Aveva suscitato curiosità l’uscita di John Agostini da Carrefour, dove ricopriva il ruolo di Direttore Franchising ed Espansione, coordinando oltre 800 punti vendita. Ora quella curiosità è stata soddisfatta: Agostini (a destra nella foto in alto) ha lasciato il gruppo francese per diventare Direttore Generale di Sapori Artigianali, società fondata 21 anni fa da Mauro Tiberti (a sinistra nella foto in alto) e attiva nella commercializzazione di prodotti da forno e dolciari con il marchio ODStore per un totale di 125 punti vendita, nella ristorazione fast food in franchising con il marchio KFC e nell’hotellerie di lusso con ODS Sweet Hotel & Restaurant, per un fatturato complessivo di quasi 190 milioni di euro. L’ingresso di Agostini arriva in un momento cruciale: Sapori Artigianali, presente con ODStore in Italia, in Polonia con quattro punti vendita e in Francia con altri due a Parigi, ha l’ambizione di consolidare la propria posizione sul mercato interno ed espandersi ulteriormente all’estero. In questa direzione si inserisce il nuovo progetto di apertura a breve del primo store in Spagna, mentre sono in fase di studio le opportunità di esordire in Germania. Di qui la scelta di Agostini, che ha una vasta esperienza nel retail e nella gestione di espansioni su larga scala. “L’ingresso di John Agostini segna un nuovo passo nel nostro percorso di crescita – afferma Mauro Tiberti, Fondatore e Amministratore Unico di Sapori Artigianali –. Siamo convinti che la sua visione strategica e la sua profonda conoscenza del settore ci aiuteranno a raggiungere nuove vette, ampliando la nostra presenza in Italia e soprattutto nei mercati internazionali”.
“Entrare in Sapori Artigianali in questa fase di forte evoluzione è un’opportunità stimolante – commenta John Agostini –. Lavorerò per accelerare lo sviluppo dei format esistenti, esplorare nuove soluzioni commerciali e rafforzare la nostra presenza internazionale. Sono felice di collaborare con un team giovane e dinamico, pronto ad affrontare nuove sfide”.
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ODStore, sarà John Agostini a guidare l’espansione
Finiper scommette sul franchising anche per Rom’antica
Finiper punta sul franchising e adotta la formula anche per la catena Rom’antica. Il primo passo è stato creare una business unit dedicata, affidata ad Armando Strano, professionista con una ventennale esperienza nel campo. Il progetto interessa ovviamente Unes, la rete di supermercati di prossimità nata a Milano nel 1967 e che si è aperta al franchising già dagli anni ’90. L’insegna ha in atto diversi accordi tra master franchising, franchising tradizionali e somministrazione, che riguardano 75 punti vendita sul totale di 206 supermercati del gruppo. La novità è Rom’antica, catena di somministrazione di pizza alla romana che conta 57 locali e si apre ora per la prima volta al mondo dell’affiliazione.
“La nostra visione – afferma Armando Strano – è quella di costruire un ecosistema dove il franchisee sia integrato con le funzioni aziendali per ottenere benefici reciproci. Non crediamo più nei modelli classici di affiliazione in quanto sorpassati e quindi migliorabili. Ci poniamo, infatti, al fianco degli imprenditori creando un progetto comune con la possibilità di condividere investimenti in sviluppi di negozi, centri di distribuzione e altre opportunità”.
Il Gruppo Finiper Canova, fondato nel 1974 con l’apertura del primo ipermercato italiano a Montebello della Battaglia (PV), opera prevalentemente nel settore della grande distribuzione organizzata e si suddivide in 4 grandi aree: ipermercati Iper La grande i, supermercati Unes, con il marchio il Viaggiator Goloso, le diverse insegne legate al settore della ristorazione (tra cui Ristò, Rom’antica, CremAmore e Portello Caffè) e le attività immobiliari che consistono nella gestione, o nella contitolarità della gestione, di gallerie commerciali, tra cui IL CENTRO di Arese e Piazza Portello di Milano. Presente in 4 regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna), ha chiuso il 2023 superando i 3 miliardi di fatturato ed è ancora oggi controllato dal suo fondatore, l’imprenditore Marco Brunelli. La rete di vendita è composta da 21 ipermercati, 1 super store, 206 supermercati (di cui 75 in franchising), 6 gallerie commerciali e 91 punti di ristorazione (ristoranti self-service, pizzerie, bar e gelaterie) che impiegano un totale di oltre 10.000 addetti.
