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Codim, e Lekkerland insieme per far crescere il business

Codim – Consorzio Distribuzione Moderna, forte di un giro d’affari di 120 mln – ha siglato un accordo con Lekkerland, società di commercio e di distribuzione di prodotti dolciari, bevande ed articoli d’impulso in Italia.

Il profilo di Codim

CODIM, realtà distributiva costituita di recente, nasce dall’alleanza tra tre realtà campane: ITALCASH srl (specialista nella vendita all’ingrosso, attivo dal 1989 con un cash&carry di 8.000 mq e 30 punti vendita); BI.TAR srl (opera con un cash&carry di 4.000 mq e 4 quattro punti di vendita di proprietà oltre a 18 affiliati) e C&D-CEDI srl (realtà di distribuzione innovativa con una piattaforma di distribuzione e un cash&carry supportato da una rete vendita di 8 agenti e 3.500 clienti serviti di cui 240 aderenti alla rete di franchising Asso Dettaglianti).

Il Consorzio CODIM, coordinato da Sabatino Pepe, come primo atto ha deliberato anche la costituente CODIM Servizi srl per la gestione di una piattaforma dei freschi e freschissimi, per fornire un servizio integrale a tutta la rete vendita oltre a un portale comune per la gestione di attività promozionali telematiche di sell-out (Sales Promotion) con l’adozione di un assortimento comune.

E a questo proposito è lo stesso Pepe a puntalizzare: «CODIM vuole affermarsi quale leva competitiva e di sviluppo puntando anche al prodotto fresco attraverso Codim Servizi srl. Pur avendo una connotazione territoriale – la sede è in Campania – l’intento del Consorzio è quello di uscire ulteriormente dalla regione diventando punto di riferimento per il commercio al dettaglio di tutta Italia».

lekkerland Alla luce di ciò qual è il significato dell’accordo con Lekkerland?

Questo accordo, spiega ancora Pepe «segna il nostro primo importante passo per consolidare gli obiettivi del neonato Consorzio che vuole, da un lato, valorizzare anche le pmi nazionali e i loro prodotti e, dall’altro, favorire lo sviluppo delle imprese consorziate anche con un sistema di distribuzione che ottimizzi i costi logistici».

I vantaggi per Lekkerland

Lekkerland, grazie a questa collaborazione, consolida ulteriormente la posizione di leadership superando la soglia di giro d’affari di 400 mln e il presidio quotidiano del territorio con oltre 500 venditori.

«Lekkerland – ha affermato Stefano Bozzi, Presidente ed Amministratore Delegato del gruppo- da sempre vuole portare il mondo del dettaglio tradizionale sotto i riflettori, un segmento di mercato spesso trascurato pur rappresentando il tessuto economico italiano in misura preponderante. Noi viviamo sempre la nostra missione da pionieri, così come tre anni or sono abbiamo instaurato una collaborazione strategica con Sma e nel 2013 abbiamo allargato gli orizzonti ad altri gruppi prevalentemente dolciari, ora apriamo a partnership ancora più ampie. Abbiamo analizzato il progetto strategico di Codim con il quale confidiamo di instaurare un rapporto duraturo e dalle reciproche soddisfazioni. Siamo convinti che Codim possa costituire uno dei volani per dare ulteriore stimolo e visibilità al segmento di mercato».

 

 

Farinata di ceci Tantì, una novità che si ispira alla tradizione

È una miscela pronta, alla portata di tutti e di facile preparazione: parliamo della Farinata di Ceci Tantì, tipicità molto conosciuta soprattutto in Liguria, Piemonte e Toscana, ma che oggi, grazie all’iniziativa di due imprenditori di Nizza Monferrato, sarà presente nelle principali insegne della distribuzione italiana. Con acqua e olio extra vergine d’oliva in soli quindici minuti è facilissima da preparare. Non è facile in un comparto agro-alimentare ormai saturo di offerte riuscire ad inventare qualcosa di nuovo per risvegliare l’interesse dei consumatori. Ma grazie all’idea di Silvia Bisoglio e Bruno Ghignone di far rivivere un piatto della tradizione italiana, la farinata sta ottenendo consensi crescenti a dimostrazione della bontà e della praticità del prodotto.

