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Eccesso di promozioni. Coop cambia strada, l’industria osserva

Il tema delle promozioni ha tenuto banco al convegno sui consumi organizzato da Tuttofood a Milano, di fronte a un parterre da grandi occasioni. A scaldare i motori e a infondere un poco di cauto ottimismo alla platea sono stati Fedele De Novellis di ref.Ricerche e Angelo Massaro, Ceo di Iri. Il primo nel tracciare lo scenario macroeconomia ha ipotizzato un lieggera ma costante crescita del reddito disponibile delle famiglie nel prossimo triennio, con l’avvertenza che il modello previsionale si basa su un’ipotesi di ridimensionamento delle politiche di austerità. In caso contrario lo scenario cambierebbe completamente con l’entrata in vigore delle clausole di salvaguardia sull’Iva e relativo aumento delle aliquote che avrebbe un effetto devastante sui consumi e in particolare il food. Alla domanda di De Novellis se e quando il reddito disponibile si potrebbe trasferire sui consumi risponde il Ceo di Iri Angelo Massaro che prevede per fine 2015 una crescita dei consumi alimentari, pari allo 0,2% in volume e allo 0,6% in valore, grazie a un leggero recupero dei prezzi.

IRI PREVISIONE VENDITE
Fonte: Iri

Ripercorrendo il biennio trascorso caratterizzato da vendite con segno negativo in tutte le categorie, Massaro pone l’accento sulla crescita indiscriminata delle promiozioni, fino a toccare una pressione quasi del 30%.

IRI VARIAZ VOLUMI VENDITA
Fonte:Iri

Ma il livello complessivo di produttività di questa leva di marketing è sceso ulteriormente rispetto al 2013 aumentando il valore delle perdite di ben 117 milioni di euro.

IRI PROMOZIONI
Fonte: Iri

Ciò significa che la GDO sacrifica circa un 1 punto di crescita dei ricavi sull’altare delle promozioni. Quali le vie alternative per il governo dei prezzi? Massaro auspica un approccio più analitico alle promozioni. Anche se Valerio Di Natale, Ceo di Mondelez, osserva che a preoccupare non è tanto il 30% di pressione promozionale, ma la sua inefficienza e non efficacia coop  costa meno La decisione di Coop Italia di abbassare i prezzi  di 2.000 prodotti è stata oggetto del dibattito sia perché è una decisione presa dal leader del retail italiano, sia perché l’attesa è forte sui risultati per capire se i tempi sono maturi per una revisione di pratiche commerciali ormai sclerotizzate, che non accontentano più né l’industria né la distribuzione. «Abbiamo deciso di praticare una strategia di posizionamento di prezzo più sano e di disinvestire gradualmente sulle attività promozionali», spiega Pedroni. «Ma se proponiamo all’industria di spostare il valore verso il prezzo tutti i giorni, bisogna che l’industria non adotti politiche di altro tipo con altri retailer».

Questo è infatti uno dei nodi cruciali per capire se l’azione intrapresa da Coop avrà fiato per durare («e non c’è dubbio che come sistema Coop una volta presa la decisione, siamo in grado di sostenerla», puntualizza Pedroni) e quanta parte dell’industria la seguirà agendo in questo modo da effetto moltiplicatore sull’insieme della distribuzione. Infatti, secondo il presidente di Coop Italia, occorre immaginare che ci sia massa critica sufficiente per un’azione di questo tipo che nasce individuando i prodotti più importanti delle marche importanti e i prodotti più importanti a marchio del distributore, che insieme valgono circa il 35-40% del fatturato grocery.

Un’azione che trova l’industria di marca attenta a seguirne gli sviluppi e a valutarne tutti gli effetti. Dice Valerio Di Natale, Ceo di Mondelez e vicepresidente di Contromarca: «L’operazione di Coop parla di prezzi, ma in realtà dice tutto sull’equità dell’insegna. Per questo va seguita con attenzione». E aggiunge: «Questa crisi ci ha consegnato un numero crescente di persone estremamente sensibile al prezzo, ma vi è una grande maggioranza che invece chiede convenienza, non prezzo. E la convenienza si declina anche in termini di servizio, di tempo, di innovazione. Vi è uno spazio di miglioramento enorme nella collaborazione tra le imprese».

