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Mutti, il gruppo è pronto ad entrare nel mercato del fresco

Il Gruppo Mutti continua a crescere e chiude il 2021 con un fatturato di 484 milioni di euro, una cifra quasi raddoppiata rispetto a 5 anni prima, che vede crescere a doppia cifra i ricavi dei prodotti a marchio Mutti (+13% rispetto al 2020). Un risultato positivo confermato da un EBITDA superiore a 48 milioni di euro. La posizione finanziaria netta (PFN) si attesta a circa -34 milioni di euro, conseguenza di una campagna del pomodoro straordinaria per qualità e quantità, che ha permesso al Gruppo di ripopolare il magazzino, svuotato dall’impennata di domanda nel 2020 causa Covid e perseguire ulteriori opportunità di mercato.

Sempre nel 2021 Mutti ha consolidato ulteriormente la propria posizione di leader nel mercato del pomodoro italiano (34% a valore) e ha segnato un nuovo traguardo per il Gruppo emiliano: per la prima volta la quota dei volumi di vendita nei mercati esteri (51%) ha superato quella del mercato italiano (49%). Per il terzo anno consecutivo, inoltre, l’azienda conferma la sua leadership anche nel mercato europeo con una quota del 14.1% (+1.3 punti rispetto al 2020), confermando il suo primato in ben 7 paesi (Francia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Slovenia e Italia). In Germania, mercato in cui l’azienda ha aperto la sua quinta filiale nel gennaio 2022, si consolida come seconda marca (quota di mercato dell’8,3%). Fuori dal perimetro europeo, invece, prosegue la crescita in Australia e USA.

“Questi risultati confermano un percorso di crescita che l’azienda vive in maniera costante da ormai più di 20 anni. Abbiamo mantenuto un trend positivo anche in un anno, il 2021, dove la crescita dei consumi retail non è stata così significativa come nell’anno precedente, il primo che abbiamo vissuto in pandemia – ha dichiarato Francesco Mutti, Amministratore delegato dell’omonima azienda – Da questo si evince che chi si è avvicinato a noi nel 2020 ha continuato a sceglierci e per noi non c’è soddisfazione più grande. La nostra è una crescita “sana”, che pone al centro il pomodoro di qualità, senza compromessi. E tutto ciò non sarebbe possibile senza il contributo della nostra filiera italiana di valore e quello dei nostri 500 collaboratori che lavorano con impegno per dedicare il loro meglio a chi ci sceglie ogni giorno”.

2022: l’ingresso nel mercato del fresco
Gli investimenti realizzati nell’ultimo periodo si sono anche concentrati sullo sviluppo di nuovi prodotti e hanno permesso di ampliare l’offerta ed entrare per la prima volta in un segmento nuovo per il Gruppo, ovvero quello del fresco, con il lancio ad inizio 2022 delle tre Zuppe Fresche Mutti, tra cui la “pappa al pomodoro”: un prodotto fortemente legato alla tradizione culinaria italiana che, grazie a Mutti, arriva per la prima volta nei supermercati, pronta per essere gustata. Insieme alla novità della pappa al pomodoro ready-to-use, Mutti ha presentato ai consumatori anche la pomodorata di farro e lenticchie e la vellutata di pomodoro arancione.

Gli investimenti: qualità e sostenibilità al centro
Supportata e sostenuta da una continua attività di ricerca e sviluppo, la lavorazione del pomodoro Mutti è soggetta a un continuo miglioramento del processo produttivo che, oltre a essere dotato di tecnologie tra le più innovative del settore, è caratterizzato da diversi impianti brevettati e protetti dall’azienda. Solo nel 2022 Mutti ha stanziato oltre 30 milioni di euro di investimenti per interventi industriali e per attività ulteriormente migliorative degli indici di qualità, efficienza e sicurezza del Gruppo.

In termini di investimenti, inoltre, l’azienda ha messo a punto una strategia ambientale incentrata sui pilastri di aria, acqua, terra e sole, che oltre a monitorare e migliorare il proprio impatto attraverso la redazione di un Bilancio Ambientale, comprende un investimento iniziale di 1,5 milioni di euro per il triennio 2022-2024 dedicato esclusivamente allo sviluppo di progetti ambientali.