Quello che mancava, infatti, era renderla alla portata di tutti con una miscela già bilanciata, risultato sicuro anche per i profani. Cosa, da oggi, possibile.

«È iniziato tutto per hobby – spiegano Bruno Ghignone e Silvia Bisoglio, titolari del ristorante Tantì a Nizza Monferrato-. I nostri clienti ci chiedevano di gustare la “belecuada” (così si chiama da noi la farinata), di conoscerne gli ingredienti, le dosi e le modalità di cottura. Da lì in poi il passo è stato breve, ed è nata la miscela “Tanti” nel tipico sacchettino di stoffa legato con un cordino e dal modico prezzo e che oggi presentiamo con un packaging accattivante adatto allo scaffale del supermercato”.

Per rendere ancora più stuzzicante questo piatto storico della tradizione italiana, all’interno della confezione lo chef Andrea Mainardi ha creato ricette e suggerimenti facili e appetitosi.

«È multifunzionale, è versatile, pratica, naturale e di veloce utilizzo – è il pensiero di Andrea Mainardi – È un prodotto sano, italiano e senza glutine e può essere lavorato

 

in mille ricette con creatività e fantasia. Credo sia un prodotto della tradizione, ma attento anche al gusto dei più giovani. Nella variante “Gusto Pizza” può essere l’alternativa al solito aperitivo con patatine e stuzzichini..».

Un altro plus di Tantì è il fatto che non contiene glutine; da anni infatti è presente sul prontuario AIC insieme alla gamma dei preparati per dolci ed è l’ ideale anche per chi deve seguire regimi alimentari particolari.

I punti vendita ove trovare Tantì sono in continuo aumento. Al momento è distribuita nei Bennet, Crai, Gulliver, Punto Sma, Dimar, Auchan, Billa, Il Gigante, Agorà, Coop, Carrefour, Eataly, Unes, Basko, Billa di tutto il nord d’Italia.

 

Tecnologia e retail: a che punto è la Gdo?

L’innovazione tecnologica nel punto vendita è un tema cruciale perché in grado di (ri)portare clienti nel negozio fisico dialogando con i canali online. Ma la Gdo a che punto è in Italia? Dal confronto con gli altri canali emerge una fotografia tra luci e ombre: molto avanzata in certi casi e su certi tipi di innovazione (self-scanning e self-check out, coupon digitali, in parte App), ma decisamente indietro su altri (vendite online e mobile in primis).

Nell’alimentare, settore caratterizzato da marginalità più ridotte, alta competizione, acquisti ricorsivi a basso valore unitario e filiera lunga, la gran parte dei retailer è ancora concentrata sugli investimenti in back-end, finalizzati soprattutto all’integrazione con i fornitori, alla creazione di operazioni più efficienti e alla gestione efficace delle scorte. Ora però si sta passando al punto di vendita, mentre è ancora molto poco preso in considerazione l’approccio multicanale.

Un confronto con gli altri settori

innovazione nel pdvSe il camerino intelligente è una tecnologia evidentemente tarata sull’abbigliamento, sono anche altre le innovazioni che hanno senso solo in certe situazioni. I tag RFid ad esempio sono scarsamente utilizzati nella Gdo sull’unità di  vendita per il costo troppo alto rispetto al tipo di prodotto trattato.

La velocizzazione del processo di acquisto invece è, secondo l’analisi dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail del Politecnico di Milano, uno dei fattori chiave che influenzano l’adozione di tecnologie innovative (insieme a marginalità, internazionalizzazione, competizione con le Dot Com e struttura di filiera). Nell’alimentare il 53% del campione ha già investito in sistemi di self scanning e carrelli intelligenti, che affiancano il cliente nel processo di acquisto, e il 26% ha intenzione di farlo nel 2015. Sviluppate dal 50% dei retailer italiani del mondo alimentare del campione sono i sistemi di self check-out, ossia casse non presidiate capaci di velocizzare il processo di uscita del cliente. Auchan e Coop Estense stanno sperimentando soluzioni di Mobile self scanning in cui l’utente utilizza il proprio telefono cellulare per scannerizzare i prodotti da acquistare.