Il discorso su un diverso modo di affrontare le promozioni – Pedroni segnala anche la campagna Scelgo io dedicata ai prodotti a marchio Coop, che vorrebbe poter allargare anche ai prodotti di marca – si allarga presto alla necessità di una collaborazione più trasparente tra industria e distribuzione, fino a prefigurare da parte del presidente Coop il superamento del listing fee, un diverso modo di lavorare per rendere più vivace lo scaffale, non certo le aree promozionali.

Se siamo alla vigilia di un vero cambiamento nelle modalità anche operative tra industria e distribuzione lo vedremo.

Di certo c’è che la guerra dei prezzi non è sostenibile né per l’industria né per la distribuzione.

di Fabrizio Gomarasca

Torna a febbraio Biofach, “la” fiera del biologico

Andrà in scena dall’11 al 14 febbraio a Nuremberg, in Germania, Biofach e Vivaness 2015: Food for Thought, le fiere del biologico e della cosmesi naturale che riuniranno circa 2.200 espositori (200 dei quali al Salone Internazionale della Cosmesi Naturale) e circa 42.000 visitatori professionali attesi.

All’interno della manifestazione  si svolgerà un imponente convegno sul biologico che, tramite quasi 100 conferenze e gruppi di discussione, coivolgerà più di 6.500 partecipanti. In discussione, argomenti che muovono il comparto e danno forma al futuro del mercato globale e del movimento biologico, influenzando altresì la politica, partendo dal tema chiave di quest’anno “Organic 3.0 – buone condizioni quadro per più bio”. Il congresso si articolerà in sette forum, con il debutto del Forum della scienza e del Forum della politica. Agricoltura sostenibile, alimentazione free from, e tendenze del bio del futuro saranno tra i “temi caldi” trattati. Tutte le conferenze sono aperte e gratuite per i partecipanti di Biofach e Vivaness.

Come si posiziona la cosmesi naturale a fronte dell’andamento dinamico del mercato? Come può svilupparsi ulteriormente il settore? Quali temi muovono gli attori del mercato?  A queste domande risponderà il Forum VIVANESS, il congresso del Salone Internazionale della Cosmesi Naturale con sette manifestazioni. Nella giornata del 12 febbraio, dedicata ai mercati internazionali, si terrà la manifestazione “Italia, il mercato si muove ancora!”.

Per programmare la visita al salone e al congresso espositori, consultare la sezione Highlights & Congress sui siti di Biofach e di Vivaness.

 

A Tuttofood si scopre lo store del futuro con Shop 2015

Come sarà lo store del futuro? Lo vedremo a SHOP2015: The Future Now, dal 3 al 6 maggio a Fiera Milano Rho all’interno di Tuttofood. Quattro giornate di dimostrazioni, workshop, casi di successo per anticipare e capire cosa vogliono i consumatori del terzo millennio, come evolve il commercio e cosa di più avanzato offre il mercato “chi c’è, ci sarà”. Ne discutono e si confrontano i leader della distribuzione, i fornitori di prodotti e soluzioni, gli stakeholder del comparto.

A maggio prossimo il mondo del food sarà tutto a Milano: apre il primo maggio la grande Esposizione Universale e due giorni dopo Tuttofood, ed è proprio in un’area dedicata che verrà realizzato il simulatore del negozio del futuro. “Un vero laboratorio di idee e soluzioni per il commercio di oggi e di domani” secondo Oddone Sangiorgi, presidente del Consorzio FIA e organizzatore di SHOP 2015.

Un pdv del futuro, ma realistico

SHOP2015 non è una nuova fiera, è una unità dimostrativa, un laboratorio di idee e soluzioni, un prototipo. Promossa da Comufficio e dalle associazioni del commercio, ha come obiettivo la creazione di un “punto vendita realistico” che sia all’altezza dei cambiamenti che il nuovo millennio sta imponendo alla distribuzione commerciale. Al fine di ottimizzare l’interazione fra i comportamenti dei consumatori, verrà realizzato un layout del punto vendita “ideale”, avvalendosi di avanzate tecnologie per l’inserimento di nuove aree di attività, l’immissione di prodotti e servizi e l’organizzazione degli spazi, oltreché dell’assortimento merceologico.

Parteciperanno le aziende che producono e distribuiscono sistemi, tecnologie, arredi e attrezzature per il commercio, di beni di generale e largo consumo, alimentari e non alimentari. Queste ultime avranno modo di esporre i propri prodotti sugli scaffali come se si trovassero realmente in un punto di vendita innovativo sia per le soluzioni tecnologiche, sia per i criteri e le modalità espositive.