Il Gruppo si è anche confermato primo trasformatore italiano in termini di capacità produttiva, continuando a contribuire alla creazione di posti di lavoro e ad alimentare l’indotto agroalimentare locale, come sempre trasformando solo pomodoro 100% italiano: delle 685.000 tonnellate di pomodoro lavorato nel 2021, 345.500 sono state trasformate nello stabilimento di Montechiarugolo (PR), che occupa 310 dipendenti (147 amministrativi e 163 produttivi), 273.000 nel sito produttivo di Collecchio (PR), che occupa 141 dipendenti (24 amministrativi e 117 produttivi), e 66.500 in quello di Fiordagosto – Oliveto Citra (SA), dedicato alle specialità tipiche del Sud, come il pomodoro lungo e il ciliegino, dove le persone occupate sono 49 (11 amministrativi e 38 produttivi). A supportare la lavorazione durante la stagione del pomodoro che va da metà luglio a fine settembre si aggiungono diverse figure stagionali impiegati nei 3 siti produttivi: nel 2021 sono state più di 1100.

Todis chiude il 2021 con un fatturato di oltre 900 milioni di euro

Todis, insegna italiana di proprietà di Iges Srl, società controllata dalla cooperativa Pac2000A Conad ed operante nella grande distribuzione organizzata, chiude l’anno 2021 con una vendita alle casse di oltre 903.000.000 €. Resta costante la quota di mercato del 4,1%a livello nazionale, che raggiunge il 16%in alcune delle 10 regioni del Centro Sud dove l’insegna è presente.

Negli ultimi anni (2016-2020), il sell out di Todis, che sviluppa il suo business con la formula franchising, ha registrato un incremento cumulato del 39.2% , mentre il numero di punti vendita è cresciuto nello stesso periodo del 30%.

“In fase di budget 2021 eravamo stati cauti nelle previsioni. A consuntivo possiamo, invece, ritenerci soddisfatti dei risultati ottenuti, considerando che le controcifre del 2021 riferite alla rete omogenea hanno avuto un andamento superiore alle nostre aspettative con un consolidamento della crescita sul 2020 pari al 7.5% a parità di perimetro” – ha dichiarato Massimo Lucentini, Direttore Generale Todis – “Si tratta di dati molto incoraggianti per l’insegna che ha dimostrato una forte capacità di fidelizzare i nuovi clienti acquisiti durante i lock-down che ci hanno preferito, oltre che per il nostro posizionamento di prossimità anche per l’offerta di Private Label e nei freschi. Contiamo, nel 2023, di superare il miliardo di euro di vendite”.

Il 2021 per Todis è stato anche un anno di aperture: 26, di cui 12 concentrate nel territorio siciliano, più precisamente a Palermo e provincia. Da segnalare, tra queste, la nascita, nel settembre 2021, di Todis Rione: un format innovativo rispetto agli oltre 270 punti vendita dell’insegna, e ad oggi presente con due realtà nel cuore di Roma, con un assortimento più snello e con un focus mirato sui reparti freschi con cibi “ready to eat” e “food to go”.

“Per il 2022, consolideremo la nostra strategia di sviluppo a macchia d’olio, sempre nell’ottica della prossimità nei centri urbani che rappresenta il 70% della nostra rete totale. Prevediamo di aprire 22 nuovi punti vendita e di investire circa 25 milioni di euro tra nuove aperture e il restyling dei negozi, oltre ad intensificare il nostro presidio in regioni come Campania e Sicilia” – prosegue Lucentini.

Sul fronte dei prodotti, il 2021 è stato un anno strategico per Todis, la cui marca privata rappresenta il cardine di tutto l’assortimento, con una incidenza del 70% sul fatturato. L’insegna ha, infatti, avviato un piano di rafforzamento e un ampliamento di tutta l’offerta della MDD, ad oggi oltre 3.000 referenze, in grado di garantire un eccellente rapporto qualità-prezzo con un risparmio di circa il 30% rispetto ad un supermercato tradizionale.