Apulia Distribuzione annuncia 50 milioni di investimenti per il triennio 2025-2027
L’obiettivo di fatturato alle casse per la fine del triennio 2025-2027 sfiora il miliardo di euro e per raggiungerlo Apulia distribuzione ha definito le direttive su cui lavorare – rafforzamento della rete distributiva, digitalizzazione e riorganizzazione dei processi, transizione energetica – e gli investimenti necessari, previsti in 50 milioni di euro. Il retailer pugliese conta al momento più di 280 punti vendita in cinque regioni del Sud, per un totale di oltre 150.000 metri quadri di superficie di area vendite, a cui si aggiungono il format dell’ingrosso Cash&Carry Tuttorisparmio. Nel 2024 Apulia Distribuzione ha registrato un fatturato alle casse pari a oltre 887 milioni di euro. In Puglia è al 4° posto nel ranking GNLC-Nielsen con una quota di mercato pari al 9,12%.
Lo sviluppo della rete è rappresentato dall’apertura di 8 nuovi Superstore in Puglia a insegna Rossotono con il format Rossotono Market da oltre 800 mq di superficie di vendita, comprendente la realizzazione completa degli immobili. Alle nuove aperture si affianca la ristrutturazione di 15 punti vendita storici della rete diretta. L’insegna dallo scorso gennaio è approdata nel Lazio, dove avvierà il suo presidio con 10 nuovi negozi in affiliazione con imprenditori della regione. Il piano di espansione di Rossotono prevede anche un rilancio della crescita nel territorio campano attraverso una rete in franchising gestita con imprenditori locali. Contemporaneamente aumenterà la penetrazione nel mercato siciliano realizzando partnership con imprenditori sul territorio. Infine, nel corso dei tre anni è prevista la ristrutturazione di tutti i cash &carry a insegna Tuttorisparmio presenti a Brindisi, Lucera, Corato e Capurso.

La transizione organizzativa passa per la formazione digitale, con il fine di incrementare le abilità del capitale umano di Apulia nell’utilizzo di strumenti tecnologici innovativi per una gestione efficace dei processi. L’azienda precisa di aver già attivato collaborazioni in ambito tecnologico con player quali Relex per la gestione degli ordini delle merci e dei planogrammi, Revionics per il pricing intelligente e SalesForce per il marketing automation. Allo stesso tempo l’intera rete distributiva verrà rinforzata a livello digitale attraverso l’introduzione di un nuovo motore CRM con attività di loyalty che saranno distribuite attraverso l’app Speasy, che fungerà anche da strumento per lo sviluppo del canale e-commerce di tutti i supermercati Rossotono aderenti.
Nell’ottica della realizzazione e ristrutturazione delle piattaforme distributive e dei negozi ad insegna Rossotono e Tuttorisparmio, è stato predisposto un piano di investimenti per ridurre l’impatto ambientale dell’azienda in ogni territorio in cui è presente. In particolare, saranno realizzati impianti per l’autoproduzione di energia in modo da raggiungere una percentuale sempre maggiore di quota di rinnovabile autoprodotta rispetto all’energia acquistata dalla rete elettrica. Proseguirà, infine, il percorso di ottimizzazione con interventi di efficientamento energetico sulle infrastrutture esistenti e di nuova realizzazione.
Carrefour Express, doppia inaugurazione in franchising in Emilia-Romagna
Inaugurazione doppia per Carrefour Italia che da pochi giorni ha aperto due nuovi punti vendita Express in Emilia-Romagna, a Compiano, in provincia di Parma, e a San Martino dei Mulini, in provincia di Rimini.
Le due aperture avvengono attraverso il modello in franchising, in linea con la strategia di business di Carrefour Italia che punta a rafforzare la propria presenza sul territorio nazionale attraverso lo sviluppo di negozi di prossimità con il supporto di imprenditori locali. Un modello di business, questo, che rappresenta un elemento di differenziazione di Carrefour nel panorama italiano e che favorisce la piccola imprenditoria.
L’apertura dei due nuovi punti vendita di Compiano e San Martino dei Mulini, che si sviluppano rispettivamente su 200 e 250 metri quadri, rappresenta un importante passo avanti per la presenza dell’azienda in Emilia-Romagna. In linea con l’impegno di Carrefour per la valorizzazione delle specificità territoriali, i nuovi Carrefour Express offriranno un’ampia selezione di prodotti alimentari tipici del territorio, con una grande attenzione alle specialità della tradizione culinaria dell’Emilia-Romagna, per rispondere alle esigenze della comunità e consolidare la relazione con il territorio.