Scansioni veloci (cruciale nei pdv dove si acquista un numero elevato di pezzi) ma anche pagamenti veloci (che piacciono ovunque): Esselunga ha già abilitato tutte le casse per il pagamento contactless tramite NFC e smartphone, registrando una diffusione lenta ma costante in questa prima fase. Non avrebbe senso nella Gdo invece un altro sistema in ascesa e gradito in grandi magazzini con interazione con il personale di vendita ovvero il Mobile POS, tablet o smartphone trasformati in sistemi di cassa che consentono di modificare significativamente il layout del punto vendita avvicinando la cassa al consumatore.

È forte l’interesse verso i sistemi per l’accettazione di couponing e loyalty (digitali o Mobile) che consentono l’invio di promozioni in prossimità e la redenzione del coupon digitale direttamente alla cassa del punto vendita. Con un duplice obiettivo: aumentare le occasioni di acquisto dei clienti e spingere l’utilizzo delle carte fedeltà (il 23% del campione ha già investito e il 43% ha intenzione di farlo nel 2015). Bennet e gruppo PaM stanno sperimentando un sistema di Mobile couponing promosso dagli operatori telefonici in modalità interoperabile.

 

Fanalini di coda nell’e-commerce

siti-e-commerceDue o tre lo fanno e solo uno capillarmente: stiamo parlando dell’e-commerce nella Gdo. L’alimentare è il settore che meno lo utilizza (13%) e la quota di mercato resta ancora sotto l’1%, mentre i comparti più evoluti sono informatica ed elettronica di consumo, in cui l’88% del campione vende online, editoria con l’83%, e abbigliamento con il 72%. Evidente in questi casi la concorrenza spietata con le Dot Com più aggressive. Seguono le Profumerie con il 60%, l’arredamento con il 57%, il Fai da te con il 43% e i grandi magazzini con il 20%.

Esselunga, early adopter, dichiara incrementi a due cifre: “L’e-commerce aiuta a portare il cliente in negozio ed è diventato ormai il primo negozio di Esselunga – ha detto Luca Sorichetti, direttore Information Tecnhology – mentre l’App, nata quasi per gioco da alcuni studenti nel 2011, è oggi in pieno lancio e dà la possibilità di personalizzare le offerte sui prodotti da acquistare in negozio, dove sono molto utilizzati i chioschi da chi è ancora legato al pdv fisico”.

Il sistema del click and collect che incomincia ad essere inserito in certe situazioni (Tigros, Auchan, Coop e Carrefour per certi pdv) potrebbe cambiare le carte in tavola, come è avvenuto in Francia (+75% e 4 miliardi di euro di fatturato per il 5% del totale ricavi Gdo).

mobileAnche la presenza nel mobile, sempre più utilizzato dentro e fuori dal pdv, è tra le più scarse: addirittura il 44% non ha alcuna presenza. Va detto che tra le App dei retailer italiani, poche hanno sviluppato funzionalità ad hoc da utilizzare in punto vendita.

I social poi sono nel limbo un po’ per tutti, non sono ampiamente implementati e non sembra esserci nemmeno l’interesse per farlo.

Sguardi sul futuro

Certo, i servizi che possono essere erogati attraverso dispositivi sono molteplici. I famosi chioschi ad esempio sono utilizzati da Tesco per consentire il confronto dei modelli di smartphone presenti in pdv (caratteristiche tecniche e prezzi) mentre Thomas Pink, sempre in UK, usa tavoli digitali per consentire di personalizzare le camicie e svolgere attività ludico-interattive per occupare i tempi di attesa. La catena americana StopandShop con i carrelli intelligenti e un sistema di self scanning e coupon personalizzati propone prodotti correlati a quelli scansiti dal cliente per l’acquisto, e ha in questo modo aumentato del 10% lo scontrino medio.

Il futuro di casa nostra? Secondo Luca Sorichetti sarà nell’adozione dei social “sulla quale non ci siamo ancora mossi”, nel maggiore coinvolgimento del cliente tramite il racconto multimediale delle qualità di un prodotto, nella co-creazione di iniziative con i clienti e nel coinvolgimento della prossima generazione dei “nativi digitali”.