“Nell’ultimo anno, abbiamo gradualmente introdotto un livello di fascia intermedia tra il premium e il mainstream, così da declinare la scala di prezzi su più livelli: una strategia apprezzata dai nostri clienti che ci ha permesso di aumentare il livello della composizione del carrello medio” – ha concluso Lucentini – “Per il 2022 continueremo il nostro piano di revisione assortimentale con l’obiettivo di aumentare la segmentazione dello scaffale, puntando come sempre, oltre che a prezzo e qualità, su freschezza e regionalità dei prodotti”.

Un mix che consente a Todis di proporsi nel settore della GDO con un posizionamento preciso: uno store monomarca di prossimità, con una superficie compresa dai 400 mq fino ai 1.000 mq, allineato nella competitività al discount nel mainstream, ma con una offerta più segmentata e una focalizzazione sui freschi, confermandosi il più grande franchisor puro del segmento in Italia, al sesto posto nel settore.

Da oggi, sul sito www.todis.it, è inoltre possibile consultare il report “Todis per la sostenibilità”, un documento che descrive le scelte fatte dall’insegna negli ultimi anni per la responsabilità socio-ambientale d’impresa e che definisce nuovi obbiettivi futuri.

Nel 2022, il centro di distribuzione Todis di Riano (RM), della superficie di 30.000 mq, sarà dotato di un impianto fotovoltaico della potenza di 500kWche gli consentirà un autoconsumo completo dell’energia prodotta, grazie allo sfruttamento delle fonti rinnovabili. Nello specifico, la produzione annua prevista calcolata sarà di circa 675.000kWh equivalenti al 95% del consumo energetico diurno dell’edificio, rendendolo quasi del tutto autosufficiente in termini di approvvigionamento. L’impianto fotovoltaico del magazzino Iges di Riano permetterà di evitare l’emissione in atmosfera di 360 tonnellate di CO2 all’anno, 9.000 tonnellate in 25 anni(ciclo di vita media dell’impianto). Il dato si può quantificare con un numero di alberi equivalente a oltre 3.500 alberi all’anno (ogni albero può assorbire circa 100kg di CO2 all’anno).

Alce Nero, il bilancio annuale premia l’innovazione

Alce Nero consolida la sua posizione sul mercato chiudendo il 2021 con un fatturato di 86 milioni di euro e una quota a valore sul totale Biologico del 4,1%, confermandosi brand di riferimento del settore biologico. Capofila del Gruppo, Alce Nero Secco (prodotti conservabili a temperatura ambiente) ha fatto registrare 81,4 milioni di fatturato, di cui ben 6.5 milioni derivanti dal segmento Baby Food, in crescita dell’8% rispetto al 2020. In particolare, con una variazione del +11.3%, si sono distinti gli Omogeneizzati, rientrando a pieno titolo tra le 10 categorie che hanno inciso di più sull’intero fatturato 2021 di Alce Nero Secco. Tra queste famiglie di prodotti spiccano anche Confetture, Frollini e Biscotti e si riconfermano forti Passate e Polpe, Pasta e Legumi Lessati. Significativo il peso dell’innovazione, che è valsa ad Alce Nero Secco entrate per 4 milioni di euro.

L’innovazione continua ad essere una componente fondamentale del successo del Gruppo, attestando la sua incidenza al 10% sul totale del marchio Alce Nero. Il contributo dei prodotti lanciati nell’ultimo triennio è valso 7.6 milioni solo nel 2021, un risultato importante che dimostra l’efficacia degli investimenti in Ricerca e Sviluppo. Ricette inedite per il mercato, gustose, sempre al passo con le esigenze e le richieste delle persone: è questa la formula vincente di Alce Nero, che coniuga qualità, praticità e attenzione al benessere delle persone e della terra.