Fine della collaborazione negli acquisti tra Carrefour e Apulia Distribuzione
Natale da separati in casa per Carrefour Italia e Apulia Distribuzione, master franchisee attivo in Puglia, Calabria, Campania, Basilicata e Sicilia. La collaborazione sul fronte degli acquisti tra le due società è stata sospesa, ma l’azienda di Rutigliano (BA) fondata dai fratelli Antonio e Massimo Sgaramella continuerà a utilizzare le insegne del gruppo francese per il 2024. Ad annunciare la notizia è una nota, in cui si legge che “Dopo quattro anni di partnership commerciale Carrefour Italia e la società Apulia Distribuzione hanno deciso di sospendere la partnership sugli acquisti per diversi orientamenti sulle future strategie commerciali su scala nazionale e internazionale. Apulia Distribuzione nel corso del 2024 continuerà ad operare mantenendo l’utilizzo dell’insegna Carrefour sulla propria rete di negozi”. Dal canto suo, Carrefour Italia ribadisce che “continuerà a sviluppare e a rafforzare la propria presenza su tutto il territorio nazionale con la formula del franchising e del master franchising, confermando inoltre la consolidata partnership con Etruria Retail”.
Qualche cenno “storico” può aiutare a inquadrare meglio la vicenda. Attivi nel commercio all’ingrosso sin dagli anni ’80, i fratelli Sgaramella nel 2001 fondano Apulia Distribuzione, che nel 2004 sigla un accordo di master franchising con Auchan. A partire dal 1° gennaio 2020, in conseguenza dell’acquisizione da parte di Conad delle attività italiane di Auchan, Apulia Distribuzione passa sotto le insegne Carrefour. La stessa scelta era stata fatta da Etruria Retail, società cooperativa toscana dalla storia ancora più lunga. Nata nel 1961 e tra i fondatori di Conad nel 1962, Etruria Retail è entrata in Crai nel 1994, per poi affiliarsi ad Auchan nel 2000 con un contratto di master franchising e infine legarsi – sempre dal 2020 – a Carrefour. Nel 2022 Apulia Distribuzione ha registrato un fatturato di 804 milioni di euro (fonte: Reportaziende) e conta oltre 300 punti vendita.
Bialetti investe nel franchising: attese 16 nuove aperture entro la fine dell’anno
Bialetti rafforza la presenza su territorio nazionale e annuncia nuove aperture di punti vendita in franchising. Il progetto è nato nel 2021 ed entro la fine del 2025 aumenterà di circa 46 il numero degli store (16 entro la fine 2023, 15 entro il 2024 e 15 entro il 2025).
L’azienda propone tre format: Centro Città Full Asssortment e Centro Commerciale Full Assortment con superficie di vendita da 60-80 mq adatto sia per delle città di almeno 40.000 abitanti o per Centri Commerciali con Galleria di almeno 50 punti vendita, e Only Coffee con superficie di vendita da 30-40 mq dedicato al solo mondo del caffè per le zone ad alto traffico e/o connotazione turistica. I negozi, che si distinguono per la qualità del prodotto e l’attenzione al servizio, attraggono i clienti soddisfacendo ogni desiderio del consumatore.
Per tutti i nuovi affiliati è prevista una formazione iniziale di circa 2 settimane presso un InFormaStore e 1 settimana di formazione presso il pdv di nuova apertura da parte di un trainer in fase lancio del punto di vendita. Inoltre sono previsti due momenti l’anno di incontro con gli affiliati per presentare le collezioni e il Natale. Essere affiliati Bialetti significa godere di un supporto completo, con programmi periodici di formazione, assistenza nella progettazione e organizzazione del punto vendita, e una stretta collaborazione con District Manager e Regional Manager per garantire un successo continuativo nelle vendite e nelle operazioni.
I prodotti maggiormente venduti nei punti vendita restano le caffettiere e il caffè perfetto moka, con una quota del fatturato totale pari al 45% mentre le capsule e le macchine da caffè coprono il 25% del totale fatturato. Infine il 15% arriva dagli accessori caffè e il 4% e il 10% rispettivamente dai piccoli elettrodomestici per la colazione e dal pentolame. Tra i punti vendita di spicco emergono quelli di Roma, in via dei Coronari e in via Marconi, ad Avellino, a Reggio Calabria e Perugia.