Anna Muzio

A Mondello il Centro Olimpo riapre grazie ai dipendenti

Era stato chiuso più di un anno fa per mafia, ha riaperto venerdì grazie al workers buyout di 34 suoi ex dipendenti sostenuti da Legacoop e in Coopfond il Centro Olimpo di Partanna Mondello.

Il progetto ha avuto un costo di oltre un milione di euro di cui oltre 500mila euro investiti dai lavoratori che hanno utilizzato le indennità della loro mobilità, il resto da Coopfond e CFI (società finanziaria partecipata dal Ministero dello Sviluppo Economico che sostiene la nascita di cooperative di lavoratori che rilevano aziende in crisi), mentre Ircac, Unipol Banca e Banca Etica hanno offerto il credito bancario per assicurare liquidità all’impresa. Nel Centro, che ha una superficie complessiva di 6000 metri quadri, hanno aperto una media struttura di vendita alimentare affiliata al gruppo Ergon sotto l’insegna Eurospar e una galleria di negozi, tra cui una boutique. In programma anche l’apertura, nei prossimi mesi, di una media superficie non food, di un bar e di una tabaccheria.

Centrale per la riuscita dell’operazione il protocollo d’intesa firmato a dicembre 2013 tra Comune di Palermo e Tribunale di Palermo sezione Misure di Prevenzione e Procura della Repubblica. “Un protocollo unico – ha aggiunto il sindaco Leoluca Orlando presenta all’inaugurazione – che sta consentendo di salvare centinaia di posti di lavoro e che ho inviato come presidente dell’Anci a tutti i sindaci perché venga applicato anche nelle altre città”.

E così uno dei primi superstore nati a Palermo diventa un esempio virtuoso di come una difficoltà è stata tramutata in opportunità, tanto più in un settore esposto al rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata come la grande distribuzione.

“È stato un percorso lungo e faticoso ma ce l’abbiamo fatta – ha spiegato il presidente della cooperativa Gaetano Salpietro – Invece di restare ad aspettare risposte da qualcuno abbiamo deciso di darci da fare e diventare imprenditori di noi stessi. Prima eravamo in cinque, poi in sei, alla fine nella cooperativa ci siamo ritrovati in 34 su 47. Al nostro fianco abbiamo avuto Legacoop e i suoi strumenti finanziari che ci hanno offerto consulenza e supporto tecnico. E ancora, CFI e le istituzioni: il Comune di Palermo, la Procura e la Sezione Misure di Prevenzione che hanno siglato un protocollo d’intesa per facilitare il riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati”.

In Sicilia 55 punti vendita GiCap a insegna Sidis

GiCap SpA, impresa socia del Gruppo VéGé operante in Sicilia e Calabria porta 55 punti vendita della propria rete commerciale sotto l’insegna nazionale Sidis.

GiCap S.p.A., fondata nel 1962, costituisce una realtà fortemente consolidata nell’isola ed è leader in provincia di Messina, con un fatturato superiore a 250 milioni di euro. Con questa iniziativa, l’azienda messinese guidata dalla famiglia Capone (nella foto) riafferma il rapporto fiduciario con il Gruppo, rafforzandone ulteriormente la presenza e la visibilità in Sicilia.

Il passaggio d’insegna da Alis, Quì risparmi e Qui conviene in SIDIS, infatti, coinvolge oltre la metà dei 90 punti vendita di medie e grandi dimensioni (da 300 a 3.000 mq.) della rete GiCap localizzati nell’area tra Messina e Palermo. Il resto della rete e tutto lo sviluppo confluiranno invece sotto l’egida di Sidis nel corso del 2015.

I bilanci della Gdo sotto la lente. Un convegno a Milano

Cresce il fatturato ma non crescono i margini? Qual è il livello di indebitamento dei principali player? Le minacce esterne e i problemi di organizzazione interna sono superabili?
Il GDO Forum, attraverso la presentazione del GDO Report 2013-2015 di DGM Consulting, si pone l’obiettivo di rispondere a questi e al altri interrogativi. Il report mette in luce, tramite delle analisi mirate, i risultati economici e finanziari conseguiti dal mercato e dai suoi principali player ed evidenzia i trend futuri.
L’analisi vuole essere un momento di dibattito per cogliere eccellenze, criticità, ipotesi di sviluppo e previsioni. Le evidenze emergenti saranno il punto di partenza per aprire un confronto con alcuni esponenti di settore e con tutte le imprese che vorranno partecipare.
La partecipazione rappresenta l’opportunità per incontrare i manager di altre aziende e condividere i temi con gli esperti.

