il segmento tocca un valore di 1,7 miliardi di euro. La variazione positiva è maturata soprattutto tra maggio e giugno (rispettivamente +36,5% e +36,7%) grazie in particolare alle vendite di tagliacapelli (+60,6%) e robot da cucina (+28,2%), riflesso delle nuove esigenze sviluppate durante il lockdown scattato a marzo. Anche per i piccoli elettrodomestici è in forte crescita l’apporto degli acquisti tramite l’e-commerce: +53,9% in valore e incidenza al 34,8%.

È in sofferenza, invece, il mercato dei grandi elettrodomestici, che scivolano a 3 miliardi complessivi con una contrazione del 5,5%, nonostante lo sprint di prodotti come i congelatori (+30,1%) e le wine cabinet (+36,7%). Negativa è anche la performance della telefonia, che perde il 6,9% arretrando a 5,3 miliardi complessivi, nonostante il boom degli acquisti sul web: +61,9% per un’incidenza del 14%. Pesa, in particolare, il calo degli smartphone (-6,9%), che non è compensato dal notevole incremento delle cuffie (+47,7%) e dei dispositivi wearables (+8,7). Le regioni dove la frenata è più brusca sono l’Umbria (-10,4%), le Marche (-9,1%), il Lazio e la Toscana (entrambe a -9%). La Lombardia guida il giro d’affari del segmento telefonia con una spesa di 1,03 miliardi, in flessione del 6,5%. Più contenuto è il calo dell’elettronica di consumo, che perde il 3,1% in valore attestandosi a 1,8 miliardi di euro: segnano il passo i televisori (-2,8%) e aumentano le casse (+3,6%), mentre tornano in ascesa i droni (+54%). Per i prodotti di elettronica diventano sempre più rilevanti gli acquisti online, con una progressione annua del 41,1% e un peso del 21% sul totale dei consumi del segmento.

La scalata dell’e-commerce

Oggi oltre la metà degli italiani – per la precisione il 56% – preferisce comprare su Internet anziché in negozio. È la prima volta che i canali digitali scavalcano quelli fisici nelle intenzioni d’acquisto. Tendenza che, seppur condizionata da variabili contingenti come le chiusure delle attività o le limitazioni alla mobilità, si è andata via via consolidando anche con l’allentamento delle restrizioni tant’è che oggi il 44% dichiara di acquistare di più su web rispetto all’era pre-Covid. Da marzo ad oggi, sono tanti gli italiani che hanno acquistato online prodotti mai acquistati precedentemente sul web: il 22% ha fatto per la prima volta la spesa alimentare, l’11% ha acquistato piccoli elettrodomestici, il 10% ha ordinato telefoni, libri, cosmetici e articoli per il fai-da-te e l’8% ha comprato giocattoli e prodotti informatici. Ad aver beneficiato di più del contributo dell’online è proprio il mercato della tecnologia consumer dove l’incremento della spesa sul web (+46%) è riuscito a compensare nei primi 9 mesi dell’anno la riduzione dei consumi sul canale fisico (-8%) permettendo all’intero comparto di chiudere sui livelli del 2019 (-0,1%).

Il credito al consumo

Come certificano i dati Assofin, il mercato registra dopo i primi 10 mesi dell’anno una flessione delle erogazioni del 22,2%: un inevitabile contraccolpo della caduta dei consumi determinata dalla crisi pandemica. Findomestic mostra, alla fine di ottobre, un andamento leggermente migliore rispetto alla media: -20,6%. «Il 2020 era partito con uno slancio positivo – spiega il direttore generale di Findomestic, Gilles Zeitoun -. Nei primi due mesi dell’anno, infatti, si era rilevata una crescita rispetto al 2019. L’effetto lockdown ha frenato la domanda, innescando un calo che, a livello di mercato, ha raggiunto il 65,7% ad aprile. La ripresa è stata difficoltosa, ma Findomestic si è dimostrata in grado di rispondere alle esigenze del pubblico mettendo a punto una strategia imperniata su reattività, adattabilità e concretezza, nel quadro di quella responsabilità che da sempre rappresenta la stella polare delle azioni della nostra società: proprio per questo abbiamo accolto circa 60 mila richieste di sospensione rimborsi e abbiamo proposto ai nostri clienti nuovi prodotti in grado di garantire maggiore flessibilità nella gestione dei rimborsi e completa accessibilità anche attraverso i canali digitali».