La “cura” di Christophe Rabatel per Carrefour Italia
La “cura” funziona. Per la verità a sostenerlo è proprio il “medico” che l’ha somministrata, però i numeri comunicati gli danno ragione. Christophe Rabatel, Amministratore Delegato di Carrefour Italia, ha riassunto a grandi linee la strategia che sta seguendo per il turnaround aziendale nel corso di un incontro con la stampa, avvenuto in occasione della settima edizione del Salone Carrefour. “Il terzo trimestre 2021 è stato il primo dopo anni con un fatturato in crescita in Italia a rete costante – ha ricordato Rabatel – con +0,8% diventato +2,5% nel trimestre successivo. Il primo semestre 2022 si è chiuso con +2,7% e un’accelerazione nel secondo trimestre. Stanno crescendo anche i volumi, l’indicatore più importante in una fase di forte inflazione, e abbiamo guadagnato 100.000 clienti rispetto allo scorso anno”.
Uno degli elementi fondamentali è stata la virata netta sull’affiliazione: lo scorso luglio con l’inaugurazione di un Carrefour Express a Riccione, il gruppo ha toccato 1.500 punti vendita in Italia, 1.200 dei quali in franchising (compreso quello di Riccione). Quest’ultimo numero è destinato a crescere, soprattutto nei formati più piccoli, come appunto il Carrefour Express. “Il programma per quest’anno era di convertire in franchising 104 negozi – ha affermato Rabatel – e siamo sulla buona strada per riuscirci. Inoltre, abbiamo fatto un importante passo avanti in termini di espansione: rispetto a una media di 50-55 aperture negli ultimi 5 anni, nel 2022 contiamo di arrivare a 90-95 nuovi negozi. Il franchising è il modo migliore per conciliare i punti di forza di un grande gruppo internazionale come Carrefour con l’imprenditorialità e la sensibilità necessaria in un territorio complicato qual è l’Italia, dove ciascuna regione, provincia e città ha i propri prodotti e marchi preferiti”.
Rabatel ha rivendicato l’attenzione del gruppo alla sostenibilità ricordando come risalga a 30 anni fa il lancio in Francia del primo prodotto a marchio biologico, mentre ha compiuto 20 anni Filiera Qualità Carrefour, basata sul rapporto con più di 8.500 tra produttori, agricoltori e allevatori. “A maggio del 2021 abbiamo deciso di facilitare il processo di ingresso delle piccole aziende tra i nostri fornitori – ha precisato l’AD della filiale italiana – prevedendo un contratto di sole due pagine e un termine di pagamento di sette giorni. Nel biologico abbiamo 430 fornitori, ma visto che il processo di conversione dal convenzionale è molto impegnativo e richiede dai 3 ai 5 anni, stipuliamo contratti più lunghi rispetto all’anno, con l’obiettivo di garantire continuità a queste aziende”. Sul fronte export, il 2021 si è chiuso con 800 milioni euro di prodotti a marchio Terre d’Italia venduti alle filiali di altri Paesi.
Alla domanda posta da Instoremag.it relativamente all’inchiesta della Procura di Milano su una presunta frode fiscale, Rabatel ha risposto che la collaborazione con l’Agenzia delle Entrate va avanti da mesi e che comunque la vicenda riguarda il cash & carry, cioè un’attività marginale per Carrefour Italia.
In merito invece all’aumento dei prezzi, l’AD si è limitato a dire che l’inflazione alla vendita di Carrefour è allineata a quella del mercato, ma ha ricordato il lancio di Simpl – una linea di primo prezzo che conterà 200 referenze entro l’anno – oltre alle due campagne Risparmio di Qualità su 500 prodotti di uso quotidiano e il blocco dei prezzi di una serie di prodotti a marchio, grazie alla collaborazione con 80 fornitori.
Infine, il Nutriscore: “Abbiamo l’abitudine di rispettare le leggi dei paesi in cui operiamo – ha premesso Rabatel – e quindi lo abbiamo eliminato dai prodotti tipici italiani (così come stabilito lo scorso agosto dall’Antitrust, ndr) mentre l’indicazione continuerà ad essere presente sui prodotti a marchio privato non tipici realizzati per il gruppo a livello internazionale. L’importante secondo me è dare più trasparenza ai consumatori, la metodologia con cui farlo mi interessa poco, ma è fondamentale trovare una soluzione comune a tutti i Paesi Ue”.