GDO FORUM
Eccellenze e future tendenze nel mondo della Grande Distribuzione Organizzata
26 Novembre 2014 – SAS – Via C.R. Darwin 20/22 – Milano
Programma:
•             10.30 – 10.40 Benvenuto SAS e inizio lavori
•             10.40 – 12.00 Eccellenze e future tendenze nella GDO: l’analisi dei risultati
G. Meloni (Socio DGM Consulting e Professore Università Bocconi)
•             12.00 – 12.30 Dalle analisi alle idee: la voce alle imprese
Tavola rotonda
•             12.30 – 12.45 Spazio alle domande e conclusioni
•             A seguire pranzo a buffet
L’evento è aperto e gratuito, ma con un numero limitato di posti disponibili. È quindi possibile registrarsi, e ricevere eventuali informazioni, inviando una mail con i propri recapiti a: riccardo.arcioni@dgmco.it

Doriano e Nonno Nanni insieme promuovono la bontà genuina

Dal 14 novembre fino a fine dicembre nei punti vendita delle più importanti catene distributive Doriano di Doria e Nonno Nani di Latteria del Montello saranno protagonisti di un’attività di co-marketing.

Per tutta la durata dell’iniziativa, organizzata da Latteria Montello e ideata da In Action, Agenzia specializzata nelle iniziative di co-marketing, le hostess ai desk personalizzati offriranno in degustazione ai consumatori il nuovo formaggio Fresco Spalmabile Nonno Nanni accompagnato dal cracker Doriano, quale base ideale per esaltarne cremosità e sapore.

Obiettivo per i due brand è proprio quello di portare all’assaggio, leva fondamentale per trasmettere la reale unicità sia della nuova referenza della linea Nonno Nanni che dello storico Doriano.

Fiducia delle aziende in calo, GDO la più ottimista

Alto e bassi nella percezione dell'andamento della GDO negli ultimi otto anni: il settore per il prossimo semestre è tra i più ottimisti.

L’Osservatorio economico GS1 Italy | Indicod-Ecr, che ogni sei mesi dal 2005 rileva il sentiment delle imprese del largo consumo associate, giunto alla XIX edizione, registra un clima di fiducia in discesa (da 69 della precedente edizione a 64) e così le aspettative per il futuro (da 83 a 76). Ciò è dovuto a vari fattori: la situazione economica (percezioni che da 45 scendono a 39 e aspettative che da 68 arrivano a 49) e il giro di affari (ancora in flessione, ormai da sette edizioni).

girodaffariTra tutte le imprese coinvolte nella rilevazione (imprese del largo consumo, grande distribuzione organizzata, aziende manufatturiere e dell’ingrosso) c’è da dire che la GDO resta la più ottimista, con un’attesa per il prossimo semestre di un leggero rialzo del giro d’affari (+0,3, in calo però rispetto al semestre precedente) e un clima di fiducia generale superiore alla media (73).

Mentre per tutte le categorie percepiscono un andamento dei prezzi rallentato nel loro settore. Non solo: nel prossimo futuro si attende un ulteriore ritocco verso il basso.

“Le aziende rispondono ad una situazione economica ancora incerta – commenta Marco Cuppini, direttore del Centro Studi di GS1 Italy | Indicod-Ecr – e procedono un po’ a singhiozzo: la fiducia prosegue nel suo andamento altalenante influenzata da timidi segnali di ripresa e previsioni di instabilità, ancora non superata definitivamente”.

In controtendenza ma non sufficienti a influenzare il dato medio sulla fiducia sono infine i numeri relativi a investimenti e occupazione, che crescono in termini di percezioni, e per quanto riguarda la seconda, anche in termini di attese (frutto probabilmente delle aspettative legate alla nuova legge sul lavoro).