Produrre e commercializzare prodotti freschi biologici è invece l’impegno di Alce Nero Fresco, che ha chiuso il 2021 a 3 milioni. I grandi numeri restano legati a Zuppe ed Uova, le categorie più importanti per l’azienda, che da sole ne hanno determinato il 70% delle entrate. Per Alce Nero Freddo, che pesa 1.6 milioni di fatturato, sono Verdure e Pizze le linee che contribuiscono alla crescita del settore, seguite da Zuppe e Minestroni. Buone anche le vendite dei Piatti proteici, lanciati a giugno e subito ben accolti dai consumatori, sempre più orientati verso prodotti ad alto contenuto di proteine vegetali. I canali di vendita e distribuzione vedono in testa GDO ed Export, che hanno avuto un peso dell’86% sul fatturato netto di tutto il marchio Alce Nero. Dopo il boom del 2020, l’e-commerce
continua a crescere, con un incremento del 2.2%. Raddoppia quasi le sue performance il Food Service e anche il canale delle Farmacie/Baby Shop fa registrare una buona ripresa.

“Siamo decisamente soddisfatti dei risultati ottenuti nel 2021. Dopo un 2020 segnato da una imprevista e imprevedibile crescita a due cifre – anche sostenuta dal lockdown totale della primavera di quell’anno – consolidare quei risultati era il massimo obiettivo che ragionevolmente potevamo porci” dichiara Massimo Monti, Amministratore Delegato Alce Nero. “Con Alce Nero siamo cresciuti di altri due punti percentuali, portando l’aumento del fatturato 2021 sul 2019 (l’ultimo anno non condizionato dalla pandemia) al 20,6%. Il fatto che poi questo consolidamento della crescita del 2020 abbia riguardato tutti i nostri canali, vendite online comprese (nonostante risultati triplicati nel 2020 rispetto al 2019), ci gratifica ulteriormente e ci consente di pensare al futuro, forse mai come oggi così incerto e di difficilissima lettura, con ottimismo”.

De’ Longhi, crescita record per i ricavi preliminari 2021

Il Gruppo De’ Longhi ha conseguito nel 2021 ricavi consolidati per ca. € 3.217 milioni, con una significativa accelerazione sul 2020 del +36,8% (+38,2% a cambi costanti) e del +24,1% a perimetro omogeneo . A questa performance ha contribuito il quarto trimestre dell’anno con un solido ritmo di espansione del +21,6%, (+10,9% a perimetro omogeneo).

Commenta l’Amministratore Delegato Massimo Garavaglia: “Dopo un 2020 in forte crescita, il 2021 è stato un anno estremamente favorevole, in cui la preferenza accordata dai consumatori ai nostri brand – in un contesto di un radicato cambiamento negli stili di vita in ambito domestico – ha offerto importanti opportunità di crescita in tutti i principali mercati che abbiamo saputo cogliere facendo leva sull’aumento degli investimenti in comunicazione, innovazione e marketing che il Gruppo ha pianificato a supporto degli obiettivi di crescita futura.

Il 2021 tuttavia ha anche presentato un contesto di mercato che ha visto via via crescere le complessità per l’intero settore dei consumer goods. In particolare, è stato grazie agli straordinari sforzi dei nostri team, al supporto dei partners ed ai continui investimenti nel miglioramento ed ampliamento della capacità produttiva, che il Gruppo è stato in grado di gestire le difficoltà nell’ambito produttivo e distributivo, superando con grande flessibilità e reattività le criticità emerse a livello globale sul lato della supply chain. Guardando all’anno appena iniziato, nonostante le sfide che il quadro sopra descritto ci presenta, riteniamo di poter continuare il nostro percorso di sviluppo e di conseguire vendite in crescita organica ad un tasso mid-single-digit, proseguendo nella strategia di rafforzamento della nostra presenza globale e di aumento degli investimenti in comunicazione, innovazione e marketing“.

Ricavi 2021 per area geografica e per linea di prodotto

Il 2021 ha visto una costante espansione del business in tutti i trimestri dell’anno, con una crescita annuale dei ricavi a perimetro omogeneo a doppia cifra in tutte le macro aree di riferimento. Tutte le maggiori famiglie di prodotto hanno evidenziato un incremento di fatturato nei dodici mesi, superando in modo significativo lo sfidante confronto con il precedente anno.