MD, aprono tre nuovi negozi in franchising
Partinico (PA), Dossobuono (VR) e Settimo San Pietro (CA): sono le tre località in cui aprono tre nuovi store a insegna MD frutto di accordi di franchising con tre imprenditori locali.
Con metrature di circa 1.000 mq, parcheggio da un minimo di 30 a 80 posti auto, banchi serviti, tra cui a Settimo San Pietro anche la pescheria, laboratori a vista, oltre 2000 referenze a marchio tra food (80% circa) e non food, i tre nuovi store replicano in queste località il format proposto dalla catena MD, una delle più dinamiche di questi ultimi anni.
Format che si dimostra vincente per i franchisee dell’insegna, che spesso dopo il primo punto vendita ne aprono altri, e sempre più attrattivo per nuovi imprenditori.
Ad aprire a Partinico in provincia di Palermo il loro secondo MD, assumendo 7 persone del posto, è la società Royal Srl che ha già in programma di aprirne un terzo. “Il punto di forza del franchising MD è l’avere una direzione dedicata su cui contare per ogni aspetto dell’operazione: da quelli logistico-operativi a quelli finanziari, passando per la messa adisposizione di una rete di servizi rodata ed efficiente” commenta Antonio Reale titolare della società Royal.
A Dossobuono (VR) apre il primo store la società Centro Vendite Alimentari Srl: “Abbiamo accettato la sfida di aprire un punto vendita in una zona molto difficile per le insegne non venete, ma a convincerci è stata proprio la validità della formula commerciale di MD e l’affiancamento continuo da parte di tutto lo staff affiliazione su cui abbiamo potuto contare, dalle prime fasi decisionali fino al momento dell’apertura” è il commento di Gabriele Ferrante amministratore della Centro Vendite Alimentari che per lo store ha assunto 15 persone, età media 25 anni, tutti del posto.
A Settimo San Pietro, Cagliari, 10 nuovi assunti per il 2° store MD della società Super B della famiglia Baire che ne prevede già un terzo per il 2021: “Ci siamo sentiti accolti in una famiglia, non solo in un business dai promettenti sviluppi – afferma Gianluca Baire amministratore della società Super B – Abbiamo aperto il primo store MD in franchising lo scorso 18 settembre e l’accoglienza del pubblico e i risultati immediati hanno confermato subito la bontà della scelta tanto da decidere per nuove aperture MD”.
Oggi i punti vendita a insegna MD gestiti in franchising sono 230, dislocati su tutto il territorio nazionale. Fanno capo a poco più di un centinaio di società di medio-piccole dimensioni non sempre provenienti dal commercio, né tanto meno alimentare.
“Ci occupiamo di tutto, affiancando l’imprenditore passo per passo – afferma Armando Strano a cui fa capo la Direzione Franchising di MD – per questo un’esperienza commerciale precedente non è un requisito indispensabile. Si affidano a noi, alla solidità del marchio, alla serietà dell’offerta, all’assistenza continua e problem solving. Ne sono prova le continue richieste di franchisee MD desiderosi di raddoppiare i loro punti vendita”.
Franchising, un settore sano con 26 miliardi di giro d’affari
Con un giro d’affari di oltre 26 miliardi di euro nel 2019 (+4,4% sul 2018), il Franchising in Italia continua a creare nuovi posti di lavoro e a godere di ampi margini di crescita, come emerso dal Rapporto Assofranchising 2020 (dati al 31 dicembre 2019).
Uno sguardo ai dati
I dati illustrano il Franchising in Italia, come un settore sano e in continuo sviluppo, caratterizzato da 441 punti vendita in crescita del +4,7% (2.555 i negozi aperti nel 2019) e 217.150 (+5%) addetti occupati nelle reti (pari a 10.359 i nuovi posti di lavoro creati).
Sono inoltre 980 le insegne operative in Italia, +2,0% rispetto allo scorso anno di cui: 880 (90%) italiane, 71 (7%) master di franchisor stranieri in Italia e 29 (3%) reti straniere che operano in Italia solo con franchisee, ma con sede legale in un paese estero.