La tecnologia di consumo resiste alla pandemia. L’analisi di GfK

Nei primi sei mesi del 2020, il valore del mercato globale* dei Technical Consumer Goods (TCG) è sceso a 306 miliardi di euro per effetto della crisi legata al Coronavirus. Secondo le rilevazioni GfK, le vendite sono diminuite del -5,8% a valore a livello internazionale. Rispetto ad altri settori, il calo è stato relativamente contenuto, grazie anche all’emergere di nuovi bisogni per la gestione della vita in casa durante il lockdown. Questi i principali trend del mercato Tech presentati da GfK in occasione di IFA 2020 a Berlino. In altri termini si può constatare che, nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato la prima parte del 2020, il mercato della Tecnologia di consumo ha dimostrato una certa resilienza, registrando un calo delle vendite abbastanza contenuto: -5,8% a valore nei primi sei mesi dell’anno. Un dato che si spiega con il ricorso alla tecnologia per affrontare la crisi.

Durante il lockdown e la contestuale chiusura dei negozi, infatti, le persone hanno vissuto nuove esperienze all’interno delle mura domestiche – smart working, intrattenimento, pulizia ecc… – che hanno generato nuovi bisogni, contribuendo a sostenere il mercato della Tecnologia.

I trend che hanno guidato gli acquisti durante la prima parte dell’anno sono stati la semplificazione, le performance, lo shopping senza barriere, la salute e l’igiene. Tutte tendenze che continueranno ad essere centrali anche nella fase “New Normal”.

Il mercato in Italia

Anche dal nostro Paese arrivano segnali positivi per il settore Tech: le ultime rilevazioni GfK – aggiornate al mese di luglio – mostrano una crescita del +4,5% a valore rispetto allo stesso periodo del 2019. Dall’inizio dell’anno, il mercato italiano della Tecnologia di consumo risulta in calo del -1,4% a valore; un dato che fa ben sperare per i prossimi mesi.

Effetto food preparation

Il lockdown ha influito sulle abitudini, comprese quelle alimentari: nelle prime settimane della crisi, per esempio, i consumatori hanno fatto scorta di surgelati e questo ha determinato una crescita immediata delle vendite di Congelatori. Come dimostra il fatto che tra il 2 e il 22 marzo le unità vendute hanno segnato un +317% in Gran Bretagna e un +185% in Germania. Finita la fase di accaparramento, nelle settimane successive è iniziata a crescere la domanda di apparecchi per la preparazione del cibo. In Germania, ad esempio, questo comparto è cresciuto del +28% nel periodo compreso tra il 23 marzo e il 26 aprile 2020.

Il trend del mangiare a casa ha sostenuto le vendite di dispositivi per la Food preparation anche dopo la fine del lockdown e questo ha avuto un effetto positivo sul settore del Piccolo Elettrodomestico, che è cresciuto del +8,6% a livello internazionale. Il Grande Elettrodomestico ha registrato invece una flessione del -8,6%, nonostante le performance positive di alcuni prodotti, come ad esempio i forni a microonde (+36,8%).

Effetto smart working

Fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, i consumatori hanno avuto l’esigenza di attrezzarsi per gestire la continuità lavorativa e formativa in casa. Di conseguenza, il settore IT e Office è cresciuto a valore del +15% a marzo e del +15% ad aprile a livello internazionale.

Le settimane tra il 9 marzo e il 5 aprile – con l’inizio del lockdown in molti Paesi – sono state caratterizzate da un “effetto panico” sugli acquisti. In questo periodo, c’è stato un incremento delle  vendite a unità del +297% per le Webcam, del +120% per i Monitor e del +62% per PC Portatili e Tablet in Francia, Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna. Questo trend positivo è continuato anche dopo. Complessivamente, a livello internazionale il comparto IT è cresciuto del +17,2% a valore nei primi sei mesi del 2020, mentre il comparto Office è cresciuto del +12,1%.

Cresce il comparto Gaming

Durante il confinamento, i consumatori di tutto il mondo si sono dotati di nuovi dispositivi per vivere al meglio l’Entertainment dentro casa. Le vendite di chiavette per lo Streaming sono cresciute in tutti i Paesi: nei Paesi Bassi, ad esempio, si è registrato un +54% nel periodo compreso tra il 9 marzo e il 5 aprile. Molto positivo anche il comparto Gaming, con un crescita del +55% delle vendite di PC Portatili e del +62% dei Monitor con caratteristiche Gaming nei primi sei mesi del 2020.