Franco Gobetti nuovo presidente Cedi Sisa Centro Nord

L’imprenditore mantovano Franco Gobetti è stato nominato nuovo presidente di Cedi Sisa Centro Nord succedendo a Sergio Cassingena che l’ha guidato dalla findazione.

Cassingena lascia “esclusivamente per motivi personali e famigliari”, sottolinea in più punti una nota della società e ribadito in un messaggio ai collaboratori dall’interessato, chiudendo un ciclo importante  del percorso di Sisa.

Franco Gobetti, socio fondatore e consigliere del Cedi dal 1991 e dal 2003 vicepresidente, con tre punti vendita di oltre 1500 mq in provincia di Mantova, è un imprenditore di lungo corso che ben conosce le dinamiche societarie e del mercato della distribuzione.

«Con la nomina di Franco Gobetti – sottolinea l’amministratore delegato Valter Martini – l’ha inizia una presidenza nel solco della continuità con le strategie commerciali, operative e logistiche, per affrontare il complesso momento congiunturale e le nuove sfide del mercato. Un percorso, fortemente sostenuto dalla base sociale, già avviato con grandi risultati. In primis l’ottimizzazione della logistica di alcune delle aree più importanti servite che ha portato non solo a una significativa riduzione dei costi ma ha raggiunto obiettivi anche commerciali, grazie al concentramento della forza d’acquisto nei confronti dell’industria. Il continuo sviluppo della rete e la sinergia sempre più forte con i Cedi presenti nel resto del territorio nazionale saranno le prossime tappe di questo percorso, anche in vista delle alleanze future».

Pagamenti e ritiro la via italiana all’e-commerce

L’Osservatorio e-commerce b2c della School of Management de Politecnico di Milano dedica un capitolo importante a due aspetti critici per le vendite online: i sistemi di pagamento e le modalità di consegna.

“La crescita dei mezzi di pagamento contestuali all’acquisto online  – si legge nell’’Osservatorio -prosegue anche nel 2014, con oltre il 94% del transato generato attraverso carta di credito (tradizionale o prepagata) e PayPal”. Il pesodi quest’ultimo passa dal 21 al 24% nel 2014, mentre è in leggero calo l’incidenza della carta di credito: dal 71 al 70%. Bonifico e contrassegno restano fermi rispettivamente al 4 e al 2%. Riguardo alle frodi (il disconoscimento di una transazione da parte del titolare di una carta di credito) sono veramente marginali, lo 0,13% del transato (pur sempre però pari a 17 milioni di euro).

È una situazione, quella italiana dei pagamenti, sostanzialmente allineata ai principali mercati occidentali

La situazione italiana è sostanzialmente allineata a quella dei principali mercati occidentali, dove l’insieme delle modalità di pagamento contestuali all’acquisto supera il 90% del valore delle transazioni. L’Osservatorio li classifica in cinque categorie: “wallet dei circuiti delle carte di credito, wallet di altri operatori, strumenti basati su online banking, moneta virtuale e modalità di pagamento multicanale.

I wallet forniti dai circuiti bancari, come ad esempio Masterpass e Visacheckout, per il momento adottati da un numero limitato di merchant (ad esempio Esselunga, Mediaworld e Meridiana), supportano una parte marginale delle transazioni, e, nonostante siano semplici da usare, hanno il vincolo di dover essere attivati presso i canali della banca”. Tra i wallet di altri operatori vengono segnalati il Login and Pay di Amazon e l’Apple Pay di Apple, entrambi da poco lanciati sul mercato americano. “Il primo fa leva sul numero di carta di credito memorizzato nel profilo Amazon dell’acquirente che, attraverso le credenziali del suo account, può utilizzarlo per pagare gli acquisti sui siti di altri merchant aderenti al sistema. Apple Pay, attraverso l’utilizzo delle impronte digitali, si accinge a semplificare drasticamente il processo di pagamento, evitando l’inserimento manuale di qualsiasi tipo di dato con ricadute importanti sia per pagamenti online sia per il supporto dei processi di acquisto multicanale.