In aggiunta il rapporto parla di 11.035 (+1,8%) punti vendita italiani all’estero in franchising (prese in esame per il Rapporto quelle con almeno 3 punti vendita all’estero) e 178 (+2,3%) reti italiane all’estero
“Sono numeri estremamente positivi, che ancora una volta dimostrano le potenzialità del franchising e sono indice della fiducia che sempre di più gli italiani nutrono nel sistema dell’affiliazione – dichiara Augusto Bandera, Segretario Generale Assofranchising -. Anche nel 2019 il franchising ha continuato a espandersi, così come lo ha fatto negli anni della crisi. Nell’ultimo decennio, è cresciuto, in media, del 2% ogni anno, creando circa 37.000 nuovi posti di lavoro. Ad oggi l’intero sistema franchising occupa più di 217.000 addetti, che contribuiscono a generare oltre 26 miliardi di fatturato, circa l’1,3% del Pil italiano. In un contesto economico come quello attuale – sottolinea Bandera – appare quasi fisiologico che il franchising, come tutti i modelli fondati sulla cooperazione e sul risk-sharing, sia favorito nella competizione di mercato. Si considerino i benefici per entrambe le parti coinvolte – franchisor e franchisee – quali ad esempio l’aumento della visibilità e riconoscibilità a livello nazionale e internazionale del marchio condiviso, il trasferimento del know-how, l’utilizzo della formula imprenditoriale che caratterizza il brand, o l’espansione aziendale dettata dalla crescita dei punti vendita”.
In termini di ripartizione territoriale delle insegne Franchising per Aree Nielsen. Le 4 macro-aree italiane:
- Il 37,8% dei franchisor a livello nazionale si concentra nel Nord-Ovest dove nel 2019 si è registrato un aumento del +2,6% rispetto al 2018;
- il 21% del totale insegne in Italia si conta nel Centro (posizione invariata in classifica)
- il 20,8% nel Nord-Est, terza area in termini di numerosità
- il 20,4% nel Sud e Isole
In particolare, le regioni italiane che ospitano maggior numero di franchisor sono la Lombardia (277) e il Lazio (108), seguite da Veneto (91), Campania (88) ed Emilia Romagna (85).
Numero punti vendita in Italia
I dati del Rapporto Assofranchising 2020 confermano il primato regionale nel numero di punti vendita in franchising alla Lombardia (9.182), seguita dal Lazio (6.539), mentre al terzo posto troviamo la Sicilia (4.970) seguita da Piemonte (4.634) e Campania (4.329). Con riferimento alla suddivisione per Aree Nielsen, l’Area 4 Sud-Isole risulta in testa per numero di punti vendita (17.788 PVF), in aumento del +4,8% rispetto al 2018.
Redditività per area territoriale
L’area Sud-Isole nel 2019 (come anche nel 2018), in termini di redditività, genera il miglior risultato, per un totale di € 8.074.678.080 seguita dal Nord-Ovest che nello stesso periodo ha prodotto € 7.628.601.976; il Centro e il Nord-Est si collocano subito dopo, registrando comunque un’incidenza sulla produzione totale molto elevata.
Occupati per area territoriale
La maggior incidenza a livello nazionale relativamente al numero occupati spetta al Nord-Ovest con 66.872 posti di lavoro seguito dal Sud con 62.165 addetti; il Centro e il Nord-Est occupano un numero di addetti inferiore rispetto al Nord-Ovest e il Sud, mantenendo comunque una buona incidenza sul totale con, complessivamente, oltre 88.000 addetti.
Categorie merceologiche
La ristorazione è il settore che nel 2019 registra l’incremento maggiore in termine di reti attive, +4,1% sul 2018 a conferma della continua espansione del franchising nel mondo dei ristoranti. E’ il terzo nella suddivisione merceologica dei franchisor (18,3%).
Il Commercio specializzato (+3,3%) si colloca al secondo posto con un totale di 125 reti attive rispetto alle 121 del 2018. Rappresenta una quota del 12,7% di tutto il franchising.
Beauty, cura e benessere della persona crescono dell’1,9% rispetto al 2018 e pesa per l’11% del totale dei settori considerati.
I Servizi segnano un +1,7% nel 2019. Il settore costituisce il 24,4% del totale delle insegne.
Lieve incremento 1,1% per l’Abbigliamento con un totale di 189 reti attive, in aumento rispetto al 2018 (187).
I settori Casa e GDO rimangono stabili rispetto all’anno precedente con rispettivamente 47 e 43 reti attive nel territorio nazionale. La Casa contribuisce per il 4,8% nella suddivisione merceologica.