Intanto è già attiva la biglietteria online di Tuttofood, dove è possibile acquistare i biglietti d’ingresso con risparmi fino al 50% (fino al 28 febbraio).

A Marca la Mdd protagonista della filiera agroalimentare

È stato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina a convocare un tavolo di discussione con i rappresentanti della filiera agroalimentare, con un messaggio video in chiusura del convegno che ha inaugurato ieri Marca a Bologna. In quella sede si proseguirà il discorso iniziato nel corso dell’incontro che ha aperto la fiera dela Marca del distributore, che sempre più si connota come momento cruciale nei rapporti di filiera tra industria e distribuzione. Quest’anno con una grossa novità: il coinvolgimento delle altre organizzazioni della filiera a monte (gli agricoltori rappresentati da Coldiretti e Confagricoltura) e a valle, con il convegno pomeridiano organizzato da Ibc, l’associazione Industrie dei Beni di consumo.

Guido Cristini, Università di Parma
Guido Cristini, Università di Parma

Un metamessaggio non da poco, se si considera che  il 2014 ha segnato uno stop nella crescita della quota di mercato della marca del distributore, a fronte di una pressione promozionale che ha toccato punte del 28,7% nei supermercati e del 34,6% negli ipermercati e che parimenti è stata esercitata sulla Mdd: 26,7% negli Ipermercati (in crescita dello 0,6%) e e 22,4% nei Supermercati, in calo dello 0,3%. Paradossalmente, ha detto Guido Cristini docente di Marketing all’Università di Parma, «la crisi ha innescato un meccanismo capovolto, in cui la Mdd ha “fatto” la marca, mentre le marche hanno de-valorizzato il proprio posizionamento, puntando al prezzo con azioni tattiche».

Francesco Pugliese, presidente Adm
Francesco Pugliese, presidente Adm

E Francesco Pugliese, nel ruolo di padronedi casa come presidente di Adm, ha osservato: «Il ruolo della Mdd è costruire la marca, è diventare marca. La pressione promozionale è come la cocaina: ti dà una botta di energia, ma con l’uso non ne puoi più tornare indietro. Ma la distribuzione sta cominciando a comprendere che il valore della filiera non può essere dato con la pressione promozionale».

Non minori sono i problemi che si rilevano a valle della filiera.

Roberto Della casa, Università di Bologna
Roberto Della casa, Università di Bologna

Li ha espressi Roberto Della Casa, Docente di Marketing dei prodotti agroalimentari e Gestione delle imprese agroalimentari dell’Università di Bologna esponendo una interessante ricerca che ha analizzato la catena del valore nella filiera agroalimentare che ha preso in considerazione 10 circoscrizioni economiche distrettuali agroalimentari, alcune tipicamente agricole, altre agroindustriali, che però nell’insieme rappresentano 9 prodotti Dop e Igp, il 45% della produzione, il 57% del fatturato, il 61% del fatturato alla distribuzione moderna. Quest’ultima è stata nell’ultimo trienni un canale in crescita di 127 milioni per i 10 distretti considerati contro una diminuzione di 100 milioni di euro degli altri canali. «Alcuni di questi prodotti vivono di distribuzione moderna», ha detto Della Casa. Che dopo aver analizzato alcuni casi, ha ricordato come il problema cruciale per il sistema agroalimentare italiano sia quello di aumentare la capacità di esportare per dare possibilità alla produzione di aumentare evitando così di cedere sui prezzi. Perché, ha sottolineato, «alcune filiere sono dominate dai costi più che dall’utile».

E proprio il tema di come realizzare strumenti (piattaforme logistiche) di aggregazione dell’offertaper l’esportazione che offrano servizi alla distribuzione estera insieme a come aumentare il valore aggiunto della filiera e alle modalità di aggregazione dell’offerta sono i temi sui quali il ministro Martina ha chiamato attorno a un tavolo di discussione i protagonisti della filiera. L’appuntamento è per martedì 27 gennaio.

 

Fabrizio Gomarasca

Selex: i prodotti a marchio del distributore crescono del 3,5%

La segmentazione dell’offerta è alla base della crescita dei prodotti a marchio del distributore del Gruppo Selex, che, nonostante la crisi dei consumi hanno registrato un incremento del 3,5%.