In termini di evoluzione dei ricavi a perimetro omogeneo:

L’Europa sud-occidentale ha conseguito una performance a doppia cifra sia nei dodici mesi che nel quarto trimestre, grazie ad una significativa e collettiva espansione dei principali paesi come Germania, Francia, Italia e penisola Iberica;

• dinamica simile ha evidenziato l’area dell’Europa nord-orientale, con crescita a doppia cifra nell’anno e nel trimestre. Nello specifico, si rileva che la quasi totalità dei paesi della regione ha conseguito una crescita a doppia cifra nei dodici mesi, mantenendo un significativo ritmo di espansione anche nel trimestre finale dell’anno;

• l’area MEIA ha registrato un andamento in crescita nei dodici mesi pari al 42,1%, superiore alla media di Gruppo, grazie al contributo positivo di tutti i paesi dell’area, ma in flessione nel quarto trimestre;

• l’area America ha conseguito un’importante espansione nel 2021, realizzando una crescita a doppia cifra sostenuta da una significativa accelerazione del segmento del caffè, confermata anche dalla crescita del quarto trimestre;

• infine, la regione Asia Pacific ha ottenuto una crescita del 10,3% nel 2021, grazie all’espansione ad un tasso double digit nei principali mercati quali China ed Hong Kong, Australia e Nuova Zelanda. In particolare, nel quarto trimestre, il ritmo di crescita a doppia cifra di Cina e Hong Kong ha accelerato, supportando così la crescita dell’intera regione (+ 9.9% nel trimestre).

Analizzando nel dettaglio i segmenti di prodotto, evidenziamo una crescita a doppia cifra sia nei dodici mesi che nel quarto trimestre del segmento delle macchine per il caffè, sostenuta da una robusta espansione durante tutto l’anno sia dalle superautomatiche che dalle macchine manuali. In sostanziale crescita anche la partnership con Nespresso in entrambi i periodi analizzati, che completa uno scenario positivo per tutta la categoria in oggetto.

Il segmento della cottura e preparazione dei cibi ha chiuso il 2021 con una crescita a doppia cifra, trainato da un’espansione delle principali categorie di prodotto come le kitchen machine e gli hand blender, entrambi in progresso a doppia cifra sia nei dodici mesi che nell’ultimo trimestre dell’anno. Per quanto riguarda i rimanenti segmenti, segnaliamo la crescita nell’anno del comparto comfort (climatizzazione domestica) e la sostanziale tenuta del comparto home care (pulizia domestica e stiro).

Infine, Capital Brands ed Eversys hanno contribuito alla crescita del Gruppo apportando ricavi per € 299,4 milioni nell’anno e per € 93,7 milioni nel quarto trimestre, con un andamento in linea con le aspettative del management.

Conapi, fatturato a 26,2 milioni di euro (+10%)

Si è svolta nei giorni scorsi l’Assemblea Ordinaria annuale dei Soci Conapi, unica e autentica filiera di miele convenzionale e biologico in Italia composta da oltre 600 apicoltori e 110 mila alveari (il 45% bio), che si conferma la più grande cooperativa europea e punto di riferimento importante per l’apicoltura italiana e non solo.

Il bilancio d’esercizio 2020/2021 si chiude con un fatturato complessivo di 26,2 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto al 2019/2020. Il merito va alle produzioni caratteristiche, dove si registra la performance più che positiva di Mielizia BIO Italia, che ha raddoppiato il fatturato. Un ampliamento complessivo della gamma e l’ingresso in importanti catene della Grande Distribuzione riaffermano Mielizia al terzo posto per quota di mercato in Italia, secondo le ultime rilevazioni Nielsen, che confermano anche la crescita della brand awareness, grazie anche alla maggiore distribuzione e ai costanti investimenti in comunicazione. Cuor di Miele, il marchio biologico di Conapi dedicato in esclusiva alla catena dei NaturaSì, si riallinea ai volumi pre-Covid, quindi leggermente inferiori al 2020, mentre i mercati esteri Giappone e Francia mostrano sostanzialmente un andamento in linea con l’anno precedente. Molto bene le composte Mielizia BIO che segnano un incremento del 73% sia a volume che a valore e registrano l’ingresso in molte catene di vendita sia al nord che al sud Italia.