Al contrario, durante il lockdown le vendite di TV sono crollate, per poi registrare una netta ripresa nella successiva fase di “Revenge Shopping”. Complessivamente, il comparto TV ha visto una flessione del -7% a valore, con forti differenze a livello geografico: l’Europa occidentale e i Paesi asiatici sviluppati sono cresciuti rispettivamente del +4% e del +13% a unità, mentre i Paesi asiatici emergenti hanno registrato una flessione del -28% a valore. A livello internazionale, il settore dell’Elettronica di consumo (incluso il comparto Foto) ha registrato una flessione del -8,7% nei primi sei mesi dell’anno.

Nota metodologica

Attraverso la metodologia Retail Panel, GfK raccoglie in maniera continuativa i dati di vendita dei Technical Consumer Goods (Elettronica di consumo, Foto, Telecomunicazioni, IT, Apparecchiature per ufficio e Grande e Piccolo Elettrodomestico) in oltre 70 Paesi in tutto il mondo.

Post Covid-19: la nuova normalità raccontata da GfK

Dopo otto settimane difficili, coincise con il periodo di lockdown, dall’inizio della Fase 2 il mercato Tech ha fatto registrare una forte crescita, con trend positivi sia online che nei punti vendita tradizionali.

Ma quali sono i prodotti che crescono di più? E come si stanno attrezzando i Retailer per gestire i nuovi bisogni e le nuove aspettative (anche in termini di sicurezza) dei Consumatori?

Nel corso del live event “Verso una nuova normalità: l’andamento dei mercati Tech nella Fase 2” gli esperti GfK hanno cercato di fare il punto sui trend che stanno influenzando lo scenario attuale e sulle prospettive per i prossimi mesi. Enzo Frasio, Presidente di GfK Italia, ha sottolineato come negli ultimi tre mesi i consumatori e i mercati siano profondamente cambiati: “La nuova normalità accompagnerà le aziende verso nuovi territori e nuove sfide, e solo chi sarà in grado di adattarsi proattivamente a questo nuovo contesto riuscirà a vincere”.

A seguire, Daniele Novello (Sub-Lead Consumer Insight) ha fatto il punto sull’evoluzione del quadro psicologico dei consumatori italiani. Dalle ricerche GfK emerge che il sentiment degli italiani è prevedibilmente più pessimista rispetto al periodo precedente a COVID-19. Tuttavia, nelle ultime settimane, si osservano prove della voglia di ripartire. Il Coronavirus fa sempre meno paura (il 31% degli italiani si dice oggi molto preoccupato, era il 64% a marzo) e anche a fronte delle – sempre più diffuse – preoccupazioni economiche, si colgono incoraggianti segnali di ripresa di progettualità nei consumi da parte delle famiglie italiane.

Da sottolineare anche la centralità del tema della sostenibilità. Spiega Novello: “A dispetto della minor propensione agli investimenti in sostenibilità che emerge dalle interviste fatte da GfK a un panel di oltre 500 Manager d’azienda, i consumatori italiani ribadiscono la loro crescente attenzione e sensibilità al tema. La crisi legata al COVID-19 sembra aver aumentato l’attenzione alla salute delle persone e la consapevolezza che il benessere di ciascuno di noi passa sempre più dal benessere del Pianeta”.

La tecnologia di consumo

Sul settore si è espresso Fabrizio Marazzi (Lead Market Insight) raccontando l’evoluzione del mercato italiano della Tecnologia di Consumo negli ultimi mesi: dai segnali positivi delle prime settimane del 2020, alla flessione che ha caratterizzato tutto il periodo del lockdown fino alla netta ripresa che è iniziata con la Week 19, quella iniziata lunedì 4 maggio, primo giorno della cosiddetta “Fase 2”. Nella settimana dall’8 al 14 giugno le rilevazioni effettuate da GfK sul Retail Panel Weekly* fanno registrare una crescita del +24% a valore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Nelle ultime settimane il mercato italiano è anche riuscito a recuperare almeno in parte la negatività legata all’emergenza COVID-19: dall’inizio dell’anno (Week 1- Week 24) il perimetro Retail Panel Weekly registra infatti un +0,3% a totale.