«La Marca del Distributore è la migliore risposta che possiamo dare ai consumatori che ci chiedono qualità a prezzi sempre più accessibili. Per mantenere questa promessa è sempre più importante avere come partner produttori efficienti e capaci di innovare i prodotti» afferma Maniele Tasca, Direttore Generale del Gruppo Selex.

Per l’anno in corso l’impegno di Selex, presente con un suo stand alla Fiera Marca di Bologna (14 e 15 gennaio), prosegue nella direzione della segmentazione dell’offerta e della rivisitazione degli assortimenti esistenti perché corrispondano in pieno alle attese dei consumatori, in termini di qualità e aggiornamento delle proposte.

Da alcuni anni, infatti, Selex ha lanciato linee specialistiche rivolte a precisi target di consumo molto apprezzate dalla clientela, come le declinazioni del marchio Selex nelle linee Natura Chiama, Vivi Bene e Primi Anni, e del marchio Vale nelle linee Natura in Tavola e Le Specialità, e nuovi brand di fantasia di grande appeal.

Tra questi, la linea Saper di Sapori, firmata “Il meglio di Selex” che comprende prodotti di alta qualità e tipicità legate al territorio, frutto dell’esperienza di antiche lavorazioni artigianali.

Il mondo Vivi Bene Selex si è poi arricchito di una nuova linea, Vivi Bene Senza Glutine, composta dai prodotti più importanti per chi soffre di celiachia: dalla pasta al pane, dai cracker ai biscotti. In tutto una ventina di referenze certificate senza glutine dall’Associazione Italiana Celiachia e dal Ministero della Salute.

Importante anche l’ampliamento dell’offerta de Le Vie dell’Uva, selezione esclusiva dei vini più rappresentativi delle regioni italiane e di Atmosfera&Benessere, articoli di alta qualità dedicati alla cura persona.L’assortimento delle marche del distributore del Gruppo Selex copre oggi le più importanti categorie merceologiche, con oltre 5.000 referenze.

«Fattori di successo delle marche del distributore di Selex – sottolinea Luca Vaccaro, Direttore Marche del Distributore del Gruppo Selex – oltre al contenuto innovativo delle proposte, l’ottimo rapporto qualità-prezzo e la sicurezza garantita dalla selezione accurata dei fornitori e dai controlli effettuati dal Servizio Assicurazione Qualità della Centrale. Importante anche il coordinamento con il marketing, che ci permette di raggiungere la clientela con promozioni particolarmente interessanti nel corso dell’anno».

Terre Ducali a Marca per crescere con la Gdo

Il 2014 è stato un anno positivo per Terre Ducali: l’azienda, che opera nella Food Valley, zona tipica di produzione del Prosciutto di Parma e che oggi è una delle realtà più dinamiche nel panorama italiano del settore dei salumi, ha fatto registrare un incremento di fatturato del 20% circa. Tre le direttrici di sviluppo: consolidamento della leadership di mercato per quanto riguarda lo Strolghino di Culatello, deciso sviluppo dei mercati esteri e costruzione di importanti relazioni di business con le più importanti insegne della Gdo. Per questo sarà a Marca, la due giorni (14 e 15 gennaio) di Bologna Fiere dedicata al ruolo della marca del distributore.

A spiegare perché Terre Ducali collabori con la Gdo è il Ceo Giulio Gherri: «Da un lato si tratta di una necessità: secondo il rapporto 2014 di IRI, il segmento di offerta Mdd rappresenta oggi in Italia una quota di mercato del 18,9%, per un valore di vendita pari a 9,7 miliardi di euro. Dall’altro, la nostra è una scelta che ha motivazioni forti: in questo momento oltre che sulla convenienza, le insegne della Gdo, per le proprie marche private hanno deciso di investire sulla qualità, per una questione di brand protection. E sono sensibili all’innovazione. Attenzione alla qualità e dinamicità sono due caratteristiche insite nel dna di Terre Ducali: per questo ci siamo proposti con successo come partner delle insegne della Gdo, in modo particolare italiane, in progetti di alta gamma».