La riapertura del canale Horeca sta favorendo un buon andamento delle vendite dei frollini nel formato monodose e la recente apertura verso canali verticali per la linea di integratori, dedicato alle farmacie e parafarmacie, ha già dato risultati molto incoraggianti. Ottimo andamento dell’e-commerce (+65% rispetto all’anno precedente).

“Siamo soddisfatti dei risultati raggiunti e guardiamo avanti con fiducia” ha dichiarato Nicoletta Maffini, Direttore Generale di Conapi-Mielizia, “il mondo agricolo italiano vive un momento di forte complessità legato alle stagioni produttive difficili e imprevedibili e alla crisi economica post pandemica. In questo contesto stiamo cercando da un lato di valorizzare al meglio le produzioni dei soci, quindi non solo miele, ma anche gli altri prodotti dell’alveare, dall’altro stiamo spingendo le composte di frutta biologiche, anche grazie a una intensa attività di ricerca e sviluppo. Proprio tenendo conto di un panorama così incerto” – conclude Maffini – “abbiamo voluto fortemente che il messaggio lanciato dal primo spot Mielizia non fosse una semplice comunicazione di prodotto, ma uno strumento per trasmettere all’esterno il valore di Mielizia, dei suoi apicoltori e della situazione di emergenza climatica complessiva”.

Il Raccolto
Anche la stagione 2020, che chiude il bilancio, si era caratterizzata per raccolti scarsi: poco più di 20.400 q.li contro i circa 18.000 q.li dell’anno precedente (+1,3%) di cui circa il 45% biologico. Siamo comunque lontani dai volumi raccolti fino a pochi anni fa, soprattutto se si considera l’aumento del numero di soci conferitori. Il 2021 conferma il trend degli ultimi anni, con un record negativo del raccolto mai registrato prima, peggiorativo persino rispetto al 2019, che era considerato fino a quest’anno l’annus horribilis dell’apicoltura. A poco sono serviti gli investimenti volti ad aumentare gli alveari in produzione, per compensare le scarse produzioni: 10.000 alveari in più nel 2020. L’entità dei raccolti è ben lontana da quella del primo decennio 2000. Il raccolto 2021 quindi si attesta su medie produttive dimezzate rispetto alla scorsa stagione e in molte regioni è stato richiesto lo stato di calamità: si sono aperti molti tavoli di confronto con le istituzioni per valutare possibili sostegni per un comparto che ha un ruolo fondamentale per tutto il mondo agricolo: ricordiamo che oltre il 75% delle produzioni agricole a scopo alimentare dipende dagli impollinatori e in particolare dalle api che sono tra le migliori moltiplicatrici di biodiversità.

“Considero l’apicoltura una disciplina per maratoneti, ma la marcia sta diventando impegnativa e la cooperativa sta valutando tutte le misure da mettere in atto per sostenere i soci in difficoltà a causa dei raccolti scarsi e imprevedibili” – afferma Diego Pagani, apicoltore biologico e Presidente di Conapi-Mielizia – “Le cause sono ormai note: il cambiamento climatico che incalza, la perdita di biodiversità e quindi la minore disponibilità di pascoli, associata a una minacciosa presenza di pesticidi che continuano a determinare avvelenamenti e improvvise scomparse di apiari interi. Per questo siamo impegnati su tutti i più importanti tavoli istituzionali per la definizione delle linee guida che ogni Paese presenterà per la condivisione a, livello europeo, della programmazione delle politiche agricole comunitarie dei prossimi anni”. E conclude: “L’apicoltura deve essere considerata un’attività imprescindibile per il futuro alimentare e per la vita su questo pianeta”.

Gruppo Ontex rafforza la leadership sul mercato e punta sulle private label

Il Gruppo Ontex, leader nella produzione di ausili assorbenti monouso, rafforza la propria presenza in tutti i canali nei quali è presente e punta a crescere nel segmento private label. In Italia il Gruppo ha creato team integrati con competenze sia brand che private label, con l’obiettivo di creare sinergie e crescere nel mercato retail. Nel nostro Paese questo approccio sarà particolarmente efficace, in quanto potrà contare su una conoscenza del mercato italiano dell’incontinenza da parte dell’azienda di oltre 40 anni.