Tra gli strumenti di pagamento basati su online banking, segnaliamo MyBank e Sofort. MyBank, a due anni dal suo lancio, è stato adottato da un esiguo numero di merchant in Italia, e, nella maggior parte dei casi, in modalità poco più che sperimentale. Anche Sofort, che rispetto a MyBank è una realtà già affermata in Europa (soprattutto in Germania) non ha ancora raggiunto una importante in Italia, nonostante l’adozione da parte di alcuni importanti operatori. Coloro che hanno adottato questi due sistemi di pagamento (come ad esempio Alitalia, Dalani, Decathlon, Intimissimi, Moleskine,  MSC Crociere, TicketOne, Tirrenia e Zurich Connect), hanno comunque conseguito buoni risultati, con pesi percentuali sul valore delle transazioni di diversi punti percentuali”.

Tra le modalità più recenti e innovative invece il riferimento è la moneta virtuale dei Bitcoin, ma per lo più adottata da qualche merchant all’estero e in Italia da qualche negozio online minore. Invfine vi sono le modalità di pagamento multicanale che fanno riferimento ai circuiti Sisalpay e Lottomatica, per chi preferisce continuare a pagare in contanti in ricevitoria.

Home delivery o ritiro?

Anche gli operatori italiani dell’e-Comemrce stanno cercando di superare i limiti della consegna a casa (secondo uno studio di Jda, in Gran Bretagna il costo dell’home delivery è di circa 15 sterline/consegna, di cui solo 3,5 sono a carico dell’acquirente), attraverso altri sistemi che prevedono la consegna su appuntamento, al sabato o con i lockers. Dal censimento condotto dall’Osservatorio su 80 operatori attivi in Italia si rileva che la consegna al piano, “la consegna in punto vendita e la consegna in un giorno definito sono i servizi più diffusi (adottati da circa il 40% del campione). Seguono la consegna al sabato adottata da un merchant su 5 prevalentemente nel comparto del Grocery e dell’Informatica ed elettronica di consumo e la consegna entro le 12 del giorno successivo all’ordine, offerta da poco più del 15% dei merchant del campione, prevalentemente nei comparti del Grocery, Fiori e Lavanderia.

I parcel lockers sono stati adottati da ePrice e SaldiPrivati (ma anche da Carrefour) che, grazie alla collaborazione con TNT Express, consegnano la merce servendosi di locker sul territorio nazionale. A breve sarà disponibile anche la soluzione DHL, con la sua versione di  parcel lockers denominata Packstations. Qualora si diffondessero in modo da coprire capillarmente il territorio (quanto meno alcune aree), i parcel locker potrebbero costituire una valida alternativa all’home delivery classica, superando il problema della mancata consegna grazie alla possibilità di ritirare il proprio prodotto 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 e senza alcuna interazione con gli addetti alla consegna. Un’altra formula che alcuni retailer stanno attuando è quella del cosiddetto click & collect presso un punto vendita (Auchan Drive, Carrefour Clicca e ritira, Tigros Drive, unico distributore italiano ad adottarla).

All’estero abbiamo l’Osservatorio ha poi rilevato diversi servizi di consegna di “frontiera” da parte di operatori particolarmente all’avanguardia (e innovatori per indole). Si tratta della consegna same day, da operatori come Amazon (in USA, UK e in Spagna a Madrid), Argos e Karen Millen in UK e Flipkart in India, dei servizi di monitoraggio della consegna come il live tracking offerto da Asos in UK, che consente la verifica della posizione del pacco con un ritardo massimo di 30 minuti e il Click&Collect con box termoregolati per consegnare in maniera automatica anche i prodotti surgelati di Waitrose.

VI sono poi alcuni progetti ancora in fase sperimentale o di registrazione del brevetto, ma lontani dall’essere applicat, come il “roam delivery” cioè la consegna itinerante nel baule dell’auto, proposto da Volvo. Con un meccanismo di chiavi digitali, il corriere può aprire il baule dell’auto e depositarvi il prodotto ordinato online. Un brevetto depositato da Amazon riguarda il predictive shipping, cioè la spedizione preventiva in aree dove ci si aspetta che vengano ordinati particolari prodotti (perché visti online più volte o messi nella wishlist), nel tentativo di offrire un tempo di consegna più ridotto.

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