Tre le tipologie di prodotto su cui sviluppare la partnership: lo Strolghino di Culatello, il salame Felino Igp, gli affettati in vaschetta di un’ampia gamma di prodotti: dal Prosciutto di Parma al prosciutto cotto, dalla Coppa di Parma Igp al guanciale, passando per il fiocco di prosciutto e per la pancetta al pepe nero.

vaschette salumi 60 gr Terre DucaliA livello di grammatura, Terre Ducali è in grado di soddisfare richieste sia per linee monoporzione, ideali per single e per pasti fuori casa, da 60 gr, sia per linee snacking, fino a 200 gr. Grande è l’attenzione dedicata al packaging: le nuove confezioni in vaschetta, oltre a essere comode e pratiche, assicurano la freschezza del salume come appena affettato. A rendere unica la linea di affettati Terre Ducali per la Mdd è anche il fatto che le singole fette di salume siano posate nella confezione a mano: un servizio degno delle migliori salumerie e gastronomie.

Proprio riguardo alle vaschette, Terre Ducali ha dato vita alla start-up HPP Italia per l’applicazione della tecnologia delle alte pressioni idrostatiche (HPP – High Pressure Processing). Si tratta di un trattamento, con una pressione che arriva fino a 5-6 mila bar, determina un effetto sanificante sugli alimenti, modificando la struttura cellulare delle forme microbiotiche potenzialmente pericolose per la salute umana, non incidendo sulle caratteristiche organolettiche del prodotto, anzi raddoppiandone la shelf life.

A Marca la Gdo incontra l’Industria

È ormai alle porte il tradizionale appuntamento che la marca del distributore si dà ogni anno a BolognaFiere: il 14 e 15 gennaio 2015 il quartiere fieristico del capoluogo emiliano ospiterà infatti l’undicesima edizione di Marca byBolognaFiere-Private Label Conference and Exhibition, l’unica manifestazione italiana interamente dedicata ai prodotti a marchio insegna.

L’edizione 2015 si svolge in un momemto particolare per la marca del distributore che nel corso del 2014 ha registrato un rallentamento, frutto di una riduzione della quota a scafale della mdd e della competizione sui prezzi che ha visto i prodotti di marca leader venduti in promozione a un prezzo inferiore a quelli dei prodotti mdd non in promozione.

La due giorni è diventata un think tank, rafforzando, anno dopo anno, la propria influenza e la capacità di portare innovazione nel settore. Nella scorsa edizione sono state 6.600 visite degli operatori professionali, 454 le aziende espositrici, di cui 15 insegne della distribuzione, che quest’anno diventano 18. In generale, negli ultimi quattro anni gli spazi espositivi sono cresciuti del 33% e gli espositori sono aumentati del 36%, mentre la presenza di buyer internazionali è aumentata del 30%.

Fitto come da trasizione il programma degli eventi che si terranno nei tre padiglioni (16, 21 e 22) di BolognaFiere. A cominciare dalla convegnistica, che presenta importanti occasioni di confronto e approfondimento per tutti gli stakeholder del settore.
Con il Convegno di apertura organizzato da ADM, l’associazione, patrocinatrice della manifestazione, che riunisce tutte le principali imprese della distribuzione moderna, l’obiettivo è quello di ribadire il ruolo della Distribuzione Moderna nella valorizzazione delle filiera agroalimentare italiana quale volano di crescita del sistema Paese: verrà dato particolare riferimento ai prodotti del comparto del fresco e dell’ortofrutta, nel cui ambito vi sono anche molti prodotti DOP ed IGP il cui reale valore non sembrerebbe essere ben percepito dal consumatore e che conseguentemente richiede risposte chiare ad alcuni quesiti emergenti. Qui il programma.

Altro tradizionale appuntamento il 15 gennaio è il Rapporto Annuale sull’evoluzione della Marca del Distributore, giunto all’ XI edizione: realizzato in collaborazione con Adem Lab, spin off dell’Università di Parma, sarà articolato su una prima fase di analisi quantitativa dei dati Iri, seguita da un’analisi delle policy delle insegne e degli espositori a seguito dell’elaborazione dei dati raccolti con questionari specifici. Seguirà poi una focalizzazione tematica che riguarderà il tema della convenienza e dei prezzi relativa della MDD all’interno degli assortimenti del largo consumo.

Il programma di Marca 2015 prevede inoltre workshop specialistici come il convegno IBC, previsto per il pomeriggio del 14 gennaio, dal titolo La fabbrica dei consumi. Il convegno è finalizzato a sottolineare il ruolo, il peso, il contributo dell’Industria Italiana dei Beni di Consumo nel contesto dell’economia nazionale evidenziandone nel contempo l’apporto all’export italiano e le sfide che l’attendono nell’economia globale.