“Da sempre ci occupiamo d’incontinenza con passione, competenza e orgoglio. Dal nostro sito di Ortona, con produzione a ciclo continuo ed esteso su di 163.000 mq., escono ogni anno oltre 700 milioni di ausili assorbenti destinati a oltre un milione di utenti, restituendo a donne e uomini la possibilità di gestire serenamente l’incontinenza nella loro vita privata e nelle relazioni sociali”, ha dichiarato L’Ing. Francesco Lo Piccolo, Amministratore Delegato di Serenity & Ontex GM South Europe. “Essere parte di un grande gruppo internazionale come Ontex, presente in oltre 110 Paesi del mondo e con oltre 2 miliardi di Euro di fatturato ci dà, oltre che grande solidità, anche la possibilità di un costante scambio di conoscenze ed esperienze tra Paesi e mercati diversi”.

Il mercato dell’incontinenza in Italia
Il mercato dell’assorbenza monouso nel mercato retail Italia vale 900 mln di Euro, e simuove a 2 velocità: il segmento adulto è in costante crescita (+11 milioni di Euro), mentre decrescono sia il segmento bambino (-27 mio €), sia quello femcare (-15 milioni di Euro). La crescita del segmento adulto è sostenuta soprattutto da un’età media della popolazione italiana tra le più alte al mondo. Si stima infatti che nei prossimi 10 anni nel nostro Paese ci sarà un incremento di 3 milioni di over 65, che nel complesso andranno acostituire il 33% della popolazione totale. Si stima che in Italia oggi l’incontinenza interessi più di 7 milioni di persone, con un rapporto uomo-donna di 1 a 4.

In questo contesto l’azienda presidia tutti i canali distributivi: come leader assoluto instrutture sanitarie e consegne a domicilio, con posizione di rilievo in case di riposo e incostante crescita nel canale retail e farmacie, dove occupa già una quota di mercato del15%. In Italia è da sempre partner del SSN con il brand Serenity, una collaborazione consolidata che ha consentito all’azienda di garantire la fornitura agli ospedali degli ausili assorbenti anche in pieno lockdown e in generale nei momenti più critici della pandemia.

La riduzione dell’effetto tabù apre un mercato
L’effetto tabù legato all’incontinenza sta scemando, lasciando spazio a una maggiore richiesta di informazioni e di prodotti specifici che soddisfino particolari esigenze del consumatore. Contemporaneamente si assiste a un crescente spazio a scaffale dedicatoall’incontinenza con assortimenti più ampi e l’azienda punta a cogliere questa importante opportunità. L’incontinenza non è poi legata solo all’invecchiamento, vi sono anche altre situazioni nelle quali può presentarsi, come ad esempio in gravidanza o nel post parto, per problemi di salute, in caso di sport e attività fisica. Oltre a queste può presentarsi anche in circostanze del tutto particolari o momentanee, come dopo aver bevuto molta acqua, in ambienti molto freddi o anche in occasione di una risata particolarmente intensa.

Serenity in crescita nei drugstore
Il mercato retail dell’incontinenza in Italia vale oltre 216 milioni di Euro ed è in crescita rispetto al 2020, trainato soprattutto dai discount (+18,2% vs 2020) e drugstore (+13,2% vs 2020). In quest’ultimo canale il brand Serenity rappresenta la leva di crescita maggiore. Nel canale retail l’azienda guadagna spazio con i suoi tre prodotti principali: pants (mutandine assorbenti indicate per incontinenza moderata), AIO (All-In-One, pannolone mutandina indicato per incontinenza severa) e traverse, registrando una crescita del 40%.

Innovazione e qualità
La leadership dell’azienda nel mercato dell’incontinenza si basa su un’esperienza di oltre 40 anni nella progettazione, realizzazione e distribuzione di prodotti innovativi, pratici e confortevoli, per garantire una migliore qualità della vita di chi li utilizza. Serenity èpassata in 10 anni – dal 2011 al 2020 – da 137 a 167 milioni di Euro di fatturato, con un incremento di quasi il 22%.