Giro d’affari e incidenza settori delle reti attive
La GDO (grande distribuzione organizzata) sebbene rappresenti solo una piccola porzione rispetto al totale del sistema franchising (4,4%), è il settore che maggiormente incide sul fatturato totale (35,6%), dato che la somma della produzione tra “GDO food” e “GDO non food”, genera oltre 9 miliardi di euro , seguita da “Pizzerie, fast food, ristorazione etnica e a tema” con oltre 2,5 miliardi (in aumento dell’8,3%), “Abbigliamento uomo donna” (-1,5% per un totale di circa 1,7 miliardi di euro di giro d’affari e “Intimo” (-1,1%) con circa 1,4 miliardi.
Due parole, infine, sull’estero: come emerge dal rapporto, sempre più Brand italiani del franchising guardano alle potenzialità di sviluppo oltre confine. Nel 2019 le insegne italiane all’estero sono cresciute del 2,3% e i punti vendita dell’1,8%. L’83% degli investimenti iniziali richiesti per entrare in una rete del franchising nel 2019 non supera i 100.000 euro e il 33,4 % è sotto i 20.000 euro.
Lo streaming
La presentazione dei dati di Assofranchising è stata l’occasione per il lancio dell’edizione 2020 di Salone Franchising Milano, che quest’anno si tiene dal 22 al 24 ottobre per la prima volta in streaming su Umans.com, la piattaforma tecnologica creata da Fandango Club in grado di riprodurre in digitale l’esperienza degli eventi offline.
Franchising: per il 74% degli italiani sarà la formula del futuro
Oltre il 50% degli italiani conosce e apprezza il franchising. E Il 74% di questo universo pensa che rappresenterà la formula del futuro. Sono i dati molto positivi che emergono dallo studio condotto dall’Istituto Piepoli e commissionato da Assofranchising a maggio 2019 (che verrà presentato il 5 giugno dalle ore 14.00 presso Confcommercio-Imprese per l’Italia a Roma – Sala Orlando).
Di particolare interesse è il dato dell’awareness del franchising tra i giovani. “Dal nostro studio – sottolinea Augusto Bandera, Segretario Generale Assofranchising – emerge come chi conosce in modo approfondito il sistema dell’affiliazione abbia un’età compresa tra i 18 e i 45 anni, segno di come il franchising sia sempre più un mondo giovane e per i giovani. L’89% di chi apre un’attività in franchising in Italia, infatti, rientra in questa fascia di età. Numerose anche le donne che decidono di avviare nuove imprese”.
Il franchising rappresenta una grande opportunità e tra le forme più sicure di autoimpiego per chi desidera intraprendere una nuova attività, un’occasione dunque per chi desidera mettersi in proprio e diventare imprenditore. Allo stesso tempo il franchising rappresenta anche un valido strumento per le aziende che vogliono espandere il proprio marchio e aumentare il giro d’affari. La formazione e le tutele fornite dal contratto di franchising, incluso l’obbligo per il franchisor di aver sperimentato la propria attività direttamente per almeno un anno prima di poter proporre l’affiliazione a soggetti terzi, fa sì che il rischio imprenditoriale di un affiliato si riduca sensibilmente.
Oltre agli investimenti iniziali spesso affrontabili anche dagli imprenditori più giovani che non dispongono di grandi cifre, ad agevolare il buon funzionamento e la crescita del sistema, sono le diverse formule di incentivo per l’avvio di nuove attività già previste in varie forme.
La ricerca condotta dall’Istituto Piepoli mette inoltre in risalto – secondo le risposte degli intervistati – che i principali motivi per cui si preferisce acquistare presso un punto vendita in franchising sono la notorietà e l’affidabilità del marchio, gli sconti dedicati, la vasta gamma di prodotti disponibili e la loro qualità. Chi ha dichiarato di conoscere le insegne che operano in questo settore pensa, inoltre, che in futuro le reti in franchising sul nostro territorio avranno una crescita ulteriore.
Previsioni queste ultime, basate sul percepito, e che sono confermate dai dati ufficiali del Rapporto Assofranchising Italia 2018, che ha sancito come il settore, all’ultima rilevazione, sia cresciuto di 2,6 punti percentuali registrando un giro di affari di oltre 24 miliardi di euro. Una crescita che sembra essere confermata anche dai nuovi ed ultimi dati ufficiali 2019.