Il Marca Tech focus Packaging, in programma giovedì 15 gennaio nel pomeriggio, cercherà di fare il punto sullo stato delle soluzioni tecnologiche che oltre al requisito dell’economicità, garantiscano la migliore conservazione e durata del prodotto, salvaguardino la salute del consumatore e offrano le massime garanzie in termini di sostenibilità ambientale (quindi biodegradabili e/o ad alta riciclabilità).

 

Debutta a Verona a maggio Fruit Gourmet Expo, la fiera dell’ortofrutta

Una nuova fiera internazionale dedicata all’ortofrutta, vista in chiave di eccellenza alimentare del nostro Paese: padrone di casa è Verona Fiere che dal 5 al 7 maggio 2015 metterà in scena Fruit Gourmet Expo, progetto b2b che farà dialogare tra loro produzione, distribuzione e ristorazione e rappresenterà tutta la filiera, dal prodotto ai macchinari.

Fruit Gourmet Expo, che ha ricevuto il patrocinio del Ministero delle politiche agricole e forestali e sta chiudendo accordi di collaborazione con importanti istituzioni dedicate al settore ortofrutticolo come Fruitimprese Veneto e Ortofrutta Italia, e con quelle dell’Ho.Re.Ca come FIPE-Federazione italiana pubblici esercizi e Federalberghi, è organizzata direttamente da Veronafiere – ente fieristico con oltre 10 fiere dedicate al settore in portafoglio tra le quali Vinitaly, Fieragricola, Sol&Agrifood – e NCX Drahorad, azienda italiana che da più di trent’anni si occupa di sviluppo commerciale e marketing dell’agroalimentare, in particolare nel settore ortofrutticolo.

“Nell’anno che ci vede protagonisti di Expo 2015 con la realizzazione e il coordinamento del Padiglione del Vino Italiano VINO A Taste of Italy, realizzato in concerto col Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e Padiglione Italia, abbiamo valutato di proporre al mercato una iniziativa fortemente innovativa e originale, un format che sappia valorizzare in chiave gourmet la frutta e la verdura di qualità e creare un punto d’incontro internazionale tra la produzione ortofrutticola d’eccellenza e la cucina d’autore. In sintesi, ripensare l’ortofrutta nell’ottica di una maggiore valorizzazione delle produzioni, con l’obiettivo di aumentare le conoscenze del consumatore finale e, quindi, creare maggiori e migliori occasioni di consumo e di business” spiega Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere.
Fruit Gourmet Expo conterà sulla consolidata attività di internazionalizzazione che Veronafiere mette in atto sulle manifestazioni in portafoglio dedicate al settore agroalimentare, costituita da una rete di oltre 20 delegati internazionali, buyer provenienti da oltre 60 nazioni in tutto il mondo e tre società che presidiano i mercati mondiali strategici.
La manifestazione sarà suddivisa tra un’area b2b, per facilitare l’incontro domanda-offerta soprattutto per le aziende medio-piccole che hanno maggiore bisogno di sostegno e promozione nell’approccio al mercato e all’export, un’area expo, spazio espositivo dedicato ai produttori nazionali ed internazionali di ortofrutta,  una di contenuto con workshop formativi, educational e workshop, un’area gourmet, denominata Fruit Lab, riservata agli show cooking dove i top brand diventano protagonisti grazie agli chef più noti, e una sezione dedicata all’innovazione tecnologica e ai macchinari al servizio dell’intera filiera.

Sul fronte della comunicazione estremamente attivo sarà il blog della manifestazione, che ospiterà contributo da esperti del calibro di Pietro Leemann, chef e patron del ristorante Joia di Milano a Simone Salvini, Executive Chef di Organic Academy, Accademia di Alta Cucina Vegetariana, Giancarlo Minguzzi, Presidente di Fruitimprese Emilia-Romagna e Alessandro Zani, Direttore Generale di Granfrutta Zani.

Gluten free Expo a Rimini: industria e gdo guardano con crescente attenzione al senza glutine

Gluten Free Expo, il primo e unico salone internazionale dedicato ai prodotti e all’alimentazione senza glutine, si svolge dal 14 al 17 novembre a Rimini Fiera.