Gli investimenti in ricerca e sviluppo puntano ad innovare nei seguenti ambiti:

– Digitale: dove l’azienda supporta i propri clienti nello sviluppo di contenuti e loro digitalizzazione, a loro volta destinati all’utente finale.

– Sostenibilità: sempre più al centro di tutte le attività e guidate dalle Politiche Ontex di Sostenibilità 2030. Tra queste anche l’impianto fotovoltaico presso il sito di Ortona, che consentirà di raggiungere attività a zero emissioni entro il 2030.

– Innovazione di prodotto: per offrire prodotti che soddisfino le crescenti esigenze degli utilizzatori finali.

– Servizi trasversali: offerta di servizi di supporto all’utilizzo dei prodotti, come training, creme per la pelle e consulenza infermieristica per la gestione dell’anziano.

Codè Crai Ovest, presente positivo e futuro incoraggiante

30 milioni di investimento e 30 nuove aperture entro i primi mesi del 2022; sono i numeri dello sviluppo di Codè Crai Ovest, la cooperativa nata a Torino che riunisce tutti i punti vendita a marchio della zona nord ovest d’Italia. Oggi Codè Crai Ovest è formata da 220 soci distribuiti fra Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Lombardia, per un totale di oltre 400 punti vendita. In continua espansione la cooperativa serve anche un Cedis a Malta che annovera diversi punti vendita sul territorio maltese. La sede di Leinì è il centro direzionale e il centro distributivo operativo di Codè Crai Ovest: 25.000 m² per il secco, 3000 m² per i surgelati, 10.000 m² per il fresco, oltre 30.000.000 di colli movimentati ogni anno, più di 8.000 referenze, oltre 1200 prodotti a marchio, 90 mezzi dedicati per le consegne giornaliere.

Per Codè Crai Ovest il 2020 è stato un anno decisamente positivo che ha permesso di registrare un + 25% di fatturato (oltre 70 milioni di euro in più rispetto al 2019), superando i 340 milioni di Euro. Ma anche il 2021 si chiuderà con risultati decisamente positivi: + 15% rispetto al 2019. Merito del successo del negozio di prossimità e di quartiere, un modello che piace ai consumatori, sempre più spesso preferito alle grandi estensioni.

Interessante anche il dato delle assunzioni. Oggi Codè Crai Ovest conta 1900 dipendenti tra dipendenti diretti, dipendenti delle cooperative, delle aziende di trasporto e dipendenti dei punti vendita. Anche grazie alle 30 nuove aperture Codè Crai si prepara ad assumere più di 400 persone nel prossimo trimestre. Importanti gli investimenti nel green. Proprio in questi giorni Code Crai Ovest porta a termine un importante processo di rinnovo delle attrezzature e di ottimizzazione degli impianti nell’ottica del risparmio energetico. Un percorso iniziato circa 5 anni fa anni fa con investimenti che hanno coinvolto la sede Codè Crai Ovest di Leinì ma anche i punti vendita a marchio nel nord ovest d’Italia. L’impegno della cooperativa è quello di sviluppare un modello di impresa sempre più responsabile a partire proprio dalla propria sede centrale, cuore pulsante di Codè Crai Ovest.

Tante le azioni concrete per ridurre al minimo l’impatto ambientale, tra le più importanti citiamo:

• Ristrutturazione e riorganizzazione generale dei 10.000 m² del magazzino del fresco di cui con l’installazione di centrali frigorifere di ultima generazione ad alto rendimento che hanno permesso una riduzione sensibile dei consumi di energia elettrica.

• Installazione di una pompa di calore ad alta efficienza per il magazzino del fresco che permette il riscaldamento per tutto il periodo invernale della zona uffici consentendo la dismissione di due centrali termiche a GPL.

• Sostituzione di una centrale termica a GPL del magazzino del secco con una centrale termica a condensazione a ridotto impatto ambientale.

• Sostituzione dell’impianto di illuminazione a tubi fluorescenti del magazzino del secco con un nuovo impianto a tecnologia LED comprendente sensori di presenza e di illuminazione ambientale ed un sistema di analisi e monitoraggio informatico continuativo e permanente dei consumi che consente una elevatissima riduzione del dispendio energetico e un continuo processo di efficientamento energetico.

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