Se durante il periodo del lockdown era stato soprattutto il canale online a crescere, con la Fase 2 sono tornati a crescere in maniera importante anche gli store fisici: nella settimana dall’8 al 14 giugno i punti vendita tradizionali hanno fatto registrare una crescita a valore del +14% rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta della quarta settimana di fila che vede una crescita a doppia cifra del canale fisico.

Spiega Marazzi: “Tradizionalmente l’Italia è uno dei paesi con la penetrazione più bassa dell’e-commerce, ma uno degli effetti a lungo termine della crisi legata al Coronavirus potrebbe essere una maggiore propensione nei confronti degli acquisti sul web. Analizzando il peso del canale online e di quello fisico da inizio anno, infatti, emerge chiaramente una crescita di importanza del primo per quanto riguarda la Tecnologia di Consumo. Per il perimetro di prodotti monitorati dal GfK Retail Panel Weekly, il canale online è passato dal pesare il 18,3% a valore nel pre-lockdown al 24,4% nella Fase 2. Considerando tutte le settimane dall’inizio dell’anno (Week 1- Week 24) sul perimetro Retail Panel Weekly il canale online è arrivato a pesare il 27,5% a valore”.

Con la Fase 2 sono tornati a crescere tutti i prodotti Tech più importanti per fatturato, ma nei primi mesi dell’anno i diversi comparti hanno reagito in maniera diversa all’emergenza COVID-19. La performance più positiva in assoluto è stata quella del comparto IT e Office, che grazie alla spinta di smart working e didattica a distanza è cresciuto complessivamente del +41% da inizio anno. Positivo anche il Piccolo Elettrodomestico, che ha fatto registrare un +10% a valore rispetto allo stesso periodo del 2019, complici le performance positive dei dispositivi per la preparazione di cibo, per la cura della persona e per la pulizia della casa – molto richiesti in un periodo in cui le persone erano costrette a rimanere in casa.

Rimangono ancora in area negativa i trend da inizio anno di Grande Elettrodomestico, Telecomunicazioni ed Elettronica di consumo, anche se le crescite registrare dalla fine del confinamento hanno consentito di recuperare almeno in parte le perdite. Continua a soffrire invece il comparto Foto, che ha risentito più degli altri dell’impossibilità delle persone di muoversi e della cancellazione di eventi sportivi e cerimonie.

Nel dopo COVID-19

E in futuro? In mrito Ivano Garavaglia (Head of Retail) ha presentato alcuni insight su come sta evolvendo il mondo Retail nel dopo COVID-19.  Secondo quanto emerge dalla ricerca GfK Retail Insight 4.0 i negozi devono adeguare la propria offerta per soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori, puntando su sicurezza, fattore umano e nuove tecnologie digitali.

Spiega Garavaglia: “Come abbiamo già visto per il mercato Tech, per effetto del lockdown le vendite on-line sono cresciute in maniera significativa e il 23% degli italiani dichiara che, anche quando la situazione sarà tornata alla normalità, farà più acquisti online di prima. Ma dai dati GfK emerge soprattutto una maggiore propensione alla Multicanalità: gli italiani ora più che in passato dichiarano infatti di acquistare i prodotti di cui hanno bisogno allo stesso modo nei negozi che online”.

 

Nota metodologica

*I dati presentati si basano sui dati di sell-out delle principali insegne online e offline attive sul mercato italiano, per il paniere dei 25 prodotti tecnologici più importanti per fatturato che GfK rileva su base settimanale attraverso il GfK Retail Panel Weekly.  

Tecnologia di consumo: i trend durante il lockdown. I dati GfK

Il lockdown innescato dalla diffusione di Covid-19, ha fatto sentire i suoi effetti sui trend d’acquisto. Compresi quelli relativi alla tecnologia di consumo, come emerge chiaramente dai dati GfK raccolti grazie ai tracking settimanali attivati a partire da febbraio, per misurare gli effetti del Coronavirus sui mercati e i consumatori. Nell’ambito della Tecnologia di consumo, si sono registrarti numerosi cambiamenti nei comportamenti d’acquisto.

Dopo lo shock iniziale, i consumatori hanno iniziato a adattarsi alla nuova vita quasi esclusivamente casalinga, rimandando l’acquisto di alcuni prodotti e puntando su tutti quei dispositivi tecnologici che consentono di lavorare, studiare ma anche intrattenersi in casa.

Dalla seconda settimana di marzo, il diffondersi dello smart working ha portato ad un’impennata delle vendite di monitor (+120% a unità), stampanti (+68%), notebook (+62%) e tastiere (+61%) nei cinque Paesi europei considerati. Le webcam sono il prodotto che ha registrato il picco di vendite più elevato (+297%).