Appuntamento importante, dicono gli organizzatori, perché con un incremento di espositori del 52% (sono 110 a oggi, in rappresentanza di 158 aziende) e in particolare con la partecipazione delle aziende alimentari (l’Associazione dell’industria dei semilavorati alimentari collabora con la manifestazione) Gluten Free Expo fa un salto di qualità, attirando l’interesse della Grande distribuzione. «Già oggi le più importanti catene hanno prodotti a marchio del distributore senza glutine» ha sottolineato Juri Piceni, di S-Attitude Group che organizza la manifestazione.

Ma il vero nodo da sciogliere riguarda la liberalizzazione di un mercato che oggi è quasi totalmente in mano alle farmacie. Il volume d’affari, in Italia, del mercato degli alimenti gluten free, è stimato a 237milioni di euro con una crescita continua a due cifre. La farmacia occupa un ruolo fondamentale (176milioni di euro) mentre la grande distribuzione è ancora marginale (61 milioni di euro), nonostante la differenza tra i prezzi dei prodotti al supermercato e quelli nelle farmacie sia tra il 40 e il 60%. Il nodo da sciogliere si chiama liberalizzazione, che potrà portare a un riallineamento del differenziale di prezzo e a una maggiore diffusione dei prodotti gluten free sugli scaffali dei supermercati.

Tanto più che una ricerca condotta dall’istituto di ricerca Apertamente ha individuato un ampio mercato, ancora poco esplorato, di persone sensibili al glutine o che decidono per scelta salutistica, seguendo uno stile alimentare orientato al benessere pur non essendo soggetti ad alcuna intolleranza o patologia, di limitarne il consumo nella propria dieta. «Il percepito dei prodotti gluten free – afferma la ricercatrice Eleonora D’Onofrio – è che siano mediamente di una qualità superiore rispetto ai comuni prodotti in commercio. Salubrità, leggerezza, basso contenuto calorico sono, in realtà, spesso dei falsi miti, ma è bene imparare a comunicare con questa nuova fetta di mercato che rappresenta per le aziende del largo consumo e della grande distribuzione uno sbocco commerciale di grande interesse».

Il negozio 2.0 al Salone del Franchising

Smart control, smart payment, smart engagement e smart service sono i pilastri su cui si costruisce il Negozio 2.0 che Econocom, insieme ai partner dell’Innovation Retail Lab, presenteranno al Salone del Franchising, dal 7 al 10 novembre presso FieraMilanoCity.

I franchisor, o aspiranti tali, potranno sperimentare in prima persona non il negozio del futuro, ma quello che si può già creare con le tecnologie esistenti. Grazie a un approccio globale, dall’inventario al cross selling, dall’out of stock all’antitaccheggio alla post vendita, che riesce a controllare movimentazione e servizi con un alto grado di efficienza. Perché digital signage, design all’avanguardia, QR Code, luci suggestive e tablet sono solo la punta dell’iceberg e, soprattutto, non sono più sufficienti per attirare il cliente nel punto vendita e accompagnarlo all’acquisto. Contapersone, telecamere di sorveglianza, mobile pos e firme grafometriche per i pagamenti, camerini virtuali o personal digital assistant devono lavorare in una logica di integrazione, per creare un ecosistema elegante e polifunzionale che consenta al franchisor di essere efficiente e, al contempo, spettacolare, supportando clienti e commessi in una relazione più intelligente ma anche più efficace.

“Oggi i processi di acquisto si sono molto diversificati” spiega Enrico Tantussi, country manager di Econocom, digital service provider europeo che opera in 20 Paesi. “Si compra per bisogno, per piacere o per caso. In realtà, non si vendono prodotti: si vendono, prima di tutto, informazioni. Una buona gestione delle informazioni è tutto. Il negozio 2.0 è questo e molto di più. Una logistica impeccabile che fa sempre trovare il prodotto giusto al momento giusto e un ambiente funzionale ed estetico, che coniuga design e soluzioni fisiche e digitali attraverso una convergenza di soluzioni allo stato dell’arte, creative ma anche utili. Oggi si parla molto di negozi 2.0 e di Internet of Things, ma l’intelligenza delle cose nasce prima di tutto se c’è intelligenza nella progettazione”.

Econocom e la cordata di partner (Disignum, Ingenico, Guttadauro, MobilePeople, Hs&Custom, KGroup) al Salone del Franchising saranno anche i protagonisti di una sessione di workshop.

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