La necessità di mangiare a casa più spesso del solito ha indotto molte persone a fare scorta di cibo e questo ha stimolato le vendite di congelatori e frigoriferi, ancora prima del lockdown. Nelle prime tre settimane di marzo, le vendite di congelatori sono cresciute del +317% a unità in Gran Bretagna. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la crescita è stata del +185% in Germania e del +44% in Francia.

Un altro settore che è cresciuto molto per effetto del lockdown è quello dei dispositivi per l’Entertainment in casa. Dall’inizio del blocco, le vendite di Media stick e boxes sono cresciute del +50% a unità in alcuni mercati. In Gran Bretagna, le vendite di televisori sono aumentate del +31% nel periodo compreso tra il 9 marzo e il 5 aprile; in particolare sono cresciute le vendite di TV economiche, da utilizzare come secondo schermo per le diverse esigenze di visione in famiglia. Anche il comparto Gaming ha registrato ovunque dei trend positivi. Le Console sono cresciute del +259% in Gran Bretagna, del +139% in Germania, del +132% in Francia, del +108% in Spagna e del +65% in Italia. In crescita anche le vendite di PC Portatili per il Gaming: +33% in Italia e +92% in Spagna.

Le perdite dei negozi

Nella settimana dal 30 marzo al 5 aprile 2020, le vendite sul canale online sono cresciute di quasi il +100% a valore nei cinque maggiori mercati europei (Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Italia). Tuttavia, questo enorme balzo in avanti dell’e-commerce non è riuscito a compensare le perdite registrate nei negozi fisici: complessivamente il mercato ha registrato un -14% rispetto allo stesso periodo del 2019. Secondo le analisi GfK, le vendite online dovrebbero quadruplicare per compensare le chiusure complete dei negozi – ma questo scenario è ancora molto distante.

Verso una “nuova normalità”

Nelle ultime settimane si parla sempre di più di come fare per uscire dall’isolamento e tornare alla normalità. Probabilmente, servirà ancora parecchio tempo prima di tornare alla situazione di partenza, come mostra l’esempio della Cina: 10 settimane dopo il primo lockdown, le vendite nei negozi fisici sono ancora molto distanti da quelle di un periodo normale.

Secondo Norbert Herzog, esperto GfK per la Tecnologia di consumo, sono tre le fasi che i consumatori e i mercati affronteranno durante la crisi del COVID-19: “Dopo le prima settimane di ‘panico’ e incertezza, siamo ora entrati nella fase di ‘adattamento’. Ciascuno cerca di trarre il meglio dalla condizione attuale, che vede quasi tutti chiusi in casa, dedicando più tempo e più cura al cibo, all’intrattenimento e di benessere. Dopo la riapertura dei negozi, i consumatori libereranno la loro domanda inespressa, tornando a comprare quei prodotti di cui hanno rimandato l’acquisto, come i Grandi Elettrodomestici o gli Smartphone. Infine, raggiungeremo una ‘nuova normalità’ caratterizzata da un contesto economico difficile e da budget di consumo più ristretti. Inoltre, ci aspettiamo che tutti i servizi digitali (come l’e-commerce, il click&collect e i sistemi di pagamento elettronico) continuino a crescere, per effetto delle nuove abitudini di acquisto sperimentate dai consumatori – spesso per la prima volta – in queste settimane”.

Nota metodologica

Attraverso la metodologia Retail Panel, GfK raccoglie in maniera continuativa i dati di sell-out dell’Elettronica di consumo per oltre 300 gruppi di prodotto e in più di 70 Paesi, coprendo i principali Retailer e canali di vendita. I dati contenuti in questo comunicato si basano sui dati di sell-out delle principali insegne online e offline rilevate da GfK in Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Italia. Salvo dove indicato diversamente, il periodo considerato è quello compreso tra il 9 marzo e il 5 aprile 2020.

Tecnologia di consumo: in contrazione i primi 9 mesi

La Tecnologia di Consumo segna il passo: nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2019, GfK infatti, registra un leggero peggioramento (-1,0% a valore) del mercato italiano del comparto che sviluppa un fatturato complessivo pari a 9,9 miliardi di euro.

Secondo le rilevazioni realizzate, le vendite nei punti vendita tradizionali decrescono del -3,5% rispetto ai primi nove mesi del 2018, mentre si conferma il trend positivo del canale online (+14,5%), che arriva a rappresentare il 16,1% delle vendite a valore, nonostante l’alta stagionalità delle vendite su Internet debba ancora arrivare.

Continua la performance negativa del comparto Telecom (-3,8%) che, pur continuando a essere il più importante per fatturato complessivo del mercato italiano dei Technical Consumer Goods (38,2% del valore,) fa segnare un terzo trimestre ancora negativo.

Flette anche il settore IT/Apparecchiature per l’ufficio (-0,5%), confermandosi comunque il secondo settore per importanza, con una quota pari al 19,1% del totale valore del mercato.

Grazie soprattutto agli ottimi risultati del comparto Home Care, cresce ancora il Piccolo Elettrodomestico (+7,8%) che arriva a rappresentare il 9,5% del totale mercato. A fine settembre si conferma positivo anche il trend del Grande Elettrodomestico (+2,1%) che guadagna importanza e arriva a pesare il 14,8% del mercato TCG.

Ottima la performance del comparto Home Comfort (trattamento aria, condizionamento, riscaldamento) che registra una crescita del +38,3% nei primi nove mesi del 2019. La destagionalizzazione dei prodotti e una estate particolarmente lunga e calda hanno influenzato positivamente il risultato di questo segmento.

L’Elettronica di Consumo (Audio/Video) ha registrato una flessione del -6,0% rispetto allo stesso periodo del 2018. Questo comparto e quello della Fotografia (-7,3%) rappresentano i due settori più negativi della Tecnologia di Consumo nei primi nove mesi dell’anno.

Il canale distributivo più rilevante per fatturato sviluppato, gli Electrical Retailer (Grandi e Piccole superfici specializzate in Elettronica di Consumo), crescono del +2,0% così come i Mass Merchandiser (+1,9%) che includono anche i Pure Player Specialist. I canali specialistici fanno registrare la performance più negativa (-10,4%) penalizzati soprattutto dagli specialisti in Telefonia.

L’ultimo mese rilevato, settembre 2019, evidenzia un trend negativo del –2,0% per il mercato italiano della Tecnologia di Consumo, in attesa dell’ultimo trimestre dell’anno che è sempre il più importante per fatturato generato e che potrebbe cambiare il trend dell’intero anno 2019. Lo scorso anno, infatti, la settimana del Black Friday ha fatto registrare una crescita record del +42% per il mercato italiano della Tecnologia di Consumo.

Metodologia: GfK POS Tracking

Attraverso la metodologia del Retail Panel, GfK Italia rileva in maniera continuativa (su base mensile o settimanale) gli acquisti effettuati nel nostro Paese – sia online che offline – del comparto dei beni durevoli di consumo. I dati riportati in questo comunicato sono riferiti al periodo compreso tra gennaio e settembre 2019. Tutti i trend sono a valore e il confronto è con lo stesso periodo del 2018.

Condizionatori con il vento in poppa, grazie a un giugno tropicale

Numeri record per i condizionatori d’aria, nel mese di giugno*. Secondo le rilevazioni GfK, infatti, si sono registrati numeri da record: +186% a unità e +176% a valore rispetto al giugno 2018**.

Di fatto, però, analizzando la performance nel primo semestre del 2019 (+65% a unità e +60% a valore), si regista una forte crescita del mercato dell’Aria Condizionata già dai primi mesi dell’anno, grazie al successo di attività promozionali fuori stagione, come dimostra il +45% registrato nel mese di gennaio. A maggio il mercato ha invece rallentato (-16% a unità e -15% a valore) a causa delle condizioni climatiche avverse.

Il vero boom delle vendite si è comunque registrato nel mese di giugno, complice la canicola inusitata, che ha contribuito alle ottime performance sia dei condizionatori fissi (+134% a unità) sia dei portatili (+290% a unità).

Da sottolineare come nel segmento dei condizionatori fissi la crescita sia guidata dalle classi ad alta efficienza energetica e dalla tecnologia “gas refrigerante R32”, che permette un importante risparmio e rappresenta ad oggi già il 60% del mercato.

Metodologia

I dati riportati in questo comunicato sono riferiti al periodo compreso tra gennaio e giugno 2019 e il confronto è con l’andamento del mercato italiano nel primo semestre del 2018.

*Fonte: ECMWF, Copernicus Climate Change Service: https://climate.copernicus.eu/record-breaking-temperatures-june

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